A
riceverlo, Luke ci trovò i proprietari, i Signori Janet e
Robert Freeman.
“Buongiorno,
io mi chiamo Lukas Duke. Sono appena arrivato ad Atlanta ed alloggio
presso la
pensione “Sunshine” a due isolati da qui di
proprietà del Sig. Moore. Sto
cercando lavoro…”
“Ciao
Lukas, io sono Janet Freeman, lui è mio marito Robert.
Stiamo cercando un
ragazzo che sia in grado di preparare dei cocktails che ci permettano
di
attirare un sempre maggior numero di clienti e soprattutto di battere
la
concorrenza. Pensi di riuscirci?”
“Ci
posso provare signora. Mio zio ha trattato whisky per molti
anni”
“Bene
Lukas, allora prova a prepararci qualcosa, ti va?”
“D’accordo,
ma, la prego, mi chiami Luke; nessuno mi chiama con il mio nome per
esteso!”
“Bene
Luke….”
Luke
prese una bottiglia di whisky che i proprietari dell’Atlanta
on the Road
tenevano nel loro mobile bar, la aprì e appena la
annusò disse:”Ma questo
whisky fa schifo!!! Mai sentito un odoraccio simile. Adesso ve lo
preparo io un
whisky buono, anzi, ottimo!”
Il
Signor Freeman che fino a quel momento era rimasto in silenzio, disse
in tono
molto contrariato:”Senti ragazzino, svolgo questo mestiere da
25 anni, non si è
mai lamentato nessuno del mio whisky e adesso arrivi tu a dirmi che fa
schifo??
Dì un po’, ma chi credi di essere?”
“Il
nipote di uno che ha sempre contrab….ehm….venduto
whisky…”.
Era
la seconda volta in due giorni che Luke stava per dire che era il
nipote di un
contrabbandiere!
Luke si guardò attorno nel bar, aprì la dispensa
e, in poco più di tre ore,
preparò il whisky secondo la ricetta di zio Jesse.
Lo
porse ai suoi titolari e disse:”Assaggiatelo, poi ditemi cosa
ne pensate…”
I
signori Freeman, soprattutto Robert, rimase
incantato:”Ragazzo mio, questo è un
vero nettare! Adesso capisco perché il nostro whisky doveva
sembrarti una
brodaglia! Sei assunto immediatamente. Il tuo stipendio sarà
inizialmente di
80,00 dollari la settimana più ovviamente tutte le mance che
saranno tue. Ti va
bene?”
“Eccome”
– rispose Luke “quando posso cominciare?”
“Questa
sera stessa. Trovati qui alle 08,00 in punto”.
“Ci
sarò. Arrivederci e grazie. Ora torno dal Sig. Moore per
dirgli che ho trovato
lavoro!”.
Appena
Luke si allontanò, Robert disse alla
moglie:”Janet, ma hai sentito che sapore
aveva il whisky preparato da Luke? Quel ragazzo farà la
nostra fortuna, non
lasciamocelo scappare!”
Alle
08,00 in punto, Luke era in servizio all’Atlanta on the Road.
Oltre al whisky,
preparò diversi cocktails molto sfiziosi dettati dalla sua
fantasia, fantasia
che lo stesso Luke non aveva mai pensato di avere.
Fu
un successone!! Il locale, da quando c’era lui, era sempre
pieno, inoltre anche
molte ragazze avevano cominciato a frequentarlo e, spesso e volentieri,
anzi,
almeno una volta la settimana, Luke aveva un’amica nuova.
“Alla
faccia di Bo che dice sempre che io esco con le ragazze che scarta
lui!” –
pensò Luke…
Erano
passati tre mesi da quando il maggiore dei ragazzi Duke si era
allontanato da
casa e pareva contentissimo della sua nuova vita: niente più
campi da arare,
niente più cugini più giovani da accudire, niente
più multe da parte di Rosco,
niente più prediche di zio Jesse, niente di niente. Da tre
mesi a questa parte,
il vecchio Luke era morto e sepolto ed insieme a lui, tutti i suoi
ricordi. Al
suo posto c’era un nuovo Luke, cittadino, capace di preparare
dei cocktails che
avrebbero fatto invidia ai barman dei migliori hotels, con un sacco di
ragazze
e, soprattutto, con una bella casa in cui abitare.
Già,
perché i Sigg. Freeman, vuoi perché Luke gli
stava facendo guadagnare molti
soldi, vuoi perché, non avendo figli, consideravano Luke
come fosse uno di
famiglia, gli avevano innanzitutto aumentato lo stipendio e poi lo
avevano
pregato di lasciare la pensione “Sunshine” e di
abitare presso di loro,
naturalmente gratis.
Questo
significava che Luke poteva godersi al 100% i suoi guadagni.
I
Sigg. Freeman gli avevano dato una bellissima cameretta, con una bella
tappezzeria bianca e azzurra, tende dello stesso colore e mobili molto
preziosi.
In
quella casa, non c’era nulla della semplicità che
aveva caratterizzato la vita
di Luke fino a tre mesi prima.
Robert
e Janet, avrebbero speso qualsiasi cifra per soddisfare i desideri del
ragazzo;
il suo armadio infatti era pieno di pantaloni, camicie e giacche nuove.
Mentre
Luke si godeva il suo esilio dorato, alla fattoria, da tre mesi, da
quando cioè
il maggiore dei cugini se n’era andato, erano cominciati i
guai.
Purtroppo,
la mancanza di due braccia maschili si facevano sentire; zio Jesse era
troppo
vecchio per svolgere certi lavori e Bo da solo, per quanto si spezzasse
la
schiena, non poteva fare tutto. Di prendere un aiuto non se ne parlava
neppure,
dato che i Duke non potevano permettersi di pagare un’altra
persona, così, a
turno, Cooter ed Enos, al termine del loro lavoro, cominciavano il
“secondo
lavoro” a casa Duke.
Zio
Jesse era molto contrariato:”Ragazzi, io non posso pagarvi,
quindi non voglio
che veniate qui a lavorare nei campi.
“Non
preoccuparti zio Jesse” – disse Enos –
“in cambio del mio lavoro, voglio solo
un piatto della tua leggendaria zuppa di pesce. Per me vale
più di 100,00 dollari.”
“Idem!!”
– fu la risposta di Cooter – “e poi siamo
tutti della stessa famiglia, vero zio
Jesse?”
Zio Jesse si girò dall’altra parte per nascondere
le lacrime di commozione che
gli stavano scendendo. Era felice della prova di affetto dimostratagli
da Enos
e Cooter.
Ogni
giorno, quando Daisy apparecchiava, preparava anche le posate ed il
piatto per
Luke e, quando Enos e Cooter erano loro ospiti, non permetteva che si
sedessero
al posto che era di Luke.
“Non
si sa mai dovesse tornare….” – ripeteva
continuamente Daisy.
Ma
i giorni, i mesi passavano e Luke non si faceva né vedere
né sentire.
Zio
Jesse era sempre più triste di aver perso uno dei suoi
cuccioli e Bo, che fino
a quel momento non aveva detto nulla, un giorno
sbottò:”LUKE E’ UN
DEFICIENTE!!” – cominciò ad urlare
–“che diritto aveva di piantarci in asso
tutti quanti? Lui ha litigato con me e solo con me, perché
dunque non si è
chiarito invece di andarsene? E’ solo un vigliacco, uno che
aggira l’ostacolo
invece di affrontarlo!” – furono le amare e
GIUSTISSIME! riflessioni di Bo.
Zio
Jesse che, in un altro momento, avrebbe azzittito Bo in malo modo per
quanto
aveva detto, questa volta non obbiettò: effettivamente, il
modo di comportarsi
di Luke, non era stato dei più corretti. Certo, per quanto
capiva che Luke
volesse starsene un po’ solo, non si spiegava il fatto che
dopo oltre tre mesi,
non avesse fatto una telefonata, non avesse scritto due righe anche
solo per
dire dov’era (se a Savannah o ad Atlanta) e se stava bene!
“Ci
ha dimenticati….” Disse tristemente zio Jesse ai
suoi due nipoti a Enos e
Cooter.
“Probabilmente,
la sua nuova vita deve appagarlo molto. Sono felice per lui, anche se
mi manca.
Spero solo che un giorno potrà perdonarmi per non averlo
seguito da bambino,
insieme a zia Martha, come avrebbe voluto lui!”
“Zio,
scusa, ma per quanto tu e zia Martha possiate essere stati in debito
nei suoi
confronti, credo che, se c’è uno che in questo
momento debba chiedere scusa,
quello sia Luke!” disse Daisy che, ultimamente, al pari di
Bo, era altrettanto
arrabbiata con il cugino maggiore! “Che razza di uomo
è uno che, dopo 3 mesi,
non si fa vivo neppure per dire “Ciao, sto bene, non
preoccupatevi di
niente”….”
Enos,
Cooter, Bo e zio Jesse annuirono con la testa; nessuno di loro si
sarebbe
aspettato un comportamento simile da parte del più grande
dei nipoti.
Il
quale, nel frattempo, se la spassava eccome nella metropoli della
Georgia:
ragazze, abiti, nuovi amici, un lavoro ben retribuito….
Fino
a quando, un giorno (erano circa sei mesi che si era allontanato da
casa), si
rese conto che qualcosa non andava…
L’Atlanta
on the Road era sempre pieno di gente o meglio, sembrava che tutti i
fumatori
più incalliti del sud-est degli States, si fossero dati
appuntamento in quel
luogo. Luke non era abituato a stare nei locali pieni di fumo dato che,
l’unico
fumatore che aveva conosciuto prima di allora, era Boss Hogg; certo
fumava, ma
era comunque una persona sola. Lì invece c’era un
raduno di ciminiere umane….
All’inizio,
il fatto di respirare continuamente fumo, aveva procurato a Luke delle
fortissime emicranie, la conseguenza delle quali, era una leggera
perdita
dell’appetito..”Poco male” –
pensò Luke “farò un po’ di
dieta….”, ma con
l’andare del tempo, il leggero calo dell’appetito,
si trasformò in un rifiuto del
cibo, perciò Luke cominciò a dimagrire in maniera
paurosa a vista d’occhio…
To be continued…
Grazie
come al solito alle mie super amiche e a chi vorrà leggere e
recensire…..