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Autore: Marzia1969    03/01/2009    3 recensioni
La storia comincia con una bella o forse dovrei dire una brutta litigata fra i due bellissimi cugini al garage di Cooter. Strada facendo, il racconto diventerà quasi drammatico, anche se, ovviamente, in puro stile Hazzard, non mancherà l'Happy End!!!
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hazzard: fattoria Duke.

Bo ed Enos arrivarono finalmente alla fattoria e videro il Generale posteggiato all’esterno dell’abitazione.

“Meno male, Luke è qui. Enos vuoi entrare un attimo insieme a me?” – chiese Bo all’amico.

“No, ti ringrazio. Devo tornare in ufficio prima che lo sceriffo mi vada a cercare nell’elenco dei dispersi. Ho perso un po’ troppo tempo in seguito alla litigata che c’è stata fra te e tuo cugino. Torno al volo ad Hazzard. Ciao Bo. Fammi sapere se sei riuscito a chiarirti con Luke” – furono le parole di Enos.

“Sta tranquillo amico! Ti terrò informato!”

Bo scese dall’autopattuglia di Enos e si diresse all’interno della fattoria.

“Luke, sei qui? Sono Bo, ti devo parlare!”

Invece di Luke, che, ovviamente non poteva trovarsi lì in quel momento, arrivò zio Jesse.

 Immediatamente si accorse che, se Luke era rientrato con un occhio nero, Bo aveva il segno delle cinque dita della mano destra di Luke stampate sulla guancia.

“Oh no! Si sono presi a pugni di nuovo!” – pensò il patriarca dei Duke. “Eppure non è la prima volta; com’è possibile che Luke si sia arrabbiato così tanto da andarsene?”

“Ciao zio. Sto cercando Luke, l’hai visto? Il Generale è qui fuori, quindi lui deve essere nei paraggi. Dovrei parlargli” – disse Bo.

“A proposito di cosa? Dell’occhio nero che tu hai procurato a lui e delle cinque dita sulla tua guancia che lui ha procurato a te?”

Bo si rese conto ancora una volta che era impossibile nascondere qualcosa a zio Jesse: conosceva troppo bene i suoi cuccioli per lasciarsi ingannare!

“Beh….diciamo che io e Luke abbiamo avuto un diverbio…MA QUESTA VOLTA E’ STATO LUI A COMINCIARE!! Io….io poi ho continuato….”

“BEAUREGARD DUKE! CHE SIGNIFICA CHE LUI HA COMINCIATO E TU HAI CONTINUATO? COSA VI SIETE DETTI??” – zio Jesse era letteralmente uscito dai gangheri!

“Beh…eravamo da Cooter a riparare delle auto, io ho chiesto aiuto a Luke, lui ha cominciato a dire che non capisco niente, che non ho cervello e io….GLI HO RISPOSTO!” – incalzò Bo.

“E che genere di risposta gli avresti dato?”

“Niente di particolare….gli ho solo detto che le ragazze preferiscono me a lui, che io ho sempre avuto molti più amici di quanti non ne avesse mai avuti lui ed infine gli ho detto….” – Bo al quel punto si interruppe. Non aveva il coraggio di dire a zio Jesse che aveva detto a Luke che lui e zia Martha erano molto più affezionati a lui che a Luke.

“Perché ti sei interrotto? Cosa gli hai detto alla fine?” – zio Jesse era sempre più arrabbiato.

Bo non sapeva mentire così, a testa bassa, riferì allo zio tutto quello che aveva buttato in faccia a Luke.

“COOOOOOSAAAAA??” – tuonò Jesse – “MA SEI IMPAZZITO? Chi ti ha messo in testa una scemenza del genere? Chi ti ha detto che io e tua zia eravamo più affezionati a te che a Luke? Quando tu sei arrivato alla fattoria, Luke aveva già 9 anni, non puoi sapere quale sia stata la sua vita prima che tu arrivassi. Ora capisco perché Luke se n’è andato e ci ha detto di non cercarlo!”

“LUKE SE N’E’ ANDATO?? Ma…..ma….com’è possibile? Ma perché?” – Bo era evidentemente frastornato…

“Perché? Scusa, ma tu come avresti reagito al suo posto, sentendoti dire tutte le cose che tu hai detto a lui?”

Daisy, che all’esterno della fattoria stava stendendo la biancheria, attirata dalle urla, entrò in casa. Zio Jesse era paonazzo, mentre Bo era bianco come un cencio!

“Smettetela, vi prego, tutti e due. Abbiamo già perso Luke, adesso volete litigare anche voi?” – Daisy cercava di fare da paciere fra i due uomini.

“IO NON VOGLIO LITIGARE! Voglio far capire a questo moccioso che non deve sentirsi il padrone di casa!”

Zio Jesse non aveva mai usato questi termini nei confronti di Bo.

“Vai a farti una doccia, poi vieni a mangiare. E’ quasi pronto in tavola” – sbottò zio Jesse.

“Sissignore” – furono le meste parole di Bo.

Bo andò in camera sua, ma invece di farsi una doccia, si stese sul letto. Non si addormentò, si girò invece nella direzione del letto di Luke.

Luke….chissà cosa stava facendo in questo momento…Davvero non aveva intenzione di tornare? Davvero si era allontanato per colpa sua? Se solo avesse saputo dove era andato, poteva andargli incontro e chiarirsi, ma a quanto pare non aveva lasciato detto il suo nuovo recapito né a zio Jesse né a Daisy.

Mentre se ne stava immobile a fissare il letto del cugino maggiore, Bo si accorse che sotto il letto di Luke, una piastrella era più sollevata delle altre.

“Domani dovrò aggiustarla” – pensò Bo. “Intanto provo ad alzarmi per vedere come mai quella è l’unica piastrella sconnessa”.

Si alzò, alzò la piastrella e, cosa del tutto inaspettata, ci trovò un diario. Sulla copertina c’era scritto “Lukas Duke”.

“Luke tiene un diario? Perché non me l’ha mai detto? Come vorrei sapere ciò che c’è scritto, ma non ho il diritto di leggerlo, dato che lui non me ne ha mai parlato, quindi non voleva farmi sapere dell’esistenza di questo diario” – disse Bo fra sé e sé.

“Insomma….dopotutto….in questo momento….Luke non è qui, perciò posso leggerlo. Al limite, quando deciderà di tornare a casa, non gli dirò di averlo letto!”

Bo sfogliò a caso le prime pagine….

“6 giugno 1965; oggi il mio cuginetto Bo compie 5 anni. E’ un batuffolo biondo con gli occhi azzurrissimi. Io gli voglio un bene dell’anima, tutti gli vogliono bene per il suo carattere solare…Io darei un occhio, anzi tutti e due per lui….E’ davvero un bambino simpaticissimo, ti conquista. Come ho già detto, io gli voglio un gran bene, è come se fosse una parte di me, però….però….a volte vorrei che lui non ci fosse, così zio Jesse e zia Martha vorrebbero bene anche a me! Non dico che non mi vogliano bene, ma mi rendo conto che trattano Bo in maniera diversa rispetto a come trattavano me quando avevo la sua età. D’accordo, io ho un carattere chiuso, scontroso, ce l’ho sempre avuto, perciò non do agli altri molti motivi per avvicinarsi a me, ma Dio solo sa quanto anch’io abbia un gran bisogno di affetto….”

Bo richiuse immediatamente il diario; era scioccato!

“Oh mio Dio! Luke si era accorto da anni del fatto che zio Jesse e zia Martha erano affezionati più a me che a lui e io sono stato così stupido da sbatterglielo in faccia! MA PERCHE’ NON STO ZITTO?” – Bo era arrabbiatissimo con se stesso.

Decise si mostrare quella pagina di diario a zio Jesse e a Daisy.

Nel frattempo, Cooter era arrivato alla fattoria per conoscere l’evolversi della litigata fra i cugini.

Rimase allibito quando Daisy gli raccontò che Luke se n’era andato senza lasciare nessun recapito.

“Dimmi Cooter, è stata così brutta la litigata fra i miei nipoti?” – chiese preoccupato zio Jesse.

“Beh….diciamo che non è stata affatto piacevole, zio!”.

Bo intanto era arrivato in cucina tenendo in mano il diario di Luke.

“E quello cos’è cugino?” – chiese Daisy.

“Il diario di Luke….”

“IL DIARIO DI LUKE?” – dissero in coro Daisy, Cooter e zio Jesse.

“E da quando tuo cugino tiene un diario?”

“Zio, perdonami ti prego, so che ho commesso un’azione scorretta, ma mi sono permesso di leggere una pagina di questo diario. Ti prego, leggila anche tu….”

Zio Jesse aveva quasi paura a leggere le confessioni del maggiore dei suoi nipoti, soprattutto considerando che lui non gli aveva mai fatto parola, non gli aveva mai detto di tenere un diario.

Quando Jesse lesse la pagina che aveva appena letto Bo, credette di svenire!

Daisy e Cooter si precipitarono immediatamente da lui per chiedere spiegazioni.

Jesse disse solamente:”Daisy, Cooter, vi prego, leggete quello che ha scritto Luke”.

Anche i due amici rimasero esterrefatti.

“Zio, ma com’è possibile che Luke abbia scritto una cosa simile? Perché si sentiva meno amato di noi?” – chiese Daisy.

“Tesoro, vedi, io e tua zia Martha siamo sempre stati più legati a te e a Bo, semplicemente perché Luke è sempre stato molto chiuso e soprattutto, molto adulto rispetto a voi due. Noi lo vedevamo “grande” rispetto a te e a Bo, ecco perché non lo abbiamo mai seguito come abbiamo seguito voi. Oltretutto, con il suo carattere estremamente taciturno, a volte, a me e a tua zia, sembrava di invadere il suo territorio chiedendogli di sfogarsi o di raccontarci i suoi pensieri.

Non avrei mai pensato che lui ne soffrisse così”

“Figliolo” – disse zio Jesse rivolgendosi a Bo “scusami per la strigliata di poco fa! Come vedi, purtroppo, avevi ragione tu quando dicevi che io e tua zia eravamo più affezionati a te che a lui. Ma perché Luke non ne ha mai parlato a nessuno di questo suo problema?”

“Zio, io mi sento un verme” – disse Bo “vado a cercarlo!”.

“No figliolo, Luke vuole starsene da solo per un po’, quindi lasciamolo fare. Ha detto che sarebbe andato a Savannah o ad Atlanta. Speriamo che faccia avere sue notizie”.

“Zio, se avete bisogno di me, io sono qui per voi! Posso permettermi di dirti una cosa? Noi tutti abbiamo sempre considerato Luke il più forte….” – a questo punto Cooter si interruppe….

“….invece è fragile…..” – continuò zio Jesse – “Nasconde questa sua fragilità dietro alla sua freddezza ed al suo mutismo. Cooter, figliolo, se vuoi fermarti a mangiare, c’è un posto libero” – chiese zio Jesse.

Cooter accettò e, durante la solita preghiera, Jesse chiese all’Onnipotente di vegliare su Luke. “Proteggilo e fa che qualcuno possa ospitarlo mentre è lontano da casa”.

Luke, nel frattempo, aveva deciso di andare ad Atlanta e non a Savannah. Sarebbe stato molto più facile far perdere le proprie tracce in una metropoli come Atlanta che in una cittadina come Savannah.

Sceso dal bus, per prima cosa cercò una pensioncina in cui poter dormire. Una volta averla trovata, chiese al proprietario se qualcuno di sua conoscenza poteva offrirgli un lavoro.

“Sono disposto a far qualsiasi cosa” – disse Luke “dato che non ho in tasca un solo dollaro!”

“Uhm…vediamo un po’….ci sono dei miei amici che hanno un bar a due isolati da qui e cercano un ragazzo che riesca a preparare dei cocktails alcoolici. Pensi di riuscire?” – domandò a Luke il proprietario della pensione.

“Sì sì, credo proprio che ci riuscirò. Sa, mio zio era un contr….ehm….commerciava in liquori….” – disse Luke.

“Benissimo, allora domani presentati ai Signori Freeman (i proprietari del bar) e digli che ti mando io. Useranno un occhio di riguardo!”

“Grazie, signore, domani andrò a trovare i Signori Freeman.”

Luke, presa la chiave, si avviò verso la sua camera.

Era appena cominciata la sua nuova vita ad Atlanta….

To be continued…

Grazie come al solito a Lu, Lella, i1976,Thia,Juli e a tutti quelli che leggeranno!!!

  
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