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Autore: _piccolascrittrice_    24/05/2015    8 recensioni
Questa fan fiction è il sequel di "Il risveglio".
Ambientata tra la seconda serie -More blood- e la terza -Dark fate-,
i capitoli allacciano la mia fantasia con alcuni passi della trama originale.
Cosa, o meglio, chi dovranno affrontare Yui e i fratelli Sakamaki?
Davvero la morte del Capostipite non avrà ripercussioni su di loro?
Sarà necessario fare una scelta, che segnerà profondamente ogni vampiro.
Una scelta che deciderà le sorti delle famiglie Sakamaki, Mukami e anche gli Tsukinami.
Lasciando svelare la vera essenza di Yui Komori.
Dunque, vi invito a seguirmi in questi nuovi capitoli,
che illustreranno risposte e porranno altri temi, culminando con la fine della storia.
Ma secondo voi...sarà un lieto fine?
...O finirà tutto in un bagno di sangue?
Genere: Dark, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 27
Angolo autrice:
Salve miei carissimi lettori. Prima di tutto ringrazio tutti quanti per le continue e calorose attenzioni, ma soprattutto, sono grata alle mie amiche della loro immane dolcezza e spontaneità, incoraggiandomi come solo ognuna di loro sa fare. <3
Spero con tutta me stessa che quest'altro finale alternativo riesca ad emozionarvi come vorrei, ma prima di augurare una buona lettura, vorrei esporvi la paura che mi attanaglia negli ultimi giorni: se io decidessi di concludere la storia con il prossimo capitolo (il protagonista sarebbe abbastanza scontato xD ), voi mi lincereste all'istante, ne rimarreste estremamente delusi? Purtroppo, ribadisco, con l'inizio di giugno credo che non riuscirei a dedicarmi alla storia come negli scorsi mesi. Stavolta ci tengo davvero tantissimo a sapere il vostro parere a riguardo, quindi se deciderete di darmelo, non risparmiatemi di argomentazioni. Vorrei solo aggiungere che i fratelli su cui finora ho scritto il finale non sono stati scelti casualmente, ma perché io li ho seriamente considerati gli unici in grado di amare e sostenere Yui in quanto Adamo ed Eva. Per non privarvi di altro tempo prezioso, le mie motivazioni le fornirò con piacere in privato (non fatemi diventare di nuovo logorroica e leggete la parte importante di questa pubblicazione XD <3). Ora la piccolissima scrittrice vi saluta e si ritira dal suo angolino.

***
 Amara dolcezza

-Sei davvero una pappamolle-.
L'insulto gratuito di YUMA-KUN la colpisce come uno schiaffo dato in pieno viso. Spalancando in modo smisurato la bocca, Yui rischia di soffocarsi con il bavaglio, tanto è il suo sgomento. -Ma con quale sfacciataggine...-, inizia a pensare, rabbiosa, finché gli occhi ambra del vampiro non si piazzano a pochi centimetri dai suoi, facendole affacciare in mente una sfilza di imprecazioni lungi dal suo consueto essere delicato. -Possibile che non tu non abbia fatto il culo agli Tsukinami perché bloccata da queste quattro cordicelle?-, rincara la dose il castano, petulante, e le strappa via il fazzoletto di seta dalla morsa dei suoi denti. Nel mentre la ragazza si riassetta la mandibola intorpidita, lui distoglie gli occhi per osservare la dinamica del dito molesto sul suo polso sinistro: tende al massimo il laccio che le serra la mano al bracciolo del seggio, dopodiché lo lascia andare, accompagnato dallo schiocco del cuoio che scava più a fondo nella sua pelle martoriata. Il millisecondo dopo, mordendosi ferocemente il labbro inferiore per non gridare, la fanciulla sibila fra i denti: -Yuma, ti conviene sparire. Ora.-, -Se non vuoi che ti combini quello che avrei voluto fare a quei due-, soggiunge fra sé e sé, animata da seri intenti omicidi. Ma lui le rifila un buffetto sulla guancia -un beffardo buffetto sulla guancia-, esclamando: -Ah, no! Se sei così pappamolle da non riuscirci da sola, ti libero io, così poi mi dai una mano a gettare i cadaveri nel canale qui fuori!-, ed indica l'uscita del castellaccio con un pollice alzato in quella direzione. Yui lo fissa un attimo in silenzio, sbigottita, poi, metabolizzate le sue parole, per prima cosa sbraita: -Non chiamarmi pappamolle!-, ed inizia a dimenarsi sullo scranno. -E questo lo reputi un buon modo per riuscire ad alzarti?-, commenta il castano, mezzo ridendo, prima di sporgersi per aiutarla.
-Oh, mi dimeno per trattenermi, Yuma caro.-, riflette causticamente la fanciulla, scrutandolo con attenzione mentre le slaccia i nodi di cuoio con un sopracciglio inarcato. Appena ha terminato la sua opera di bene, il vampiro comincia a dire: -Visto? Ecco fatto, ora..-, lei però, avendo subito recuperato un corretto circolo del sangue negli arti, gli balza addosso, tramutando le sue parole compiaciute in un grugnito di sorpresa.
La vampira lo placca al pavimento, inchiodandogli le spalle larghe con entrambe le mani, poi gli sferra una ginocchiata nei testicoli e soffoca il suo sbuffo di dolore sigillandogli brutalmente le labbra con le sue. Allora si ritrova a studiare -con una sorta d'eccitazione che le comprime lo sterno- come quelle scintillanti iridi ambra lentamente si sgranino, finché due forti mani non la strattonano indietro, evitando per poco di farle staccare con un morso le pieghe carnose del vampiro. Egli, d'altro canto, non le stacca gli occhi di dosso, anche se sanguina dalla bocca e Raito sta cercando di rimetterlo in piedi sollevandolo da sotto le braccia.
-Yui Komori, i tuoi raptus violenti non sono graditi.-, prorompe Ruki, non senza nascondere una punta d'incredulità, e tira a sé la ragazza con una violenza tale da strapparla letteralmente alla presa, ben più delicata, di Azusa. -Abbiamo già sopportato abbastanza per oggi. Perciò..-, Continua il leader, il quale, da come le stringe il braccio destro, sembra essere sul punto di perdere il controllo. Prima ancora che decida di farlo lei stessa, l'aggressione verbale si interrompe con il risuonare della risata roca e gutturale di Yuma, che dice: -Lasciala andare, fratello. Tanto avrà l'occasione di farsi perdonare-, con voce in bilico tra la minaccia e l'equivoco.
-Cosa accidenti vuole dire?-, si chiede di riflesso lei, guardando di sbieco il castano mentre si discosta da Raito con ben poca gentilezza. -Non ti dispiacere Ayato, ma oggi la donzella deve venire con noi per darmi una mano con la sepoltura-, continua Yuma, e rivolgendosi all'interessato -che se ne sta con il volto incupito e la mancina sospesa sulla spalla di Ruki-, scrolla le spalle con fare strafottente. Dopodiché, prima che Ayato riesca a formulare un'intimazione abbastanza convincente, e il leader dei Mukami si renda conto delle imminenti conseguenze della morsa in cui ha chiuso la giovane, Yuma afferra quest'ultima per un gomito e se la porta dietro, sotto gli occhi indispettiti di Raito e Azusa, vagamente divertiti di Reiji e Shu, allibiti di Ayato e Ruki, furiosi di Subaru. -Ma chi ti credi di essere? Lasciami subito andare!-, sibila Yui in direzione del colosso che si staglia davanti a lei. Per fargli mollare la presa, prova pure ad opporre resistenza piantando i piedi al pavimento, ma finisce solo col farsi letteralmente trascinare da lui, sollevando dietro di loro una nuvola di polvere. -Bravi, avete già buttato via i corpi di quegli stronzi, ora cosa aspettate ad uscire da lì?!-, sbraita ad alta voce il vampiro, per sovrastare il rumore dei tuoni improvvisi, e trasporta la ragazza al di là del ponte elevatoio, facendole scudo con la sua mole possente mentre il vento e la pioggia imperversano. -Sei davvero un cafone!-, gli grida lei ad un orecchio, ma in risposta ode soltanto il gorgoglio della sua risata profonda. Per un attimo, si sente scuotere da un brivido che non deve avere a che fare con le intemperie sferzanti.
Ravvisando Ruki e Azusa incidere nella loro direzione, Yuma la guida nella coltre di nebbia finché i loro occhi non delineano i contorni della limousine di proprietà Mukami, anche se la laccatura nera della carrozzeria quasi si confonde con il cielo plumbeo.
-Sali e non osare badare all'odore di sangue: non è colpa mia se Kou ha avuto un'emorragia di quelle dimensioni-, la redaguardisce il vampiro, vagamente accusatorio, ed apre uno degli sportelli posteriori, spingendola nell'abitacolo senza tante cerimonie.
-Oh Kou, ora non...dovresti trovarti nel bagaglio-, riflette la fanciulla, raggomitolandosi sull'altro lato del sedile, e, nonostante la gola le arda debolmente d'arsura, trattiene a stento lacrime di puro dolore. -Suvvia, non dirmi che l'odore del sangue ti fa lo stesso effetto delle cipolle-, obietta Yuma di punto in bianco, evidentemente notando nella penombra i suoi occhi lucidi, e scivola accanto a lei con tale repentinità da farle urtare il fianco contro lo sportello. Yui soffoca un mugugno, domandandosi perché il vampiro non sappia usare la delicatezza, ma si rende conto che è una causa persa quando lui le cinge un fianco e la stritola a sé. -Un po' di zucchero risolverà tutto-, le labbreggia in tono provocatorio, forse ignorando che le sue dita le stanno comprimendo gli organi interni, sicché le offre una delle sue famose zollette zuccherine. A quel punto, malgrado tutto, sul viso della fanciulla sboccia un sorriso ilare prima che prenda tra le labbra l'esclusiva di Yuma, sfiorandogli i polpastrelli con la lingua. Non si stupisce più di tanto che la sua pelle sappia di qualcosa di dolce.
Mentre Ruki e Azusa si accomodano sul sedile di fronte a loro, il vampiro si succhia rumorosamente le dita che hanno stretto la zolletta da lei appena addentata.

***

-Ma cosa vorresti fare con questo brutto tempo?!-, esclama la giovane Yui, esasperata, mentre corre appresso a quello scellerato di Yuma-kun per i corridoi della magione Mukami. -Puoi liberarti del peso di quell'ombrello, dolcezza, perché tanto fuori non servirà a molto-, tergiversa lui, dirigendosi con passo implacabile in direzione dell'immenso giardino retrostante, con il codino sfatto, gli stessi vestiti -ormai zuppi- di quella mattina e il manico di una pala stretto nella mano destra. Dinnanzi alla sua ostinazione, lei alza gli occhi al cielo e ribatte: -Se non intendi aspettare, perlomeno ti riparo dalla pioggia mentre scavi-. -Oh, come farei senza di te? Avanti, andiamo pappamolle.-, replica lui, acido, ma da sopra le spalle le scocca un'occhiata ilare. La giovane preferisce fingere di non averlo sentito chiamarla in quel modo. 

-Gli verrà un accidenti-, pensa la fanciulla, osservando con velata apprensione come il vento freddo ingolfi la maglietta bianca scollata del vampiro, i poderosi muscoli delle braccia che guizzano in evidenza ogni volta che egli vanga una zolla di terra, un moto meccanico che va avanti da più di mezz'ora. Nonostante questo, Yuma continua a lavorare con zelo e lei mantiene l'ombrello aperto sulle loro teste, senza permettere che le folate lo smuovano di un millimetro o che una goccia di pioggia inumidisca più di quanto già non siano i vestiti del vampiro.

Entrambi capiscono di non farlo per sé stessi, ma per Kou-kun. Non perché devono, ma perché vogliono.
Intendono poter sentirlo vicino a loro il giorno dopo, fra decenni, secoli. Lì, in modo che la sua anima possa rimirare ogni giorno il cielo, ma mai più da sola.

Quando iniziano a tremarle le gambe e lo sente starnutire più e più volte, Yui ardisce spezzare la loro bolla di silenzio suggerendo con voce flebile: -Dovremmo tornare dentro, Yuma-kun-. Ma, forse perché ha parlato davvero troppo piano, lui non si ferma né la guarda finché non ha completato l'opera. Allora, piantata la punta della pala nella terra smossa, il vampiro esamina per un lungo momento la fossa fangosa perfettamente rettangolare, all'ombra del melo simbolico -come lui stesso l'ha definito in riferimento agli occhi di Kou-, prima di biascicare: -Sì, torniamo dentro-. Così, starnutendo per l'ennesima volta, le sfila di mano l'ombrello e lo mantiene aperto lungo i pochi metri che li separano dalla porta finestra del salone, a causa della pioggia incessante.
Appena entrati dentro, la prima cosa che fa Yuma è quella di scagliare rudemente l'ombrello sul tavolo immacolato.
-I vampiri possono ammalarsi? Perché io penso che tu ti sia preso la febbre-, si allarma Yui, fissando le sue palpebre pesanti, le gote arrossate, le spalle scosse da tremiti appena percepibili. La domanda pare quasi metterlo in imbarazzo, poiché, grattandosi la nuca con le dita anch'esse bagnate, lui borbotta: -Ammetto che ora vorrei solo coricarmi a letto-. Allorché, intenerita, la fanciulla dice: -Bene allora, intanto che tu riposi un po', io ti preparo una zuppa che ti farà stare sicuramente meglio!-, e fa per incamminarsi verso la cucina, quando viene trattenuta dalle sue braccia bollenti, che la stringono da dietro all'altezza della clavicola, come in un abbraccio.
-No, non ho fame. Stai con me.-, le sussurra debolmente ad un orecchio, facendole stringere di scatto le gambe, tutt'altro che tremanti. -D'ac-cordo, Yuma-kun-, ha il tempo di rispondere, prima che lui la volti e se la carichi in spalla con un grugnito. Rossa fin alla punta delle orecchie, Yui non si dibatte ma geme più volte, intimorita che il vampiro possa perdere da un momento all'altro il suo precario equilibrio. Ma, talvolta ridendo sguaiatamente e senza apparente motivo, lui riesce a trasportarla incolume sino alla sua camera da letto.
Quando finalmente la lascia scendere per chiudere la porta, la ragazza si sorprende suo malgrado di quanto quella stanza appaia spoglia: sul pavimento piastrellato di ceramica bianco opaco sono sistemati centralmente un tavolo di legno rotondo su di una moquette rossa rettangolare, mentre a ridosso del muro frontale all'uscio è stato posizionata una branda nera, con a sinistra uno specchio dalla linea semplice, e a destra un lume di acciaio slanciato in altezza, che arriva quasi a sfiorare il soffitto.
-Quindi tu dormi qui..-, è il suo sciocco commento, mentre il vampiro si svacca sul letto, facendo sprofondare l'intero materasso sotto il suo peso. Lei, ridacchiando, sta per avvicinarsi, quando lui si alza bruscamente sulle ginocchia ed inizia a spogliarsi, finché non rimane in mutande. L'attimo dopo, si lascia cadere nuovamente sulle lenzuola scure, questa volta affondando la faccia nel cuscino. Lei, impietrita sul posto da una ridda di emozioni contrastanti, lo ode brontolare, la voce roca attutita dal morbido guanciale:
-Ho così tanto caldo..-. I pollici affusolati dei suoi piedi spingono il cumulo di vestiti bagnati fuori dal letto, facendoli accatastare sul pavimento con uno: -splat-, poi Yuma stiracchia le lunghe gambe muscolose, e con una mano si libera i capelli umidi e scarmigliati dall'elastico nero. Anche da lontano si capisce quanto siano possenti e marmoree le sue spalle.
Il corpo altrettanto accaldato di Yui decide di tradirsi proprio nel momento in cui i suoi occhi ambra e torbidi si volgono su di lei: rabbrividisce da capo a piedi, stringendo le gambe tra loro. A quel punto, puntellandosi su un gomito -mettendo così in vista il torace scolpito-, il vampiro chiede con naturalezza: -Hai freddo?-, al che lei arrossisce violentemente ed è scossa da un altro brivido eccitante. Lui allora, senza aggiungere altro, scende dal letto, la raggiunge, la prende per un polso, la strattona verso di sé, ed inizia a spogliarla. -Ti riscalderò io-, le promette, esibendo un sorriso sfacciatamente pervertito, e dopo averle sfilato la blusa,
le rimuove i pantaloncini, indugiando con le dita bollenti sulle sue cosce. La fanciulla, seminuda, inerme ed ansimante, incatena i suoi occhi al suo sguardo febbrile, famelico, dolce. Poi si ritrova sdraiata sulla branda, a stretto contatto con la sua pelle scottante. Lei può sentire il seno turgido strofinare contro la stoffa del reggiseno blu notte, così come può notare il rigonfiamento degli slip neri del vampiro. La situazione è mutata improvvisamente: ora il desiderio e l'eccitazione sono palpabili. -Yui, lo sai cosa succederebbe se decidessi di concederti totalmente a me?-, le domanda Yuma-kun, incredibilmente serio. Le appoggia una mano sulla schiena e la spinge verso il suo petto bruciante, su cui lei aderisce lentamente i palmi delle piccole mani. -Tu saresti pronto ad accettarmi?-,
gli chiede di rimando, fissandolo intensamente, in attesa. Sul suo viso passa un'ombra di dolore, prima che borbotti: -Non sono un cafone-, e pare sul punto di immusonirsi. Quella vista la fa sciogliere di piacere. -E' vero, in fondo ho sempre saputo che la tua anima è dolce come le tue zollette-, scherza, rivolgendogli un sorriso luminoso. A quel punto lui ride, facendo vibrare il torace sotto le sue palme, deliziandola, e aggiunge: -Magari imbevute nel caffé, per non risultare stucchevoli-. -Sì, sì, immagino che un Capo dei Vampiri che si rispetti non debba essere sdolcinato-, conclude lei, unendosi alla risa spontanea, gioiosa.
Dopodiché nella stanza cala il silenzio, perché i vampiri sentono il bisogno di baciarsi, toccarsi, unirsi. Predistinati al potere più grande, quello a partire dall'attimo in cui hanno perpetuato il loro fratello. L'amore.





 
 


   
 
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