Blair
“Mio padre se n’è
andato con un uomo.”
Erano queste le
prime parole che Blair aveva detto a Serena riguardo alla sua vita, quando era
tornata.
Detestava Roman, era
convinta che le avesse portato via una parte di se stessa, l’unica persona con
cui poteva parlare.
Però, l’anno prima
si era resa conto che quel modello non era poi così male, aveva passato un
Natale ed un’estate fantastica con loro; anche se mancava lui.
Seduta sul proprio
letto in camera sua, Blair sospirò.
Le mancava Chuck. Ora che finalmente si era decisa a dirgli tutto
quello che provava per lui, quanto lo amava… era
sparito.
Si era davvero
illusa che il ragazzo la amasse allo stesso modo in cui lo amava lei, ma
evidentemente non era così; a lui andava bene essere solo Chuck
e Blair, e nulla più… ecco perché le aveva detto che
per lei sarebbe stato meglio qualcun altro.
Pensare al Natale
precedente, e a quello che invece stava passando ora era piuttosto frustrante:
anche l’anno prima lui non c’era. Era a Monaco con Nate, via, lontano da lei.
A Blair scappò un
sorrisino.
L’anno prima la sua
unica preoccupazione era quella di non far sapere a Nate di tutta la storia
della limousine di Chuck. Dio,
quanto era stupida. Aveva sempre amato Chuck, e aveva
scelto di stare con Nate. Che sciocca.
Magari, se invece di
chiedergli quelle tre parole, otto
lettere non avesse fatto storie, a quest’ora avrebbe saputo dov’era. O,
magari, sarebbe scappata con lui.
Non aveva nemmeno
qualcuno con cui parlare.
Suo padre era
rimasto a Lione, sarebbe arrivato per il Capodanno.
C’era sua madre, ma
non se la sentiva di parlarne con lei, non voleva rovinarle l’euforia delle
nozze e l’allegria che aveva sempre sotto Natale.
E poi c’era Cyrus: era un buon patrigno, ma…
non era Harold. Blair aveva bisogno di suo padre.
O magari…
“Dorota!”
La domestica arrivò
quasi subito.
“Sì, signorina
Blair?”
“Usciamo. Non ho voglia di stare in casa.”
Prese il giacchetto,
prima di andare in strada, senza nemmeno salutare.
Senza nemmeno
parlare, seguita dalla fedele Dorota, continuava a camminare
per i luoghi che conosceva così bene, e nei quali, sicuramente, era stata anche
con lui, fin da quando giocavano insieme da bambini. Blair, Chuck,
Nate e Serena.
Se fissava un punto
qualsiasi del parco, riusciva quasi a vederli: lei stessa, vestita bene, con il
suo immancabile cerchietto; sotto Natale ne metteva solo di rossi, diceva che
così dimostrava di essere festosa. Nate, il suo già allora fidanzatino, chissà
se per obbligo del padre o perché le voleva davvero un po’ di bene. Serena, la
sua migliore amica da sempre: non si erano mai separate, si erano sempre
raccontate tutto, senza problemi nel dire all’altra anche solo un suo difetto;
lei aveva sempre detestato i suoi cerchietti, glielo diceva anche allora. E
infine Chuck: da migliore amico di Nate, non poteva
mancare. Era sempre stato un dandy, dannatamente strano e dannatamente ribelle;
tranne che sotto le feste. Si incupiva sempre, ogni anno. Li invidiava, perché
avevano tutti una madre, dei genitori che li amavano.
Lui era solo, aveva solo suo padre che faticava anche a guardarlo e che era
sempre in viaggio. Ogni anno, i genitori di Nate erano così inteneriti che lo
invitavano a passare le feste da loro; invito che a Chuck
aveva sempre fatto piacere.
Blair sospirò. Aveva
appena intravisto la panchina sulla quale si fermavano sempre, loro quattro.
Sospirò, prima di
sedersi. Poteva quasi sentire le loro discussioni, le loro chiacchierate.
Quelle di quattro bambini, di quattro ragazzi che non si erano mai separati.
“Tutto bene,
signorina Blair?”
“Non sei autorizzata
a chiedermi queste cose, Dorota.” Mormorò la ragazza.
Non era vero, Dorota sapeva tutto di lei, la capiva
anche solo guardandola in faccia; ma quando era nervosa, non poteva fare a meno
di trattare male qualcuno.
Perché Harold non era
lì? Cosa gli costava partire qualche giorno prima? Si era dimenticato di avere
una figlia? A quanto pare sì.
Passò qualche minuto
così, immersa nei suoi ricordi, quando,
all’improvviso, il suo telefono squillò. La ragazza fissò lo schermo per
qualche secondo, prima di rendersi conto di chi la stava chiamando.
Papà.
Blair sorrise, prima
di rispondere.
“Ciao papà!”
“Ehi tesoro! Ti ho
chiamata solo per farti gli auguri… come stai? Tutto
bene?”
Blair sorrise.
“Sì.” Mormorò. “Ora
va tutto bene.”
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Finito anche con
Blair ^^ non potevo non metterli vicini *_*
Allora, che ve ne
pare? Fatemi sapere ^^
Alla
prossima one-shot!
_olly_