Dunque, salve a tutti gente! Spero che Lucy
non me ne voglia, ma questo capitolo non è poi così triste^^’’per chi non lo
sapesse, Isono è il nome originale di “Roland”(la 4kids mi ha stupito, io mi aspettavo lo chiamasse
George!!)questo doveva essere il primo capitolo in origine, ma ormai si sa, ho
seri problemi a scrivere su Kaiba, e così poi mi ritrovo a digitare vaniloqui
sulla tastiera senza senso^^’’beh vabbè, anche Isono in qualche
modo è andato…che il prossimo sia l’ultimo capitolo?
Quando si parla di grandi aziende a
tutti vengono in mente le stesse cose:
un capo tiranno che sfrutta i suoi dipendenti, affari a volte loschi, denaro,
tanto denaro…anche
In realtà non sono molti ad essersene resi conto, perché si sa, una grande azienda resta sempre una grande azienda, non importa se non si producono più armi ma giochi, né se il proprietario è cambiato. Sì, il concetto resta lo stesso: si forniscono pur sempre beni di consumo, l’unica variante è il consumatore.
Io lavoro da anni per il presidente, a dire il vero sono sotto le sue più strette dipendenze, nel senso che sono al suo servizio. No, no, non sono un manager nè un uomo d’affari. A me piace definirmi un “tuttofare”.
Anche adesso mi sto preparando per iniziare la giornata: indosso la mia uniforme, i miei occhiali da sole e fra dieci minuti dovrò scendere per accompagnare Mokuba-sama a scuola.
Ora come ora credo di poter dire che il mio non sia più un lavoro, certo vengo pagato, ma giunto a questo punto penso che lo farei anche gratis.
So di non potermi permettere queste affermazioni, ma…a forza di vivere con i fratelli Kaiba, mi sento un po’ come se fossi uno di famiglia.
Io voglio poter dare una mano, fare tutto quello che è in mio potere per rendergli le cose meno difficili.
Le persone che “conoscono” Seto –sama probabilmente riderebbero se mi sentissero, si chiederebbero cosa mi porta a provare questo affetto nei suoi confronti. Lui agli occhi del mondo non è altro che un ricco, scorbutico, perennemente imbronciato imprenditore di fama mondiale. Ai miei occhi, invece, è solo un ragazzo di sedici anni.
A questo di solito nessuno ci pensa mai, vedono solo l’aspetto esteriore , la sua maschera, ma perché non ci si ferma un attimo a riflettere su cosa eravamo noi a sedici anni?
Personalmente io andavo a scuola, mi vedevo con gli amici, le ragazze…di certo non pensavo minimamente al dirigere una società, e tanto meno sarei stato in grado di farlo! Dopotutto a quest’età si è poco più che bambini.
Certo, è tutto vero, Seto –sama è ricchissimo, vive in un’enorme villa piena di confort , spesso non ci pensa due volte prima di licenziare qualcuno e non ha nemmeno un gran bel carattere , ma…è pur sempre un ragazzino.
Per avere tutto ciò che possiede è dovuto crescere in fretta, è entrato in un mondo di adulti corrotti, ha visto cose che un bambino non dovrebbe nemmeno immaginare, badare e proteggere il fratellino …e in fine, togliere il potere al suo patrigno.
Io lo conosco bene, so che la sua vita non è stata semplice: l’ho visto chiudersi in se stesso, ho visto la sua anima piegarsi sotto il potere di quella persona che avrebbe dovuto offrigli una vita normale, una famiglia. L’ho visto nutrire odio, rabbia, rancore. Perché un bambino deve provare questi sentimenti?
Ora però, c’è qualcosa di diverso in lui , sta piano piano risalendo, vedo la luce accendersi finalmente nei suoi occhi…ma questo la gente non lo sa.
Non gliene frega nulla se alcuni suoi comportamenti, poco adatti ad un presidente, siano dovuti alla sua età, non gli importa se invece di controllare le azioni in borsa, dovrebbe essere fuori con gli amici a divertirsi.
A me sì, importa.
È così difficile rendersi conto che la sua è una responsabilità troppo grande? E questa responsabilità non gli è certo arrivata in eredità, l’ha cercata, l’ha voluta! L’ha voluta per poter cambiare le cose, per poter dare un po' della felicità che gli è stata negata da piccolo ai bambini di tutto il mondo.
Ma nel mondo del mercato, i cambiamenti non sono poi così importanti, che sia un’ azienda o Seto-sama stesso a cambiare è irrilevante, qui contano solo i numeri.
Così, quando viene accusato o preso di mira dai media, non posso fare nulla per difenderlo, se non lavorare al meglio delle mie capacità, cercando di non creare ulteriori problemi.
Io non so quanto possa valere, nè se Seto e Mokuba-sama mi considerino qualcosa di più di un semplice dipendente, ma i miei sentimenti non cambiano: anche se fossi considerato zero continuerei a stare loro vicino. Dopotutto, non è questo ciò che si chiama “amore per i figli” ? Noi non abbiamo nessun rapporto di sangue, e forse nemmeno affettivo, però un “padre” ama incondizionate, non è forse vero?
Bene, è ora di mettersi al lovoro!E come sempre darò il massimo!
Scendo le scale ed entro in salotto dove di solito Mokuba-sama mi aspetta. Infatti è lì, seduto sul divano con le gambe a penzoloni mente, a sguardo chino, rigira fra le mani il pendaglio che porta sempre con sé.
-Mokuba-sama, va tutto bene?- Chiedo un po’ preoccupato notando la sua espressione corrucciata.
-Ah, Isono, buon giorno…sì, stavo solo pensando a…tieni, guarda…- mi porge il suo ciondolo, e noto che all’interno ne è conservata una fotografia raffigurante un bambino.
-Oh!! Seto-sama da piccolo! Era davvero adorabile!- Esclamo entusiasta.
-Già…è una foto che risale a quando eravamo all’orfanotrofio…sai, a volte quei tempi mi mancano, non avevamo nulla, ma almeno mio fratello mi sorrideva sempre. So che negli ultimi tempi è cambiato molto, lui dice di essersi finalmente lasciato tutto alle spalle…eppure… -
A sentire queste parole mi irrigidisco e sento il bisogno di difendere a spada tratta il presidente:
-La prego! Non parli di Seto-sama in questo modo! Tutto ciò che ha fatto lo ha fatto per lei, cerca solo di farle avere il meglio… –
So che forse non dovrei prendermi tutta questa confidenza, ma non resisto, e porto una mano sui suoi capelli arruffati scompigliandoglieli.
- Vede, le persone a volte hanno bisogno di tempo, non è tutto così immediato!E quindi, anche se non si riesce a vedere il sorriso di suo fratello con gli occhi, non significa che non sorrida affatto...-
Mi tolgo gli occhiali per potergli mostrare l’occhiolino.
-Forse sto dicendo una sciocchezza ma…io credo che lui sorrida dentro! Lei che dice?-
Vedo l’ espressione leggermente spiazzata del piccolo Mokuba sbocciare in una tenera risata:
-Già, probabilmente hai ragione.-
Roberta_94:ciao, di nulla figurati, a me
commentare piace molto^^Sono contenta ti sia piaciuta la mia one shot su Jonouchi, ecco il
nuovo capitolo…non è un granché ma…fammi sapere, neH?bye!
KLEMY
KAULISHAFELIST:ehiehiehi!Non sarà mica colpa mia se hai tolto la ficcy
sul pijama party vero?O_Ocomunque
grazie per il commento, spero che anche questo capitolo sia di tuo gusto^_^bye!
heartbreak:grazie infinitamente, continua a commentare, ok?kissed!
Serenity: ciao!dici che nel
capitolo sul padre di Jono si nota un miglioramento? Grazie! Anche se devo dire
che io preferivo quello su Aknamkanon , ma mi fidoXDè bello sapere che
ci sono progressi!(con questo chappy mi sa che sono
regredita peròXD)beh si, diciamo che ho provato a
cercare una “giustificazione” al suo comportamento, è un idea che mi è venuta
sfogliando il manga, quando Shizuke invia la cassetta
a Jono e gli dice che sta diventando cieca, e infine chiede che non venga detto
nulla al loro padre…allora mi sono chiesta il perché, e da lì è nato tutto.
Beh buona lettura, un bacio!
Lucy 369:*__* SEI.UN.GENIO! dico
davvero, tu di questa one shot
hai capito tutto!Hai davvero interpretato benissimo, era proprio quello che
volevo dire con questa fic!!sei riuscita a leggere
nel sorriso di jono proprio quello che volevo far
trasparire!! Sei riuscita a dargli voce!Questo chappy invece non è niente di particolarmente profondo,
spero ti piaccia lo stesso! Kiss!