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Autore: Phoenix12    26/05/2015    4 recensioni
Ok, l’avevo promesso a Jason.
Avrei passato qualche giorno al Campo Mezzosangue.
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Poi c’è Will.
Lui non è semplicemente un amico, è strano.
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Una manticora mi attacca.
Paro il colpo con il piatto della spada e la respingo, subito ne arriva una seconda e insieme mi attaccano.
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Vedo Hazael piangere e Reyna gridare.
**
“Va tutto bene Raggio di Sole, ci sono qua io. Resisti.”
**
Dopo la battaglia contro Gea le cose sembrano andare meglio per Nico.
Quando decide di rimanere a campo per un po' viene attaccato da due manticore, un segno del destino?
Ma verrà fuori il suo rapporto per una persona importante, molto importante, Will Solace.
##
Spero di avervi incuriositi un po'.
Buona lettura, fatemi sapere cosa ve ne pare^^
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: I sette della Profezia, Nico di Angelo, Quasi tutti, Reyna, Will Solace
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAP 4, PSEUDODICHIARAZIONI
POV WILL
Dopo averlo lasciato a dormire me ne andai a fare una giro. Avevo finito il turno in infermeria ed ero stanco, ma non avevo voglia di tornare nella mia cabina.
Quando ieri Austin è piombato in infermeria urlando con dietro metà campo ero confuso, non sapevo che cosa stesse succedendo.
Quando vidi che alcuni erano sporchi di sangue mi spaventai, ma non vidi nessun ferito, se non traumatizzato. Ma quando abbassai lo sguardo sulle braccia di Frank, o meglio, su quello che aveva tra le braccia, il mio cuore perse diversi battiti.
Nico. Il mio Nico. Gli avevo promesso che lo avrei aspettato e così ho fatto. Temevo che potesse fraintendere prendendomi per uno squilibrato e chissà cosa, ma quando era arrossito e aveva sorriso, cavolo ho capito che l’avrei aspettato per secoli.
In quel momento stavo proprio parlando con Angel, che era di turno con me, dicendogli quanto mi mancasse e poi me l’ero ritrovato in quelle condizioni.
Avrei voluto gridare. Forse l’ho anche fatto.
Mi ricordo di essermi catapultato addosso a Frank per vedere e controllare quel dolce peso che teneva in braccio.
Aveva i jeans strappati e macchiati di sangue, alcuni lividi e graffi sulle braccia, un taglio sulla guancia e uno sulla fronte, ma quello che mi spaventò di più fu la ferita al fianco, che lo trapassava,  con dei segni di avvelenamento.
Era più pallido del solito e quel sangue così rosso e accecante faceva uno strano contrasto sulla sua bianca pelle.
Era scosso dai brividi e sudava freddo.
Aveva i capelli spettinati e attaccati alla fronte.
Gli occhi erano stretti e sulle labbra screpolate c’era un gemito di dolore persistente.
Mi sentivo cedere le gambe e il cuore a pezzi.
Cosa gli era successo?
Mi risvegliai da quel momento di trance e iniziai ad urlare indicazioni a quelli che erano di turno in infermeria in quel momento, mentre dicevo a Frank dove farlo stendere.
Gli accarezzai i capelli mentre gli sfilavo la maglietta a pezzi piena di sangue, aiutato da Angel, e studiavo la ferita.
La pulii con del nettare e cercai di far uscire un po’ di veleno, poi spalmai sopra una crema bianca e intonai un canto curativo a mio padre.
Poi esaminai le altre ferite. Sui lividi misi una pomata di erbe, sui graffi una biancastra. Mi assicurai che non avesse altro, gli infilai un’altra maglietta per non fargli prendere freddo e gli misi la flebo. So che non gli piacciono gli aghi, ma quello era per il suo bene.
Quando si svegliò mi sentii al  settimo cielo, com’era bello sentirlo parlare –o borbottare-, vederlo incrociare le braccia e arrossire. E i suoi occhi nei miei erano la fine del mondo. Tutto di lui mi era mancato.
Solo pensare di riaverlo qui mi riempie di gioia. Mi sento pieno. Completo. Vivo. Come il sole che proprio ora sta sorgendo.
Aspetta, il sole sta sorgendo? Vuoi dire che sono stato in giro tutta la notte a pensare a Nico? Non me n’ero neanche accorto! I miei fratelli avranno pensato che mi sono fermato in infermeria, non sarebbe la prima volta.
Non mi sento neanche stanco, già che ci sono faccio un salto in infermeria, starà sicuramente dormendo, ma mi basta vederlo un attimo, giusto per accertarmi che sia veramente qui.
Cercando di fare il minor rumore possibile entro nella sua stanza.
Continua a rigirarsi nel letto –la flebo gli e l’ho staccato per questa notte- e borbottare piano qualcosa.
Mi avvicino e mi accorgo che sta piangendo. Artiglia il cuscino sotto la sua testa e inizia a tremare.
Lo raggiungo e cerco di svegliarlo scuotendolo piano. Dopo vari tentativi mal riusciti mi inizio a preoccupare “Nico svegliati!” lo scuoto più forte “Apri gli occhi!” all’improvviso gli apre quei magnifici occhi.
Lo stringo forte e lui nasconde la testa tra la mia spalla e il mio collo. Lo sento piangere forte e gli stringo la vita sottile con le braccia.
Ci sdraiamo sul lettino, sempre stretti in quel semi-abbraccio. Quante volte ho voluto stringerlo tra le mie braccia..
Dopo un po’ lo sento calmarsi, ma non cerca di staccarsi.
Restiamo per un po’ così, stesi, lui che riprende un po’ di fiato e io che gli accarezzo i capelli e la schiena.
È Nico a spezzar il silenzio “Will.. ti faccio schifo?”
“Cos..? No, Nico perché dovrei..?”
“Mi odi?” ma che sta succedendo?
“Nico.. perché dici questo? Perché dovresti farmi schifo? Perché dovrei odiarti?” lui mi stringe la maglietta
“Sono successe così tante cose.. mi hai aspettato per ben tre mesi e poi mi sono presentato così, i mostri, le manticore. La mia debolezza nella battaglia contro Gea, ho solo portato qui una statua e ci ho messo anche tanto.. ti avrò creato così tanti problemi che..” lo interrompo staccandomi da lui quel tanto che basta per prendergli il viso tra le mani.
Lo guardo dritto negli occhi e mentre gli asciugo le lacrime con i pollici gli dico: “Ma quali problemi Nico? Tu non mi hai mai  creato problemi. E nella battaglia contro Gea sei stato fondamentale, avrai anche “portato qui una statua”, ma vorrei ricordarti che hai rischiato la vita per farlo. E non è assolutamente colpa tua per quei mostri. Tu non mi fai schifo Nico. Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata, sei fantastico, unico. Io non ti odio Nico, io ti…” mi fermai rendendomi conto di quello che stavo per dire “C’è, non ti considero una cosa. Assolutamente no. Tu non sei una cosa, sei una persona, una persona fantastica, non intendevo dire..” sto combinando un casino. Stupido di un Will, stai rovinando tutto! “C’è io..” “Will ho capito.” Dice piano Nico abbassando gli occhi “Grazie per averlo detto, non eri costretto..”
“Si, non ero costretto. Ma volevo dirtelo Nico.” Alza la testa confuso e mi guarda. Dei, mi perderei in quegli occhi neri “Non devi svalutarti. Tu sei speciale, anche se lo neghi. Sei intelligente e intuitivo. Sei bellissimo e naturale. Sei sempre te stesso, simpatico, disponibile e un ottimo amico. E sei anche forte Nico, conosco poche persone con il tuo coraggio e la tua forza.”
“Will..” gli trema la voce “Io non ho luce..” ha gli occhi lucidi
“Si invece, solo che la nascondi, forse neanche te ne accorgi. In te c’è luce Nico, una luce pura e allo stesso tempo abbagliante. È solo nascosta dall’ombra che ti porti dietro. Ma tu non sei solo ombra Nico. E poi la tua non è un ombra di cui avere paura. Sono delle tenebre attraenti, ma non ti fanno sprofondare nel vuoto. Sono affascinanti. I tuoi occhi Nico, i tuoi occhi sono un mondo. Mi ci potrei perdere all’infinito. Sono profondi, si riesce a vedere il vero te. E ti assicuro che sei fantastico.” L’ho detto, finalmente “Sei come la notte, sembra fredda e nera, vuota, ma nasconde molte meraviglie..”
“Tipo?” gli sorrido dolcemente “Le stelle. Sembrano piccoli puntini luminosi, invece sono enormi sfere infuocate. Splendono nella notte e la fanno preziosa, come piccoli diamanti. Tu sei come la notte Nico, ma ricordati che le stelle sono solo della notte.” “Alla notte serve anche la luna..” “Giusto, bhe, hai un sacco di..” “Ci sei tu Will” “Io?” questa è nuova “Mi hanno sempre definito come il sole..” “E sei anche il sole.” Ok, ora sono veramente confuso. Lui però sembra più imbarazzato.
“La luna è il sole della notte, come il sole è la luna del giorno. Tu riesci ad essere splendente come il sole e chiaro come la luna. Riesci sempre a illuminarmi e farmi sentire bene,” “Io credo che la luna sia tu.” Gli rispondo sorridendo “Sei delicato e riservato, proprio come la luce lunare, puro. Io per te posso essere il sole. Voglio illuminarti Nico, fare capire a tutti quanti vali. Voglio vederti crescere ed essere felice. Il sole e la luna sono così diversi, eppure così uguali. Se io sono il sole, tu allora sei la mia luna, Nico.” Sembra stupito dalle mie parole, ecco se ora ho spaventato il ragazzo che ho capito di amare mi prendo a pugni da solo.
Ma lui mi sorride e mi chiede: “E allora perché mi chiami sempre Raggio di Sole?” sorrido anch’io, anche se sento le guance leggermente rosse “Bhe, te l’ho già detto: la tua luce è nascosta dalle ombre. Si riesce a vedere solo una piccola parte, uno spiraglio, come un raggio di sole.” Sorrido imbarazzato “E poi perché la tua compagnia mi riscalda più di ogni altra cosa. Come i raggi del sole. Sei speciale per me, fai splendere la mia vita come la luna rischiara la notte, tu sei..” mi accorgo di aver avvicinato il mio viso al suo.
Così poco ci separa.. pochi centimetri, potrei annullarli in un secondo, riesco a sentire il suo respiro sulle mie labbra e non riesco a staccare i miei occhi dai suoi. Un movimento e trasformerei questo come il miglior attimo della mia vita, come potrei anche rovinarlo… e se lui si spaventasse? Se non ricambiasse? Quanti se.. se non lo faccio non lo saprò mai.. ma se lo faccio potrei rovinare tutto, che cosa devo fare?
“Will..” mi salvi un’altra volta Raggio di Sole “Per caso ti fai il bagno nel miele?” sorride, sorrido anch’io “No, ne mangio solo una vasetto a colazione e a cena.” Gli rispondo.
Scoppia a ridere. Cavolo, ho trovato l’ottava meraviglia del mondo, anzi, è anche più bello. Una risata cristallina e divertita gli esce dalle labbra. È il suono più bello che abbia mai sentito “Ah ecco, ora si spiega tutto..”
Adesso è lui ad avvicinarsi. Appoggia la fronte alla mia e resta così. I suoi ciuffi ribelli mi solleticano il naso, ma non mi danno fastidio. Le nostre mani si sfiorano. Un soffio separa le nostre labbra, ma va bene così. Posso ancora aspettare. Ora voglio solo godermi questo momento alle prime luci dell’alba.
 
 
   
 
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