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Autore: Atlas1697    26/05/2015    0 recensioni
Galahad è un giovane ragazzo che andrà precocemente verso il suo inesorabile destino
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando mi permisero di muoveri mi sentivo strano, come se qualcosa in me fosse cambiato. Girovagai molto per quell'ospedale desolato, le stanze erano vuote, tutte. Mi sentivo un progioniero. Dovevo vagare con la flebo perchè ancora non riuscivo a staccarmene, ne ero diventato dipendente. Il solito dottore entrava e usciva dalla mia stanza accertandosi delle mie condizioni. - Come ti senti 47? - disse il dottore. - Mi sentirei meglio se sapesso il motivo per la quale mi trovo qui - dissi in tono scocciato. - Questo non posso rivelartelo - rispose ridendo il medico. - Almeno dimmi il tuo nome - chiesi incuriosito. - Io? Mi chiamo Albert - disse mentre stava uscendo dalla stanza. Le notti passarono senza che io sognassi. Le giornate passarono in modo monotono, l'unica cosa che mi teneva lucido erano le chiacchierate con Albert su ciò che accadeva fuori. Tranne una notte. Sognai di uscire all'esterno, non sotto forma umana ma come mostro. Sognai di guardare la luce della luna e che, tramite quel bagliore, una nuova forza si stava impadronendo di me. Scardinai la porta e vidi Albert pararmisi davanti. - 47! Fermo! - gridò. Lo spazzai via facilmente, rompendogli un braccio. Mi sembrava di vivere tutto questo come se fossi uno spettatore, come se un parassita si fosse impadronito del mio corpo e che la mia volontà fosse messa da parte. Uscito fuori dall'ospedale uccisi le guardie che stavano sorvegliando la porta. Una di loro mi sparò in pieno petto e, subendo quel colpo, mi sembrò di urlare, ma non era un urlo di voce umana. Esso era molto piú simile ad un ululato. Quel proiettile non mi fermò e scappai, corsi il più velocemente possibile. Sentii Albert urlare e imprecare. - Prendetelo, prendete quel maledetto! - mi sembrò di udire queste parole in lontananza. Mi arrampicai su un tetto tramite quelli che mi sembravano essere artigli e continuai la mia fuga al chiaror di luna sui tetti. All'improvviso vidi il bosco e sentii i polmoni riempirsi dun profumo di lavanda. Mi sembrava di essere vicino a casa. Stanco e ferito mi sembrò di accasciarmi nel folto del bosco e mi addormentai anche nel sogno. Mi svegliai in un posto diverso dal solito, mi svegliai nel bosco. La testa sembrava scoppiarmi e vidi che avevo tutti i vestiti logori e strappati. Tentai di alzarmi ma una tremenda fitta al petto mi obbligò a rimandere straiato. Un rigolo di sangue cominciò a scorrere sul mio petto. Strappai un pezzo dell'ormai logora maglia e tantai di medicarmi come meglio potevo. Dolorante e confuso mi presi la mattina per riposare e decisi di incamminarmi verso casa nel primo pomeriggio.
   
 
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