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Autore: Atlas1697    25/05/2015    0 recensioni
Galahad è un giovane ragazzo che andrà precocemente verso il suo inesorabile destino
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una calda mattina d'estate, un raggio del sole mi scosse dal mio irrequieto sonno e mi svegliai. Nell'aria c'era un fragrante odore di lavanda, probabilemente per la vicinanza della casa al bosco. Mi trascinai svogliatamente fuori dal letto. La stanza era desolata e trasandata, i letti erano in disordine e il pavimento era ricoperto di polvere. Dalla piccola finestra riuscii ad intravedere una figura che mi osservava, aveva un camice bianco, sembrava un medico. Poi una fitta al braccio mi fece distogliere lo sguardo da quella persona. Dolore. Chiusi gli occhi e mi accasciai a terra ma quando li riaprii non ero più a casa mia. Mi trovavo in una sala, sembrava una stanza operatoria oppure una stanza delle torture. La luce della lampada sopra la mia testa mi accecava. Scorsi delle figure intorno al lettino sulla quale ero sdraiato. Tentai di liberarmi ma ero legato. Guardai il braccio alla quale avevo sentito dolore e con mio gran disgusto, ci trovai conficcata una siringa. - Valori vitali normali -. Disse un uomo che mi stava intorno. - Dove sono? Dove mi trovo - mormorai spaventato. - Procedete con la somministrazione del farmaco - disse colui che, probabilmente, era il capo di quelle losche figure. Guarai il liquido verde scorrere lentamente dalla siringa dentro il mio braccio e il dolore fu insopportabile. Poi la vista mi si annebbiò e di quel momento ricordo solo il dolore. Mi svegliai in una stanza d'ospedale, le pareti erano bianche, la camera era priva di mobilio e c'erano solo il mio letto, una flebo attaccata al mio braccio ed una piccola finestra. Mi mossi verso l'unica fonte di luce nella stanza e vedi molte abitazioni, più di quante non ne avessi mai viste in vita mia. In quel momeno entrò l'uomo che dette l'ordine. Appena ebbe varcato la soglia della porta gli saltai addosso e lui, prevedendo la mia mossa, estrasse un'altra siringa e me la piantò nel braccio, era un sedativo. Mi svegliai di nuovo in casa mia. Sta volta andai in cucina e vidi che il tavolo di legno era insanguinato e, sopra di esso, si trovava stesa mia madre. Che le era successo? Aveva una ferita alla testa, le avevano sparato. Svenni e mi ritrovai legato in quel maledetto letto d'ospedale. - Dovresti cercare di stare calmo 47, l'agitazione non fa bene al tuo organismo - disse il dottore vedendomi aprire gli occhi. - 47? - mormorai. - Il mio nome è Galahad - dissi. - Chi eri prima dell'esperimento è passato, ora tu sei 47 - mormorò il dottore. 47 cosa signifacava quel numero? Di quale esperimento parlava? Volevo fuggire ma ero nuovamente legato al letto, non dovevo arrendermi, non potevo!
   
 
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