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Autore: Yuki_83    20/02/2005    0 recensioni
La voglia di ricostruire una nuova vita spinge Kira a cambiare tutto: città, casa, amici...ma ancora non sa che durante il suo viaggio farà un incontro che le cambiarà la vita...
Genere: Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

Capitolo 2.

 

Era un estate torrida, di una calura indiana, nemmeno sulla riva del mare Kira riusciva a trovare un po di fresco, ma per fortuna nel tardo pomeriggio la situazione cambiava e sulla spiaggia spirava un dolce venticello, in quelle ore era un sollievo tuffarsi in acqua, uscire e sentirsi accarezzati dall’aria che soffiava leggera.

Negli ultimi giorni Kira scendeva spesso da casa fino alla spiaggia, certe volte portava con se un album da disegno e degli acquerelli, forse, inconsciamente, cercava di coltivare la stessa passione del nonno ma ogni volta il risultato era pessimo. Tentò di ritrarre il bellissimo paesaggio, che volgeva al tramonto, i gabbiani che a grandi stormi volavano nel cielo ormai tinto di un arancione intenso, ma quando ebbe finito fece una piccola smorfia, rise tra se e se e strappò il foglio dall’album gettandolo in acqua.

Lo vide colmarsi pian piano, diventare pesante e sparire tra la leggera schiuma delle onde che si posavano sulla riva.

Improvvisamente si alzò e andò incontro al mare, aspirando l’odore d’acqua e di pesce che le veniva incontro mentre camminava lungo la riva multicolore, ad un tratto si fermò vicino ad un vecchio ed enorme tronco d’albero, trasportato lì da chissà quale mareggiata e da chissà quanto tempo…si sfilò il leggero abito di lino che indossava, sotto un costume da bagno rosso fuoco che metteva in risalto il suo bellissimo fisico e i suoi splendidi capelli neri come il carbone.

L’acqua bassa in cui entrò era calda come l’aria, solo dopo che si spinse al largo avvertì una piacevole sensazione di frescura.

S’immerse nella profondità dell’abisso di un turchino cupo, si rigirò sul dorso e resto così per un po’ lasciandosi trasportare alla deriva, ogni onda la cullava, le finiva sul viso, su gli occhi e la bocca con il loro liquido tepore.

Il vento la rinfrescava lentamente succhiandole via l’arsura dalla pelle che traspirava. Appagata tornò indietro, si rotolò ancora un po nell’acqua bassa vicino alla riva e finalmente rinfrescata uscì.

“Ahhh…che piacere, certo che questo posto è davvero fantastico, non pensavo che mi sarei trovata così bene” disse a bassa voce tra se e se.

Poi riprese il vestito e si riavvicinò al suo asciugamano posto non molto distante, si sdraiò e chiuse gli occhi cercando di immergersi nei rumori della natura, era un gioco che da bambina faceva spesso con la sua migliore amica, Lyra, chiudere gli occhi e descrivere ogni rumore che giungeva alle sue orecchie.

“Lyra…dolce amica mia, chissà dove sei ora…”, in quel momento, il ripensare al passato le fece trasalire al cuore una terribile malinconia di ciò che era stato e mai più sarà. Erano state amiche per poco tempo, dai 15 ai 16 anni, Lyra era più piccola di un anno ma in quel periodo erano diventate come due sorelle, sempre insieme, inseparabili.

Poi lei dovette partire con i suoi genitori, Kira non seppe nemmeno per dove, fu avvisata all’ultimo momento, proprio come per il nonno, era sempre l’ultima a sapere le cose e a perdere le persone più importanti.

Continuò il suo gioco, udiva di quando in quando l’aleggiare degli uccelli, il guizzare di un pesce e qualche soffio di vento più forte, ad un tratto sentì qualche parola, uno scalpiccio di piedi nudi che correvano sulla sabbia; qualcuno passando la scavalcò. Bambini e ragazzi della città che proprio come lei andavano alla ricerca di un po di fresco nell’acqua di quel meraviglioso e tranquillo mare.

Era ora di andare a casa, si tirò su ma il suo sguardo incrociò la figura di un ragazzo, sicuramente un atleta, bello, robusto e a quanto pareva anche un magnifico nuotatore, lo seguì con gli occhi, lo guardava mentre si allontanava verso il largo e dietro di lui la figura di un cane che lo cercava abbaiando forte e il ragazzo rispuntava molto lontano facendolo ammattire, gli schizzava l’acqua si azzuffava con lui.

Il sole era ormai basso, era trascorso molto tempo, nel rialzarsi Kira si liberò delle pietruzze e dei frammenti di conchiglia che le si erano appiccicati addosso, molto lentamente e tranquillamente rimise le sue cose a posto nella borsa, si rivestì e cominciò ad incamminarsi verso casa, ma prima di andarsene si girò di colpo ad assaporare ancora una volta la bellezza di quel paesaggio e si accorse che l’acqua, la spiaggia e i bambini erano cambiati, trascolorati, avvolti nell’ombra.

Il sole era definitivamente scomparso all’orizzonte.

 

Arrivata a casa Kira si infilò subito sotto la doccia, non aveva voglia di fare il bagno nella vasca, voleva fare in fretta perché una grande morsa allo stomaco le ricordò che non aveva pranzato e ora aveva una gran fame.

Finì in fretta e ancora con l’accappatoio addosso andò in cucina e infilò la faccia nel frigo in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti. Si fece un insalata, anche il suo stomaco brontolava e si lamentava per il caldo, che in casa, nonostante tutte le finestre fossero aperte si faceva sentire, e si sdraiò nel divano in salotto, una delle due stanze, insieme alla camera per gli ospiti, ancora da finire.

Accese il televisore, fece zapping tra un canale e l’altro alla ricerca di un programma interessante ma non trovò nulla, erano tutti discorsi politici, economici, altrimenti doveva sorbirsi una di quelle barbose soap che lei detestava per la loro eccessiva mielosità.

Di colpo si addormentò…

 

Era buio, di un nero intenso, color pece…sentiva dei passi in lontananza, l’eco di una voce la stava chiamando, sentiva freddo, un freddo pungente che quasi le tagliava la pelle, che cosa ci faceva li?

Una terribile ansia e un incredibile solitudine la assalì e cominciò in preda al panico a correre con tutte le su energie…

“Dove sei?? Ti prego rispondimi, dimmi dove sei!!!”

“Sono qui …”

Più correva più la voce diventava lontana, ad un tratto inciampò, cadde e rimase per terra, con gli occhi sgranati e delle lacrime cominciarono a rigarle il volto preso dalla disperazione di ciò che le stava accadendo…battè i pugni e ad un tratto gridò.

“Perché!!!”

 

“Perché, perché Thomas mi stai facendo questo?”

Kira riaprì gli occhi e si accorse di essersi addormentata davanti alla tv ancora accesa, dove ora stavano trasmettendo qualcosa di incredibilmente sdolcinato.

Si accorse di essere tutta sudata, ma non dal caldo, la sua era paura, le sensazioni del sogno le aveva provate seriamente, e ora che era sveglia riusciva a sentirle nella pelle, nell’agitazione del suo respiro e nel battito accelerato del suo cuore.

Faceva spesso sogni strani, ma ultimamente erano aumentati, Kira associò la cosa allo stress di tutti gli avvenimenti che nell’ultimo periodo le avevano sconvolto la vita…non ci badò più di tanto, salì le scale e andò ad infilarsi sotto il fresco lenzuolo del suo letto…rimase ancora qualche istante sveglia ad osservare il paesaggio notturno che le si presentava fuori della piccola finestra della stanza, forse per paura di riaddormentarsi e sognare di nuovo, ma poi alla fine Morfeo vinse e lei si lasciò cullare dalla dolce melodia del sonno…

 

Il tempo correva veloce e l’estate stava finendo, Kira lo notava sempre di più ammirando il paesaggio che ogni mattina le si presentava davanti mentre faceva la sua solita corsa…

Conosceva ormai quasi tutte le stradine della città perché ogni tanto ne imboccava una per vedere dove portasse, ma poi riprendeva sempre la strada principale.

I campi sportivi stavano cominciando ad affollarsi, la gente stava tornando dalle vacanze, di li a poco sarebbe ricominciata la scuola.

Ogni tanto si fermava sempre davanti al campo dove si allenava la nazionale, per riposare comunque sempre abbastanza distante da non disturbare.

Quella mattina però il campo era deserto, ma si fermò lo stesso e si sedette, sul prato aleggiava un profumo leggero, freddo e lievemente metallico, la mattina cominciava a farsi sentire la brezza dell’autunno che era alle porte ma le giornate erano ancora abbastanza tiepide e gli alberi ancora verdi.

Mentre era assorta nei suoi pensieri non si accorse che qualcuno da dietro le si stava avvicinando…

“Ehi, Ciao.”

Era una voce femminile, squillante, ma molto cordiale…Kira si voltò la testa per vedere chi fosse.

“Tu devi essere la misteriosa ragazza che ogni tanto si ferma a guardare la nazionale mentre si allena.”.

Ci volle qualche secondo perché Kira mettesse a fuoco la figura di chi aveva davanti, era alta più o meno quanto lei, snella e con un fisico perfetto, indossava un paio di pantaloni fusò aderenti color grigio fumo e un enorme t-shirt banca, ma si notavano ugualmente le lievi macchie di sudore, probabilmente anche lei aveva corso.

“Ciao.” Kira salutò indifferente quasi non avesse fatto caso a quello che la ragazza avesse detto.

Un sorriso la contraccambiò.

“Scusa, non volevo spaventarti.”

“Nessun problema, non mi hai spaventata, stavo solo riposando, è così bello qui.”.

“Già hai proprio ragione, posso?”

La ragazza indicò un posticino accanto a fianco a Kira e si sedette senza nemmeno aspettare la sua risposta alla domanda.

“Piacere mi chiamo Patty Gastby e sono un amica dei ragazzi della nazionale che tu di tanto in tanto osservi”.

Fece un enorme sorriso e offrì il palmo della sua mano in segno di saluto, Kira la strinse e contraccambiò.

“Io sono Kira.”

Da dietro gli alberi finalmente il sole spuntò, anche se quella mattina era un sole un po’ avaro, pallido, quasi fosse scontento di essersi levato.

“Allora, conosci qualcuno dei giocatori?”

“Chi io? No, assolutamente, io mi fermo qui di tanto in tanto per fare uno stacco tra una corsa e l’altra, per il calcio non ho alcun interesse”.

Patty si portò le ginocchia al petto e vi incrociò le braccia sopra poggiandovi la testa.

“Ah beh allora hanno tutti preso un granchio!” abbassò la testa del tutto affondandola nelle braccia e ad un tratto la sollevò tirò su all’indietro cominciando a ridere di gusto, era una risata solare, piena di gioia.

“Perché? Di che parli?” Kira osservava incuriosita la sua nuova interlocutrice che nel frattempo cercava di fermare le risa e premeva con le braccia conserte lo stomaco.

“Oh dio mio…scusa, ah-ah…mi spiace” cera ancora qualche traccia di risata nel suo parlare ma poi si calmò e riprese “vedi, tutti credevano che tu eri l’ammiratrice di uno di loro e hanno fatto a gara per intere settimane, come dei bambini, nel tentativo di scoprire chi era il tuo preferito! Se sapessero che non è così!” Ricominciò di nuovo a ridere, ma stavolta anche Kira la seguì, la sua risata divenne contagiosa.

Era davvero tanto tempo che Kira non rideva così di gusto, ne era quasi meravigliata, si era convinta di non saperlo più fare.

“Ti andrebbe di conoscerli e dirglielo di persona? Vorrei tanto vedere le loro facce quando lo scopriranno!”.

“Beh, ad essere sincera non so se mi va.” Kira tornò seria e la risposta uscì dalla sua bocca in modo molto triste, aveva riacquisito la sua malinconia.

“Perché no?” Patty sembrava stupita da quel rifiuto, non se lo aspettava, qualunque ragazza avrebbe fatto carte false per essere al posto suo, ma lei stava rifiutando l’invito.

“Beh, sai io sono qui da poco e devo ancora finire di mettere a posto la casa.”. Non poteva inventare scusa più stupida, la verità era che non voleva conoscere nessuno, non voleva più affezionarsi a nessuno, per paura di perdere di nuovo tutto.

“Ma dai, pensavo avessi qualche ragione più importante! Ti ho visto così seria, mi ha fatto spaventare…ti prego ti prego ti prego, vedrai che sono simpatici!”

Kira non seppe resistere a quelle suppliche in fondo così invitanti, il suo viso si fece serio per qualche istante, sospirò, sorrise e alla fine accettò.

“Va bene, d’accordo, ma non ti prometto niente.”.

“Evvai!!” Kira non riusciva però a capire il perché dell’insistenza di Patty, del perché volesse presentarle i giocatori e della sua così decisa cordialità nonostante l’avesse appena conosciuta.

“Allora facciamo così, tra qualche giorno in città ci sarà una festa al parco principale, sai tutti i ragazzi si riuniscono lì per dare l’addio alle vacanze, e lì ci saranno anche loro. Così te li presento.”

“Va bene, ma io come farò a trovarti?”

“Ah tranquilla, non devi preoccuparti, li si conoscono tutti e una figura nuova non passa di certo inosservata, soprattutto se è una ragazza carina come te!”

Kira arrossì a quel complimento, poi guardò l’orologio e pensò che forse era ora di andare a casa così si alzò e si spolverò i pantaloni nel tentativo di staccare i fili d’erba che si erano appiccicati. Anche Patty si alzò. “Beh Patty è stato un vero piacere, grazie della chiacchierata e dell’invito!”.

“Nessun problema. Allora ci vediamo alla festa!”.

“Ok Ciao!”

Kira si allontanò per l’ennesima volta da quel campo e riprese a correre nella direzione da dove ne era venuta, in mente cercava ancora di fare ordine e capire cosa le era appena successo, aveva accettato di andare ad una festa dove non conosceva nessuno sotto invito di una ragazza che conosceva da almeno un ora.

In fondo però forse ho fatto bene ad accettare, da quando sono qui non ho ancora conosciuto nessuno, magari incontrerò qualche mio compagno di scuola, chissà…ma si non è stata una cattiva idea!

 

La sera della festa si avvicinava e più ci pensava, più Kira era convinta di aver fatto bene ad accettare, aveva preso la cosa con entusiasmo.

Dovette però uscire ed andare a cercare qualcosa di carino da mettere, il suo guardaroba purtroppo non aveva niente di predisposto per una festa, erano tutti abiti molto sobri.

Quel pomeriggio il caldo si era finalmente placato, la città stava tornando a vivere e i negozi stavano riaprendo, non sapeva ancora cosa avrebbe scelto, ma voleva qualcosa di carino, voleva fare colpo, anche se di certo non sperava di farsi amici con il suo aspetto, anzi detestava essere osservata solo per la sua bellezza, però non le dispiaceva farsi carina per qualche occasione mondana del resto non erano molte quelle a cui aveva partecipato…

Girò diversi negozi, poi si fermò davanti ad un negozietto, la vetrina era allestita in modo molto semplice, forse fu proprio quello che la attirò, sul manichino notò un abito lungo di jeans con le spalline sottili, niente scollatura, l’abito terminava come una normale salopette, in linea retta con due taschine sul davanti. In abbinato c’era un bellissimo scialle bianco con delle roselline sulle punte ricamate sopra, ma…mentre osservava il vestito, come un flash improvviso, vide riflesso nella vetrina il volto di una persona che aveva già visto, ma che non sperava di rivedere…

“Ehi Philip guarda! Non sono carini?”

“Eh già sono davvero belli!”

Kira si girò e il cuore le balzò nel petto, lo sentiva battere più forte come se volesse uscire, lo vide, era proprio a qualche metro da lei che stava osservando due cuccioli di cane che erano in strada, ma non l’aveva notata, al contrario lei lo notò, si teneva mano nella mano con una ragazza un po’ più bassa di lui, capelli castani corti, un viso semplice…voleva chiamarlo, farsi notare…ma quando provò a pronunciare il suo nome le parole le morirono in gola…abbassò lo sguardo, e ci ripensò, entrò nel negozio per comprare il vestito…

Maledizione…perché non l’ho chiamato? Non c’era niente di male nel farlo, eppure non ci sono riuscita…e chi era quella ragazza?

“Signorina il suo resto!”

Kira era talmente assorta nei suoi pensieri che dimenticò sia il resto che di guardare davanti a sé…infatti…inciampò su un ciottolo della via mal messo e cadde, ma qualcuno con una gran prontezza di riflessi la prese in tempo…

“Ehi tutto bene??”

Kira che ancora non realizzava cosa stesse succedendo non alzò nemmeno lo sguardo per rispondere…

“Ah…mi scusi…i-io mi sono distratta.”

“Non ti devi scus…ehi ma aspetta un attimo, Kira?”

Quando sentì pronunciare il suo nome alzò finalmente il viso, divenne improvvisamente rossa e cercò subito di rialzarsi liberandosi dalla braccia di quel ragazzo…

“Ph-Philip…ciao.”

Non è possibile, capitano sempre tutte a me…ma proprio su di lui dovevo cadere?? E ora che faccio…che gli dico? e poi quella ragazza mi stà guardando…che imbarazzo…

“Scusa ma devo scappare, stavo andando di fretta!”

“Ehi asp…”

Philip non riuscì a finire la frase che Kira era già scomparsa dietro l’angolo…

“Chi era Philip?” la ragazza che era con lui sembrava molto incuriosita…

“Una ragazza che ho aiutato un po’ di tempo fa in strada perché aveva una gomma bucata.”.

“Sei sempre il solito altruista…”

“Beh sai com’è Jenny…tesoro mio…non potevo non aiutare una ragazza così carina!” Fece una piccola smorfia e cominciò a correre inseguito da Jenny “Fermati, ti faccio vedere io qualcosa di carino!!! Vieni qua!!”

 

Dietro l’angolo Kira era ancora appoggiata al muro, cercava di fare ordine di idee, era ancora emozionata e confusa per l’incontro di poco prima…si ricordava di lei, si portò una mano sul viso per fermare l’imbarazzo, probabilmente era tutta rossa…

Che mi stà capitando?…non era mai successo che mi emozionassi tanto per un ragazzo, non so niente di lui eppure mi basta vederlo perché mi faccia questo effetto! È incredibile!.

Poi finalmente si mosse e andò a casa…

 

  
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