Anime & Manga > Rossana/Kodocha
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Autore: ReginadeiSogni    26/05/2015    8 recensioni
< Si sono Akito il fratello di Natzumi, ma penso che tu lo sappia già! > rispose lui freddo e distaccato, girandosi verso la chiesa. I suoi occhi si bloccarono sull’immagine dei due sposi felici che sorridevano, per il riso che la gente tirava addosso a loro. Tra quelle grida mancava la risata della sua Sana, mancava lei con la sua chioma ramata e il suo dolce profumo.
“Oh Sana.. mi senti? Ho bisogno di Te…” pensò Akito guardando il cielo.
****
Nello stesso momento due occhi color cioccolato stavano fissando lo stesso cielo, per un attimo avvertì un brivido e poggiò la mano al cuore, come se quella richiesta fosse arrivata fino a lei. Ma nessuno dei due poteva sapere che, le loro strade si sarebbero incrociate di nuovo.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Fuka Matsui/Funny, Natsumi Hayama/Nelly, Nuovo Personaggio, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
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Brian non sapeva ancora bene cosa fosse successo alla ragazza di Akito, erano stati molto insieme sopratutto ad allenarsi in palestra, ma quel tasto non lo avevano mai toccato. Sapeva che se n'era andata grazie ad una piccola confidenza di Damon suo fratello, ma nulla di più. Gli disse che non poteva dire nulla perchè Akito non era uno che amava raccontare la sua vita in giro, e se ne avesse avuto voglia l'avrebbe fatto da solo, cosi ogni volta che si ritrovavano insieme Brian non chiedeva nulla, e  forse era meglio cosi. Ma quel pomeriggio dopo le urla in giardino, quello che vide non era l'Akito di sempre, almeno non era il ragazzo che pochi minuti prima aveva ritrovato alla porta d'ingresso sorridente e pronto a prendersi gioco di sua sorella. Aveva uno sguardo vuoto, sofferente come non lo aveva mai visto. Ricordava ancora i suoi occhi colmi di rabbia, e di lacrime che lottavano ferocemente per uscire, ma trattenute dallo stesso. Era una debolezza che in molti anni Brian aveva conosciuto, ma perfortuna il suo sfogo era la scrittura, dove poteva esprimere la sue fantasie, le sue speranze e i suoi sogni, erano quelle le giornate che amava di più, perdersi nella bellezza dei prati fioriti, rilassarsi con il dolce cinguettare degli uccellini, e il suo amato block notes, dove poteva annotare tutto ciò che il suo cuore e la natura attorno a lui, gli suggeriva. Forse quella ragazza per Akito era la sua ancora di salvezza, proprio come per lui era la scrittura, si sarebbe sentito perso senza, e capiva il dolore del suo amico.
Tutti questi pensieri gli fecero compagnia fino ad Osaka, e per quanto fosse dispiaciuto quella sera aveva appuntamento con Roxie, e non voleva di certo rovinare la serata con la tristezza, cosi si avviò a casa per prepararsi e decidere un posto dove portarla a mangiare. Purtroppo non sapeva nulla di lei, per quel poco che avevano parlato, nonostante lei non si ricordi nulla di chi fosse in passato, leggendo i suoi occhi e i suoi gesti, aveva capito che sapeva essere timida, ma nello stesso tempo molto determinata. Era una ragazza semplice, e anche se lui fosse un romanticone, aveva paura che portarla in un posto troppo vistoso avrebbe reso il tutto troppo imbarazzante,e non voleva assolutamente metterla a disagio. Cosi senza pensarci troppo decise che sul momento avrebbe deciso, gli bastava sapere che avrebbe passato la serata insieme a lei, e non gli importava molto il posto, voleva semplicemente perdersi nei suoi grandi occhioni cioccolato, e magari poterla di nuovo stringere tra le sue braccia.
La giornata per Brian era stata molto movimentata e occupata dai mille pensieri, ma finalmente indossando un semplice jeans, maglietta e giacca di pelle uscì di casa pronto per la serata.
Alle otto in punto arrivò sotto casa di Roxie, non avevando un numero di telefono, l'unico modo per annunciare il suo arrivo era quello di suonare alla porta, e senza troppi problemi scese dalla macchina e suonò.
< Buonasera sono Brian un'amico di sua figlia, sono venuto a prenderla. >
Non era un ragazzo timido, per quanto il suo animo fosse dolce e gentile, niente lo spaventava e nella vita era sempre stato diretto con le persone, senza troppi giri di parole.
< Ciao caro! Io sono Misako la mamma di Roxie. Aspettava il tuo arrivo, la chiamo subito. Vuoi attenderla dentro? >
< La ringrazio, ma se non le dispiace l'aspetterei fuori. >
< Tranquillo! Te la faccio scendere subito. >.
Brian vide tanta dolcezza e tristezza nel viso della madre, non le sembrava il mostro che sla sera prima gli descrisse la figlia, continuava a pensare che se la tenessero all'oscuro di tutto era per il suo bene, e presto anche lei lo avrebbe capito. Decise di attenderla appoggiato alla macchina e nell'attesa si accese una sigaretta. In quella giornata piena di pensieri, non si era soffermato neanche un istante a quello che stava per vivere. Si sentiva agitato, e nervoso per l'appuntamento, ed era da moltissimo tempo che non provava queste sensazioni. Una volta gettata la sigaretta il suo cuore perse un battito alla vista della donna che lo stava raggiungendo di corsa. Era bellissima in tutta la sua naturalezza e semplicita’.
< Ciao Brian! Sono in ritardissimo, ma non sapevo cosa mettere, e il mio primo appuntamento. Avevo paura di vestirmi troppo elegante, troppo sportiva non mi piaceva, cosi…. >
L’aveva osservata di nascosto, la sera prima l’aveva stretta forte a se, ma mai come in quel momento avrebbe voluto fare sue quelle piccole labbra, che non smettevano di muoversi.
<…Pensi che vado bene vestita cosi? >
Non aveva ascoltato una parola, era come se attorno a lui fosse svanito tutto, e ci fosse solo lei e la sua bellezza.
< Sei Bellissima Roxie. > le disse portandole dolcemente una ciocca dietro l’orecchio, e accerezzandole la guancia.
< Oh Grazie! Anche tu stai molto bene! >. Il rossore sul suo viso la rendeva ancora più bella. Il desiderio di stringerla forte e sentire il suo profumo era immenso, ma non voleva affrettare le cose e ne spaventarla. Cosi le aprì la portiera della macchina per farla salire, e una volta chiusa anche lui entrò e partirono.
< Dove andiamo? >.
Brian rimase sorpreso da quella domanda, perché era abituato a ragazze che alla prima uscita si limitavano ad aggiustarsi il trucco, oppure troppo timide per parlare restavano in silenzio, rendendo il momento ancora più imbarazzante, invece lei sorrideva come una bambina in attesa di un nuovo giocattolo. Decise di non dirle nulla, e di voler giocare un po, perché il suo sorriso era una visione, e non si sarebbe mai stancato di vederlo.
< Non te lo dico signorina, se no che sorpresa sarebbe? >
< Ma io sono curiosa! E il mio primo appuntamento, e non sto più nella pelle! >.
Era cosi diversa dalla sera prima. La ragazza impaurita, triste e vuota sembrava essere scomparsa, e per quanto lui sapesse che dentro di lei stava ancora cosi, vederla cosi spensierata lo rendeva felice. L’aveva sempre vista troppo spenta, meritava di sorridere come stava facendo in quel momento alle prese con la radio, alla ricerca di una canzone bella da ascoltare. Il resto del viaggio lo passarono a ridere e scherzare su cosa trasmettevano in ogni stazione, dalla canzone più deprimente a quella più divertente. Quella mezzora era passata cosi velocemente, ed era stato il viaggio più bello che avesse fatto in macchina, peccato che fossero arrivati a Tokio e sarebbero dovuti scendere per andare a mangiare.
< Arrivati mia bella! >.
< Mc Donald?Un lungo viaggio e mi porti a mangiare patatine fritte? E io che speravo in un ristorante lussuoso, colmo di candele, e petali rossi attorno al tavolo! Gli appuntamenti nella realtà non sono come nei film! >
< Non ti piace? >.
Brian stava iniziando a pensare, che forse aveva appena rovinato la loro serata. Voleva renderla felice, e forse panini e patatine non erano un primo appuntamento perfetto, ma i suoi pensieri vennero spazzati via dalla sonora risata che proveniva dalla donna al suo fianco.
< E ora cos’hai da ridere? Eh? > Lei tornò subito seria, e camminando piano verso di lui lo abbracciò dolcemente. Lui rimase per un istante immobile verso quel gesto inaspettato e al suo cambio d’umore improvviso, ma si riprese subito stringendola forte a se. Quanto era bello tenerla di nuovo tra le sue braccia, lo desiderava dal primo istante che l’aveva vista quella sera, e non pensava che il suo desiderio si sarebbe avverato cosi infretta.
< Grazie Brian! Questo posto è perfetto, mi basta stare con te. Era uno scherzo, mi dispiace. Non potevo desiderare un primo appuntamento più bello! > Tutto questo lo disse stringendolo ancora più forte, ed era la sensazione più bella che entrambi avessero mai provato.
< Ti prendi gioco di me signorina? Ho avuto davvero paura di aver combinato un casino, le ho pensate tutte e non sapevo davvero.. >
< Shhh! Portami a mangiare panini e patatine! >. Dopo essersi staccati dal loro abbraccio si incamminarono all’entrata pronti per la loro cena.


                                                                                       *****

Roxie aveva visto davvero molti film d’amore, e in quasi tutti le coppie felici e innamorate cenavano al classico ristorante lussuoso, ma alla fine di quell’amore non rimaneva nulla. Era davvero felice di essere di insieme a Brian, e che nonostante i dubbi di lui di dove portarla, l’avesse portata nel posto più semplice del mondo. Da quando l’aveva visto non poteva non perdersi nella sua bellezza, nei suoi occhioni verdi. Sempre nei film ricordava quelle coppie avvolte nell’imbarazzo, ma per loro non era cosi. Sin dal primo momento tutto era sembrato naturale, come se si conoscessero da sempre. Come anche in quel momento ridevano e scherzavano come due vecchi amici. Non avrebbe mai creduto di conoscere una persona meravigliosa come Brian, di potersi aprire completamente a lui, e di stare cosi bene in sua compagnia.
< Sembri proprio una bimba sai? >.
< Come scusa? >.
Lo guardò perplessa per quell’affermazione improvvisa, e davvero non capiva cos’avesse fatto per sentirsi dire ciò. Ma mentre cercava di capire, vide la mano di lui avvicinarsi al suo viso e posarsi sulle sue labbra, e passare delicatamente il dito sopra, e subito dopo se lo portò alla sua bocca. In quel momento il suo cuore perse un battito per quel gesto inaspettato, ma molto intimo. Il suo corpo era scosso da leggeri brividi, e anche senza potersi vedere allo specchio, sentiva le guancie andare a fuoco per l’imbarazzo.
< Buona la maionese! Eri solo sporca! >.
Roxie si sentì spronfondare, ed era quasi certa di essere andata davvero a fuoco per la vergogna. Come poteva essere cosi pasticciona? E senza pensarci troppo scoppiò in una sonora risata nervosa.
< Oddio che vergogna!! Ahah Non mi dire che ho parlato per tutto il tempo, con il viso tutto pasticciato? >
< Be diciamo che sei cosi gia dal primo morso dato al panino. >. Dopo essersi beccato un colpetto dolce sulla spalla, insieme scoppiarono a ridere, attirando gli sguardi della gente intorno a loro, che li guardavano scocciati per il casino che stavano facendo, e proprio tutto ciò li portò a ridere ancora più forte. Finirono di mangiare infretta e uscirono dal locale, ancora ridendo. Era tutto cosi bello, e naturale non erano mai stati cosi felici, e quella leggerezza nei loro cuori era una sensazione meravigliosa.
Dopo essersi calmati, e asciugato le lacrime agli occhi dal troppo ridere, decisero di passeggiare sulla spiaggia, era troppo presto per tornare a casa, e troppo presto per dividersi. Avevano riso senza un vero motivo come dei matti, e Roxie si sentiva cosi leggera al suo fianco. In pochi giorni Brian le aveva cambiato la vita, con piccoli gesti, e con parole sincere le era entrato dentro come un uragano, e non avrebbe mai immaginato di poterci uscire insieme senza far parte di tragedie, ma semplicemente passare una serata normale, come tutte le persone che passeggiavano intorno a loro. Senza pensarci troppo aggrappò il suo braccio a quello di lui, e gli regalò un grande sorriso prima di notare la luce dei suoi occhi verdi più spenta di qualche attimo fa.
< Dov’è finito il Brian di qualche attimo fa? >
< Sempre qui accanto a lei signorina! >. Le sorrise sghembo ,ma sapeva benissimo che stava mentendo, lei conosceva bene quello sguardo, l’aveva visto troppe volte sul suo volto.
< Ti sei rattristato! E stai parlando con un esperta ti ricordo! >. La sera prima avevano parlato molto, ma si erano concentrati solo su di lei, e ora voleva sapere qualcosa di più di lui. A cena avevano parlato molto, ma non delle loro vite, e ora voleva sapere qualcosa dell’uomo accanto a lei.
< E il nostro appuntamento, e non voglio annoiarti con i miei pensieri! >.
Roxie senza dire nulla si staccò dal suo braccio e si sedette sulla sabbia, e battendo una mano al suo fianco, fece capire a Brian di fare lo stesso.
< Ieri hai ascoltato me. Non so quanto io possa aiutarti, ma posso ascoltare. Forza sputa il rospo! >. Per un istante si guardarono, e scoppiarono dinuovo a ridere.
< Stavo pensando a quanto stavo bene con te, e mi è venuto in mente il volto distrutto di un amico. So che sta soffrendo per una ragazza, ma non l’ho mai visto come oggi a pranzo. Era fuori di sé, come se il mondo gli fosse crollato addosso, gridava cose senza senso, non voleva essere aiutato da nessuno. >.
La bellezza che c’era nel cuore di Brian era immensa. In un momento felice della sua vita, si sentiva in colpa per chi non lo era. Rimase colpita da questo lato di lui cosi meraviglioso.
< Mi dispiace molto per il tuo amico. Io non so cos’è l’amore, a anche se l’ho provato non ricordo. Io mi sono sentita per due mesi come lui, devi solo trovare qualcuno che ti dia una speranza per andare avanti, e sono certa che quando meno se lo aspetta, troverà chi gli illuminerà una nuova via. Io nel mio cammino più oscuro, ho inseguito la luce più luminosa, e mi ha portata a te. E non smetterò mai di ringraziarti. >
Come se fosse il gesto più naturale per lei, gli prese la mano e la intrecciò alla sua.
< E sono certa che anche lui, troverà la sua. Non è solo, con voi accanto ce la farà! >.
Passarono qualche secondo in silenzio, con le mani intrecciate e come sottofondo la dolce melodia delle onde. Non servivano parole, i loro cuori parlavano da soli, e avrebbero voluto che quel momento non finisse mai. Poco dopo senza dividere il loro contatto si alzarono, e si incamminarono verso la macchina.
< Di giorno lavoro, ma di sera non ti libererai di me. >
< Uh. Devo avere paura? Sei per caso uno stalker? >
< Si e ho intenzione di rapirti ogni volta che posso, devo farti vedere quante meraviglie ci sono qua fuori. Sei stata chiusa dentro quella casa troppo tempo piccola! >. Le disse sorridendo, passandole un braccio sulle spalle e stringendola forte a se, continuando a camminare. Un altro contatto che le fece tremare il corpo, brividi colmi di sensazioni strane, ma belle nello stesso tempo.
< Si adesso ho davvero paura. Devo scappare allora. >. Si staccò da lui e iniziò a correre. < Aiuto Aiuto! Mi vuole rapire. >. Sembravano due bambini che correvano sulla spiaggia, senza pensieri e senza problemi a cui pensare. Non pensava che bastava cosi poco per sorridere, e con lui era tutto cosi spontaneo. Non si era mai sentita cosi viva, alzò il viso al cielo dove splendevano miliardi di stelle, e girò su se stessa, fregandosene delle persone che la guardavano come se fosse una pazza, e ignara dei sentimenti di Brian in quel momento, alla visione della donna più bella che avesse mai visto, cosi felice.
< Presa! >
< Oh no! Adesso mi rapirai? Mi porterai ovunque io vorrò? >. L’uomo davanti a lei era la sua speranza, non conosceva l’amore, ma aveva letto in molti libri che le ragazze innamorate sentivano delle farfalle nello stomaco, e cos’era quello che lei sentiva? Erano davvero loro? Non lo sapeva ancora, ma di una cosa certa voleva diventare migliore per lui, e non le importava del suo passato di chi era, voleva solo essere la donna giusta per quell’angelo che la stava facendo rinascere.
< Stringimi forte Brian, tienimi tra le tue braccia, e li che ora voglio stare! >. La strinse forte a se, e appoggiò il viso sul suo petto, e si fece cullare dai battiti del suo cuore.
< Sei la cosa più bella, che questa vita mi potesse donare! >. Si abbracciarono ancora una volta, come se non ci fosse un domani, ignari entrambi che proprio quella notte i loro cuori si erano innamorati.


                                                                                *****

Quando guardarono l’ora si accorsero che era davvero tardi e davanti a loro avevano ancora un lungo viaggio per tornare a casa. Cosi arrivarono alla macchina e partirono subito. Non si dissero nulla, intrecciarono ancora una volta le loro mani, e rimasero in silenzio. Ma non quel silenzio imbarazzante dove non sai cosa dire, ma proprio come all’andata era tutto magico, e quel piccolo gesto significava più di mille parole. Roxie osservava la città di Tokio sfrecciare veloce attraverso il finestrino, ma quello che guardava davvero era il riflesso del suo viso sorridente, come mai l’avevo visto. In un attimo il suo viso svanì e i suoi occhi iniziarono ad osservare un gruppo di giovani sorridere tra loro, e in quello stesso istante si appoggiò la mano sul cuore, la stessa sensazione che spesso tornava, era come se la macchina avesse rallentato, come se tutto intorno a lei si fosse immobilizzato. L’aveva provata poche ore prima dopo aver sfiorato quella piccola macchia sulla sua pelle, e ora non ne capiva il motivo, vedeva solo quelle persone e il suo cuore batteva sempre più forte.
< Roxie? >.
Tutto continuava a rallentare intorno a lei, sentiva la testa scoppiare, e il petto le doleva.
< Stai bene? Mi senti? Piccola? >
Una voce di fianco a lei la risvegliò,e in un attimo tutto riprese una forma normale. Il calore della mano di Brian la fece spaventare. Era ancora scossa da ciò che l’era successo, ma cercò di riprendersi.
< Oh si si tutto bene! Sono i miei mal di testa, che non mi abbandonano neanche nel mezzo di una bellissima serata! >.
< Mi ero preoccupato! Sicura tutto apposto adesso? Forse abbiamo esagerato con la spiaggia, l’aria è ancora fresca. Ora ti porto subito a casa. >
< Sto bene Brian! Scusami se ti ho fatto preoccupare! >. Gli rivolse un dolce sorriso, cercò di nuovo la sua mano e in silenzio arrivarono a destinazione.
Era ora di tornare in quella casa, ma sapeva che con Brian accanto tutto sarebbe stato più semplice, e neanche i suoi genitori le avrebbero rovinato la sua felicità. Era nato qualcosa di forte tra loro, e sentiva gia che gli sarebbe mancato molto, ma non l’avrebbe abbandonata mai, gliel’aveva promesso.
< Ti ringrazio per la bellissima serata! Sono stata benissimo. >.
Brian le accarezzò dolcemente il viso, perdendosi nei suoi occhioni cioccolato. Voleva fotografare ogni suo piccolo dettaglio, per averla sempre impressa anche quando non poteva averla vicino. Ancora una volta voleva unirsi alle sue labbra, ma voleva che il loro bacio arrivasse al momento giusto, aveva paura di perderla ancor prima di averla.
< Ringrazio te per aver accettato, e per avermi illuminato la serata con il tuo bellissimo sorriso. >. Lei si avvicinò timidamente, e gli lasciò un bacio leggero sulle labbra. Un contatto troppo breve, ma abbastanza forte per lasciare a entrambi il sapore di entrambi.
< Vorrei chiamarti domani >
< Non ho un telefono. Ma se mi lasci il tuo numero, troverò il modo di contattarti. > Senza farselo ripetere le diede il bigliettino del negozio, e le disse quale fosse il suo numero, e dopo aver incrociato le sue mani per pochi secondi ancora, lei scese dalla macchina.
< Ti chiamo domani. Buonanotte Brian. >
< Buonanotte piccola. >. Rimase li fin quando la sua figura non sparì dentro casa, e ispirando il suo profumo, partì non vedendo l’ora che arrivasse il giorno dopo, per sentire ancora la sua voce.


                                                                                        *****

Erano passati tre giorni da quella telefonata che Akito riempì stando dalla mattina alla sera in palestra, facendo lavorare sodo tutti i ragazzi presenti nel suo corso. Il Karate era l’unica cosa rimasta viva nella sua vita, e per gestire i momenti di rabbia ne aveva bisogno. Si era rifiutato di rimanere in casa perché la sua mente pensava troppo, e ricordare quella voce era un dolore troppo forte da sopportare. La sera stessa era uscito con il suo gruppo di amici, e aveva raccontato senza troppi dettagli ciò che era successo, ma tutti gli dissero la stessa cosa della sorella, aveva confuso la voce nella speranza di sentire davvero lei. Ma Akito sapeva perfettamente chi era, la conosceva troppo bene. Cosi passò tutto il resto della serata con quella voce che rimbombava nella sua testa, fin quando il suo corpo non venne colpito da un brivido freddo come se qualcuno o qualcosa lo avesse sfiorato. Si girò di scattò, ma quello che trovò attorno a lui era una grande strada, e il rumore delle macchine che sfrecciavano nella notte. Una volta arrivato a casa osservando il suo riflesso allo specchio, si diede del pazzo. Tutto ciò che stava accadendo lo stava facendo impazzire. Ogni volta che si dava la possibiità di stare meglio o di andare avanti in qualche modo, ritornava sempre allo stesso punto. Doveva assolutamente fare qualcosa, mantenere la promessa di rialzarsi e tornare a vivere la sua vita. Ed ora eccolo li come se nulla fosse successo, pronto a regalare nuove emozioni ai suoi alunni.
Se lo si guardava da fuori poteva sembrava un ragazzo normalissimo, nessuno avrebbe mai pensato che dentro si portasse un fardello enorme, ed era cosi che voleva apparire davanti agli altri, per quanto fosse sbagliato era la miglior cosa da fare, per trovare un po’ di serenità.
< Maestro questa posizione è corretta? >. In quei giorni aveva imparato a convivere con i suoi pensieri, ed era riuscito quando doveva accantonarli in un angolo remoto della sua testa, per tornare con i piedi per terra senza che nessuno se ne accorgerse.
< Si, tieni solo il braccio più dritto. E fatelo anche voi ragazzi. Ora potete andare. >.
< Grazie Maestro. A domani >. Risposero i ragazzi in coro inchinandosi, prima di lasciare l’aula.
Dopo essersi buttato un po’ d’acqua fresca sul viso, si arrotolò intorno al collo un asciugamano pronto per andare a controllare anche la parte della palestra dove si allenavano con gli attrezzi.
Toc Toc.
< Akito posso entrare? >
< Fuka è anche tua la palestra! Da quando mi devi chiedere il permesso? >.
Un anno prima grazie alle loro esperienze, Akito, Fuka e Takaishi il suo ragazzo decisero di aprire una palestra, cosi dopo aver trovato un buon locale con un affitto accettabile riuscirono ad avverare questo sogno. Era il lavoro che amava, la sua passione.
< Si lo so! Ma pensavo stessi facendo ancora lezione. >
< Tranquilla, entra pure.>
< Non so se ti ricordi, ma domani è il compleanno di Taka. Con Tsu e gli altri avevamo deciso di festeggiare al locale di Gomi e Hisae. Tu sei dei nostri? >.
Non aveva molta voglia di divertirsi, ma si era promesso di andare avanti. Doveva farlo.
< Certo. A che ora? >
< Alle dieci ci troviamo al Love! >.
< Bene! Ora vado ad allenarmi >.
Non aspettò la risposta, non gli piaceva essere cosi Stronzo, ma era l’unica soluzione ai suoi problemi. Tornare quello che era prima di avere la sua Sana accanto.


                                                                                     *****

Akito si trovava davanti al locale dei suoi amici, di fronte a una scritta “Love” enorme e lampeggiante. L’avevano aperto pochi giorni dopo la scomparsa di Sana. Nessuno aveva voglia di divertirsi, ma non potevano più rimandare l’apertura, cosi anche senza di lui lo innaugurarono. Gli era dispiaciuto molto non essere accanto ai suoi amici in un momento importante, come loro erano stati vicino a lui all’innaugurazione della palestra, ma in quel momento proprio non aveva le forze, doveva ancora realizzare ciò che era successo, proprio come adesso. Nulla era cambiato.
< Amico! Sei venuto? >
< Tsu! Si, anche se questa scritta rosa fa venire il diabete. > Rispose ghignando buttando la sigaretta, e incamminandosi verso l’entrata.
< Sei sempre il solito eh? >.
Il locale era molto carino e moderno, divanetti neri ovunque, piccol tavoli rotondi posizionati vicino a un piccolo palchetto. Il bancone era rotondo e anch’esso nero con la scritta Love in mezzo rosa, lampeggiante anche lei, e proprio li trovarono Gomi e Hisae che si sbracciavano per salutarli, e indicandogli dove fossero seduti gli altri.
< Come mai sei senza Aya? >. Chiese all’amico, notando la sua ragazza gia seduta.
< E’ venuta prima per aiutare con i preparativi della serata, io ero allo stage all’ospedale e ho finito un ora fa. Cosi lei e rimasta qui. >.
Facendosi spazio tra la gente che iniziava a riempire la sala, arrivarono al tavolo. Dove trovarono boccali di birra pronti per essere bevuti.
Dopo aver riempito i bicchieri, li raggiunsero anche Hisae e Gomi, augurarono un buon compleanno a Takaishi e con un brindisi,dierero inizio alla festa.
< Ce in programma qualcosa stasera Gomi? > disse Tsu notando il palco illuminato.
< Si! Avevo appeso delle locandine in giro, e oggi mi ha contattato un gruppo, e alle prove ci sono piaciuti, cosi stasera si esibiranno! Spero piacciano molto anche al pubblico! La cantante è davvero bellissima!>
Hisae intenta a chiacchierare con le amiche sentendo quelle parole, si girò di scatto verso il suo ragazzo e gli tirò un buffetto sulla testa.
< Amore ma stavo scherzando! E bella si, ma mai quanto te. >.
< Si certo! Testimoni i nostri amici, niente sesso per una settimana, cosi impari! Ahah. >.
Akito osservava le coppie dei suoi amici, ridere e scherzare, e come capitava spesso li invidiava. L’aria in quel locale stava diventando soffocante e riuscire ad andare avanti, davanti a quelle scene diventava sempre più difficile. Come sempre la sua mente vagava dove non doveva andare, anche se attorno a lui ci fossero mille ragazze bellissime che da lontano gli lanciavano dolci sguardi, a lui non importava. Vedeva solo lei. Ovunque.
< E’ il primo gruppo che facciamo esibire,anche se avrei voluto tanto che Sana cantasse per prima nel nostro locale.> disse Hisae.
< Si sarebbe stato bello. Ricordo ancora il locale vuoto colmato dal suono della sua voce. >. Disse Fuka ignara dello sguardo implorante di Tsu, che voleva dire di smetterla e che non era il momento di parlare di lei. Ma nulla, nessuno sembrava capire i suoi segnali. Era sicuro, che come l’ultima volta sarebbe successo un enorme casino.
< Potreste smetterla di parlare di lei. >. Il bicchiere sbattuto violentemente sul tavolino, fece immediatamente ammutolire i suoi amici, e vennero gelati dal suo sguardo di ghiaccio.
< Akito ha ragione. Stiamo festeggiando Taka. Vado a presentare il gruppo! >. Gomi si alzò cambiando discorso, e incamminandosi verso il palco.

                                                                                       *****

Tutto intorno ad Akito tornò normale, e cominciarono a chiacchierare come se pochi istanti prima non fosse successo nulla. Ricordava anche lui la bellissima voce della sua Sana, le sue canzoni rallegravano tutti. Quanto avrebbe voluto sedersi difronte al palco e perdersi nei suoi occhi, e sentirla cantare proprio come aveva promesso ai loro amici. Ce l’avrebbe mai fatta a metterla da parte? Aveva bisogno di distrazioni, di un tornado che gli scombussolasse l’esistenza. Ormai era abituato a non avere delle speranze, ma non poteva sapere che la risposta era a pochi passi da lui.
< Buonasera a tutti! Spero che vi stiate divertendo. Ma ora vi voglio presentare il gruppo Liars*. >.
I ragazzi del gruppo fecero il loro ingresso sul palco, ma ciò che colpì la gente del locale fu la cantante. Lunghi capelli biondi acconciati in graziosi ricci, occhi grandi e verdi che brillavano grazie al bagliore delle luci, una bellezza che fece rimanere tutti a bocca aperta.
< Buonasera a tutti! Ringrazio ancora i proprietari di questo bellissimo locale, per la possibilità di esibirci qui per voi stasera. Cominciamo con i due pezzi che io amo di più. A Bailar e a seguire Te Siento. >
Vediamo quelle mani in alto!
Voglio vedere arrivare l’allegria,
voglio che tu mia dia il tuo cuore.
Vediamo chi canta più forte,
oggi è il nostro giorno fortunato!
Andiamo a cantare questa canzone!
 
 
< Battete tutti le mani! Forza!!!. >
 
Andiamo che suonano i tamburi,
al ritmo di questi cuori!
Questa banda non si fermerà mai!
Andiamo a battere le nostre mani,
con le note suona l’anima!
E che nessuno rimanga al suo posto!!*
 
La grinda e la simpatia della cantante aveva fatto incantare tutti i presenti. C’era chi in poco tempo cantava insieme a lei, chi ballava scatenandosi. Anche gli amici di Akito apprezzavano il gruppo, tanto da buttarsi in pista anche loro e divertirsi. Solo Akito stava odiando tutto quel frastuono, e dopo un sorso di birra e l’altro, sentiva la voglia di andare via ingrandirsi sempre di più. Era sempre stato un ragazzo che in posti del genere amava stare seduto al bancone aspettando che qualche ragazza cadesse ai suoi piedi, poco gli importava la musica e il ballo. Ma dentro di lui qualcosa cambiò quando capì di essere innamorato della sua Sana, una grande pasticciona, casinista e con la voce troppo squillante. Stare con lei gli aveva fatto amare il frastuono, e senza era difficile viverci. Passavano molte serate nei locali, ma soprattutto aveva cominciato a stare anche lui in pista e non per ballare, anzi, per la bellezza della sua ragazza era obbligato, la sua vicinanza serviva per tenere lontani gli uomini da lei e far capire che era sua. In quell’istante che la musica cessò, Akito capì di essersi perso dinuovo nei ricordi, stava pensando di nuovo a lei e anche se era li per un suo amico l’aria di quel locale stava diventando troppo viziata. Cosi si alzò pronto ad andarsene via da quel posto, che ricordava lei ancor di più di quello che pensasse. Ma non poteva sapere che a pochi metri da lui, c’era la domanda alle sue risposte.

 
Mi sono svegliata piangendo,
ho sognato che non saresti tornato!
Che non sarei arrivata in tempo, magari,
magari alla tua scomparsa.
Le lacrime salate,
bagnavano le mie guancie.
Il mio viso bagnato,
i sogni, i sogni che morivano.
 
Akito al suono di quella dolce cosi dolce e melodica, che poco prima non aveva nemmeno provato ad ascoltare, si ritrovò a bloccarsi di colpo e voltarsi proprio verso la cantante, che con grande stupore risultò essere Reira, ed era ancora più bella di quanto ricordasse. Stava li seduta su uno sgabello e una chitarra, proprio dove per la prima volta si sarebbe esibita la sua Sana per gli amici, e lui come aveva promesso sarebbe stato li difronte a lei. Ma in quel momento proprio come ogni volta che si trovava in sua compagnia, ogni pensiero e ricordo svanì e si ritrovò davanti a Reira perso nelle sue parole, ignaro che quella canzone rispecchiasse a pieno i suoi sentimenti.
Reira appena lo notò gli rivolse un grande sorriso, come se sapesse o comunque immaginava che lui quella sera sarebbe stato li.

 
Ti sento in quel bacio,
che non c’è stato!
Ti sento nella tua assenza,
ti sento nelle macerie di questo amore,
che mi ha riempito di pena!
Ti sento in ciò che ho dimenticato,
ti sento nei ricordi.
Ti sento in ogni parte,
ti sento in tutto il corpo.*
 
La canzone proseguì senza interruzioni. I presenti, soprattutto gli innamorati ballarono un dolce lento. Akito e Reira non si tolsero gli occhi di dosso per tutta la durata di quel testo cosi forte, e bello. In lei c’era qualcosa che faceva sentire vivo il suo cuore, forse lei era quell’angelo pronto a salvarlo da un grande dolore. I suoi pensieri vennero scacciati via dal grande applauso che scoppiò nella sala, e dalla voce di Reira che annunciava una piccola pausa, e avrebbero continuato a cantare più tardi.
< Ciao Straniero! >. In pochi istanti senza che lui se ne fosse accorto, si ritrovò Reira di fronte.
< Ehi! Canti bene! Non scherzavi quando mi dissi, che volevi fare la cantante. >
< Io non mento mai. Grazie comunque, mi fa piacere vederti qui stasera. >. Era proprio ciò che voleva. Quando trovò l’annuncio per una band serale e chiamò, dopo essersi trovata Gomi davanti si ricordò subito di averlo visto a quel matrimonio. Aveva accettato un po’ per loro, e un po’ per rivedere lui. Ed esserselo trovato di fronte, era stata una grande emozione.
< Ti va di bere qualcosa? >.
Akito forse coraggioso per via della birra bevuta con i suoi amici, trovò il coraggio di non farsi scappare l’occasione di farsela scappare. Voleva passare più tempo possibile con lei, ma soprattutto poterla conoscere anche fuori, e non doverla incontrare sempre per puro caso.
< Ma certamente.Sei qui da solo? >
< No. Sono al compleanno di un amico.. > che indicò con un dito <.. che come vedi sono tutti molto accoppiati, mi annoiavo! >
< Allora ritieniti fortunato ad avermi incontrato! Darai una svolta alla tua serata con la mia presenza! Eheh. >
< Sei poco modesta eh! >.
Parlarono seduti al bancone per molto tempo, e lei gli raccontò di essere li a cantare senza che nessuno lo sapesse. I genitori nonostante fossero separati, non approvavano la sua idea di essere cantante. Volevano essere loro a decidere il suo futuro, e i suoi occhi allegri di poco fa si rattristarono e a quella vista in Akito si accese la lampadina della tenerezza, e le rivolse un piccolo gesto molto intimo. Un gesto che forse anche alla sua Sana aveva donato, dopo molto tempo. Le accarezzò dolcemente una guancia, senza sapere bene cosa dire cercando di farle capire quanto la capisse.
< Un gesto molto carino. Grazie! Perdonami, non ti dovrei annoiare con la storia della mia vita! >
< Be tu l’hai fatto con me! E comunque non mi annoi >.
Si ritrovarono poco dopo in un silenzio quasi imbarazzante, fatto di sorrisi, sguardi, e la mano di lei che sfiorava dolcemente le dita di lui poggiate sul bancone. Gesti che fecero rabbrividire Akito. Stava bene li con lei, la sua presenza era un vero toccasana. Però non poteva sapere che da li a poco sarebbe successo ciò che più temeva nella parte remota della sua mente. Si girarono nello stesso istante, e mentre i loro occhi si specchiarono, Reira senza pensarci troppo incollò le sue labbra a quelle di Akito.
Conosceva cosi poco di lei, ma l’attrazione che provava era davvero forte, e dopo una prima esitazione per quel gesto, accantonò tutto il suo fardello di pensieri e ricambiò quel bacio. Un bacio che partì subito con molta foga e passione. Si alzarono velocemente da quelle sedie, corsero verso una parete più nascosta dove non potessero dare spettacolo. Era uno di quei baci che ti consumavano, come se quel pezzo di carne fosse l’unica cosa a cui aggrapparsi, quei baci che ti fanno mancare il respiro. Un bacio che per il cuore di Akito diventò pesante, e per la mente diventò un senso di colpa. Quando ebbe la consapevolezza di ciò che stava accadendo, si sentì scottato e si staccò velocemente da lei, e appoggiò delicatamente la fronte su quella di lei cercando di far tornare il suo respiro regolare.
Poco lontano da quella scena gli amici videro tutto, e rimasero a bocca aperta. Increduli da ciò che aveva appena visto. Ma cosa potevano fare? Non poteva rimanere da solo a vita, e vivere in una speranza che stava diventando un incubo. E per quanto nei loro cuori provarono un grande dolore per l’assenza di Sana che non poteva fermare tutto ciò, erano felici per Akito e non avrebbero detto mai nulla per evitarlo.

                                                                                      *****

< Forse è meglio che io vada. >. Si staccò da lei e si girò per andarsene, ma si sentì bloccare subito dopo.
< Possiamo rivederci? >
< Non lo so. Ma ora scusa devo andare. >.
Per un attimo mentre se ne andò via si ricordò di aver provato un grande senso di colpa, ma a lui era piaciuto e l’avrebbe ripetuto ancora, e si l’avrebbe rivista. Doveva pur ricominciare no? E quella ragazza era un piccolo inizio della sua vita.

 
 
 
 
Ciao ragazze!!! Anche questo capitolo è molto lungo ahah. Ci sto lavorando da giorni e a parte il piccoli incidente di oggi, che grazie ad un errore del pc mi si cancellata tutta l’ultima parte, stanotte mi sono sbattuta per riscriverlo e aggiornare! Questo capitolo non mi fa impazzire se devo essere sincera, quindi accetterò qualsiasi critica voi mi scriverete, quindi dite tutto ciò che pensate! Spero che nei pezzi più belli voi vi emozionate lo stesso! Questa settimana lavorerò anche sul nuovo capitolo, cercando di essere più puntuale d’ora in avanti! Purtroppo il mio bimbo mi porta via molto tempo, e come sempre quando posso scrivere o sono stanca morta, o faccio mille altre cose. Comunque ce l’ho fatta. Buona lettura a tutti voi! E come sempre un grazie immenso a chi mi sostiene, a chi legge la mia storia, a chi crede in me, e a tutti voi lettori silenziosi che leggete la mia storia! Spero di farvi sognare! Un bacio grazie a tutti voi! Saretta!
 
*Liars- Bugiardi. L’ho chiamati cosi proprio perché ogni componente del gruppo, mente per poter avverare il loro sogno di cantanti. E più avanti li conosceremo. Grazie a Love_Kodocha ahah =)
* A Bailar di Flor speciale come te! Tradotta in italiano la consiglio in originale.
* Te Siento di Flor speciale come te! Tradotta in italiano e la straconsiglio in originale.

 
  
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