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Autore: Chiiara    26/05/2015    0 recensioni
"Avevo 13 anni la prima volta che finì nei guai: fumai roba pesante. All'epoca credevo fosse una stupidità che valeva la pena fare."
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"Chi cazzo sei?"
'Sai a tuo padre è venuta la buona idea di portare a casa una ragazza sconosciuta e che è appena stata abbandonata dai suoi genitori e dal suo ragazzo. Ah ed è appena uscita di prigione per possesso di eroina.'
No; decisamente non potevo dire questo.
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"Sai qual è il mio problema? Che io non solo mi sento rifiutata dal mondo, ma io stessa lo rifiuto. Partecipare, ma non troppo. Conoscere, ma non sapere. La doppia me, di cui una è con troppi problemi per farne parte e l'altra con troppa voglia di essere nella mischia."
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Youth

 
"We are the reckless,
We are the wild youth
Chasing visions of our futures"

"Chi cazzo sei?"

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"Savannah.." Mi guardai in torno non sapendo cosa dire. 'Sai a tuo padre è venuta la buona idea di portare a casa una ragazza sconosciuta e che è appena stata abbandonata dai suoi genitori e dal suo ragazzo. Ah ed è appena uscita di prigione per possesso di eroina.'
No; decisamente non potevo dire questo. anche perché nessuno della famiglia sapeva che ero appena uscita di prigione.
Il ragazzo era spaventato, ma non quanto me: se avesse chiamato la polizia non sarei uscita così facilmente.
Lo vidi fissare il telefono di casa, per poi rispostare lo sguardo su di me e di nuovo guardare il telefono. Con un salto lo prese, ed io nel panico mi avventai su di lui gridando "No!"
Provai a strappargli il telefono di mano, e cercai in un modo o nell'altro di spiegare la situazione. "Mi ha portata qui tuo padre!"
"Lasciami il telefono!"
Mi diede uno spintone e caddi a terra. Oh merda, no no no. 
"Fermati! Ti prego non farlo." 
Non so a cosa stesse pensando, ma non schiacciò nessun numero e ripose il telefono.
Sospirai, finché non prese un coltello.
"Non avvicinarti" mi avverti. Ero nel panico più totale. 
"Mettilo giù, ti assicuro che è come ti ho detto!" 
Lui era in crisi, non sapeva se fidarsi di me e di certo nessuno l'avrebbe fatto. Sentì la porta di casa sbattere. Lui si sporse dalla cucina per vedere chi fosse. "Oh Niall sei tornato prima del previsto, credevo tornassi stasera. Vieni ti devo presentare.." Maura si interruppe quando entrò in cucina e notò me in fondo alla stanza e lui con un coltello in mano rivolto verso di me. Strabuzzò gli occhi e mormorò titubante "Vedo che vi siete già conosciuti."
Appoggiò le due buste della spesa sul tavolo. Lui, ovvero Niall aveva ancora più dubbi di prima. La madre rispose al suo sguardo insistente con "Perché non metti via quel coltello e mi aiuti a mettere via la roba?"
"Chi è lei?" disse insicuro, ma rivolgendomi uno sguardo non molto piacevole da ricevere.
"Stai tranquillo tesoro non è un'aliena. Si chiama Savannah. Resterà qui per un po'".
Non rispose, anzi se ne andò proprio via dalla stanza.
"Oh piccola tutto ok? Mi dispiace sia successo tutto questo, lo avrei avvertito il pomeriggio della tua presenza."
"Non si preoccupi io sto bene, chiunque avrebbe reagito come lui, mi dispiace che se la sia presa."
"Credimi gli passera, tu invece.." prima di finire la frase appoggiò le sue labbra nella mia fronte e poi continuò "sei ancora un po' calda."
Stavo per aiutarla quando mi fermò. "Non preoccuparti va pure in camera, non voglio che ti sforzi." La ringraziai ed entrai nella "mia" stanza. Iniziai a svuotare uno scatolone. Volevo vedere se almeno c'erano le cose a cui più tenevo oltre al carillon. C'era la mia Polaroid, un oggetto che tra tutte le mie cose pensavo di non rivedere mai più. La strinsi al petto, faceva parte dei miei tesori lei. infondo alla scatolone era riposto il mio quaderno, altro pezzo importante per me. Quegli oggetti mi rappresentavano. Soprattutto il mio quaderno. Rappresentava la mia passione: l'arte. Avrei voluto intraprendere una scuola per specializzarmi, ma la mancanza di soldi in famiglia non mi aveva concesso una scuola superiore. Non che amassi la scuola: prima dei quattordici anni odiavo lo studio e di certo non ero una cima, ma con il passare degli anni la mancanza della scuola si era fatta sentire. Non andare a scuola mi mancava, mi mancava imparare cose nuove. Tutto ciò che avevo imparato negli ultimi anni era dovuto ai libri che prendevo dalla biblioteca della mia città. Era il mio posto. Si perché di notte diventavo l'altra me, quella menefreghista, quella che fa casini e si diverte, mentre di giorno ero la ragazza che aveva bisogno di credere in qualcosa. Oltretutto, dovevo molto al proprietario della biblioteca: tutte le volte che potevo lo aiutavo e grazie a lui ero riuscita a guadagnarmi dei soldi per me e non per la famiglia. Uscì di camera ancora nei miei pensieri quando sentii Niall e Maura parlare di una faccenda in sospeso: io.
"Senti Niall aveva bisogno di aiuto e noi l'abbiamo ospitata, non capisco perché te la prendi così tanto."
"Poteva derubarci, mica la conosci." Il mio cuore prese a battere all'impazzita, mentre pregavo ai miei occhi di non farmi brutti scherzi. Non potevo piangere, non per così poco. L'idea che si era fatto Niall di me però mi distruggeva.
"Nessuna ragazza nelle condizioni in cui era avrebbe potuto farlo. Se tuo padre non l'avesse aiutata avrebbe rischiato di finire all'ospedale."
Maura però mi difese e la cosa mi riempì il cuore. In un giorno era stata più protettiva di mia madre durante sedici anni.
"Ma ora sta bene" confermò lui del tutto incazzato.
Era vero, stavo molto meglio rispetto ieri e aveva ragione: dovevo andarmene. 
"Niall, non la conosci nemmeno" provò lei.
"Nemmeno tu." Sentii che stava salendo le scale e decisi di rinchiudermi in camera. Non potevo farmi vedere che origliavo. Mi appoggiai con la schiena alla porta e mi sedetti a terra. Le lacrime iniziarono a scorrere e questa volta non riuscì a fermarle. Piansi, piansi perché era tutto una merda, piansi perché presto me ne sarei andata di lì e sarei finita chissà dove. Piansi perché la prima impressione che avevo dato ad uno sconosciuto era di essere una criminale. E se solo avesse scoperto della prigione avrebbe potuto provarlo. 

Nel pomeriggio rimasi chiusa in camera, la noia mi portò a disegnare, anche perché non volevo uscire da quella stanza: Niall era a casa e dopo quello che aveva detto non potevo fare a meno di evitarlo. Dopo qualche ora finì il mio disegno: erano una coppia di ragazzi che ballava. Altra mia passione: il ballo a coppia, non che io sappia ballare, ma sono sempre riuscita ad intrufolarmi per vedere qualche esibizione di ballo. Mi affascinava tutto di quel mondo. Credo che l'arte sia in tutto, ma l'arte del ballo a coppia è sorprendente davanti ai miei occhi. Ho sempre immaginato di indossare uno di quei fantastici abiti colorati e soprattutto costosissimi. Una volta riuscii a scambiare qualche parola con una ballerina con un vestito straordinario e mi confessò il costo del vestito: 2000 euro. Rimasi sconvolta quando lo seppi, ma immaginai che per una ballerina sia importante avere un abito appariscente, soprattutto se si parla di ballerini a livello agonistico.
Mi stiracchiai compiaciuta del mio lavoro e decisi di uscire di camera e andare a bere un bicchiere d'acqua. Avevo la gola secca e avevo bisogno di sgranchire le gambe e la schiena dopo tutto il tempo che avevo passato per finire il disegno.
Entrai in cucina dove trovai Niall e un suo amico, il quale mi fissò in modo insistente. Vuoi un autografo?
"Chi è?" chiese a Niall, che invece mi fissava come per dire 'levati dai coglioni'.
"Chi lo sa. Forse una ladra. O una serial killer." Mi sorrise con sfida.
"Devo ricordarti che sei tu quello che mi ha puntato un coltello contro."
Scosse la testa ancora più scocciato di prima. Presi un bicchiere e lo riempì d'acqua.
"Allora Serial Killer, qual è il tuo nome?" chiese quello.
Appoggia il bicchiere nell'acquaio.
"Savannah." 
"Io sono Mark." Gli sorrisi, mentre vidi Niall con la coda dell'occhio alzare gli occhi al cielo.
Uscì di lì e ritornai in camera. Aprii la finestra e mi sedetti sopra come la mattina e mi fumai una delle mie sigarette.
Ero lì, sulla finestra a rilassarmi, quando di botto la porta si aprì, facendomi prendere un colpo.
"Sei impazzito, Dio mi sono spaventata!" Urlai.
"Senti tu, avrai conquistato i miei facendogli pena, ma stanne certa che non conquisterai me con la storiella che sei svenuta. E nemmeno i miei amici."
"Hai finito?" Ma cazzo vuole questo? Neanche ha bussato sto scemo.
"Stronza." 
Non risposi, ma invece che sputare il fumo fuori glielo buttai in faccia e lui iniziò a tossire. Buttai la sigaretta e scesi chiudendo la finestra.
"Se non fossi una donna ti avrei presa a pugni." Mi girai di scatto, come si permetteva.
"Provaci." Lo sfidai, di sberle in faccia ne avevo prese talmente tante che non mi faceva affatto paura.
Uscì dalla stanza e sbatte la porta. Un brivido. Quel rumore mi terrorizzava. Probabilmente se fosse stato mio padre a quest'ora avrei potuto avere una costola rotta. 
Sono stata una stupida. Invece di essere riconoscente gli ho sputato il fumo addosso.

La sera aiutai Maura a preparare la cena e una volta pronta mi ritrovai in una situazione abbastanza imbarazzante. Niall mi continuava a guardare in modo spregevole.
Bobby informò la famiglia che Greg sarebbe passato più tardi. A quanto pare aveva degli impegni di lavoro.
"Allora Savannah, come ti senti?" mi chiese Bobby.
"Molto meglio grazie, spero di togliere il disturbo il più presto possibile."
Non era vero. Non avevo un'alloggio, ma di certo non potevo far finta di nulla.
"Insomma avrai bisogno di un passaggio per tornare a casa. Credo che non te lo abbiamo detto, ma viviamo a Mullingar."
"No, non lo sapevo infatti." Sorrisi. Ma era evidente che non era un sorriso sincero.
"Allora, come mai ti trovavi in quella casa? Me l'ha venduta una famiglia ad un prezzo conveniente. Rivendendola ci guadagnerei molto. Purtroppo la famiglia che la voleva comprare, vedendoti, credo che si sia spaventata e abbia cambiato idea."
"Mi dispiace tanto. Mi tolga una curiosità, sa niente della famiglia che ci abitava?"
"Non molto, so che doveva trasferirsi velocemente, non ne so il motivo, erano in 3 comunque."
Alzai lo sguardo dal piatto.
"In tre?!"
"Si, una coppia con una figlia di 5 anni credo."
Silenzio. Era tutto programmato, per loro non esistevo proprio.
"Ho detto qualcosa di sbagliato?" La mia reazione non era stata certo delle migliori: il mio sguardo si era incupito e avevo ripreso a guardare il piatto. Niall mi guardava senza fiatare.
"No, niente. Solo che come le ho detto la prima volta che ci siamo incontrati io vivevo in quella casa."
"Credevo parlassi a vanvera." Era più che ovvio che avessero capito che mi avevano abbandonata, e di certo sapere di essere soli al mondo non è piacevole.
Bobby deglutì e fissò la moglie incredulo delle mie parole.
"Dove credi di andare?"
Scossi le spalle. Le possibilità non erano mica tante. O sotto un ponte o in una casa famiglia. E solo il pensiero mi disgustava.
Non riuscii a mangiare più niente purtroppo.
Fortunatamente l'attenzione fu spostata da me grazie al suonare del campanello. Bobby andò ad aprire mentre Maura sparecchiava. Niall mi fissava ancora. Probabilmente pensava che avessi risposto così solo per fare più pena ai suoi genitori. Che stupida, non dovevo raccontargli quelle cose. 
"Greg!" Maura corse ad abbracciarlo. Non ero abituata a vedere l'affetto in famiglia. Abbassai ancora lo sguardo, sempre con l'aria triste.
"Vieni ti presento una persona."
Lui si avvicino e mi porse la mano.
"Greg."
"Savannah" e gliela strinsi.
"Resterà con noi per qualche giorno."
"Benvenuta in famiglia."
Sorrisi, sorrisi davvero. Era strano pensare alla famiglia come qualcosa di positivo. D'altronde si sa; la mia era un disastro.
Dopo aver conosciuto Greg decisi di andare a riposare. Avevo bisogno di dormire, e di rilassarmi. Una volta che avrei lasciato quella casa, non potevo sapere quanto tempo avrei dovuto aspettare prima di riavere l'occasione di dormire in un letto.

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Buonasera a tutti belli e brutti!
Finalmente sono riuscita a pubblicare un nuovo capitolo! 
Ultimamente la scuola e gli allenamenti di ballo mi stanno tenendo impegnatissima.
Giuro non ho più le forze! Voi come state? 
Se siete arrivati fino a quì forse un pochino la mia storia vi sta incuriosendo? 
Lo spero proprio perchè il prossimo capitolo è gia pronto! 
METTETE TRA I PREFERITI/SEGUITI O RECENSITE! :)

Non sapevo come ero finita lì fino a che non mi trovai davanti un viso familiare.
Era Jimmy.

 
Love always,
Chiiara.

 
  
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