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Autore: KiarettaScrittrice92    27/05/2015    3 recensioni
- Buona notte fanciulla...
- Buona notte mio Angelo...
- Ladri per sempre...
- ...bianchi e liberi!
- We can...
- ...do magic!
Questa storia è molto importante per me, ci ho messo tutta me stessa a scriverla parecchio tempo fa ed ho deciso solo ora di pubblicarla qui, per questo motivo sarà strutturata in modo diverso dalle mie altre fanfiction.
Innanzi tutto sarà divisa in tre parti (ossia tre grandi storie) che ovviamente avranno un filo conduttore che le unisce come se fossero una il sequel dell'altra.
Poi per ogni capitolo metterò l'angolo dell'autore (di solito non lo faccio con le long, ma con questa ci tengo a farlo) e lo metterò ad inizio capitolo non alla fine, pregherei tutti di leggerlo (ma se non volete pazienza).
P.S. Tutto quello che leggerete qui è strettamente collegato alle trame di Gosho, ma non sempre le seguirà alla lettera. Quindi se vedete delle incongruenze sono volute apposta (soprattutto nella storia del passato di Kaito), inoltre tutti gli spoiler della saga di Bourbon non esistono.
Per concludere il raiting giallo è messo solo per un singolo capitolo, quasi alla fine della storia, ma è tranquillamente raiting verde.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaito Kuroba/Kaito Kid, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Kaito & Kiaretta'
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Angolo dell'autrice:
In questo capitolo farò tornare un personaggio che io amo alla follia (in realtà adoro quasi tutti i personaggi di Gosho).
Io infatti non trascuro nessuno, tantomeno in questa ff, quindi cercherò sempre di inserire tutti (Amuro, Sera e Akako esclusi, visto che allora non li conoscevo).
Però mi raccomando, state attenti a tutti i piccoli indizi che vi darò in questo capitolo. 
Vi ringrazio ancora dal più profondo del cuore, e non vi preoocupate di quando recensite, l'importante e sapere che la leggiate e che vi piaccia!
Buona lettura ^-^

La rosa rossa



Turno al locale

Il ragazzo stava guidando la sua macchina. Era una sfavillante Berlina bianca, lucida e senza un graffio, che sfrecciava leggera sull’asfalto.
«È un peccato che non siamo riusciti ad accettare l’invito. – disse la ragazza di fianco a lui – Insomma avremmo potuto trovare i suoi punti deb...»
«Alice piantala! – sentenziò lui zittendola – Ti ho già che detto che non lo farò mai. Non m’importa se il capo darà l’ordine di uccidermi.»
«Koriko non scherzare!» urlò la ragazza preoccupata.
«Ti sembra che scherzi? Non manderò mio fratello a morte certa!» rispose lui categorico. La ragazza sospirò, dopodiché non parlarono per tutto il tragitto.

 

Entrò nel locale con la sua solita aria disinvolta. Indossava un vestito nero molto semplice. Le gambe perfette erano ben in vista e una profonda scollatura le metteva in evidenza il seno. Il collo era ornato da una semplice collana di perle bianche. Le scarpe nere col tacco alto s’intonavano perfettamente alla borsetta di pelle.
Si avvicinò al bancone e si sedette. Subito una ragazza dai capelli bruni e lunghi le si avvicinò.
«Desidera?» chiese.
«Uno sherry, grazie.» rispose lei accavallando le gambe.
Quando la barista si allontanò, le scappò un sorriso sulle labbra rosse di rossetto. Chissà per quale motivo le era venuto in mente proprio quell’alcolico, sembrava quasi che nonostante il tempo passato lontano da quel mondo e da quei terribili giorni, il suo passato continuasse a bussarle nella mente, quasi come un’ossessione.
Si chiese per quale motivo aveva accettato di fare quella cosa, in fondo lei non ci guadagnava assolutamente nulla. A quel pensiero le sfuggì un altro sorriso, era ovvio il perché lo facesse. Lo faceva per lui.
«Ecco a lei signorina.» alzò gli occhi e rimase paralizzata.
A servirle il suo drink non era stata la ragazza di prima, ma un ragazzo. Per un attimo pensò che le avesse fatto uno scherzo, poi vide il viso della persona in questione.
No, non poteva essere lui, quel ragazzo era molto più grande. Eppure si stupì di quanto quegli occhi fossero uguali identici a quelli di colui per cui batteva il suo cuore.
«Grazie...» sussurrò abbassando lo sguardo e prendendo il bicchiere, mentre un uomo fischiò, avvicinandosi a lei.
«Ehi bellezza...» disse sedendosi accanto.
Lei si girò verso di lui. Era un uomo di mezz’età, non sembrava ubriaco, era la persona giusta a cui rivolgersi. Gli sorrise e lo salutò.
«Piacere, Kanade Makio.» si presentò lui porgendole la mano.
«Shiho Hirota. – rispose lei stringendogliela, dopodiché partì all’attacco – Vieni spesso qui?»
«Praticamente tutte le sere.» rispose lui.
«Capito, io è la prima volta che ci vengo. È molto particolare come posto... insomma molto a tema.» disse guardando le pareti bianche illuminate dai led verdi e oro.
«E non è tutto, non so i bagni delle donne, ma quelli degli uomini sono pieni di quadri di veri fiori. Inoltre, ogni cinque ore cambiano i ragazzi al banco e ognuno ha un colore specifico e un fiore diverso all’occhiello. Guarda ora per esempio. – disse indicando con la testa il ragazzo che le aveva servito il suo drink – Quello lì è vestito di blu, ed ha una rosa blu come fiore. Mentre l’altra – e indicò la ragazza dai capelli scuri – quella ha il vestito bianco e ha un’altro fiore.»
«È un mughetto.» puntualizzò lei.
«Esatto!» confermò l’uomo con un sorriso.
«Interessante... e hai visto altre persone al banco?»
«Oh sì, hanno solo un turno per settimana. Non so come faccia il proprietario a pagare tutti quanti.»
Effettivamente se lo chiedeva anche lei. Oltre a chiedersi per quale motivo l’aveva spedita lì. Insomma cos’avrebbe dovuto scoprire secondo lui? Pensò furiosa, maledicendo il ragazzo e le sue stupide indagini.
«E ti ricordi qualche particolare strano?» chiese, bloccando i suoi pensieri.
«Beh... – l’uomo rimase un attimo pensieroso – strano no, però capita ogni tanto che qualche ragazzo o qualche ragazza non venga più, magari vengono licenziati. Altre volte invece vengono a lavorare ragazzi stranieri, da tutto il mondo. Una volta è arrivata una ragazza che parlava in inglese, un’altra volta un ragazzo dall’accento latino, poteva essere sud americano o spagnolo e un’altra volta una ragazza che sapeva parlare il giapponese, ma aveva i tratti occidentali.»
«Capito. – disse dando l’ultimo sorso al suo sherry – Scusami ma devo andare.» disse, alzandosi e dirigendosi verso i bagni.
«Sì sì... ciao...» fece l’uomo, seguendo il suo fondoschiena con lo sguardo.
«Carina, eh?» domandò il ragazzo, appoggiandosi al banco.
«Puoi ben dirlo!» rispose lui girandosi di nuovo verso il bancone.
«Allora? Cosa ti porto sta volta?»
«Un gin tonic grazie... A proposito e a te come va?» domandò, indicando con un cenno di testa l’altra barista che stava servendo due cocktail più in là.
«Bene, – sorrise lui – non appena si sistemeranno le cose le chiederò di sposarmi.»
«Wow fantastico, forza ragazzo!» sorrise l’uomo.

  
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