Capitolo
3: Interpretation of a Nightmare.
È passata una settimana da quando
Tetsuya e Ryouta hanno iniziato la loro personale indagine e i risultati
riportati fino a quel momento sono così deludenti che nemmeno Kise trova più la
forza di sorridere.
«Kurokocchi, tu sei proprio
sicuro?» chiede l’Alchimista Specchio, rendendosi conto da solo di quanto la domanda
possa sembrare petulante. Quella settimana l’ha ripetuta così tante volte da
averla a nausea lui stesso.
«Sì» risponde secco l’altro, per
poi addolcire di poco il tono di voce, «So che sembra tempo sprecato, ma una
volta che avremo raccolto tutte le informazioni necessarie ti assicuro che
troveremo facilmente il SEIRIN» spiega, senza staccare gli occhi da tutti gli
appunti che ha raccolto durante li interrogatori a cui hanno sottoposto ogni
soldato che si sia scontrato contro i ribelli.
È grato per la fiducia che gli
sta dimostrando Kise, soprattutto dal momento che l’ordine sottinteso che gli
ha impartito Akashi durante il loro colloquio è stato fin troppo chiaro: “Se avrai il sospetto che Tetsuya possa
tradirci, uccidilo”.
Ne è la prova il fatto che il
Comandante Supremo abbia dato una Pietra Filosofale anche a Kise, nonostante
sia Kuroko l’unico ad avere problemi con la propria Alchimia.
«Kurokocchi…»
La voce esitante dell’Alchimista
Specchio lo costringe ad alzare gli occhi dai fogli per incontrarne lo sguardo
preoccupato.
«Tu stai bene?»
«Per favore, non preoccuparti per
me, Kise-kun».
Il giorno prima c’è stato
l’ennesimo scontro con i ribelli ed è stata la conferma di ciò che ha temuto
per tutta la durata delle indagini: Taiga combatte con il SEIRIN.
Le comunicazioni fin troppo lente
gli hanno impedito di arrivare sul posto prima che gli avversari si dessero
alla fuga e ciò lo ha lasciato con un senso di vuoto enorme a cui non sa dare
un nome.
I fatti sono semplici: Kagami li
ha traditi e lui ha l’ordine di ucciderlo. È un soldato, è impossibile che un
ordine del genere possa turbarlo davvero così tanto, eppure è così.
Ricorda che per qualche secondo
ha fatto fatica a respirare, prima che Kise trovasse opportuno trascinarlo via
dal punto preciso dove la sua paura più grande ha cominciato a diventare reale.
“Un’altra cosa per cui essergli grato” pensa Kuroko.
«Sai, ho notato che c’è una
costante».
Ancora una volta l’Alchimista di
Ghiaccio alza lo sguardo verso Kise. Si accorge subito che il tono dell’altro è
cauto, come se lo stesse testando in qualche modo; non riesce ad evitare di
sentirsi almeno un po’ offeso, soprattutto perché poco prima si era ritrovato a
ringraziare mentalmente Kise per la sua fiducia.
Decide di mantenere il solito
distacco. «Una costante?»
«Be’, quasi una costante» si corregge subito l’alchimista, ritrovando la
naturalezza nella voce «È più che altro qualcosa che si ripete spesso, una
buona parte degli avvistamenti sono stati fatti nei pressi dell’ospedale di Ogiwara Shigehiro» termina,
storcendo appena il naso alla parola “ospedale”.
«Non penso che c’entri» ribatte
Kuroko, forse un po’ troppo rapidamente, tanto da guadagnarsi un’occhiata
dubbiosa da parte dell’altro.
Ryouta resta comunque in
silenzio, per dare la possibilità all’altro di spiegarsi. Non gli piace
giungere a conclusioni affrettate, soprattutto in una situazione tanto
delicata. Soprattutto se si parla di un compagno.
«Ogiwara-kun è un medico e ha
dichiarato fin da subito che curerà chiunque ne abbia bisogno. Non è assurdo
che i ribelli si rivolgano a lui quando rimangono feriti. Questo però non lo
rende loro complice».
Kise sospira e si passa una mano
tra i capelli, «Veramente questo lo rende davvero loro complice» precisa.
«Ma cura anche i nostri soldati
se sono troppo gravi per poter raggiungere l’accampamento».
«E allo stesso tempo salva la
vita a chi decima le nostre file».
«Non fa del male a nessuno».
«Non è da te essere
irragionevole. È perché siete amici d’infanzia?»
A quelle parole, cala il
silenzio. Tetsuya è sicuro di aver parlato di Shigehiro solo a Kagami.
Ryouta gli rivolge uno sguardo di
scusa e lui intuisce che il collega deve aver deciso di indagare sul suo
passato, anche se è evidente che adesso si stia pentendo di averlo fatto.
Kuroko capisce che l’unica arma
che ha adesso è la sincerità, quindi si lascia andare ad un sospiro tanto lieve
da non avere consistenza e punta le iridi in quelle di Kise. «Io e Ogiwara-kun
siamo cresciuti a Resenbool e siamo amici. Tuttavia
ho scoperto solo una settimana fa che lui è qui; sono sicuro che lui non voglia
danneggiare nessuno, vuole solo salvare delle vite, non c’è nulla di male in
questo».
Ancora una volta, lo sguardo di
Kise si tinge di cautela e devono passare una buona manciata di secondi prima
che si decida a rispondere.
«Però i ribelli si appoggiano
davvero a lui per curarsi».
«Kise-kun, non–».
«Ci basterà appostarci vicino
all’ospedale e seguirli quando si
recheranno da lui. Troveremo il SEIRIN senza coinvolgere il tuo amico, no?»
“Un’altra cosa per cui dovrò ringraziare” pensa, con lo sguardo
colmo di sincera gratitudine che, però, resta nascosta dietro la spessa lastra
di ghiaccio nei suoi occhi, “È per il
fatto che Kise-kun sia davvero molto più intelligente di ciò che fa credere
agli altri”.
[…]
Momoi Satsuki non può fare a meno
di sospirare di sollievo nel ritrovarsi di nuovo a Central City, seppur
temporaneamente.
Le sono bastati venti secondi per
rendersi conto che odia Ishval e non è stato perché la sabbia che doveva essere
calda e bianca si è rivelata essere rossa, pregna di sangue e più gelida di un
cadavere. Non è stato neanche per l’aria densa di polvere da sparo e delle urla
che feriscono l’udito con più ferocia di una spada.
Momoi Satsuki odia Ishval perché
quella terra dura e aspra sta risucchiando via l’anima e l’umanità delle
persone che ama e lei ha l’esatto compito di trascinare in quell’Ade anche
l’unico che fino a quel momento era stato salvo, seppur rinchiuso in un inferno
tutto suo, personale.
È con un senso di colpa infinito
che si decide ad abbassare la maniglia del Laboratorio numero cinque, aprendone
la porta e trascinandosi dentro.
Raggiunge in silenzio il punto
del Laboratorio dov’è sicuro di trovare l’amico e ciò che vede non riesce a non
strapparle un sorriso.
Midorima è addormentato con il
viso riverso di lato su un mucchio disordinato di fogli e il suo assistente gli
sta accarezzando una guancia, osservandolo con aria assorta.
«Buongiorno, Takao-kun» sussurra
Momoi più piano che può, per non svegliare l’alchimista.
Takao si riscuote e alza lo
sguardo verso la ragazza, per nulla turbato dall’essere stato colto in
atteggiamenti intimi con Shintarou, «Momoi-chan» saluta allegramente. Lui,
invece, non sembra per nulla turbato dall’ipotesi di svegliare il compagno.
«Non eri partita assieme al Demonio~?» ironizza il soldato
«Oh, non dire così!» lo
rimprovera la ragazza a bassa voce, «Akashi-kun ha occhi e orecchie ovunque».
«Inutile, Momoi, con lui non c’è
speranza, si farà congedare con disonore».
Satsuki e Kazunari spostano
subito lo sguardo sull’alchimista, nessuno dei due si era reso conto che
l’altro si fosse svegliato.
«Shin-chan!» protesta Takao con
tono lamentoso ma comunque ilare. Non basta per allentare la tensione che si è
creata nel momento stesso in cui gli occhi di Shintarou e quelli di Momoi si
sono incrociati.
Se lei si trova lì, non è per
portare buone notizie, questo è ovvio.
«Sarei sgarbato a chiederti direttamente
cosa vuole Akashi, saltando i convenevoli?» domanda, non riuscendo a nascondere
la stanchezza nella sua voce.
Non vuole essere maleducato con
Momoi, dopotutto è una conoscente – amica? – ma in quel momento lei rappresenta
solo una fonte di imminenti guai, che lo desideri o meno.
«Vuole che tu e Takao-kun veniate
ad Ishval» risponde prontamente la ragazza, abbassando appena lo sguardo. Non
c’è acrimonia nella sua voce, in una circostanza del genere non riesce davvero
a prendersela con Midorima, sa che ha tutte le ragioni del mondo.
«Posso sapere il perché?»
«Il SEIRIN. Kagamin
ci ha traditi per allearsi con loro e Akashi-kun pensa che presto Tetsu-kun
farà lo stesso. Ha comunque affidato a lui e a Ki-chan
il compito di trovare la base operativa del SEIRIN, ma fino ad ora non hanno
riportato risultati… quindi Akashi-kun si è convinto che voi due siate
indispensabili sul fronte per aiutarli» conclude, osando puntare i propri occhi
in quelli smeraldo di Midorima, cercando di trasmettergli il dispiacere che
provava nel portar loro certe notizie.
Takao sbuffa e ruba uno dei fogli
dell’alchimista, arrotolandoselo tra le dita, sintomo di nervosismo. «Perché lo
svitato ha affidato un incarico del genere a Kuro-chan
se pensa che voglia tradirci?»
«Non può arrestarlo senza prove fondate nemmeno lui che è il Comandante
Supremo ed è convinto che facendolo agire in prima linea sarà più semplice
portarlo a compiere un passo falso» Spiega Shintarou al posto di Momoi,
riappropriandosi del foglio sottratto dall’assistente. Lui, tra tutti, è quello
che forse comprende meglio il modo di pensare di Seijuurou. «E tu, Momoi, di
tutta questa situazione cosa ne pensi?» si ritrova a domandare, forte della sua
fiducia nei confronti delle capacità della ragazza. Non lo ammetterà mai, ma le
sue analisi e il suo intuito sono precisi al limite della preveggenza.
Satsuki scuote la testa in segno
di diniego, con aria dispiaciuta, «Non lo so. Con Kagamin
l’ho capito subito che ci avrebbe traditi, ma Tetsu-kun è sempre stato
imprevedibile anche per me. Però continua a dire che questa guerra è sbagliata,
prima di partire si è pure presentato nell’ufficio di Akashi-kun per cercare di
convincerlo a rinunciare al piano di sterminio…» si concede qualche attimo di
pausa e poi riprende a parlare, la voce un po’ più incrinata, «Si sta mettendo
nei guai, vero?»
Midorima sa che la risposta più
sincera è un “sì”, ma perfino lui si rende conto che una replica del genere non
può darla, non a Momoi, tuttavia non sa come comportarsi e rimane prigioniero di
un silenzio impacciato.
È Takao a soccorrerlo, perché non
può lasciare una ragazza sul punto di scoppiare in lacrime, nemmeno se si
tratta dell’assistente personale dell’uomo che vuole trascinarli con sé
all’inferno. Mantiene una certa distanza mentre inizia ad accarezzarle i
capelli, tuttavia il suo sorriso sembra sincero e questo basta, «Kuro-chan non è stupido, non si metterà apertamente contro
Akashi» le dice, per poi abbassare la voce tanto che Midorima per seguire il
discorso è obbligato ad avvicinare di più il viso ai due, «E poi, solo un pazzo
troverebbe giusta questa guerra, ciò non significa che diserteremo tutti… Kuro-chan ha solo il difetto
di essere troppo diretto nel dire ciò che pensa».
La ragazza annuisce, rinfrancata
e rivolge ad entrambi un pallido sorriso.
Shintarou distoglie subito lo
sguardo, aggiustandosi gli occhiali sul naso, «quando partiamo?» domanda,
burbero.
«Subito».
[…]
Kuroko deve ammettere con se
stesso che nonostante abbia approvato subito il piano di Kise, non ha mai creduto
che potesse funzionare tanto rapidamente. Concentrandosi il più possibile sulla
propria mancanza di presenza, segue a distanza Izuki, conscio che a sua volta,
da lontano, Kise sta tenendo d’occhio lui.
“Sembra quasi scorretto vincere così” pensa, per poi concentrarsi
meglio sulla parola “vincere”.
Solo il SEIRIN dispone delle
forze necessarie a fermare quella sanguinaria guerra, trovando il loro
nascondiglio metterebbero Akashi nella condizione di non aver più nessuno in
grado di tenergli testa.
“Sarebbe il via libera allo sterminio totale” pensa, mordicchiandosi
l’interno della guancia.
Non può smettere di pedinare
Izuki perché sarebbe come dichiarare il proprio tradimento e sa che Kise –
anche se con la morte nel cuore – non esiterebbe ad ucciderlo, “E non posso costringerlo a fare una cosa del
genere, non dopo che mi ha aiutato a tenere al sicuro Ogiwara-kun”.
Si sente più meschino ad ogni
passo che compie, tuttavia non smette di inseguire il membro del SEIRIN, quasi
sperando che finalmente qualcuno si accorga della sua presenza e lo blocchi.
Ormai quella che non può che
essere la base operativa del SEIRIN è visibile ad occhio nudo, quando infine
qualcuno si rende conto di lui; sa fin troppo bene che ormai è troppo tardi,
tuttavia non riesce ad impedirsi di sentirsi almeno un po’ sollevato.
Una lunga fiammata lo sfiora ed
ogni traccia di conforto scompare.
«… Kagami-kun…» esala, voltandosi
verso di lui.
Negli occhi del ragazzo c’è
qualcosa che Kuroko non riesce a distinguere bene, qualcosa che si avvicina
molto alla delusione, «Sapevo che saresti arrivato fino a qui» dice con voce
cupa, sistemandosi meglio i guanti, «Ma non andrai oltre».
Riesce ad udire in modo più che
distinto le dita di Taiga schioccare e per un istante si convince che, forse,
l’opzione migliore è proprio quella di farsi uccidere da lui in quel momento.
“Quale modo migliore per evitare le responsabilità se non farsi
uccidere?” pensa, disgustandosi da solo a quel pensiero tanto vile.
Fa appena in tempo a sentire un
vago calore sulla pelle, prima che le sue mani si muovano da sole. La lastra di
ghiaccio che riesce a creare con la Pietra Filosofale è tanto spessa che nemmeno
le fiamme dell’Alchimista di Fuoco riescono a scioglierla.
Approfittando della copertura
causata da vapore riesce a portarsi alle spalle dell’altro, pronto a
congelarlo, pronto a mettere fine a qualsiasi speranza abbia mai avuto Ishval.
Basta un attimo di tentennamento e Taiga si accorge di lui; si gira di scatto e
lo colpisce abbastanza forte da farlo atterrare a quasi tre metri di distanza.
«Spero davvero che
quell’esitazione non fosse pietà» lo
apostrofa Kagami, avvicinandosi a lui e bloccandogli il polso destro al suolo
con un piede, per impedirgli di eseguire trasmutazioni.
«Chi c’è con te, Aomine?»
«Sono da solo».
«Cazzate, guarda quanto ci ho
messo a renderti inoffensivo, Akashi non ti manderebbe mai qua da solo a meno
che non voglia la tua morte» ringhia, facendo più pressione sul polso di
Kuroko.
«Kagami-kun, mi fai male».
«L’idea è più o meno quella»
sibila, non riuscendo a capacitarsi del fatto di trovarsi davvero davanti
Tetsuya. Vista la sua abilità di passare inosservato, è la scelta più scontata.
Ciò che non riesce a credere possibile è che l’Alchimista di Ghiaccio si sia
davvero ritrovato ad obbedire ad Akashi e la rabbia che prova nel pensarci
riesce perfino a fargli sembrare meno orribile l’ipotesi di ucciderlo. Sta già
per schioccare le dita per mettere fine all’esistenza di Tetsuya, quando
quest’ultimo parla.
«Su una cosa, però, hai torto»
dice, serio, schiudendo appena la mano destra e facendogli intravedere la
Pietra Filosofale.
La piccola sfera rossa attira de
tutto l’attenzione dell’Alchimista di Fuoco, che non si rende conto della mano
sinistra del più piccolo che è andata ad estrarre la pistola, «Non mi hai reso
inoffensivo» e spara.
Il proiettile trapassa la gamba
di Kagami, quella che ha usato per immobilizzare l’altro, tuttavia riesce a non
cadere.
Schiocca le dita ma Tetsuya,
ormai libero, riesce a rotolare su un fianco in modo che il colpo che avrebbe
dovuto essere letale si limiti ad ustionargli una spalla. Crea un’altra lastra
di ghiaccio come riparo e solo allora si decide ad alzarsi, mentre le fiamme
dell’altro continuano ad aggredire con ferocia lo scudo da lui creato, pur
sapendo di non poterlo sciogliere.
“Sempre il solito testardo” pensa Tetsuya, rendendosi conto che pur
trovandosi al sicuro non può uscire allo scoperto e attaccare, le vampate
adesso hanno un raggio d’azione più ampio, “Ovviamente
non cascherà nello stesso trucco due volte. Però se pensa che basti questo a
mettermi fuori gioco…”
Un grosso spuntone di ghiaccio si
allunga dalla lastra, in direzione di Taiga; la cortina di vapore è troppo
densa per fare in modo che Kuroko possa prendere la mira, tuttavia si rende
conto di aver centrato il bersaglio nel momento in cui le fiammate smettono di
aggredirlo.
Con estrema cautela esce dal suo
nascondiglio, nel momento stesso in cui infine Kise lo raggiunge.
Si avvicina a Kagami, riverso
prono sul terreno sabbioso, e lo rivolta con un piede; il colpo è arrivato alla
tempia, dalla quale esce ancora sangue, tuttavia lo sterno si alza e si abbassa
regolarmente, è ancora vivo.
«Kurokocchi…»
«Non posso farlo».
«Eh? Kurokocchi, prima l’hai
colpito con l’intenzione di ucciderlo, adesso non puoi dire che non puoi
farlo!»
«Vero» concede Tetsuya,
inginocchiandosi accanto a Taiga e tracciando un cerchio alchemico sulla
sabbia, sotto lo sguardo esterrefatto di Ryouta. Due membri del SEIRIN – Izuki
ed un tizio alto che, secondo le descrizioni che hanno ricavato, dovrebbe
essere un alchimista – si avvicinando rapidamente, non l’aria di non aver buone
intenzioni nei loro confronti, ma lui non se ne cura. «Tuttavia, prima il mio
unico pensiero era difendermi. Adesso che posso ragionare razionalmente mi
rendo conto che, semplicemente, non posso farlo».
“Non a lui”.
L’alchimista e Izuki li
raggiungono mentre lui congiunge le mani per poi poggiare i palmi sulla sabbia.
Il sangue smette di uscire dalla tempia di Kagami e la ferita si rimargina.
«Riprenderà i sensi a breve» dice ai due, come se nulla fosse successo.
Lo sconosciuto apre bocca per
parlare, ma in quel momento un’esplosione assordante copre ogni altro rumore e
reclama su di sé l’attenzione di tutti; nella direzione dalla quale sono venuti
i due alchimisti di stato, si alza un’imponente colonna di fumo nero come pece,
seguita da altre esplosioni più contenute. Tutti e quattro impallidiscono.
«In quella direzione…» esordisce
Izuki.
Tetsuya si sente morire, «…
Ogiwara-kun…»
L’Alchimista di Ghiaccio e i due
ribelli corrono a perdifiato, sperando di essersi sbagliati nonostante sia una
speranza vana; sanno fin troppo bene che in quel punto preciso c’è solo
l’ospedale di Ogiwara.
“Hanamiya!” pensa Tetsuya con rabbia, conscio che solo lui è capace
di uno scempio simile.
Fin troppo velocemente giungono a
ciò che resta della clinica, ridotta del tutto in cenere; nessuno può essersi
salvato.
Kuroko scorge con a coda
dell’occhio Makoto, poco distante da loro, intento ad ammirare quasi
ipnotizzato il proprio lavoro. Sente di non aver mai provato tanto odio nei
confronti di qualcuno.
«Tu…» sibila, sentendosi troppo
sconvolto pure per urlare. Ad ogni passo sente le membra farsi più pesanti,
intorpidite, si estrania così tanto dal proprio corpo che si rende conto di
star piangendo solo quando la sensazione di umido sule guance è troppo presente
per poter essere ignorata.
Stringe la Pietra Filosofale con
tanta forza che per un solo istante teme di frantumarla; per la prima volta
nella sua vita, prova un profondissimo desiderio di uccidere, è tanto
opprimente che lui stesso se ne spaventa un po’, tuttavia quella lieve paura
viene subito spodestata dalla fredda rabbia che lo pervade fino alle viscere.
«Perché?» riesce solo a
domandare, sentendo vibrare pericolosamente la propria voce. Non vuole davvero
una spiegazione, non ce n’è una che possa essere accettabile, però quella è
l’unica domanda che gli vortica nella testa con tanta violenza da dover per
forza essere posta.
«Perché?» ripete a sua volta
l’Alchimista Cremisi, beffardo, «Ordine del Comandante Supremo, pare che qua in
zona si aggirassero un po’ troppi scarafaggi» termina con un ghigno che acceca
del tutto ogni traccia di buonsenso da parte di Kuroko.
Tetsuya sta per lanciarsi
all’attacco – “Mi basta sfiorarlo”
pensa, “Mi basta sfiorarlo e avrà ciò che
merita!” – ma una mano si serra con decisione sul suo polso, frenandolo.
«Questa è zona neutrale,
ricordi?» gli sussurra lo sconosciuto, serio, «È ciò che avrebbe voluto
Ogiwara…»
Kuroko lancia uno sguardo di odio
puro ad Hanamiya, ma al posto di colpirlo crea una cortina di vapore abbastanza
densa da coprire loro la fuga.
“Fermerò questa guerra. Per Ogiwara-kun”.
Death Note: Ed eccoci arrivati a metà! Mancano solo due capitoli
e l’epilogo.
Dunque, qui abbiamo un Kise che per una volta mette da parte la sua
maschera da scemo del Villaggio e fa qualcosa di utile – povero Kise, sempre
trattato da idiota o donnetta isterica… – poi abbiamo un Midorima che alla sua
seconda apparizione sta… dormendo, come nella prima *heart*
Dopotutto è abbastanza comprensibile, si sta davvero massacrando di lavoro al
punto che di tanto in tanto gli capita di crollare addormentato senza neanche
rendersene conto. E Takao ovviamente ne approfitta x° (ed è anche un patatino
amorevole con Momoi, quindi perdoniamolo, va’).
Kagami e Kuroko se le danno di santa ragione.
Ogiwara schiatta. LOL. Come mi diverto :3 (Ignoratemi, oggi sono
particolarmente idiota).
Ed ecco che finalmente Kuroko prende una decisione (e per fartela
prendere dovevano accopparti il migliore amico. Tu sì che sei un genio,
Kurokocchi-).
Niente, ci vediamo al prossimo capitolo, sperando che io mi ritrovi ad
essere un filino più seria <3.