Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Segui la storia  |       
Autore: Madam Morgana    27/05/2015    4 recensioni
Alice Parker ha vent'anni e vive a Stratford, in Inghilterra.
La sua vita è sempre stata normale. Ha sempre desiderato vivere, Alice, che però non ha fatto i conti con le sue solite paure e paranoie.
Lei proprio non ci riesce a dimenticare Joseph, l'amico ch'è partito senza salutarla.
Spera di rivederlo, mentre continua a cercare la felicità che tanto desidera.
Scoprirà la ragione della sua costante tristezza quando, un giorno, sua madre le rivelerà un'amara verità.
Perché, in fondo, la vita è piena di segreti, piena di rivelazioni che sconvolgono.
Ma Alice lo sa. Alice sa che vinceranno loro, contro tutti, perché Calum è la sua unica cosa bella.
Perché lei è un disastro, ma Calum, lui è proprio un opera d'arte.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
17.
 

« E dunque ci hai litigato solo per quel damerino imbalsamato?» Michael mi guarda sbigottito, le braccia incrociate al suo petto magro. Le sue parole nascondono un velo d'ira che non avevo valutato. Perché forse Michael è quel tipo di persona che ci spera, nell'amore, nonostante giubbini di pelle ed anfibi compromettano questo suo lato romantico.
« Credo si sia arrabbiato parecchio. Mi ha cacciato dalla sua stanza...» Sussurro a capo chino, calpestando qualche sasso che intralcia il mio cammino. Effettivamente non so dove io e Michael ci stiamo dirigendo, ma qualsiasi posto andrà bene. L'importante è stare lontana da Ashton, almeno fino a questa sera.
« E ci credo, diavolo! Alice non lo capisci che è geloso marcio? »
« Geloso marcio? »
« Sì, sai... quando a qualcuno piace una persona così tanto da – »
« So cosa vuol dire essere geloso marcio, Mikey, ma non credo che Ashton lo sia... e poi di me? Magari era solo frustrato, stressato o... » E lui mi interrompe, perché sa che io di fesserie ne dico tante. Nego l'evidenza nonostante sia consapevole che l'unica spiegazione plausibile per il comportamento assunto da Ashton sia, appunto, la gelosia.
E' che proprio non saprei vedermelo, geloso di me. Non sono mai stata una ragazza bella né degna di invidia. Insomma sono solo io, con le mie paure, incertezze e frustrazioni. Se solo volesse, Ashton potrebbe avercene di migliori, basterebbe solo un comunissimo schiocco di dita e tutte cadrebbero ai suoi piedi. Un po' come ho fatto io. Che allocca!
« Alice, devi ancora imparare tante cose, mi sa. »
« Ehi, non parlarmi così! Io sono più grande di te!»
Michael mi tratta come una ragazzina, forse più una bambina alle prime armi e la cosa mi infastidisce; ma nonostante questo sono conscia del fatto di non sapere tantissime cose.
Come i ragionamenti maschili, ad esempio. Seppur ne stia parlando con un ragazzo, la cosa non aiuta.
Ogni cervello è un tribunale, diceva sempre mia nonna. Non avevo mai capito questo assurdo proverbio antico, ora – invece – lo comprendo appieno.
« Già, ma non sai niente. »
Ed io non rispondo, perché è vero. Non so tantissime cose, né di Ashton né di qualcun altro. Sono sempre stata avvolta nel mio mondo, e come una gran bella egoista non mi sono mai curata degli altri.
Solo di Joseph che, adesso, è tornato. Ed insieme a lui sono tornati i guai, presumo.
Io e Michael ci fermiamo davanti ad un bar.
Con dolcezza lui spinge la porta in vetro, facendomi entrare. Mi guardo intorno, ed un po' provo nostalgia considerando che, per poco tempo, ho lavorato anch'io in un bar simile.
Seppur non sia andata come previsto, mi ero comunque affezionata ai proprietari. E mi manca la signora Gewndaline, che sicuramente sarà ancora preoccupata per me e per il ritrovamento di mio fratello, sperduto in chissà quale angolo di Sydney. Per i suoi figli, che lavorano all'estero, e per i polmoni del signor Flinth – perché fuma davvero tanto.
E mi chiedo se abbia accettato qualche nuova apprendista, quest'ultimo, così scettico ed autoritario. Nasconde la dolcezza e la gentilezza dietro la sua folta barba brizzolata. Gli devo molto, nonostante non potrò più dirglielo.
« Sediamoci pure in quel tavolo, io ordino qualcosa da bere. »
Mi avvio verso il tavolo indicato da Michael, mentre mi guardo intorno. C'è un piacevole sottofondo causato dalle chiacchiere, ed è meraviglioso perdersi in esse. Lasciare i pensieri e le cose brutte fuori dal posto, mentre un dolce tepore ti avvolge.
Quando mi accomodo sulla sedia, fisso i negozi che si vedono fuori dalla finestra: poi arriva Michael.
Si accomoda di fronte a me, poggiando un vassoio con le cose prese, mentre sbuffa.
« Avevano finito le ciambelle alla crema. Comunque ho preso quelle alla marmellata.»
« Grazie, Mikey. » Abbozza un sorriso, lui, che invano sta cercando di sollevarmi il morale. E' strano che a farlo sia Michael e non Calum, ch'è pur sempre mio fratello. Dovrebbe pensarci lui, a me, ed invece alimenta il mio male vietandomi Ashton. Come se fosse la cosa più scorretta e cancerogena del mondo. E non so perché si comporta così, se sia gelosia fraterna o ci sia qualcosa che ancora non conosco.
« Figurati, vedi di riprenderti Alice. » E' un buon amico, Michael, nonostante all'inizio l'avevo visto più come un tizio che si dava arie e trafugava birra altrui.
Ma alla fine nessun libro si deve giudicare dalla copertina, questo l'ho imparato a mie spese, un po' grazie a Lucy ed un po' grazie ad Ashton, che nonostante tutto ho conosciuto una parte di lui meravigliosa, di cui ne vado orgogliosa.
Il display interrompe i miei pensieri, lampeggiando più volte, Michael inarca un sopracciglio sorseggiando la bevanda che ha preso insieme alle ciambelle.
« Chi è? » Mi chiede.
« Oh, nessuno... » Ma lui non se la beve, lo capisco dal modo in cui scuote il capo roteando gli occhi. E' un classico, più voglio che il telefono smetta di vibrare più, invece, continua a farlo. Che nervi!
« Puoi prenderla la chiamata, Alice! Non accade nulla se aspetto due minuti.»
Sospiro alzandomi da tavola, annuisce e mi dirigo verso l'uscita, prendendo poi la chiamata.
«Alice, stavo per riattaccare.» La voce di Joseph invade la mia mente. Perché proprio lui? Perché proprio lui, adesso?
Che per tanto tempo è stato bene, senza di me, conducendo una vita normale di chi non ha lasciato rimorsi e ripensamenti, nella sua città natale. E' partito così, un giorno qualsiasi, dimenticando tutto il rapporto che c'era stato tra di noi, poi viene a cercarmi a Sydney e tenta nuovamente di distruggermi, come se tutto quello che avesse fatto in passato non sia stato sufficiente.
« Jo'...»
« Ehi piccola, mi mancavi molto ed allora ti ho chiamato.» Se solo fossi stata ancora a Stratford, tutte queste moine mi sarebbero piaciute da impazzire. Ma adesso è diverso, nessuno può rincuorarmi se non Ashton solamente.
« Oh, davvero?»
« Sì, cosa fai di bello? »
« Ero in un bar con un mio amico.» Sento il respiro di Joseph infrangersi contro la cornetta, potrei giurare che la risposta non gli sia piaciuta granché.
« Alice, sarò sincero. Non mi piacciono i tuoi amici, né tuo fratello. A parte i modi burberi che ha usato quando sono stato a casa tua.» Non nego che Calum sia stato poco carino con lui, ma è pur sempre mio fratello. E non dimentico quando tutta l'arroganza e l'essere burbero, l'aveva Joseph. A diciotto anni.
« Lo so, ma non è cattivo Jo'. » Intanto Michael si avvicina a me, deduco abbia pagato lasciando il cibo dentro il bar. Che spreco.
Si affianca a me, accende una sigaretta e comincia a fumare, perdendosi ad osservare le macchine che scorrono veloci sulla strada.
« Chi lo sa, comunque non mi piacciono. E non fanno per te, Alice, tu sei una ragazzina tanto garbata. Nemmeno tua madre sarebbe felice di – » Ma lo freno, forse infastidita di tutta la sua tiritera. E' che Joseph non conosce tante cose, come la voglia che ho avuto di sprofondare, cadendo negli abissi più assoluti, e la colpa è stata anche sua. Calum ed i ragazzi mi hanno aiutato in un momento in cui non c'è stato nessuno, nemmeno lui.
«Non dovresti parlare così di loro, sono miei amici! » Rispondo, alzando il tono di un'ottava. Al che Michael getta la sigaretta per terra, calpestandola con l'anfibio. Mi poggia una mano sul braccio e poi mi guarda con aria preoccupata.
Sussurra un “che succede?” ma io scuoto il capo, che di farlo preoccupare per questioni inutili proprio non ho voglia.
« Sono solo preoccupato per te, non mi piacciono. Sono dei tipi strani. Comunque mi piacerebbe vederti, almeno prima che io parta. Ti pregherei di accettare. » E sono confusa, adesso, perché una parte di me grida “no” mentre l'altro lato della coscienza vuole dargli una seconda possibilità.
A lui, l'amico che nonostante tutto è stato un buon motivo per non sentirmi persa e vuota. Ma nonostante questo penso ad Ashton, e so che la cosa peggiorerebbe troppo, considerando l'odio viscerale che riserva verso Joseph, basti pensare come ha abbandonato il ristorante qualche giorno fa.
« Ci devo pensare... » Sussurro, perché – davvero – una risposta così su due piedi non saprei darla.
Lo sento sospirare dall'altra parte della cornetta « Va bene, mandami un messaggio appena hai deciso. Non dimenticarlo Alice, dobbiamo recuperare il tempo perso.»
E non lo dico, ma ormai è troppo tardi. Per lui, per me, per quel noi che mai ci sarà. Perché il noi, adesso, lo voglio con una persona che non è di certo lui. Nonostante una parte di me è pur sempre legata a Joseph.

« Alice, dobbiamo parlare.»
Sono rientrata da poco a casa, con Michael che sistema la giacca sull'appendiabiti sempre pieno, Luke sta giocando alla play station. Mi guardo intorno, alla ricerca di Ashton ma lui non c'è. E mi chiedo dove sia finito, che avercelo tra i piedi – seppur non mi parli – mi piace da impazzire.
Ho paura che combini qualcosa, come quando si è ubriacato sbarra preso stupefacenti fino a svenire. La paura di perderlo è troppa, perché finalmente ho capito con chi potrei essere felice. Se solo non fosse così testardo già lo saprebbe, ma l'orgoglio maschile non si può combattere, l'ho imparato a mie spese.
Guardo Michael, che però scrolla le spalle. Probabilmente lui non conosce il discorso che io e Calum dobbiamo intraprendere. Tuttavia fa segno a Luke di seguirlo, sparendo da tutt'altra parte.
Io e mio fratello, adesso, siamo l'uno di fronte all'altro. Con me che attorciglio le dita nervosamente, e lui che sembra mantenere qualche attacco d'ira.
« Siediti. » Dice, ed un po' mi ricorda mia madre quando ha dovuto sputarmi la verità. Il cuore prende a palpitare forte, ma faccio ciò che mi è stato richiesto.
Lui fa altrettanto, e poi mi fissa con occhi di chi deve affrontare un discorso delicato.
« Alice, ascolta. Non pensare che io sia stronzo o chissà cosa. »
« Ma io questo non – »
« Fammi finire. Alice, non è che a me Ashton non piaccia. E' solo che conosco la sua vita, come la conduceva prima e come la conduceva adesso. So che ha passato momenti difficili, ch'è stato distrutto tante volte e che si è rialzato. Da solo, ammaccato, spezzato, rotto, privo di vita, senza sorrisi, senza famiglia, con la mancanza di lottare, ma si è rialzato. Certo, è lodevole da parte sua, ma quando qualcosa si rompe o spezza capirai che non è più come prima. » Deglutisco, gli occhi che si riempiono di lacrime che però non scendono, il respiro che mi muore in gola e la consapevolezza che dovrò affrontare qualcosa molto più grande di me.
Calum scuote il capo, mordendosi le labbra, mentre io attendo il seguito.
« Ashton è mio amico, gli voglio un bene dell'anima. Ma è impulsivo, facilmente irascibile, capriccioso, orgoglioso, schivo. E tantissime altre cose che nemmeno ricordo. Ho imparato a conoscerlo, a volergli bene comunque perché è così che fanno gli amici. Ma tu, Alice?
Tu di che pasta sei fatta? Saresti in grado di amare un cuore che ti chiude le porte non appena litigate? Che barrica il sentiero per non farsi conoscere? Un cuore di pietra che difficilmente si può levigare? Alice tu ce la faresti? Ad un amore così difficile? Tu che hai bisogno di qualcuno più... per te. Più dolce, come te. Non sto dicendo che Ashton non sia un buon partito, ma è quello meno adatto. »
Apprezzo lo sforzo di mio fratello, che nonostante tutto l'odio che ha dimostrato quel giorno, con me ed Ashton, stava solo cercando di proteggermi.
Sfioro il suo braccio, passando l'indice e solleticandogli la pelle. Lui accenna un lieve sorriso, prendendo poi la mia mano per lasciare un dolce bacio di chi vuole farsi perdonare. E vorrei dirgli che non serve, perché non ha nulla da scusarsi. Apprezzo il suo amore per me.
E glielo sto quasi per dire, quando in cucina irrompe Ashton. L'aria perennemente incazzata, l'asciugamano sulla spalla ed il viso imperlato di sudore.
Mi alzo di botto, quasi come se avessi una molla pronta a farmi scattare e mi volto verso lui.
« Tua sorella è grande abbastanza da decidere con chi stare, sono stato chiaro?» Ha sentito tutto, allora.
Calum è leggermente sconvolto, perché probabilmente non aveva valutato la presenza di Ashton in casa, cosa che nemmeno io avevo fatto. Ma non mi meraviglia tutto ciò; lo conosco. So quanto sia taciturno; 'ché se è in casa oppure no, la differenza non si nota.
« Perché non me lo dici in faccia quello che hai detto a lei, ah? Cos'è te la fai nei pantaloni?» Ringhia, avvicinandosi al viso di mio fratello. E le cose stanno nuovamente degenerando, che se prima – forse – erano amici, adesso sembrano due rivali in perenne lotta.
Afferro da un polso Ashton « Ti prego, smettila. »
« Tu non dici nulla, Alice? Te ne stai zitta?» I suoi occhi pieni di odio che bruciano la mia figura.
« Possiamo parlarne con calma? Per favore, ti prego Ash! » ma non ricevo risposta, afferra una bottiglia d'acqua dal frigo e percorre nuovamente le scale, tornando al suo silenzio che fa male.
Guardo Calum, che ormai ha scelto il mutismo come argomento, e poi seguo l'altro per le scale.
La porta ormai non è più aperta, so che faticherò per entrarci.
« Ashton... apri per piacere.»
Stranamente lui accoglie la mia richiesta, fa scattare la chiave ed io mi ritrovo ad abbassare la maniglia, entrando nella sua stanza.
Lui poggia i pesi per terra, cacciando via il sudore con l'ausilio della stuoia pulita.
« Che vuoi, Alice? »
« Calum stava cercando di – »
« Non m'interessa cosa stava cercando di fare, non sono nemmeno convinto di volerti più vedere, ad essere onesto. » Alla sua affermazione il mondo comincia a ruotare vorticosamente, il pavimento che torna a sgretolarsi e la voglia di piangere imminente. Le mie viscere vengono sbatacchiate con la stessa frequenza di chi sbatte un uovo in padella. Le mie gambe si fanno molli, come pasta frolla.
« Cosa? »
« Guada in faccia la realtà Alice, siamo troppo diversi. » Ma ho sempre letto che la diversità è bella, che due persone si amano perché non sono uguali. E non potrò resistere. Come farò adesso? Come farò, adesso che sono nuovamente innamorata?
Perché non è possibile che stia succedendo di nuovo, con l'ultima metà del mio cuore che ama e con quella dell'altro che cerca di allontanarmi.
Mi sento morire, mi sento un vero schifo, di nuovo.
« No! No, ti prego tu non puoi dire questo! »
« Senti non pensare che a me piaccia dire queste cose, intesi?» Dal canto suo non si alza dal letto, rimane seduto mentre guarda il pavimento passandosi l'asciugamano tra le mani.
« Allora dimmelo! Dimmelo mentre mi guardi in faccia! » Il mio tono che si altera, la voce che sale di un'ottava e la consapevolezza di sembrare una pazza isterica. Stringo i pugni, mentre annaspo aria. I singhiozzi che echeggiano nella stanza distruggono il silenzio.
Ashton alza il capo, guardandomi, lo vedo deglutire e subito dopo sospirare. Poi getta l'asciugamano per terra, si alza furiosamente e mi sbatte contro la porta. La sua bocca sulla mia in un gesto morbosamente bisognoso, che probabilmente non avrebbe nemmeno chiesto. Perché comincio a conoscerlo ed a prevedere le sue mosse.
E mi chiedo quanto possa piacergli un bacio interrotto dai singhiozzi, impastato da lacrime amare, salate.
Mi chiedo quanto possa interessargli un Alice così, brutta e spelacchiata, con i capelli arruffati di chi non ce la fa più a lottare contro cause perse.
Il mio cuore, l'ultima parte di esso, l'ho dato a lui ed a me non resta più nulla. Cosa ne rimane di me, ora che sono vuota del tutto? A chi mi aggrappo se l'ultimo appiglio sta scivolando?
Ho così tante domande che muoiono tra le labbra di Ashton, mentre le nostre lingue si carezzano e le mani si cercano.
Le mie vanno a posarsi sul suo viso, carezzandogli le guance, scendendo poi lungo il mento per sfiorare il filo invisibile di barba che mi solletica le dita. Le sue, invece, si aggrappano al mio bacino, per unirmi meglio.
Ed i nostri corpi si uniscono di nuovo, come tasselli di un puzzle che viene risolto.
E noi siamo quel puzzle che mai si completerà, consapevoli – però – di essere due pezzi fondamentali per chiudere l'immagine.
Ashton indietreggia, portandomi con se, poi mi fa stendere sul letto ed infine sbottona la mia camicetta rossa.
Ben presto ci ritroviamo ad essere privi di ogni indumento, ed è forse giusto così. Perché entrambi siamo vittime di un mondo troppo amaro, sbagliato, ingiusto. L'amore sarà l'unica cosa in grado di salvarci.

« Ehi, ti ho fatto male? » Ashton copre il mio corpo, spostando meglio la coperta su di me. Poggia poi il capo sul mio petto, ed io affondo le dita nelle sue ciocche ricce.
E' meravigliosamente bello questo momento, se solo potessi fermerei il tempo per godermelo a pieno. Non l'ho mai visto così tranquillo, solo poche volte, e se fare l'amore lo rasserena, giuro, potrei farlo miliardi di volte.
« No.» Sussurro, posandogli le labbra sulla fronte. Schiocco un tenero bacio e poi torno a carezzarlo, senza mai distogliere gli occhi dai suoi.
« Non volevo ferirti, Alice. »
« Non è colpa tua, sei sempre sotto stress. » Vorrei tanto dirgli che in questo momento sto così bene da essermi dimenticata tutto il dolore che ha avvolto la mia vita fino a questo momento.
Perché ho sempre sofferto. La mia intera adolescenza è stato un via vai di gente, da quelle più importanti a quelle che contavano di meno. Ho sempre pianto lacrime amare, consapevole che le cose non si sarebbero risolte comunque, ma in un certo senso era uno sfogo, l'unica cosa che potessi fare.
Ora, invece, avvolta in queste coperte, con l'uomo che amo, mi rendo conto che fare l'amore è l'unica soluzione. Essere amata, voluta, desiderata, è la cosa più bella in un mondo pieno di sbagli e distrazioni.
E lo capisco solo adesso, guardando quanto possa essere indifeso Ashton tra le mie braccia, non è lo stesso che ho conosciuto. Ho capito che la vita cambia la gente, che sia in bene o in male, e noi siamo stati solo marionette nelle mani di essa per troppo tempo.
Adesso tocca a noi scegliere di vivere, di star bene, di prendere la strada che possa farci sorridere.
« Sono contenta che tu sia stato il primo, sai? » Sussurrò, accoccolandomi meglio tra le sue braccia. Lui sorride, affondando il viso nell'incavo del mio collo.
« Anche io lo sono. E' stato meraviglioso. »
« Davvero non vuoi più vedermi?»
« Alice, abbiamo appena finito di amarci, credi forse che nelle mie parole c'era un briciolo di verità? Non saremmo nudi sotto le coperte, altrimenti. » Il suo respiro mi solletica la pelle, caldo e delicato è simile ad una carezza gentile.
Le sue mani che vagano sul mio bacino, forse per solleticarmi un po' o magari per avvicinarmi ulteriormente a sé, e, diavolo quanto lo amo!
« Alice, ascolta... la mia vita è sempre stata un vero schifo dico davvero – » Ma lo interrompo, perché già è bastato Michael a raccontarmi le sue sciagurate disavventure. Mi rendo conto che la vita non è gentile con tutti.
« Ehi, non devi dirmi nulla. » Ma lui scuote il capo, mi poggia un dito sulle labbra e poi sorride.
« Lasciami finire. La mia vita è sempre stata tormentata, ho perso i genitori, mia zia, la mia ex mi ha tradito. Insomma guardami, sono un totale disastro. Francamente non avevo granché per essere felice, ecco perché ho sempre allontanato la gente. Tutte le volte che mi affezionavo rischiavo di scottarmi. Ma era diverso dalla semplice scottatura degli adolescenti, la mia era più terribile perché... o morivano, o mi tradivano.» E lo dice così, tra un sussurro e l'altro, mentre i suoi occhi fissano di tutto all'infuori di me. Che forse guardarmi proprio adesso, in un momento così delicato, deve fare abbastanza male.
Ma io rimango in silenzio, accettando le sue scelte, le sue parole, le sue spiegazioni.
Avvolgo le braccia intorno al suo collo, avvicinandolo ulteriormente per non farlo sentire... solo.
« Non è che ti odiavo, quando cercavi di avvicinarti – continua, sorridendomi. Poi sospira e mi sistema meglio alcune ciocche incollate alle guance – sei sempre stata così carina e gentile con me. Ho apprezzato la bandana della bancarella, le tue premure, attenzioni, quando sei salita a portarmi la pizza, quando hai dormito in ospedale vegliando su di me – strabuzzo gli occhi, consapevole che, forse, mi aveva vista – e tantissime altre cose. Sei sempre stata una piccola guerriera. Non ti sei stancata, hai lottato anche solo per conoscermi e ti sono grato. Ma ti prego Alice...» S'interrompe.
Silenzi.
Paura.
Angosce.
Alice e se ti stesse liquidando?” la mia coscienza, di certo, non aiuta. Comincio a tremare sotto ogni suo sguardo, ogni sua parola, mentre sento la gola secca.
« ...non abbandonarmi anche tu.»
E mi sento morire, perché mai, mai, avrei pensato che dalle labbra di Ashton sarebbero state in grado di venir fuori queste parole. Lui, così forte e scontroso, così sicuro di se e pieno di certezze, a supplicarmi di non abbandonarlo. A chiedermi di non andare via, di restare insieme a lui.
«Non potrei farlo.» Gli sussurro, accennando un lieve sorriso. Cerco di trattenere lo strano istinto di piangere, perché al momento non è la cosa più saggia da fare.
Lui mi guarda, aggrottando le sopracciglia. « E perché?»
«Perché io ti – » E la frase rimane così, morta in aria, non appena la porta di Ashton richiama attenzioni.
Strabuzzo gli occhi, mentre mi metto seduta sul letto, coprendomi. Ashton che si alza di fretta e furia raccattando i boxer.
«Cazzo Alice, nasconditi!»
«Ash? Amico, sono Calum.» Tombola. Probabilmente Calum vorrà scusarsi con Ashton, se solo scoprisse che, forse, il suo amico nemmeno ci pensa all'argomento di prima.
Mi alzo dal letto, alla ricerca dell'intimo, poi mi nascondo dietro ad una tenda non troppo scura, mentre prego il Cielo che mio fratello non se ne accorga.
Ashton, dal canto suo, è andato ad aprire, mentre si finge affannato per il troppo allenamento.
E che allenamento, aggiungerei.
«Posso entrare?» Da quel che riesco a vedere, Calum sembra essersi pentito delle cose dette.
L'altro annuisce, sedendosi sul letto sfatto, mentre calcia i miei vestiti sotto il letto. «Cosa c'è, Calum?»
« Mi dispiace per quello che ho detto ad Alice, dico sul serio. Ti voglio bene amico mio, è solo che ho paura lei rimanga...ferita per certi versi.» Deglutisce a fatica, lo sento, probabilmente è la prima volta che lo vedo così pentito di qualcosa, così deciso a scusarsi.
Ed Ashton lo nota pure, scuotendo il capo e sospirando. « E' normale, sei stato sempre lontano da Alice, e capisco la tua preoccupazione. Ma ti prego Calum, ti prego di pensare anche un po' a me.»
« Non dico che non lo sto facendo ma – »
« Calum, a me interessa Alice.»
Non so se Ashton ricorda che io sono dietro la tenda, e che sto ascoltando tutto. Ma la sua frase invade il mio corpo, scava dentro me come alla ricerca di qualcosa. Lame infuocate che strappano e straziano qualsiasi cosa, poi il cuore comincia a palpitare forte.
E giuro che, forse, finalmente ho trovato la parte mancante del mio cuore.




Nda: Hola miei piccoli boccioli di rosa!
Come state? Spero bene! Morgana a rapporto!
Allora, che ne dite di questo capitolo? Finalmente
Ashton tira fuori le palle e fa capire a Calum che, sì,
a lui, di Alice, importa terribilmente. C'è anche un momento
fluffosissimo tra Al ed Ash, pronti a condividere il loro amore
a lasciar perdere il mondo, le paure, le paranoie, per un solo
istante ed amarsi come fosse l'unica cosa in grado di tenerli in vita.
C'è che Calum, però, rimane comunque poco convinto di tutto ciò.
Che si voglia ancora mettere in mezzo? Che voglia ancora mettergli i
bastoni tra le ruote?
Oggi vi lascio con Ashton ed Alice, che sono l'amore proprio ç__ç

 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: Madam Morgana