Cap 13:
Litigi
Si
svegliò nel cuore della notte con la gola secca e il corpo sudato, ovviamente
non ricordava nulla, ma a giudicare dal dolore che provava in ogni osso del
corpo non era stata una bella esperienza.
Stette
immobile a fissare nel buio per chissà quanto, forse se fosse riuscita a non
pensare a niente avrebbe potuto
riaddormentarsi.
Quando
le mani cominciarono a tremarle senza controllo ci rinunciò.
Si alzò
lentamente e andò a sciacquarsi il viso in
bagno.
Il suo
riflesso allo specchio la mostrava mortalmente pallida, con gli occhi gonfi e
rossi come se avesse pianto per ore.
Doveva
essere una visione davvero terribile, Julien era felice di non averla
vista.
La
nausea la raggiunse inaspettata e improvvisa, un crampo le rivoltò lo stomaco
costringendola a svuotarlo... sui propri
vestiti.
Nel
vedersi ricoperta da quella roba disgustosa e nel sentirne l’odore acre si
ritrovò inginocchiata davanti alla toilette a vomitare per la seconda
volta.
A causa
dello sforzo anche la testa cominciò a
dolerle.
Come in
trance si cambiò il pigiama e si sciacquò di nuovo il viso, lavando per bene i
denti nel tentativo di cancellare il sapore
amaro.
Scese al
piano di sotto rannicchiandosi sul divano, con le ginocchia strette al
petto.
Poteva
fingere che qualcuno la stesse abbracciando, ormai non ricordava nemmeno più
cosa si provasse ad avere un corpo caldo stretto contro al proprio, ad essere
confortati da qualcuno.
Il
dolore ad un tratto non fu più solo fisico, rimase così... nella stanza buia e
silenziosa, piangendo e singhiozzando per un dolore che adesso proveniva da
qualche parte dentro di lei.
Un
dolore di cui non poteva parlare a nessuno... e che nessuno mai avrebbe potuto
capire.
“Bene,
direi che possiamo ricominciare da dove siamo stati interrotti ieri pomeriggio…
ecco...”
Giles le
passò il libro di latino, sembrava che dovesse ricominciare a vedersela con il
suo amico Cicerone... il suo mal di testa sarebbe presto peggiorato,
sembrava.
“Stai
bene? Sembri un po’ pallida.”
“No,
tutto bene… sono solo un po’ stanca… sa dopo la missione di
ieri.”
“Se lo
dici tu. Vado a fare del tè, ne vuoi?”
Julien
annuì assente mentre tutte le sue energie erano concentrate sul libro che aveva
davanti.
La
verità era che si sentiva uno straccio, le capitava spesso di svegliarsi e
sentirsi male, ma gli effetti non erano mai durati così a lungo, non capiva cosa
potesse significare, il pericolo era più grande del solito? O il suo corpo
iniziava a risentire dell’uso costante della diasila? Aveva già raggiunto il
limite?
Il
peggio era che non aveva nessuno a cui chiederlo, Sam era l’unico a sapere delle
sue visioni… ma adesso anche lui non c’era
più.
Forse
era destino che le tenesse nascoste, tutti quelli che ne erano a conoscenza
finivano col disprezzarla o col morire… un motivo doveva pur
esserci.
Forse
c’era davvero una specie di maledizione su di lei... come le aveva detto sua
madre.
I suoi
tristi pensieri vennero interrotti dall’improvvisa comparsa di Spike che irruppe
in casa dell’osservatore, col fiato corto e una coperta fumante sulla
testa.
Non
appena vide Julien gettò la coperta a terra e si avvicinò al
tavolo.
“Che ci fai qui?” chiese la moretta
diffidente.
Era
strano che Spike andasse a disturbare Giles, in genere lo faceva per soldi, ma
adesso non ne aveva più bisogno... a meno che non avesse già speso
tutto.
“Devo
parlare all’inglese... ho un affare importante per la cacciatrice… quella
vera... studi latino?” chiese studiando con aria disgustata il
vocabolario.
“Si… è
uno strazio.”
“Cosa ci
fai qui? Di nuovo…”Giles uscì dalla cucina con due tazze fumanti, ne posò una
sul tavolo davanti alla moretta e tenne l’altra per
sé.
“Devo
parlare con la cacciatrice, sai dov’è?”
“Puoi
parlarne con me.”
“Non
credo proprio, questa è roba importante. Lo dirò solo all’ape regina in persona
e se il patto va in porto vi procurerò informazioni di prima
classe.”
“Su
Adam?” si intromise la moretta guardandolo
storto.
Non
aveva una specie di contratto con lei? Le sembrava di pagarlo per questo, non
per andare a vendere informazioni a terze
parti.
“Probabilmente. Ci sono dei dischetti all’organizzazione,
so dove sono e come procurarmeli, ma in cambio voglio essere pagato bene…
protezione, sangue per un anno e altre
cose.”
“Fatto.”
disse Giles pulendosi gli occhiali, ma Spike rise divertito “Come se mi fidassi
della tua parola, voglio parlare con Buffy.”
“La
avvertirò io.”
“Come se
ti ascoltasse.”
Julien era sempre più confusa, non solo Spike cercava di
scavalcarla così palesemente, ma adesso voleva anche farsi impalettare da Giles…
era sempre più strano… forse il chip gli stava friggendo il cervello… almeno
questo avrebbe dimostrato che il vampiro ne possedeva
uno.
“Ti
tratta come un vecchio bibliotecario in pensione
e...”
“Spike
perché non ci procuri quei dischetti e basta? A Buffy lo diremo
noi.”
Il
biondino la studiò pensieroso, forse ricordando la loro discussione della notte
precedente, forse rendendosi finalmente conto che il suo comportamento era
strano.
“Va bene, ma voglio essere pagato dopo.”
concluse infine, tirò su la sua coperta ed uscì senza guardarsi
indietro.
Giles
tutto ad un tratto sembrò depresso, mise giù la tazza di tè e la rimpiazzò con
una di brandy… che succedeva? Forse se l’era presa per il commento sul
bibliotecario in pensione... doveva rassicurarlo… confortarlo...
“nah”… tanto non ne era capace, meglio fare finta di
nulla e poi Giles era un adulto, non aveva bisogno di cose così
infantili.
“Dovrei
chiamare Buffy? O Xander?”
“Si…
si.” rispose senza nemmeno ascoltarla “Faremo così.” si mise sul divano a
fissare nel vuoto e a riempirsi un altro bicchiere di liquore... e un altro
ancora.
“Ah
si... è proprio un adulto non c’è che
dire...”
“Non
dovrebbe bere così tanto.” si limitò ad esprimere ad alta voce, ma l’uomo non
sembrò ascoltarla minimamente.
“Allora
fai un po’ come ti pare…”
”Xander
dovrebbe avere una divisa, digli di portarla a Spike per la sua
missione.”
Julien
sperò vivamente che qualcuno andasse presto a trarla in
salvo.
“Altro che
bibliotecario in pensione, qui siamo già allo stadio di mummificazione...
“pensò tra
sé.
Almeno
con Giles sbronzo sul divano la sua lezione di storia saltò per l’ennesima
volta.
Willow e
Tara la raggiunsero quel pomeriggio col
portatile.
Avrebbero controllato il contenuto dei
dischetti.
”Come
mai il signor Giles sta bevendo?”
“Credo sia un po’ depresso per via di un
commento poco azzeccato di Spike.”
“Spike?
Ma lo sappiamo tutti che fa così solo perché non può più mordere… è il suo modo
di sfogarsi.” Willow sembrava quasi giustificare il vampiro, era davvero troppo
dolce, ma a Julien quella storia sembrava sempre meno
probabile.
Okay
era Spike… e lui per divertirsi irritava la gente, ma
andare a casa di Giles solo per insultarlo era un po’ fuori dai limiti anche per
lui, no?
E la
storia dei dischetti?
Fino
alla sera prima non sapeva niente di niente ed ora… tadaan… dischetti con le
informazioni che cercavano… era davvero troppo
assurdo.
In poche
ore le cose in casa Giles invece di migliorare sembrarono peggiorare ancora di
più.
L’osservatore ormai completamente ubriaco se la prendeva
un po’ con tutti, Tara e Willow
cercavano coraggiosamente di ignorarlo, ma erano ovviamente al limite
della sopportazione, e l’arrivo di Spike sembrò la catalisi del
dramma.
Il
vampiro entrò correndo e ansimando come se avesse alle spalle un mostro...”Da
quando i vampiri ansimano? Cosa è? Un’altra stranezza alla
Spike?”
Diede
una manciata di dischetti a Willow e si lamentò per la sua
paga.
“Sono
criptati.” sentenziò poco dopo la rossina passandoli al computer e arricciando
il naso irritata.
Giles
sospirò e andò al piano di sopra “Puoi aprirlo?” chiese Tara a Willow nel vano tentativo di alleggerire
l’umore, impresa persa in partenza in modesta opinione della
moretta.
“Oh
certo… decriptare un codice del governo col mio computer portatile… praticamente
impossibile.”
“Ti
pareva...”
E allora
il biondino decise di compiere un’altra delle sue stupidate...”Evidentemente
oggi è in vena” pensò la moretta guardandolo
storto.
Prima
insultò Willow sulla sua mancanza di abilità col computer… e nessuno osava mai
fare una cosa simile.
Poi,
siccome i suoi dolci commenti sembravano cadere nel vuoto pensò di andare
colpire anche i suoi gusti. Gusti di cui Julien non era neanche a
conoscenza.
”Anche i
tuoi amici ne parlavano, dicevano che questa nuova cosa ti distrae, ma che è
solo passeggera.” se ne uscì con
l’aria di uno che parla del tempo.
“Quale
cosa?” balbettò la rossina in evidente
imbarazzo.
“Quella
fra voi due.”
A quel
punto Julien tossì e strabuzzò gli occhi… fra loro due? Willow e Tara? Tara e
Willow?…Cioè..... Tara e Willow?
Ed era
l’unica a non saperlo? Perché era l’unica a non saperlo? Perché Spike lo sapeva
e lei no? Non era simpatica? Non ispirava
fiducia?
Pensava
di stare simpatica a Willow… ma forse si sbagliava... ma a Willow stava
simpatico Spike! A Willow stava simpatico
chiunque!
“Xander
diceva che era solo una moda.”
Quindi
anche Xander lo sapeva, e se lui ne era al corrente anche Anya lo era... era
triste, molto triste… pensava di essere parte del gruppo, l’amicona , invece era
solo l’estranea, quella in più... “bene… grandioso…”
allora potevano anche ammazzarsi tutti tra di loro, non le importava, per
niente… affatto.
“Bene,
chiamatemi quando sarete riusciti a ricavarne qualcosa e assicuratevi di avere
pronto il mio pagamento.” concluse il vampiro stranamente soddisfatto di sé
prima di andarsene lasciando un’atmosfera decisamente
pesante.
Con
l'arrivo di Anya e Xander, poco dopo, le cose non
migliorarono.
Xander
non aveva un’espressione migliore di quella di Willow… forse Spike aveva avuto
qualcosa da rivelare anche a lui… “che
sorpresa...”
Alla
fine arrivò anche Buffy, aveva avuto un brutto incontro con Adam in una grotta,
il robot l’aveva presa a calci per bene sembrava…
“I
dischetti non mi servono così.” brontolò chiaramente di pessimo umore verso
Willow.
“Bene..” pensò Julien avvertendo la tensione salire
vertiginosamente, “oggi hanno tutti la Pms… deve essere una specie di virus
contagioso...”
“Okay…
forse se io e Julien tornassimo in quella
grotta...”
“A farvi
ammazzare.” brontolò Xander dal divano su cui sedeva
imbronciato.
“Ehi!”
si lamentò Julien.
“Adam vi
staccherà le braccia.” rincarò Willow.
Qui si
stava esagerando, non ci aveva mai neanche combattuto con questo Adam e già la
davano perdente? La stavano decisamente
sottovalutando.
“Non
potete venire, è troppo pericoloso.” sentenziò la
biondina.
“Certo,
allora quando tornerete entrambe a pezzi potremo consolarci del fatto di non
essere venuti.”
“Ehi!”
provò di nuovo la moretta, ma tanto nessuno le prestava
attenzione.
Anya la
tirò via per un braccio.
“Che
succede?”
“È
meglio levarci di torno prima che scoppi la battaglia.” spiegò Tara infilandosi
con loro nel bagno di Giles.
Così
adesso se ne stava appollaiata sul bordo della vaca ad ascoltare il magnifico
trio che gridava uno contro l’altro.
”Pensate
che resteremo chiuse qui per molto?” chiese Anya dopo un
po’.
“Spero
di no… ho un film importante da vedere.”
Qualche
minuto dopo le grida si fermarono all’improvviso “Credete che sia morto
qualcuno?”
Tara la
guardò preoccupata, Anya invece sembrò pensarci seriamente “Non credo… avremmo
sentito qualcuno cadere a terra.”
La porta
di casa venne chiusa rumorosamente… qualcuno se ne era
andato.
Provarono ad uscire in silenzio, in soggiorno erano
rimasti solo Willow e Xander chiaramente in collera e senza alcuna voglia di
parlare dell’accaduto.
“Andiamo.” sibilarono all’unisono verso
le rispettive compagne che li seguirono salutando
Julien.
Rimasta
sola, dato che Giles non era più sceso di sotto, Julien decise di andarsene a
casa sua.
Spike
ovviamente non c’era e nel frigo non era stato toccato nulla… non era passato
neanche per il sangue allora... sospirò.
Forse la
sera prima aveva sbagliato ad accusarlo così apertamente. Forse davvero il
vampiro non nascondeva niente.
“E forse
Babbo Natale esiste.”
Un po’
triste la moretta bevve la sua medicina e andò a dormire anche se era presto…
sperando che l’indomani andasse meglio.