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Autore: Belieber_Jasmine_98_94    27/05/2015    2 recensioni
Alesha, una ragazza di 17 anni, piomberà nella vita del grande e famoso Justin Bieber, suo padre.
Tratto dal primo capitolo:
-Wilson dove mi manderà?.- Chiese col tono di voce più preoccupato che potesse avere.
-Mi dispiace...so che hai sempre voluto evitarlo, ma dobbiamo, tuo padre deve prendere le sue responsabilità.-
-No, no, giuro che non mi drogherò più, non ruberò più nulla, me ne starò buona ma non mandarmi da Bieber, ti prego.-
**.
Tratto dal capitolo 24:
-Mmh..- Si alzò, facendo cadere lo sguardo sul polso rotto.-Sei bellissima, sono preoccupato, quanti ragazzi proveranno a portarti via da me?- L'attirò verso di sé, appoggiando la fronte contro la sua.
Sorrise.-Nessuno mi porterà via da te.-
-Davvero?-
-Sì.-
-Promettimelo.- Avvolse le braccia attorno al suo corpo, annusando il suo profumo.
-Te lo prometto, ti voglio bene.-
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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I'm the daughter of Justin Bieber.

'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'

07/01/2014

-E' già ora?- Borbottò da sotto le coperte Alesha, tenendo comunque gli occhi chiusi.

-Sì, è ora, alzati e vai a farti una doccia.- Le impose Justin tirando via le coperte. -Muoviti, vado a prepararti la colazione.- Lei non rispose, si limitò a grugnire, rimettendosi le coperte.

Ad un tratto però, il suono del cellulare le fece tirar fuori la testa e, tastando qua e la sul letto lo prese, portandoselo di fronte al viso. 'Nuovo messaggio, da sconosciuto' Recitava il testo.

Lo aprì, sorridendo alla vista di ciò che c'era scritto. ''Alzati dormigliona <3 , vuoi che ti passi a prendere?'' Firmato, 'Jaxon'.

Sospirò, gli sarebbe piaciuto, ma ormai aveva detto a Justin di voler andare con lui.

''Hey <3, no, tranquillo, vengo con Justin. Ci vediamo lì''. Non firmò il messaggio, ma decise di alzarsi e andare in bagno. Se voleva apparire bella agli occhi di Jaxon doveva darsi da fare.

Di fare la doccia al mattino, prima della scuola non ne aveva voglia, quindi si sciacquò il viso, lavò i denti e tornò di la, per prendere vestiti e trucchi.

-Alesha! Muoviti che devi fare colazione.- La richiamò suo padre innervosito da tutto quel ritardo.

-Arrivo, arrivo.- Con una velocità impressionante pettinò i capelli, si truccò e si vestì, pronta per uscire.

-Lo sapevo che quella gonna è troppo corta.- Borbottò Justin quando la vide scendere le scale.-Potresti metterti delle calze...- propose grattandosi nervosamente la nuca.

-Non fanno parte della divisa.- Rispose lei stampandogli un bacio sulla guancia.-Ops..il rossetto.- Sussurrò pulendoglielo via.

-Toglilo tutto.- Ribadì lui passandogli il pollice sulle labbra.

-Justin!- Esclamò indietreggiando di scatto.-Me lo hai rovinato...ecco...- Mugolò tirandolo fuori dalla tasca.-Stammi lontano.- Lo precedette, fissandosi di fronte allo specchio accanto alla mensola.

-Ma perchè devi metterlo? Togli anche l'eyeliner, è eccessivo!-

-No, lo metto da quando ho tredici anni e non ho intenzione di smettere! Ora andiamo a fare colazione.- Tornò da lui, gli prese la mano e lo trascinò in cucina.-Che cosa mi hai preparato? Che si mangia?-

-Latte e cereali, pancake, succo d'arancia e un muffin al cioccolato, devi sbrigarti però, se no a scuola non ci arrivi più!-

-Lo sapevo! Non dovevo darti retta: 'No, Justin, non arriveremo tardi'.- La scimmiottò sbattendo la porta dell'auto e camminando a grandi falcate verso la scuola. Alesha rise, continuando a masticare il muffin.-Non è solo colpa mia, dovevi mangiare più in fretta.-

-Ma io l'avrei fatta dopo la colazione!- Sbottò tornando indietro per prenderle la mano e farle aumentare il passo..-Come i bambini si deve fare! Pure la manina...- Si passò la mano libera tra i capelli, scompigliandoli.

-Non sono una bambina...- Rispose facendo il broncio.

-Si invece e ora fai pure il muso, finiscila!- Appena furono davanti alla segreteria Justin si fece dare l'orario delle lezioni, senza smettere di lanciare occhiatacce ad Alesha, che si aggirava indisturbata per la scuola.

-Justin! Guarda, una donna nuda!- Gridò indicando un quadro appeso.

-Alesha!- Esclamò tirandola per un braccio.-Stai ferma, qui! Vicino a me e non andare in giro che finiresti col perderti.-

-Sei cattivo...- Mormorò nascondendo il viso sulla sua camicia. Abitudine che aveva fin da piccola. -Non dovresti trattare così la tua bimba adorata.- Lo prese in giro strofinando il naso su di lui.

-Ora hai biologia, andiamo, ti accompagno in classe e finisci quel muffin prima che lo butti via io.- Disse prima di stamparle un bacio sulla fronte e portarla verso quell'aula.

-Rimani con me?- Chiese Alesha sorridendo alla vista delle loro mani unite.

-Non posso stare con te a scuola Alesha.- La lasciò andare, fermandosi in mezzo al corridoio.-Sii te stessa e vedrai che ti farai molti amici.-

Alesha sbuffò, facendo qualche passo in avanti, andando a sbattere però, contro il corpo di un uomo.

Prima che potesse toccare terra venne afferrata per la vita e riportata in piedi.-Mi scusi.- Si scusò Colin, il prof di matematica, staccandosi lentamente.

-Il mio muffin!- Esclamò buttandosi a terra a cercarlo. Colin, sorrise, cominciando a cercare assieme a lei.-Mi dispiace, ma credo sia finito sotto la cattedra del bidello.- Inclinò la testa verso destra, divertito, dall'espressione delusa di Alesha.

-Desidera che l'accompagni a prenderne un altro?- Questa volta, si guardarono dritto negli occhi e Alesha non potè non rimanere a bocca aperta. Il professore era giovane e bello. Alto, elegante, occhi verdi abbinati a capelli nero corvino.

-Alesha!- Justin, la tirò su di forza, innervosito.-Sei in ritardo per biologia.-

-Ma il muffin!? Non ho mangiato niente...-

-Non hai mangiato niente!?-

-Scusate, vi richiameranno se continuate ad urlare per i corridoi. Se vuole la accompagno io in classe.- Lei annuì, ritrovando il sorriso, ma interrotta di nuovo dal padre, non contento di quell'idea.-Senta, Mr...-

-Williama.- Disse Colin sbuffando.

-Uhm, Mr Williams non c'è né bisogno, grazie comunque.- Detto questo se ne andò, trascinando Alesha che utilizzò l'occasione per fare un occhiolino al professore.

-Dio! Sei così simpatica, dovremmo uscire insieme qualche volta!- Esclamò Tiffany facendo accigliare Alesha, che mormorò un 'Anche no'. La compagnia in cui si era inserita non faceva per lei, erano tutti troppo snob...

-Papà mi ha detto che c'è anche la figlia di Louis Tomilson, Katie, chi è?- Chiese guardandosi attorno.

-Ow, quella che se ne sta lì in disparte.- Spiegò Tiffany passandosi la mano tra i suoi capelli biondo tinti.-Non parla mai con nessuno.- Katie era così, troppo timida per esporsi.

-Ecco la mia preferita!- Disse Jaxon circondandole la vita.-Allora? Ti piace la scuola?- Domandò portandosela sulle ginocchia.

Era la pausa pranzo e chiunque avrebbe pagato per mangiare assieme ai popolari, ma ad Alesha non piaceva, non sopportava avere tutti gli occhi puntati su di sé.

-Uhm.. si, non è male.- Disse guardandosi attorno. Il tavolo era composto da cheerleader e giocatori di basket o rugby, cosa che la faceva sentire a disagio, lei non era nessuno, se non 'la figlia di Justin Bieber'

-Non è male? Cos'è che non ti piace?- Sussurrò lui avvicinandola di più a sé.-Non lo so..sarà per il fatto che non vado a scuola da anni. Mi annoia-

-Io saprei come farti divertire.-

Dieci minuti dopo si trovavano entrambi all'interno dello sgabuzzino, a scambiarsi varie effusioni d'amore.

-Oh.. Mr Colin lei è un uomo alquanto attraente, non c'è che dire, ma una relazione tra un tutor e l'allievo è tassativamente obbligatorio.- Parlò Alesha tentando di dimostrarsi il più matura possibile-E, mettiamo in chiaro le cose, io da lei non vorrei altro che sesso.- 'Più diretta di così non potevo essere' Pensò mentre mangiava il suo muffin al cioccolato, gentilmente offerto dal professore, che la guardava più che stupito.

-Wow, lei è una ragazza molto matura, per avere la sua età. Accetterò tutto ciò che vuole, ma quando vorrà del buon sesso..- Si avvicinò a lei, fino ad assaggiare quel muffin che le aveva portato a fine lezioni.-Venga pure da me.-

-Ci penserò.- Sussurrò lanciandogli un occhiolino, per poi allontanarsi e raggiungere l'auto appena arrivata del genitore.

-Hey.- La salutò Justin, baciandole la guancia.-Sono arrivato tardi?- Chiese preoccupato, i paparazzi gli avevano impedito di guidare in maniera adeguata.

-Uhm, non fa niente, ero occupata a parlare con Colin che non me ne sono neanche accorta. Che è successo?-

-Con Colin? E di cosa? Comunque paparazzi, sono ovunque. Non mi sorprenderei se uno sbucasse proprio qui dentro.-

-Niente di che..gli ho chiesto un po' di lui. Mi ha pure portato un muffin al cioccolato, non è stato carino?-

-Carinissimo..- Sibilò acido.-Lo sai che non puoi avere relazioni con i tutor vero?-

-Lo so, lo so.- Disse prontamente lei, ricevendo un occhiata alquanto strana.-Quel tuo 'lo so, lo so' non mi convince molto-

-Beh.. non posso farci niente.-

-Va bene, come è andata oggi a scuola?-

A quella domanda sul suo viso comparve un sorriso a trentadue denti, facendo capire a Justin che tutto era andato come avrebbe voluto.-Oh, da quel sorriso vedo che ti sei fatta nuovi amici, magari hai anche parlato coi professori.-

-Non proprio. Il grupetto in qui mi ha inserito Jaxon fa schifo, però durante l'ora di informatica ci siamo chiusi nello sgabuzzino della palestra e lo abbiamo fatto!-

Justin frenò di colpo, facendo sobbalzare la figlia che andò a sbattere sul cruscotto. -Aia!-

-Avete fatto sesso a scuola!? Che razza di indecenti....- Iniziò a parlare a raffica, provocando del traffico dietro di loro.

-Juss! Falla finita, stai formando il traffico. Riparti!- Lo rimproverò, tirandogli una sberla sulla nuca.

-Hai fatto sesso a scuola Alesha!- Sbottò, accellerando comunque, beccandosi insulti a destra e sinistra.-Dovresti essere stata sospesa, espulsa!-

-Ho fatto sesso anche su una giostra tesoro.-

-Oh Alesha, finiscila, non mi interessa, non voglio saperne niente!-

-Anche dentro uno scivolo gigante e...- Continuò per il resto del viaggio in macchina, beccandosi non pochi 'sta zitta' da parte di Justin, che proprio non ne voleva sapere.

-E poi voglio fare sesso con Mr Colin, lo hai visto!? E' così sexy..-

-Okay, Alesha, non è che sei ninfomane?- Parcheggiò di fronte casa, osservandola con attenzione, come se potesse capirlo nel guardarla.

-Noo, una volta non ho potuto fare sesso per 2 settimane.- Disse scendendo dall'auto e saltellando verso il cancello.-Che cosa c'è per pranzo?-

-Ho chiesto di farci fare dei ravioli ricotta e spinaci e dell'anatra all'arancia. Come dolce il baba' al ..- Non ebbe il tempo di finire che Alesha era già dentro casa.-

-Vieni qui.- Justin allargò le braccia, per fare in modo che Alesha vi ci accoccolasse, cosa che non si fece ripetere più volte.

-Ti hanno dato compiti a scuola?-

Lei lo guardò, socchiudendo le labbra indecisa sulla risposta. Le avevano dato compiti a scuola?

-A volte ho seri dubbi sul fatto che tu abbia un cervello funzionante.- Bisbigliò prima di stamparle un innocuo bacio sulle labbra.

Alesha spalancò la bocca, fingendosi offesa.-Io sono mega intelligente!-

-E nemmeno ti ricordi cos'hai mangiato ieri.- Rise, iniziando a farle il sollettico. Non riuscendo a non emozionarsi nel vedere sua figlia ridere in quel modo, a causa sua, finalmente l'aveva riavuta.

La sua dolce bambina, coraggiosa, forte e bellissima.

Flashback:

-Ma questo è un carcere Alesha.- Disse Justin abbassandosi per prenderla in braccio. L'indirizzo che gli era stato dato li aveva portati di fronte a un carcere. Perchè erano lì?

-Carcere? Cos'è? Una prigione vero?-

-Si.-

Alesha sospirò, nascondendo il viso nell'incavo del suo collo.-Il mio vero papà è chiuso in una prigione allora..-

Justin non potè fare a meno di irrigidirsi e stringerla più forte a lui.-I-io,mi dispiace, non lo sapevo, non ne avevo la minima idea, a dispiace così tanto.-

-Devo vederlo, io voglio vederlo.- Tirò su col naso, divincolandosi per liberarsi da quell'abbraccio.

-No, aspetta, non è una questione di voglio vederlo o meno. Questo è un carcere, è una cosa seria. Avresti dovuto dirmelo e io avrei potuto organizzare tutto con più calma e attenzione.-

-Non mi avresti portata qui, Justin.-

Ed aveva ragione.

Per lui non era il posto adatto dove poter portare bambini di quell'età. A chi avrebbe fatto piacere sapere che il proprio figlio andasse in un carcere? Non era di certo posto per bambini.

-Va bene, andiamo,però fa la brava. Se ci dicono che non è orario di visita non lo è capito?-

-Capito.-

-E niente prese in giro verso i poliziotti e persone calve..-

-Ma non hanno capelli!- Si lamentò mettendo il broncio.-La loro testa è lucida. Sembrano la luna piena che c'è su Dragon Ball.-

-Alesha..non iniziare.-

-Anzi, mi ricordano Crilin oppure Junior, tu che dici?- Chiese voltandosi per guardarlo meglio negli occhi..-Io dico che adesso devi smetterla, perchè ora entriamo a scoprire perchè tuo padre è chiuso qui dentro.-

-Poi mi compri il gelato.-

-Il dottore ha detto che non puoi..-

Lo interruppe, cominciando a scalciare.-Voglio il gelato! Voglio il gelato! Voglio il gelato!- Per quanto a volte potesse sembrare più matura di tutte le sue coetanee rimaneva sempre una bambina.

-Alesha, ti prego, ne parliamo dopo va bene? Adesso entriamo.-

-Però io voglio il gelato.- Chiarì le cose Alesha, inumidendosi le labbra.

-Ti ho detto che ne parliamo dopo.-

-Papà!- Sul viso di Alesha comparì un grande sorriso e per poco non andò a sbattere contro il vetro che la separava dal suo padre naturale, rimasto alquanto scioccato, nel rivederla.

-Salve Luke, io sono Justin, il padre adottivo di Alesha.- Luke non era come si aspettava, un omone grande, grosso, pieno di tatuaggi e visibilmente aggressivo, anzi, sembrava un uomo normale, con un brutto passato alle spalle.

-Io, non ci posso credere, finalmente ti rivedo dopo tutto questo tempo tesoro.-

-Voglio abbracciarti!- Esclamò spalancando le braccia verso di lui.

-Oh, se avessi potuto farlo ti avrei stritolata, come facevamo prima ricordi?-

-Sì, ma perchè sei finito qui? Che hai fatto papà?-

Justin strinse la presa sulla bambina, anche lui pronto ad ascoltare ciò che aveva dire.-Te lo ricordi il mio amico? Quello che chiamavi Crilin?-

-Pelato? Sì, me lo ricordo, è un antipatico!-

-Ecco,mi ha praticamente incastrato,gli affari loschi in cui si era cacciato e sono finito qua.-

-Ma io te lo avevo detto di non uscire più con lui papà, è cattivo.-

-Lo so..lo so, ma tra poco uscirò di qui. Basta parlare di me, dimmi un po' di te, com'è la tua nuova famiglia?- Domandò con un filo di voce, provando a non piangere.

-Io ho Justin e lui mi ama sai?-

-E una mamma? Ce l'hai vero?-

-Uhm...sì, però Justin MI vuole più bene e poi è bellissimo, come me.-

Parlarono per più di mezz'ora, sino a che l'orario di visita terminò, provocando in Alesha una grande sensazione di vuoto.-No, non voglio andare via.-

-Tesoro, si è fatto tardi, torneremo.-

-No, voglio restare con papà, se no rimane solo!-

-Alesha, sul serio, dobbiamo andare.-

-No...- Justin dovette portarla via di peso, tentando di ignorare le sue urla, farsi sempre più forti. Passò di nuovo sotto il metal detector, riaquistando il suo cellulare.

-Smettila, Alesha, smettila.- Aggrottò la fronte quando la vide sedersi a terra, tirando più volte su col naso.-Voglio tornare da papà.-

-Ci torneremo, te lo prometto, ma adesso andiamo a casa, per favore. Ti prendo anche il gelato.- La bimba serrò le labbra, asciugandosi gli occhi con le mani, per poi alzarsi e cominciare a camminare.

-Alesha, aspettami.- La raggiunse, posandogli la mano sulla schiena per non farle sbagliare strada.

-Fermiamoci qui, lo vuoi il gelato vero?- Senza aspettare una risposta la fece entrare in una gelateria, seguendola a ruota.-Andiamoci a sedere.-

Non sapeva in che maniera reagire, il padre di sua figlia era chiuso in un cella e lui non poteva fare niente per aiutarlo, se non procurargli un avvocato oppure pagare una cauzione.

Una volta seduti porse un fazzolettino alla figlia, assicurandosi che si asciugasse bene il viso bagnato.

-Tu rimani qui piccola, io vado a prendere i gelati.- Fece il suo ritorno pochi secondi dopo, con le mani occupate da due grandi bicchieri pieni di gelato di tutti i gusti possibili.-Tieni, prova che buono.- Lo mise di fronte ai suoi occhi, aspettando che si abbuffasse, invece Alesha rimase ferma e immobile, persa a guardare il vuoto.

-Dai, me lo avevi chiesto tu il gelato.- Provò a convincerla in vari modi, ma fallì miseramente.-Lo sai che se non lo mangi dobbiamo buttarlo vero?- Si appoggiò coi gomiti sul tavolo, lasciando cadere la testa sulle mani unite.-E va bene, andiamocene, ma ricorda che io sono e sarò per sempre il tuo papà ok? Con me puoi parlare e dirmi tutto quello che provi, lo fai sempre no?-

Annuì, deglutendo rumorosamente.-Si.-

-Okay, allora non vuoi dirmi proprio niente?-

-No.-

Deluso da quella risposta si alzò, per prenderla in braccio e stamparle un bacio sulla fronte.-Vedrai che andrà tutto bene.-

Pov Autrice: Lo so, sono in un tremendo ritardo, ma ho avuto molto da fare. Prometto che non appena finisco la scuola non ci metterò così tanto per aggiornare.

  
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