Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: CassandraLeben    05/01/2009    10 recensioni
Questa storia è ambientata dopo Eclipse ed è stata elaborata prima dell’uscita di BD.
HO AGGIORNATO!!!!!!!
In breve: un racconto alternativo, avventuroso e romantico, nonché triste, di ciò che avevo immaginato potesse accadere dopo il fatidico “Sì” tra Edward e Bella.
Il ritorno dei Volturi, di Jack, Alec e Jane sconvolgeranno la vita dei novelli sposi
ATTENZIONE, PUò CREARE ASSUEFAZIONE E PROBLEMI CARDIACI! XD
< Isabella. > Una voce familiare risuonò nella camera. Sobbalzai. Non mi ero accorta della presenza di qualcuno nella stanza.
< Bella! Quanto tempo, desideravo con ansia rivederti. > Aro mi si avvicinò e mi prese la mano. Con gentilezza, me la baciò. Notai i suoi occhi guizzare sulla mia fede e poi incontrare i miei. Mi sorrise tranquillo e mi fece accomodare sul divano.
< Prego cara, siediti. Non avere paura. Non devi preoccuparti. > Sapevo che non potevo rifiutare. Tanto valeva stare al gioco. Magari sarei riuscita a sopravvivere un po’ più a lungo.
Genere: Romantico, Dark, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ciao a tutte!
Ragazze, dopodomani si torna a scuola e questo ha rovinato irrimediabilmente il mio umore… e non credo solo il mio…
Capirete quindi che vi scrivo con il cuore in gola…
Dato che però per un po’ dovrei riuscire a stare al passo.
Devo dirvi che per una serie di fraintendimenti, in realtà questo non è l’ultimo capitolo… non ne mancano molti, ma questo non è l’ultimo…
Per rimediare alla depressione pre-scuola, mi sono data ai saldi. Io di solito odio lo shopping ma con i saldi…
Pagando le cose la metà, sono tornata a casa con sacchetti pieni di lingerie… ho svaligiato tutti i negozi tezenis, golden point, yamamay, etam… e ho trovato delle cose bellissime che solitamente sono inavvicinabili. C’era una camicetta da notte di yamamay che volevo dal giorno del mio compleanno ma nessuno me l’aveva presa. Fortuna che c’era la mia taglia!!!
Questo ha contribuito a migliorare il mio umore XD
Questo però ha comportato che trascorressi tutto il tempo fuori casa e (come al solito) mi sono messa a scrivere ad orari assurdi. Prometto che per il prossimo capito mi ci impegnerò al massimo.
Spero che questo vi piaccia e che vi incuriosisca.
Ora scappo a cominciare l’altro e poi a fare latino…
Un bacio a tutte, ci vediamo giovedì o venerdì con due personaggi che era un po’ che si facevano desiderare!!!        
                                                             
                            Erika (che NON vuole tornare a scuola!!! Sigh sob)

PS: scusate ma non sono riuscita a rileggere il cap. spero non sia proprio illeggibile... scusate...

Bella’s POV

Melanie e Alec dormivano tranquilli nella loro culla mentre Liz, al computer, stava scegliendo con Rose la foto più bella di lei e dei gemellini.
Delle centinaia che avevamo scattato quei giorni e che avevamo messo sul PC, doveva scegliere quella che le piaceva di più. Volevamo farne l’ingrandimento e appenderlo vicino alla foto enorme di lei appena nata che faceva bella mostra di sé in sala.
Rosalie, che insieme ad Alice aveva scattato la maggior parte delle foto, l’aiutava consigliandola. Alla fine, l’avrebbe scelta mia sorella facendo credere a Liz il contrario.
Cercando di non farmi notare da loro, tentai di sgattaiolare in cucina.
La risata cristallina di mia figlia ruppe il silenzio facendomi sobbalzare ed immaginai che stesse ridendo dopo aver visto qualche foto divertente…
In quel momento però, la voce di Rose mi fece trasalire…
< Bella, se Edward ti trova in piedi si arrabbia. Hai l’obbligo assoluto di restare a letto. Lo sai quant’è ansioso… E puoi mangiare solo le cose che ti ha detto Carlisle, quindi è inutile che tu vada in cucina. Non troverai niente. Hanno fatto sparire tutto... >
Sconfitta, smisi di cercare di fare piano e tornai indietro, affacciandomi allo studio.
< Rose, per favore… sono quasi due settimane che mi state obbligando a restare in camera. Diventerò claustrofobia! >
A quelle parole mia sorella si voltò e, sempre tenendo Liz sulle ginocchia, mi squadrò da capo a piedi.
Mordendosi il labbro, cercò sul mio volto i segni del cedimento. Temeva di vedermi nello stesso stato in cui ero al momento del mio ritorno da Volterra.
< Beh, senti, io non voglio far arrabbiare Edward ma se proprio insisti… vuoi che ti prepari qualcosa? >
< No, non preoccuparti, un the sono capace anche io di farmelo. > le risposi più acidamente di quanto non avrei voluto. In fondo, Rose non c’entrava niente…
Non era colpa sua se mi ero ammalata.

E nemmeno se,per questo, Edward era diventato persino più ansioso del solito.

Mi aveva costretta a restare a letto per otto giorni.
Effettivamente, stanca per il parto ed oltre tutto con la febbre, non che ne avessi avuto una gran voglia…
Contro ogni mia aspettativa e desiderio però, per una settimana avevamo dovuto dare ai bambini il latte artificiale.
Carlisle non si fidava a dargli il mio. Avevo avuto 38 e mezzo di febbre per quattro giorni e io stessa non volevo rischiare di trasmettere loro qualche malattia.
Vedere però Rose spostare la culla in camera di Esme e Carlsile era stato un dolore. Li avevo tenuti con me per neanche un giorno e già me li portavano via…

Persino Liz, per una settimana, non aveva potuto stare con me.
Certo, la salute dei bambini andava preservata, ma impedirmi di vederli mi aveva fatto leggermente alterare. Edward, non appena la febbre mi fu scesa, ed io fui in grado
di “ragionare” si era dovuto sorbire una mia sfuriata culminata in un bel pianto. Da vero gentelman mi aveva lasciato gridare, sfogare e alla fine mi aveva stretto tra le braccia consolandomi.
Arrabbiarsi con lui era orribile. Quel suo comportamento così comprensivo mi faceva sentire in colpa.
Fortuna che da cinque giorni era finito il periodo di “quarantena”,come lo avevo chiamato io.
Carlisle, dopo avermi visitato, aveva assicurato Edward che ero perfettamente guarita e che, comunque, quello che avevo avuto non era infettivo. Avevo potuto riabbracciare Liz e prendere in braccio i gemellini.

Appena la piccolina fu tra le mie braccia si rifugiò nel calore del mio seno sfregando la testolina contro la mia pelle. Lo stesso aveva fatto il fratellino. Le loro manine si erano strette intorno alla mia vestaglia ed io, seduta sulla sedia a dondolo, ero rimasta a lungo incantata, costretta a guardarli da qualcosa, un sentimento molto strano, quasi totalizzante, che mi nasceva da dentro il cuore.

Con mia somma gioia avevo constatato inoltre che i gemelli preferivano il mio seno al latte artificiale. Avevo letto che di solito, una volta cominciato con il latte in polvere, era difficile tornare a quello della madre ma fortunatamente così non era stato.
Appena li appoggiai alla pelle nuda del petto, cercarono il mio seno e vi si avvinghiarono con una forza impressionante.
Le loro gengiva mi facevano male ma non lo avrei mai detto ad Edward, che mi osservava rapito, per paura che decidesse di passare ai biberon, sebbene riempiti con il mio latte…
A me piaceva quel contatto fisico con i miei figli.
Proprio come era stato con Liz, me li faceva sentire vicini, in qualche modo, solo miei…
Era un sentimento egoista, ma non potevo ignorarlo.
Sapere che loro dipendessero da me, che loro cercassero me, mi faceva sentire completa.
Il senso di vuoto che provavo da quando li avevo partoriti si attenuava, dandomi un senso di pace e tranquillità.
Fuori dal mio ventre, non potevo proteggerli come avrei voluto.
Ecco, pensare ai miei due piccoli mocciosi (così li chiamava affettuosamente Emmett) mi fece sentire triste. Appena fosse stato pronto il the, sarei salita in camera di Esme a controllarli.
Speravo che sarebbero tornati in camera mia presto. Ero stufa di intrufolarmi nella vita privata dei miei suoceri…

Mentre mettevo a scaldare l’acqua entrò in cucina Esme che mi rivolse un sorriso smagliante.
< Allora, cara, dopodomani riportiamo le tue cose al piano di sopra, nella vostra camera. >
Sorrisi e poi decisi di chiederle direttamente quello che volevo.
< Esme, vero che i bambini li metterete in camera mia? >
< Certo… la cameretta è già pronta ma le culle sono già affianco al vostro letto matrimoniale. Non preoccuparti, tesoro. Avranno bisogno della culla calda,secondo Alice e Carlisle, almeno per un’altra settimana. Ci stanno ancora larghi. Dopo sposteremo anche quella in camera vostra. >
Sorrise ed io feci altrettanto.
Era strano pensare che adesso, io, mio marito e i miei tre figli, occupavamo tutto un corridoio. O meglio, occupavamo tutta la parte finale del corridoio del piano superiore. Camera mia, un bagno, camera di Liz, camera dei gemellini e inoltre, una camera vuota che, una volta cresciuti i due piccoli, sarebbe andata ad uno di loro. In pratica, tutta la parte destra del corridoio del secondo piano...
In quei giorni in cui ero rimasta in camera, Edward mi aveva fatto una proposta molto allettante.

Tenendo lo sguardo fisso sulle mie mani che teneva fra le sue in un gesto motlo intimo e dolce, mi aveva chiesto:

< Bella, che ne diresti se tu, io e i bambini andassimo a stare in una casetta tutta nostra?
Non lontano da quella degli altri… pensavamo che, tra qualche anno dovremo trasferirci di nuovo.
Potremmo comprare una casa grande con vicino una un po’ più piccola, per noi.
Esme ne avrebbe già individuata una.
Ha già preparato i piani del restauro… Naturalmente, ci sarà abbastanza spazio per tutti noi. E il posto è molto carino. Ovviamente, è isolato ed immerso nel verde. Casa nostra disterebbe circa cento metri da quella principale. Era quella del giardiniere della villa. Spero che non ti dispiaccia. È molto graziosa, a due piani. Non è enorme… Esme ha comunque progettato di ampliarla, ma se vuoi, possiamo aggiungere qualche stanza. Per ora c’è spazio per una cucina abitabile piuttosto ampia, un piccolo studio e un soggiorno al pian terreno e quattro camere a quello superiore. Ah, naturalmente, un bagno per piano. Se Esme allarga un pochino, dovrebbe starci la vasca idromassaggio. E se no, al massimo, per quella andremo nel bagno di Alice… Le stanze non saranno giganti, ma ci dovremmo stare abbastanza comodamente. Dovrei riuscire anche ad infilare il mio pianoforte nel soggiorno. Rinunceremo alla poltrona… >

Poi titubante aveva alzato lo sguardo verso di me e aveva sorriso speranzoso.

In quel momento gli ero praticamente saltata addosso, buttandogli le braccia al collo.
< Ti piace come idea? > mi aveva domandato cauto, carezzandomi i capelli.
< Sì! Sì! Mi piace tantissimo! > gli avevo sussurrato in preda ad una gioia profonda.
Avremmo avuto un posto… nostro, nostro per davvero. Che non avremmo dovuto condividere con nessun altro. E tutto questo, senza rinunciare alla nostra famiglia che sarebbe restata poco lontano da noi.
In effetti, non credo che Edward si sarebbe arrischiato ad allontanarsi troppo.
Il suo clan di vampiri era forte, ma solo se unito…

Era bello pensare che saremmo stati una famiglia normale, almeno per quanto permettessero le circostanze…
Una mamma, un papà, i nostri bambini…

Prima di concepire Liz, non mi rendevo conto di quanto volessi tutto questo.
Anzi, non è che volessi propriamente creare questo tipo di famiglia. il cardine su cui tutto si basa e girava intorno era il crearla con Edward…
Esme mi passò una tazza ed io feci attenzione a non rovesciarmi l’acqua bollente addosso.
A tavola, mia suocera facendo un sorriso colpevole e dispiaciuto, mi passò dei biscotti integrali con le vitamine.
< Esme, fanno schifo. > mi lagnai dopo averne addentato uno.
< Dai, non fare così. Prima guarisci, prima potrai tornare a mangiare cibo normale. >
Poi squillò il cellulare nuovo di zecca che Edward mi aveva regalato. Diceva che era un regalo di anniversario anticipato. Ad agosto sarebbero stati quattro anni da quando ci eravamo sposati.

Velocemente lo tirai fuori dalla tasca del pigiama e risposi: < Pronto? >

< Pronto amore, come va? >
A sentire quella voce angelica mi sciolsi. < Bene… e la caccia, com’è andata? >
< Mh, normale… senti, dovremmo incontrare Jacob fra poco. Saremo di ritorno questa sera… >
< Vi aspetto… >
< No. Vai a dormire. Riposati. Noi arriveremo piuttosto tardi. >
< Edward, adesso sto bene. E non voglio che Jake arrivi e mi trovi a dormire. >
< Jacob capirà. Gli conviene. > Sentii Carlisle sghignazzare ed arrossii. Lui ed Edward erano partiti per andare a caccia e poi per incontrare Jacob che da due settimane stressava Edward per poter venire a trovarmi.
Alice e Jasper invece erano andati incontro ad Alec. Mia sorella aveva previsto che si sarebbero incontrati a Vancouver proprio in questi giorni, ma non sapeva la data precisa. Per questo si era allontanata da casa tre giorni prima. Non voleva rischiare di arrivare tardi. Era necessario che quegli incontri avvenissero senza che lui venisse a cercare noi… sarebbe stato rischioso.

A casa con me e i bambini erano rimasti Emmett, Rose ed Esme.

Sospirai e dissi: < Edward, torna presto. Mi manchi. >
< Anche tu… sapevo che avrei dovuto mandare solo Carlisle… >
< Non dire sciocchezze. Sai che non vai a caccia da prima che partorissi? Sono quasi tre settimane dall’ultima volta. >

Non rispose. Cambiò direttamente argomento.

< Liz che sta facendo? >
< Sta scegliendo le foto. Sai, per l’ingrandimento… >
< Mh… dì a Rose che a me piace quella in cui Elizabeth è sul letto e tiene a destra Alec e a sinistra Mel. Secondo me, quella sarebbe perfetta. >
< Edward, ce ne saranno una trentina di loro sul letto… >
Ridacchiò e poi aggiunse: < quella in cui ci sei anche tu. L’abbiamo scattata ieri l’altro… >
< Edward, avevamo detto: Solo i bambini. > lo ripresi.
Sospirò borbottando qualcosa sul fatto che secondo lui quella era una regola che avevo imposto io e poi mi disse: < Dille di scegliere quella in cui sono in giardino. Liz è sdraiata nell’erba e su una copertina affianco a lei ci sono i due gemelli. È molto carina. >
< Edward… dovrebbe sceglierla Liz. >
< Tanto lo sai, alla fine la sceglierà Rose… >
< spero che non sia un vizio di famiglia… > gli dissi sarcastica poi aggiunsi: < Ti amo. >
< Anche io. Non preoccuparti, torno presto… quando ti sveglierai, domani mattina, sarò già lì da te. >
< Ti aspetto. > e poi ci salutammo. Vidi Emmett che passava per la sala fare a Rose il gesto di vomitare. Si chinò versò Liz e le disse all’orecchio, abbastanza forte perchè io sentissi: < Che smanciosi. > risero tutti e tre e poi Liz si fece prendere in braccio da suo zio.
< Dove andate? > chiesi sospettosa notando il fare cospiratorio.
< In piscina. Ovvio. > mi rispose Emmett innocentemente.
< Mhm, vediamo di non rompere nessun osso oggi. Va bene? >
< Sarò attentissimo. > promise solennemente prima di porgere la mano a Rose. In pratica sapevo già come sarebbe finita… Emmett e Rose avrebbero fatto i cretini e pomiciato tutto il tempo nella piscina. E come scusa per usarla usavano Liz.
Rose la adorava. La trattava come se fosse figlia sua. La figlia che non avrebbe mai potuto avere…
Quel pensiero mi mise tristezza e Rose lo notò. Mi venne vicina e mi accarezzò la guancia.
< Perché non vieni anche tu? Magari non fare il bagno… prendi un po’ di sole, una volta che c’è… >
Mh… l’idea di vedere il corpo da urlo di Rose in bikini e di confrontarlo con il mio che, già di suo non era di certo paragonabile ma che oltretutto era reduce da una gravidanza gemellare mi fece desistere dall’accettare.
< No, grazie… preferisco restare in casa. Non vorrei prendere freddo e ammalarmi di nuovo. Mi raccomando, bada te a Liz. >
Mi sorrise radiosa e annuì, prima di prendere la bambina dalle braccia di suo marito e sparire al piano di sopra. Quando tornarono,pochi minuti dopo, lei indossava un costumino minuscolo che metteva in risalto il suo corpo perfetto. Liz era troppo tenera con il suo semplice costumino colorato.
Entrambe erano avvolte in un ampio asciugamano.

Liz ebbe un brivido e sussurrò: < Scei fredda! >

Rose rimase interdetta per alcuni istanti poi il suo volto si aprì in un sorriso radioso e le sfiorò il naso con la punta del  dito. Emmett le raggiunse sfogiando dei boxer lunghi fin sopra il ginocchio e color marrone chiaro… Un bel corpo effettivamente...
Notevole…
Feci mente locale ricordandomi che: Uno, ero sposata con Edward; Due, Edward era suo fratello; tre, Emmett era come se fosse mio fratello; quattro, Rose mi avrebbe squartata viva.

Nonostante tutto, devo ammettere che era proprio un bel ragazzo… 
certo, Edward era meglio... e sopratutto, era mio...

Trascorsi il resto della giornata in modo molto poco interessante.
Telefonai a mia madre e poi mangiai leggero, prima di telefonare a Charlie.
Il pomeriggio mi misi a studiare. Ah, naturalmente ogni tre ore e mezza i gemelli reclamavano il mio seno con pianti che avrebbero distrutto i timpani.
Fortuna che Esme era una donna paziente… mi aiutava con i pannolini e con i bagnetti.
Dato che la sera erano inquieti, la trascorsi in sala, con loro tra le braccia. dovevo cullari in continuazione... Ogni volta che li mettevo nella culla ricominciavano a piangere, anche se si stavano per addormentare. Come se non bastasse Liz era particolarmente malinconica. Mi restava attaccata in maniera quasi snervante…

Al momento di metterla a letto non c’era stato verso. Voleva restare sveglia fino a tardi ad aspettare il rientro del padre.
< No, Liz, ti prego. Fa la brava bambina… lo sai che il papà non vuole. >
< Ma papà no c’è. >
< Lo so… ma per favore, va a dormire. >
< No… mammi! >
< Dai, non fare i capricci… >
Lei aveva abbassato lo sguardo e cominciato a singhiozzare. Grossi lacrimosi le scendevano lungo le gote arrossate.
< Mammi, alloa posscio domire con te? Pe favore!!! Mammi!!! >
Dopo vari tentativi fui costretta a cedere.
< Va bene, dormi dove vuoi, basta che lo fai subito. > Lei si era messa a saltellare e mi aveva dato un bacio sulla guancia prima di scappare in camera sua a prendere il suo pigiama e il suo pupazzo.
Pochi minuti dopo essere riuscita ad addormentarla telefonò Alice… Ero in sala con il libro in mano e la sentivo parlare con Esme. Emmett e Rose, facendo finta di giocare a carte, ascoltavano proprio come me che fingevo di studiare…

< Va bene cara… Domani? >
< Sì Esme. Ci siamo incontrati due ore fa. Ho già avvisato Edward. >
< Ma ci sarà anche Jacob… >
< Lo so… ma andrà tutto bene. >
< E come fai a dirlo? Non riesci a vedere i licantropi… >
< Infatti. È per questo che ne ho parlato prima ad Alec, che pur di rivedere Bella ne affronterebbe un branco di licantropi, e poi con Edward. Lui dice che Jake è d’accordo. In fondo, deve essere riconoscente ad Alec… >
< Ma sarà sicuro? >
< Sì. Si sono parlati e hanno messo in chiaro le loro “posizioni”. Nessuno attaccherà nessuno. >
< Allora vi aspettiamo. >
< Va bene. A domani. >
< A domani. >
Quando mise giù la cornetta sia io che Rose che Emmett eravamo con le orecchie tese ed era palese che non stessimo facendo quello che fingevamo.

Il mio libro era aperto sulle ginocchia, troppo lontano perché riuscissi a leggere. Le carte di Rose ed Emmett erano sparse sul tavolo.
< Beh, la buona educazione vorrebbe che non si origliasse, ma per lo meno non dovrò ripetervi quello che mi ah detto Alice. > Disse Esme dolce. Io fui l’unica ad arrossire ma Rose si morse il labbro. Lo faceva sempre quando era in imbarazzo.
Stanca, sbadigliai ed Esme mi disse: < Bella, forse sarebbe meglio se andassi a dormire… >
< Sì, forse è meglio. Sono stravolta. stare dietro a due gemellini è davvero pesante... senza il vostro aiuto non saprei proprio come fare. > dissi riconoscente e salutai tutti prima di infilarmi sotto le coperte spostando Liz verso il lato di Edward. Aveva il brutto vizio di occupare tutto il letto nonostante fosse piccola. Si metteva di traverso… Era così tenera. I capelli le ricadevano morbidi sulle spalle e il contrasto tra il rosso e il bianco delle federe era delicato ed impressionante. Sorrideva tranquilla. Mi sedetti vicino a lei, accarezzandole il capo e sistemandole una ciocca ribelle dietro l’orecchio. In quel momento strinse i pugni e mugugnò qualcosa. Capii solo: < Mammi… papà… > poi si accoccolò su se stessa. La presi tra le braccia facendo attenzione a non svegliarla e mi sistemai meglio le coperte, dopo averla stretta a me per sentire il calore del suo piccolo corpo.
Non appena chiusi però gli occhi uno dei bambini cominciò a piangere. Nel tempo di un battito di ciglia, anche l’altro diede aria ai polmoni.
Sbuffai e spostai Liz. Possibile che appena mi mettevo a letto quelli cominciavano a piangere? Eppure, li avevo allattati prima. Erano sempre affamati…  

Le urla si facevano sempre più forti e più vicine

Svogliatamente mi alzai ed aprii la porta della mia camera. Esme teneva in braccio Alec e lo cullava dolcemente mentre Rose coccolava Mel.
< Credo che abbia fame… > sussurrò Rose indicando la bambina.
Sussurrai sorridente: < Beh, posso dirle di no? >
< Mhm, a giudicare da quanto stanno piangendo, direi di no… > ridacchio Rose avvicinandosi. Presi la bimba dalle sue braccia e andai ad accovacciarmi sul divano. Prima allattai lei e poi presi il piccolo dalle mani di Esme. Quando finalmente mi lasciarono in pace il seno, li riportai in camera di Esme e li adagiai nella culla. Non feci neanche lo sforzo di tornare in camera mia. Diedi un’occhiata al copriletto di seta verde sul matrimoniale dei miei suoceri, diedi un’occhiata alla porta chiusa e senza realmente essere cosciente mi lasciai cadere sul letto morbido. Rotolai fino al centro dove mi rannicchiai su me stessa. 

Pochi minuti dopo sentii delle mani gelide accarezzarmi e mettermi qualcosa di morbido sulla schiena. Socchiusi appena gli occhi quel tanto che bastava per vedere Esme uscire dalla sua camera.

Dopo quell’immagine, nella mia mente c’era solo il ricordo vago di un sonno lungo e tormentato.

Ad un certo punto, nell’incoscienza della notte e del sogno, sentii delle labbra gelate lambirmi la pelle e delle mani delicate accarezzarmi le spalle… poco dopo, perso nell’incongruenza del sonno, una risata calda e profonda che risvegliava in me ricordi di tempi passati, felici ed amari al contempo.
Jacob...
quanto mi era mancato il mio migliore amico...

  
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: CassandraLeben