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Autore: _Destiel    27/05/2015    1 recensioni
"C'era una volta, nel centro di New York, lontano pochi isolati da Central Park, un Istituto. Una scuola, possiamo dire, dove i giovani Nephilim, ragazzi che dedicavano la vita alla lotta contro il male e a distruggere ogni forma di demone presente in questo mondo, venivano istruiti, allenati, preparati alla vita lá fuori. Ogni istituto era aperto a tutti i cacciatori che chiedevano ospitalità, ma alcuni di essi ci vivevano stabilmente. 10 ragazzi, maschi e femmine, erano stati assegnati ad esso e potevano quasi definirsi quasi indipendenti. Le loro vite, la loro sopravvivenza, il loro mantenimento erano sotto la responsabilità del Conclave, ovviamente, ma rimanevano abbastanza autonomi. Il Conclave aveva deciso di provare a fare questa sorta di "esperimento", per assicurarsi che, al compimento della maggiore età, questi ragazzi fossero in grado di gestirsi da sé, di essere dei bravi cacciatori. E aveva affidato loro la gestione dell'edificio."
Questa storia non riguarda, non direttamente, i personaggi descritti nei libri di Cassandra Clare, perché riguarda la generazione seguente. Infatti alcuni dei protagonisti sono proprio i loro figli. Coinvolge sia i personaggi di TMI che di TDI, che sono contemporanei.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ONCE UPON A TIME - CAPITOLO NOVE.

New York, Maggio 2013

Pov Sam
Dopo che Damon e Daniel ebbero portato Ella in infermeria, pur violando le istruzioni, gli altri Nephilim rimasero, armati, in palestra. Alla fine Sam, se si fosse trattato di suo fratello, avrebbe fatto lo stesso, senza pensare troppo alle conseguenze, perché la sua vita era molto più importante. Ma quando Sam sentì un urlo provenire dall'infermeria, pensó subito al peggio. Lydia e Robert, che ne frattempo avevano chiamato il Conclave e iniziato a controllare tutto l'Istituto, corsero, passando davanti alla palestra, sin dagli altri ragazzi, mentre loro rimasero lì ad aspettare nuovamente. Mezz'ora più tardi, Robert, accompagnato da Daniel e Damon, tornò da loro, comunicando loro le prossime mosse: tornare in camera e non fare casino.  Ormai era sempre la solita storia. Loro se ne sarebbero stati in disparte, mentre gli altri facevano il lavoro sporco. E quello davvero significava essere Nephilim? Ovviamente, per ingannare le apparenze, fece finta di stare ai comandi, dirigendosi verso la propria camera, ma non appena fu fuori dalla vista di Lydia e Robert, prese Max Lewis per il polso, trascinandolo in un salotto. Per quel che aveva in mente, Sam avrebbe potuto scegliere anche Lorax, ma alla fine il fratello era molto conforme alle regole, al contrario di lei. E Max le sembrava una giusta scelta.

"Che ne dici di sparire per un po'?" Propose la ragazza al nuovo amico, che accettò immediatamente. I due, di soppiatto, si diressero verso la porta e riuscirono facilmente ad uscirne, essendo gli "adulti" impregnati a perlustrare l'Istituto. Se l'intruso fosse stato davvero lì, sarebbero decisamente stati più sicuri altrove. Sam portò Max in un bar poco lontano dalla loro abitazione, Taki's, un ristorante principalmente per Nephilim e Nascosti.

"Spero tu abbia fame" Disse la bionda, entrando e andando a sedersi in un tavolino, seguita dal ragazzo. Subito una cameriera si recò da loro per prendere le ordinazione, che arrivarono molto velocemente. Entrambi i ragazzi presero dei semplici pancakes con lo sciroppo d'acero, nonostante fosse ormai mezzogiorno passato. Qui pancakes, a differenza di quelli che si ostinavano a preparare i due Herondale, non era blu, ma color oro. Deliziosi.
Ben presto i due ragazzi, dopo aver finito i loro piatti, si diressero verso l'uscita  e proprio in quel momento, la bionda andò a sbattere contro un altro ragazzo, che le mise le mani sulle spalle, pochissimo prima di scontrarsi.

"Scusa" Esclamò Sam, allontanandosi leggermente, mentre Max andava alla cassa per pagare il contro. "Non ti avevo  visto... " Quel ragazzo scosse la testa, per poi sorridere e andare avanti, seguito da altri due ragazzi. Quando l'aveva guardata, Sam aveva visto il colore dei suoi occhi. Azzurro ghiaccio, così chiari e persuasivi, come non aveva mai visto in vita sua. Ma scosse la testa, smettendo di pensarci.
Il giovane Lewis presto la raggiunse e, insieme, ripresero a camminare senza sapere esattamente dove stessero andando. Quella mattina, essendo ormai quasi di giugno, l'aria era abbastanza calda, e Sam, con la sua T-shirt a maniche corte, non aveva né troppo caldo, né troppo freddo. Ormai l'estate stava arrivando, anche se loro, con tutte quelle preoccupazioni, non avrebbero potuto godersela a pieno.

"Cosa ti turba?" Le chiese Max, mentre passeggiavano per un viale, abbastanza in periferia. Sam scosse la testa, mettendosi le mani in tasca. Perché in realtà non era la situazione in generale a turbarla, ma più che altro la consapevolezza di non poter essere utile per risolverla.

"Bionda!" Sam sentì una voce chiamarla e, girandosi, vide il ragazzo prima, quello con cui si era scontrata venire in contro e porgerle il suo portafoglio. "Hai dimenticato questo". Sam gli sorride, ringraziandolo e stringendogli la mano, mentre quello si presentava.

"Piacere di conoscerti, Dimitri Novikov. Sei russo, per caso?" Il ragazzo annuì, mentre sorrideva e presentava l'altro suo amico, un certo Nate Howards.

"Noi più tardi abbiamo l'intenzione di andare in un locale." Iniziò Dimitri, sorridendo ai due Nephilim,  "Vi piacerebbe magari venire con noi? Sembrate due ragazzi a posto."                                     Onestamente, a Sam l'idea entusiasmava molto, ma a quel punto all'Istituto dovevano essersi accorti della loro mancanza, o se ne sarebbero accorti presto, e quindi la ragazza dovette rifiutare, sebbene con dispiacere, beccandosi un'occhiataccia da Max. Dimitri comprese, senza fare domande, ma in ogni caso le lasciò il suo numero, intimandole di richiamarlo. E, appena i due Nephilim si misero in moto per tornare all'Istituto, Max sorrise maliziosamente a Sam, che roteò gli occhi, esclamando: "Non provare a dire niente.", mentre quello scoppiava in una fragorosa risata.

 

Sam e Max entrarono, il più silenziosamente possibile, dalla porta dell'edificio e, per non si sa quale fortuna, nessuno era nelle vicinanze. Ma, non appena i due ragazzi sospirarono per la vittoria, Robert apparve davanti ai loro occhi, scuotendo la testa.

"Come vi giustificate?" Sam e Max avevano cantato vittoria decisamente troppo presto, ma in qualche modo riuscirono a cavarsela, senza addirittura ricevere alcuna punizione. Sam aveva notato la stanchezza negli occhi di Robert, segnalata dalla grandi occhiaie, e comprese quanto quella situazione fosse più grande di loro. Tuttavia, prima di salire in camera, come promesso all'istruttore, ma dopo aver salutato Max, Sam si diresse in infermeria per controllare come stesse la cara Ella. Sulla soglia vi trovò il fratello che, dopo aver lasciato uscire un sospiro triste, la informò delle sue condizioni: era stabile e si sarebbe sicuramente ripresa, ma quella situazione lo preoccupava terribilmente. E, citando le sue parole, "Nessuno fa del male a mia sorella e la passa liscia". E Sam era completamente d'accordo. Avevano invaso il loro spazio e dovevano pagare per questo, chiunque fosse stato. Dopo aver abbracciato Daniel, per dargli anche il minimo conforto, la ragazza salì in camera sua, accorgendosi che ormai fosse praticamente già quasi ora di cena. Lei e Max erano stati fuori decisamente per paracchio tempo, anche solo a camminare. Ma, non avendo per niente fame e soprattutto non avendo la minima intenzione di rimanere lì, prese il telefono e il bigliettino che Dimitri le aveva lasciato, e gli scrisse un messaggio.

A: Dimitri.

'Vuoi ancora andare in quel locale?'

 

Pov Damon

Damon aveva passato tutta la giornata nella camera di Ella, a guardarla riposare, seduto sulla sedia. E al suo fianco c'era Daniel che, per il nervosismo, sembrava stesse per mangiarsi le mani. E aveva tutti i diritti. Se solo lui, pur non essendo Ella sua parente, stava così male, non osava immaginare come si sentisse in quel momento il fratello. E l'attesa del suo risveglio rendeva tutto ancora più complicato. Perché Ella era stabile, quello sì, ma aveva perso molto sangue e, nonostante le ferite superficiali fossero ormai guarite, sicuramente la ragazza non doveva essere al massimo delle sue forze. Anche tutti gli altri erano passati a vedere come stasse, cosa che aveva lasciato Damon molto sorpreso, e Lily, che a questo punto poteva essere definita la ragazza del suo amico, le aveva persino preparato una torta. Daniel, dopo aver avvisato l'amico, uscì dalla stanza per andare a prendere qualcosa da mangiare e stette fuori per qualche minuto. Ma quei minuti furono di vitale importanza. Infatti Ella, dopo aver aperto lentamente gli occhi ed essersi guardata intorno, ancora sdraiata sul lettino, si tirò su a sedere improvvisamente. Ma Damon la bloccò e la rifece stendere.

"D-dove sono?" Sussurró la ragazza, tossendo leggermente spaesata. Era sveglia, era davvero sveglia.

"Non ti preoccupare, Ella. Sei al sicuro... Che... Che cosa ricordi?" Le chiese Damon, facendole bere un po' d'acqua. Anche se leggermente incerta, l'Herondale gli raccontò tutto, in ogni minimo particolare, leggermente spaventata da quanto successo. Ma Damon riuscì a tranquillizzarla, in qualche modo, promettendole di proteggerla. Il ragazzo fece per schiudere la bocca, per rivelarle qualcosa ma proprio in quel momento, Daniel aprì la porta e, vedendo la sorella sveglia, si precipitò subito da lei. Per lasciare loro un po' di privacy, il giovane Morgenstern decise di uscire dall'infermeria, per permettere loro di parlare e trascorrere del tempo insieme ma, appena varcó la porta, trovò Adam lì davanti.

"Che cosa vuoi, testa arancione?" Disse sgarbato il biondo, guardando l'altro male. Quel ragazzo era sempre in mezzo, qualunque cosa succedesse e la cosa lo infastidiva tremendamente, anche solo la sua vista.

"Ma ti alleni ad essere così stronzo o ti viene naturale?" Rispose il rosso, contraccambiando quello sguardo. Damon non rispose e si allontanò velocemente, prima che la situazione finisse male. Ovvero Adam con il naso spaccato.

"Hai paura di chi sei davvero, Morgenstern?" Cercò di provocarlo l'altro ragazzo, seguendolo. Se non avesse  chiuso la bocca all'istante, lo avrebbe fatto fuori, davvero. "O forse ti sei reso conto di essere davvero figlio di tuo padre." E a quel punto, Damon non si trattenne più e gli sganciò un pungo un faccia, seguito da altri. E il ragazzo contraccambiò, picchiandolo a sua volta e riuscendo persino a fargli sanguinare il naso. In compenso, Damon gli provocò un livido sulla guancia. Prima Travis, e ora anche Adam. Chi sarebbe stato il terzo? Dopotutto, non c'è due senza tre.
Il 'duello' proseguì fino a quando Alaska, la moretta che stava sempre con Travis, passando di lì, probabilmente per il rumore,  li vide e corse da loro per farli smettere. E, in qualche modo, riuscì a fermarli. Damon si passò il dorso della mano sulla bocca, per poi allontanarsi velocemente e  salire in camera sua. Prima o poi avrebbe ucciso quel ragazzo, se lo sentiva. Salendo le scale, incontrò per caso Lydia, che probabilmente aveva finito il tour di ispezione dell'Istituto, e il suo sguardo rivelava che il risultato era stato inconcludente. Ma decise comunque di tentare.

"Ehi, Lydia!" Disse Damon, rivolgendole un sorriso malizioso. La ragazza lo guardò, alzando le sopracciglia, come per dire 'cosa vuoi, plebeo?'. Ma il ragazzo non si lasciò abbattere e le chiese come fosse andata la ricerca e  se avessero per caso trovato quel qualcuno. Ma Lydia, senza rispondergli sospirò, notando il sangue sul suo viso.

"Che cavolo hai combinato?" Esclamò la ragazza, incrociando le braccia al petto esasperata. Ma Damon si giustificò con un 'un alieno mi ha usato per i suoi esperimenti' e scappò in camera sua, lasciando l'istruttrice ad interrogarsi su quali problemi mentali lo affliggessero.
Damon, dopo aver fatto una veloce doccia, si buttò sul letto, senza rimettersi la maglia e fermandosi a pensare. E c'era qualcosa nella sua mente, che lo turbava terribilmente, ma lui proprio non riusciva a capire cosa fosse. Un dolore allo stomaco, come qualcosa che gli impedisse di respirare normalmente, simile a quello che provava quando, da bambino, avendo fatto qualcosa di male, cercava di nasconderlo al padre. Quasi come un senso di colpa. E davvero non ne capiva l'origine, e men che meno il motivo.  Perché lui non aveva fatto niente di male, vero?

 

Pov Ella
Appena Damon uscì dalla stanza, Daniel iniziò a bombardarla di domande. Su come si sentisse, se avesse ancora dolore, se il suo stomaco necessitasse cibo e altre cose del genere. Ma onestamente, Ella, nonostante avesse dormito per parecchie ore, si sentiva più stanca che mai. Il fianco non le faceva più tanto male, ma quella sensazione di debolezza permaneva. E vi era anche quell'accenno di rimpianto nei suoi pensieri, per non essere stata abbastanza veloce di accorgersi del proiettile, e magari evitarlo. E poi, davvero, la sfiga sembrava perseguitarla. Qualunque cosa facesse, ovunque andasse. E lei davvero non sapeva più come respingerla.

"Non hai per caso avvisato mamma e papà, vero Daniel?" Gli chiese Ella, colta da quell'improvviso pensiero. Perché era certa che, se i genitori avessero scoperto tutta quella situazione, li avrebbero sicuramente riportati a casa. E quella era l'ultima cosa che Ella avrebbe voluto.

"Non sono mica  così stupido. Certo che no!" Rispose il fratello e la ragazza lasciò sfuggire un grande sospiro. E proprio in quel momento, la porta si aprì e il suo amico rosso, Adam, entrò nella stanza. Ma Ella notò subito che qualcosa non andasse. La sua faccia era turbata da lividi, così come le mani, e sulla sua maglietta vi era una traccia di sangue. La ragazza lo guardò, spalancando gli occhi, e subito iniziando a tempestarlo di domande, preoccupata, mentre Daniel alzava gli occhi al cielo, uscendo dalla stanza. Dopo aver detto un flebile "Torno subito". Adam scosse la testa, senza rispondere, e da dietro la schiena tirò fuori un grande mazzo di rose rosse, per poi cercare un vaso e mettere i fiori nell'acqua.

"Adam. Che cosa hai fatto alla faccia?" Esclamò Ella, con un'espressione seria sul volto. Ma il rosso cercò di tranquillizzarla, dicendole che si era fatto male durante il combattimento con le spade della mattina. La ragazza rimase un po' titubante, ma alla fine gli credette e lo strinse in un abbraccio, sussurrandogli un 'Grazie per i fiori.'

 

Nei giorni seguenti, Adam passò molto spesso a trovarla in infermeria, così come tutti gli altri. Anche se Daniel era praticamente quasi sempre lì. Tuttavia, Ella non aveva più visto Damon da quando si era svegliata, e non riusciva a spiegarsi il perché. Le era sembrato così gentile ultimamente e ora... gli aveva fatto forse qualcosa di male? Ella non riusciva a capire.

Tuttavia, quattro giorni dopo, finalmente, poté uscire dall'infermeria. Ma la situazione che vi trovò fu tutt'altro che piacevole. A quanto le fu raccontato, un altro Nascosto era stato assassinato e il suo cadavere era ridotto come gli altri quattro. Cuore strappato e lettera incisa sul petto. E Lydia e Robert, preoccupati da quella situazione, stavano seriamente pensando di rimandare tutti a casa, suscitando le lamentele di tutti i ragazzi. Come dicevano i due istruttori "Noi seguiamo gli ordini del Conclave", ed Ella sentì qualcuno, probabilmente Travis, esclamare "Ma che si fotta il Conclave!". Era ormai l'una passata, quando Ella, preoccupata per il caro amico biondo, provò ad andare a bussare alla sua porta, ma non ottenne nessuna risposta. Non era in camera, non era al piano inferiore. Dove poteva essersi cacciato? Non appena si pose quella domanda, la ragazza capì improvvisamente. Sul tetto.

La sua idea si rivelò fondata. Infatti Damon era proprio lì, sulla sdraio, intento a leggere un libro. Ella, curiosa di sapere il titolo, ma sopratutto ansiosa di avere domande, gli si avvicinò, senza essere notata, ma quando gli fu a meno di tre metri di distanza, esclamò: "Ti ho per caso fatto qualcosa di male?". Perché lei davvero proprio non capiva il motivo del suo comportamento, che ultimamente era sempre più freddo e distaccato. Damon alzò le sguardo, guardandola per un secondo e pii riabbassando lo sguardo sul libro, con un semplice "Non ora, Ella." Ma la ragazza non voleva lasciargliela vinta e si avvicinò di più.

"Sei solo un bugiardo" Sbottò quella, avvicinandosi di più. "E un codardo. Che non ha nemmeno la forza di guardare una persona negli occhi, dopo averla ferita. Che problemi hai Damon? Ti vergogni? Mi reputi solo una stupida bambina?" Damon le rivolse un'espressione confusa, non capendo cosa stesse dicendo. Ma non appena Ella pronunciò le parole "Mi ricordo ogni cosa", il ragazzo comprese e si alzò, mettendosi davanti a lei e lasciando cadere sulla sdraio il libro.

"Cosa vuoi che tu dica, Ella? Che ti chieda scusa? Sai bene che non lo farò." Ma non era certo quello il suo intento. Voleva solo capire le sue intenzioni, come probabilmente avrebbe fatto chiunque altro al suo posto. Ma quello continuò. "È stato un errore, lo so bene. Ma non azzardarti a darmi del bugiardo o del codardo, perché tu non sei certo migliore." Ella distolse lo sguardo, ridendo appena, per poi ritornare a guardarlo.

"Sei proprio rimasto il solito, Damon Morgenstern." Prese a dire la ragazza. " Sempre egocentrico e maleducato, che ne ne frega di tutti e di tutto... Ma lasciati dire questo" E gli puntò il dito al petto. "Nemmeno tu riuscirai a sfuggire al destino. E un giorno riceverai tutto quello che ti meriti." E a quel punto, girò i tacchi e si diresse, arrabbiata, verso le scale per tornare di sotto, mente in lontananza sentiva Damon esclamare: "Fottiti, Herondale!". Vaffanculo a te, Damon. Con tutto il cuore. Con quel ragazzo, era praticamente impossibile solo pensare di poter intraprendere un discorso anche solo lontanamente normale, perché trasformava ogni cosa in un problema, nonostante magari fosse semplicemente una sciocchezza. Ed Ella si era decisamente stancata del suo comportamento.

Scese in cucina per un bicchier d'acqua e proprio in quel momento vide Sam scendere, sistemandosi la maglietta, con un'altra ragazza al suo fianco, una biondina che non aveva mai visto in vita sua. E non appena la vide, Sam si fermò, esclamando un:"Ella, sei guarita". E a quel punto, la strinse in un abbraccio, per poi presentarle quella certa Anya, che dall'aspetto, ma soprattutto dall'accento, Ella capì essere straniera. I suoi capelli biondi e gli occhi azzurrissimi, come ghiaccio, rivelavano la provenienza da una regione del Nord Europa, probabilmente che, come confermò la stessa, si trattava della Russia. Sam, sentendo delle voci dietro di sè, accompagnò Anya alla porta e, dopo averle lasciato un leggero bacio a stampo, la chiuse, ritornando dall'Herondale che , per tutto quel tempo, non le aveva staccato gli occhi di dosso. Ella indicò la porta, come a chiedere cosa fosse successo, mentre Sam la conduceva in cucina, prendendo a raccontarle tutto.

"L'ho conosciuta qualche giorno fa. E' la sorella di un tipo che mi ha riportato il portafoglio che avevo lasciato in un ristorante, un tipo russo" Iniziò Sam, sedendosi su uno sgabello. "Ma è simpatica, oltre che molto, molto affascinante." Ella annuì, ridacchiando. Non le doveva certo spiegazione, di sicuro lei non l'avrebbe impedito nulla.

"Sono felice per te, Sam" Disse, prendendole la mano. "Sul serio." E davvero lo era, perché da quel che poteva vedere, la giovane Lightwood- Bane era davvero un brava ragazza e si meritava il meglio. Per un secondo, pensò di chiederle qualcosa riguardo a Damon, avendo lei passato molto anni con quello che considerava il suo 'fratellastro', ma alla fine si trattenne, ritirandosi nella sua camera, con la scusa di essere ancora indolenzita per lo sparo. Cosa che, d'altronde, era assolutamente vera.                                                                                                                 

Erano ormai le tredici e quaranta, come Ella vide sull'orologio sul comodino, e quindi l'allenamento sarebbe iniziato solo venti minuti dopo. Ma lei, causa 'ferita da combattimento', ne era esentata per tutta la settimana. Bah, era solo uno stupido proiettile. Tuttavia, alla fine, quella situazione, un vantaggio ce lo aveva. Essendo Robert e Lydia impegnati in palestra con i ragazzi, lei aveva tutto lo spazio per poter intrufolarsi nelle loro camere e scoprire qualcosa in più sugli omicidi. E, non appena furono le quattordici e un quarto, la ragazza sgusciò fuori dalla propria stanza, iniziando a cercare le camere degli istruttore che, se non aveva capito male, erano al paino inferiore. Ella girò per un buon venti minuti, ma alla fine riuscì a trovarle. Una di fronte all'altra, nell'ala est. Guardandosi intorno, per assicurarsi che non ci fosse nessuno, entrò immediatamente nella stanza di Lydia, iniziando a cercare qualsiasi cosa che potesse aiutarla, provando ovviamente di non lasciare troppo casino. E dopo un paio di minuti, trovò un cartelletta, sotto un asse del pavimento, che portava la scritta a caratteri rossi "PRIVATO". E ovviamente Ella la aprì. Ma quello che trovò dentro la sconvolse, a dire poco. Sicuramente, si aspettava che non sarebbe stato piacevole, ma a vedere quei cadaveri, così torturati, le si formò un nodo in gola. Per di più le vittime andavano tutte dai 15 ai 25 anni, circa, e ciò la preoccupava ancora di più.  Ma ciò che più la sorprese, in realtà, fu una cosa che non si aspettava minimamente di vedere. Un documento, datato maggio 2004, che onestamente Ella non capiva cosa potesse c'entrare. Ma, poiché le sembro di sentire dei passi in vicinanza, si sbrigò a scattare una foto con il cellulare a tutti i fogli e a rimettere tutto a posto, per poi uscire velocemente. Per lo meno, quel pomeriggio non si sarebbe annoiata.

 

 

 

ANGOLO AUTRICE:

Hello, evertyone! Eccoci alla fine di un altro capitolo, in cui vediamo l'ingresso di altri tre personaggi, di cui vi lascio il link qua sotto. Cosa ne pensate? Fatemi sapere, come sempre, le vostre impressione, anche con critiche, se c'è qualcosa che non vi è piaciuto.

 

 

Svetlana Khochenkova as Anya Novikov:http://ilarge.listal.com/image/2556229/936full-svetlana-khodchenkova.jpg

 

 

Christopher Blom as Dimitri Novikov: http://4.bp.blogspot.com/-nhr43_XHN54/URbPnB5wFQI/AAAAAAAACoA/qwzT7RQ1gNw/s400/380802_150101118433000_1294321364_n.jpg

 

 

Steven R. Mcqueen as Nate Howards: https://www.google.it/search?q=steven+mcqueen&biw=1024&bih=643&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ei=sxJmVfWyIcLlUsiWgMAO&sqi=2&ved=0CAYQ_AUoAQ#imgrc=-AqnEpqNhQBBlM%253A%3B1RX2eMljrVxGUM%3Bhttp%253A%252F%252Fwww.moonlightitalia.com%252Fvampirediaries%252Fwp%252Fwp-content%252Fuploads%252F2013%252F07%252FSteven-Wallpaper-steven-r-mcqueen-28034992-1024-768.jpg%3Bhttp%253A%252F%252Fwww.moonlightitalia.com%252Fvampirediaries%252F%253Ftag%253Dsteven-r-mcqueen%3B1024%3B768

 

 

Al prossimo capitolo :")

_Destiel

  
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