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Autore: Lily_Hope    28/05/2015    2 recensioni
E' la prima fanfiction che scrivo quindi sono piuttosto agitata. Pan e Bra hanno diciotto anni e stanno affrontando il loro ultimo anno di liceo, hanno i comuni problemi delle adolescenti cui andrà però ad aggiungersi l'amore per delle persone inaspettate o forse mai dimenticate.
Spero che vi piaccia e accetto di buon grado le critiche. Buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Goten, Pan, Trunks, Un po' tutti | Coppie: Bra/Goten, Bulma/Vegeta, Gohan/Videl , Pan/Trunks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                     NUOVI AMORI



 

“- P-papà”.
Pan rimase immobile ad osservare il padre che si trovava fermo sulla soglia della porta, mentre spostava lo sguardo dalla moglie alla figlia in attesa di una loro reazione.
Videl, come la figlia, osservava il marito con lo sguardo lucido e pieno di stupore, come se non credesse a ciò che aveva davanti agli occhi, a pochi passi di distanza, come se il lento respiro di Gohan che le sfiorava le guance non fosse altro che il vento della sera. Il marito non era mancato per molto, solo cinque giorni, ma per lei erano stati anni, adesso capiva come si sentiva Chichi ogni volta. Le era mancato così tanto!
- Videl …
Come se si fosse risvegliata da una sorta di trance, la donna sussultò al solo sentire la voce dell’uomo che aveva di fronte a lei e, ripreso il controllo del suo corpo, si gettò tra le braccia del marito. Cominciò a colpirlo ripetutamente con piccoli pugni, che per l’uomo erano carezze, mentre copiose lacrime scendevano dai suoi occhi azzurri.
- Stupido, stupido, stupido! Perché te ne sei andato senza dire niente?! Perché?! Hai idea di quello che ho passato in questi cinque giorni?!
- Videl, amore, calmati. Ascoltami, ti prego!
La donna cominciò a calmarsi pian piano, mentre si lasciava andare tra le braccia di Gohan, che la tenne stretta a sé dolcemente, senza lasciarla andare, come a voler far sentire la sua presenza.
- Videl perdonami se sono andato via senza dire nulla, ma ero troppo sconvolto da quello che avevo fatto a Trunks. Sai perfettamente che sono rare le situazioni in cui io perdo il controllo di me stesso, e quella sera è successo. Quando mi sono reso conto di ciò che avevo fatto mi sono sentito un verme, e per non far soffrire oltre mia figlia e te, sono andato via.- rivelò, continuando ad accarezzare la schiena della moglie con movimenti circolari. Ah quanto gli era mancato quel calore che solo lei poteva offrirgli.  
- Mi hai fatto soffrire terribilmente lo stesso, Gohan. Sono stata male per cinque interi giorni, cinque giorni d’inferno! Per fortuna tua madre non mi ha mai lasciata sola, mi è stata vicina, mi ha aiutato. Ho pianto quasi tutti i giorni, per la paura che ti fosse successo qualcosa, che avessi fatto una sciocchezza!
- Io … mi dispiace. – disse l’uomo abbassando lo sguardo.
- Ah ti dispiace, ti dispiace? È l’unica cosa che sai dire, Gohan? – la rabbia aveva preso il posto del dolore ora.
- Mi dispiace di averti lasciata sola, mi dispiace di averti fatto soffrire, mi dispiace per tutto. Sono stato un pessimo marito e un pessimo padre. – si coprì il volto con le mani, si vergognava troppo di se stesso, anche solo guardare la donna che amava era per lui troppo in quel momento.
La donna sbuffò, voltando lo sguardo. Nel frattempo Pan, spinta da Bra, si era avvicinata a Videl e osservava attentamente il padre. Quest’ultimo, ricompostosi dopo qualche minuto di silenzio, se ne accorse e le rivolse un dolce sorriso, per poi tramutarlo in un’espressione di dolore accorgendosi dello sguardo pieno di freddezza della figlia.
- Ciao Pan …
- Ciao papà,  vedo che sei tornato.
- Sì, sono tornato per chiedere scusa a te e a Trunks, mi sono comportato in modo orribile con voi.
- Ah adesso chiedi scusa? Perché non l’hai fatto prima? Perché hai fatto del male a me e a lui?
- Perché non accettavo che qualcuno potesse portarti via, come ogni padre! Lo so, ho sbagliato a comportarmi così, ho sbagliato ad ostacolarvi, ho sbagliato ad andarmene, ma avevo solo paura per te, volevo proteggerti.
- Proteggermi da cosa papà? Dimmelo. – disse la ragazza quasi urlando, mentre i suoi occhi cominciavano a diventare lucidi.
- Io … non lo so. Forse volevo solo che tu rimanessi ancora la mia bambina, la piccola che giocava con me quando era bambina. Io avevo paura che tra noi non fosse stato più niente come prima, ma ho peggiorato solo la situazione …Perdonami.
Pan rimase più che sorpresa dalla rivelazione del padre, probabilmente non era mai stato più sincero con lei se non in quel momento. Non voleva distruggere il rapporto che aveva con lui, anche se aveva sbagliato, non riusciva ad essere arrabbiata. In un primo momento lo era stata, ma poi Marron le aveva aperto gli occhi e aveva capito. Tuttavia, anche se già aveva sofferto, decise che non avrebbe dato la risposta al padre quella sera, ma la mattina seguente. Adesso era meglio lasciare i genitori soli, avevano bisogno di parlare.
- Ho bisogno di riflettere, papà. Domattina ti dirò la mia risposta, adesso voi due dovete parlare – disse guardando la madre negli occhi – noi andiamo in camera.
Così dopo aver salutato i genitori, si diressero al piano superiore, nella camera di Pan.
Il silenzio avvolse la stanza, mentre Videl e Gohan si osservavano sottecchi. Ad un certo puntò la donna si sedette sulla sedia accanto al tavolo e fece cenno al marito di sedersi di fronte. Quest’ultimo senza battere ciglio si fece cadere sulla sedia e volse lo sguardo alla donna che aveva di fronte: era bellissima come sempre. Erano stati giorni orribili lontano da tutti, da Pan, ma soprattutto da lei. Cominciò a parlare, ma un suo gesto della mano basto per farlo tacere immediatamente. Dopo qualche secondo interminabile, Videl cominciò a parlare di nuovo.
- Gohan … mi hai fatto soffrire molto, lo so, sono stati solo cinque giorni, ma a me sono sembrati degli anni. Io non voglio più soffrire in questo modo, non ti permetterò di farlo ancora, se dovesse succedere, sarei io ad andarmene prima.- la sua voce era flebile, appariva fin troppo stanca, ma nemmeno in quel caso la donna perse il cipiglio battagliero che la caratterizzava e che l’aveva resa perfetta per lui.
- Io non me ne andrò, mai più. Sono stato uno stupido a fuggire, ma avevo bisogno di riflettere, puoi perdonarmi?
- Io l’ho fatto dal primo momento in cui hai varcato quella soglia, sciocco. – disse avvicinandosi a lui, dandogli un dolce bacio, a cui lui rispose immediatamente.
Quando si furono separati, la donna si sedette sulle sue gambe, accoccolandosi al suo petto.
- Videl …
- Uhm?
- Pan mi ha perdonato?
La donna alzò il capo dal petto dell’uomo e lo guardò negli occhi attentamente, per poi rivolgergli un dolce sorriso.
- Sì, ti ha perdonato.
- Ma come fai a saperlo? Ha detto che deve riflettere …
- Una madre certe cose le capisce e, anche se non lo da a vedere, è contenta che tu stia bene e sia tornato.  Anche perché adesso avrà una risposta.
- Una risposta? Che intendi dire Videl? – chiese l’uomo guardandola interdetto.
- Ah giusto, tu non sai nulla. Beh… Quando tu sei andato via il giorno di Natale, io ebbi una discussione con Pan e alla fine le dissi che non avrebbe potuto vedere Trunks finché tu non saresti tornato. Adesso che sei qui devi darle una risposta: sì o no, ma credo che tu abbia già deciso.
- A causa mia hanno già sofferto troppo persone, non potrei sopportare oltre di procurare altro dolore. Ho deciso, hai ragione, loro si amano e non sta a me decidere del futuro di mia figlia. Ho sbagliato a non capirlo prima …
- Meglio tardi che mai, no? Pan sarà felice e capirà. Adesso che dici di andare a dormire, ormai è molto tardi.
- Sì, andiamo.
I due si avviarono abbracciati verso le scale per salire al piano superiore. Gohan si ritrovò a pensare a tutto ciò che era successo negli ultimi giorni, la dichiarazione, la lotta, la sua fuga, il ritorno … e tutto sembrava parte di un sogno, era difficile crederlo. Era sollevato, credeva che sua moglie non l’avesse mai perdonato per quello che era aveva fatto, ma invece era successo. Adesso doveva superare un’altra difficile prova: ricevere il perdono di Pan.
Nel frattempo le due ragazze si erano rifugiate nella camera della moretta a parlare di quello che era accaduto per poi addormentarsi tranquillamente una accanto all’altra.
Durante la notte Gohan andò nella camera di Pan e si avvicinò lentamente, senza far rumore, al letto della giovane Son. La osservò dormire, anche in quel frangente somigliava alla madre: si agitava continuamente. La guardò dolcemente e le accarezzò piano una guancia, sembrava proprio una bambina.
- Perdonami piccola mia … - le sussurrò, mentre una lacrima scendeva sulla sua guancia.
Dopo averla guardata un’ultima volta, uscì dalla stanza  si avviò verso il piano inferiore.
Poco dopo la ragazza si svegliò improvvisamente, si guardò intorno, come se cercasse qualcuno …
“Strano … Mi è sembrato che fosse entrato qualcuno, mi sarò sbagliata.” Ormai era sveglia e si era anche piuttosto impaurita, l’unica cosa che avrebbe potuto calmarla era un bicchiere di latte freddo. Per questo mise la felpa e scese in cucina.
Arrivata al piano inferiore si accorse che la luce della cucina era accesa e per questo si diresse a passo spedito verso la stanza, pronta a colpire chi si fosse introdotto a casa sua di nascosto, ma fu sorpresa di trovare di fronte a sé una figura molto familiare: suo padre.
Si avvicinò a lui, che stava prendendo il latte dal frigorifero, e gli pose un bicchiere.
- Oh grazie Pan.
- Di niente.
Si sedettero accanto al tavolo uno di fronte all’altro, guardandosi mentre sorseggiavano i loro bicchieri di latte.
- Ehm … mi dispiace di averti svegliato Pan …
- Cosa? Allora eri tu nella mia stanza?
- Sì …
- Credevo fosse entrato qualcuno … Ma tu perché eri entrato nella mia stanza? 
- Per chiederti scusa.
Pan per tutta risposta voltò il capo e continuò a sorseggiare il suo latte, mentre Gohan aspettava impaziente una risposta da parte della figlia, che non arrivò.
- Pan ti prego parlami, io non ce la faccio a vivere ancora così, non riesco a sopportare questo muro che si è creato fra di noi. Anche solo per dirmi di andarmene, ma parlami.
- Tu hai voluto creare questo murò, papà, io non volevo. Mi hai già detto le tue motivazioni, non ne chiederò altre, anche perché ho capito. Papà, anche se amo Trunks e lui ama me, io non smetterò mai di essere tua figlia, di confidarmi con te. Ormai sono cresciuta e sapevi perfettamente che un giorno mi sarei innamorata, sposata, sarei andata via. È vero non sono più una bambina, devi accettarlo, ma mai e poi mai smetterò di essere tua figlia.
- Tu sarai sempre la mia bambina, anche a trent’anni.
- Hahahaha, adesso smettila altrimenti mi metto a piangere.
- Vuol dire che sono perdonato?
- Sì, sei stato perdonato.
L’uomo le sorrise e la strinse forte a sé. Poco dopo si separarono e si guardarono negli occhi, mentre Gohan cominciava a parlare nuovamente …
- Pan, tua madre mi ha parlato della situazione tra te e Trunks … Io devo riferirti la mia decisione.
- Sono pronta.
- Per me è sì, tu e Trunks potrete stare insieme, il mio era un sì fin da quando me ne sono andato.
- Oh papà! – esclamò Pan saltando al collo del padre e abbracciandolo forte.
- Ahahaahah Pan se continui così mi strozzerai.
- Grazie, grazie, grazie. – disse staccandosi dal padre.
- Grazie a te, mi hai fatto capire molte cose.
- Papà … domani andiamo da Trunks a riferire la notizia?
- Sì, devo fare le mie scuse a quel ragazzo. Adesso a dormire, permettimi di fare il padre ancora per un po’.
- E va bene vado, ma ormai è quasi l’alba. Non dormirò molto.
- Fila a letto, signorina.
- Sì, ciao papà.
- Ciao Pan.
E mentre guardava la figlia felice salire le scale, sapeva di aver fatto la cosa giusta.

 

 

 

 

N.d.A.
Ciao a tutti! Mamma com'è tardi, in tutti i sensi, perchè come al solito sono in ritardo per la pubblicazione del capitolo, sono imperdonabile. Non perdo tempo a spiegarvi il perchè di questo ritardo, tanto lo sapete già, quindi passiamo direttamente al capitolo: vi è piaciuto? Spero di essere riuscita a far trasparire tutte le sensazione dei personaggi, in particolare di Gohan e del suo rapporto con Videl e Pan, su cui è incentrato il capitolo, che direi è piuttosto importante. Fatemi sapere, come sempre, cosa ne pensate e mi dispiace se abbiate trovato degli errori, ma non sono riuscita a rileggerlo. Scappo a finire il classico greco! A presto e baci.
Lily 

   
 
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