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Autore: Vavi_14    28/05/2015    2 recensioni
A pochi mesi dalla morte dei loro genitori, Itachi e Sasuke si ritrovano improvvisamente soli, obbligati a coniugare gli studi con la gestione di un'Azienda prestigiosa che il maggiore ha ereditato in quanto primogenito della famiglia Uchiha. In questa situazione già ostile accadrà un fatto imprevisto che sconvolgerà per sempre le vite dei due fratelli. Starà a loro decidere se arrendersi alla crudeltà del fato, oppure continuare a lottare assieme per riemergere dal baratro che minaccia di inghiottirli per sempre.
***
Ho deciso di provare a pubblicare una long alla quale sono molto affezionata, perciò spero tanto di riuscire a far appassionare anche voi.
La storia contiene più di un nuovo personaggio e l'OOC è solo per sicurezza, io ho fatto del mio meglio! :)
[Prologo modificato]
Buona lettura!
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Nuovo Personaggio, Sasuke Uchiha, Shisui Uchiha, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 30
Sayonara








Nei giorni successivi al risveglio di Kaori, Sasuke era tornato a dormire a Villa Uchiha. Aveva ringraziato Naruto più volte per averlo ospitato, fatto che insospettì a tal punto il biondo da raccomandare a Itachi di tenerlo d'occhio. Aveva ricominciato a mangiare e a cena gli capitava di raccontare sempre qualche dettaglio della sua permanenza nel covo e, soprattutto, dell'incontro fortuito con Kaori. La ragazza, nel frattempo, si stava riprendendo in fretta e nel giro di una settimana era già in piedi a gironzolare per i corridoi dell'ospedale per fare compagnia agli altri ricoverati.


Prima vedi un gran pancione
 poi le scarpe che son scarpone
 e poi spunta un bel nasone
 tondo tondo arancione


Con un gesto veloce si infilò un nasone rotondo sopra il suo, provocando la risata genuina del bimbo che le stava davanti. Iniziò a fargli il solletico fino a quando una voce la costrinse ad interrompere quella lotta giocosa.

“Kaori...che stai facendo?”

Aveva osservato la scena fino all'ultimo, senza riuscire a trovare la forza per parlare. Entrare nel reparto oncologico era già stato un enorme sforzo di volontà, ma trovarla nell'ala dedicata alla pediatria fu davvero uno shock.
“Ti ho cercata per tutto l'ospedale. Dovresti riposare, invece di andare a zonzo.”
Lei si voltò a guardarlo e non mostrò alcun segno di sorpresa. “Non ora, Intouchable, non vedi che sono occupata? Io e Daiki-chan stavamo cantando la filastrocca del pagliaccio. Vero cucciolo?”
Il bambino annuì senza smettere di sorridere. “Anche lui deve mettersi il naso!” sentenziò, incrociando le braccia.
Kaori fece segno a Sasuke di avvicinarsi ed afferrò un'altra soffice pallina rossa dal comodino accanto al letto del bimbo. 
“Non coinvolgermi in queste cose. Noi non dovremmo neanche essere qui.”
Lo disse con tono nervoso, gettando rapidamente un'occhiata in giro. Non riusciva a capire come facesse Kaori, dove diavolo trovasse la forza per rimanere lì dentro.
“Avanti Intouchable, non fare l'asociale.” sventolò il nasone davanti a sé e Daiki rivolse al ragazzo un innocente sorriso sdentato, che gli provocò un indescrivibile morsa allo stomaco. Decise di avvicinarsi lentamente, mentre gli occhi curiosi di tutti i bambini della stanza erano puntati su di lui. Afferrò il naso di gomma e, cercando di ignorare lo sguardo divertito di Kaori, lo indossò. I ricoverati avevano osservato la scena con il fiato sospeso e subito dopo il fatidico gesto era scoppiato un applauso fragoroso.
Sasuke si sedette accanto a lei. “Giuro che me la pagherai.” le sussurrò a denti stretti.

 

Lo aveva portato sul tetto dell'ospedale, con la scusa di voler respirare un po' d'aria fresca. Non c'era stato verso di convincerla a tornare in camera sua; zampettava per i corridoi come una bambina e si portava dietro la sua flebo con noncuranza, ignorando le occhiate di rimprovero che le lanciavano gli infermieri.
“Cosa ti ha detto il poliziotto?”
Lui se ne stava seduto sul cornicione ad osservarla mentre apriva le braccia e inspirava a fondo la brezza fresca che tirava al tramonto. Lei si affacciò per guardare il panorama e nel suo sguardo comparve un'ombra di tristezza.
“Libertà vigilata fino a quando non si saranno concluse le indagini.”
Sasuke inarcò le sopracciglia e fece un salto giù per raggiungerla. Si appostò accanto a lei e rivolse anch'egli lo sguardo ai palazzi illuminati dai flebili raggi del sole.
“Ma che farai una volta uscita dall'ospedale?”
Lei alzò le spalle e abbassò lo sguardo.
“A quanto pare la Polizia ha scoperto che ho dei lontani cugini nella provincia di Akita. Essendo i miei unici parenti in vita sono automaticamente costretti a farmi da tutori, visto che sono minorenne. Il viaggio sarà a spese dello Stato e nel frattempo sarò tenuta d'occhio dalla Polizia locale, mentre qui continueranno le indagini sull'accaduto.”
“Akita?!” sbottò Sasuke, che non si aspettava un tale risvolto. “Ma è a migliaia di chilometri da qui! E poi per stare con dei parenti che neanche conosci e che finora non sapevano della tua esistenza?!”
Lo aveva detto tutto d'un fiato, alzando la voce più di quanto avrebbe voluto fare. Poi il suo sguardo ricadde nelle iridi dorate di Kaori, colme fino all'orlo di lacrime calde che poco dopo le ricaddero sulle guance come una carezza. 
L'espressione radiosa di lei lo fece piombare nella confusione più totale. “Hanno....hanno trovato Fumiko.”
Riuscì a pronunciarlo con voce rotta, mentre cercava invano di smettere di piangere. Prima che lui riuscisse ad elaborare ciò che gli aveva detto, se la ritrovò fra le braccia, mentre continuava a versare lacrime sulla sua maglietta nera ed a stringerlo con tutta la forza che aveva.
“Ce l'ha fatta, Intouchable. Ha vissuto all'orfanotrofio di Kyoto per tutto questo tempo. Non ha mollato capisci, ha avuto fiducia in me. E adesso potrò riabbracciarla e insieme potremmo rifarci una vita. Lei verrà a stare ad Akita e fra qualche anno..”
Alzò il volto e si accorse che Sasuke le stava sorridendo ed aveva ricambiato la sua stretta improvvisa. Non disse niente ma la sua espressione le fece capire che riusciva a sentire anche lui quell'immensa felicità che aveva invaso il suo cuore.
“La polizia non è ancora certa della mia innocenza – aggiunse, allontanandosi lentamente – per questo dovranno controllare i miei movimenti per qualche tempo. Comunque non mi importa, fra poco potrò riabbracciare mia sorella ed è questo che conta.”
Lui annuì e la lasciò andare. Kaori si asciugò gli occhi e tornò a fissare l'orizzonte con un'espressione più seria. Anche Sasuke aveva smesso di sorridere e non osava voltarsi nella sua direzione. Rimasero così fino a quando la ragazza decise di prendere in mano la situazione.
“Ovviamente non sarà...un addio definitivo. “ azzardò, studiando la reazione di Sasuke. 
Lui non mosse un muscolo.
“Non appena questa faccenda si sarà risolta potrò muovermi liberamente e poi...magari...potrei pensare di tornare a Tokyo, un giorno.”
Neanche questo ebbe il minimo effetto.
Lei parve ferita dal suo comportamento e non aggiunse altro. Dopo un po' lo vide girarsi lentamente dalla sua parte per osservarla con la coda dell'occhio.
“Non illuderti, Intouchable - disse lei, mentre un'ennesima lacrima le si impigliava tra le ciglia - tra noi non sarebbe mai potuta funzionare.”
Le era arrivato talmente vicino che quasi il suo naso poteva sfiorare le labbra di lui.
“Te l'ho detto. A me piacciono i biondi
Ebbe il tempo di sussurrarlo prima che lui chinasse la testa verso di lei e la baciasse senza darle la possibilità di opporsi. La strinse a sé come mai aveva fatto con nessuna e nell'intensità di quel bacio capì quanto davvero aveva bisogno di lei. Quando trovarono la forza di reprimere il desiderio di restare uniti, fecero entrambi un passo indietro. Lei, dopo qualche attimo di esitazione, piantò le mani sui fianchi e lo guardò con un sorriso eloquente.
“E questo che significa?” domandò, con tono di accusa.
Lui evitò di nuovo di guardarla. “Ti auguro buon viaggio, Kaori.”
“Buon viaggio, eh? Dì un po', lo auguri a tutte così oppure usi diverse strategie?”
Questa volta non riuscì ad evitare di voltarsi verso di lei. “Stupida.”
Kaori scoppiò a ridere e si avvicinò di nuovo, cingendogli timidamente i fianchi. “Senti...non è che potresti auguramelo di nuovo? Devo aver sentito male...”
Stavolta fu lei a non lasciargli tempo per replicare e gli sfiorò le labbra per un altro bacio d'addio.

 

**

 

Quando suonò il campanello erano le dieci e mezza passate. Si alzò svogliatamente dal divano, sul quale stava sgranocchiando una confezione di popcorn, per dirigersi alla porta. Aveva i capelli arruffati ed indossava solo un paio di pantaloni di una tuta grigia ormai consumata. Pensò che fosse la signora dell'appartamento accanto che aveva qualche lampadina rotta o un tubo difettoso che perdeva acqua. Quando aprì la porta il suo cuore fece un balzo e la sorpresa fu talmente tanta che non riuscì a spiccare parola.
“Shisui-san...mi...mi dispiace di essermi presentata a quest'ora. Sono appena uscita da lavoro, o meglio...mi sono licenziata. Durante la sessione estiva non ci sono rette da pagare per l'Università e il proprietario della casa non farà storie per qualche mese di ritardo dell'affitto. Ho pensato che fosse il periodo migliore per...si beh, per cambiare vita. Ho preferito non disturbare Itachi, l'ho sentito qualche giorno fa ed immagino che voglia stare con suo fratello, perciò...”
Aveva parlato a testa bassa ed aveva letteralmente sobbalzato quando Shisui l'aveva circondata con le sue braccia, avvolgendola completamente in un abbraccio stritolante. Il corpicino di Aoko quasi scomparve fra quelle spalle e la ragazza arrossì vistosamente al contatto con la pelle calda di lui. Quando si rese conto dell'imbarazzo di Aoko, Shisui si allontanò immediatamente e si passò una mano fra i capelli.
“Perdonami Aoko, ma non riesco a descriverti a parole quanto sono felice. Vieni, entra pure, non stiamo sulla porta.”
La ragazza mosse qualche passo per entrare e mantenne la testa bassa in modo da nascondere la tinta rossa che le aveva colorato le guance. Lui afferrò al volo la maglietta che aveva lasciato su una sedia e se la infilò.
“Non fare caso alla confusione, è sempre così quando sono da solo.”
Spense la televisione e la invitò a sedersi sul divano accanto a lui. Dovette aspettare qualche minuto prima che ritrovasse il coraggio di tornare a guardarlo.
“Naturalmente penso che tu abbia fatto la cosa migliore, Aoko. La nostra Azienda si sta riprendendo lentamente, ma sono sicuro che dopo le vacanze riusciremo a trovarti una sistemazione. Hai mai lavorato come impiegata?”
Lei negò con il capo e si portò un ciuffo dietro l'orecchio. Portava i capelli lisci, con la frangetta che le ricadeva naturalmente sugli occhi a mandorla.
“Faremo qualche settimana di prova, così potrai ambientarti. E poi chissà, magari un giorno potresti anche diventare la mia segretaria...”
Aoko abbozzò a un sorriso e Shisui capì di aver azzardato troppo dalle sue guance che arrossivano di nuovo. Afferrò un pacchetto di sigarette che teneva sul bracciolo del divano e gliene offrì una. Lei ringraziò e la afferrò senza troppi preamboli, lasciando che fosse Shisui ad accenderla.
“Ci ho quasi litigato sai. Con il proprietario. Non voleva lasciarmi andare.” iniziò, tirando una prima boccata.
“E ci credo” commentò Shisui, senza riuscire a trattenersi.
Lei gli sorrise, ma questa volta la sua espressione era diversa e Shisui riuscì a cogliere una sfumatura di malizia in quel viso apparentemente innocente.
“Senti, perché non resti a dormire qui, stanotte? E' tardi e non mi va che tu vada in giro da sola. Ovviamente io starò sul divano eh, giuro!”
Alzò le mani come se gli avessero puntato una pistola contro, incrociò le dita di entrambe e se le baciò, per poi completare il tutto con una croce sul cuore.
Lei rise. “Ci credo, Shisui.”
Lui annuì con aria solenne, anche se nella sua mente l'aveva già infilata in un succinto corpetto nero con tanto di reggicalze in pizzo. Scosse la testa per imporsi di frenare quei pensieri. Per un attimo ebbe come l'impressione che anche la mente di lei fantasticasse qualcosa di non propriamente casto, ma ben presto la sigaretta finì e sul volto di Aoko ripiombò un atteggiamento di timido distacco. 
“Se per te non è un disturbo, resto.”
Lui si alzò e nel giro di qualche minuto tornò annunciando che il letto era pronto e che avrebbe potuto coricarsi quando voleva.
“Ti dispiace se guardiamo un po' di tv?” chiese lei, sorridendogli.
Lui si gettò accanto a lei con un balzo e le porse il telecomando.
“Stasera la padrona della casa sei tu.”













****
Eccoci giunti al penultimo capitolo di questa storia! Mi riservo le note "finali" stile papiro per la prossima settimana, tutto ciò che vorrei dirvi è che nell'ultimo capitolo inserirò un piccolo bonus, ma non vi anticipo di cosa si tratta!
Spero che la lettura vi sia piaciuta, ci sentiamo presto! :)


Vavi

  
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