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Autore: MagnusBane_    28/05/2015    5 recensioni
Nico di Angelo aveva perso i genitori e la sorella maggiore quando aveva solo 13 anni, in un brutto incidente stradale, di cui lui era l'unico superstite. Viveva ormai da due anni in casa del suo migliore amico, il figlio dei Jackson, dove l'avevano accolto affettuosamente quando era diventato orfano. Era palese ormai che a Nico piacessero i ragazzi. Ma nessuno sapeva che aveva una cotta per colui che lo aveva salvato dall'abisso in cui stava per precipitare dopo la perdita della famiglia. Il ragazzo amato da tutti, bellissimo ed etero super dichiarato:Percy Jackson. Il suo nuovo fratello.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Jason Grace, Nico di Angelo, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Salve cari lettori, 
Qui è Anto che parla. Lo so, lo so...aspettavate il capitolo della nuova ff. Sono qui per darvi l'ennesima delusione, ma non smettete di leggere, perché ci sarà anche una piccola sorpresa. Allora, l'altra fan fiction non è cancellata, ma è stata rimandata. Io e Gaia vogliamo cimentarci in una fan fiction dei The Beatles, più precisamente siamo fan accanite della McLennon, e quindi vogliamo scriverci una fan fiction. Lo so...siamo imperdonabili. Comunque, passando alla sorpresa, ho deciso di mettervi qui sotto quello che sarebbe dovuto essere il nuovo capitolo di All you need is love. Come ho detto nel precedente avviso, avevamo iniziato a scriverlo perciò...spero che vi faccia piacere leggerlo <3 





Capitolo 21

 

Il mattino dopo, avendo ricevuto la telefonata di Nico, Jason si precipitò alla sua macchina, ovviamente non prima di aver mangiato le sue crêpes: insomma, lui aveva delle priorità.

Era già al volante quando qualcuno si piazzò davanti all'auto, sbarrandogli la strada.

-Cristo, stavo per mettere in moto ed ucciderti!-sbottò il biondo, uscendo dal veicolo.

Quando vide in faccia la persona che aveva rischiato di farlo condannare per omicidio, non credette ai suoi occhi.

-Ma tu sei…-

-Tu sei il biondino che gira sempre con Nico. La peste mi ha chiesto di trovarti e di venire con te a prenderlo.-

-Quindi tu sei…-

-Dobbiamo muoverci, Nico mi ha detto dove sono, e non sarà un viaggio breve.-

-Ma allora…-

-Sì, sono Chirone.-

-Sì però se continui a prendere le mie battute ci sarà un problema qui!-

-Ora capisco perché Nico è un ragazzo con così tanti problemi-

-Ed io capisco perché Percy ti guarda come se gli avessi ammazzato il gatto.-

-Tu mi piaci ragazzino.-disse lo psicologo, sorridendo. -Non hai la stessa grinta di Nico, ma chi ce l'ha?-

-E chi la vorrebbe?-

-Touchè-

-Okay andiamo. Ma 1)Non provare a psicanalizzarmi; 2)Non provare ad uccidermi; 3)Guido io.-

-Okay okay, basta che non ci uccidi entrambi.-sospirò Chirone, entrando in macchina.

-Hey, io sono un ottimo guidatore!-protestò il biondo, imitandolo.

-Disse quello che stava per investirmi-osservò l'uomo.

-Ma ti sei messo davanti!-

-E' questo che diresti in tribunale, eh biondino? “Signor giudice, mi dispiace, so che sono morti...ma si erano messi davanti!”-

Jason ci pensò su. -Forse.-

-Ricordami di non testimoniare mai a tuo favore-

-Ma non dovevamo andare da loro?-si lamentò il ragazzo.

-Sei tu quello che guida!-

-E allora andiamo!-


 

-Finalmente, piccolo. Finalmente da soli.-disse Ethan, in un sussurro, accarezzando con la punta delle dita la pelle scoperta di Nico.

Con una mano gli teneva le braccia sopra la testa, spingendolo con il proprio corpo contro il muro, e con l'altra lo bramava. Ethan poteva sentire il suo battito accelerato, il respiro corto sul suo viso. Lo faceva impazzire.

-Lasciami.-disse Nico, provando a risultare autoritario, ma tutto quello che venne fuori fu un gemito strozzato.

-Oh, ma tu non vuoi che io me ne vada. Mi hai aspettato così tanto, lo so...Ma non è troppo tardi per noi. Ci meritiamo un lieto fine…Vivremo felici, vedrai.-una risata isterica gli uscì dalle labbra.

Il più piccolo, le lacrime che gli scendevano calde su entrambe le guance, provò a gridare, a chiamare aiuto, ad urlare il nome di Percy. Ma ancora niente...neppure un flebile sussurro stavolta.

-Ah, stai cercando Percy vero? Povero piccolo Nico. Lui non verrà.-

Ethan ghignò, sparendo nel nulla.

Lo scenario cambiò.

Nico era in uno spazio bianco, a pochi passi da lui c'era Percy, steso per terra, sanguinante, il respiro debole ed affaticato. Pallido.

Il ragazzo provò a raggiungerlo, ma il suo corpo non rispondeva ai comandi. Provò ad urlare, a chiamare aiuto, a rassicurarlo, a dirgli che sarebbe andato tutto bene. Ma non riusciva a non fare nulla se non stare a guardare l'amore della sua vita in una tremenda agonia.

-Nico...Nico aiutami. Ti prego...fa male-gemette Percy alla sua vista.

Il piccolo provò a spostarsi, provò disperatamente a fare qualcosa...ma restò immobile, i piedi come saldati al pavimento.

Il ragazzo dagli occhi verdi iniziò a piangere. -Perché...perché non mi aiuti?-

Nico avrebbe tanto voluto sapere la risposta, ma la verità era che non sapeva spiegarselo nemmeno lui. Voleva disperatamente andare da lui e stringerlo a se', ma semplicemente non poteva.

Quando vide l'ultimo sprazzo di luce abbandonare gli occhi verdi che amava tanto, Nico credette davvero di spegnersi insieme a lui. Finalmente trovò la voce, ed urlò. Urlò più forte che poteva. Ma era inutile. Percy non c'era più.

Riuscì a fare un passo, ma il corpo senza vita del ragazzo era sparito.

Era rimasto solo. Si guardò invano intorno, alla ricerca di qualsiasi cosa.

Dopo un tempo che gli parve infinito, finalmente sentì qualcosa, o meglio, qualcuno.

Era una voce, rideva, si faceva beffe di lui.

-Percy è mortoooo, Percy è mortooo, morto morto mooorto.-canticchiò la voce.

-E tu non hai fatto nienteeee. E' morto sotto i tuoi occhiii lalalalaaaa! Sei un codardooo! Hai ucciso Percy Jackson!-

Nico si portò le mani alle orecchie. -No...no...non è vero. No-

-Nico! Nico svegliati-

Il più piccolo spalancò gli occhi. Era stato tutto un sogno. Un crudele, orribile sogno.

Vide gli occhi preoccupati di Percy fissi su di lui, e temette che gli avrebbe fatto un interrogatorio, ma non accadde. Lo sguardo dell'altro si spense di nuovo non appena constatò che il piccolo stava bene.

-Urlavi.-affermò il più grande, con nonchalance.

-Oh...mi dispiace. Era solo un incubo.-

-Okay-disse Percy, massaggiandosi le tempie con un'espressione sofferente in viso.

Da un lato Nico era contento che Percy non gli avesse chiesto niente, ma dall'altro sentiva un incredibile vuoto al cuore. Stava ancora tremando, e tutto quello che avrebbe voluto fare era stringere il più grande a se', ascoltare il suo respiro, verificare che stesse bene. Ma Percy non stava bene.

Quest'ultimo prima lo avrebbe abbracciato, gli avrebbe sussurrato parole di conforto, per poi costringerlo a sfogarsi con lui sul suo incubo. Infine lo avrebbe rassicurato, e lo avrebbe salvato.

Era sempre stato così, nei primi tempi dell'adozione gli incubi lo tormentavano, e l'amico gli era sempre stato accanto. Ma adesso era così immerso nel suo dolore da non accorgersi di ciò che lo circondava. E questo spaventava Nico.

-Come stai?-sussurrò il più piccolo.

-Sei tu quello che ha appena avuto un incubo, non io.-disse Percy, alzandosi e voltandosi per andare in bagno.

-Sì okay, ma voglio comunque sapere come stai.-

-Mi fa male la testa-disse lui, il tono aspro, chiudendosi in bagno.

Nico sospirò.


 

-Che ci fanno loro qui?-domandò Percy, scocciato, indicando con un cenno del capo Jason e Chirone.

-Ci portano a casa-

-Credo di essere ancora in grado di guidare, Nico.-osservò acidamente il maggiore.

-Sì, con tutto l'alcool che hai in circolo di sicuro vincerai il gran premio della formula 1. Per non parlare del tuo mal di testa: sarai di sicuro il prossimo campione dello schiantarsi contro un muro-

Jason trattenne una risata, Chirone invece continuava a fissare Percy con sguardo serio.

Percy alzò gli occhi al cielo. -Sì, okay. Chi guiderà la mia macchina?-

-Io.- affermò Chirone.

-Grandioso.- replicò il ragazzo, con evidente sarcasmo.

-Andiamo amico, si è fatto un sacco strada per venirti a recuperare. E l'ho dovuto sopportare: a quanto pare per il dottore qui presente io avrei un disturbo dissociativo della personalità, giusto per parlare, eh.-

-Non ho affermato che tu ne sei affetto, ho soltantodetto che data…-

-Sì, sì. Nico, dai, tu vieni con me. Lo psicologo è di Percy!-

Percy sollevò un angolo della bocca in quello che doveva essere un tentativo di sorridere. -Ti stai divertendo, eh bastardo?-

Jason ghignò.-Sono pur sempre venuto a prenderti, Jackson. Sembra sempre che debba riportare qui il tuo culo dall'inferno.-

-Non mi sarei saputo spiegare meglio, Grace.-

-Comunque,- li interruppe Nico -Non dovremmo, insomma… andare?-


 


 

 

 

  
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