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Autore: yelle    29/05/2015    2 recensioni
[Olicity]
Raccolta di one shots a tema "bacio".
25.09.2015: aggiunta la quinta one shot - storia fluff.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, John Diggle, Oliver Queen
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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NDA: finalmente inserisco una nuova storia nella mia raccolta :D c'è stato un periodo in cui temevo che non sarei più riuscita a scrivere one-shot con questo tema. Per fortuna ho superato il blocco, ed eccomi qui di nuovo! In più posso assicurarvi che è in trascrizione un altro paio di storie che spero di pubblicare entro la fine del mese di giugno.
Grazie a tutti per essere ancora qui a leggere le mie storie. Have fun! :D

 

4. Kisses like summer rain.



Piove.
Piove così forte che non vedo niente al di là della cortina data dallo scrosciare violento della pioggia.
Fa freddo. Più freddo di questa mattina. Le braccia nude tremano a contatto con l'acqua battente. La pelle punge.
Nascondo le braccia nelle maniche del maglione che porto sempre in borsa. Sfortunatamente, mi ripara dal freddo, ma niente può contro la pioggia.
L'acqua continua a cadere sui miei capelli disordinati, scivola lungo la curva del collo in gocce che non posso ignorare. Nel breve tragitto che separa la macchina dalla porta di casa tua mi ritrovo infradiciata, e non c'è niente che possa fare a riguardo prima che tu compaia sull'ingresso.
Perciò, eccomi qui. Davanti alla porta chiusa, bagnata, consapevole delle lacrime che si mischiano alla pioggia.
Non so perché mi trovo qui ora. In realtà non so nemmeno perché sto piangendo.
Quello che so, però, è che tu sei l'unica persona che voglio vedere in questo momento, quando il mondo diventa un posto inospitale e non riesco a fermare le lacrime. Sei tu l'unica persona che può aiutarmi a ritrovare il luogo a cui appartengo, quel posto che posso chiamare casa.
Oliver.
Sei tu la mia casa.
Suono il campanello mentre mi angustia la speranza che tu sia solo in casa, che non sia tua sorella ad aprire la porta. Adoro Thea (sul serio!), ma non ho intenzione di spiegarle perché sono qui a piangere sulla soglia di casa sua. L'unica cosa che voglio sono le tue braccia intorno a me. L'unica cosa di cui ho bisogno.
Alle mie orecchie arriva il suono della zanzariera preceduto da passi pesanti in avvicinamento, dall'altra parte della porta d'ingresso. Per un breve istante il mio stomaco si stringe. Mi chiedo se ho preso la decisione giusta, venire qui a cercarti.
Poi la porta si apre.
I tuoi capelli sono scompigliati – non deliberatamente. Sei sempre così ordinato che è inusuale per me vederti così arruffato, come se questa mattina ti fossi dimenticato di guardarti allo specchio.
Mi guardi con una leggera confusione negli occhi gentili, prima che i tuoi lineamenti si ammorbidiscano.
Indossi dei calzini morbidi, un paio di jeans sotto ad una camicia da bottoni aperti, e un sorriso sincero che scalda il mio cuore infreddolito.
Sono bagnata fradicia ed impegnata nel disperato tentativo di trattenere i singhiozzi soffocanti che minacciano di sopraffarmi. Senza dire una parola mi attiri fra le tue braccia, stringendomi come se avessi l'intenzione di non lasciarmi mai più, e finalmente posso abbandonarmi addosso a te, sapendo che tu sarai la mia ancora, che tu mi terrai in piedi.
Mi accarezzi i capelli e mi fai oscillare gentilmente mentre le mie lacrime ti macchiano la camicia, inzuppandola quasi quanto la pioggia che ancora ci bagna.
Velocemente – molto più velocemente di quanto potessi immaginare – la schiacciante sensazione di tristezza scema. Su di noi scendono il silenzio e la calma.
Gentilmente – con così tanta gentilezza che il mio cuore si stringe – mi allontani da te. Solo qualche passo, abbastanza perché tu riesca a vedermi in viso. In quel momento nei miei occhi vedo me stessa.
Non la donna in piedi di fronte a te, con i capelli bagnati e gli occhi gonfi.
E neanche la donna la cui immagine è impressa nella mia mente, un'immagine che continuerà ad accompagnarmi per il resto della vita.
La donna che vedo riflessa nelle tue iridi è una donna che non esiste. È la parte migliore di me, spogliata di ogni difetto, di ogni sbavatura. È la donna che ho sempre inseguito, che ho sempre desiderato essere. La donna che so non raggiungerò mai.
Eppure nei tuoi occhi io sono quella donna. Perfetta, e bellissima.
Con la stessa gentilezza allunghi una mano. Le tue dita accarezzano fugaci la pelle fredda della mia guancia, un attimo prima di infilare una ciocca ribelle dietro l'orecchio sinistro. Esiti un istante solamente, un momento infinitesimale, una minuscola breccia nella tua corazza. Rimango immobile, cristallizzata nell'attesa di ciò che sta per arrivare. Che cosa sia, esattamente, non lo so. O forse lo so, ma ho semplicemente troppa paura per ammetterlo.
Ed un nuovo momento arriva. Mi attiri di nuovo a te, più vicina. I nostri occhi si toccano, si sfiorano, non mollano la presa, nemmeno quando per un secondo hanno un guizzo, si spostano sul confine delle mie labbra. È l'istante in cui comprendo che stai per baciarmi. E allora chiudo gli occhi, e la mia mente esplode in un coriandolo di sensazioni, colori e odori.
Bagnati, persi l'uno nell'altra, ci abbandoniamo al sapore di noi, alle nostre bocche che danzano l'una contro l'altra, ai nostri volti che si scontrano e s'incontrano.
Non avvertiamo più il battere della pioggia sulle nostre palpebre chiuse. Il mondo intorno a noi dimenticato, esistiamo solo noi nell'universo di infinito istanti.
Voglio trascorrerli tutti insieme a te, labbra contro labbra, occhi contro occhi, in un bacio infinito che ci lasci senza fiato.

 
   
 
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