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Autore: Angel_R    06/01/2009    4 recensioni
Gabriella, dopo vari trasferimenti, arriva ad Albuquerque, dove incontra la studiosa Taylor, la pianista Kelsi, e l’amante della danza Martha. Troy è il capitano della squadra di basket e il ragazzo più ammirato della scuola. Sharpay è la Regina di Ghiaccio alla quale non si deve mai dire di ‘no’, mentre Ryan, suo fratello gemello, si rifugia sempre nel suo posto preferito, il teatro… Sembra tutto normale, ma se Troy non fosse carino e gentile? E se Gabriella non lo vedesse di buon occhio? E se Sharpay non amasse il teatro ma i pom-pon? E se Ryan non fosse morbosamente attaccato alla sorella? E se… e se volete saperne di più… leggete!! Questa è la mia primissima long, quindi recensite in tanti!! Anche i commenti negativi sono ben accetti, servono a migliorare, sempre che non siano offensivi… Grazie in anticipo!!^^.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 21: La 'nostra' domenica.


Il venerdì dopo le lezioni, i miei amici ed io ci ritrovammo riuniti attorno al tavolino di un bar.
"Allora, che si fa questo fine settimana?", chiese Chad appoggiandosi allo schienale della sedia di plastica con le mani dietro la testa.
"Che ne dite se andiamo a pattinare?", chiese Kelsi.
I ragazzi strabuzzarono gli occhi.
"Neanche se sulla pista ci trovassi Jennifer Lopez, io quei cosi infernali ai piedi non li metterò mai", disse Chad beccandosi un'occhiataccia da Taylor.
"Beh, amico, se ci fosse davvero J. Lo, non me lo farei ripetere due volte, fidati", lo riprese Bryce.
"Okay, come non detto, però era una bella idea", disse Martha un po' delusa.
"Allora andiamo al cinema", propose Ryan.
Tutti erano d'accordo, ma, naturalmente, nacquero delle discussioni sul film da vedere.
Sarebbe piaciuto anche a me andare assieme a tutti loro, però, purtroppo, si stavano organizzando per domenica pomeriggio.
"Mi dispiace, ma ho già preso degli impegni per quel giorno".
"Ma come? Non puoi mancare".
"Lo so, Tay, ma ho promesso a mia mamma di accompagnarla a fare spese, quindi non posso proprio venire".
Odiavo mentire.
"Non c'è proprio modo di rimandare o di darle buca?".
"No, mi dispiace. Sarà per un'altra volta".
"Va bene".
Mi spiaceva veramente non poter passare il pomeriggio assieme ai miei amici, ma, in compenso, Kelsi mi aveva fatto venire una bella idea...


Alle 14:03 di domenica il campanello di casa mia suonò.
"Vado io", precedetti mia madre. "Sei in ritardo".
"Di due minuti", protestò Troy.
"Di tre. Il tuo orologio è indietro. Mamma, io vado". Non aspettai neanche la sua risposta e mi chiusi la porta dell'ingresso alle spalle.
"Allora? Dove hai deciso di andare?".
Sul mio viso comparve un largo sorriso e gli comunicai la destinazione.
"Cosa?! No!", disse deciso".
"La mia scelta non è discutibile".
"Ci vedranno tutti", disse per dissuadermi.
"Infatti andremo a Santa Fe, ci vuole poco più di un'ora. Non dirmi che hai paura".
Di tutta risposta mise in moto l'auto e sfrecciò verso la nostra destinazione.
Erano circa le 15:30 quando arrivammo davanti al palazzetto del ghiaccio della capitale.
Prendemmo un paio di pattini ciascuno e ci avvicinammo verso pista.
"Ancora non capisco come tu abbia potuto convincermi a venire qui".
"Perché tu, al contrario di me, non resisti al mio fascino".
"No, è perché io mantengo troppo spesso le mie promesse".
Entrai all'interno della pista ghiacciata e mi feci un paio di giri prima di ritornare al punto di partenza. "Che cosa fai? Pensi di rimanere lì impalato tutta la giornata?".
"No, ho deciso di far compagnia a queste bambine", disse indicando un gruppo di ragazzine sedute al bordo della pista.
"Non hanno bisogno di sapere come diventeranno parte dei loro coetanei tra qualche anno. Sono troppo piccole".
"Spiritosa".
"Non dirmi che non sai muoverti sui pattini?!", gli chiesi facendo finta di stupirmi.
"Era tutto calcolato, eh?".
"Ma che dici? Come potevo saperlo?".
Si avvicinò a me barcollando e mi mise le mani sulle spalle per trovare l'equilibrio. "Allora dovrai aiutarmi tu".
"Tu che chiedi aiuto per queste cose?".
"Beh, se non vuoi farlo, peggio per te. Avremmo potuto imparare l'uno dall'altra".
Detto ciò si staccò dalle mie spalle e attraversò tutta la pista. Fece un giro completo e tornò indietro, fermandosi a pochi centimetri da me.
"Sei uno stupido! Potevi dirmelo prima che sapevi pattinare".
"Non me l'hai chiesto", mi rispose con una scrollata di spalle. "E sei saltata troppo in fretta alle conclusioni".
Lo fissai per qualche secondo senza riuscire a dire niente, poi mi mossi e ripresi a pattinare.
Uffa! E io che credevo di metterlo in difficoltà per una volta. Quello ne sapeva sempre una più del diavolo.
Mi fermai sul bordo della pista cercando di sbollire un po' la rabbia che avevo, quando mi si avvicinò qualcuno. Era un ragazzo alto dai capelli neri.
"Tutto bene?", mi chiese.
"Certo, perché?".
"Mi sembri un po' giù. Una carina come te non dovrebbe essere triste in una giornata come questa".
"Non ho niente, tranquillo".
"Davvero? Meglio così. Allora ti va di venire a pattinare?".
Quel tipo non mi piaceva per niente. Sembrava viscido.
"No, grazie, non mi va".
"Dai, non fare la difficile, vieni".
"Ho detto che non mi va".
Mi mise una mano sul braccio e si avvicinò prepotentemente. Cominciavo ad avere paura.
"Non farti pregare, avanti".
"Ho detto di no! E comunque non ti conviene continuare così. Il mio ragazzo è un tipo piuttosto geloso, e se ti vede potrebbe prendersela molto a male".
Indicai Troy dall'altra parte della pista.
"Sei venuta accompagnata, allora. Beh, vorrà dire che mi toccherà stare da solo. Ciao".
Quasi mi venne da ridere nel vedere la sua espressione avvilita mentre si allontanava. Feci un sospiro di sollievo.
"Li allontani proprio tutti, eh?".
Non mi ero neanche accorta che nel frattempo Troy si era avvicinato a me. Vedendo la mia espressione seria perse subito il sorriso. "Cosa ti ha fatto?".
"Niente".
"Dimmi la verità".
"Ci ha provato, okay? E l'ha fatto perché ero qui da sola, tu dove cavolo eri?! Quello avrebbe potuto farmi qualsiasi cosa mentre tu eri per i fatti tuoi a rimorchiare chissà chi!". Dovevo aver alzato un po' troppo la voce, infatti gran parte delle persone presenti sulla pista ci stava guardando.
Sapevo di essere diventata isterica, che quella era una reazione esagerata e di star accusando Troy di colpe che non aveva, ma odiavo trovarmi nella situazione che avevo vissuto poco prima.
"Okay, okay, calmati adesso. Vieni", mi disse Troy nel tono più tranquillo possibile prendendomi per mano e portandomi al bordo dell'arena.
Ci togliemmo i pattini e uscimmo. L'aria fresca mi fece riprendere un po' del mio autocontrollo.
Stavamo camminando da qualche minuto, quando riuscii a parlare con voce calma e sobria. "Scusa, non è stata colpa tua".
"Sì, invece".
"Cosa? Perché?".
"Tu eri con me e avrei dovuto accorgermi di quello che stava accadendo. Anzi, non avrei proprio dovuto permettere che succedesse".
Nella sua voce percepii una nota di amarezza. Allungai il passo e mi fermai davanti a lui fermandolo.
"Se non la pianti di dire cavolate ti mollo qui e torno a casa in autostop. Purtroppo esistono cafoni che pensano di poter fare qualsiasi cosa vogliano solo perché si credono in grado di farlo".
"Io sono uno di quelli, no?".
"No".
"Allora hai cambiato idea".
"Può essere".
"Stai bene?", mi chiese sfiorandomi la guancia con le dita della mano.
"Sì. Allora, dove andiamo? Io ho fame".
"Non vuoi tornare a casa?".
"No. Io non mi muovo di qui se prima non mangio".
"D'accordo", disse sorridendo di nuovo.
Camminammo qualche minuto prima di comprare un paio di hot dog.
"Vedo che non tieni molto alla linea", mi disse Troy poco dopo aver finito di mangiare.
"Non mi piacciono le diete, troppe privazioni".
"Beh, non ne hai bisogno".
"Un complimento? Ultimamente mi stupisci".
"Sono un ragazzo dalle mille sorprese".
"Dai, andiamo, mio eroe". Lo presi per mano e cominciai a camminare senza neanche sapere dove mi stessi dirigendo. Per fortuna Troy aveva una specie di navigatore satellitare in testa, perché, se avessimo seguito il mio scarso senso dell'orientamento, saremmo finiti come minimo in un altro Stato, in Colorado o che so io.
Facemmo un giro per la città visitando anche la Plaza, la piazza principale.
Nonostante tutto, la giornata trascorse piuttosto tranquilla, e dovetti ammettere a me stessa di essermi divertita parecchio.
Verso le 18:00 ci avviammo verso casa. Mi faceva male la testa e mi sentivo davvero stanca. Mi addormentai svegliandomi appena venti minuti dopo.
"Perché siamo fermi?", chiesi notando che non ci stavamo muovendo.
"Un ingorgo. A quanto pare c'è stato un incidente", mi spiegò Troy.
"Non ci voleva", sbuffai.
"Sei carina mentre dormi".
"E tu mentre guidi". Afferrai la mia borsa e pescai il cellulare. "Devo chiamare mia madre, non penso che riusciremmo ad arrivare a casa tanto presto".
La telefonata durò qualche minuto.
"Cosa le hai detto?", chiese Troy quando la conversazione finì.
"Hai sentito, no?".
"Intendevo, dove le hai detto che saresti andata oggi?".
"In giro con amici, e non è una bugia".
"Già".
La fila di auto si mosse, ma si procedeva a passo d'uomo. Troy accese la radio.
"Odio il silenzio", disse.
"Scusa, dovrei essere più di compagnia".
"Nah, tu sei di compagnia", disse allungando la mano e afferrando la mia.
"Come no", dissi sarcastica.
"Non ti sottovalutare".
"Beh, almeno pareggio il tuo smisurato ego".
Sorrise, e io non potei fare a meno di imitarlo.
"Così mi piaci di più", disse guardandomi.
"Uffa! Non si va avanti", sbuffai guardando attraverso il finestrino.
Senza dire una parola Troy mise la freccia e girò il volante imboccando una strada laterale.
"Cosa stai facendo?", gli chiesi.
"Questa strada è più lunga, ma almeno si procede".
"A quanto pare non sei stato l'unico che ha avuto questo colpo di genio", dissi notando altre auto davanti a noi.
"Non ti accontenti mai".
Proseguimmo abbastanza velocemente per un po' di tempo.
"Mi piace andare in auto quando fuori è buio", dissi tenendo lo sguardo fisso sulla strada. "E' rilassante".
"Certo, per te che non guidi".
"Vuoi che prenda il tuo posto?".
"No, ci tengo alla mia auto".
"Non sarai uno di quelli che crede al mito della donna al volante?".
"Dipende dalla donna", disse guardandomi sarcastico.
"Che tipo".
Erano già le 19:20, probabilmente saremmo riusciti ad arrivare a casa entro un'ora. In quel momento, però, mi sorpresi di pensare che non avrei voluto che quella giornata finisse tanto presto. Scrollai la testa per non pensarci.
"Cosa c'è?", mi chiese Troy notando il mio gesto.
"Niente, stavo pensando".
Ad un tratto si sentì il suono di una musichetta.
"Dimmi". Rispose Troy al suo cellulare accostando sul lato destro della corsia. "No, stasera non posso venire, ho un impegno con degli amici. Facciamo un'altra volta, okay? Ciao".
"Un impegno con degli amici, eh?".
"Sì, gli stessi tuoi", mi rispose riponendo il cellulare nella tasca della giacca.
"Ti ho offeso?".
"No, capisco che tu non voglia dire a tua madre di me, nessuno lo fa, ed è meglio così".
Mi sentivo in colpa. Anche se non lo dava a vedere, sospettavo che se la fosse presa.
"Mi spiace, davvero".
"A me no. Il segreto rende tutto più eccitante".
"Scemo. Comunque, perché non riparti? Stare fermi qui per strada non è il massimo", dissi per cambiare discorso.
"Non ti piaceva andare in auto di notte?".
"Sì, ma fermarsi in mezzo al niente dove potrebbe succedere qualsiasi cosa, non è di certo una delle cose che preferisco".
"Queste strade hanno fascino".
"Anche nei peggiori film horror ce l'hanno, poco prima che i protagonisti vengano sventrati o decapitati".
"Sempre positiva tu, eh?".
"Bisogna sempre pensare al peggio se si vuole apprezzare pienamente il meglio".
"Questa non la sapevo".
"C'è sempre qualcosa da imparare".
"Già. Se dovesse succederti qualcosa, non sei sola".
"Il mio salvatore".
"Te l'ho già detto che quando sei con me...".
"Non deve accadermi niente", conclusi la sua frase.
"Esatto", disse sporgendosi verso di me. "Hai qualcosa in contrario?".
"No".
"Bene". Rimase qualche secondo in quella posizione guardandomi fisso. In quell'istante avrei voluto avvicinarmi a lui, ma non lo feci. Non ne avevo il coraggio. Ma che cavolo mi stava prendendo?! "Meglio andare, se non vogliamo passare la notte a sfuggire ad assassini violenti".
"Non prendermi in giro".
Rimise in moto.
Arrivammo ad Albuquerque verso le 20:30.
"Non ci avrei mai creduto, ma mi sono divertita".
"Wow, io invece non credo di aver sentito queste parole uscire dalla tua bocca".
"Eppure l'hai sentito. Adesso vado, ci vediamo domani".
"Sì, a domani".
D'impulso mi avvicinai a lui e gli diedi un bacio sulla guancia. Il perché di quel gesto era sconosciuto anche a me.
Lui si girò e mi sfiorò le labbra con le sue, in attesa di una risposta da parte mia, che non tardò ad arrivare.
"E questo?", chiese lui.
"Beh, credo sia un 'grazie' ", risposi con una scrollata di spalle. "E il tuo?".
"Un 'prego' ", disse sorridendo.
In quel momento mi resi conto che Troy aveva abbandonato il sorriso sarcastico e traditore per fare posto ad uno caldo e sincero. Certo che le cose erano davvero cambiate da quando l'avevo conosciuto...
"Allora... Ciao".
"Ciao".
Aprii la portiera e la richiusi col cuore che batteva forte.
Sì, le cose erano davvero cambiate...



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Fine ventunesimo capitolo.

Spero vi sia piaciuto e che non vi abbia annoiato troppo. In effetti è un pochino lungo, ma non ho voluto dividerlo a metà, quindi ho incluso tutto ciò che volevo scrivere. Ditemi come vi sembra, e fatelo in tanti!! Ultimamente le recensioni scarseggiano un po'!!

RINGRAZIAMENTI :

romanticgirl: beh, il fatto che ti ritrovi in Gabriella, mi fa piacere, significa che i miei personaggi sono verosimili e si adattano ad una realtà contemporanea!!^^
Ecco soddisfatta la tua curiosità... spero non ti abbia deluso la loro domenica... fammi sapere!!^^

Angels4ever : arrivata a questo punto non potevo non farli avvicinare, non credi? In effetti non hai tutti i torti, questo Troy è complicato da capire, ma prometto che piano, piano Gabriella riuscirà a scoprire qual'è la sua vera personalità e a portarla a galla ;P
Per miracolo sono riuscita davvero ad aggiornare prima dell'inizio della scuola, ma purtroppo non so quando riuscirò a pubblicare il capitolo 22... appena torno a scuola sono piena di verifiche e interrogazioni... aiuto!! eheh!! Baci!!^^

Grazie mille, le vostre recensioni mi fanno molto piacere!!^^

Arrivederci alla prossima!!^^

Nella prossima puntata:


"Cosa significa che non le conosci?", chiesi.
"Non voglio che tu sappia troppo di quelle cose".
"Perchè?".
"Non ne voglio parlare. Non con te".
"Pensi che non capirei?".
"Penso che mi odieresti".
"Tu dici?".
"Sì".

Angel_R

  
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