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Autore: Elissa_Bane    29/05/2015    2 recensioni
John ha trovato una compagna, Giulia. Se ne andrà dal 221 B solo quando sarà certo di aver lasciato Sherlock in buone mani. Ed è così che conosce Cecilia, troppo giovane per il dolore che ha già sopportato. Cecilia, che è in grado di competere con Sherlock. Cecilia, che ha cicatrici ricamate addosso.
Attenzione: Mary nella storia non è presente, non è mai nemmeno esistita. Tutti i fatti si svolgono dopo la 2x03
Genere: Angst, Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson, Mycroft Holmes, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Deduction Is Easy, Life Is Not.'
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NDA: PERDONOPERDONOPERDONO. Gli ultimi giorni di scuola sono una tortura...ma grazie a Dio domani parto per il mare. Mi dispiace, perciò, ma dovrò rimandare la pubblicazione a settimana prossima.
Ho già chiesto perdono?
-Dan
p.s. Ho cambiato il ratings della storia ad arancione, il perchè lo capirete più avanti, nel capitolo.


Cercatevi una stanza

Capitolo 38

Never.

 

Tre mesi dopo, Italia.
-Grazie Mycroft- siamo qui da due settimane, e il fratello del mio ragazzo (posso chiamarlo ragazzo? Compagno? Partner?) ha decisamente conquistato la nonna con le sue maniere gentili. O quelle, o è stato il fatto che finalmente qualcuno fosse capace a prepararle un the quantomeno decente.


L'Italia non è un viaggio di piacere. Francesca, grazie ad alcuni contatti, è venuta a sapere che è qui che Moriarty dimora, al momento, in un caldo paesino della Toscana. Lo stesso in cui vivono nostra madre e nostra nonna. Non è sicuramente un caso.
Mia madre Marta e mia nonna Elena hanno litigato molti anni fa a causa mia, e da allora non si rivolgono più la parola. È per questo che siamo venuti da lei: Marta mi sopporta a malapena, e Francesca non poteva certo presentarsi alla sua porta dicendole “hey, mamma! Sono viva!”. Nonna, al contrario, mi adora e soprattutto sa che mia sorella non era deceduta.
Vorrei alzarmi in piedi e scappare da tutta questa serenità. Non me la merito. Non mi merito di essere circondata dalle persone che amo e di essere così felice quando appena fuori dalla nostra porta c'è uno psicopatico assassino. Ma Sherlock mi stringe appena la mano, intrecciando le sue dita alle mie, e io sorrido piano, cogliendo il suo sguardo freddo e concentrato. Siamo a caccia.
Mycroft si schiarisce piano la voce.
-Ho ricevuto notizie dai miei collaboratori. Non si ha alcun segno di Moriarty.
-E' qui- ribatte Francesca cercando i miei occhi.
Non rispondo, afferro il pacchetto di sigarette ed esco in giardino.

Dopo pochi minuti mia sorella mi segue e mi scosta una ciocca di capelli dal volto. È ansiosa, e ieri sera ha pianto. E il gatto è entrato di nuovo nel suo armadio.
-Voglio dire alla mamma che sono viva.
-Vai- rispondo tranquillamente.
-Vieni con me. Possiamo sistemare le cose tra voi- mi domanda con uno sguardo triste.
-No. Non si può sistemare nulla, perché non c'è mai stato nulla. Io e Marta non abbiamo mai litigato. Semplicemente secondo lei non dovrei essere nata. O avrei dovuto avere la decenza, se non di nascere normale- sputo l'ultima parola con disprezzo -di saper controllare questa cosa. Non posso controllarla, è la mia mente. Sono io. Mia madre, la donna che mi ha dato la vita, mi ha chiamato mostro. Quindi no, Francesca. Non verrò con te a farmi umiliare ancora una volta. Non mi vergogno di ciò che sono.
-E' proprio per questo che dovresti andare- non è Francesca a parlare, ma Mycroft. Si avvicina senza sorridere -Non ti devi vergognare di ciò che sei. Tu non sei un pesce rosso come lei.
Sorrido a quell'uscita, e scuoto il capo.
-Non verrò.

§§§

Sherlock sta slacciandosi la cravatta, quando mi intrufolo in camera sua di soppiatto. Non voglio che qualcuno sappia di noi, esclusi Francesca e Mycroft. Soprattutto non mia nonna.
-Vieni qui- mormoro, avvicinandomi e sostituendo le sue dita con le mie. La seta scivola morbidamente innocua tra i miei palmi, stoffa blu e argento. Alzo il capo e lo bacio, cogliendolo come sempre di sorpresa. È quasi sempre lui a prendere l'iniziativa, mentre io rimango bloccata dalla vergogna e dal timore, ma ci sono sere come questa, in cui l'unica cosa che desidero è baciarlo e sentire la sua pelle sotto le mie dita. Gli slaccio ogni bottoncino della camicia con lentezza incredibile, le sue mani veloci che scivolano sotto la stoffa del mio vestito.
Mi spoglia e io spoglio lui. Ci osserviamo, e sorridiamo labbra contro labbra, fermandoci un istante. Non siamo mai andati più in là di così, ma evidentemente stasera le cose andranno diversamente, capisco quando mi afferra e mi lascia cadere sul letto poco distante.
Ho sempre pensato che la mia prima volta sarebbe stata dolce, ma dovevo saperlo che non sarebbe mai potuta esserlo. Io non sono dolce, e non lo è Sherlock.

All'inizio è doloroso, come non pensavo potesse essere e mi sento lacerata dal dolore e dal desiderio insieme. Sherlock si ferma, dandomi un istante di respiro.
Stai bene?
Certo che sto bene. Anzi, se non ti muovi, potrei ucciderti.

È lento, assolutamente e meravigliosamente lento, e poi il ritmo accellera, come nelle musiche che amo cantare. Una lieve ninnananna che si tramuta nel ruggire impetuoso di una cascata, di una forza della natura inarrestabile.
Ancora.
È feroce, come non pensavo potessimo essere: Sherlock mi morde senza alcun riguardo e la cosa non mi infastidisce per nulla, anzi, non mentre sento la pelle liscia della sua schiena scorrermi come seta sotto le unghie che la graffiano.
Dio, ancora!
È ipnotico, come i suoi occhi di ghiaccio illuminati dalla mente che vi risplende attraverso. Quello che siamo, la mente che abbiamo, non si può spegnere, non c'è l'abbandono ai sensi, non possiamo cercare di annullarci: continuo a vedere e la mia testa continua a dedurre, ma oggi posso scegliere di ignorare tutto questo. Oppure assecondarlo e gemere ogni volta che mi rendo conto della reazione del suo corpo a un'azione del mio.
William...

È...bello. Non il sesso, per quello non ho termini di paragone e per definire la bellezza trovo che si necessiti di un paragone, ma Sherlock è bello. È bello il suo sorriso, e la sua smorfia imbronciata, e i capelli aggrovigliati, e le mani dalle dita lunghe. È semplicemente bello. Me ne rendo conto quando si stende sfinito al mio fianco attirandomi sul suo petto candido, mentre m'incastro contro di lui. Sorride accarezzandomi i capelli, e sento il nostro respiro tornare normale.
-Ascoltami- mormora -Domani va' con tua sorella da Marta. Io e Mycroft resteremo qui a cercare Moriarty.
-Sher...- mi zittisce con un bacio.
-Silenzio. Ora parlo io- il suo tono è vagamente divertito, la voce roca e calda -Ti aspetterò a casa, e tu tornerai a testa alta come hai sempre fatto. Vincitrice.
Sospiro lievemente.
-Sherlock, non voglio.
-Ma ci andrai, lo sai benissimo anche tu.
Annuisco contro il suo petto caldo, quando il mio telefono vibra: un messaggio da mia sorella.

Apprezzo che tu e Sherlock abbiate trovato il modo di passare il tempo senza distruggere i mobili di casa o ammazzare qualcuno.
Ma se la prossima volta non fate più piano giuro su Dio che vi ammazzerò entrambi. Molto lentamente.

Scoppio a ridere, e Sherlock arriccia un angolo della bocca. Poso il cellulare sul comodino e torno ad accoccolarmi contro di lui.
-Hey- chiamo piano -Pensi anche tu a quello che sto pensando io?
Il detective inarca un sopracciglio -E' assolutamente impossibile. Biologicamente parlando...- il cipiglio da genio gli muore sul volto quando nota il mio sguardo e la mia mano che scivola su di lui, sostituito da quello sguardo e quel sorriso -Oh. Capisco.
Molto più tardi, quando la mezzanotte è passata da ormai ore, mentre alza il lenzuolo sui nostri corpi accaldati, mi abbraccia e mormora qualcosa.
-Cos'hai detto?- domando.
-Ho detto- mi posa un lieve bacio su una spalla -Buon- altro bacio -compleanno. Quando tornerai, se vorrai ancora, potremo andare insieme a nuotare alla diga, così potrò darti il mio regalo.
Mi volto a guardarlo.
-Pensavo avessi cancellato questa informazione dal tuo Mind Palace- dico, riferendomi al desiderio, espresso molto tempo prima, di passare la notte del mio compleanno in acqua con lui alla diga dove andavo a nuotare da bambina.
Sorride di un sorriso quasi triste e mi bacia ancora, questa volta sulle labbra.
-Non sono mai stato capace a cancellare nulla su di te.































Ultimissima nota dell'autrice (giuro): il regalo di Sherlock, impacchettato e nella sua valigia, è un libro di poesie di Edgar Allan Poe, uno degli autori preferiti di Cecilia.
Tanto per dirvelo.

  
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