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Autore: DreamingIsLiving    29/05/2015    0 recensioni
"Ci hanno insegnato a combattere, resistere, sputare sangue pur di sopravvivere, eppure ci hanno fatto dimenticare ciò che vivere significhi".
Genere: Avventura, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Avevo già compiuto azioni di ribellione con il mio gruppo. Ciononostante si era spesso trattato di casi isolati, veloci toccate e fughe. Questa volta sarebbe stato diverso. Ci sarebbe stata una strategia precisa e uomini addestrati in grado di portarla a termine.
Non uomini, mi ripetei, qualcosa di più che semplici soldati.
Sarebbe andato tutto alla perfezione, poco importava che l’obbiettivo non fosse, come in precedenza, un semplice camion di approvvigionamenti ma il Dictator in persona. Ci sarebbero riusciti.
Corsi al rubinetto non appena sentii l’angoscia avere i dominio di me. Lascia scorrere l’acqua tanto fredda da bruciarmi i pulsi ed il viso, facendomi riottenere il controllo della situazione.
Qualcuno bussò alla porta. Lo ignorai, sapevano che non sarei voluta essere disturbata, li avevo avvisati.
Studiai la mia immagine allo specchio, due leggere occhiaie creavano un contrasto con la carnagione troppo chiara. L’espressione tesa lasciava trapelare due rughe fuori luogo in un viso tanto giovane.
Chi sei? Chiesi a me stessa. Ignorando che da tempo inseguivo questa risposta senza averne mai certezza.
“vattene” urlai riudendo il bussare.
Mi distesi sul letto, sperando di ottenere un po’ di conforto dalla morbidezza del materasso, dal calore delle coperte.
Ero immersa nei miei pensieri quando udii la serratura scattare. Senza riflettere agguantai la rivista che avevo lasciato sul giaciglio la notte precedente e la lanciai contro l’intruso.
“ti avevo detto di andartene” sibilai.
Lui interruppe il silenzio che si stava instaurando “siete stati voi a chiamarci”.
Mi alzai di scatto.
Sono arrivati, sono qui, pensai, e, con il cuore in gola, io conosco questa voce.
“sei tu” dissi alzandomi, senza il bisogno di averne prima conferma.
Lui non rispose, mi guardò infastidito e annoiato, ciononostante non mi sfuggi l’ombra di sorpresa che aveva attraversato i suoi occhi. Non riuscì a fare a meno di perdermi osservandoli.
Concentrati, mi rimproverai, è stata solo una serata di divertimento, volevi svagarti, avevi bevuto.
“siete arrivati” scattai con nonchalance, non riuscendo a trattenere un risolino che dovette apparirgli ridicolo.
“così sembra” sospirò, voltandosi, un lieve rossore gli colorò le guance.
“potresti..?” chiese, schiarendosi la gola, puntando il dito verso di me e poi incrociando le braccia al petto.
Solo in quel momento mi resi conto di indossare unicamente una lunga felpa logora che lasciava scoperta gran parte delle gambe, fatta eccezione per i piedi, coperti da ridicoli calzini arcobaleno.
Cominciamo bene, mi rimproverai.
 
Il primo istinto fu quello di saltare sul letto e coprirmi con le coperte. Il secondo di ucciderlo. Riuscii, però, a soffocarli entrambi.
"Ti metto in imbarazzo?" Dissi invece facendo altri due passi verso di lui. L'unica cosa imbarazzante sono i miei calzini, aggiunsi mentalmente.
Un lieve rossore gli attraversò le gote, mentre continuava ostinatamente a fissare un punto lontano.
"Sembravi più sciolto l'altra sera"continuai.
Questa frase lo fece scattare, lessi nei suoi occhi la rabbia e dovetti stringere i denti per mantenere la mia naturalezza.
"E io pensavo si trattasse di una missione" sentenziò lui, ritornando a fissarmi senza alcuna apparente partecipazione emotiva.
"E così è" confermai "sono contenta che siate venuti".
"Il Direttore non vi aveva avvisati del nostro arrivo?" chiese.
"Si ma.."
".. Allora non vedo il problema"
"Non ho detto ci sia un problema" stava cominciando ad infastidirmi, non ero stata io a scegliere lui, sembrava ce l'avesse col mondo.
"Bene" tagliò corto lui.
"Bene" confermai.
"Daimon Azrael al tuo servizio" si presentò "con me ci sono altri due compagni, ci aspettano nel salone".
"Due?" Mi sorpresi "pensavo foste di più"
"È stato concordato che, in caso di necessità, si possa chiamare un altro Daimon più.. Maturo" mi spiegò. Qualcosa nel tono della sua voce mi fece capire che avrebbe preferito tagliarsi il collo piuttosto che farlo.
"Ah" sospirai, cercando di nascondere il rammarico.
"Io sono Ginevra" mi presentai, muovendo un altro passo verso di lui. Istintivamente si ritrasse ed io sfruttai il suo attimo di distrazione per stringergli la mano.
"Penso ci stiano aspettando" suggerì.
Annuii impercettibilmente, mi stava ancora stringendo la mano, avevo appena sentito la sua voce, tanto ero concentrata nel calore che veniva irradiato da quel punto.
Ci misi solo pochi minuti a vestirmi, pantaloni stretti neri, stivali, canotta bianca e giubbetto in pelle. Lanciai un'occhiata al punto in cui tenevo nascoste le armi ma mi convinsi a lasciarle al loro posto. Non volevo che nessuno sapesse dove le tenevo. Sembrava assurdo ma erano il bene più prezioso che mi rimaneva.
"Allora?" Chiesi gioviale "andiamo?" Gli battei una mano sulle spalle, lasciandolo lì sul posto e incamminandomi nel lungo corridoio.
Sentii che mi stava osservando ma non ci feci caso, poi udii i suoi passi felpati e subito mi fu al fianco.
"Lui è Gabriel" disse indicando un giovane con i capelli rossi "e lei é.."
"Alyssa" finii la frase per lui. Nonostante indossasse abiti informali, ed il trucco fosse appena accennato, la sua sagoma era indistinguibile, i capelli biondo ramato legati in lunga treccia.
"Ehi" mi salutò, venendomi in contro e prendendomi le mani "che casualità, una fortuna incredibile" rise.
"Hai visto, Gin?" Un uomo seduto alla scrivania alzò la testa dal computer "ci hanno mandato dei poppanti".
"Ehi" urlò Gabriel per protesta.
"Mattew, stai calmo" lo bloccai "non voglio che per dimostrarti il contrario siano obbligati a stenderti. Mi servi sveglio"
"Che ci provino" scattò battendo i pugni sulla scrivania.
Vidi Azrael portarsi una mano sulla fronte, sconcertato.
"Stai buono" lo stuzzicò Gabriel "la tua amica ha ragione, meglio che tu non finisca a gambe all'aria.. A quanto pare ci servi".
La situazione perse ogni controllo. Mettew scattò ancora, assaltando i Daimon frontalmente. Gabriel emise un ghigno soddisfatto, evitò il suo assalto e lo bloccò senza difficoltà. Un altra figura gli comparve alle spalle, bastonandolo dritto sulla schiena ed obbligandolo a porsi sulle ginocchia per mantenere l'equilibrio.
"Luke, non cominciare anche tu" gli ordinai.
Vidi la furia riempire lo sguardo di Gabriel, senza difficoltà stese Mattew e si ritrovò a fronteggiare due altri individui che erano intervenuti. Il numero non aveva importanza, avevo studiato i movimenti del soldato, ero convinta che neppure si stesse impegnando.
Sembrava che per lui fosse solo un gioco, deviava, scartava e colpiva con una rapidità fulminea.
Mi decisi ad intervenire e scattai a mia volta, lasciando che fosse l'istinto ad avere la meglio.
Sentì Azrael superarmi e non ebbi il tempo di fare alcunché. Non si interessò minimamente dei miei assistenti, puntò direttamente il suo commilitone. Senza alcuno sforzo apparente lo alzò da terra tenendolo per la gola.
"Siamo qui per eseguire gli ordini" sibilò "e quando io ti ordino di stare calmo tu stai calmo, chiaro?"
L'altro mugugnò qualcosa.
"Chiaro?" Chiese nuovamente. Il gelo della sua voce mi fece rabbrividire. Lo vidi stringere ulteriormente la presa sul collo.
"Chiaro" confermò.
Ero ancora stupefatta dalla velocità con cui si era mosso, così non mi accorsi di Luke che tornava all'attacco. Notai invece Alyssa che, tranquillamente, senza sforzo, allungò la gamba e lo vece cadere.
"Scusa" squittì "Gin, mi dai una mano per aiutarlo ad alzarsi?" Il sorriso non aveva abbandonato un attimo il suo viso. Annuii e lo sollevai "adesso piantatela, questo è un ordine!" gli sussurrai all'orecchio.
La tensione fendeva l'aria. "Uomini" scosse la testa Alyssa, riuscendomi a farmi rilassare almeno in parte.
Un applauso ruppe l'aria, leggero e ritmato.
"Prova superata" sentenziò una voce nel buio.
Vidi i muscoli di Azrael rilassarsi, allontanarsi con passo felpato. Con grazia si appoggiò alla parete, in attesa.
"Che sta succedendo?" Chiese invece Gabriel, rigido, al centro della sala.
"Quando Rafael ha risposto al nostro messaggio sono stato molto sorpreso, le tre richieste precedenti erano state rigettate al mittente.. Così volevo valutare personalmente il vostro valore, sono contento.. cadetti, ma cadetti ben addestrati" rise, allontanandosi dall'ombra.
"Pensa sia un gioco?" Ringhiò Gabriel "si sta prendendo gioco di noi?".
"Assolutamente no"
"Di che stai parlando, Frederich?" Chiesi irritata "perché non ne sapevo nulla?".
Lui mi guardò, agitò la mano con un movimento di stizza "ora non ha importanza".
"Il piano?" Chiese Alyssa, Appariva perfettamente a suo agio, rilassata e si comportava con naturalezza.
"Venite alla scrivania" ci invitò "Luke vi illustrerà tutto, sempre che si decida ad alzarsi dal suolo".
Li osservai mentre ascoltavano il piano. Studia con cura le loro espressioni. Erano assorti, ma non fui in grado di capire se fossero colpiti dalla strategia o ne stessero studiando di nuove. Annuivano in silenzio, composti e puntuali, senza esitazione. Studiando le loro espressioni non potei che ritrovarmi a pensare a quanto giovani fossero. Dei ragazzi, ragazzi come me. Nulla faceva pensare il contrario. Ben presto passai dai volti all'abbigliamento. La ragazza indossava pantaloni stretti e neri. Un corpetto, le stringeva il ventre a tal punto che mi chiesi come riuscisse a respirare, sotto una camicia bianca che le ricopriva, almeno un parte, il petto. Il ragazzo con i capelli rossicci, a confronto, appariva trasandato. I pantaloni larghi, coperti di tasconi, coprivano le gambe muscolose ed erano stretti alle caviglie, dove si infilavano sulle scarpe. La felpa, di un verdone militare, aderiva perfettamente al torace ed era dotata di un collo alto ma largo, in modo da garantire protezione e, contemporaneamente, confort. Mi tenni per ultimo Azrael. Sapevo l'effetto che mi provocava e, non volendo distrarmi, gli concessi una fugace occhiata.  La giacca a doppio petto gli cadeva perfetta sulle ampie spalle e, lasciati con noncuranza aperti i primi bottoni, lasciava intravedere la semplice maglia nera aderente sottostante.
Pur nella sua sobrietà, rimaneva elegante. Notai che nessuno di loro portava armi, almeno all'apparenza. Facendo più attenzione era possibile scorgere che ognuno di essi nascondesse qualcosa. Alyssa possedeva una serie di coltelli da lancio che si mimetizzavano alla perfezione con il corpetto. Gabriel nascondeva due pistole Glock 18HCJ. Azrael.. Lui sembrava già micidiale così, non mi sforzai di trovare qualcosa. Più lo osservavo infatti, più la mia mente si distraeva.
"Ci state dicendo che il vostro piano è prendere non un politico ma il Dictator in persona, approfittando di un presunto viag.." Stava chiedono Gabriel.
"Non presunto" lo fermai "abbiamo notizie certe riguardo la sua partecipazione, è un modo per far mostra della sua indifferenza nei confronti delle rivolte di questa città, per dimostrarsi superiore" lo sdegno della mia voce era evidente.
"Come vuoi" proseguì lui "allora il piano è prenderlo mentre lo stanno scortando alla Domus e.. Basta?"
"Dopo averlo preso lo obbligheremo a dichiarare questa città territorio neutrale" esclamò con orgoglio Mattew.
"Non pensate che avrà minimo un centinaio di uomini per scorta? Per non parlare di quelli sotto copertura uniti alla folla.."
"Vedi è per questo motivo vi saranno due punti da rispettare: il primo è assaltare il corteo con più uomini possibili, il secondo è diventare la sua scorta" spiegai.
"Dunque l'assalto sarà un diversivo per permettere a noi tre di sostituirci ad alcune guardie per rapirlo in un secondo momento.." Intervenne Alyssa. Studiai la sua espressione, oltre ad un velo di scetticismo, era evidente che stava valutando tutti i possibili pericoli e miglioramenti.
"Quattro" la corressi.
"Come?" Azrael ruppe il silenzio, sorprendendomi. Ero convinta che non stesse neppure ascoltando, invece ora era lì, mi fissava con occhi tanto intensi da bruciare.
"Sarete in quattro" intervenne Frederich, dato il mio silenzio.
"Non abbiamo bisogno di nessuno dei vostri uomini" ghignò Gabriel.
"Lo sappiamo" continuò l'uomo "infatti non verrà con noi nessuno dei nostri uomini.."
"Ma.."
"Sarò io a venire con voi" mi decisi ad intervenire, senza distogliere lo sguardo da quell'oceano grigio che ancora mi studiava.
Quando si voltò, tornai finalmente a respirare. Lo vidi voltarsi e fare due passi verso la finestra "non se ne parla proprio" affermò perentorio.
"Non credo che tu possa decidere" replicai calma. Vedendo la sua schiena irrigidirsi, continuai "è previsto nel contratto che io debba accompagnare la missione passo dopo passo, fino al suo completamento".
Una mano si appoggiò sulla mia spalla, calda e gentile "non lo facciamo perché ci sentiamo invincibili o, tantomeno, superiori" c'era un calore inconfondibile nel tono di Alyssa, come se ci conoscessimo da anni, "ma devi capire che sarà pericoloso e noi no vogliamo cogliere il rischio di.."
"Il contratto" la interruppe glaciale Azrael.
"Scusa?" Chiesi, non capivo dove volesse arrivare e non appena lo compresi, glielo porsi con mano ferma. Voleva una conferma? L'avrebbe avuta. Avevo studiato quel foglio per ore, avrei potuto ripeterlo a memoria. Non avrebbe trovato scappatoie.
Dopo la lettura, una ruga gli solcò la fronte mentre la mascella si contraeva.
"Trovato quello che cercavi?" Canzonarlo non era un'idea geniale, ma la superbia con la quale si stava comportando cominciava veramente a infastidirmi.
"Lei verrà con noi" spiegò ai suoi compagni "qualsiasi cosa dovesse accadere da oggi diventa parte del nostro gruppo" quindi si rivolse a me "cerca almeno di non ostacolarci".
"Quando si potrà considerare soddisfatto il contratto?" Chiese Gabriel.
"Con la pace" c'era rassegnazione nel tono del loro capo.
"Ma è assurdo.. Qualcosa di più generico no?"
"A questo punto" sospirò Alyssa, poi si mise di fronte a me è sorrise "Benvenuta tra noi".
"Partirete tra due giorni" sentenziò Frederich, non concedendomi il tempo di replicare "nel frattempo.." Allargò le braccia indicando la stanza "fate come se questa fosse casa vostra".
Mattew cominciò la spiegazione, distogliendo l'attenzione dal palmare "l'intera palazzina è sotto il controllo della Resistenza" indicò con l'indice il pavimento "ai piani inferiori sono situate diverse stanze da letto, per quanto riguarda quelli superiori potrete trovare due palestre ed una piscina.."
"Vi mostrerò le vostre stanze" lo interruppe Luke.
Li osservai mentre si allontanano uno alla volta, Alyssa sussurrò qualcosa e Gabriel si portò una mano alla nuca sorridendo colpevole, mentre Azrael scosse piano il viso e voltò lo sguardo. Erano una strana compagnia, l'uno così diverso dall'altro. Mi ritrovai a sorridere. Frederich,tossendo, mi riportò alla realtà indicando le mappe. C'era altro di cui discutere ma si trattava solo di dettagli marginali ed irrisori.
Sbuffai e mi avvicinai. Ormai mancava veramente poco..
  
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