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Autore: Horse_    29/05/2015    18 recensioni
Sono passati quasi sette anni dall'ultima stagione di The Vampire Diaries, precisamente la settima. Ogni attore ha intrapreso la propria via da percorrere, cercando di vivere al meglio la propria vita, così come hanno fatto Ian e Nina.
Ian si è sposato con Nikki Reed, storica attrice di Twilight, mentre di Nina si sono perse le tracce. Nina, in realtà, ha proprio voluto sparire dal mondo che l'aveva aiutata a diventare famosa e ben amata da tutti perchè si porta dietro un segreto troppo importante da proteggere. Due bambini con gli occhi azzurri come il mare da tenere al sicuro da chi non li vuole e non si è mai interessato a loro.
Le cose tra Ian e Nikki, intanto, vanno sempre peggio e sono più i giorni in cui litigano che quelli in cui sono felici.
La ripresa dell'ottava stagione porterà tanti guai e a galla cose non dette, ma forse aiuterà due persone che si amano ancora alla follia a ritrovarsi dopo tanto -troppo- tempo.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Candice Accola, Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Nuovo personaggio, Paul Wesley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                    Twins?

Sixtheenth Chapter.


Nina.

Mi sono ripresa dopo una settimana dalla febbre e ancora adesso ne sento gli acciacchi, raffreddore improvviso compreso.
Oggi ritornerò sul set e con me verranno anche i gemelli e sono euforici. Forse euforici è dire poco, fatto sta che ieri sera sono andati a letto tardissimo e mi hanno tempestata di domande del tipo “Mamma, possiamo guardarti mentre reciti?” oppure “Possiamo giocare sul set?” o altre domande simili.
Mi auguro solo che non facciano qualche scherzo dei loro, soprattutto a Kat, o peggio… A Candice. Adorano la mia amica bionda, ma è anche la loro mira preferita per gli scherzi, gliene hanno combinata una più del diavolo.
Entro di soppiatto in camera loro, convinta che stiano ancora dormendo, ma non appena entro sono già vestiti.
Perfino Stefan! Stefan che ha preso da me l’abitudine di stare a letto più del dovuto e ora è seduto sul letto già pronto, gli mancano solo le scarpe.
Realizzo, quindi, di essere l’unica in pigiama.

 
“Cosa… Cosa ci fate voi due già vestiti?”-domando sbalordita.
“Mamma, ma sei ancora in pigiama!”- si lamenta infatti Stefan. –“Sono pronto prima di te.”

 
Joseph scoppia a ridere seguito a ruota dal fratello.

 
“Avete voglia di prendermi in giro?”- domando loro fintamente offesa.

 
Si gettano giù dal letto e mi abbracciano continuando però a ridacchiare sapendo perfettamente che non potrei mai arrabbiarmi con loro.
Stampo ad entrambi un bacio sulla fronte e li invito a scendere giù in cucina mentre io mi vado a vestire.
Ho promesso loro di portarli sul set ed ho mantenuto la promessa, sfruttando il fatto che oggi sul set non c’è praticamente nessuno. Abbiamo pochissime scene da girare, e oltre a me, Candice, Kat ci sono pochi altri, come Julie, Kevin e altri personaggi secondari.
Lui non ci sarà ed è meglio così, non mi sento ancora pronta ad affrontarlo e a presentarglieli.
Facciamo colazione in tempo record, circa 35 minuti e con largo anticipo prendo la macchina –rigorosamente con vetri oscurati– e ci dirigiamo verso lo studio. Candice si è offerta di tenere d’occhio i bambini finché giro, anche se sono convinta che vorranno vedermi comunque recitare.










 
 
Qualche ora dopo.
Ian.
Paul mi sta raccontando della cena romantica che ha fatto con Phoebe e mi ringrazia per aver tenuto la bambina.
L’ho fatto volentieri, è mio fratello –sebbene non lo sia realmente. Ci siamo sempre detti che il sangue non conta e ormai ci conosciamo da un’infinità di tempo per non reputarci come tali.
Sto cercando in ogni modo di recuperare il rapporto di alti e bassi di questi anni. Non sono stato il migliore tra i fratelli, ecco. Per prima cosa non mi sono presentato al suo matrimonio, ma non potevo farlo.
Non potevo rivederla, sarebbe stato un colpo al cuore. Poi non mi sono presentato neanche alla nascita di sua figlia, ma sempre per lo stesso motivo. Tutto legato a lei.
Non avrei avuto il coraggio di stare nella stessa stanza con lei, non dopo tutto quello che le ho fatto, che le ho detto.
Sono stato un mostro a trattarla così sette anni fa, in tutto. A dir la verità tutto è iniziato dopo che si siamo lasciati, ma in qualche modo ho tentato di esserle amico. Poi, però, nessuno dei due ce l’ha fatta. Non riuscivamo a stare lontani e siamo andati a letto insieme più di una volta –molto più di una volta.
Poi ho incontrato Nikki, mia moglie. Lei è stato un fulmine a ciel sereno. E’ riuscita a portarmi fuori dal baratro in cui stavo cadendo. Mi ha fatto sentire bene, in pace con me stesso. Ma ho tradito anche Nikki, tutto pur di stare con lei. Alla fine la mia attuale moglie mi ha dato un ultimatum: o lei, o Nina.
Ho scelto la prima perché era più comodo, perché mi offriva tutto su un piatto d’argento. Un amore sicuro, senza ostacoli, un matrimonio imminente e magari una famiglia. Per il primo è stato un po’ di tempo così, tutto poi si è affievolito. Il secondo effettivamente lo abbiamo fatto, anche troppo velocemente e il terzo… Siamo io e lei, nessun altro. Una famiglia leggermente troppo poco numerosa. Nessun figlio, niente. Questo perché… Ci abbiamo provato per i primi anni, ma per un verso o per l’altro non ci siamo più riusciti. Ho perso definitivamente le speranze, eppure mi sarebbe piaciuto essere padre. Ora semplicemente non ne ho più voglia, forse perché non siamo più quelli di prima. Voglio bene a mia moglie, si, ma mi manca ancora qualcosa. Qualcosa che mi consumi e la passione di una volta.
Si dice che se si ama veramente una persona la passione non finirà mai, ma la mia è già finita da un pezzo. Perché? Eppure sono convinto di amare mia moglie, altrimenti non l’avrei sposata.
E allora perché è da due anni che il più delle volte litighiamo invece di parlare civilmente?

 
“Ian, mi stai ascoltando?”- mi domanda Paul riscuotendomi dai miei pensieri.

 
Mi passo una mano tra i capelli e sorrido sbieco.
Paul sbuffa leggermente, poi mi sorride.

 
“A cosa stavi pensando?”- mi domanda.
“Scusami, è che…”- decido che non devo caricarlo di miei problemi. –“Continua pure.”
“So che non te ne frega niente della mia serata romantica e non mi offendo mica.”- sorride. –“Che cosa ti prende?”
“Stavo pensando, a tutto. Gli ultimi sette anni e giù di lì.”- gli rispondo.
“Sai, ora che ci penso… Io non so nemmeno cos’hai fatto negli ultimi sette anni…”- mi dice serio.
“Niente di così eclatante, davvero.”- gli sorrido.

 
Paul alza leggermente le spalle e mi tira una pacca sulla spalla.
Continuiamo a camminare lungo il corridoio alla ricerca di Julie. Oggi io non dovrei nemmeno essere qui, sarebbe il mio giorno di riposo, ma avevo bisogno di schiarirmi le idee e stare un po’ da solo, magari con qualche amico fidato –come Paul.
Neanche Paul dovrebbe essere qui, ma ieri sera si è dimenticato il copione troppo preoccupato ad organizzare la sua cenetta romantica.
Siamo quasi arrivati al suo camerino, quando qualcosa sbatte contro le mie gambe –o meglio, qualcuno.
In una frazione di secondo abbasso lo sguardo e mi rendo conto che è un bambino. Con dei riflessi degni di un vampiro lo afferro prima che si possa schiantare al suolo. Il bambino rimane con gli occhi chiusi per qualche istante, forse aspettando l’impatto con il suolo che non arriverà mai, e poi li riapre.
Due occhi azzurro-ghiaccio mi scrutano attentamente e in modo curioso. E’ un bambino di sei anni all’incirca, con i capelli castano scuro.
Si guarda attorno spaventato, quasi alla ricerca di qualcuno, poi tira un enorme sospiro di sollievo.
Paul, accanto a me, non ha ancora detto una parola. Passa lo sguardo da me e il bambino quasi allibito. Non capisco questo suo comportamento.

 
“Ti sei fatto male?”- gli domando premuroso abbassandomi alla sua altezza.

 
Mai al mondo vorrei che un bambino si facesse male. In più è venuto a sbattere addosso a me e non posso certamente dire di essere di gomma.
Il bambino scuote la testa e mi sorride.

 
“No. Mi dispiace di esserti venuto addosso, non volevo…”- mi risponde mortificato abbassando il capo.
“Non preoccuparti piccolo, non è niente.”- gli dico scompigliandoli i capelli. –“Tu, piuttosto, non sono certo una piuma.”
“Oh, ma sono forte anche io.”- ride allegro.
“Sono Ian.”- gli porgo la mano. –“Tu chi sei?”

 
In effetti è quello che mi sto chiedendo da qualche minuto.
Che Julie abbia arruolato qualche bambino per qualche strano flashback o per qualche sua strana idea? Non penso che un bambino, così piccolo, si sia intrufolato qui da solo. Ha un’aria familiare, comunque.
Che sia qualche nipote di qualcuno?
Passo in rassegna tutti i miei colleghi e no, non mi viene in mente nessuno.

 
“Sono Joseph.”- mi stringe la mano. –“Ma voi… Siete Damon e Stefan!”

 
L’ultima frase sprizza allegria da tutti i pori. Io e Paul ci guardiamo per qualche istante.
E’ forse un piccolo fan? Sinceramente è un po’ troppo piccolo per vedere la nostra seria televisiva. Troppo sangue, troppa violenza.

 
“Siamo noi in persona piccoletto!”- gli sorrido divertito.
“Non chiamarmi piccoletto, ho sei anni, quasi sette!”- ribatte quasi infastidito puntandomi il dito contro.

 
Ridacchio per la sua audacia.
Permaloso il ragazzino.

 
“Scusami, non volevo offenderti. Devo trattarti come un uomo?”- gli domando sorridendo.
“Non troppo. Sei tu il vecchietto!” –ride.

 
Scoppio a ridere per la naturalezza di questo bambino non preoccupandomi di chi sia o come sia arrivato qui.
Però ritorno per un attimo serio.
Veramente mi ha appena dato del vecchietto?

 
“Davvero sembro così vecchio?”- domando fintamente offeso.

 
Il bambino annuisce divertito dal nostro scambio di battute. Quando sorride ha gli occhi che brillano ed è una visione meravigliosa.
In meno di un secondo lo afferro per le gambe e me lo carico in spalla. Mi implora di metterlo giù, ma io invece di ascoltarlo gli gratto la pancia con una mano.
Il bambino ride più forte e cerca di liberarsi.

 
“Non sono poi così vecchio, no?”- gli domando. –“Altrimenti non sarei in grado di farlo.”
“Ritiro quello che ho… Detto…”- cerca di dire tra una risata e l’altra.

 
Lo rimetto giù e noto che sul braccio destro ha un neo, come me.
Che strana coincidenza.

 
“Sai che non si deve dare troppa confidenza agli sconosciuti? La tua mamma non te l’ha insegnato?”- gli domando.

 
Qua dentro è al sicuro, certo, ma lì fuori?
Nulla è sicuro.

 
“La mamma me lo dice sempre.”- annuisce tra se. –“Ma io vi conosco, più o meno. Voi siet”

 
Non finisce la frase perché qualcuno sta chiamando il suo nome e anche un altro. Mi pare di sentire Stefan in lontananza.

 
“Zia Candice…”- mormora terrorizzato. Candice? Il bambino rivolge a me e a Paul uno sguardo implorante. –“Non dite a zia Candice che sono stato qui, vi prego.”
“Ma cosa?”- impreca Paul.
“Per favore, ci ucciderà. L’abbiamo combinata grossa.”- mormora affranto.
“Tu e chi?”- gli domando particolarmente interessato.
“Io e Stefan. Mio fratello. Non ditele che ero qui.”- dice prima di correre dalla parte opposta.

 
C’è un altro bambino?
Zia Candice?
Candice ha dei nipoti e io non ne so niente?
Nel frattempo scuoto Paul che era entrato in uno stato catatonico.

 
“Quel bambino…”- mormora. –“Lui…”
“Lui cosa?”- gli domando.

 
Paul non fa in tempo a rispondere che vediamo la bionda che si dirige verso di noi a passo di carica. E’ infuriata e non so perché. Oltre ad essere infuriata è tanto sorpresa e… Sembra quasi essere stata colta in fallo.
Qualcosa mi dice che centra quel bambino sveglio. Cosa diamine può aver combinato per far infuriare Candice?
Blondie ha una mano sul pancione e con l’altra si passa una mano tra i capelli.

 
“Candice, tutto bene?”- le domanda Paul.
“Cosa diamine ci fate voi due qui? Non avevate il giorno libero?”- ci domanda con la voce leggermente strozzata.
“Ho accompagnato Paul a prendere il copione.”- le rispondo. –“E’ un male che siamo venuti qui?”
“Si, cioè… No, non è un male… Forse si! Dio!”- si porta le mani in testa. –“Mi ucciderà.”

 
Dal nulla sbuca Kat e non appena ci vede si blocca ed apre la bocca. Non parla, è sorpresa e leggermente spaventata.
Perché sono tutti così sorpresi di vederci? Sembra che nessuno voglia averci tra i piedi. C’è una festa a sorpresa e nessuno ci ha detto niente?

 
“Sembrate quasi dispiaciute di averci qui.”- sottolineo sorpreso.
“E lo siamo!”- esclama Candice per poi tapparsi la bocca.
“Candice non voleva dire quello!”- dice Kat imbarazzata per poi trucidare la bionda. –“Avete visto due bambini dai capelli castano-scuro e gli occhi azzurri?”
“Quei due si meritano una ramanzina bella e buona!”- ringhia quasi Candice.

 
Mi sa che quel bambino l’ha combinata grossa, insieme al fratello.
Vorrei dire di si a Candice, ma poi mi ricordo del bambino. Mi ha detto di non dirle nulla, mi stava praticamente implorando, e non posso tradirlo così. Lascerò sbollire un po’ Candice e dopo ne andrò alla sua ricerca. Magari lo accompagnerò pure da sua madre.
Blocco Paul prima che dica qualsiasi cosa.

 
“No, nessun bambino in vista. E poi… Perché dovrebbero esserci dei bambini?”- domando.
“E’ una storia lunga…”- sospira Kat. –“Potete darci una mano a cercarli?”

 
Io e Paul annuiamo. Tanto non abbiamo nulla da fare qui. Magari se li troviamo prima noi non cadranno sotto la furia omicida di Candice.

 
“Quando li trovate, se li troverete, portateli nella sala riunioni.”- ci dice Candice per poi andarsene via con Kat.

 
Io e Paul ci incamminiamo per i corridoi alla ricerca dei due bambini.
Uno sappiamo com’è fatto, ma l’altro?
Beh… Sicuramente saranno gli unici due bambini, quindi se non è Joseph è sicuramente il fratello.

 
“Non ho mai visto Candice così arrabbiata, davvero. Chissà cosa avrà combinato quel bambino…”- ridacchia Paul.
“Sicuramente qualcosa di grosso!”- rido insieme a lui.













 
 
 
                                                                            * * *
 

 












Abbiamo cercato ovunque e non abbiamo nessuna traccia dei bambini. Abbiamo girato il set in lungo e in largo.
Dalla sala relax fino alla sala prove. Abbiamo controllato anche negli sgabuzzini, al semi-bar, ma sembrano spariti nel nulla.
Candice è già arrabbiata di suo, se ritorniamo senza bambini ci ucciderà, me lo sento.
Ripenso ancora al bambino e sorrido. Eppure… Eppure non mi sembra simile a Candice, in qualche modo, mi ricorda qualcuno di più familiare, ma chi?
Non riesco a ricordare o, forse, non voglio ricordare.

 
“Ian, andiamo in sala riunioni, abbiamo guardato ovunque.”- mi dice Paul.
“E se fossero usciti?”- domando preoccupato. –“Con questo freddo si gela fuori.”

 
Potrebbero prendersi l’influenza poveri bambini. Siamo in settembre, ma il tempo è cambiato così tanto velocemente. Questa mattina è sceso il diluvio universale.

 
“Non penso, non sono così stupidi da uscire con questo tempo.”- mi dice Paul.

 
Annuisco e ci dirigiamo nella sala riunioni. Non sento rumori provenire all’interno, quindi decidiamo di entrare.
Qualcuno in realtà c’è.
Nina. Non appena Nina ci vede sussulta e sgrana gli occhi terrorizzata. Sembra preoccupata, ma anche tanto terrorizzata.
Ha così paura di me?
Sembra così… Presa alla sprovvista…

 
“Mi aspettavo un’accoglienza diversa!”- dice Paul ironico tentando di allentare la tensione.
“Cosa… Perché siete qui?”- ci domanda Nina quasi isterica.

 
Ha una maglietta a pois bianca e nera e un jeans chiaro. Ha i capelli acconciati come quelli di Elena, mossi.
E’ leggermente stravolta, probabilmente stanca dalle riprese, ma è pur sempre bellissima.
Ma che diavolo di pensieri sto facendo?

 
“Non era il vostro giorni libero?”- ci domanda… quasi in una crisi di pianto.

 
Che cosa le prende?

 
“Si, ma Paul ha dimenticato il copione.”- rispondo io per lui.

 
Nina non mi guarda, abbassa la testa torturandosi le unghie.
Non faccio in tempo a dire altro che due bambini entrano correndo all’interno della sala e si precipitano su Nina terrorizzati.
E’ Joseph. Vedo doppio o… Vedo due gemelli?
Il fratello di Joseph in realtà è il suo gemello?
Un attimo… Perché sono corsi da Nina?
Candice e Kat intanto sono ferme sulla porta, quasi paralizzate.

 
“Mamma, non sgridarci, ti prego!”

 
Mamma? Lo sguardo di Nina saetta dai bambini, a me e a Paul. Io e Paul rimaniamo paralizzati sul posto, ancora una volta.
Mamma.
Se hanno detto mamma questo vuol dire… Quei due gemelli sono i figli di Nina.
Nina ha due figli.




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Amatemi! Per la lunghezza del capitolo e per quello che succede nel capitolo ahahahahaha
No, a parte gli scherzi, ve lo dovevo, no?
Dopo 15 capitoli era giunto il momento, e che momento! Vi avevo detto che avevo pensato un incontro un po' particolare per Ian e i gemelli -a dir la verità Ian incontra praticamente solo Joseph, la sua fotocopia, ma sono dettagli- e spero che vi sia piaciuto o comunque che si sia avvicinato a quello che voi immaginavate.
Mi sono divertita un sacco a scriverlo e so, per certo, che non è perfetto o bellissimo, ma comunque ci ho messo il cuore per farlo <3
Ringrazio le fantastiche ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo e mi dispiace essere sempre così altalenante sul rispodere alla recensioni, ma nell'ultimo periodo di scuola ci stanno riempiendo di verifiche e interrogazioni -quella d'italiano e latino interroga fino al 10 giugno, penso di essermi chiarita >.<- e non ho molto tempo. In più domani parto per quattro giorni, quindi aggiornerò, spero, verso il fine settimana!
Passiamo al capitolo, dunque: finalmente Ian ha incontrato i gemelli e ovviamente non ha pensato, nemmeno minimamente, di essere lui il padre e ci arriverà tra un po'.
Paul invece... Avete notato che, forse, ha capito qualcosa?
Insomma, nei primi capitoli ve li descrivevo come un mix perfetto Nian, quindi Paulino ci è già praticamente arrivato, vedremo come andrà a finire.
Mi è piaciuto un sacco scrivere di Ian e Joseph e soprattutto di scrivere di Candice infuriata ahahahahha Scopriremo nel prossimo capitolo quello che hanno fatto e se Nina li metterà in punizione o meno.
L'ultima parte del capitolo è quella che aprirà il prossimo ^^
Ora devo proprio scappare, domani mi devo alzare preso, alla prossima <3
  
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