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Autore: Usagi Kou    06/01/2009    10 recensioni
Il volto perfetto della mia piccola, dolce Renesmee mi scaldò il cuore alla prima occhiata. Gli occhi color cioccolato che tanto amavo mi restituirono per un istante uno sguardo carico di felicità e amore, lo stesso che sapevo avere io ogni volta che i miei occhi ne sfioravano la delicata figura, e la bocca si aprì in un dolce sorriso finché…
… non si tramutarono in quella occhiata di sadico divertimento e in quel ghigno perfidamente maligno che la resero la perfetta copia di quel manipolatore figlio del demonio che era suo padre.
Gesù, Giuseppe, Maria e tutti gli angeli, che avevo fatto di così brutto, terribile e cattivo nella mia breve vita?
E soprattutto perché, e dico perché, quando a tutti gli altri era andata benissimo, solo a me doveva capitare l’unica anima gemella che non mi spalleggiava mai ma che, anzi, mi costringeva a fare tutto quello che le passava per l’anticamera del cervello? Non ero già stato punito a sufficienza?
“Questa è una cosa di cui sono fiero, Jacob” sogghignò il sadico… ehm, Edward “Cosa credi che mi abbia indotto a cedere così facilmente, se non sapevo che non l’avresti passata così liscia come speravi?”
Che cosa succede a casa Cullen/Swan? Con l'arrivo di Elizabeth Cullen, la piccola trovatella, molte sono le sorprese che hanno scovolto in due giorni la vita dei nostri vampiri. E se, per una serie di coincidenze, Jacob si ritrovasse a doverle fare da babysitter? E se gli unici che potessero - o fossero costretti - ad aiutarlo sono Seth, Quil ed Embry? Quanti se e quanti come... Riuscirà la piccola Lizzie a resistere a un pomeriggio a La Push? Dopo molto ritardo, eccomi con il mio post BD, con il apitolo più demeziale della ff, narrato da Jacob, l'impavido lupo: Lupus in fabula: Operation Babysitter - When the stupid wolf don't understand that should say NO!!
Genere: Romantico, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Renesmee Cullen
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nessie's sister 3

Eccomi tornata! Scusate il ritardo, ma sapete, le feste, i regali… ho perso un po’ la bussola!
Questo capitolo sarà narrato dal neopapà! È un po’ funghetto, ma spero che piaccia! Si scopriranno altre cose sulla bambina e, impedibile, ci sarà un siparietto tra i miei eroi, Edward-Jacob-Emmett! Buona lettura!

Minako chan
: Ok, ora faccio la seria… un bel respiro... ^^ GRAZIE MILLE, PICCOLA! Adoro scrivere i battibecchi di Emmett  e Jacob, li trovo esilaranti. Per esempio, qui ci saranno i nostri due comici che si alleeranno contro il nostro bel vampiro roscio… da morire!
cougar:
Jessica, ti ringrazio tantissimo! Non sapevo che queste mie storie ti piacessero tanto, ho un motivo in più per continuarle! Sono felicissima di averti come fan! ^/////^ Ti faccio un miliardo di auguri per il tuo piccolo JD e per la futura piccola peste, augurissimi! Magari ti chiederò qualche cosa su come si crescono i bambini, così, tanto per far sembrare la storia più reale… in bocca al lupo per tutto!
Razorbladekisses
: Grazie, grazie! Sono contenta che ti piaccia questo tentativo di storia. La tua mi ha preso un casino, la leggo e la rileggo, davvero, non ho pace!
sannychan
: Grazie per tutti i complimenti, li adoro! La tua storia me la sono gustata molto, è interessantissima! Credo che presto riceverai mie notizie…
lyrapotter:
Grazie! La piccola è una promessa? Ihihih… benebenebene…. Me compiaciuta! Assolutamente sì, se riesci a sorprendere i Cullen, allora in automatico sei una di loro! U__U nessie vice mamma lo sarà, anche perchè credo che lei l’impritting l’abbia subito con la piccola!! O, anche tu hai una parte di te che detesta con ttua l’anima Jaki? Benvenuta, sorellina! Creod ke qlc scazzottata tra lui e la bionda ci sarà…
AlexiaLil:
Grazie! Eccoti il nuov cap! Kissoni
Finleyna 4 Ever:
Ehi, prezzemolina, mi hai proprio presa in simpatia, eh? Eccellente! Sono felice che segui tutte le mie follie… goditi il cap!

 


 

Edward’s pov.
“Fatto!” sospirò Carlisle con un gran sorriso in volto “La nostra piccolina sta benissimo! Puoi anche rivestirla, Edward”
“Grazie nonno!” esclamò felice Nessie abbracciandolo “Avevo paura che avesse qualche cosa”
“No, a quanto pare la bambina ha una salute di ferro” disse Carlisle sfiorando i capelli di colei che, da circa una quarantina di minuti, era diventata la mia secondogenita.
“Sentito, sorellina?” disse Nessie appoggiando i gomiti sul tavolo e reggendosi la testa “Stai benissimo! Nonno Carlisle non sbaglia mai, è il miglior medico che ci sia!”
“Nessie, vacci piano, o andrà a finire che tuo nonno si monterà la testa” sghignazzai, infilando i vestiti alla piccola
“E dimmi, dimmi, c’è qualcosa che dobbiamo darle?” chiese Nessie, che non riusciva a calmarsi “Antibiotici? Dobbiamo farle il vaccino? O mio Dio, non dirmi che è sottopeso e questi sono i suoi ultimi istanti di vita!”
Scoppiai a ridere, posando una mano sul capo di mia figlia.
“Nessie, calmati!” ridacchiai “Non farti prendere dall’ansia, stai tranquilla e non inventarti le cose. Hai appena sentito anche tu che la piccola sta bene, no? E io ancora mi fido del parere di mio padre, che come ci hai ricordato è il miglior dottore del mondo…”
Scossi la testa esasperato. Era un po’ troppo su di giri la mia piccola Renesmee, questo non le faceva di certo bene. Però, anche io ero terribilmente preoccupato per la salute di quella strana piccina.
Le carezzai con un dito la guancia calda e lei alzò gli occhi viola dal peluche di un lupo – regalo di Jacob per Nessie – rivolgendomi un sorriso luminoso.
Quant’era bella.
Non potevo credere che un simile miracolo potesse esistere davvero.
Beh, ma se nella mia esistenza avevo avuto la fortuna di trovare i miei due angeli luminosi, e di essere riuscito a tenerli legati a me per l’eternità, allora non avrei dovuto stupirmi più di tanto nel trovarne un terzo.
La presi in braccio e la tenni stretta al petto, carezzandogli la guancia con il naso.
Nessie mi guardò raggiante, e mi rivolse il suo sorriso splendente.
“Guarda, nonno! Papà si è innamorato di nuovo!” rise allegra “Chi glie lo dice alla mamma?”
“Facciamolo fare allo zio Emmett” propose Carlisle “Sono anni che aspetta che i tuoi genitori si picchino, ma non è ancora accaduto”
“E non accadrà mai, rospetta” le dissi, scompigliandole i boccoli ramati “Non dire calunnie solo perché sei gelosa, ok?”
“Io non sono gelosa!” protestò Nessie arrabbiata “Sono solo felicissima perché hai accettato di tenere la mia nuova sorellina! Sono grande, e di certo non mi farò venire i complessi per questo!”
“Oh, si, sicuro!” scherzai, dandole un bacio sulla fronte “La mia bambina… quanti anni hai adesso, otto?”
“Ne dimostro diciassette, uffa!” sbuffò contrariata, incrociando le braccia “Smettila papà!”
“Va bene, d’accordo. Farò il padre responsabile” le promisi con una risata
Lei aprì un occhio per accertarmi che fossi sincero, poi mi sorrise. Ero perdonato.
“Toc toc! È finita la visita?”
La testa del mio angelo sbucò fuori da dietro la porta, raggiante.
Si vedeva lontano un miglio quanto fosse felice in quel momento, e la sua felicità, come al solito, era contagiosa. Nessuno in quella casa riusciva a resistere ai suoi sorrisi armoniosi, neanche Rosalie, con cui ora Bella andava d’accordo tanto quanto con Alice.
“Ciao mamma” esclamò Nessie correndole incontro e prendendole una mano “Vieni, vieni, il nonno ha appena finito di visitarla!”
“Come sta Carlisle?” chiese mia moglie affiancandomi, circondando con una mano le spalle di nostra figlia
“Perfettamente in salute per esser stata ritrovata nel bosco” ci informò lui “Sembra che invece di essere stata esposta alle intemperie sia appena uscita da un prestigioso asilo nido”
Bella e Nessie – nonostante quest’ultima lo avesse già sentito – tirarono un sospiro di sollievo.
“Per fortuna, piccola” disse Bella accarezzandole i capelli
“Carlisle, per quanto riguarda quel suo potere, invece?” chiesi io
Carlisle assunse una faccia pensierosa, osservando la bambina impegnata a fissare Nessie estasiata, cosa ricambiata da mia figlia.
“Non saprei che dirvi” disse infine “Quel che so di certo, avendola visitata, è che non è una mezza-vampira come Ness. Però non è neanche un’umana, o se lo è, lo è in piccola parte”
“Piccola parte?” disse Bella
“Anzi, è da escludere che sia in parte” si corresse Carlisle “Non è umana, ragazzi”
“E allora che cos’è?” chiesi, lanciando una rapida occhiata alla bambina
“Non saprei dirvi, mi dispiace” disse stancamente Carlisle, passandosi una mano tra i capelli “Mi sembra di aver letto un qualcosa, una volta…. Ma è stato troppo tempo fa, forse nel primo periodo in cui iniziavo a nutrirmi di animali. Non ricordo nulla di esseri simili in bellezza a noi vampiri con occhi viola e capacità di levitazione”
“A me non importa che cos’è, perché neanche io sono una creatura appartenente a una propria categoria” disse Nessie con tono leggero, sempre fissando la piccola “Ma io non l’abbandonerò. È mia sorella e mi sento in dovere di proteggerla e tutelarla. E se voi avete intenzione di fare degli esperimenti su di lei, la rapisco e mi rifugio a La Push.”
Lo disse con una tale convinzione che non dubitammo un attimo delle sue parole. Scoppiammo a ridere.
“Ma ti pare che potremmo mai fare qualcosa a questa creatura?” rise Bella baciandole i capelli “Nessie, tu stai parlando con colei che ha difeso la tua esistenza senza mai averti conosciuta, te lo ricordi?”
“Non dubitavo di te, mamma, ma di questi due scienziati pazzi che sembrano aver sviluppato un interesse poco amorevole per la mia sorellina” disse Nessie guardando male me e mio padre.
Le sorrise rassicurante.
“Non preoccuparti, piccola mia, non le farò mai alcun male. Né a te, né a lei, né a nessun altro delle nostra famiglia”
“Compreso Jacob?” chiese subito, approfittandone
“Con le dovute eccezioni ma… si, in teoria neanche a lui” dissi con un sorriso
“Evviva!”
“Però capirai anche tu che il mio interesse per la sua natura viene dettato anche dal mio istinto paterno” le feci notare “Dovremmo pur capire come allevare questa bambina, no? Di cosa si nutre, che poteri ha, se avrà una crescita lampo come la tua…”
“No, dalle prima analisi che ho fatto sembra che sia nel campo dell’alimentazione che in quello della crescita si comporterà come un essere umano” ci disse subito Carlisle “Per questo ho pensato potesse essere un mezzosangue, ma è troppo diversa. Anche il suo odore, per esempio, ricorda troppo quello di un essere superiore. Vorrei solo ricordare se ho davvero notizie su queste creature…”
“Non c’è un posto dove potresti trovare le risposte che cerchi, Carlisle?” domandò Bella
Si, a Volterra. Ma non rischierò l’incolumità della mia famiglia perché forse c’è la remota possibilità che quello che cerco sia nella sua biblioteca. Preferisco vedere cosa ci porta il tempo, piuttosto che rischiare. I Volturi non si devono più permettere di importunare la mia famiglia.” pensò mio padre.
Mi irrigidii impercettibilmente, contraendo la mascella.
No. Tutto ma Volterra no. Non si erano più permessi di infastidirci dopo la lezione che avevano avuto, né a noi né a nessuno di coloro che ci avevano aiutato. Avevamo stabilito un legame troppo forte, e tutti sarebbe andato in soccorso di chi ne avesse avuto bisogno, se questo fosse stato attaccato dalla loro guardia. Aro lo aveva capito bene, e aveva preferito non correre il rischi. Non ora che si erano resi conto di essere deboli.
“No, Bella, mi dispiace” disse Carlisle “Ma farò delle ricerche, e chiamerò qualche amico… magari riuscirò a capirci qualcosa”
“Grazie, Carlisle” dicemmo in coro io e Bella
“Beh, allora, ragazzi, che ne dite se intanto portare la piccola a mangiare qualcosa?” propose Carlisle accompagnandoci alla porta
“La nonna è corsa giù in paese a comprare tutto il necessario per affrontare la nuova maternità” ci informò allegra Nessie “Potremmo farle un bel bagnetto caldo nel mentre, eh? Che ne dite?”
“Proposta eccellente, Nessie” approvò Bella “Ti stai comportando da perfetta sorella maggiore”
Renesmee le rivolse un sorriso luminoso e volò al piano di sopra, andando a preparare il tutto.
“Allora la raggiungo” disse Carlisle con un sorriso “A più tardi. Ciao, piccolina”
Sfiorò con delicatezza la guancia della bambina, che gli sorrise allegra, e poi si voltò
“Carlisle” lo chiamai “Grazie”. Il mio sguardo alludeva anche a ciò che aveva pensato prima, e che aveva deciso di non fare. Lo comprese e si limitò a sorridere.
Bella aspettò di sentirlo uscire prima di sorridermi dolente.
“Pensa che le risposte siano a Volterra, vero?” sussurrò triste
Mi irrigidii, sorpreso; a volte dimenticavo quanto mia moglie potesse essere perspicace.
Mi guardò in attesa di una mia risposta, così, lentamente annuii.
Lei chiuse gli occhi. “Ma ha deciso di non andare” proseguì appoggiandosi al muro “Carlisle è davvero un santo”
“Nessuno vi metterà mai in un pericolo simile, né a te né a Nessie e alla piccola” le assicurai cingendole le spalle con un braccio “Quindi sta tranquilla”
“Lo so. Ma ho sempre il terrore che…” non continuò la frase, lanciando un’occhiata dolente al soffitto
“Lo so” dissi stringendola a me “Anche io. Non sopporterei di perdere una di voi”
La bambina, in braccio a me, emise un versetto addolorato e, in qualche modo, preoccupato.
La sollevai per guardarla negli occhi, e lei ricambiò fissandoci con un velo di tormento delle iridi violette. Posò una manina calda sulla guancia di entrambi, come se volesse consolarci.
“Ehi, piccola, non preoccuparti” disse Bella prendendola in braccio “Stiamo bene. Non c’è niente che non va”
La bambina la fissò un secondo, come a volersi accertare delle sue parole, poi si voltò a guardare me. Le sorrisi, sfiorandole il naso con un dito.
“Va tutto bene” le assicurai
Sembrò calmarsi, e posò la guancia contro il petto di Bella, che la cullò dolcemente.
“Sai, sembra molto più intelligente della sua età” notò Bella con un sorriso, iniziando a salire le scale
“Già. Come Renesmee” le feci eco “Sembra intuire subito l’umore o i vari cambiamenti di delle persone. È straordinaria”
“Ti sei innamorato di lei proprio come hai fatto con Nessie” sogghignò Bella socchiudendo le palpebre “Prima eri tutto “No, io non posso fare il padre, sono un mostro…” e ora guardati: in trepidante attesa di far il bagnetto alla tua seconda figlia”
“Beh, se è per questo dicevo anche che stavo bene da solo e non mi sarei mai sposato, eppure tu sei mia moglie, no?” feci notare
“Si, ma è solo merito mio che mi sono intestardita su di te” replicò lei “Non lo sai che quando mi metto in testa una cosa non la dimentico? È solo per dimostrare che posso far tutto che ti ho sposato”
“Oh, si, si, certo…”
“Mamma, papà, ci siete?” ci chiamò Nessie “Dai, che l’acqua si raffredda!”
“Eccoci, piccola, siamo qui!” dicemmo in coro varcando la porta del bagno al terzo piano
Nessie sorrise orgogliosa mostrandoci come aveva riempito la vasca con acqua e sapone, in attesa di un nostro commento. Era davvero in fibrillazione all’idea di avere una sorellina con cui passare il tempo; benché avesse l’aspetto di una diciassettenne e il cervello di una trentenne, Nessie era ancora una bambina. A volte, con i suoi comportamenti maturi e la sua vivacità non ce ne accorgevamo, ma anche lei aveva bisogno di confrontarsi con persone della sua età. Forse una sorellina sarebbe stata l’ideale per lei.
“Ho misurato la temperatura con il termometro, proprio come mi ha detto zia Rose” disse allegra “Perfetta!”
“Bravissima Nessie!” disse Bella andando verso il lavandino e poggiando sul comodino la bambina, per spogliarla “Mi dai una mano, per piacere?”
“Sicuro!” esclamò entusiasta Nessie correndo verso di lei.
A me non rimase altro da fare che appoggiarmi allo stipite della porta e aspettare pazientemente che finissero; non mi avrebbero lasciato fare nulla.
“A proposito di zia Rose, dove sono lei e tutti gli altri?” domandai mentre Nessie riponeva con cura le cose sul comodino
“Beh, nonna è in paese a fare provviste, così zia Alice e zio Jasper sono andarti a casa nostra per organizzare una cameretta per la bambina”
Io e Bella sbuffammo, roteando gli occhi al cielo. Magnifico! Avremmo dovuto passare la notte lì, se ci andava bene. Altrimenti, saremmo rimasti per due settimane minimo in camera mia. Splendido!
“E zia Rose e zio Emmett sono andati di corsa a Seattle a comprare qualche vestitino e una culla per la piccola” concluse Nessie “Ha detto zia Alice che però domani ci andrà anche lei. Non lascerà che la mamma la contagi con il suo cattivo gusto e il suo odio per lo shopping”
Bella roteò gli occhi al cielo, mentre immergeva lentamente e con attenzione la bimba nell’acqua. La piccina sembrò entusiasta di trovarsi immersa nella schiuma, avvolta dall’acqua calda; iniziò ad agitare le braccia e a battere le manine sulla superficie schiumosa, ridendo.
Sorrisi. Era così carina…
“Nessie, per cortesia, mi passeresti il sapone, per favore?” chiese Bella
“Subito mamma!”
Corse con un gran sorriso verso il ripiano e afferrò il flacone del bagnoschiuma, ritornando alla vasca con un enorme sorriso dipinto sul volto.
Era incredibile quanto quel suo entusiasmo innocente la rendesse più vicina alla sua vera età che a quella che dimostrava; nonostante le sembianza di un’avvenente diciassettenne in quel momento la mia Renesmee mi apparve come la vivace bambina di otto anni che era in realtà, piena di energie ed entusiasmo. Com’era cresciuta in fretta la mia bambina.
“Nessie, vuoi farlo tu?” domandò Bella con un sorriso
“Meglio di no” disse lei “Ho paura di farle male”
“Nessie, ci riusciresti benissimo” la spronai “Guarda, ci sono riuscito anche io con te…”
Represse un brivido e mi lanciò un’occhiataccia.
“Ecco, questa è una cosa che i padri non dovrebbero mai, e ripeto, mai dire ai loro figli, né ad altri” disse scoprendo i denti “Ora resterò traumatizzata a vita”
Risi a gran voce.
“Era da vedere, tuo padre che ti faceva il bagnetto” ridacchiò Bella “Io sono morta dalle risate, così come Emmett”
“Ma affittavate i biglietti?!” gridò scandalizzata Renesmee
“No, però tutti ti hanno visto fare il bagno almeno una volta” sogghignai
“Magnifico! Amo la mia vita!”
“Anche tu, vero?”
“Sta tranquilla, sorellina, non permetterò che le mie disgrazie si ripetano con te” disse Nessie inginocchiandosi accanto alla vasca.
Fissò con un sorriso la bambina, intenta a giocare con la schiuma, poi all’improvviso si fece seria
“Bisognerà trovarle un nome” decretò guardandoci
“Hai assolutamente ragione, piccola” convenni
“Propongo però di esporre le nostre scelte anche agli altri” disse saggiamente Bella “Devono essere partecipi anche loro della cosa. E guai a chi si azzarda a darle un soprannome, chiaro?” disse rivolgendoci un’occhiata di fuoco
“Promesso. Terrò a bada Jake” promise Nessie
“Sarà meglio” disse Bella “Edward, mi passi l’asciugamano, per favore?”
“Subito”
Afferrai l’asciugamano dietro di me e mi diressi verso di lei. La bambina però sembrava restia ad abbandonare la vasca, infatti lanciò a Bella un’occhiata implorante. Mia moglie tentennò, e io capii il perché: a quello sguardo, a cui solo Nessie sarebbe stata in grado di competere, non potevi resistere.
“Ehi, piccola, non ti preoccupare. Te lo rifaremo presto il bagno” dissi, sorridendole. Chissà, magari mi avrebbe ascoltato…
La bambina si rivolse a me con tutto il potere disarmante dei suoi occhi, lasciandomi un po’ stordito. Ecco, ora si che si metteva male: le uniche capaci di farmi perdere il filo, lì al mio fianco, erano anche le uniche capaci di tirarmi alla pazzia e di rendermi loro schiavo. Se ne trovavo un’altra, sarei morto.
“Ti prometto che lo rifaremo, ma ora dobbiamo andare a mangiare” continuai ritrovando il filo “Scommetto che hai fame, vero?”
La piccina mi fissò un istante, poi si arrese. Aveva capito benissimo cosa le avevo detto.
Bella sorrise ammirata e la sollevò, mentre io mi affrettavo a coprirla con l’asciugamano perché non prendesse freddo.
“Nessie, sai se quel folletto di tua zia ha lasciato un qualcosa di pulito per la piccola?” chiesi a mia figlia
“Credo sia in camera tua” disse lei “Vai a prenderli, papà?”
Sospirando, lasciai le tre donne e mi diressi in camera mia.
Aprii lentamente la porta e guardai dentro. Poggiati all’angolo dell’enorme letto matrimoniale che dominava la stanza, c’erano una tutina pesante, di un lilla chiaro a ricami bianchi, e due pedalini bianchi. Sopra il tutto c’era un biglietto.
 
Che bello, che bello, che bello, sono di nuovo zia!
Non vedo l’ora! Stai tranquillo, te la caverai anche tu, ovviamente con il mio aiuto!

 

Scossi il capo con un sorriso e riposi nella mia tasca il biglietto. Alice era sempre Alice.
Presi i vestiti e mi affrettai a ritornare in bagno.
“… ho smesso di stupirmi con tua zia”
“Si, ma dove è andata a pescare i pannolini se non aveva previsto che avremmo avuto una nuova arrivata?”
“Vuoi un consigli che ho imparato in oltre un secolo di esperienza?” dissi entrando “Lascia perdere. Con Alice meno si sa, più si è sani mentalmente”
“Concordo” sorrise Bella “affidati a lei, se vuoi, ma non chiedere dove prende le cose o come riesce ad averle”
“Va bene, lo ricorderò” sorrise Nessie “Oh, papà, ma che carini!”
“Erano tuoi, non te li ricordi?” dissi porgendole i vestitini
“Ne ho indossati talmente tanti che faccio fatica a ricordarmi persino cosa ho messo ieri” disse giustamente Nessie, porgendo gli abiti alla madre
Bella sorrise, finendo di vestire la piccina.
“Ecco, ora sei pronta… in perfetto stile Cullen!” aggiunse, voltando la bambina verso lo specchio
La piccola si guardò un istante meravigliata, poggiando piano il palmo sul suo riflesso. Si voltò verso di noi come a chiederci “Io?”
Annuii sorridendo. “Si, sei tu”
Lei si guardò dubbiosa, poi rivolse l’attenzione allo specchio e toccò il riflesso di Nessie  sorridendo.
“Ah, le piaccio!” esclamò Nessie prendendola in braccio e avvicinandola al suo viso
“Attenta Nessie, ricordati che sei più forte” la ammonì dolcemente Bella
“Lo so, lo so!” rise lei “Andiamo, piccola, vediamo se sono tornati i nonni!”
E canticchiando uscì dal bagno, con noi che la seguivamo a ruota. “Adesso vediamo se sono tornati i nonni, così ti facciamo mangiare, sei d’accordo?” canticchiava Nessie “Sono certa che sei affamata, vero?”
“È su di giri, vero?” ridacchiò Bella
“Già” dissi, passandole un braccio intorno alla vita “E tu?”
“Anche”
 “Nessie, piccola! Eccovi, stavo giusto per mandarvi a chiamare”
Entrammo in cucina, dove Esme stava finendo di sistemare le ultime cose.
Nessie, con in braccio la piccola, la osservava affaccendarsi per la cucina con un sorriso.
“Nonna, la mia sorellina ha un po’ fame” disse “Le puoi preparare uno dei tuoi manicaretti speciali, per favore?”
“Io proporrei quelle tue tagliatelle al ragù che, uhmm, sono favolose!” esclamò Jacob entrando in cucina, sedendosi accanto a Nessie
“Spiritoso! Guarda che lo so che i bambini non le possono mangiare” gli fece la linguaccia Nessie con un sorriso
“Io dicevo seriamente!” replicò Jacob “Non mi sorprenderei affatto se la piccoletta potesse già mangiare come un adulto… e poi, se non per lei, le potresti cucinare per me, cara, dolce, materna Esme?”
Si voltò verso mia madre e le fece una faccetta dolce, sporgendo il labbro inferiore e battendo le palpebre.
“Oddio, che visione raccapricciante!” lo presi in giro “Per favore, ricomponiti! Sei in presenza di signore, per l’amore del cielo”
“Escuse mois, madmoiselle Snobbinis!” mi disse lui accendo un piccolo cenno del capo “Non sapevo che ci stesse rallegrando con la sua amabile presenza”
“Lo sai che ti penso sempre” replicai con un ghigno, sedendomi e facendo accomodare Bella sulle mie ginocchia
“Oh che bello!” replicò Jacob facendo una faccia schifata “Quanto sono felice… senza questa notizia non potevo continuare a vivere”
“Siete inquietanti” dissero in sincrono Bella e Nessie, allontanandosi da noi
“Grazie”
“E comunque, è tuo padre che si crede spiritoso” disse Jacob “In cento anni poteva anche trovare uno spazietto di tempo per studiare comicità, invece di fare composizioni da quattro soldi”
“Brutta cosa la gelosia…” sospirai
“Non penserai che io sia geloso di te, vero, sanguisuga?” replicò Jacob
“Ti leggo nella mente, ricordi, cagnolino?”
“Ecco, allora inizia a utilizzare gli psico-occhiali che ti abbiamo regalato al tuo compleanno, perché mi sa che inizi a perdere colpi” disse Jacob “Nella mente di qual povero pazzo stai andando a sbirciare?”
Scoppiai a ridere insieme alla mia famiglia. Jacob era davvero divertente. Qualche volta mi scoprivo rammaricato di non averlo capito subito, ma di aver passato quasi due anni della mia vita a vederlo come un rivale, e a comportarmi di conseguenza. Era davvero un gran bella persona.
Ero felice di averlo accolto nella mia vita.
“Su, su, buoni” ci ammonì serafica Esme, posando di fronte a Jacob le posate e un bicchiere. Ritornò ai fornelli e un secondo dopo posò un enorme piatto di tagliatelle al ragù di fronte a lui.
“Ecco a te, Jake” gli disse con un sorriso
“Grazie signora C!” disse Jake leccandosi i baffi “Pancia mia fatti capanna!”
“Cane, potresti mostrare un po’ di educazione, a tavola?” gli dissi “Già è tanto che ti permettiamo di mangiare seduto con noi, e non in ginocchio con una ciotola…”
Non mi sembra di parlare con la bocca piena, no?” mi fece notare col pensiero mentre inghiottiva un’enorme forchettata
“Si, ma c’è modo e modo di mangiare” replicai
“Con il mignolino alzato, l’aria snob e le posate d’oro zecchino come facevi tu? No, grazie” disse dopo aver ingoiato un altro boccone
“Per tua informazione…”
“Ok, va bene, basta così” mi interruppe Bella posandomi un dito sulle labbra “Per oggi avete giocato abbastanza, da prave personcine mature che siete e che sempre sarete. Vi prego, risparmiateci”
“Agli ordini” mormorai, prendendolo il polso e portandomelo alla bocca, baciandolo insistentemente, per poi lanciarla una delle occhiate che, sapevo benissimo, le facevano perdere il filo.
“Per favore, ragazzi, sto mangiando!” disse Jake schifato, posando il piatto
“Se non ti piace puoi anche andartene” disse senza staccare gli occhi da quelli di mia moglie “Sei a casa mia, potresti andare nella tua, qualche volta, tanto per far sapere che sei vivo”
“Non si cucina così bene a casa mia”
“Allora abituati, anzi, distogli lo sguardo”
“Ancora a fare i piccioncini state?” esclamò Emmett entrando e sedendosi affianco a Jacob “Basta! Non ne possiamo più!”
“Senti, mi pare di averti già detto che io ti ho sopportato a lungo”
“E io ti ho già detto che esistono gli alberghi” replicò mio fratello “Che pizza! Da quando stai con Bella non fai altro che guardarla con gli occhi da pesce lesso, manco fossi un maniaco! Guarda, fai così: andate in una casa sperduta in Canadà…”
“Con tanti pesciolini e tanti fiori di lillà!” canticchiò Jacob con un ghigno
Emmett ridacchiò. “…stateci una settimanella, buttatela giù e poi tornate! Sarete contenti voi, e saremo felici noi!”
Jacob scoppiò a ridere, mentre io e Bella ringhiavamo contro quel maniaco di Emmett
“Se vuoi, sono disposto anche a insegnarti qualche mossa...” propose Emmett malizioso
“Non – ci – pensare!” ringhiai
“Questa è un aspetto della vita provata dei miei che mai avrei voluto ascoltare, no, anzi, sapere” disse Nessie schifata, raggelata al suo posto “Oddio, avrò gli incubi per secoli…”
“Lascia perdere, Nessie, che i tuoi genitori sono capaci solo di amore platonico” sbuffò Emmett con un ghigno
“E Nessie com’è spuntata?” domandò Jacob gettando benzina sul fuoco
“Inseminazione artificiale?” suggerì Emmett, prima di scoppiare a ridere con quel cane.
Io e Bella facemmo per alzarci, ma per loro fortuna intervenne prima Esme, che ruppe in testa ai suoi figli un matterello. Bello grosso
“AHIA!” esclamarono i due, voltandosi a guardarla con le lacrime agli occhi – almeno Jacob
“Piantatela! State traumatizzando mia nipote, e mettendo in imbarazzo i miei figli!” li rimproverò severa
“Ah, Nessie è anche frutto di un incesto, eh?” sogghignò Jacob “Quante cose che si scopron… AHIA! NES, MI HAI FATTO MALE!” ululò Jacob, poiché mia figlia gli aveva rotto in testa un piatto. Orgoglio di papà! Allora non eri tutta coccole e zucchero con quel pulcioso! Bravissima!
“Dovresti solo ringraziarmi che mi sono limitata a un piatto!” ringhiò rossa
“Scusa, non lo faccio più” promise Jacob con quel sorriso speciale, attendendo subito il perdono di mia figlia, sigillato con un bacio
Non in tua presenza, almeno
“Jacob…” sospirai, alzando gli occhi al cielo
“Esci dalla mia testa, brutto spione!”
La piccola trovatella, ora comodamente in braccio a mia madre, ci guardava ridendo, battendo le mani estasiata. Evidentemente, il nostro teatrino le piaceva parecchio.
“Felici di averti fatto ridere, piccola” disse Emmett con un sorrisone “Sempre qui, dal lunedì alla domenica, feste incluse!”
Si alzò e le andò vicino a velocità vampiresca; la piccola non sembrò per nulla turbata dalla sua spontaneità, e accettò con allegria la carezza sul capo che le fece mio fratello.
“Cosa ci fai qui, Em?” domandò Bella “Pensavo fossi andato con Rose a Seattle”
“Siamo appena tornati” ci informò lui “Abbiamo comprato qualche vestito e una bella culla per la piccoletta, ma Rose aveva fretta e siamo tornati qui. Ha detto che voleva dare una mano ad Alice”
“Leggendo tra le righe, domani ci toccherà andare a fare spese con le due maniache” sospirò Bella
“Evviva lo shopping!” esclamò Nessie senza potersi trattenere, mentre, dopo che mia madre glie lo aveva mostrato, iniziava a dare da mangiare alla piccola.
La neonata si attaccò famelica al biberon, iniziando a succhiarlo voracemente. Doveva avere parecchia fame, povera stella.
“Esattamente” concordò Emmett “Jasper ha iniziato a montare i mobili, ma è stato fermato dalla sua piccola consorte. Ah proposito, Alice ha sistemato lo studio di Bella come camera della piccola; le tue cose ora si trovano in garage. Però ci ha messo solo una culla, perché pensa di prepararla con calma domani, per fare un lavoro fatto bene”
“In pratica non avete concluso nulla” sintetizzai
“Troppo lavoro affatica l’anima, sai?” replicò lui “E poi, siamo stati troppo occupati a parlare della piccoletta”
“A proposito del parlare, credo sia il caso di dirvi che…” iniziò Jacob
“Devi comunicare la notizia al tuo branco” completai per lui
“Potresti lasciarmi fare il mio lavoro, grazie?” mi chiese acido
“Ehi, Jacob” chiese Bella con un piccolo brivido “Non credi che…”
“Potrebbero reagire come con me?!” completò orripilata Nessie, fissandolo impaurita “Non faranno del male a lei, vero?”
“NO! MA CI MANCHEREBBE!” esclamò Jacob scandalizzato “Non gli permetterò di farle del male! Dovessi azzopparli uno per uno, o dare un ordine, non le faranno del male. Te lo giuro, Ness”
Sapevo quanto Jacob odiasse sfruttare il suo potere di lupo alfa, per questo non dubitai delle sue parole. Bella si rilassò contro il mio petto, permettendomi di abbracciarla nuovamente, e Nessie rivolse uno sguardo dolcissimo a Jacob.
“E poi, non credo che avrebbero molto in contrario, anche se fosse una mezza-vampiro” borbottò Jacob “A patto che la cresciate voi e non le permettiate di attaccare gli umani. Santo cielo, non pensavo che sarebbe arrivato il giorno in cui noi saremmo andati d’accordo con i freddi”
Scosse la testa con finto disgusto, prima di scolarsi in fretta una caraffa d’acqua.
Si alzò e poggiò il piatto nel lavello.
“Grazie per il pranzo, Esme” disse, avvicinandosi poi a Nessie. Le bacio piano le labbra e scompigliò i capelli alla piccola.
“Ci vediamo dopo” disse “E, Big Bear, spero per te che hai avuto l’intelligenza di registrare la partita”
“Ovvio!” replicò mio fratello
“Allora ci vediamo dopo…” concluse, andando a sbattere contro il mobiletto a fianco la porta, facendo precipitare il vaso. La mano candida di Alice lo afferrò prima che potesse toccare terra.
“Ho avuto una visione in cui me lo rompevi” disse rimettendolo al suo posto “Ringrazia che vedo il futuro, perché questo vaso consta molto più di tutto quello che possiedi, e non arriveresti neanche a metà”
“Ok, calmati poltergeist” si scusò lui alzando le mani “tu e le tue premonizioni!”
“A dopo” rispose lei avanzando verso di noi con un sorriso
“Allora, ragazzi, siete pronti?” disse
“Per cosa?” chiedemmo tutti
“Per quello che volevate fare, ovvio!” rise lei “Non volevate riunirci per dare un nome alla piccola?”
“Si, ma pensavamo di…” tentò di parlare Bella
“Dircelo con calma? Tranquilli, ho già sistemato tutto” rispose lei, mentre Jasper compariva la suo fianco “Aspettiamo Jacob e poi procediamo”
“Veramente, prima volevo che la bambina riposasse un po’” disse Bella andando a prenderla dalle braccia di Nessie, che aveva finito di darle da mangiare.
La osservò radiosa, canticchiando una ninna nanna a voce bassa. 
“Vuoi una mano?” chiese educatamente Jasper, lasciando che il suo potere si diffondesse per la stanza
“Grazie Jasper”
“Così avrà tempo di riposare mentre aspettiamo quel lupo” concordò Alice “Che ne dite di organizzarci per trovarle un posticino?”

 

Jacob tornò quasi tre ore più tardi.
La bambina dormiva placidamente tra le mie braccia, mentre io tenevo distrattamente d’occhio mia moglie, mia figlia e le mie sorelle che discutevano sulla stanza; attualmente, si parlava di carta da parati, rosa o verde acqua.
“Assolutamente no, Alice!” esclamò Bella “Non metterò le paperelle nella stanza di mia figlia!”
“E allora cosa vuoi? I coniglietti?”
“Nessun animaletto, grazie per le tue attenzioni!”
“Io sono cresciuta benissimo senza, zia” disse Nessie con un sorriso “Pensiamo a qualcosa che possa durare nel tempo”
“Rosa?” propose Rosalie “Una tonalità molto chiara, con le rifiniture bianche…”
“Ehi, Barbie-Scappata-Dal-Manicomino, guarda che solo perché il tuo mondo è rosa shocking non è così per tutti!” disse Jacob entrando in salone “Falla crescere bene, questa bambina”
“Allora per prima cosa devo farti fuori” ringhiò Rosalie
“Io ho Nessie che mi protegge” replicò lui dandole un bacio sulla guancia
“Ma tu non devi far arrabbiare la zia” disse Nessie
“Sai che è più forte di me”
Un mugolio assonnato si levò dalla bambina tra le mie braccia, facendomi abbassare lo sguardo. Si stropicciava gli occhi assonnata, sbadigliando.
“Ciao, piccola” la salutai in un sussurro “Dormito bene? Qui si decideva per il colore della tua stanza, non ti sei persa niente”
Mi mise a fuoco e mi sorrise. Ricambiai. Si girò e si guardò attorno, e quando individuò Nessie si agitò per andare da lei. Con un sorriso la posai accanto a Renesmee, che l’abbracciò forte, e mi sedetti vicino a Bella.
“Che ne dite di pareti celeste chiaro, con le rifiniture bianchi?” proposi “Abbastanza neutro, non credete? E se vorrà, da grande potrà ridipingerle come le piacerà”
“Credo che papà abbai ragione” disse Nessie distogliendo lo sguardo dalla piccola, che aveva iniziato a giocare con le riviste che Ness aveva abbandonato al suo fianco
“Come al solito” sospirò Bella con una mezza occhiataccia
“Quindi deciso, azzurro” concluse Alice “Ora, per le tende…”
Alzai gli occhi al cielo e tornai a osservare la bambina.
Era intenta sfogliare con attenzione una rivista. Il suoi occhietti viola così concentrati mi fecero pensare che non stesse solamente guardando le figure. Stava cercando di leggere.
La curiosità mi invase.
Lasciando gli altri alle loro discussioni, mi concentrai solo sulla figura della piccola, tentando di leggerle la mente.
Rimasi incantato da ciò che trovai.
La mente di quella bambina non era normale. Era sviluppata, vasta per la sua giovane età.
Assomigliava a quella di un vampiro. La sua attenzione era, per la maggior parte, concentrata sul giornale che aveva davanti, di cui iniziava a capire molte cose, soprattutto dalle figure – a quanto sembrava, aveva un ottimo intuito. Un’altra parte della sua mente invece non perdeva una sillaba delle conversazioni intorno a lei.
Seguiva il discorso che stavano facendo Bella, Nessie, Alice e Rosalie sulla sua stanza, la discussione tra Esme e Jacob sul responso del branco – positivo senza il minimo dubbio – e le chiacchiere sulla sua alimentazione tra Jasper, Emmett e Carlisle; ma un’altra parte della sua mente era concentrata fuori, verso la foresta, sul “cuore” della foresta. Era intelligente. Capiva tutto, alla perfezione, e imparava da ciò che la circondava.
I suoi sensi erano sviluppatissimi. Gli odori li percepiva forti, intensi e con sfumature differenti, a seconda della lontananza o della quantità presente nell’aria; con i suoi occhi riusciva a cogliere tutto, fin nei minimi particolari, come i vampiri; e con il suo udito riusciva a sentire anche il lupo che stava ululando a circa trenta chilometri di distanza, che persino io faticavo a sentire.
Ma la cosa più sorprendente, di quella piccola mente, era la musica. Nella sua testa risuonava una melodia antica, soave e bellissima, di cui mai nessuna sarebbe stato in grado di capirne tutte le sfumature melodiche e gli accordi dolci.
Era sublime.
Mi persi nel sentirla, incantato.
Finché, ad un certo punto, la bambina sollevò lo sguardo e puntò i suoi occhi nei miei, piena di curiosità, ma… all’erta.
Accompagnò il suo gesto con una chiara immagine di me, sorridente, e un’ondata di curiosità
Sobbalzai, facendo voltare tutti.
Non era possibile. Non poteva essere vero.
“Edward! Che hai?” mi chiese preoccupata Bella correndo al mio fianco.
Io deglutii un paio di volte, ancora scioccato, poi fissai la bambina.
Tutti seguirono il mio sguardo.
La piccina mi guardò con aria colpevole, facendo un sorriso timido. E fece una cosa sorprendente.
Fu lei stessa ad attirare la mia mente verso la sua, gentilmente, come per dirmi di non avere paura. Sapevo che se avessi voluto, avrei potuto sottrarmi a quel contatto. Mi lasciai avvolgere di nuovo dalla sua mente strabiliante, mentre nelle mie orecchie risuonava di nuovo quella musica ultraterrena.
Di nuovo, mi mostrò la mia immagine, con curiosità. E io capii.
“Edward! Insomma, che ti prende?” mi chiese Bella sempre più preoccupata
Io fissai strabiliato la piccola.
“Hai… hai capito… che…” boccheggia alla bambina “Hai capito che ero io a leggerti nel pensiero?!”
“Cosa?!” esclamarono tutti stupefatti, fissandola a bocca aperta
La piccola mi fissò un secondo, rivolgendomi un sorrise luminoso, e poi annuì..
“Riesci già a capirci?” chiesi ancora, anticipando Carlisle
Lei annuì di nuovo, anche se con la mente mi comunicò che non capiva tutto.
“E sa riconoscerci?” chiese Alice elettrizzata
Io fissai la piccola, poi le chiesi. “Sai chi sono io?”
Lei si concentrò e andò a ripescare tutti i ricordi che aveva di me; io che la tenevo in braccio, che le sorridevo, che l’avvolgevo nell’asciugamano… e poi accompagnò le immagini con quelle di Bella che mi chiamava “Edward”, e poi con quelle di Nessie che mi chiamava “papà”. E la curiosità mi colpì di nuovo.
Io feci un gran sorriso, e tentai di spiegarle in parole semplici.
“Si, piccola, sono io. Ma il mio nome vero è Edward, papà mi ci chiama solamente Nessie, mia figlia. Ma anche tu puoi chiamarmi così” tentai di spiegarle
Al suono del suo nome, lei ripescò tutte le immagini possibili e immaginabili che aveva di Renesmee, mostrandomele talmente velocemente che per un attimo mi vorticarono attorno come un tornado impazzito. Quella piccoletta stravedeva per mia figlia.
“E gli altri? Li riconosci?” chiesi. Mi stavo eccitando come un bambino il giorno di Natale, e non era da me; ma quella piccina era strabiliante
Presi la mano di Bella e glie la strinsi con forza, entusiasta. Lei sorrise, emozionata.
La piccola ci guardò e poi mi mostrò le sue immagini, accompagnate dalla bella voce di lei che le cantava la ninnananna, e dalla mia voce che la chiamava “Bella”. La sensazione di calore e affetto che provava nei miei e nei suoi confronti era pari a quella per Nessie
“Esatto! E… e loro? Li riconosci?” chiesi indicando Esme e Carlisle
La bambina si voltò a fissarli: mi mandò tutte le immagini che aveva, da quando Carlisle che la vistava ad Esme che le accarezzava i capelli, corredandole con i loro nomi.
Poi, prima che glie li potessi chiedere, mi mostrò le immagini di Rosalie che la cullava, sorridendole dolcemente, ed Emmett che la faceva ridere, corredando la sua immagine, oltre che con il suo nome, con la sensazione di estremo divertimento; poi mi mostrò Alice, e la vidi già l’affetto che provava per lei; poi vidi Jasper, e la curiosità che scaturiva in lui quel suo sorriso dolce, come se nascondesse un segreto, o almeno questo pensava…. E poi vidi Jacob, il suo sorriso smagliante quando l’aveva trovata nella cesta, le parole che aveva detto nella foresta, e sentii che per lui provava affetto e…
Scoppiai a ridere, facendola fermare.
“Cosa c’è? Non ci riconosce?” domandò Rosalie
“Oh, no, al contrario! Ci riconosce perfettamente!” dissi  “Ma mi ha fatto ridere quello che pensa di te, Jacob!”
“Che c’è, piccola, non ti sto simpatico?” chiese dispiaciuto Jacob
“Oh, no, le piaci” gli assicurai “Ma…”
“Ma?” mi incalzò Nessie
“È gelosa del tempo che passi con Nessie” dissi guardando la piccola “La vuole solo per sé”
Scoppiammo tutti a ridere, e Nessie prese in braccio la piccola.
“Sorellina, non preoccuparti!” le disse “io ci sarò sempre per te!”. E le scoccò un bacio sulla guancia.
“Mi dispiace, piccoletta, ma temo dovremo dividercela” disse Jacob “Si è rassegnata la psicopatica, ti rassegnerai anche tu… AHIO!” esclamò, perché Rosalie gli aveva tirato un calcio
“Straordinario” commentò Carlisle estasiato “E ha capito che eri tu a sondarle la mente?”
“A quanto pare si”  risposi
“Prova a chiederglielo”
“Ok….” Dissi, dubbioso “Piccola, come hai fatto a capire che ero io a leggerti la mente?”
Lei mi rivolse uno sguardo confuso, tentando di dare un senso alle mie parole. La sua mente tentò di elaborarle, ma era un concetto troppo difficile.
“Basta, ora” disse decisa Bella prendendo la bambina tra le sue braccia “Non voglio che si sforzi così tanto. Sono felice che sia già intelligente quasi quanto lo era Nessie alla sua età, ma non voglio che si sforzi così”
“Hai ragione, scusaci, Bella” dicemmo in coro io e mio padre, mortificati
“Ehi, però mi è venuto un dubbio…” dissi all’improvviso “Posso…”
“Edward, se la fai sforzare troppo ti picchio, intesi?” mi ammonì Bella
“E io le darò una mano” disse Nessie
“Tranquille, credo che a questo ci arrivi senza sforzi” le rassicurai “piccola…”
La bambina mi guardò dispiaciuta, pensando che ce l’avessi con lei perché non aveva risposto alla domanda di Carlisle
“No, stella, non devi essere dispiaciuta. Era una cosa troppo difficile” la rassicurai accarezzandole i capelli “piuttosto, se hai capito che cosa posso fare io… sai dire se qui ci sono altri con dei “poteri” simili ai miei? Che possono fare qualcosa di strano?”
“Più strano dell’essere morti e di camminare ancora dimmi che c’è…” borbottò Jacob
Questa volta capì a grandi linee che cosa le avevo chiesto, e annuì.
Indicò con sicurezza Alice, che fece una faccia sorpresa.
“L’ha capito?” domandò
“Aspetta… e cosa fa la zia Alice?” domandai concentrato
Lei chiuse gli occhi per concentrarsi, e poi mi mandò un’immagine. Jacob che usciva dalla cucina e sbatteva contro il tavolino, urtando il vaso… fermato dalla mano di Alice.
Ho avuto una visione in cui me lo rompevi” disse “Ringrazia che vedo il futuro, perché questo vaso consta molto più di tutto quello che possiedi, e non arriveresti neanche a metà
“Fantastico! Ha capito che sei una veggente perché ha registrato ciò che hai detto oggi in cucina!” esclamai “E poi? Sai che altro, piccola?”
Indicò Jasper senza esitare un secondo
“E che poteri ha lui?”
Mi mostrò il mento e il candido collo di Bella, e capii che era stesa tra le sue braccia. Poi un torpore, e Bella ringraziare Jasper.
“Ti ha sentito mentre ringraziavi Jasper per aver usato il suo potere per farla dormire!” esclamai ammirato “Ha fatto il collegamento e l’ha capito da sola! Wow!”
Ci lasciammo prendere da un mormorio eccitato, ma Nessie ci riportò in fretta all’ordine.
“Si, tutto molto bello e interessante, ma perché non ci concentriamo sul problema principale?” ci disse
“Il darle un nome, ma certo!” si ricordò Alice con un sorriso
“Ma non potrebbe averlo già?” osservò Emmett
Io e Bella chinammo il capo all’indirizzo della piccola, che ricambiò lo sguardo, confusa.
“Tesoro, ti ricordi come ti chiami?” le domandò Bella accarezzandole la fronte
La piccola si concentrò affondo, facendo appello a tutte le sue forze, ma non ottenne nulla; i ricordi iniziarono a vorticare velocemente nella sua mente, così in fretta che riuscimmo più a percepirli chiaramente ne io ne lei.
Freddo. Buio. Paura. Terrore.
Era sola…

Con un gemito di dolore e paura, la piccola fermò il ciclone di sensazioni e si rifugiò tremante sul petto di Bella. Io mi ritrassi con una smorfia, mentre mia moglie, con Nessie al suo fianco, cullava la bambina.
“Non… ricorda niente” dissi dolorante “Solo buio, e paura… ha paura di essere lasciata sola. Per il resto, non si ricorda niente”
Una piccola lacrima argentina le scivolava lungo la guancia pallida.Le carezzai i capelli, mentre il potere calmante di Jasper si diffondeva nella stanza. La piccina lo osservò di sfuggita, e lui si limitò a sorriderle rassicurante.
Nessie ritrovò il cipiglio deciso e ci fissò con uno sguardo determinato.
“Forza!” esclamò “Un nome per la mia sorellina!”
“Hannah?” provò Emmett “Oppure Alissia, Brandy o Catherine”
“Uhm… Christal o Emily?” suggerì Esme
“Kately?” disse Jasper
“Maryann” disse Carlise
“Angelique?” provò Rosalie speranzosa
“Bionda, ti ricordo, per quanto la tua conoscenza della geografia sia scarsa, che sia in America!” esclamò Jacob “Prova a darle un nome un po’ più, come dire, nazionale, invece di fare la snobista francese”
“La chiamiamo Stars and Strikes, d’accordo?” ringhiò di rimando mia sorella
“Originale” commentò Emmett
“Piantatela, tutte e due” li riportò all’ordine Esme “Tu hai qualche proposta, Jacob?”
“Uhm… Deborah con l’h?” propose Jacob
La piccola arricciò il naso, contraria all’idea.
“Temo non sia molto d’accordo, Jake” ridacchiò Jasper
“Meglio di Angelique, ma dai!” replicò lui
“Ehi, ragazzi, forse ho trovato la soluzione” disse Bella con un sorriso
Tutti smettemmo all’istante di parlare e ci voltammo a guardarla. Aveva un sorriso dolce sul volto e fissava la bambina che giocava con i suoi capelli.
“Che ve ne pare di Elizabeh Lillian Cullen?” propose con un sorriso, fissandoci
“Elizabeh…”
Il nome di mia madre. Come Esme per Renesmee…
Sorrisi al mio angelo e le sfiorai la fronte con le labbra.
“Mi sembra… perfetto” sussurrai “Voi che ne pensate?”
Lillian… le ha dato il mio nome…
I pensieri di Rosalie erano un misto tra commozione e incredulità; ero certo che se avesse potuto, sarebbe scoppiata a piangere.
Emmett le cinse la vita, dandole un bacio leggero sul collo.
“Concordo con quella mezza cippa di mio fratello, è un nome stupendo!” esclamò allegro
“Ovviamente siamo tutti d’accordo” disse Jasper “E credo che Alice ce lo possa confermare, no?”
“Ovviamente!” gongolò abbracciandolo “Che razza di veggente sarei, altrimenti?”
“E tu che ne pensi?” chiese Nessie fissando la bambina
Ci voltammo verso di lei. Ovviamente, visto che già ci capiva, era giusto sapere se concordava.
Mi fissò, come in cerca di aiuto. Io rientrai nella sua mente, e tentai di trasmetterle un’immagine di lei corredata con il nome che avevamo scelto.
Capì benissimo.
E ci rivolse un gran sorriso.

Bene, spero sia piaciuto. Il prossimo, dal punto di vista di Jacov, vedrà in scena il + adorabile branco di pasticcioni di La Push. Il Titolo?

Lupus in fabula: Operation Babysitter - when the stupid wolf don’t understand that should say NO!!!!!!!

Cosa porterò Jake sull'orlo dell'esaurimento? scopritelo!
Kiss dalla piccola Usagi

 

  
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