Eccomi
tornata! Scusate il ritardo, ma sapete, le feste, i regali… ho perso un po’ la
bussola!
Questo
capitolo sarà narrato dal neopapà! È un po’ funghetto, ma spero che piaccia! Si
scopriranno altre cose sulla bambina e, impedibile, ci sarà un siparietto tra i
miei eroi, Edward-Jacob-Emmett! Buona lettura!
Minako chan: Ok, ora faccio la seria… un
bel respiro... ^^ GRAZIE MILLE, PICCOLA! Adoro scrivere i battibecchi di
Emmett e Jacob, li trovo esilaranti. Per
esempio, qui ci saranno i nostri due comici che si alleeranno contro il nostro
bel vampiro roscio… da morire!
cougar:
Jessica,
ti ringrazio tantissimo! Non sapevo che queste mie storie ti piacessero tanto,
ho un motivo in più per continuarle! Sono felicissima di averti come fan!
^/////^ Ti faccio un miliardo di auguri per il tuo piccolo JD e per la futura
piccola peste, augurissimi! Magari ti chiederò qualche cosa su come si crescono
i bambini, così, tanto per far sembrare la storia più reale… in bocca al lupo
per tutto!
Razorbladekisses: Grazie, grazie! Sono
contenta che ti piaccia questo tentativo di storia. La tua mi ha preso un
casino, la leggo e la rileggo, davvero, non ho pace!
sannychan: Grazie per tutti i
complimenti, li adoro! La tua storia me la sono gustata molto, è
interessantissima! Credo che presto riceverai mie notizie…
lyrapotter:
Grazie!
La piccola è una promessa? Ihihih… benebenebene…. Me compiaciuta! Assolutamente
sì, se riesci a sorprendere i Cullen, allora in automatico sei una di loro!
U__U nessie vice mamma lo sarà, anche perchè credo che lei l’impritting l’abbia
subito con la piccola!! O, anche tu hai una parte di te che detesta con ttua
l’anima Jaki? Benvenuta, sorellina! Creod ke qlc scazzottata tra lui e la
bionda ci sarà…
AlexiaLil:
Grazie!
Eccoti il nuov cap! Kissoni
Finleyna
4 Ever: Ehi, prezzemolina, mi hai proprio presa in simpatia, eh?
Eccellente! Sono felice che segui tutte le mie follie… goditi il cap!
Edward’s pov.
“Fatto!” sospirò Carlisle con un gran sorriso in volto “La
nostra piccolina sta benissimo! Puoi anche rivestirla, Edward”
“Grazie nonno!” esclamò felice Nessie abbracciandolo “Avevo
paura che avesse qualche cosa”
“No, a quanto pare la bambina ha una salute di ferro” disse
Carlisle sfiorando i capelli di colei che, da circa una quarantina di minuti,
era diventata la mia secondogenita.
“Sentito, sorellina?” disse Nessie appoggiando i gomiti sul
tavolo e reggendosi la testa “Stai benissimo! Nonno Carlisle non sbaglia mai, è
il miglior medico che ci sia!”
“Nessie, vacci piano, o andrà a finire che tuo nonno si
monterà la testa” sghignazzai, infilando i vestiti alla piccola
“E dimmi, dimmi, c’è qualcosa che dobbiamo darle?” chiese
Nessie, che non riusciva a calmarsi “Antibiotici? Dobbiamo farle il vaccino? O
mio Dio, non dirmi che è sottopeso e questi sono i suoi ultimi istanti di vita!”
Scoppiai a ridere, posando una mano sul capo di mia figlia.
“Nessie, calmati!” ridacchiai “Non farti prendere
dall’ansia, stai tranquilla e non inventarti le cose. Hai appena sentito anche
tu che la piccola sta bene, no? E io ancora mi fido del parere di mio padre,
che come ci hai ricordato è il miglior dottore del mondo…”
Scossi la testa esasperato. Era un po’ troppo su di giri la
mia piccola Renesmee, questo non le faceva di certo bene. Però, anche io ero
terribilmente preoccupato per la salute di quella strana piccina.
Le carezzai con un dito la guancia calda e lei alzò gli
occhi viola dal peluche di un lupo – regalo di Jacob per Nessie – rivolgendomi
un sorriso luminoso.
Quant’era bella.
Non potevo credere che un simile miracolo potesse esistere
davvero.
Beh, ma se nella mia esistenza avevo avuto la fortuna di
trovare i miei due angeli luminosi, e di essere riuscito a tenerli legati a me
per l’eternità, allora non avrei dovuto stupirmi più di tanto nel trovarne un
terzo.
La presi in braccio e la tenni stretta al petto,
carezzandogli la guancia con il naso.
Nessie mi guardò raggiante, e mi rivolse il suo sorriso
splendente.
“Guarda, nonno! Papà si è innamorato di nuovo!” rise allegra
“Chi glie lo dice alla mamma?”
“Facciamolo fare allo zio Emmett” propose Carlisle “Sono
anni che aspetta che i tuoi genitori si picchino, ma non è ancora accaduto”
“E non accadrà mai, rospetta” le dissi, scompigliandole i boccoli
ramati “Non dire calunnie solo perché sei gelosa, ok?”
“Io non sono gelosa!” protestò Nessie arrabbiata “Sono solo
felicissima perché hai accettato di tenere la mia nuova sorellina! Sono grande,
e di certo non mi farò venire i complessi per questo!”
“Oh, si, sicuro!” scherzai, dandole un bacio sulla fronte
“La mia bambina… quanti anni hai adesso, otto?”
“Ne dimostro diciassette, uffa!” sbuffò contrariata,
incrociando le braccia “Smettila papà!”
“Va bene, d’accordo. Farò il padre responsabile” le promisi
con una risata
Lei aprì un occhio per accertarmi che fossi sincero, poi mi
sorrise. Ero perdonato.
“Toc toc! È finita la visita?”
La testa del mio angelo sbucò fuori da dietro la porta,
raggiante.
Si vedeva lontano un miglio quanto fosse felice in quel momento,
e la sua felicità, come al solito, era contagiosa. Nessuno in quella casa
riusciva a resistere ai suoi sorrisi armoniosi, neanche Rosalie, con cui ora
Bella andava d’accordo tanto quanto con Alice.
“Ciao mamma” esclamò Nessie correndole incontro e
prendendole una mano “Vieni, vieni, il nonno ha appena finito di visitarla!”
“Come sta Carlisle?” chiese mia moglie affiancandomi,
circondando con una mano le spalle di nostra figlia
“Perfettamente in salute per esser stata ritrovata nel
bosco” ci informò lui “Sembra che invece di essere stata esposta alle
intemperie sia appena uscita da un prestigioso asilo nido”
Bella e Nessie – nonostante quest’ultima lo avesse già
sentito – tirarono un sospiro di sollievo.
“Per fortuna, piccola” disse Bella accarezzandole i capelli
“Carlisle, per quanto riguarda quel suo potere, invece?” chiesi
io
Carlisle assunse una faccia pensierosa, osservando la
bambina impegnata a fissare Nessie estasiata, cosa ricambiata da mia figlia.
“Non saprei che dirvi” disse infine “Quel che so di certo,
avendola visitata, è che non è una mezza-vampira come Ness. Però non è neanche
un’umana, o se lo è, lo è in piccola parte”
“Piccola parte?” disse Bella
“Anzi, è da escludere che sia in parte” si corresse Carlisle
“Non è umana, ragazzi”
“E allora che cos’è?” chiesi, lanciando una rapida occhiata
alla bambina
“Non saprei dirvi, mi dispiace” disse stancamente Carlisle,
passandosi una mano tra i capelli “Mi sembra di aver letto un qualcosa, una
volta…. Ma è stato troppo tempo fa, forse nel primo periodo in cui iniziavo a
nutrirmi di animali. Non ricordo nulla di esseri simili in bellezza a noi
vampiri con occhi viola e capacità di levitazione”
“A me non importa che cos’è, perché neanche io sono una
creatura appartenente a una propria categoria” disse Nessie con tono leggero,
sempre fissando la piccola “Ma io non l’abbandonerò. È mia sorella e mi sento
in dovere di proteggerla e tutelarla. E se voi avete intenzione di fare degli
esperimenti su di lei, la rapisco e mi rifugio a
Lo disse con una tale convinzione che non dubitammo un
attimo delle sue parole. Scoppiammo a ridere.
“Ma ti pare che potremmo mai fare qualcosa a questa creatura?”
rise Bella baciandole i capelli “Nessie, tu stai parlando con colei che ha
difeso la tua esistenza senza mai averti conosciuta, te lo ricordi?”
“Non dubitavo di te, mamma, ma di questi due scienziati
pazzi che sembrano aver sviluppato un interesse poco amorevole per la mia
sorellina” disse Nessie guardando male me e mio padre.
Le sorrise rassicurante.
“Non preoccuparti, piccola mia, non le farò mai alcun male. Né
a te, né a lei, né a nessun altro delle nostra famiglia”
“Compreso Jacob?” chiese subito, approfittandone
“Con le dovute eccezioni ma… si, in teoria neanche a lui”
dissi con un sorriso
“Evviva!”
“Però capirai anche tu che il mio interesse per la sua
natura viene dettato anche dal mio istinto paterno” le feci notare “Dovremmo
pur capire come allevare questa bambina, no? Di cosa si nutre, che poteri ha,
se avrà una crescita lampo come la tua…”
“No, dalle prima analisi che ho fatto sembra che sia nel campo
dell’alimentazione che in quello della crescita si comporterà come un essere
umano” ci disse subito Carlisle “Per questo ho pensato potesse essere un
mezzosangue, ma è troppo diversa. Anche il suo odore, per esempio, ricorda
troppo quello di un essere superiore. Vorrei solo ricordare se ho davvero
notizie su queste creature…”
“Non c’è un posto dove potresti trovare le risposte che
cerchi, Carlisle?” domandò Bella
“Si, a Volterra. Ma
non rischierò l’incolumità della mia famiglia perché forse c’è la remota
possibilità che quello che cerco sia nella sua biblioteca. Preferisco vedere
cosa ci porta il tempo, piuttosto che rischiare. I Volturi non si devono più
permettere di importunare la mia famiglia.” pensò mio padre.
Mi irrigidii impercettibilmente, contraendo la mascella.
No. Tutto ma Volterra no. Non si erano più permessi di
infastidirci dopo la lezione che avevano avuto, né a noi né a nessuno di coloro
che ci avevano aiutato. Avevamo stabilito un legame troppo forte, e tutti
sarebbe andato in soccorso di chi ne avesse avuto bisogno, se questo fosse stato
attaccato dalla loro guardia. Aro lo aveva capito bene, e aveva preferito non
correre il rischi. Non ora che si erano resi conto di essere deboli.
“No, Bella, mi dispiace” disse Carlisle “Ma farò delle ricerche,
e chiamerò qualche amico… magari riuscirò a capirci qualcosa”
“Grazie, Carlisle” dicemmo in coro io e Bella
“Beh, allora, ragazzi, che ne dite se intanto portare la
piccola a mangiare qualcosa?” propose Carlisle accompagnandoci alla porta
“La nonna è corsa giù in paese a comprare tutto il
necessario per affrontare la nuova maternità” ci informò allegra Nessie
“Potremmo farle un bel bagnetto caldo nel mentre, eh? Che ne dite?”
“Proposta eccellente, Nessie” approvò Bella “Ti stai comportando da perfetta
sorella maggiore”
Renesmee le rivolse un sorriso luminoso e volò al piano di
sopra, andando a preparare il tutto.
“Allora la raggiungo” disse Carlisle con un sorriso “A più
tardi. Ciao, piccolina”
Sfiorò con delicatezza la guancia della bambina, che gli
sorrise allegra, e poi si voltò
“Carlisle” lo chiamai “Grazie”. Il mio sguardo alludeva
anche a ciò che aveva pensato prima, e che aveva deciso di non fare. Lo
comprese e si limitò a sorridere.
Bella aspettò di sentirlo uscire prima di sorridermi
dolente.
“Pensa che le risposte siano a Volterra, vero?” sussurrò
triste
Mi irrigidii, sorpreso; a volte dimenticavo quanto mia moglie
potesse essere perspicace.
Mi guardò in attesa di una mia risposta, così, lentamente
annuii.
Lei chiuse gli occhi. “Ma ha deciso di non andare” proseguì
appoggiandosi al muro “Carlisle è davvero un santo”
“Nessuno vi metterà mai in un pericolo simile, né a te né a
Nessie e alla piccola” le assicurai cingendole le spalle con un braccio “Quindi
sta tranquilla”
“Lo so. Ma ho sempre il terrore che…” non continuò la frase,
lanciando un’occhiata dolente al soffitto
“Lo so” dissi stringendola a me “Anche io. Non sopporterei
di perdere una di voi”
La bambina, in braccio a me, emise un versetto addolorato e,
in qualche modo, preoccupato.
La sollevai per guardarla negli occhi, e lei ricambiò
fissandoci con un velo di tormento delle iridi violette. Posò una manina calda
sulla guancia di entrambi, come se volesse consolarci.
“Ehi, piccola, non preoccuparti” disse Bella prendendola in
braccio “Stiamo bene. Non c’è niente che non va”
La bambina la fissò un secondo, come a volersi accertare
delle sue parole, poi si voltò a guardare me. Le sorrisi, sfiorandole il naso
con un dito.
“Va tutto bene” le assicurai
Sembrò calmarsi, e posò la guancia contro il petto di Bella,
che la cullò dolcemente.
“Sai, sembra molto più intelligente della sua età” notò
Bella con un sorriso, iniziando a salire le scale
“Già. Come Renesmee” le feci eco “Sembra intuire subito
l’umore o i vari cambiamenti di delle persone. È straordinaria”
“Ti sei innamorato di lei proprio come hai fatto con Nessie”
sogghignò Bella socchiudendo le palpebre “Prima eri tutto “No, io non posso fare il padre, sono un mostro…” e ora guardati: in
trepidante attesa di far il bagnetto alla tua seconda figlia”
“Beh, se è per questo dicevo anche che stavo bene da solo e
non mi sarei mai sposato, eppure tu sei mia moglie, no?” feci notare
“Si, ma è solo merito mio che mi sono intestardita su di te”
replicò lei “Non lo sai che quando mi metto in testa una cosa non la dimentico?
È solo per dimostrare che posso far tutto che ti ho sposato”
“Oh, si, si, certo…”
“Mamma, papà, ci siete?” ci chiamò Nessie “Dai, che l’acqua
si raffredda!”
“Eccoci, piccola, siamo qui!” dicemmo in coro varcando la
porta del bagno al terzo piano
Nessie sorrise orgogliosa mostrandoci come aveva riempito la
vasca con acqua e sapone, in attesa di un nostro commento. Era davvero in
fibrillazione all’idea di avere una sorellina con cui passare il tempo; benché
avesse l’aspetto di una diciassettenne e il cervello di una trentenne, Nessie
era ancora una bambina. A volte, con i suoi comportamenti maturi e la sua
vivacità non ce ne accorgevamo, ma anche lei aveva bisogno di confrontarsi con persone
della sua età. Forse una sorellina sarebbe stata l’ideale per lei.
“Ho misurato la temperatura con il termometro, proprio come
mi ha detto zia Rose” disse allegra “Perfetta!”
“Bravissima Nessie!” disse Bella andando verso il lavandino
e poggiando sul comodino la bambina, per spogliarla “Mi dai una mano, per
piacere?”
“Sicuro!” esclamò entusiasta Nessie correndo verso di lei.
A me non rimase altro da fare che appoggiarmi allo stipite
della porta e aspettare pazientemente che finissero; non mi avrebbero lasciato
fare nulla.
“A proposito di zia Rose, dove sono lei e tutti gli altri?”
domandai mentre Nessie riponeva con cura le cose sul comodino
“Beh, nonna è in paese a fare provviste, così zia Alice e
zio Jasper sono andarti a casa nostra per organizzare una cameretta per la
bambina”
Io e Bella sbuffammo, roteando gli occhi al cielo.
Magnifico! Avremmo dovuto passare la notte lì, se ci andava bene. Altrimenti,
saremmo rimasti per due settimane minimo in camera mia. Splendido!
“E zia Rose e zio Emmett sono andati di corsa a Seattle a
comprare qualche vestitino e una culla per la piccola” concluse Nessie “Ha
detto zia Alice che però domani ci andrà anche lei. Non lascerà che la mamma la
contagi con il suo cattivo gusto e il suo odio per lo shopping”
Bella roteò gli occhi al cielo, mentre immergeva lentamente
e con attenzione la bimba nell’acqua. La piccina sembrò entusiasta di trovarsi
immersa nella schiuma, avvolta dall’acqua calda; iniziò ad agitare le braccia e
a battere le manine sulla superficie schiumosa, ridendo.
Sorrisi. Era così
carina…
“Nessie, per cortesia, mi passeresti il sapone, per favore?”
chiese Bella
“Subito mamma!”
Corse con un gran sorriso verso il ripiano e afferrò il
flacone del bagnoschiuma, ritornando alla vasca con un enorme sorriso dipinto
sul volto.
Era incredibile quanto quel suo entusiasmo innocente la
rendesse più vicina alla sua vera età che a quella che dimostrava; nonostante
le sembianza di un’avvenente diciassettenne in quel momento la mia Renesmee mi
apparve come la vivace bambina di otto anni che era in realtà, piena di energie
ed entusiasmo. Com’era cresciuta in fretta la mia bambina.
“Nessie, vuoi farlo tu?” domandò Bella con un sorriso
“Meglio di no” disse lei “Ho paura di farle male”
“Nessie, ci riusciresti benissimo” la spronai “Guarda, ci sono riuscito anche
io con te…”
Represse un brivido e mi lanciò un’occhiataccia.
“Ecco, questa è una cosa che i padri non dovrebbero mai, e
ripeto, mai dire ai loro figli, né ad
altri” disse scoprendo i denti “Ora resterò traumatizzata a vita”
Risi a gran voce.
“Era da vedere, tuo padre che ti faceva il bagnetto”
ridacchiò Bella “Io sono morta dalle risate, così come Emmett”
“Ma affittavate i biglietti?!” gridò scandalizzata Renesmee
“No, però tutti ti hanno visto fare il bagno almeno una
volta” sogghignai
“Magnifico! Amo la mia vita!”
“Anche tu, vero?”
“Sta tranquilla, sorellina, non permetterò che le mie
disgrazie si ripetano con te” disse Nessie inginocchiandosi accanto alla vasca.
Fissò con un sorriso la bambina, intenta a giocare con la
schiuma, poi all’improvviso si fece seria
“Bisognerà trovarle un nome” decretò guardandoci
“Hai assolutamente ragione, piccola” convenni
“Propongo però di esporre le nostre scelte anche agli altri”
disse saggiamente Bella “Devono essere partecipi anche loro della cosa. E guai
a chi si azzarda a darle un soprannome, chiaro?” disse rivolgendoci un’occhiata
di fuoco
“Promesso. Terrò a bada Jake” promise Nessie
“Sarà meglio” disse Bella “Edward, mi passi l’asciugamano,
per favore?”
“Subito”
Afferrai l’asciugamano dietro di me e mi diressi verso di
lei. La bambina però sembrava restia ad abbandonare la vasca, infatti lanciò a
Bella un’occhiata implorante. Mia moglie tentennò, e io capii il perché: a
quello sguardo, a cui solo Nessie sarebbe stata in grado di competere, non
potevi resistere.
“Ehi, piccola, non ti preoccupare. Te lo rifaremo presto il
bagno” dissi, sorridendole. Chissà, magari mi avrebbe ascoltato…
La bambina si rivolse a me con tutto il potere disarmante
dei suoi occhi, lasciandomi un po’ stordito. Ecco, ora si che si metteva male:
le uniche capaci di farmi perdere il filo, lì al mio fianco, erano anche le
uniche capaci di tirarmi alla pazzia e di rendermi loro schiavo. Se ne trovavo
un’altra, sarei morto.
“Ti prometto che lo rifaremo, ma ora dobbiamo andare a
mangiare” continuai ritrovando il filo “Scommetto che hai fame, vero?”
La piccina mi fissò un istante, poi si arrese. Aveva capito
benissimo cosa le avevo detto.
Bella sorrise ammirata e la sollevò, mentre io mi affrettavo
a coprirla con l’asciugamano perché non prendesse freddo.
“Nessie, sai se quel folletto di tua zia ha lasciato un
qualcosa di pulito per la piccola?” chiesi a mia figlia
“Credo sia in camera tua” disse lei “Vai a prenderli, papà?”
Sospirando, lasciai le tre donne e mi diressi in camera mia.
Aprii lentamente la porta e guardai dentro. Poggiati all’angolo
dell’enorme letto matrimoniale che dominava la stanza, c’erano una tutina
pesante, di un lilla chiaro a ricami bianchi, e due pedalini bianchi. Sopra il
tutto c’era un biglietto.
Che bello, che bello,
che bello, sono di nuovo zia!
Non vedo l’ora! Stai
tranquillo, te la caverai anche tu, ovviamente con il mio aiuto!
Scossi il capo con un sorriso e riposi nella mia tasca il biglietto.
Alice era sempre Alice.
Presi i vestiti e mi affrettai a ritornare in bagno.
“… ho smesso di stupirmi con tua zia”
“Si, ma dove è andata a pescare i pannolini se non aveva
previsto che avremmo avuto una nuova arrivata?”
“Vuoi un consigli che ho imparato in oltre un secolo di
esperienza?” dissi entrando “Lascia perdere. Con Alice meno si sa, più si è
sani mentalmente”
“Concordo” sorrise Bella “affidati a lei, se vuoi, ma non
chiedere dove prende le cose o come riesce ad averle”
“Va bene, lo ricorderò” sorrise Nessie “Oh, papà, ma che
carini!”
“Erano tuoi, non te li ricordi?” dissi porgendole i
vestitini
“Ne ho indossati talmente tanti che faccio fatica a
ricordarmi persino cosa ho messo ieri” disse giustamente Nessie, porgendo gli
abiti alla madre
Bella sorrise, finendo di vestire la piccina.
“Ecco, ora sei pronta… in perfetto stile Cullen!” aggiunse,
voltando la bambina verso lo specchio
La piccola si guardò un istante meravigliata, poggiando piano
il palmo sul suo riflesso. Si voltò verso di noi come a chiederci “Io?”
Annuii sorridendo. “Si, sei tu”
Lei si guardò dubbiosa, poi rivolse l’attenzione allo
specchio e toccò il riflesso di Nessie sorridendo.
“Ah, le piaccio!” esclamò Nessie prendendola in braccio e
avvicinandola al suo viso
“Attenta Nessie, ricordati che sei più forte” la ammonì dolcemente
Bella
“Lo so, lo so!” rise lei “Andiamo, piccola, vediamo se sono
tornati i nonni!”
E canticchiando uscì dal bagno, con noi che la seguivamo a
ruota. “Adesso vediamo se sono tornati i nonni, così ti facciamo mangiare, sei
d’accordo?” canticchiava Nessie “Sono certa che sei affamata, vero?”
“È su di giri, vero?” ridacchiò Bella
“Già” dissi, passandole un braccio intorno alla vita “E tu?”
“Anche”
“Nessie, piccola!
Eccovi, stavo giusto per mandarvi a chiamare”
Entrammo in cucina, dove Esme stava finendo di sistemare le
ultime cose.
Nessie, con in braccio la piccola, la osservava
affaccendarsi per la cucina con un sorriso.
“Nonna, la mia sorellina ha un po’ fame” disse “Le puoi
preparare uno dei tuoi manicaretti speciali, per favore?”
“Io proporrei quelle tue tagliatelle al ragù che, uhmm, sono
favolose!” esclamò Jacob entrando in cucina, sedendosi accanto a Nessie
“Spiritoso! Guarda che lo so che i bambini non le possono
mangiare” gli fece la linguaccia Nessie con un sorriso
“Io dicevo seriamente!” replicò Jacob “Non mi sorprenderei
affatto se la piccoletta potesse già mangiare come un adulto… e poi, se non per
lei, le potresti cucinare per me, cara, dolce, materna Esme?”
Si voltò verso mia madre e le fece una faccetta dolce,
sporgendo il labbro inferiore e battendo le palpebre.
“Oddio, che visione raccapricciante!” lo presi in giro “Per
favore, ricomponiti! Sei in presenza di signore, per l’amore del cielo”
“Escuse mois, madmoiselle Snobbinis!” mi disse lui accendo
un piccolo cenno del capo “Non sapevo che ci stesse rallegrando con la sua amabile presenza”
“Lo sai che ti penso sempre” replicai con un ghigno,
sedendomi e facendo accomodare Bella sulle mie ginocchia
“Oh che bello!” replicò Jacob facendo una faccia schifata
“Quanto sono felice… senza questa notizia non potevo continuare a vivere”
“Siete inquietanti” dissero in sincrono Bella e Nessie,
allontanandosi da noi
“Grazie”
“E comunque, è tuo padre che si crede spiritoso” disse Jacob
“In cento anni poteva anche trovare uno spazietto di tempo per studiare
comicità, invece di fare composizioni da quattro soldi”
“Brutta cosa la gelosia…” sospirai
“Non penserai che io
sia geloso di te, vero, sanguisuga?”
replicò Jacob
“Ti leggo nella mente, ricordi, cagnolino?”
“Ecco, allora inizia a utilizzare gli psico-occhiali che ti
abbiamo regalato al tuo compleanno, perché mi sa che inizi a perdere colpi”
disse Jacob “Nella mente di qual povero pazzo stai andando a sbirciare?”
Scoppiai a ridere insieme alla mia famiglia. Jacob era
davvero divertente. Qualche volta mi scoprivo rammaricato di non averlo capito
subito, ma di aver passato quasi due anni della mia vita a vederlo come un
rivale, e a comportarmi di conseguenza. Era davvero un gran bella persona.
Ero felice di averlo accolto nella mia vita.
“Su, su, buoni” ci ammonì serafica Esme, posando di fronte a
Jacob le posate e un bicchiere. Ritornò ai fornelli e un secondo dopo posò un
enorme piatto di tagliatelle al ragù di fronte a lui.
“Ecco a te, Jake” gli disse con un sorriso
“Grazie signora C!” disse Jake leccandosi i baffi “Pancia mia
fatti capanna!”
“Cane, potresti mostrare un po’ di educazione, a tavola?”
gli dissi “Già è tanto che ti permettiamo di mangiare seduto con noi, e non in
ginocchio con una ciotola…”
“Non mi sembra di
parlare con la bocca piena, no?” mi fece notare col pensiero mentre
inghiottiva un’enorme forchettata
“Si, ma c’è modo e modo di mangiare” replicai
“Con il mignolino alzato, l’aria snob e le posate d’oro
zecchino come facevi tu? No, grazie” disse dopo aver ingoiato un altro boccone
“Per tua informazione…”
“Ok, va bene, basta così” mi interruppe Bella posandomi un
dito sulle labbra “Per oggi avete giocato abbastanza, da prave personcine
mature che siete e che sempre sarete. Vi prego, risparmiateci”
“Agli ordini” mormorai, prendendolo il polso e portandomelo
alla bocca, baciandolo insistentemente, per poi lanciarla una delle occhiate
che, sapevo benissimo, le facevano perdere il filo.
“Per favore, ragazzi, sto mangiando!” disse Jake schifato,
posando il piatto
“Se non ti piace puoi anche andartene” disse senza staccare
gli occhi da quelli di mia moglie “Sei a casa mia, potresti andare nella tua,
qualche volta, tanto per far sapere che sei vivo”
“Non si cucina così bene a casa mia”
“Allora abituati, anzi, distogli lo sguardo”
“Ancora a fare i piccioncini state?” esclamò Emmett entrando
e sedendosi affianco a Jacob “Basta! Non ne possiamo più!”
“Senti, mi pare di averti già detto che io ti ho sopportato
a lungo”
“E io ti ho già detto che esistono gli alberghi” replicò mio
fratello “Che pizza! Da quando stai con Bella non fai altro che guardarla con
gli occhi da pesce lesso, manco fossi un maniaco! Guarda, fai così: andate in
una casa sperduta in Canadà…”
“Con tanti pesciolini e tanti fiori di lillà!” canticchiò
Jacob con un ghigno
Emmett ridacchiò. “…stateci una settimanella, buttatela giù
e poi tornate! Sarete contenti voi, e saremo felici noi!”
Jacob scoppiò a ridere, mentre io e Bella ringhiavamo contro
quel maniaco di Emmett
“Se vuoi, sono disposto anche a insegnarti qualche mossa...”
propose Emmett malizioso
“Non – ci – pensare!” ringhiai
“Questa è un aspetto della vita provata dei miei che mai avrei voluto ascoltare, no, anzi,
sapere” disse Nessie schifata, raggelata al suo posto “Oddio, avrò gli incubi per
secoli…”
“Lascia perdere, Nessie, che i tuoi genitori sono capaci
solo di amore platonico” sbuffò Emmett con un ghigno
“E Nessie com’è spuntata?” domandò Jacob gettando benzina
sul fuoco
“Inseminazione artificiale?” suggerì Emmett, prima di
scoppiare a ridere con quel cane.
Io e Bella facemmo per alzarci, ma per loro fortuna
intervenne prima Esme, che ruppe in testa ai suoi figli un matterello. Bello
grosso
“AHIA!” esclamarono i due, voltandosi a guardarla con le
lacrime agli occhi – almeno Jacob
“Piantatela! State traumatizzando mia nipote, e mettendo in
imbarazzo i miei figli!” li rimproverò severa
“Ah, Nessie è anche frutto di un incesto, eh?” sogghignò
Jacob “Quante cose che si scopron… AHIA! NES, MI HAI FATTO MALE!” ululò Jacob,
poiché mia figlia gli aveva rotto in testa un piatto. Orgoglio di papà! Allora
non eri tutta coccole e zucchero con quel pulcioso! Bravissima!
“Dovresti solo ringraziarmi che mi sono limitata a un
piatto!” ringhiò rossa
“Scusa, non lo faccio più” promise Jacob con quel sorriso
speciale, attendendo subito il perdono di mia figlia, sigillato con un bacio
“Non in tua presenza,
almeno”
“Jacob…” sospirai, alzando gli occhi al cielo
“Esci dalla mia testa, brutto spione!”
La piccola trovatella, ora comodamente in braccio a mia
madre, ci guardava ridendo, battendo le mani estasiata. Evidentemente, il
nostro teatrino le piaceva parecchio.
“Felici di averti fatto ridere, piccola” disse Emmett con un
sorrisone “Sempre qui, dal lunedì alla domenica, feste incluse!”
Si alzò e le andò vicino a velocità vampiresca; la piccola non
sembrò per nulla turbata dalla sua spontaneità, e accettò con allegria la
carezza sul capo che le fece mio fratello.
“Cosa ci fai qui, Em?” domandò Bella “Pensavo fossi andato
con Rose a Seattle”
“Siamo appena tornati” ci informò lui “Abbiamo comprato qualche
vestito e una bella culla per la piccoletta, ma Rose aveva fretta e siamo
tornati qui. Ha detto che voleva dare una mano ad Alice”
“Leggendo tra le righe, domani ci toccherà andare a fare
spese con le due maniache” sospirò Bella
“Evviva lo shopping!” esclamò Nessie senza potersi trattenere,
mentre, dopo che mia madre glie lo aveva mostrato, iniziava a dare da mangiare
alla piccola.
La neonata si attaccò famelica al biberon, iniziando a
succhiarlo voracemente. Doveva avere parecchia fame, povera stella.
“Esattamente” concordò Emmett “Jasper ha iniziato a montare
i mobili, ma è stato fermato dalla sua piccola consorte. Ah proposito, Alice ha
sistemato lo studio di Bella come camera della piccola; le tue cose ora si
trovano in garage. Però ci ha messo solo una culla, perché pensa di prepararla
con calma domani, per fare un lavoro fatto bene”
“In pratica non avete concluso nulla” sintetizzai
“Troppo lavoro affatica l’anima, sai?” replicò lui “E poi,
siamo stati troppo occupati a parlare della piccoletta”
“A proposito del parlare, credo sia il caso di dirvi che…”
iniziò Jacob
“Devi comunicare la notizia al tuo branco” completai per lui
“Potresti lasciarmi fare il mio lavoro, grazie?” mi chiese
acido
“Ehi, Jacob” chiese Bella con un piccolo brivido “Non credi
che…”
“Potrebbero reagire come con me?!” completò orripilata
Nessie, fissandolo impaurita “Non faranno del male a lei, vero?”
“NO! MA CI MANCHEREBBE!” esclamò Jacob scandalizzato “Non
gli permetterò di farle del male! Dovessi azzopparli uno per uno, o dare un ordine,
non le faranno del male. Te lo giuro, Ness”
Sapevo quanto Jacob odiasse sfruttare il suo potere di lupo
alfa, per questo non dubitai delle sue parole. Bella si rilassò contro il mio
petto, permettendomi di abbracciarla nuovamente, e Nessie rivolse uno sguardo
dolcissimo a Jacob.
“E poi, non credo che avrebbero molto in contrario, anche se
fosse una mezza-vampiro” borbottò Jacob “A patto che la cresciate voi e non le
permettiate di attaccare gli umani. Santo cielo, non pensavo che sarebbe arrivato
il giorno in cui noi saremmo andati
d’accordo con i freddi”
Scosse la testa con finto disgusto, prima di scolarsi in
fretta una caraffa d’acqua.
Si alzò e poggiò il piatto nel lavello.
“Grazie per il pranzo, Esme” disse, avvicinandosi poi a
Nessie. Le bacio piano le labbra e scompigliò i capelli alla piccola.
“Ci vediamo dopo” disse “E, Big Bear, spero per te che hai
avuto l’intelligenza di registrare la partita”
“Ovvio!” replicò mio fratello
“Allora ci vediamo dopo…” concluse, andando a sbattere
contro il mobiletto a fianco la porta, facendo precipitare il vaso. La mano
candida di Alice lo afferrò prima che potesse toccare terra.
“Ho avuto una visione in cui me lo rompevi” disse rimettendolo
al suo posto “Ringrazia che vedo il futuro, perché questo vaso consta molto più
di tutto quello che possiedi, e non arriveresti neanche a metà”
“Ok, calmati poltergeist” si scusò lui alzando le mani “tu e
le tue premonizioni!”
“A dopo” rispose lei avanzando verso di noi con un sorriso
“Allora, ragazzi, siete pronti?” disse
“Per cosa?” chiedemmo tutti
“Per quello che volevate fare, ovvio!” rise lei “Non
volevate riunirci per dare un nome alla piccola?”
“Si, ma pensavamo di…” tentò di parlare Bella
“Dircelo con calma? Tranquilli, ho già sistemato tutto”
rispose lei, mentre Jasper compariva la suo fianco “Aspettiamo Jacob e poi
procediamo”
“Veramente, prima volevo che la bambina riposasse un po’”
disse Bella andando a prenderla dalle braccia di Nessie, che aveva finito di
darle da mangiare.
La osservò radiosa, canticchiando una ninna nanna a voce
bassa.
“Vuoi una mano?” chiese educatamente Jasper, lasciando che
il suo potere si diffondesse per la stanza
“Grazie Jasper”
“Così avrà tempo di riposare mentre aspettiamo quel lupo”
concordò Alice “Che ne dite di organizzarci per trovarle un posticino?”
Jacob tornò quasi tre ore più tardi.
La bambina dormiva placidamente tra le mie braccia, mentre
io tenevo distrattamente d’occhio mia moglie, mia figlia e le mie sorelle che
discutevano sulla stanza; attualmente, si parlava di carta da parati, rosa o
verde acqua.
“Assolutamente no, Alice!” esclamò Bella “Non metterò le
paperelle nella stanza di mia figlia!”
“E allora cosa vuoi? I coniglietti?”
“Nessun animaletto, grazie per le tue attenzioni!”
“Io sono cresciuta benissimo senza, zia” disse Nessie con un
sorriso “Pensiamo a qualcosa che possa durare nel tempo”
“Rosa?” propose Rosalie “Una tonalità molto chiara, con le
rifiniture bianche…”
“Ehi, Barbie-Scappata-Dal-Manicomino, guarda che solo perché
il tuo mondo è rosa shocking non è così per tutti!” disse Jacob entrando in
salone “Falla crescere bene, questa bambina”
“Allora per prima cosa devo farti fuori” ringhiò Rosalie
“Io ho Nessie che mi protegge” replicò lui dandole un bacio
sulla guancia
“Ma tu non devi far arrabbiare la zia” disse Nessie
“Sai che è più forte di me”
Un mugolio assonnato si levò dalla bambina tra le mie
braccia, facendomi abbassare lo sguardo. Si stropicciava gli occhi assonnata,
sbadigliando.
“Ciao, piccola” la salutai in un sussurro “Dormito bene? Qui
si decideva per il colore della tua stanza, non ti sei persa niente”
Mi mise a fuoco e mi sorrise. Ricambiai. Si girò e si guardò
attorno, e quando individuò Nessie si agitò per andare da lei. Con un sorriso
la posai accanto a Renesmee, che l’abbracciò forte, e mi sedetti vicino a
Bella.
“Che ne dite di pareti celeste chiaro, con le rifiniture
bianchi?” proposi “Abbastanza neutro, non credete? E se vorrà, da grande potrà
ridipingerle come le piacerà”
“Credo che papà abbai ragione” disse Nessie distogliendo lo
sguardo dalla piccola, che aveva iniziato a giocare con le riviste che Ness
aveva abbandonato al suo fianco
“Come al solito” sospirò Bella con una mezza occhiataccia
“Quindi deciso, azzurro” concluse Alice “Ora, per le tende…”
Alzai gli occhi al cielo e tornai a osservare la bambina.
Era intenta sfogliare con attenzione una rivista. Il suoi
occhietti viola così concentrati mi fecero pensare che non stesse solamente
guardando le figure. Stava cercando di leggere.
La curiosità mi invase.
Lasciando gli altri alle loro discussioni, mi concentrai
solo sulla figura della piccola, tentando di leggerle la mente.
Rimasi incantato da ciò che trovai.
La mente di quella bambina non era normale. Era sviluppata,
vasta per la sua giovane età.
Assomigliava a quella di un vampiro. La sua attenzione era,
per la maggior parte, concentrata sul giornale che aveva davanti, di cui
iniziava a capire molte cose, soprattutto dalle figure – a quanto sembrava,
aveva un ottimo intuito. Un’altra parte della sua mente invece non perdeva una
sillaba delle conversazioni intorno a lei.
Seguiva il discorso che stavano facendo Bella, Nessie, Alice
e Rosalie sulla sua stanza, la discussione tra Esme e Jacob sul responso del
branco – positivo senza il minimo dubbio – e le chiacchiere sulla sua alimentazione
tra Jasper, Emmett e Carlisle; ma un’altra parte della sua mente era
concentrata fuori, verso la foresta, sul “cuore”
della foresta. Era intelligente. Capiva tutto, alla perfezione, e imparava da
ciò che la circondava.
I suoi sensi erano sviluppatissimi. Gli odori li percepiva
forti, intensi e con sfumature differenti, a seconda della lontananza o della
quantità presente nell’aria; con i suoi occhi riusciva a cogliere tutto, fin
nei minimi particolari, come i vampiri; e con il suo udito riusciva a sentire
anche il lupo che stava ululando a circa trenta chilometri di distanza, che
persino io faticavo a sentire.
Ma la cosa più sorprendente, di quella piccola mente, era la
musica. Nella sua testa risuonava una melodia antica, soave e bellissima, di
cui mai nessuna sarebbe stato in grado di capirne tutte le sfumature melodiche
e gli accordi dolci.
Era sublime.
Mi persi nel sentirla, incantato.
Finché, ad un certo punto, la bambina sollevò lo sguardo e
puntò i suoi occhi nei miei, piena di curiosità, ma… all’erta.
Accompagnò il suo gesto con una chiara immagine di me,
sorridente, e un’ondata di curiosità
Sobbalzai, facendo voltare tutti.
Non era possibile. Non poteva essere vero.
“Edward! Che hai?” mi chiese preoccupata Bella correndo al
mio fianco.
Io deglutii un paio di volte, ancora scioccato, poi fissai
la bambina.
Tutti seguirono il mio sguardo.
La piccina mi guardò con aria colpevole, facendo un sorriso
timido. E fece una cosa sorprendente.
Fu lei stessa ad attirare la mia mente verso la sua,
gentilmente, come per dirmi di non avere paura. Sapevo che se avessi voluto,
avrei potuto sottrarmi a quel contatto. Mi lasciai avvolgere di nuovo dalla sua
mente strabiliante, mentre nelle mie orecchie risuonava di nuovo quella musica
ultraterrena.
Di nuovo, mi mostrò la mia immagine, con curiosità. E io
capii.
“Edward! Insomma, che ti prende?” mi chiese Bella sempre più
preoccupata
Io fissai strabiliato la piccola.
“Hai… hai capito… che…” boccheggia alla bambina “Hai capito
che ero io a leggerti nel pensiero?!”
“Cosa?!” esclamarono tutti stupefatti, fissandola a bocca
aperta
La piccola mi fissò un secondo, rivolgendomi un sorrise
luminoso, e poi annuì..
“Riesci già a capirci?” chiesi ancora, anticipando Carlisle
Lei annuì di nuovo, anche se con la mente mi comunicò che
non capiva tutto.
“E sa riconoscerci?” chiese Alice elettrizzata
Io fissai la piccola, poi le chiesi. “Sai chi sono io?”
Lei si concentrò e andò a ripescare tutti i ricordi che
aveva di me; io che la tenevo in braccio, che le sorridevo, che l’avvolgevo
nell’asciugamano… e poi accompagnò le immagini con quelle di Bella che mi
chiamava “Edward”, e poi con quelle di Nessie che mi chiamava “papà”. E la
curiosità mi colpì di nuovo.
Io feci un gran sorriso, e tentai di spiegarle in parole
semplici.
“Si, piccola, sono io. Ma il mio nome vero è Edward, papà mi
ci chiama solamente Nessie, mia figlia. Ma anche tu puoi chiamarmi così” tentai
di spiegarle
Al suono del suo nome, lei ripescò tutte le immagini
possibili e immaginabili che aveva di Renesmee, mostrandomele talmente velocemente
che per un attimo mi vorticarono attorno come un tornado impazzito. Quella
piccoletta stravedeva per mia figlia.
“E gli altri? Li riconosci?” chiesi. Mi stavo eccitando come
un bambino il giorno di Natale, e non era da me; ma quella piccina era
strabiliante
Presi la mano di Bella e glie la strinsi con forza,
entusiasta. Lei sorrise, emozionata.
La piccola ci guardò e poi mi mostrò le sue immagini,
accompagnate dalla bella voce di lei che le cantava la ninnananna, e dalla mia
voce che la chiamava “Bella”. La sensazione di calore e affetto che provava nei
miei e nei suoi confronti era pari a quella per Nessie
“Esatto! E… e loro? Li riconosci?” chiesi indicando Esme e
Carlisle
La bambina si voltò a fissarli: mi mandò tutte le immagini che
aveva, da quando Carlisle che la vistava ad Esme che le accarezzava i capelli, corredandole
con i loro nomi.
Poi, prima che glie li potessi chiedere, mi mostrò le
immagini di Rosalie che la cullava, sorridendole dolcemente, ed Emmett che la
faceva ridere, corredando la sua immagine, oltre che con il suo nome, con la
sensazione di estremo divertimento; poi mi mostrò Alice, e la vidi già
l’affetto che provava per lei; poi vidi Jasper, e la curiosità che scaturiva in
lui quel suo sorriso dolce, come se nascondesse un segreto, o almeno questo
pensava…. E poi vidi Jacob, il suo sorriso smagliante quando l’aveva trovata
nella cesta, le parole che aveva detto nella foresta, e sentii che per lui
provava affetto e…
Scoppiai a ridere, facendola fermare.
“Cosa c’è? Non ci riconosce?” domandò Rosalie
“Oh, no, al contrario! Ci riconosce perfettamente!”
dissi “Ma mi ha fatto ridere quello che
pensa di te, Jacob!”
“Che c’è, piccola, non ti sto simpatico?” chiese dispiaciuto
Jacob
“Oh, no, le piaci” gli assicurai “Ma…”
“Ma?” mi incalzò Nessie
“È gelosa del tempo che passi con Nessie” dissi guardando la
piccola “La vuole solo per sé”
Scoppiammo tutti a ridere, e Nessie prese in braccio la
piccola.
“Sorellina, non preoccuparti!” le disse “io ci sarò sempre
per te!”. E le scoccò un bacio sulla guancia.
“Mi dispiace, piccoletta, ma temo dovremo dividercela” disse
Jacob “Si è rassegnata la psicopatica, ti rassegnerai anche tu… AHIO!” esclamò,
perché Rosalie gli aveva tirato un calcio
“Straordinario” commentò Carlisle estasiato “E ha capito che
eri tu a sondarle la mente?”
“A quanto pare si”
risposi
“Prova a chiederglielo”
“Ok….” Dissi, dubbioso “Piccola, come hai fatto a capire che
ero io a leggerti la mente?”
Lei mi rivolse uno sguardo confuso, tentando di dare un
senso alle mie parole. La sua mente tentò di elaborarle, ma era un concetto
troppo difficile.
“Basta, ora” disse decisa Bella prendendo la bambina tra le
sue braccia “Non voglio che si sforzi così tanto. Sono felice che sia già
intelligente quasi quanto lo era Nessie alla sua età, ma non voglio che si
sforzi così”
“Hai ragione, scusaci, Bella” dicemmo in coro io e mio
padre, mortificati
“Ehi, però mi è venuto un dubbio…” dissi all’improvviso
“Posso…”
“Edward, se la fai sforzare troppo ti picchio, intesi?” mi
ammonì Bella
“E io le darò una mano” disse Nessie
“Tranquille, credo che a questo ci arrivi senza sforzi” le
rassicurai “piccola…”
La bambina mi guardò dispiaciuta, pensando che ce l’avessi
con lei perché non aveva risposto alla domanda di Carlisle
“No, stella, non devi essere dispiaciuta. Era una cosa
troppo difficile” la rassicurai accarezzandole i capelli “piuttosto, se hai
capito che cosa posso fare io… sai dire se qui ci sono altri con dei “poteri”
simili ai miei? Che possono fare qualcosa di strano?”
“Più strano dell’essere morti e di camminare ancora dimmi
che c’è…” borbottò Jacob
Questa volta capì a grandi linee che cosa le avevo chiesto,
e annuì.
Indicò con sicurezza Alice, che fece una faccia sorpresa.
“L’ha capito?” domandò
“Aspetta… e cosa fa la zia Alice?” domandai concentrato
Lei chiuse gli occhi per concentrarsi, e poi mi mandò
un’immagine. Jacob che usciva dalla cucina e sbatteva contro il tavolino,
urtando il vaso… fermato dalla mano di Alice.
“Ho avuto una visione
in cui me lo rompevi” disse “Ringrazia che vedo il futuro, perché
questo vaso consta molto più di tutto quello che possiedi, e non arriveresti neanche
a metà”
“Fantastico! Ha capito che sei una veggente perché ha
registrato ciò che hai detto oggi in cucina!” esclamai “E poi? Sai che altro,
piccola?”
Indicò Jasper senza esitare un secondo
“E che poteri ha lui?”
Mi mostrò il mento e il candido collo di Bella, e capii che
era stesa tra le sue braccia. Poi un torpore, e Bella ringraziare Jasper.
“Ti ha sentito mentre ringraziavi Jasper per aver usato il
suo potere per farla dormire!” esclamai ammirato “Ha fatto il collegamento e
l’ha capito da sola! Wow!”
Ci lasciammo prendere da un mormorio eccitato, ma Nessie ci
riportò in fretta all’ordine.
“Si, tutto molto bello e interessante, ma perché non ci
concentriamo sul problema principale?” ci disse
“Il darle un nome, ma certo!” si ricordò Alice con un
sorriso
“Ma non potrebbe averlo già?” osservò Emmett
Io e Bella chinammo il capo all’indirizzo della piccola, che
ricambiò lo sguardo, confusa.
“Tesoro, ti ricordi come ti chiami?” le domandò Bella
accarezzandole la fronte
La piccola si concentrò affondo, facendo appello a tutte le
sue forze, ma non ottenne nulla; i ricordi iniziarono a vorticare velocemente
nella sua mente, così in fretta che riuscimmo più a percepirli chiaramente ne
io ne lei.
Freddo. Buio. Paura.
Terrore.
Era sola…
Con un gemito di dolore e paura, la piccola fermò il ciclone
di sensazioni e si rifugiò tremante sul petto di Bella. Io mi ritrassi con una
smorfia, mentre mia moglie, con Nessie al suo fianco, cullava la bambina.
“Non… ricorda niente” dissi dolorante “Solo buio, e paura…
ha paura di essere lasciata sola. Per il resto, non si ricorda niente”
Una piccola lacrima argentina le scivolava lungo la guancia
pallida.Le carezzai i capelli, mentre il potere calmante di Jasper si
diffondeva nella stanza. La piccina lo osservò di sfuggita, e lui si limitò a
sorriderle rassicurante.
Nessie ritrovò il cipiglio deciso e ci fissò con uno sguardo
determinato.
“Forza!” esclamò “Un nome per la mia sorellina!”
“Hannah?” provò Emmett “Oppure Alissia, Brandy o Catherine”
“Uhm… Christal
o Emily?” suggerì Esme
“Kately?” disse Jasper
“Maryann” disse Carlise
“Angelique?” provò Rosalie speranzosa
“Bionda, ti ricordo, per quanto la tua conoscenza della
geografia sia scarsa, che sia in America!” esclamò Jacob “Prova a darle un nome
un po’ più, come dire, nazionale, invece di fare la snobista francese”
“La chiamiamo Stars and Strikes, d’accordo?” ringhiò di
rimando mia sorella
“Originale” commentò Emmett
“Piantatela, tutte e due” li riportò all’ordine Esme “Tu hai
qualche proposta, Jacob?”
“Uhm… Deborah con l’h?” propose Jacob
La piccola arricciò il naso, contraria all’idea.
“Temo non sia molto d’accordo, Jake” ridacchiò Jasper
“Meglio di Angelique, ma dai!” replicò lui
“Ehi, ragazzi, forse ho trovato la soluzione” disse Bella
con un sorriso
Tutti smettemmo all’istante di parlare e ci voltammo a
guardarla. Aveva un sorriso dolce sul volto e fissava la bambina che giocava
con i suoi capelli.
“Che ve ne pare di Elizabeh Lillian Cullen?” propose con un
sorriso, fissandoci
“Elizabeh…”
Il nome di mia madre. Come Esme per Renesmee…
Sorrisi al mio angelo e le sfiorai la fronte con le labbra.
“Mi sembra… perfetto” sussurrai “Voi che ne pensate?”
“Lillian… le ha dato
il mio nome…”
I pensieri di Rosalie erano un misto tra commozione e
incredulità; ero certo che se avesse potuto, sarebbe scoppiata a piangere.
Emmett le cinse la vita, dandole un bacio leggero sul collo.
“Concordo con quella mezza cippa di mio fratello, è un nome
stupendo!” esclamò allegro
“Ovviamente siamo tutti d’accordo” disse Jasper “E credo che
Alice ce lo possa confermare, no?”
“Ovviamente!” gongolò abbracciandolo “Che razza di veggente
sarei, altrimenti?”
“E tu che ne
pensi?” chiese Nessie fissando la bambina
Ci voltammo verso di lei. Ovviamente, visto che già ci
capiva, era giusto sapere se concordava.
Mi fissò, come in cerca di aiuto. Io rientrai nella sua
mente, e tentai di trasmetterle un’immagine di lei corredata con il nome che
avevamo scelto.
Capì benissimo.
E ci rivolse un gran sorriso.
Bene, spero sia piaciuto. Il prossimo, dal punto di vista di Jacov, vedrà in scena il + adorabile branco di pasticcioni di La Push. Il Titolo?
Lupus in fabula: Operation Babysitter - when the stupid wolf don’t understand that should say NO!!!!!!!
Cosa porterò Jake sull'orlo dell'esaurimento? scopritelo!
Kiss dalla piccola Usagi