Capitolo 39: Pronti alla
battaglia!
Il temporale finì prima del
previsto e la pioggia smise di inondare la vallata. Le nubi, tuttavia, non
si diradarono e rimasero a incombere su tutta la città, oscurandola.
-
Sembra che si sia calmato - commentò Leon, scostando una tenda e
osservando fuori dalla finestra.
- Bene - disse il Re, per poi voltarsi
verso i compagni. - Sora, Riku, Paperino, Pippo. Siete pronti?
-
Annuirono tutti e tre assieme, pronti ad armarsi.
- Allora
possiamo andare. Scendiamo in città e vediamo di scoprire cosa sta
succedendo -
Topolino aprì la porta e tutta la compagnia lo seguì, ma
Leon li bloccò.
- Aspettate! - esclamò all’improvviso.
Si girarono
verso di lui, fissandolo con aria interrogativa.
- Non vorrete mica
andare da soli -
Come se lo avesse tirato fuori dal nulla, in mano a
Leon era comparso il suo gunblade, tenuto appoggiato contro la spalla. Sul
suo volto un’espressione decisa. Anche gli altri, però, non erano rimasti
inattivi: Red e Barret affiancarono il loro compagno, seguiti da Tifa,
Aerith e Yuffie, che reggeva il suo grande shuriken.
- Già, lasciare
tutto il divertimento a voi e a quell’altro buffone del vostro amico? -
Barret alludeva ad Axander, caricando il mitragliatore. - Non credo
proprio -
- Avrete bisogno di una mano, ragazzi. Anzi, anche più di una
- esordì Red.
- Hanno ragione - concluse Aerith.
Sora scambiò
un’occhiata con il Re e sorrisero entrambi.
- Non saremo di certo noi
ad ostacolarvi - affermò Topolino.
Uscirono, quindi, in gruppo dalla
casa. Avevano deciso di lasciare a guardia di tutto Cid, Merlino e
Archimede, anche se il più adatto dei tre al ruolo di difensore era il
mago.
- Noi vi precediamo. Ci dirigeremo subito verso le mura! - li
avertì Leon.
Sora annuì, e Leon, seguito da Barret e Red, corse verso
il limite della balconata e saltò giù.
- Non li sopporto quando fanno
queste scenate - sbuffò Yuffie, per poi seguirli a sua volta, scomparendo
alla vista degli ultimi rimasti.
- Sora, io e Tifa andremo a fare un
giro di perlustrazione - disse Aerith.
- Ok, ma state attente, nel caso
qualcosa dovesse andare storto -
- Non ti preoccupare, Aerith non
rischia nulla se ci sono io - fece l’occhiolino Tifa.
Aerith sorrise,
ed entrambe si diressero verso l’ascensore.
- Ehi, gli Heartless! -
esclamò Paperino - Venite a vedere! -
Subito oltre le mura, in pieno
deserto, appariva la fortezza volante. E sotto di essa, una lunghissima
linea scura che si stagliava contro l’orizzonte.
- Veloci gli amici -
disse Riku, con sarcasmo ed estrando il keyblade.
Sora e il Re lo
imitarono. Le loro braccia furono avvolte da penetranti fasci di luce e le
loro dita, in brevissimi istanti, erano già strette saldamente attorno
alle impugnature delle Chiavi.
- Sora, io e il Re andiamo ad aiutare
Leon e gli altri alle mura. Sono troppi e non ce la faranno a reggere a
lungo! -
Così dicendo, Riku e Topolino scomparvero a loro volta,
scavalcando la balconata nel punto dove si erano allontanati i loro amici
poco prima.
- Noi che facciamo? - domandò Pippo.
Il Custode del
keyblade ci pensò su per un po'. L'unico luogo che non era stato menzionato
dagli altri era il palazzo reale. Sarebbe stato meglio dirigersi lì,
giusto per assicurarsi che tutto fosse realmente a posto.
- Anche se
Aerith e Tifa sono andate a fare un giro di perlustrazione, non significa
che si vogliano dirigere anche verso palazzo. Quindi andremo noi da
Axander, ci state? -
Paperino e Pippo assentirono e presero a correre
verso lo stesso ascensore che avevano preso poc’anzi Tifa e Aerith. Sora
li seguì, ma dovette fermarsi di colpo. Qualcuno gli tagliò la strada.
Fece fatica a fermarsi e finì per terra di schiena, poiché la
pavimentazione della balconata era ancora tutta bagnata e scivolosa per
via della pioggia.
- Ouch! - esclamò Sora, mettendosi a sedere e
massaggiandosi la schiena.
- Scusami, ti sei fatto male? -
Alzò lo
sguardo, perplesso e irritato. Ma vedendo chi aveva di fronte,
l'irritazione volò via in un baleno.
- No... Non mi sono fatto niente
di che... - replicò Sora.
- Oh, ma sei tu! Il ragazzo di questo
pomeriggio! Mi fa piacere rivederti! -
La misteriosa ragazzina bionda
che il Custode aveva incontrato quel giorno sorrise divertita, studiando
Sora con i suoi occhi chiari e vivaci.
- Eh sì, ancora io - si limitò a
dire Sora, alzandosi.
La sconosciuta tirò su una manica della sua
camicetta, per dare un’occhiata al suo orologio da polso.
- Caspita, è
tardissimo! Mi dispiace per oggi... Sono scomparsa all’improvviso e so che
è imperdonabile da parte di qualcuno fare così! - si scusò la ragazza,
allontanandosi. - Ma ho un impegno davvero urgente, scusami! Spero di
rivederti presto, ciao! -
E anche lei, come Riku aveva fatto in
precedenza, balzò giù dalla balconata, scavalcando con grazia il
parapetto. Sora si grattò la testa, poco convinto.
- Qualcosa non va...
Sta per scoppiare una battaglia e questa qui pensa ad un impegno urgente.
Chissà, magari è addetta anche lei alla difesa della città -
- Sveglia,
Sora! - urlò Paperino, con la testa che sbucava dall’ascensore, sotto
quella di Pippo.
- Presto! -
Il ragazzo li raggiunse rapidamente e
le porte di richiusero. L’ascensore scese sino al pianterreno ed essi
uscirono, di gran lena.
- Venite, il palazzo è di qua! - gridò Sora,
già parecchio lontano, mentre si avviava verso il viale che conduceva alla
lunga scalinata.
I tre lo percorsero a grandi passi. Raggiunta quella
impressionante montagna di gradini, svoltarono alla loro sinistra.
Salirono furiosamente, saltando di volta in volta almeno due scalini,
senza perdere un attimo di tempo per riprendere fiato. Giunti alla
sommità, si guardarono brevemente attorno: tutto era ancora in perfetto
ordine, tranne per alcune macerie del santuario che ingombravano un lato
del cortile.
- Cosa siete venuti a fare, qui? - irruppe bruscamente una
voce.
Un ragazzo uscì dal portone del palazzo, seguito da un uomo
biondo. Entrambi brandivano una spada.
- Marcus, hai visto Axander? -
domandò subito Sora.
Il Capitano scosse la testa, per poi rivolgere
un’occhiata a Basch.
- No, neanche io. Ma forse è dentro. Mi pare che
voleva mettere al sicuro Elen -
- Grazie infinite! -
Sora, Paperino
e Pippo oltrepassarono i due che stavano scendendo la scalinata per
dirigersi alle mura.
Dentro al palazzo, si fermarono in mezzo all’atrio
deserto. Per terra, cocci di vetro e piante rovesciate ovunque. In alto,
la cupola di cristallo era andata in frantumi; solo lo scheletro in ferro
era rimasto in piedi.
- Che disastro! - commentò Pippo.
- Axander! -
urlò forte Paperino.
- Ehi, Axander siamo noi, Sora, Paperino e Pippo!
-
Un’ombra nera si materializzò davanti a loro, spazzando via con forza
il terreno e sollevando molta polvere.
- Ce ne avete messo di tempo
-
Axander era già pronto ad andare in soccorso di Linahar. In entrambe
le mani reggeva le sue alabarde, quella sinistra lungo il fianco sinistro,
mentre quella destra appoggiata alla spalla destra.
- Vi aspettavo da
un po’ e cominciavo a preoccuparmi. Ho parlato con il re questo
pomeriggio... -
- Il Re? - chiesero all’unisono Paperino e
Pippo.
Axander scosse la testa.
- Non re Topolino, ma Alames, il re
di questa città. Abbiamo chiarito la situazione e mi ha detto di
consegnarvi questi -
Il giovane schioccò le dita e lo scudo di Pippo e
lo scettro di Paperino sparirono dalle mani dei loro proprietari. Al loro
posto, apparvero un nuovo scudo ed un nuovo scettro. Su entrambi vi era
un’effige raffigurante due ali e le rifiniture sui contorni tendevano al
blu e al giallo.
- Save the King e Save the Queen - disse Axander. - Le
avete già utilizzate in passato, ma queste sono versioni potenziate. Sono
uguali a quelle che avete usato nei vostri precedenti viaggi, ma i Moguri,
sotto mia esplicita richiesta, hanno provveduto a darci un tocco di classe
in più -
- Tocco di classe? - chiese Paerino, guardando di sottecchi
Axander e maneggiando il nuovo scettro.
- Danni quintuplicati e poteri
magici triplicati - sorrise il Guardiano.
- Wow, grazie! - lo
ringraziarono all’unisono i due. - Non ce lo saremmo mai aspettati da uno
come te! -
- Di nulla. Per te, invece, mio caro Sora - continuò il
ragazzo, ignorando la battuta finale di Paperino e mettendosi una mano in
tasca. - Tieni! -
Lanciò immediatamente in aria qualcosa che Sora
afferrò al volo. Aprì la mano e un bagliore lo avvolse. Pochi istanti
dopo, al posto dell’Ornamento, un nuovo keyholder si era legato all'elsa
del keyblade. Grazie ad esso, anche la forma dell'arma era cambiata, con
grande meraviglia del Custode stesso.
- Ti piace, eh? L’Ultima
Weapon... - disse Axander. - Anche quella assomiglia molto al modello
precedente, ma... -
- Ma...? - incalzò Sora, curioso.
- Oltre ai
Moguri, che hanno decuplicato il danno di base, ho provveduto anche io ad
apportarvi qualche piccola modifica. Nulla di che, solo un ritocco qua e
là -
Axander ammiccò al ragazzo. Questi sorrise, ammirando la nuova
arma con una strana luce negli occhi. La luce di chi è sicuro di poter
affrontare tutti i pericoli del mondo, senza timore, grazie al nuovo
potere che gli viene donato.
- E’ stupenda, grazie mille! -
- Adesso
che sono finiti i ringraziamenti... -
Il Guardiano alzò il braccio
sinistro e fece roteare sopra la sua testa la lunga alabarda argentata,
che gli sfiorava il palmo della mano.
- ... E’ il momento di scendere
in campo! -
- Qualche ordine supplementare? -
Grelwan guardò
Albaran con la coda dell’occhio. Il fratello se ne stava con le braccia
incrociate, alla testa dell’orda oscura, in piedi, tranquillo come pochi.
La sua calma era innaturale.
- Radere al suolo la città non basta?
-
Grelwan scosse le spalle.
- Va bene... -
Si voltò e alzò una
mano, osservando gli Heartless. Arcieri, Spadaccini, Assalitori, Lancieri,
Shadows, Neo Shadows, Wizards, Defenders, Invisibili, Behemoth... Gran
parte di tutte le tipologie di Heartless erano radunate alle loro spalle.
Un esercito di decine di migliaia di esseri oscuri copriva la sabbia
dorata del deserto. Una tenebra sembrava voler circondare il mondo.
Al
gesto dello Stregone, un fremito scosse l’orda. Sempre tenendo la mano
alzata, si assicurò che fossero pronti. Poi si voltò, in direzione di
Linahar. Solo in quell'istante, ben conscio che il destino di moltissime
persone risiedeva nel suo gesto, abbassò il braccio. Gli Heartless
partirono all’attacco, accompagnati da nuovi ruggiti di tempesta.
-
Ecco, siamo arrivati! Quelle sono le mura! -
I quattro si fermarono, a
qualche metro dal portone.
- Tenetevi pronti, mi raccomando - disse
Axander.
Lungo tutto il viale che tagliava trasversalmente la città
erano appostati vari gruppi. Al centro, Sora, Axander, Paperino e Pippo.
Alla loro sinistra Barret, Red, Leon e Yuffie. Alla destra, Marcus e
Basch. Ogni gruppo era addetto a sbarrare una delle tre vie principali.
Nelle retrovie, alcuni manipoli di soldati.
- Tifa e Aerith? - chiese
Sora a Leon.
L’amico scosse il capo.
- Le ho detto di restare più
indietro. Qui è troppo pericoloso per loro due. Tifa mi odierà, ma non c’è
altra scelta. Inoltre... -
Un boato improvviso interruppe la
conversazione. Qualcuno era già arrivato. Dopodiché, il silenzio più
assoluto. Tutti si scambiarono occhiate sospette, senza dire una parola. A
rompere quel silenzio ci pensò Axander, fendendo l’aria con le sue
alabarde.
- Attenti! - gridò, mettendosi a correre verso il
portone.
A pochi passi da questo, scattò sul muro, camminando lungo
tutta la parete, verso l’alto. Giunto sulla sommità, spiccò un salto,
sguainando le armi. Un fulmine gli passò accanto.
Sora vide a fatica
che cosa stava succedendo. Tutta una serie di scariche elettriche si
stavano abbattendo al suolo, senza però provocare alcun danno. Un
guerriero, vestito di nero e armato di keyblade, era riuscito a scavalcare
le mura ed era intento a fronteggiare Axander. Il Guardiano fu costretto
ad indietreggiare, rientrando così nell’area entro le mura.
Scese a
terra, mettendosi in posizione di guardia. Davanti a lui, atterrò, lento e
leggiadro come una piuma, il suo avversario.
- Lui! - pensò
Sora.
L’Allievo li aveva raggiunti nel luogo del combattimento.
-
Gli Heartless, sono vicinissimi - disse Axander. - E Ilfrien sta
proteggendo la loro avanzata con i suoi poteri... Stiamo ben attenti ai
fulmini -
Axander volse il suo sguardo in direzione di Sora. Trasse un
profondo respiro, prima di parlare.
- Ascoltami, Sora! A quanto pare
costui è troppo forte per me. Tu gli hai tenuto testa già una volta e
credo tu sia l'unico che possa contenere i suoi attacchi -
- Ricevuto!
A lui ci penso io - ringhiò Sora, pregustando già la rivincita.
- Occhi
aperti, Sora! Non c’è da andarci piano -
- Non sono uno sprovveduto.
Voi pensate agli Heartless -
Sora impugnò l'Ultima Weapon con entrambe
le mani e si lanciò all’attacco. L'Allievo mosse la testa di lato e scattò
in avanti. Lo scontro ebbe inizio.