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Autore: Airknight    06/01/2009    1 recensioni
Un anno dopo le vicende di Kingdom Hearts 2, una nuova forza si risveglia dal suo sonno, pronta a mettere a ferro e fuoco i mondi. A Sora e ai suoi amici, il compito di fermare ancora una volta la minaccia, prima che sia troppo tardi. La prima parte, divisa in 47 capitoli, di una trilogia completamente inventata.
Genere: Azione, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Heartless, Kairi, Nessuno, Riku, Sora
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 39: Pronti alla battaglia!


Il temporale finì prima del previsto e la pioggia smise di inondare la vallata. Le nubi, tuttavia, non si diradarono e rimasero a incombere su tutta la città, oscurandola.
- Sembra che si sia calmato - commentò Leon, scostando una tenda e osservando fuori dalla finestra.
- Bene - disse il Re, per poi voltarsi verso i compagni. - Sora, Riku, Paperino, Pippo. Siete pronti? -
Annuirono tutti e tre assieme, pronti ad armarsi.
- Allora possiamo andare. Scendiamo in città e vediamo di scoprire cosa sta succedendo -
Topolino aprì la porta e tutta la compagnia lo seguì, ma Leon li bloccò.
- Aspettate! - esclamò all’improvviso.
Si girarono verso di lui, fissandolo con aria interrogativa.
- Non vorrete mica andare da soli -
Come se lo avesse tirato fuori dal nulla, in mano a Leon era comparso il suo gunblade, tenuto appoggiato contro la spalla. Sul suo volto un’espressione decisa. Anche gli altri, però, non erano rimasti inattivi: Red e Barret affiancarono il loro compagno, seguiti da Tifa, Aerith e Yuffie, che reggeva il suo grande shuriken.
- Già, lasciare tutto il divertimento a voi e a quell’altro buffone del vostro amico? - Barret alludeva ad Axander, caricando il mitragliatore. - Non credo proprio -
- Avrete bisogno di una mano, ragazzi. Anzi, anche più di una - esordì Red.
- Hanno ragione - concluse Aerith.
Sora scambiò un’occhiata con il Re e sorrisero entrambi.
- Non saremo di certo noi ad ostacolarvi - affermò Topolino.
Uscirono, quindi, in gruppo dalla casa. Avevano deciso di lasciare a guardia di tutto Cid, Merlino e Archimede, anche se il più adatto dei tre al ruolo di difensore era il mago.
- Noi vi precediamo. Ci dirigeremo subito verso le mura! - li avertì Leon.
Sora annuì, e Leon, seguito da Barret e Red, corse verso il limite della balconata e saltò giù.
- Non li sopporto quando fanno queste scenate - sbuffò Yuffie, per poi seguirli a sua volta, scomparendo alla vista degli ultimi rimasti.
- Sora, io e Tifa andremo a fare un giro di perlustrazione - disse Aerith.
- Ok, ma state attente, nel caso qualcosa dovesse andare storto -
- Non ti preoccupare, Aerith non rischia nulla se ci sono io - fece l’occhiolino Tifa.
Aerith sorrise, ed entrambe si diressero verso l’ascensore.
- Ehi, gli Heartless! - esclamò Paperino - Venite a vedere! -
Subito oltre le mura, in pieno deserto, appariva la fortezza volante. E sotto di essa, una lunghissima linea scura che si stagliava contro l’orizzonte.
- Veloci gli amici - disse Riku, con sarcasmo ed estrando il keyblade.
Sora e il Re lo imitarono. Le loro braccia furono avvolte da penetranti fasci di luce e le loro dita, in brevissimi istanti, erano già strette saldamente attorno alle impugnature delle Chiavi.
- Sora, io e il Re andiamo ad aiutare Leon e gli altri alle mura. Sono troppi e non ce la faranno a reggere a lungo! -
Così dicendo, Riku e Topolino scomparvero a loro volta, scavalcando la balconata nel punto dove si erano allontanati i loro amici poco prima.
- Noi che facciamo? - domandò Pippo.
Il Custode del keyblade ci pensò su per un po'. L'unico luogo che non era stato menzionato dagli altri era il palazzo reale. Sarebbe stato meglio dirigersi lì, giusto per assicurarsi che tutto fosse realmente a posto.
- Anche se Aerith e Tifa sono andate a fare un giro di perlustrazione, non significa che si vogliano dirigere anche verso palazzo. Quindi andremo noi da Axander, ci state? -
Paperino e Pippo assentirono e presero a correre verso lo stesso ascensore che avevano preso poc’anzi Tifa e Aerith. Sora li seguì, ma dovette fermarsi di colpo. Qualcuno gli tagliò la strada. Fece fatica a fermarsi e finì per terra di schiena, poiché la pavimentazione della balconata era ancora tutta bagnata e scivolosa per via della pioggia.
- Ouch! - esclamò Sora, mettendosi a sedere e massaggiandosi la schiena.
- Scusami, ti sei fatto male? -
Alzò lo sguardo, perplesso e irritato. Ma vedendo chi aveva di fronte, l'irritazione volò via in un baleno.
- No... Non mi sono fatto niente di che... - replicò Sora.
- Oh, ma sei tu! Il ragazzo di questo pomeriggio! Mi fa piacere rivederti! -
La misteriosa ragazzina bionda che il Custode aveva incontrato quel giorno sorrise divertita, studiando Sora con i suoi occhi chiari e vivaci.
- Eh sì, ancora io - si limitò a dire Sora, alzandosi.
La sconosciuta tirò su una manica della sua camicetta, per dare un’occhiata al suo orologio da polso.
- Caspita, è tardissimo! Mi dispiace per oggi... Sono scomparsa all’improvviso e so che è imperdonabile da parte di qualcuno fare così! - si scusò la ragazza, allontanandosi. - Ma ho un impegno davvero urgente, scusami! Spero di rivederti presto, ciao! -
E anche lei, come Riku aveva fatto in precedenza, balzò giù dalla balconata, scavalcando con grazia il parapetto. Sora si grattò la testa, poco convinto.
- Qualcosa non va... Sta per scoppiare una battaglia e questa qui pensa ad un impegno urgente. Chissà, magari è addetta anche lei alla difesa della città -
- Sveglia, Sora! - urlò Paperino, con la testa che sbucava dall’ascensore, sotto quella di Pippo.
- Presto! -
Il ragazzo li raggiunse rapidamente e le porte di richiusero. L’ascensore scese sino al pianterreno ed essi uscirono, di gran lena.
- Venite, il palazzo è di qua! - gridò Sora, già parecchio lontano, mentre si avviava verso il viale che conduceva alla lunga scalinata.
I tre lo percorsero a grandi passi. Raggiunta quella impressionante montagna di gradini, svoltarono alla loro sinistra. Salirono furiosamente, saltando di volta in volta almeno due scalini, senza perdere un attimo di tempo per riprendere fiato. Giunti alla sommità, si guardarono brevemente attorno: tutto era ancora in perfetto ordine, tranne per alcune macerie del santuario che ingombravano un lato del cortile.
- Cosa siete venuti a fare, qui? - irruppe bruscamente una voce.
Un ragazzo uscì dal portone del palazzo, seguito da un uomo biondo. Entrambi brandivano una spada.
- Marcus, hai visto Axander? - domandò subito Sora.
Il Capitano scosse la testa, per poi rivolgere un’occhiata a Basch.
- No, neanche io. Ma forse è dentro. Mi pare che voleva mettere al sicuro Elen -
- Grazie infinite! -
Sora, Paperino e Pippo oltrepassarono i due che stavano scendendo la scalinata per dirigersi alle mura.
Dentro al palazzo, si fermarono in mezzo all’atrio deserto. Per terra, cocci di vetro e piante rovesciate ovunque. In alto, la cupola di cristallo era andata in frantumi; solo lo scheletro in ferro era rimasto in piedi.
- Che disastro! - commentò Pippo.
- Axander! - urlò forte Paperino.
- Ehi, Axander siamo noi, Sora, Paperino e Pippo! -
Un’ombra nera si materializzò davanti a loro, spazzando via con forza il terreno e sollevando molta polvere.
- Ce ne avete messo di tempo -
Axander era già pronto ad andare in soccorso di Linahar. In entrambe le mani reggeva le sue alabarde, quella sinistra lungo il fianco sinistro, mentre quella destra appoggiata alla spalla destra.
- Vi aspettavo da un po’ e cominciavo a preoccuparmi. Ho parlato con il re questo pomeriggio... -
- Il Re? - chiesero all’unisono Paperino e Pippo.
Axander scosse la testa.
- Non re Topolino, ma Alames, il re di questa città. Abbiamo chiarito la situazione e mi ha detto di consegnarvi questi -
Il giovane schioccò le dita e lo scudo di Pippo e lo scettro di Paperino sparirono dalle mani dei loro proprietari. Al loro posto, apparvero un nuovo scudo ed un nuovo scettro. Su entrambi vi era un’effige raffigurante due ali e le rifiniture sui contorni tendevano al blu e al giallo.
- Save the King e Save the Queen - disse Axander. - Le avete già utilizzate in passato, ma queste sono versioni potenziate. Sono uguali a quelle che avete usato nei vostri precedenti viaggi, ma i Moguri, sotto mia esplicita richiesta, hanno provveduto a darci un tocco di classe in più -
- Tocco di classe? - chiese Paerino, guardando di sottecchi Axander e maneggiando il nuovo scettro.
- Danni quintuplicati e poteri magici triplicati - sorrise il Guardiano.
- Wow, grazie! - lo ringraziarono all’unisono i due. - Non ce lo saremmo mai aspettati da uno come te! -
- Di nulla. Per te, invece, mio caro Sora - continuò il ragazzo, ignorando la battuta finale di Paperino e mettendosi una mano in tasca. - Tieni! -
Lanciò immediatamente in aria qualcosa che Sora afferrò al volo. Aprì la mano e un bagliore lo avvolse. Pochi istanti dopo, al posto dell’Ornamento, un nuovo keyholder si era legato all'elsa del keyblade. Grazie ad esso, anche la forma dell'arma era cambiata, con grande meraviglia del Custode stesso.
- Ti piace, eh? L’Ultima Weapon... - disse Axander. - Anche quella assomiglia molto al modello precedente, ma... -
- Ma...? - incalzò Sora, curioso.
- Oltre ai Moguri, che hanno decuplicato il danno di base, ho provveduto anche io ad apportarvi qualche piccola modifica. Nulla di che, solo un ritocco qua e là -
Axander ammiccò al ragazzo. Questi sorrise, ammirando la nuova arma con una strana luce negli occhi. La luce di chi è sicuro di poter affrontare tutti i pericoli del mondo, senza timore, grazie al nuovo potere che gli viene donato.
- E’ stupenda, grazie mille! -
- Adesso che sono finiti i ringraziamenti... -
Il Guardiano alzò il braccio sinistro e fece roteare sopra la sua testa la lunga alabarda argentata, che gli sfiorava il palmo della mano.
- ... E’ il momento di scendere in campo! -

- Qualche ordine supplementare? -
Grelwan guardò Albaran con la coda dell’occhio. Il fratello se ne stava con le braccia incrociate, alla testa dell’orda oscura, in piedi, tranquillo come pochi. La sua calma era innaturale.
- Radere al suolo la città non basta? -
Grelwan scosse le spalle.
- Va bene... -
Si voltò e alzò una mano, osservando gli Heartless. Arcieri, Spadaccini, Assalitori, Lancieri, Shadows, Neo Shadows, Wizards, Defenders, Invisibili, Behemoth... Gran parte di tutte le tipologie di Heartless erano radunate alle loro spalle. Un esercito di decine di migliaia di esseri oscuri copriva la sabbia dorata del deserto. Una tenebra sembrava voler circondare il mondo.
Al gesto dello Stregone, un fremito scosse l’orda. Sempre tenendo la mano alzata, si assicurò che fossero pronti. Poi si voltò, in direzione di Linahar. Solo in quell'istante, ben conscio che il destino di moltissime persone risiedeva nel suo gesto, abbassò il braccio. Gli Heartless partirono all’attacco, accompagnati da nuovi ruggiti di tempesta.

- Ecco, siamo arrivati! Quelle sono le mura! -
I quattro si fermarono, a qualche metro dal portone.
- Tenetevi pronti, mi raccomando - disse Axander.
Lungo tutto il viale che tagliava trasversalmente la città erano appostati vari gruppi. Al centro, Sora, Axander, Paperino e Pippo. Alla loro sinistra Barret, Red, Leon e Yuffie. Alla destra, Marcus e Basch. Ogni gruppo era addetto a sbarrare una delle tre vie principali. Nelle retrovie, alcuni manipoli di soldati.
- Tifa e Aerith? - chiese Sora a Leon.
L’amico scosse il capo.
- Le ho detto di restare più indietro. Qui è troppo pericoloso per loro due. Tifa mi odierà, ma non c’è altra scelta. Inoltre... -
Un boato improvviso interruppe la conversazione. Qualcuno era già arrivato. Dopodiché, il silenzio più assoluto. Tutti si scambiarono occhiate sospette, senza dire una parola. A rompere quel silenzio ci pensò Axander, fendendo l’aria con le sue alabarde.
- Attenti! - gridò, mettendosi a correre verso il portone.
A pochi passi da questo, scattò sul muro, camminando lungo tutta la parete, verso l’alto. Giunto sulla sommità, spiccò un salto, sguainando le armi. Un fulmine gli passò accanto.
Sora vide a fatica che cosa stava succedendo. Tutta una serie di scariche elettriche si stavano abbattendo al suolo, senza però provocare alcun danno. Un guerriero, vestito di nero e armato di keyblade, era riuscito a scavalcare le mura ed era intento a fronteggiare Axander. Il Guardiano fu costretto ad indietreggiare, rientrando così nell’area entro le mura.
Scese a terra, mettendosi in posizione di guardia. Davanti a lui, atterrò, lento e leggiadro come una piuma, il suo avversario.
- Lui! - pensò Sora.
L’Allievo li aveva raggiunti nel luogo del combattimento.
- Gli Heartless, sono vicinissimi - disse Axander. - E Ilfrien sta proteggendo la loro avanzata con i suoi poteri... Stiamo ben attenti ai fulmini -
Axander volse il suo sguardo in direzione di Sora. Trasse un profondo respiro, prima di parlare.
- Ascoltami, Sora! A quanto pare costui è troppo forte per me. Tu gli hai tenuto testa già una volta e credo tu sia l'unico che possa contenere i suoi attacchi -
- Ricevuto! A lui ci penso io - ringhiò Sora, pregustando già la rivincita.
- Occhi aperti, Sora! Non c’è da andarci piano -
- Non sono uno sprovveduto. Voi pensate agli Heartless -
Sora impugnò l'Ultima Weapon con entrambe le mani e si lanciò all’attacco. L'Allievo mosse la testa di lato e scattò in avanti. Lo scontro ebbe inizio. 

  
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