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Autore: roseinwonderland    30/05/2015    2 recensioni
“Vedo che non è mai venuta. E questo mi dice ogni cosa.”
“Allora perché è venuta proprio lei a chiamarmi? Poteva venire chiunque altro.”
[fanfiction Loki/Nuovo personaggio][Leggete solo se avete visto entrambi i film!]
--->ATTENZIONE! Questa ff non tiene ASSOLUTAMENTE conto degli avvenimenti di un futuro Thor3!
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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NOTA DI PRELETTURA
[SPOILERS di Thor The Dark World!] Loki ha finalmente ottenuto il trono di Asgard, solo con un genocidio. E la guerriera, forse, dopo tante lotte, si lascerà finalmente andare alla pace. | Copertina---> http://alicebloomsburypotter.tumblr.com/image/86007313604

Il gioco delle parti

“Hai un esercito al tuo servizio, e vieni a dirmi che sei riuscito a farti sfuggire due asgardiani e un vecchio?
“Non-o , la ragazza è ancora in mano nostr-a—“
La presa si allentò sul collo del re.
“..ma il pp-ortal-le è andato distrutto.”
La mano bluastra si allontanò nel buio, e il sovrano stramazzò a terra tossendo a fatica. Un scintilla metallica sprizzò nell’oscurità . Una lama velocemente trapassò il petto del re, che emise un piccolo singhiozzo e nient’altro. L’essere nell’ombra rigirò la lancia nella carne, per poi sfilarla con un colpo secco.
Una guardia entrò di colpo, mentre il sangue si espandeva sul pavimento, circondando il cadavere scomposto in una grottesca macchia rossa.
La creatura, di spalle, rivoltava la lancia gocciolante nella mano, osservandone rapita i movimenti taglienti. Si fermò e si rivolse bruscamente al soldato ancora fermo sulla soglia; il sangue ormai aveva raggiunto anche i suoi piedi.
“Chiama il consiglio.”
Il soldato si avvicinò a spada tesa, un tremito che lo attraversava. “Chi sei?”
L’alieno si voltò, e nell’istante in cui poggiò a terra la lancia ogni oggetto nella stanza si sollevò in aria e rimase immobile sopra le loro teste. Un sorriso comparve sul suo volto pallido, e si trasformò in un ghigno.

“Il vostro nuovo re naturalmente!”

 
***

 
 
I passi pesanti del dio non erano che un piccolo scricchiolio sulle scale, mentre scendeva lento, verso la più bassa propaggine di Asgard, sotto il palazzo, sotto le prigioni, sotto ogni cosa.
 
Erano accadute troppe cose in breve tempo.
Il palazzo in fiamme.
I cadaveri ammucchiati alla rinfusa.
Un nuovo universo.
Lei scomparsa.
 
Thor continuò a scendere, ora più piano ancora. Era a conoscenza da anni dell’origine di lei, ma, finché non si era manifestato, il problema era rimasto un’ombra lontana, informe. Poi si era  infine presentato, e lui non era nemmeno lì.
 
Ricordava un giardino in fiamme. Lei al centro, che tentava di spegnerle: più si agitava, più il fuoco saliva verso il cielo scuro, finché la temperatura non era divenuta insopportabile. Poi si era voltata, l’aveva guardato. Paura nei suoi occhi chiari.
 
“Ti prego…”
Thor la abbraccia, e la stringe a sé. L’avrebbe protetta, anche se non sapeva bene da cosa.
 

Non parlava con Loki da parecchi mesi ormai.
Sospirò.
Probabilmente avrebbe cercato di ucciderlo, o non gli avrebbe nemmeno rivolto la parola.
Ma non importava. Il regno rischiava una guerra, di nuovo, contro i giganti di ghiaccio. Un nuovo universo si era aperto, e a fatica rimaneva difesa Asgard. Suo padre era scomparso, insieme a Meridia. Serviva qualcuno sul trono, e a Thor serviva un aiuto: non aveva bisogno di un prigioniero, ma di suo fratello. Di sangue  o non di sangue, era sempre cresciuto come un re. Era cresciuto come lui.
Era cresciuto con lui.
 

Il dio del tuono varcò la soglia delle segrete, e si trovò immerso nel buio.

 
***


 
“L’hai legata?”
“E’ stato necessario signore: ha ferito e ucciso venti delle guardie che l’hanno trovata.”

Meridia lentamente aprì gi occhi, e tutta la stanza attorno a lei girava. La testa era umida: si mise una mano sulla fronte, e la ritrasse quando senti qualcosa colarle sugli occhi. Rosso. Sanguinava.
Le due voci parlottavano soffocate. O forse era il colpo alla testa che le faceva sentire così basse.
Dei passi lenti da lontano. I soldati si spensero velocemente, e si misero sull’attenti. Sembravano avere paura.
“Aprite la cella, signori.” La voce era suadente, melliflua, ma anche tagliente. Affascinava e procurava timore allo stesso tempo. Meridia la conosceva, ma non aveva idea di chi fosse; chiuse gli occhi e si lasciò cullare dalla stanchezza, mentre la sua mente vagava tra i pensieri, triste.
 
***
 
Il gelo nella cella era intollerabile; persino il dio del tuono faceva fatica a non tremare. E il buio era opprimente, fumoso. Sentiva l’oscurità permeare le sue vesti, la sua pelle, fino alle ossa. Non era solo assenza di luce, era quasi un’ombra palpabile, viva.
Thor accese una torcia: la porta della cella era divelta dalle fondamenta, in un’esplosione di pezzi. Suo fratello non era dentro, ma lui sapeva che era vicino. Ne sentiva il respiro leggero nel buio, leggermente ansimante.
“Loki.”

Una voce sinuosa parlò dal vuoto: “Thor.”

L’oscurità si divise, e il corpo flessuoso e bluastro del gigante di ghiaccio scivolò di fianco al fratello.
“Loki, io ho-“
“Bisogno del mio aiuto?”
“Sì.”
“Non te lo darò fratello.”
“Il regno di Asgard sta cadendo: i giganti di ghiaccio progettano di attaccarci, un nuovo universo ci risorge dai nostri incubi , fratello. L’esercito è debole. Io sono debole.”
Loki sorrise malinconico.
“Ti prego fratello. Ti supplico, aiutaci.”
“Vi sto già dando ciò che volete, che avete sempre desiderato.”
“Loki…”
Un attimo di silenzio, mentre il dio del tuono rivolgeva lo sguardo disperato al fratello minore.

Ho bisogno di te.

Loki continuò a sorridere lievemente, allontanandosi sempre di più dall’asgardiano.
“Sto per scomparire.”
 
Le tenebre scomparvero, e con loro anche il dio dell’inganno, in un piccolo, insignificante sbuffo di cenere.
Thor respirò profondamente, quindi con un grido rabbioso scagliò il martello contro la parete, che fortunatamente si crepò soltanto. Le mura tremarono violentemente, e i servitori del palazzo trassero sospiri brevi. Il futuro sembrava incerto per tutti, anche per i principi di Asgard.


***
 
“Che bella bambolina abbiamo qui! Dicono che sei un esemplare unico nel tuo genere, metà demone, metà stella…”

La creatura accarezzò lentamente la guancia della guerriera svenuta, quindi fece scivolare le dita sul collo. Un lieve impulso verde passò dalla punta della mano alla pelle chiara di lei, che riaprì gli occhi di scatto, con respiri rapidi e leggeri.
“Sveglia bambolina.”
Due occhi rossi, profondi, la fissavano. Il viso era sottile, zigomi pronunciati, che spiccavano sull’incarnato rigorosamente bluastro, e segnato da arabeschi e irregolarità. I capelli, corvini, erano corti e fluenti, e contrastavano con il resto.
Meridia stava fissando un gigante di ghiaccio, che era chino su di lei, la bocca in una smorfia maliziosa e divertita. Calmò il respiro affrettato, e si tirò a sedere.

“Brava  piccola. Ora ti alzi” La tirò su con poca grazia. “e vieni con me.”

 
***
 
 
Loki camminava a passo spedito nella foresta.
Da quando aveva abbandonato la città, circa tre giorni prima, non era stato raggiunto. Aveva spesso sentito dietro di sé le voci frenetiche di qualche guardia, ma alla fine del secondo giorno avevano smesso di turbarlo.
Dopotutto, era sempre il dio dell’inganno.
Gli alberi, alti e scuri, si protendevano su di lui. Mancavano ancora parecchi giorni di viaggio, e il moro non aveva nulla con sé, né armi, né provviste. Aveva abbandonato la sua tenuta da battaglia, ed era rimasto in calzoni leggeri: non aveva più bisogno di armature, e la pelle bluastra, non più nascosta dall’incanto semipermanente, era scoperta.
Non aveva bisogno di nulla.

Gli occhi carmini brillavano nella semioscurità, mentre l’incarnato scintillava di lievi zampilli verdi, che percorrevano veloci le linee sul suo corpo tornito, come scariche elettriche nella notte. L‘enorme masso che interrompeva il passaggio dinnanzi a lui fu sbriciolato come sabbia in un lampo smeraldo, mentre il dio veloce passava attraverso la nube di polvere.
 
Aveva le uniche armi ammesse in quel gioco di parti che si ritrovava a giocare contro la sua volontà: la sua naturale magia, e la sua rabbia, che lo pervadevano entrambe, e a cui si stava abbandonando.

***
 
“Più potenza.”
“Non reggerà.”
Il gigante di ghiaccio ghignò. “Reggerà, la bambolina reggerà.”
Si avvicinò a Meridia, immersa in un intrico di cavi, che lentamente succhiavano energia dalle sue membra. Il gigante di ghiaccio diede un’occhiata soddisfatta alla sua opera, e il suo volto affilato si storse in una smorfia compiaciuta.

“Vediamo di riaprire questo portale, signori!”


 ANGOLO DELL’AUTRICE
Straritardataria, vi lascio con questo breve e misero capitoletto e FUGGO. No davvero, non posso trattenermi MA SAPPIATE CHE VI AMO MIEI POCHI MA AFFEZIONATI LETTORI.

#roseinwonderland
   
 
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