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Autore: _Destiel    31/05/2015    1 recensioni
"C'era una volta, nel centro di New York, lontano pochi isolati da Central Park, un Istituto. Una scuola, possiamo dire, dove i giovani Nephilim, ragazzi che dedicavano la vita alla lotta contro il male e a distruggere ogni forma di demone presente in questo mondo, venivano istruiti, allenati, preparati alla vita lá fuori. Ogni istituto era aperto a tutti i cacciatori che chiedevano ospitalità, ma alcuni di essi ci vivevano stabilmente. 10 ragazzi, maschi e femmine, erano stati assegnati ad esso e potevano quasi definirsi quasi indipendenti. Le loro vite, la loro sopravvivenza, il loro mantenimento erano sotto la responsabilità del Conclave, ovviamente, ma rimanevano abbastanza autonomi. Il Conclave aveva deciso di provare a fare questa sorta di "esperimento", per assicurarsi che, al compimento della maggiore età, questi ragazzi fossero in grado di gestirsi da sé, di essere dei bravi cacciatori. E aveva affidato loro la gestione dell'edificio."
Questa storia non riguarda, non direttamente, i personaggi descritti nei libri di Cassandra Clare, perché riguarda la generazione seguente. Infatti alcuni dei protagonisti sono proprio i loro figli. Coinvolge sia i personaggi di TMI che di TDI, che sono contemporanei.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ONCE UPON A TIME - CAPITOLO DIECI.
                                                                                                                New York, Maggio 2013

Pov Daniel

Tutto quello che stava succedendo in quel periodo era davvero un disastro. Da una parte c'era la sorella, che era stata ferita, ma per fortuna sembrava essersi ripresa. Ma anche il fatto che Lily, in quei giorni, lo stesse terribilmente ignorando, turbava terribilmente Daniel. Insomma, non a lui sembrava di aver fatto nulla di male, nulla che potesse averle recato disturbo, forse solamente aver passato molto tempo in infermeria. In ogni caso, era convinto del fatto che tutte le sue azioni erano giustificabile e la ragazza avrebbe potuto facilmento comprenderlo. Alla fine, anche lei aveva un fratello, al quale era emotivamente molto legata. Daniel aveva passato tutto il weekend in quello stato e anche metà della settimana successiva, quando decise di agire. Poco prima delle due, e quindi dell'allenamento, uscì dalla sua stanza, andando a bussare a quella di Lily, dall'altra parte del corridoio, per cercare di chiarire quella situazione, o almeno di avere risposte concrete. La ragazza aprì quasi subito, e quando lo fece, Daniel notò un'espressione stupita sul suo volto, che se non si aspettasse quella visita. I lunghi capelli biondi erano raccolti in una coda alta e il suo viso era completamente struccato. E a Dan, in quel momento, sembrava che fosse anche più bella del solito, con la tenuta nera da cacciatrice.

"Oh Daniel, ciao! Che ci fai qui?" Chiese la ragazza, appoggiandosi allo stupite della porta, sfoggiando un sorriso che sembrava essere molto falso. E dal suo volto, si vedeva chiaramente che qualcosa non andasse, ma meglio sempre sapere, e piuttosto soffrire, che rimanere in bilico.

"Penso che dobbiamo parlare." Le rispose il ragazzo, anche se leggermente teso. Lily annuì e si scostò, per lasciarlo passare e poi chiudere la porta. Daniel aprì la bocca, ma le parole semplicemente non uscirono, perché quella situazione si era dimostrata più difficile di quel che si aspettasse. Ma per fortuna la ragazza lo precedette, iniziando a parlare molto velocemente e gesticolando in continuazione.

"Mi dispiace, Daniel. So cosa vuoi dire e ti assicuro che in tutto questo, tu non c'entri assolutamente nulla. Il problema... il problema sono io". Ma Daniel, in tutta sincerità, non capiva quella parole, che erano come vuote, e infatti corrugò la fronte, aspettando che la ragazza continuasse."I-io" iniziò Lily, deglutendo e distogliendo lo sguardo dal ragazzo in piedi di fronte a lei "Penso di essermi innamorata di te." Concluse, facendo spalancare gli occhi di Dan dalla sorpresa. Decisamente, non si aspettava quella rivelazione, ma soprattutto non pensava che lei lo avrebbe mai detto.

"Lily... e quale sarebbe il problema, allora?" Le chiese dolcemente il giovane Herondale, avvicinandosi a lei, dopo aver almeno provato a controllare i battiti del suo cuore. Perché anche lui, ultimamente, si era accorto di provare dei profondi sentimenti verso quella ragazza, che lo rendevano terribilmente fragile, ma anche molto felice, di poter avere di nuovo la grande possibilità di essere amato. La ragazza scosse la testa, tuffandosi tra le sue braccia e lasciando cadere qualche lacrima sulla sue guancia, che Daniel provvide ad asciugare con dei leggeri baci.

"Ho paura...Io non posso fare questo, non posso. Mi sono ripromessa milioni di volte che non ci sarei cascata di nuovo, così il dolore non avrebbe potuto sconvolgermi. Ma poi sei arrivato tu e hai completamente, terribilmente, scombussolato la mia vita. E io voglio davvero provarci, perché tu sei una persona davvero straordinaria... ma non penso di poter reggere un'altra delusione" ammise la ragazza, buttando fuori le parole, ma senza mai staccare gli occhi dai suoi .Daniel comprendeva la difficoltà della situazione; essere leggermente spaventati da tutto ciò gli pareva una cosa completamente normale, ma il ragazzo era anche convinto del fatto che fosse sempre meglio mettersi in gioco, e magari rimanerne anche fregati, piuttosto che passare la propria vita nel rimpiangere tutte le occasioni sprecate.
Dopo averla guardata negli occhi, per assicurarsi che capisse al meglio, l'Herondale esclamò lentamente e scandendo le parole una ad una: "Ti amo anche io, Lily Lewis." E Lily, vedendo in lui la completa sincerità, annuì, cercando di convincersi di quelle parole. E quando Daniel la baciò, i dubbi si dissolsero nel nulla, come trasportati da un fragile vento, che ti può infastidire, tormentare, a volte anche spezzare, ma mai buttare giù.

Qualche minuto dopo, i due ragazzi stavano correndo giù per le scale, precipitandosi in palestra, ridacchiando. E fortunatamente, riuscirono ad arrivare in tempo, qual che secondo prima dell'arrivo degli istruttori.                                                                                                                       Quel pomeriggio, l'allenamento non fu molto pesante, e Daniel riuscì a notare la mancanza sia di Ella, giustificata dalla ferita al fianco, sia di Damon, che non aveva più visto dalla sera prima e non sapeva che fine avesse fatto. Probabilmente, si era  cacciato in qualche guaio, come al solito. Alle sedici, quando i ragazzi furono liberi di andare, Daniel non perse tempo e corse subito dalla sua nuova, e ufficiale, ragazza, per poi prenderle la mano e iniziare a baciarla. E nel frattempo, sentì la voce di qualcuno, come sempre quella di Travis, esclamare: "Prendetevi una stanza!". Ma Daniel risolse tutto con un medio, in direzione del ragazzo.

"Ti ho preparato un sorpresa" Disse il ragazzo, sorridendo, suscitando una risatina da parte di Lily. "Fatti trovare nell'atrio, alle venti in punto, e... vestiti bene!".  E dopo averle lasciato un altro dolce bacio, corse via in camera sua, per iniziare a lavarsi e prepararsi, in attesa della grande serata. Ah, l'amore. Che sentimento così complicato, che ti può sconvolgere la vita, oppure portarla alle stelle. Ma alla fine, non esiste rimedio all'amore, se non amare ancora di più.

 

 

Pov Ella

L'orologio del corridoio segnava le tre in punto, quando Ella si precipitò fuori dalla stanza di Lydia, con in mano il proprio cellulare. Quindi, l'allenamento doveva essere ancora in corso, e di conseguenza, né Lydia, nè Robert, nè gli altri ragazzi, avrebbero potuto essere alle sue spalle. Eppure la ragazza si sentiva lo stesso agitata, consapevole di essere una frana nel mentire, e soprattutto, di aver commesso un'azione sbagliata: violare la privacy della sua istruttrice. Che a molti avrebbe potuto sembrare essere una cosa anche piuttosto banale, e quasi stupida, ma lei riusciva comunque a provare un leggero rimorso. Ma alla fine, se loro non li avessero voluto dire nulla, l'unica scelta plausibile era scoprirlo da sola. Giunse in fretta nella biblioteca dell'Istituto, situata al primo piano, ma nella zona ovest, e subito accese il computer lì presente, per iniziare a stampare le foto che aveva salvato sul cellulare, per permettersi una migliore lettura. I fogli ammontavano in totale ad una decina ed erano scritti con un carattere davvero molto piccolo, e ciò stava ad indicare che in essi fossero contenute numerose informazioni. Ella li prese subito, appena stampati, e si buttò su una delle poltrone lì presenti. E, dopo averli riordinati dal primo all'ultimo, iniziò a leggerli uno ad uno.

"Oggi, giorno undici di Maggio 2004 tra la Fifth Avenue e la East 57th Street, è stato rilevato un cadavere di un Nascosto, precisamente un licantropo. Le ferite inferte sul cadavere non rivelano segni di lotta o un vano tentativo di difesa. Il cuore non si trova all'interno del corpo, strappato con una forza quasi sovrumana, ma è l'unico organo mancate. Sul petto vi è una grande incisione, probabile mente recata con un pugnale da lancio, raffigurante la lettera "L". Non vi sono tracce dell'assassino. Il licantropo è stato identificato con il nome di John Morrison. "

9 anni prima. Omicidi con le stesse caratteristiche di quelli delle ultime settimane. Ella passò al foglio seguente.

"Oggi, giorno quindici di Maggio 2004 in prossimità della West 52nd Street , è stato rilevato un cadavere di un Nascosto, precisamente un vampiro. Le ferite inferte sul cadavere non rivelano segni di lotta o un vano tentativo di difesa. Il cuore non si trova all'interno del corpo, strappato con una forza quasi sovrumana, ma è l'unico organo mancate. Sul petto vi è una grande incisione, probabile mente recata con un pugnale da lancio, raffigurante la lettera "N". Non vi sono tracce dell'assassino. Il vampiro è stato identificato con il nome di Roland Smith.  Vi sono molte omologie con l'omicidio avvenuto il quattordici Maggio 2004 del licantropo John Morrison. Si ritiene, pertanto, che entrambi siamo stati commessi da un serial killer comune. "

Ella, nella seguente ora, lesse tutti i fogli stampati e tutti rivelavano le stesse informazioni. Gli Tutto coincideva e in nove anni mai nessuno era riuscito a scoprire chi fosse il responsabile. Ben dodici persone avevano perso la vita, privati delle loro famiglie, che avevano pianto la loro morte senza mai ricevere risposte. E tutte nello stesso modo, in entrambe le due serie. I documenti erano scritti tutti esattamente nello stesso modo. La fortuna, se così può essere definita, è che nel 2004 erano state uccise sei vittime, in totale. E nel 2013, quindi, gli omicidi erano stati terminati, seguendo lo stesso schema. Infatti l'ultimo risaliva al sabato precedente, il 25 Maggio. Anche le date erano molto ripetitive. Il martedì e il sabato dalla seconda alla quarta settimana di Maggio, ma avvenivano sempre in luoghi diversi, e quindi non potevano essere prevenuti. Ovviamente poi vi era la faccenda delle lettere incise sul petto, che era quella che più incuriosiva e affascinava la ragazza. Doveva per forza esserci sotto qualche stratagemma, ma in quel momento sembravano solo lettere completamente a caso. La ragazza rimase un altro po' a scervellarsi sui documenti, ma quando sentì la porta aprirsi fu costretta a nascondere tutto velocemente in un libro scelto a caso, prenderlo in mano e poi uscire dalla stanza.  Purtroppo, ebbe la sfortuna di essere notata dalla persona che, probabilmente, ne era appena entrata, che si rivelò essere l'ultimo ragazzo sulla faccia della Terra che avrebbe voluto vedere: Damon. Il ragazzo però, dopo averle dato una veloce occhiata, proseguì per la sue strada, ignorandola e senza nemmeno salutarla, ed Ella, emesso un sospiro di sollievo, uscì in fretta dalla biblioteca, stringendosi il libro al petto. Percorrendo le scale e poi il corridoio, diretta alla sua stanza, vide Lily mettersi in mezzo al suo percorso, improvvisamente.

 "Mi serve il tuo aiuto. Necessariamente. Mi salveresti la vita." Le chiese la ragazza, dal al voce della quale si poteva percepire una leggera ansia, mista a euforia.

"Certo, sono a tua completa disposizione. Ti raggiungo nella tua stanza tra due minuti" Rispose Ella, sorridendo, con l'intenzione di andare prima a posare il libro, e quindi i documenti nella propria camera. Lily le sorrise, iniziando a camminare nella direzione opposta, mente la giovane Herondale nascondeva sotto il letto tutti i fogli, per poi raggiungerla velocemente. La bionda aveva preparato sul letto un serie di vestiti, quindi probabilmente, era quel il suo "problema". Ipotesi che si rivelò fondata.

"Tu conosci tuo fratello, i suoi gusti.  Quale gli potrebbe piacere di più?" Domandò Lily, completamente emozionata barra agitata. Oddio, se fossero stati i quelli i problemi della vita, l'umanità sarebbe stata felice. Ma dopotutto, mai contrariare una ragazza innamorata. Ella quindi indicò un abito blu, che non a caso era anche il colore preferito di Daniel, e che, secondo la sua modesta opinione, alla ragazza sarebbe stato benissimo. Infatti Lily ne fu completamente entusiasta e la abbracciò, sussurrando al suo orecchio "Sei la migliore". Ella ricambiò il suo sorriso, e poi la lasciò prepararsi in tutta tranquillità per quello che, da quale che aveva capito, sarebbe stato il primo appuntamento con Daniel. Beati loro che riuscivano pensare a queste cose in questo periodo. Ella avrebbe voluto sapere come facessero. Alla fine, si ritirò in camera sua, per poi sdraiarsi sul letto e riprendere a leggere i documenti.

Nelle seguenti ore non analizzò molto, ma sempre meglio di niente. La prima serie di omicidi comprendeva due vampiri, un lupo mannaro, uno stregone, una fata e un nephilim; la seconda era pressoché simile, con due stregoni, una fata, un vampiro,un licantropo e un cacciatore. Ma non erano identici, e quindi Ella dedusse che dovessero essere abbastanza casuali. Tutti erano stati commessi di notte, ma quello doveva essere principalmente un fatto di comodità, quindi fu abbandonato subito. Le età erano simili e questo poteva essere un collegamento, che la ragazza si appuntò su un blocco. Ma il fatto che proprio non riusciva a togliersi dalla testa era assolutamente la questione delle lettere. Dovevano avere un senso e ormai capire ciò che legava era diventato un principio. Ma per quanto Ella si impegnò a riordinarle in modo da formare una parola qualsiasi, nessuna sembrava di essere di senso compiuto. Alla fine la loro combinazione era abbastanza strana: che razza di parola puoi scrivere con  quattro "H", due "R", una "Y", una "Q", una "L", una "N", una "K" e una U"?

 

 

Pov Adam
'Damon è sempre più coglione': questo era il pensiero di Adam, man mano che i giorni avanzavano. E un giorno lo prendeva a pugni, e un giorno litigava senza motivo con Ella - perché si, lei gli aveva raccontato tutto - e il giorno dopo, invece, saltava l'allenamento, senza avvisare. Che persona tremendamente irresponsabile ed egoista. Ma ovviamente, cosa ci si poteva aspettare dal figlio di Sebastian Morgenstern? Niente di meglio.
Adam, quel giorno, dopo aver finito l'allenamento ed essersi per po' riposato nella propria camera, era tornato da Ella, sia per controllare come stesse e se si fosse ripresa, sia perché non la vedeva da parecchio tempo e voleva salutarla. Quando bussò alla sua camera, sentì degli strani rumori provenire dall'interno, come di un libro, ma subito la ragazza si presento ad aprirgli. Non appena lo vide, lo strinse in un grande abbraccio, cha Adam ricambiò volentieri. Ella lo fece entrare, per poi buttarsi sul letto, mentre Adam si sedette sulla poltrona, chiedendole se si fosse ripresa dalla ferita. La ragazza gli rispose affermativamente, iniziando a squadrarlo in modo strano, facendo sorridere Adam.

"Lo so che sono bello, ma non devi guardarmi così. Ti vedo solo come un'amica" Disse il rosso, ridacchiando leggermente. Ella, per tutta risposta, gli tirò un cuscino contro, ridendo a sua volta e fingendo che il ragazzo le avesse spezzato il cuore, con quella frase. Ma ad un tratto, la ragazza scosse la testa, ritornando seria, guardandolo curiosa.

"Mi ricordi qual è il tuo cognome, Adam?" Chiese Ella, sorridendo. Il ragazzo rimase un po' stranito dalla domanda, e le domandò perché, per ricevere in cambio un semplice 'curiosità'. E quindi ripeté il proprio cognome: Kingsmill, Adam Kingsmill. La giovane Herondale annuí, per poi cambiare discorso.

"Stamattina ho visto Sam con una tipa, un ragazza bionda con un nome russo... Anya, forse. Si, Anya. Hai idea di chi sia?" Esclamò Ella, sdraiandosi a pancia in giù sul letto. Adam sapeva bene che la troppa curiosità fosse il suo difetto principale, ma alla fine non faceva male a nessuno.

" A quanto ho capito, l'ha incontrata al Pandemonium settimana scorsa e hanno iniziato una 'relazione' " Iniziò Adam, facendo il segno delle virgolette "Quel tipo di relazione. Ma non so altro, solo quello che mi ha detto Max". Ella sbadigliò, rivelando quindi una certa stanchezza. E in effetti il rosso la capiva; doveva essere parecchio noioso stare tutto il giorno da sola, in quella situazione. Nonostante questo, però, il ragazzo notò un qualcosa di strano in lei, una certa tensione nascosta, mista a preoccupazione e dispiacere. Probabilmente, era colpa di tutto quello che aveva passato.

"Sembri stanca... Ti lascio riposare, okay?" Le chiese Adam, alzandosi e avvicinandosi a lei. La ragazza annuì, quindi lui, dopo averle dato dolcemente un bacio sulla fronte, uscì dalla camera. Quando si parla del diavolo, ecco che spuntano le corna. Infatti Sam e Anya, appoggiate al muro, di fianco alla camera della cacciatrice, si stavano appassionatamente baciando. Adam si avvicinò a loro, tossendo leggermente. Le due ragazze, vedendolo avvicinarsi, si staccarono, per così dire e Sam gli lanciò un'occhiataccia. Anya - e il nome lo aveva appreso da ella- arrossì completamente e quel punto il ragazzo potè notare una cosa. Non vi era alcun tipo di marchio sulla su pelle pallida, quindi probabilmente non doveva trattarsi di una Nephilim. Ma, essendo lì all'Istituto, non poteva neppure essere una mondana. Che cosa poteva essere, dunque? Una Nascosta?

 "Noi andiamo a fare un giro con degli amici, rosso" Disse Sam, prendendo la mano dell'altra ragazza "Vuoi venire con noi?". La bionda, Adam doveva ammetterlo, sapeva davvero divertirsi e, anche se l'ultima volta si era persino ubriacato, tutto ciò gli piaceva decisamente. Avendo accettato, i tre ragazzi si diressero al piano inferiore, ma vi trovarono Lydia.

"Dove pensate di andare?" La giovane istruttrice si mise in piedi, davanti a loro, con la divisa e le braccia incrociate al petto. E la cosa strana, è che sembrasse proprio aspettarli. Stranamente, non fece nessun tipo di commento su Anya, pur non conoscendola, tuttavia proibì agli altri di due di uscire quella sera, a causa di tutti gli omicidi avvenuti recentemente. "Io e Robert dobbiamo svolgere una missione per conti del Conclave. Ma non uscite, vi assicuro che se lo farete, noi lo verremo in qualche modo a sapere." E detto ciò, fece la sua uscita teatrale. Adam sbuffó, facendo per tornare in camera sua, ma Sam lo bloccò, prendendolo per il braccio sinistro. Sul volto aveva un sorriso malizioso, e da ciò il rosso dedusse che la ragazza dovesse avere un qualche piano, per eludere i comandi.

"Ha detto che noi non possiamo uscire, giusto?" Iniziò la bionda, per poi ricevere un cenno positivo "Ma non che gli altri non possono entrare." Adam scoppiò a ridere, e dopo aver confermato la genialità di Sam, aspetto che Anya andasse ad avvisare i suoi "amici" che entrassero. E così fu, dopo qualche minuto. I ragazzi in questione erano due: uno moro, di nome Nate, e l'altro invece biondo, un certo Dimitri, che scoprì essere il fratello di Anya. In mano, entrambi, portavano delle bottiglie di birra. Ci si sarebbe divertiti, pensò Adam nel frattempo, facendo strada verso il salotto, dove i ragazzi si accomodarono, iniziando a bere.

La serata alla fine fu pressoché tranquilla, non vi furono grandi problemi, dato che fu dominata principalmente da conversazioni di vario genere, al contrario di quello che Adam sperava. Così, verso mezzanotte, nonostante Lydia e Robert non fossero ancora tornati, il ragazzo si ritirò nella propria camera da letto, dove si addormentò immediatamente, appena toccato il letto.

  
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