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Autore: V@le    06/01/2009    3 recensioni
I ricordi. Belli o brutti, sono sempre parte di noi, qualcosa di essenziale. E’ un viaggio alla riscoperta di cose vecchie e nuove.
[JiraTsu(anche friendship)]
Partecipante e vincitrice del premio per l'attinenza alla traccia al contest 'Non conosci il titolo?!' indetto da Dreaming Ferret.
In onore dell'amicizia, dell'amore costruito su di essa.
Genere: Malinconico, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jiraya, Shizune, Tsunade
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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WE’RE JUST A SHADOW OF WHAT WE USED TO BE

Dedicata a Simone.

Grazie per avermi regalato il sorriso quando avevo voglia di piangere
e per rendere ogni mia giornata speciale.


Un pugno alzato davanti ad una porta.
Un pugno che tremava.
Gli occhi di Shizune indugiarono ancora sul biglietto attaccato allo stipite.
Non disturbare’.
La ragazza abbassò la mano.
Avrebbe voluto vedere cosa stava succedendo nell’ufficio del Quinto Hokage.
Era troppo preoccupata.

La polvere vagava ancora nell’aria, rendendola difficilmente respirabile: per questo Tsunade aveva aperto la finestra.
Tornò a sedersi alla scrivania, posando lo sguardo su un vecchio album.
Voleva aprirlo. Voleva esplorarlo con i suoi occhi.
Eppure non riusciva a muoversi.

[Once again,I’m falling to my knees]

Qualcosa la bloccava e non aveva idea di cosa fosse.
O forse sì.

[Now this feeling is spreading like a disease]

Scosse il capo.
Quante sciocchezze.
Era l’Hokage, che diamine: come poteva sentirsi impotente davanti a un semplice album fotografico?
Eppure era così.
Un tremito, e fece piombare la mano sulla scrivania, per poi aprire con uno scatto lo spesso volume.
Quasi non credette a ciò che vide: nella pagina che aveva davanti a sé, c’era quella foto.
Socchiuse gli occhi, ma non per disprezzo.
Le palpebre le si abbassarono per la stanchezza provocata dall’estrazione dei ricordi da quell’organo tanto complesso chiamato cuore.

[In the night there's a fire in my eyes.
And this paradise has become a place we've come to cry]

Il team Sarutobi.
Un uomo e tre ragazzini.
Tre bambini ancora liberi, senza il peso dei sentimenti, della guerra, dei tradimenti.
Tsunade sarebbe stata pronta a giurare di sentire un’emanazione nostalgica provenire da quella foto sbiadita.
Posò la fronte ad una mano, sentendosi la testa scoppiare.
E pensare che ai quei tempi era così spensierata, così allegra.
Forse era stata addirittura felice.
Tutto l’opposto del presente.
Cos’era lei? Cosa stava facendo?

[The life we're living, it's all a masquerade]

Non lo sapeva.
E si sentiva tremendamente abbattuta per questo.
Una folata di vento entrò dalla finestra, infastidendo la donna.
Un giro nel pozzo dei ricordi?”
L’Hokage si permise un sorriso amaro, per poi voltarsi verso Jiraya.
Tu non entri mai dalla porta, vero?”
Mi piacciono di più le finestre” rispose lui, dando un’occhiata in giro, per poi tornare a guardarla, analizzatore.
Che c’è?” sbottò Tsunade, distogliendo lo sguardo.
Stavo pensando che, se proprio ti dà fastidio, la prossima volta userò la porta: non voglio che tu mi rompa un’altra volta le costole.”
La donna lo fulminò con gli occhi, per poi far girare la poltrona su sé stessa, in modo da dargli le spalle.
Che sei venuto a fare?”
A farmi gli affari tuoi” l’uomo si appoggiò con una mano sullo schienale “stai bene?”
Dall’espressione del giovane viso traspariva panico.
Deglutì.

[Here we are, pretending we're ok]

Certo.”
Sì, come no… e tu hai la forza di un moscerino…” si appoggiò alla scrivania, così da guardarla in faccia “il che è assolutamente falso, anche perché parlo per esperienza personale.”
Tsunade abbassò il capo, visibilmente irritata.
Se sei venuto qui a fare il buffone, è meglio che sparisci!”
Sono venuto a vedere come stai” rispose veloce Jiraya, incredibilmente serio “e, siccome tu non vuoi essere sincera, resterò qua finché non mi dirai la verità.”
La facciata dell’Hokage in quell’istante stesso si frantumò.
Restò il fragile essere umano, la semplice donna senza difese.
Lo sguardo le scivolò ancora sulla foto.
Che cosa siamo diventati?”
L’uomo spalancò gli occhi.
Cosa ci è rimasto dei ragazzini che eravamo una volta?” continuò lei “Mi sembra di aver perso tutto quello che avevo allora. E non riesco a ritrovare neanche la più piccola insignificante cosa.”

[We're just a shadow of what we used to be]

Percepiva l’umido invaderle le palpebre, sentiva le labbra cedere al tremore, e l’orgoglio rimbombava nel suo petto, incredula di essersi esposta così tanto.
Io l’ho ritrovata, quella piccola insignificante cosa.”
Jiraya sorrise, vedendo la donna alzare il capo.
Che?” domandò lei fiaccamente.
E ho ritrovato molto altro ancora. Tutto quello che pensi abbiamo perduto, è tutto integro, conservato in luoghi molto più fertili del nostro corpo.”
C-cioè?”
Cioè, non vorrai mica farmi credere di non esserti accorta che Sakura è l’esatta copia di te stessa alla sua età!”
Tsunade era confusa. Che stava dicendo?
Come lo è Naruto di me. E… purtroppo, come lo è Sasuke di Orochimaru. Ma comunque sono tutto quello che eravamo noi un tempo. Questo vuol dire…”
“… che non ci siamo persi del tutto?” continuò poco convinta lei.
Esatto. Questo è confortante, non trovi?”
Il Quinto si alzò lentamente, per poi andare alla finestra.
No.”
Come?” chiese Jiraya, seriamente stupito.
E’ vero, forse non ci siamo persi del tutto… ma comunque non siamo più gli stessi. E sinceramente… io non ho ancora capito chi sono ora.”
Dai, come fai a non saperlo? Tu sei…”
Lo so che sono il Quinto Hokage, non ho bisogno che tu me lo dica!” sbottò “Ma io non mi ci sento, Hokage. In realtà credo di non essere tagliata per questo.”
Silenzio. Pesante silenzio. La donna non sentiva più niente, se non il fruscìo del vento.
Poi un contatto: una mano sulla sua spalla.
Tu sei Tsunade, il miglior ninja medico che io conosca a questo mondo. E la mia migliore amica d’infanzia.”
Quella si voltò verso di lui, a dir poco esterrefatta, trovandolo a sorriderle.

[Whenever I need you
Wherever I run to]

Gli occhi le si inumidirono.
Non riuscì a trattenersi, neanche per orgoglio: in un attimo si ritrovò al petto di Jiraya, a mordersi le labbra per non singhiozzare.
Sentì le robuste braccia dell’uomo posarsi sulla sua schiena, con fare rassicurante.
Sei un bravo Hokage, Tsunade, checché ne dicano quei due vecchiacci che stanno sempre a criticarti.”

[I know where to find you]

Lo credi davvero?”
Certo che sì… anche perché, se osassi mentire, con te me la vedrei brutta.”
Lo spintonò, irritata. In un momento come quello si metteva a fare battute vecchie di secoli?
Idiota! Quando la smetterai di rinfacciarmi quella vecchia storia?! Come se non fosse stata colpa tua!”
Stranamente, Jiraya stava sorridendo ancora.
Cosa c’è di divertente?!”
Hai smesso di piangere.”
Tsunade rimase a bocca aperta. Era vero: come aveva cominciato a fare il buffone, le lacrime avevano smesso di uscire.
Ora che ci pensava, era stato sempre così: fin da ragazzini, ogni volta che si sentiva giù, lui le faceva qualche battutaccia, facendola arrabbiare fino ai limiti del possibile.
In questo modo, però, la tristezza se ne andava, facendola sentire più leggera.
Squadrò l’ex compagno di squadra, ringraziando gli dei di averle affiancato una persona del genere.
Non credeva di poterlo pensare, ma non sapeva davvero come avrebbe fatto senza di lui.

[I know where to find you
It keeps me holding on]

Grazie, Jiraya.”
Stavolta fu lui a stupirsi, udendo quelle parola dalla donna che l’aveva nuovamente abbracciato.
Figurati.”
Era un momento meraviglioso, di completa serenità.
Che fu interrotto dal timido bussare alla porta.

Signorina Tsunade?”
Shizune entrò cautamente, temendo una brutta reazione da parte dell’Hokage.
Sì?”
Stava in piedi in mezzo alla stanza, girata verso la finestra.
Le ho portato del tè.”
Grazie, posa pure tutto sulla scrivania.”
La ragazza esaudì la richiesta, per poi dirigersi verso il corridoio.
Signorina, sicura che vada tutto bene?”
Lo sguardo del Quinto indugiò ancora un poco in quella direzione, come se ci fosse stato qualcosa.

[it keeps me holding on]

Sì, Shizune.”
Di nascosto sorrise. Di un sorriso tenero.
Sì, va tutto bene.”
Bene” sospirò l’altra sollevata “buonanotte, signorina.”
Uscì.
Tsunade rimase immobile ancora per un po’.
Poi andò ad affacciarsi alla finestra.
Scoppiò a ridere.
Sì, va tutto bene.”


Fine


  
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