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Autore: Alise13    01/06/2015    3 recensioni
Il Dolce Amoris non è un liceo come tutti gli altri, infatti, le classi, sono divise in due sezioni, la normal class e la pro class.
Le vicissitudini tra le due classi danno vita a lotte e dissapori tra gli alunni. Riuscirà Bells, ragazza apparentemente normale, a trovare la "formula perfetta"? Tra nuove amicizie, problemi, e scuola, Bells troverà il suo vero amore?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!!! Spero che la lunghezza del capitolo sia accettabile. A causa delle mie mille idee e la limitata capacità di buttarle tutte nero su bianco, ho notatao che sarebbe stato meglio chiudere così questo capitolo, spero che coinvolga lo stesso chi avrà voglia di leggerlo!!! Buona lettura e sotto con i commenti costruttivi hahahah un bacio.



Il rumore della sveglia rimbombava senza sosta, martellandomi le orecchie. Allungai qualche volta la mano in cerca del pulsante, ma senza successo. Dopo molti tentativi vani, riuscì nella missione, facendomi tirare un sospiro di sollievo. I lunghi capelli castani inondavano il letto, scostai qualche ciocca dal viso e con due o tre sgambettate mi liberai dalle coperte. Amavo il mio nuovo letto, due piazze e mezzo e altissimo. Per salirci prendevo sempre la rincorsa. Scesi dal letto con un balzo, mi misi le ciabatte a forma di mucca e prima di avviarmi verso il bagno, con un gesto rapido e in dolore aprii le tende. La luce entrò prepotente inondando tutta la camera, i miei occhi, abituati da ore alla penombra, si chiusero di scatto. Pian piano li riaprii, i raggi li fecero brillare come topazi e i capelli svelarono il loro riflesso caramello chiaro. Arrivata davanti allo specchio, mi guardai attentamente, i capelli erano un disastro, per fortuna, avevo puntato la sveglia un’ora prima.  Accesi la doccia e passai una mano sotto l’acqua per trovare la temperatura giusta. Mentre lasciavo che il vapore si diffondesse nella cabina, mi detti un altro sguardo. Con il dito mi sfiorai le occhiaie. Oh queste? Poi ripensai alla nottata passata. Non avevo fatto altro che rigirarmi nel letto per ore, senza riuscire a prendere sonno. Dovevo decidere come avrei impostato da lì in poi la mia vita e non era una scelta facile, ma di certo non avrei lasciato che gli eventi mi sopraffacessero così. Quella stessa notte decisi che, sarei stata me stessa, senza nascondermi, senza celare il mio vero io. Dopo quella presa di coscienza, mi addormentai.
Finita la doccia, mi sedetti alla scrivania e presi il foglietto viola stropicciato. Con le mani cercai di stirarlo, ma le profonde pieghe non accennarono a sparire. Mi accorsi solo qualche minuto dopo che dalla cartella spuntava un altro foglio, era la lista dei club che mi aveva dato Kim. Lo presi e lo lessi.

LISTA CLUB 2015
  • CLUB DI BASKET (luogo: palestra)
  • CLUB DI GIARDINAGGIO (luogo: serra)
  • CLUB DI SCRITTURA CREATIVA (luogo: aula 1.03)
  • CLUB DELLE SCIENZE (luogo: laboratorio)
  • CLUB DELLE BELLE ARTI (luogo: aula 0.02)
  • CLUB DI MUSICA (luogo: sala prove/seminterrato)
  • CLUB DEL CINEMA (luogo: auditorium)
I provini e le ammissioni si terranno il giorno giovedì P.V. Le lezioni saranno sospese per tale giorno, per dare l’opportunità agli alunni di conoscere i vari club ed iscriversi. La giornata inizierà alle ore 8:00, come tutte le mattine, fino alle 16:00. Gli alunni potranno frequentare dagli 0 ai 2 club. Buona fortuna e scegliete con criterio. Per ulteriori chiarimenti, rivolgetevi al personale qualificato:
  • Direttrice
  • Delegato Nathaniel
  • Capi club
                                                                                                                                                                LA DIRETTRICE
                                                                                                                                                             Sophie Marie Dubois



Dopo un’altra rapida occhiata, lo rinfilai nello zaino e cominciai a prepararmi. I capelli erano ancora fasciati dentro un asciugamano celeste. Aprii l’armadio e presi la divisa. Adoravo le gonne e quindi, anche per quella mattina, lasciai i pantaloni nell’armadio. Le pieghe le davano un’aria frizzante, dopo avere indossato anche la camicia bianca ed essermela infilata dentro la gonna, feci qualche giro su me stessa. La gonna danzò. Aprii uno scomparto del cassettone per prendere un paio di calzini lunghi, alti fino al ginocchio. Anche quelli erano blu scuri, come il resto dell’uniforme. Non faceva freddo, ma presi anche un golf per sicurezza e me lo legai in vita. Le scarpe erano marrone scuro con un po’ di tacco. Ero bassina e quei centimetri in più, mi davano più sicurezza. Mi detti un altro sguardo allo specchio e poi andai ad asciugarmi i capelli. Quando scesi al piano di sotto, mi accorsi che la casa era particolarmente silenziosa. Arrivata in cucina, vidi un post it appeso al frigorifero, con scritto:
“Scusa Bells devo scappare. Ti ho lasciato dei soldi per il biglietto del bus. Buona giornata tesoro! Papà. “
"Accidenti a lui!"
Serrai il pugno in aria. Per quello scherzetto, gli avrei fatto cucinare la cena per una settimana. Non sapevo nemmeno quale bus portasse a scuola. Rassegnata feci spallucce. Uscita, decisi che, visto il mio anticipo, avrei tentato di arrivare a scuola a piedi. Dopo un tempo, che mi sembrò infinito, i palazzi e le case cominciarono ad assomigliarsi e niente mi dava l’idea di essere sulla strada giusta. Dopo 20 minuti che camminavo, decisi di chiedere indicazioni a qualcuno. Una signora anziana, seduta su una panchina, mi sembrò la persona ideale. Aveva un viso dolce, l’aria assorta in pensieri lontani. Le mani, consumate da una vita di lavoro, riposavano in grembo. I capelli grigi erano come fili d’argento al sole.
“ Scusi signora se la disturbo.”
Dissi con gentilezza. La vidi destarsi da quello che, mi parve, un dolce ricordo. Ero consapevole di averla bruscamente riportata alla realtà e mi dispiaceva, perché aveva un’aria così serena. Mi fece un sorriso di cortesia.
“ Mi dica signorina.”
 Disse lei dolcemente.
 “ Scusi, ma mi sono persa, dovrei arrivare al liceo Dolce Amoris mi potrebbe aiutare gentilmente?”
“Certo cara, non sei lontana, non ti preoccupare.”
 Nel giro di qualche minuto mi spiegò la strada. La salutai e la ringraziai per poi vederla tornare al suo dolce ricordo. Camminai e camminai, finché, una casa mi catturò. Era bellissima, sembrava una di quelle case da film. Lo stile era tipico delle case vittoriane, con tanto di colonne bianche all'entrata e due torri che si allungavano verso il cielo. Rimasi a bocca aperta. Poi delle urla mi distolsero dall'ammirare quella meraviglia dell’architettura. Vicino al vialetto, che portava alla casa, poco distante da un muretto di gelsomini in fiore, c’era un uomo che menava le mani in aria e sputava parole d’odio a quello che, mi sembrava un ragazzo, forse suo figlio, pensai. Poi lo vidi, capelli rossi fuoco. Era Castiel. Non credevo ai miei occhi. Non saprei descrivervi la sua espressione, un misto di odio e finto menefreghismo, il tutto incorniciato da un sorriso di sfida. Suo padre lo aveva afferrato per il collo della giacca e lo strattonava. Le mie gambe cominciarono a muoversi, ma il cervello non aveva ancora realizzato. Vidi l’uomo stringergli con forza il collo ed alzare una mano, come per colpire. Lo sguardo di Castiel cambiò, era scioccato, ma non per lo schiaffo imminente, no. Mi vide. Senza nemmeno accorgermene ero in mezzo a loro. BAMM!! Qualche attimo dopo, sentii uno strano bruciore al viso. Persi l’equilibrio. Ero pronta a sentire l’impatto con il terreno, a sentire il mio corpo cadere a terra, ma ciò che sentii fu il calore di un altro corpo, il battito di un cuore che stava battendo forte. E qualcuno che urlava il mio nome. “Bells, Bells!”





 
   
 
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