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Autore: _Cannella_    01/06/2015    1 recensioni
Questa storia consiste in un "What if?" che si inserisce prima della fine della terza stagione.
Sara e Neal si sono lasciati, l'udienza per la commutazione della pena è alle porte, ma cosa succederebbe se una nuova ragazza "tutto pepe" entrasse nella vita del nostro truffatore preferito, reclamando prepotentemente la sua attenzione?
Il giovane ne approfittò per prendere la mano della ragazza e posarvici un leggero bacio. «Incantato »
«Non posso dire altrettanto, purtroppo. Ho sentito molto parlare di voi, Signor Caffrey, ma devo dire che state deludendo le mie aspettative », quella risposta pungente lasciò Neal basito, mentre Peter li guardava perplesso.
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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 Questione di chimica

Quando quella sera Neal rientrò a casa trovò Mozzie ad attenderlo con una bottiglia di vino rosso in mano.
«Finalmente! », esclamò l’ospite, sbuffando e facendo roteare il liquido scuro nel bicchiere, prima di prenderne un sorso.
«Ti avevo detto che sarei rimasto fuori per un po’… Peter mi costringe a seguirlo nei suoi inutili appostamenti! », si lamentò Neal, togliendosi la giacca e allentando la cravatta. Nonostante tutto, quella sera si sentiva davvero spossato e desiderava solamente potersi rilassare imbrattando qualche tela, ma allo stesso tempo sapeva bene che l’udienza per la commutazione della pena si stava avvicinando e lui doveva di conseguenza dedicarsi unicamente al lavoro, in modo da fare una buona impressione. Poi sarebbe finalmente stato libero.
«”Per un po’” è una frase la cui lunghezza non può essere misurata. Almeno dalla persona che aspetta. », sentenziò Mozzie, incurante del malumore che si era impossessato del suo amico, il quale, infatti, alzò gli occhi al cielo, prima di replicare «Mozzie, se hai finito di citare Murakami, vorrei sapere se hai scoperto qualcosa »
«Ci stavo arrivando! Sei sempre così irrequieto… ricorda, Ogni potere umano è composto di tempo e di pazienza*… »
«Mozzie! », sbottò il ragazzo, esasperato.
«Va bene, va bene… Allora, in realtà le informazioni che ho trovato sono molto poche e poco rilevanti… », iniziò Mozzie, mostrando all’amico una cartellina piena di scartoffie, «Vincent Pennington, ricco membro della prestigiosa famiglia Pennington… non è sposato, non lavora, praticamente sembra vivere sperperando il patrimonio di famiglia. L’unico dettaglio interessante è che ogni anno fa un’ingente donazione all’ Upper East Side Institute, una scuola superiore privata celebre per le sue classi d’arte… da quanto ho sentito dire, tutti i ragazzi di famiglie benestanti che dimostrano un certo talento artistico vengono iscritti in questo istituto… insomma, se vuoi sfondare nel mondo dell’arte devi per forza esserti diplomato all’Upper East Side… Dov’è andata a finire la meritocrazia?, ti chiederai, beh, me lo sto chiedendo anch’io! Il sistema non perde mai occasione per deluderci e ricordarci che… »
«Moz, ti prego! Al momento non mi importa molto della meritocrazia! », lo interruppe Neal, cercando di riportare l’attenzione dell’altro sul caso.
«Come siamo acidi questa sera! Ti perdono solo perché sono il tuo migliore amico… Bene, tornando a Vincent Pennington… possiamo dire che la sua generosità gli ha portato diversi vantaggi, infatti, anche se non in modo ufficiale, ricopre un ruolo di notevole influenza. Partecipa, per esempio, alle riunioni del consiglio di amministrazione e si arroga numerosi poteri decisionali, anche perché il direttore della scuola sembra essere una marionetta di cui Vincent tira i fili. », concluse Mozzie, sospirando.
Neal esaminò meglio i documenti che l’amico gli aveva mostrato. «Purtroppo non è molto più di quello che aveva già trovato Diana… », constatò, vagamente deluso. «Invece hai scoperto qualcosa sul falso rubato? »
«Sì e no… in questo periodo ci sono diversi quadri di Eva Gonzales sul mercato, ma nessuno sembra corrispondere alla descrizione che mi hai fornito. Ammettiamolo, un quadro palesemente falso è difficile da piazzare, se non si conosce un ricettatore particolarmente stupido… », considerò il piccoletto.
Neal si stropicciò gli occhi con una mano, per poi passarsela tra i capelli. La stanchezza iniziava veramente a farsi sentire, senza contare che, nonostante l’impegno, non riuscivano a cavare un ragno dal buco.
«Grazie, Moz… »
L’uomo sorrise «Continuerò a cercare. Ho già in mente qualche tipo che potrebbe essere sufficientemente sprovveduto da occuparsi di un falso del genere… »
Neal ricambiò il sorriso. «Moz, sei il migliore, sono sicuro che lo troverai. »
«Non ho alcun dubbio in proposito, grazie! » e detto ciò, lasciò che l’amico potesse finalmente godersi una dormita ristoratrice.  
 
La mattina seguente Neal si recò nuovamente a colazione dai Burke. In realtà non aveva grandi novità da riferire a Peter, ma aveva voglia di rivedere Olivia; si divertiva troppo a stuzzicarla e ad osservare le sue reazioni. Quando suonò alla porta, fu proprio la ragazza in questione ad aprire.
«Buongiorno, Caffrey », lo accolse, scostandosi per farlo entrare.
«Buongiorno, Olivia… devi uscire presto? », chiese l’uomo, notando che la giovane era già vestita e pronta per andarsene.
«No, ma ora me ne è venuta stranamente voglia! », rispose lei, sorridendo e guardandolo storto.
Ecco, il gioco era iniziato. Sfortunatamente, Peter si intromise troppo presto e Neal non ebbe l’opportunità di portare avanti il battibecco come avrebbe voluto.
«Allora, Mozzie ha scoperto qualcosa di interessante? », domandò l’agente, con tono curioso.
Il giovane lo guardò stupito, sfoggiando un’aria innocente.
«Ti ho visto al telefono ieri quando sei uscito dall’ufficio… andiamo, cosa ne pensa il nostro Signor Haversham? »
Neal alla fine si arrese. «Purtroppo ha trovato le stesse informazioni di Diana. Ma si sta muovendo per rintracciare il falso. »
«Bene, pensate che il falso sia già stato messo sul mercato? Tu cosa faresti se ti trovassi in questa situazione? »
Il ragazzo sbuffò. «Io non avrei mai rubato un quadro del genere, Peter. »
Peter alzò gli occhi al cielo, esasperato dalla superbia del suo collaboratore, ma, prima che potesse replicare, sua nipote lo precedette. «Eh già, troppo furbo il nostro Caffrey! Però tu ti sei fatto prendere, mentre il vostro ladruncolo da quattro soldi è ancora a piede libero… »
Neal le lanciò un’occhiataccia stizzita. «Pensi che lui sia più in gamba di me?!»
«No, quello che ho detto è un semplice dato di fatto. »
«Vedrai che non sarà a piede libero ancora per molto! »
Peter sospirò, chiedendosi perché si trovava a gestire due bambini dell’asilo. «Allora, pensi di poter rispondere alla mia domanda? », sbottò, rivolgendosi al suo collaboratore.
Neal tornò a parlare con l’agente, anche se malvolentieri. «Ipotizzando di trovarmi con in mano un falso indecente, ma che scotta, visto che l’FBI è sulle mie tracce, l’unica opzione che prenderei in considerazione sarebbe quella di passarlo ad un ricettatore idiota, ovvero quello che Mozzie sta cercando. Senza contare che questo sembrerebbe il periodo adatto per sbarazzarsi di quel quadro, visto che sul mercato ultimamente si trovano molte opere della Gonzales… »
Neal non riuscì a portare a termine il discorso, in quanto il cellulare di Peter iniziò a squillare, reclamando così l’attenzione dell’agente.
A quel punto Olivia, rimasta sola nella stanza con il ragazzo, ne approfittò per riprendere l’argomento di cui stavano discutendo poco prima. «Allora, tu pensi di essere in grado di dipingere una copia migliore di quella che è stata rubata? »
Neal ridacchiò, sporgendosi poi verso di lei, con l’intenzione di sfruttare tutto il suo fascino, ma invece che dare una risposta, pose un nuovo quesito. «Qual è il tuo quadro preferito? »
La donna si ritrasse automaticamente, iniziando poi a pensare a come rispondere alla domanda che le era stata rivolta. «Mmm… è difficile scegliere un preferito, ma mi piace molto “La condizione umana I” di Magritte »
«Scelta interessante », commentò lui, sorridendo, prima che Peter tornasse in cucina.
«Grandi novità! Diana ha scoperto che la scuola sta cercando un supplente… », esordì l’agente.
Neal sorrise sardonico, appoggiandosi allo schienale della sedia con fare rilassato. «A quanto pare, il professor Caffrey deve tornare in scena! »
«Sì, ma c’è un piccolo problema… non stanno cercando un supplente d’arte, m di scienze… chimica, fisica… »
L’espressione beffarda scomparve dal volto del consulente, mentre lo sguardo di Olivia si accese di puro interesse.
«Vado io! », esclamò lei, entusiasta come una bambina in un negozio di bambole.
Peter esitò. «Cara, forse non è il caso. È una missione rischiosa… »
«Esatto, posso comunque infiltrarmi io! Me la cavo anche nelle materie scientifiche… », aggiunse Neal.
Olivia, invece, si esibì in un’espressione contrariata, prima di rivolgersi con aria di sfida al ragazzo che aveva appena finito di parlare. «Qual è un metallo nobile? E quali sono le proprietà di questo gruppo? »
Il ragazzo riacquistò il suo sorrisetto strafottente. «I metalli nobili sono l’oro, l’argento e il platino. Non si ossidano, sono inalterabili nel tempo, non si combinano facilmente con altre sostanze e resistono bene agli acidi. »
Lo sguardo di Olivia si assottigliò. «La formula della fotosintesi clorofilliana?»
«6 CO2 + 6 H2O + Luce → C6H12O6 + 6 O2»
«La composizione dell’atmosfera di Marte? »
«In ordine decrescente:  Anidride carbonica, Azoto, Argon, Ossigeno, Monossido di Carbonio, Vapore acqueo, Ossido di azoto, Neon, Kripton, Xeno, Ozono e Metano ».
Più la ragazza si innervosiva, più il sorriso sul volto di Neal si allargava, mentre Peter guardava il suo consulente con un misto di orgoglio e gratitudine; sapeva bene, infatti, che sua nipote era molto testarda e avrebbe sicuramente insistito per andare lei stessa in missione se il ragazzo non si fosse dimostrato all’altezza del compito.
«Che cos’è una formula brutta? », continuò lei, imperterrita. 
« È una particolare formula che fornisce informazioni sul numero e sulla natura chimica degli atomi che costituiscono la specie chimica in questione, ed è chiamata così perché non indica il modo in cui gli atomi sono legati tra loro. »
«Bene, Caffrey, ultima domanda: dimmi il nome di un chetone idrossisteroideo insaturo che si forma dall’ossidazione degli steroidi », il sorrisetto sulle labbra della donna aveva un ché di malefico.
Neal sbarrò gli occhi, basito. Non riusciva a capacitarsi di non conoscere minimamente l’argomento su cui Olivia lo stava interrogando e per la prima volta dopo tanti anni gli sembrò di essere tornato sui banchi di scuola, mentre veniva torchiato dagli inseganti.
«Neal… », lo esortò Peter, la preoccupazione ben percepibile nel suo tono di voce.
Il ragazzo scosse il capo, rassegnato. «Scusa, Peter, questo esula dall’area di mia competenza »
Olivia gioì, trionfante, mentre suo zio si prendeva il volto tra le mani, incerto sul da farsi.
«Liv », iniziò poi, sperando di far ragionare la nipote, «non posso mandarti in missione, è troppo pericoloso! »
Olivia s’incupì. «Pensi che non sarei una brava insegnante? »
«No, certo che no! So benissimo che saresti una professoressa perfetta, ma non hai la preparazione adeguata per agire sotto copertura. »
A quel punto Neal, con l’orgoglio ancora a pezzi, decise di proporre un’alternativa. «Peter, se vuoi c’è sempre Mozzie… »
L’agente sospirò pesantemente e con aria sconsolata. «Forza, voi due… andiamo in ufficio. Il solo pensiero di affidare un branco di adolescenti a quel piccoletto mi fa venire i brividi. » 

*Honoré de Balzac

Il mio angolino
Buongiorno! Sono tornata con un nuovo capitolo; questa storia si sta scrivendo molto velocemente, spero solo che l'ispirazione non mi abbandoni =)
Mi piacerebbe molto ricevere pareri, critiche, consigli su quello che avete letto finora.

Allora al prossimo capitolo!

_Cannella_ 

 


 
  
 

  
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