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Autore: Shizuru117    20/02/2005    5 recensioni
Cosa hanno in comune Orlando Bloom ed Eric Szmanda? Niente...a parte la stessa fidanzata!! Un ritorno all'università, tra situazioni equivoche e confusioni indecenti!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ok, lo so da sola, sono mesi che non aggiorno più la storia. Spero sappiate perdonarmi, mi inchino di fronte a voi! Purtroppo ho avuto davvero tantissime cose da fare e così la mia storia finiva sempre tra le ultime cose da fare…poi quando avevo cinque minuti mi mancava la voglia e così….vabbè, tanto ormai è andata! Spero che il nuovo capitolo vi piaccia e, come al solito, ditemi quello che ne pensate! Buona lettura! Bacini, Shi*

 

Capitolo 17.

2 giorni di convivenza forzata.

 

Orlando guardava in malo modo i tre ospiti inaspettati, un po’ arrabbiato, e un po’ seccato. L’averlo beccato con Katie, mentre ballava un valzer (se di valzer si può parlare) lo aveva infastidito. Sapeva benissimo di essere una persona molto di compagnia e molto autoironica, però voleva che la sua intimità rimanesse tale. Il fatto che degli estranei lo avevano visto lo turbava molto, per un attimo si era sentito quasi minacciato. Da qualche minuto girava ansiosamente per la casa, camminando rumorosamente. Katie, dal canto suo, si era seduta sul divano e, con le braccia sulle ginocchia, aveva affondato la testa sulle gambe. Non si era mai vergognata così tanto in vita sua. Lei, che solo ora cominciava ad aprirsi agli altri. Ogni tanto lanciava uno sguardo ad Orlando, che però non ricambiava. Era furente, lo si capiva benissimo anche dai suoi occhi.

 

Eric si sentiva esattamente come un condannato che era stato portato al patibolo. Lui, Kelly e Gary si erano seduti sulla poltrona di fronte a Katie e nessuno dei tre accennava ad alzare la testa oppure a parlare. Il ragazzo avrebbe voluto spiegare tutto all’amica, però la presenza del suo rivale lo innervosiva. Sapeva di non avere ragione e l’aver coinvolto Gary lo preoccupava. Aveva sempre avuto una fervida fantasia, ma mai si sarebbe aspettato di finire in una situazione assurda come questa. Nella casa di una persona che odiava, con due sue amici e l’ex fidanzata, beccati dopo aver spiato un innocente valzer.

 

“Premetto che sono molto, molto incavolato” Cominciò Orlando, schiarendosi la voce. “E ora, per la vostra incolumità, vi conviene dirmi IMMEDIATAMENTE perché ci stavate spiando e, cosa ben più importante, perché diavolo siete qui!” Finì urlando, voltandosi verso i tre e incrociando le braccia al petto, in segno di sfida.

 

“Il motivo di tutto ciò è semplice e al tempo stesso complicato. Esordì Gary, in tono saccente, alzandosi in piedi.

 

“Semplice o complicato che sia, ditemelo. Perché, credetemi, io non mi sono mai sentito così offeso in tutta la mia vita” Si rivolse verso Katie, che colse lo sguardo e abbassò la testa.

 

“Beh, adesso non c’è bisogno di esagerare…” Lo provocò Eric.

 

“Già che tu non mi stai simpatico…” rispose l’altro indicandolo con l’indice. “…e fare questa battutine sarcastiche non migliora certo la situazione, credimi. E tu…” voltandosi verso Gary “…finisci!”

 

“Come stavo appunto dicendo, prima che un idiota mi interrompesse” Disse, tirando un’occhiataccia all’amico “la cosa è un po’ complicata. Io ero venuto in macchina dalla Scozia, dove mi trovo momentaneamente per lavoro, per andare a trovare Eric. Siamo nello stesso cast di attori di C.S.I. da un bel po’ di tempo, così mi era sembrata una buona idea vedere come se la cavava all’università”

 

Ma cos’è, la storia della tua vita?” Disse in tono sarcastico Kelly, sbuffando.

 

“Zitta! E’ l’unica cosa che ti riesce bene!” La rimproverò Orlando.

 

Dunque…” continuò l’altro “…così ci siamo ritrovati a parlare nel cortile. Finché non ti abbiamo visto in macchina. Poi, non chiedetemi come è successo, ma quell’invasato di Eric ha blaterato qualcosa, è andato a prendere quest’altra pazza isterica e ti abbiamo seguito fin qui. Non era nostra intenzione spiarvi, è stata una pura coincidenza.

 

“Rimane il fatto, però. Nessuno vi ha autorizzato ad entrare nel cortile, tantomeno ad osservare quello che accadeva dentro la MIA proprietà. In definiti…” Non riuscì a finire la frase che Kelly si era alzata di scatto ed era andata con la grinta di un leone di fronte a Gary.

 

“A CHI HAI DATO DELLA PAZZA?” Domandò, decisamente inalberata.

 

“A te” Rispose placido lui, guardandola dall’alto in basso “Perché è quello che sei. Una pazza isterica, come ho già detto prima. Già che io non sopporto propriamente le donne, poi ti ci metti tu con questa vocina e col tuo temperamento tranquillo…”

 

RESTA IL FATTO CHE MI HAI DATO DELLA PAZZA! E NON PERMETTO A NESSUNO DI DARMI DELLA PAZZA” Continuò lei.

 

“Ehm, ragazzi” Disse timidamente Eric “Il problema non mi sembra questo. Calmiamoci un attimo che poi…”

 

“SE TU HAI BISOGNO DI CALMARTI VATTI A PRENDERE UN VALIUM! IO SONO CALMA, CALMISSIMA!”

 

“Certo, calmissima…infatti non stai mica sbraitando come una deficiente solo perché qualcuno ti ha dato della pazza! Stai soltanto discutendo amabilmente con un tuo amico, se non erro. Oppure sbaglio?” Replicò lui, seccato.

 

“Fai ironia? STAI FACENDO IRONIA? NON MI PARE IL CASO DI FARE IRONIA!” Kelly si era scagliata contro il suo ex e lo aveva letteralmente appiattito contro la poltrona.

 

“Kelly, per l’amor del cielo, vuoi comportarti come un essere umano civilizzato? In questo momento hai la stessa grazia di un uomo delle caverne. E ora, per favore, mettiti seduta e cerca di stare zitta, porca vacca! Non gliene frega un fico secco a nessuno se tu sei una pazza oppure no!” Anche Orlando era scoppiato. Tutta quella situazione gli aveva fatto venire mal di testa e sentire gli altri tre che litigavano non avevano fatto altro che peggiorare la situazione.

 

“Mff…eh…eh…eh…eh…Ah!Ah!AH!AH!AH!” Katie aveva cominciato a ridere, a ridere così tanto che si era piegata in due dalle risate. La sua voce riecheggiava cristallina tra i muri della casa e si diffondeva dappertutto, sciogliendo quell’atmosfera tesa che si era creata prima. Sentire i suoi amici litigare le aveva fatto pensare alle commedie dell’assurdo che aveva letto qualche volta, in biblioteca. In un attimo aveva persino dimenticato tutta la vergogna che aveva provato quando era stata scoperta.

 

In un primo momento, Kelly fu tentata di risponderle male poi, quando vide quell’espressione felice sul volto della sorella, non riuscì a non ridere. Persino Orlando e Gary, che cercavano di mantenere la discussione in un tono piuttosto serio, si unirono a loro. In fondo, ormai quello che era successo era successo. E, nel modo più inaspettato, avevano ‘fatto pace’. Non c’era motivo di essere arrabbiati gli uni con gli altri.

 

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Quella sera, Gary, dopo essersi scusato con Orlando per l’accaduto, aveva lasciato la casa e si era diretto dalla moglie, che l’aveva chiamato più volte durante il viaggio, preoccupata per il ritardo del marito. Rimaneva un problema, un problema molto grosso. Eric e Kelly dovevano tornare a casa. All’inizio avevano pensato di farsi riaccompagnare dall’amico di lui, però il viaggio era lungo e non se l’erano sentita di chiederlo. In taxi avrebbero speso una fortuna, la stazione del treno era piuttosto lontana e persino in autobus il tragitto sarebbe stato infinito. La soluzione rimaneva una sola…

 

“No, un momento, mi state dicendo che dovrei tenervi qui per tutto il week end?” Domandò Orlando, come se avesse una mosca in un occhio. “Un week end che doveva essere di calma e tranquillità? No, non se ne parla neanche.” E chiuse la porta della camera, chiudendosi dentro.

 

“Ci sta cacciando di casa? Oppure la casa ce la lascia? No, scusatemi se non capisco…” Disse Kelly, sbuffando e buttando le braccia per aria.

 

“Sta semplicemente dicendo che non ci vuole tra i piedi. Una specie di ultimatum:o noi due o lui.”Aggiunse Eric mettendosi a sedere sopra il tavolo della cucina. Neanche a lui andava a genio dover restare due giorni chiuso in quella casa con una persona che non trovava affatto gradevole. Eppure, se ci fosse stata un’altra scappatoia, l’avrebbe sicuramente scelta.

 

Ma non può mica chiuderci fuori casa come delle bestie! Non è colpa di nessuno se siamo venuti qui!” Rispose la ragazza. Sentì su di sé lo sguardo rassegnato della sorella e dell’amico. Poi, ammise “Beh, diciamo che è un po’ colpa ce l’abbiamo.”

 

“Io non voglio che voi ve ne andiate. Cioè, se dovete tornare in taxi verrebbe a costarvi una fortuna e non voglio.” Disse infine Katie, appoggiando una mano alla finestra, sorridendo.

 

Perché ridi? Sei forse contenta delle nostre disgrazie? No, perché se è così ti spelo al posto del tuo amichetto, chiaro?” Rispose scherzosamente Eric, dandole un colpetto sul sedere con un piede.

 

“No che non rido di voi! Stavo solamente pensando che Orlando è arrabbiato perché lo avete visto in un momento un po’…particolare. Penso che si sia sentito molto in imbarazzo nell’essere scoperto in quegli atteggiamenti. Era un po’ un suo momento di intimità, magari non lo ha mai visto nessuno mentre faceva quei versi!” Non riuscì a trattenere un risolino.

 

Però tu c’eri…” Finì Kelly. Per un attimo rimasero tutti in silenzio.

 

Sentite…m-mi dispiace. Se solo a-avessi saputo…” La sorella abbassò gli occhi e si voltò dall’altra parte, stringendo le mani al petto.

 

“No, non volevamo dire questo…” Si salvò in extremis Eric, lanciando un’occhiata omicida alla sua ex. “Lei stava semplicemente dicendo che tu eri lì, però lui lo sapeva. Sì, insomma, tu stavi condividendo con lui quel momento di allegria, e questo è un bene. Guarda che ci fa piacere che tu ti diverti, non sentirti in imbarazzo con noi, non vogliamo che tu ricominci a balbettare.

 

“No, sto bene, non preoccupatevi.” Alzò le spalle, girandosi verso gli altri due, poi sorrise. “Provo a parlare con lui, va bene? Almeno per questa notte…poi domattina vedremo il da farsi…” E corse via.

 

“Gelosa?” Domandò Eric a Kelly, quando l’altra sorella fu lontana.

 

Ma fammi il piacere!” Rispose, tuffandosi sul divano e accendendo la televisione. In realtà era gelosa di Orlando perché lui era stato capace di far ridere Katie. Ma non era uno dei suoi soliti sorrisi formali, stava ridendo di gusto…e lei non c’era mai riuscita.

 

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Katie entrò nella camera silenziosamente, osservando l’amico steso sul letto, che fissava il soffitto. Aveva ancora le scarpe ai piedi e, a parte questo, riusciva a distinguere ben poco con l’oscurità sempre crescente. Non aveva nemmeno acceso la luce. Non si girò nemmeno quando lei entrò.

 

Che vuoi?” Si limitò a dire.

 

“Senti…” Si sedette vicino a lui poi, un po’ imbarazzata, ritornò in piedi. Parlare con lui al buio non la faceva sentire eccessivamente sicura, non riusciva a capire se lo disturbava.

 

“Puoi stare seduta nel letto, non mi dai fastidio…” Lui aveva intuito i suoi timori e lei fece quanto gli aveva detto. Rimasero per un po’ in silenzio. Katie non riusciva a spiccicare parola e a lui un po’ veniva da ridere. Sapeva che non era abituata a parlare con le persone e questa era anche una situazione un po’ fuori dall’ordinario. “Ehi, guarda che non ce l’ho con te, tu non hai fatto niente. Io ce l’ho con quegli altri due.” Nel sentire quelle parole, la ragazza si calmò.

 

“Io so che tu volevi stare qui per avere un po’ di tranquillità, ti capisco. A me, per esempio, non piace stare sempre al campus dell’università. Se posso, vado a trovare mia nonna a Dublino, ma l’aereo è un po’ caro e non ho mai tanto tempo libero. Però almeno stasera falli dormire qui, altrimenti dove vanno? Magari, non lo so, li fai dormire sul divano…qui le stanze non mancano. Orlando si alzò di scatto dal letto, facendola sussultare.

 

“Non è questo che mi da fastidio. Mi disturba il fatto che loro si siano letteralmente ‘infiltrati’ qui. Il fatto che tu sei qui non presuppone che loro siano qui. Senza contare che non voglio quell’attorucolo tra i piedi. Io sono una persona molto ragionevole, se non si infrange la mia privacy. Non voglio vivere neanche una notte assieme a delle persone che non trovo di mio gradimento. Hai capito il problema?”

 

“Non sono stupida Orlando, ti prego di non dimenticarlo. Si alzò, dirigendosi verso la porta. “So che io non comando niente, in questa situazione, ma neanche a me fa piacere vivere insieme a mia sorella se c’è anche Eric e se ci sei anche tu. Anche io ho le mie brutte abitudini, appena alzata, come ho i miei momenti personali durante la giornata. Però cerco di vedere le cose da un altro punto di vista, se io fossi nei loro panni non vorrei mai essere cacciata da una casa in piena notte. Ammise, infine. Capiva i timori di Orlando ma allo stesso tempo le dispiaceva lasciare i due amici in mezzo ad una strada.

 

“Ho capito, ho capito” Sbuffò, alzandosi dal letto. “Ma ci sarebbe anche la macchina e se si tirano giù i sedili…”

 

“Orlando?” Disse Katie, girandosi verso di lui.

 

“Va bene, va bene!” Alzò le mani in segno di arresa.

 

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Quando Orlando e Katie tornarono in cucina, gli altri due si alzarono immediatamente dal divano, dove si erano seduti per aspettarli. Sapevano troppo bene che erano tornati per dire se erano ben accetti o meno e la cosa un po’ li preoccupava. Si misero tutti e due appoggiati agli stipiti della porta, con le braccia incrociate. Il ragazzo si fermò davanti ai due e poi li guardò, lanciando un’occhiata a Katie.

 

Dunque…mi pare di aver capito che per stasera non si può fare niente. Potrete stare qui ma a due condizioni: Eric, tu dovrai dormire sul divano mentre tu, Kelly, andrai con tua sorella e cosa più importante, domani ve ne andrete non appena trovate il primo autobus, chiaro? Se non vi va bene una delle due condizioni, le scale qui fuori saranno sufficienti per farvi dormire. E ora andate a darvi una lavata, tra mezz’ora si mangia. Se ne andò, salendo le scale. Katie rimase per un attimo lì, sorrise e poi si diresse verso la cucina per preparare la cena.

 

“Per un attimo ho avuto da ridire sul divano ma, sai com’è, tra quello e le scale qui fuori…” Disse Eric a Kelly che lo guardò sconsolata mentre si avviava verso il bagno. “Ehi, guarda che io dico sul serio!”

 

CONTINUA…

  
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