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Autore: Undertaker_skull    02/06/2015    2 recensioni
"Perché piangi?", disse la ragazza divertita. "Aiutami ti prego" diceva il bambino... Piangeva, gridava, chiedeva aiuto... Tra le fiamme della sua casa, rannicchiato accanto ai suoi genitori, ormai bruciati dalle fiamme.
Lei guardò danzare affascinanti colori tra il rosso scarlatto e il giallo lucente... Ma poi si girò verso il bambino, annoiata.
"È inutile piangere, gridare o pregare, perché alla fine nessuno ti verrà a salvare..."
La ragazza, che si distingueva fra tutti quei colori, scomparve in una nube nera, mentre il bambino sconvolto continuava a lamentarsi.
La notte era buia, silenziosa e deserta; ma c'era ancora quella casa in fiamme che la illuminava.
Restò qualche momento ad ammirare quel 'panorama' e poi se ne andò, tra le strade del paesino.
"Bene bene, vediamo con chi ci dobbiamo divertire adesso." Disse con un ghigno divertito, mentre camminava e così si confondeva nella notte.
Genere: Avventura, Dark, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Ce ne avete messo di tempo!" Disse Irina quando Rik e Tyler aprirono gli sportelli dell'auto.
"Sbaglio o ultimamente riposi un po' troppo? Di solito, per riposarti dormivi qualche ora ogni due o tre mesi." Disse Rik perplesso, sedendosi.
"Ho cercato di svegliarti ma stavi dormendo profondamente." Disse Tyler.
"Beh, se volevi potevi svegliarmi come ho fatto io la scorsa volta." Disse Irina con un'espressione maliziosa. Tyler la guardò per un momento sorpreso per assimilare quello che aveva detto, ma poi divenne tutto rosso e si girò verso il finestrino con un'espressione indignata.
"Non sono un pervertito come te!" Disse Tyler rispondendole.
"Io sono così per natura, piccolo." Disse Irina continuando.
"Sei un idiota per natura?" Ribatté Tyler. E i due si guardarono con un'espressione di sfida.
"Signore, ti prego dimmi che non continueranno così fino alla fine del viaggio." Disse Rik guardando all'insù.

Arrivarono dopo qualche ora, ma c'era molto traffico per via di un corteo. Tutto in città era pieno di decorazioni e colori; c'era la banda che si trovava davanti che suonava con puro divertimento musica jazz; dietro c'erano molti ballerini con vestiti stravaganti che ballavano a ritmo della musica; infine c'erano le persone che li seguivano con divertimento, felici e quasi senza pensieri.
"Wow..." Disse Tyler meravigliato. Irina lo guardò con occhi intensi ma allo stesso tempo indifferente. 
"Non mi va di aspettare, vado a farmi un giro, ci vediamo tra qualche ora al -John's-" Disse Irina aprendo lo sportello dell'auto, uscendo.

Ormai Irina si trovava in quel terribile caos da circa tre quarti d'ora. Si fermò davanti a un negozio molto ampio, con un'insegna con scritto 'Tattoo & Piercing' ed entrò. Il negozio era molto grande, ma non era illuminato dalla luce solare; quasi su tutte le pareti erano appesi dei disegni di tatuaggi vari; c'erano tante persone che erano sedute in varie posizioni per farsi tatuare delle citazioni, immagini o nomi da dei tatuatori a loro volta con dei tatuaggi e dei piercing, ma non erano troppo eccessivi.
"Pensavo che non saresti più tornata." Disse una voce maschile dietro di lei.
"Pensavo che non avresti mai aperto un negozio di tatuaggi." Disse Irina divertita, girandosi. La stava guardando, con serietà ma allo stesso tempo con perplessità, un ragazzo di più o meno vent'anni; era molto bello, dai capelli castano scuro e gli occhi nero della notte, indossava dei jeans e una semplice t-shirt bianca con una leggera giacca di pelle sopra; non aveva piercing o altro, solo una piccola scritta sul collo 'Daemones veri hic sunt'.
"Beh, sembra piuttosto ironico, 'I demoni sono qui'... Se non mi sbaglio duecento anni fa non ti piacevano queste 'cose'." Disse Irina, accentuando l'ultima parola.
"Sono successe tante cose dopo che mi hai lasciato solo, al mio destino." Disse quel ragazzo con lieve fastidio, avvicinandosi a lei.
"Non è colpa mia se sei un figlio della notte, o come comunemente vi chiamano 'succhisangue', saresti stato solo un peso per me." Disse lei indifferente.
"Ho sempre odiato questo tuo atteggiamento; te ne sei andata anche sapendo dei miei sentimenti nei tuoi confronti." Disse lui guardandola nostalgico.
"Appunto... Solo un peso." Disse Irina annoiata... Si guardarono per un secondo, ma poi si abbracciarono.
"Sei la solita figlia di puttana." Disse lui sorridendole.
"Sei il solito sentimentalista." Disse lei divertita.

"Ma perché deve fare sempre tardi?!" Disse Tyler esasperato e Rik fece un'espressione acconsenziente. Dopo un po' a Rik squillò il cellulare e si allontanò un momento per rispondere e poi ritornò.
"Era Irina?" Chiese Tyler e Rik annuì.
"Ha detto che non possiamo più incontrarci qui... Dobbiamo andare in un altro posto." Disse Rik facendo segno a Tyler di uscire.
"E perché?" Chiese lui.
"Dice che i suoi 'amici' non possono incontrarci qui. Dicono che è troppo... luminoso." Disse Rik.

Irina e l'altro ragazzo si erano accomodati in un salotto piuttosto casto, al contrario del negozio che lo conteneva.
"Allora, non penso tu sia venuta qui per dirmi che ti sei accorta di esserti innamorata di me... Dopo duecento anni... quindi, che cosa vuoi?" Disse il ragazzo.
"John sei sempre stato un ragazzo perspicace, ma talmente pessimista..." Disse Irina con un finto broncio.
"Quando ti ho detto che ti amavo, sei stata tu a dirmi 'Non mi sono mai innamorata di nessuno e non lo farò mai, adesso più che mai che sei diventato una cosa... inutile; sei patetico se credi che resterò con te ancora un secondo.' E così sei andata via, quando ero ancora nella mia fase di transizione tra umano e vampiro, senza una guida, affamato e confuso." Disse John indifferente.
"Ho saputo che da quel povero mezzo vampiretto affamato che tu dici di essere stato, adesso sei uno degli uomini più influenti; molti negozi famosi e non, hanno il tuo nome." Disse Irina divertita.
"Già, e sicuramente non grazie a te... Anzi a dirla tutta è forse proprio grazie a te che oggi sono così... Grazie ai tuoi insegnamenti sono diventato un uomo molto importante a New Orleans." Disse lui.
"Adesso mi piacerebbe sapere perché sei venuta qui." Disse lui fermo. Subito però si aprì la porta con un ragazzo completamente vestito in nero con oggetti metallici, e tatuaggi che gli coprivano interamente entrambe le braccia; era alquanto preoccupato.
"Quante volte ti devo dire di bussare prima di entrare!" Disse John in tono di rimprovero.
"Mi dispiace signore, ma c'è un problema che necessita della vostra presenza." Disse il ragazzo con sguardo disperato.

"Perfetto! Un covo di vampiri! Non poteva portarci in un posto migliore!" Disse Rik con in mano una pistola. Attorno a Rik e Tyler c'erano tutte le persone nel negozio che li guardavano famelici e si poteva intravedere ad alcuni i canini troppo allungati.
"E adesso che facciamo?" Disse Tyler spaventato.
"Devi provare a fare delle cose da stregone... Tipo degli incantesimi!" Disse Rik.
"Tipo quali?" Disse Tyler disperato.
"Qualcosa che che ci aiuti! Ti avrà detto qualcosa Sophie!" Disse Rik subito. Tyler aveva un'espressione confusa ma poi si mosse.
"Motus!" Disse Tyler ma non successe niente.
"Prova di nuovo concentrandoti!" Disse Rik.
"Motus!" Gridò e questa volta un vampiro venne sollevato in aria e buttato sul muro.
"Forte!" Disse Tyler guardando la sua mano.
"Adesso basta!" Disse un vampiro che camminava verso di loro accompagnato da Irina. A quel punto tutti fecero un varco per farli passare.

-#spazioautrice
Ciao a tutti, spero che questo capitolo vi piaccia! Alla prossima!
  
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