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Autore: LadyVaderFrancy    03/06/2015    9 recensioni
Questo è uno dei due seguiti della FF la Maledizione. Racconta la storia di come due maghi Severus Piton ed Harry Potter, vivono l'ascesa inevitabile del Signore Oscuro. Uno dei due pienamente consapevole del suo destino, mentre l'altro si troverà a combattere non solo con il mortale nemico, ma anche con ciò che è stato indotto a credere. Una storia piena di momenti introspettivi dei due protagonisti assoluti. (NB Tutto quello che avreste voluto sapere su Severus Piton, che non è stato raccontato)
Dal Capitolo 8
Alla fine quando Piton uscì dalla stanza era distrutto dalle orribili rivelazioni, e dalle infinite richieste del vecchio. Silente praticamente si era strappato il vessillo di condottiero che sfoggiava con tanto onore e gloria, lo aveva cacciato a forza sul suo petto e lo aveva ricoperto con una veste da Mangiamorte. In un prossimo futuro lui, Severus Piton avrebbe dovuto guidare nascosto nell’ombra, l’intero lato della luce.
Genere: Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton | Coppie: Harry/Severus
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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~~La quiete prima della tempesta~~

Era stata una lunga serata. Dopo aver ricevuto l’interminabile ramanzina, Harry ed Hermione si erano allenati con Remus negli incantesimi di media difficoltà: Severus era troppo arrabbiato per avere a che fare con i due Grifondoro, e così aveva preferito discutere con la Mc Granitt riguardo i piani per l’Ordine e sull’organizzazione e la preparazione degli studenti per l’imminente guerra.

“Severus, credi sia davvero necessario coinvolgere tutti gli studenti? Sono solo dei ragazzi”.

“Minerva, non appena il Signore Oscuro entrerà in possesso della bacchetta scatenerà il suo esercito, e sono abbastanza sicuro che il castello sarà il primo posto che attaccherà. Quindi sì, ritengo assolutamente necessario che chiunque sarà all’interno di queste mura il quel momento dovrà essere in grado di difendersi.”

 “Dici sul serio? Ma Hogwarts è già sotto il suo controllo, tu sei il Preside e ci sono i suoi Mangiamorte. Perché mai dovrebbe attaccarci?”

 “Ci sono diverse ragioni: in primo luogo perché il castello è un simbolo di potere, vuole dimostrare che nessuno può più opporsi a lui e che il lato della luce non ha alcuna speranza di vittoria senza Albus, e secondo vorrà recuperare gli oggetti che Potter ha già prelevato, sono di vitale importanza per lui. A questo proposito domani mattina voglio il ragazzo nel mio ufficio, dobbiamo distruggere il diadema e il medaglione al più presto”.

“D’accordo. E per quanto riguarda l’esercito degli studenti? Immagino avrai dei piani in merito”.

“Certo, voglio che te ne occupi tu a tempo pieno, con Filius, il Lupo e se lo ritieni necessario coinvolgi anche Tonks. Per quanto riguarda Potter, Granger, Weasley e Draco, sono un mio… affare. Ah, non dire una parola a Filius o a chiunque altro su di me.”

 “Vuoi mantenere il segreto fino all’ultimo, vero Severus?” chiese accigliata la donna

“Si”

 “Ti rendi conto che se vieni scoperto e nessuno a parte noi conosce il tuo ruolo verrai attaccato da entrambi i lati?”

 “Ne sono consapevole, ma è ciò che va fatto” ((E poi probabilmente la mia vita sarà giunta al termine prima di quel momento: secondo la profezia io sono il quinto segno e Potter non potrà sconfiggere il Signore Oscuro prima che essi non si siano verificati)).

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 Nella settimana successiva a quella notte, si era instaurata una specie di routine in cui tutti avevano dei compiti ben precisi. Hermione partecipava alle lezioni mattutine ma in ogni momento libero che aveva si univa ad Harry e Draco nell’ufficio del Preside: qui si allenava con loro nel combattimento e partecipava inoltre a delle lezioni di strategia e tattica; La Mc Granitt con gli altri insegnati, fatta eccezione per i Carrow ovviamente, si riunivano in una stanza speciale creata vicino ai dormitori Grifondoro per gestire e preparare l’Esercito di Silente; Ron che ancora non aveva sistemato le cose con Harry, momentaneamente faceva parte di questo gruppo; Harry passava tutto il suo tempo con i due Serpeverde, duellando principalmente con Draco, che continuava ad essere irritante, petulante, e indisponente, ma nonostante tutto si stava impegnando per aiutarlo a prepararsi al meglio. Negli unici momenti in cui Piton e Draco erano da soli, cioè quando Harry aveva lezione di Arti Oscure, preparavano una scorta di pozioni di cui avrebbero avuto un gran bisogno durante e dopo la battaglia.

 Erano circa le quattro di mattina di sabato ed Harry era davanti al camino della Sala Comune di Grifodoro immerso nei suoi pensieri e si passava nervosamente la mano tra i capelli arruffati ((Merlino sono esausto, e tra solo sei ore… dobbiamo essere di nuovo da Piton. Questa settimana è stata infernale… ed è solo la prima! Ne mancano ancora altre tre e poi... E poi sarà o me o lui, vorrei che fosse già tutto finito da una parte… anche se…)). La consapevolezza che lo scontro con Voldemort stava arrivando rendeva il ragazzo d’oro molto ansioso, tutti continuavano a dirgli che sarebbe andato tutto bene e che non era solo, ma alla fine era lui e lui soltanto che doveva affrontare il caro vecchio Voldy. La prima profezia era chiara su quel punto, per quanto riguardava la seconda invece era tutta un’altra storia, dei cinque segni se ne era manifestato solo uno: la morte di Edvige e Thor. Mancavano ancora gli altri quattro e tre di essi erano a dir poco orribili: la sconfitta di un amico, quelle parole pesavano come un macigno nel suo cuore, chi sarebbe stato l’amico sconfitto e cosa voleva dire? Questa persona che gli era cara doveva morire? No, lui non lo avrebbe permesso, non poteva perdere nessun altro. Poi c’era la perdita di una parte di sé stesso… Che diavolo significava?! E quale parte? Piton continuava a dirgli che era un riferimento all’Horcrux che portava dentro di sé, questa cosa lo disgustava e voleva liberarsene al più presto, ma aveva paura di quello che sarebbe successo. In teoria l’unico modo per farlo era farsi uccidere dallo stesso Voldemort, era questo infine il suo grande ruolo? Il ruolo del Salvatore era diventare un martire per permettere a qualcun altro di finirlo? A quel punto iniziò a camminare freneticamente su e giù davanti al camino ((Non sopravvivrò allo scontro, la mia vita è finita ancor prima di iniziare a viverla… ma se è l’unico modo cosa dovrei fare? Non ho scelta, è il mio destino… Non permetterò mai a quel viscido serpente di farla franca dopo tutto quello che ha fatto… tutto questo fa schifo!! Perché dovevo essere proprio io, perché lui ha scelto me? Merlino Harry, non fare il bambino… sei un Grifondoro dopo tutto! Tira fuori il tuo coraggio… Beh, anche se tecnicamente… il cappello voleva metterti a Serpeverde… A proposito di questo… Piton dice che non devo preoccuparmi e che la pozione che ha preparato risolverà tutto senza drammi… certo la fa facile lui… non ha un pezzo di Voldemort che si agita nelle sue budella o ovunque si trovi)) I suoi pensieri continuavano a vorticare nella testa sempre più veloci. Poi pensò al segno più importante: il sacrificio di un traditore. L’uomo gli aveva più volte ribadito che sacrificio non comportava automaticamente la morte, ma Harry sapeva che mentiva… sacrificio era una parola troppo forte che aveva sentito molte volte e che non portava mai nulla di buono. Il moro si chiedeva come l’uomo poteva essere così stoico sapendo quello che lo aspettava ((Io non riesco proprio a capirlo. Secondo me tutti i membri dell’Ordine dovrebbero sapere cosa sta facendo. Se non ci fosse stato lui chissà cosa sarebbe successo? I piani per sconfiggere Voldemort sono chiari, dettagliati, non credo che Moody o altri avrebbero ideato cose così… Quindi non lo trovo affatto giusto! Tutti dovrebbero sapere che lui è Alexander… può urlare quanto gli pare che non dovevo dirlo a Mione e Ron… ma sono ancora convinto che ho fatto la cosa giusta)).

 Harry era talmente immerso nei suoi pensieri che non si era minimamente reso conto di non essere più solo nella Sala Comune.

“Che ci fai qui? Hai avuto un incubo? Stai bene?”

Il ragazzo si voltò sorpreso: era la voce di Ron. Era da una settimana che non si parlavano. “Ehm no io … sono solo teso”.

Il rosso scese gli ultimi scalini e guardando negli occhi l’amico disse “Mi dispiace, sai… per come mi sono comportato. Io... le cose che ci hai detto… erano troppe”.

“È stato tutto molto difficile e complicato… io avrei voluto dirvelo… ma… ”

 “Lo so. Ho parlato con Hermione, anzi…a dire il vero lei ha parlato e mi ha costretto ad ascoltare” sussurrò mentre le sue guance si coloravano di rosso.

“Posso solo immaginare come ci sia riuscita” rispose sghignazzando.

 Infine Ron si avvicinò al divano e prese posto “Ehmm pensi che posso venire … con voi domani? Sai non è male con la Mc Grannit, ma voglio stare con te e Mione, se ancora mi vuoi come amico”.

“Sei un idiota, lo sai? Certo che puoi venire e poi voglio proprio vedere cosa dirà Piton”

 “Merlino… me ne ero proprio scordato! Non mi ucciderà vero? Cioè, voglio dire, sei proprio sicuro che è dalla nostra parte? Hermione dice di sì, ma...”

Il moro prese posto accanto a lui e guardando il camino rispose “Ron, se non ci fosse stato lui ad aiutarmi in tutto questo sarei impazzito” poi lo guardò dritto negli occhi. “Puoi fidarti di lui, credimi”.

“E’ così strano sai… sentirti parlare di lui in questo modo… Quindi ora non è più il pipistrello dei sotterranei per noi… peccato, mi è sempre piaciuto quel soprannome”

 “Oh ma lui lo è ancora Ron… Lo vedrai domani” disse sghignazzando “Solo lui per me… è un po’ come Silente…non so bene come spiegarlo”

 “Ho capito quello che intendi… è un po’ come una guida, giusto?”

Il moro solo annuì sentendosi a disagio, sapeva che provava qualcosa di forte per il pozionista, ma non aveva idea di come spiegarlo dato che nemmeno a lui aveva fatto chiarezza.

“Non mi farà grattare dei calderoni? Voglio dire questo è più importante… è per la guerra”.

“Oh,io non ci giurerei Ron, quando ho combattuto con Malfoy ci ha fatto scrivere delle frasi”.

I due risero di gusto mentre Harry gli raccontava di Fanny. Rimasero lì a discutere del più e del meno come avevano sempre fatto dopo essersi riappacificati.

 Il mattino successivo, il trio d’oro si stava avvicinando all’ufficio della Mc Granitt per poi passare via camino direttamente nell’ufficio del Preside.

“Vuoi muoverti Ronald? Non voglio arrivare tardi” disse innervosita Hermione.

“Sì, arrivo! arrivo!” rispose il ragazzo trascinando i piedi ((Come mai tutta questa fretta di vedere il pipistrello e il furetto?))

“Senti, me ne occupo io ok? So come …gestirlo” disse in tono rassicurante Harry mettendo una mano sulla spalla del suo amico.

 Per arrivare all’ufficio di Piton erano passati come di consuetudine via camino da quello della loro Capocasa. Una volta arrivati i tre ragazzi aprirono la porta di quello che una volta era stato il loro salottino, entrarono e la prima cosa che videro nel campo di allenamento erano Draco e Piton che parlavano. Il pozionisa si voltò e ringhiando sentenziò “Siete di nuovo in ritardo”.

“Ma sono solo cinque minuti!” rispose Harry.

“Potter… “ sibilò in tono pericoloso.

“Ahhh d’accordo… però non è giusto” sbuffò il moro.

“Iniziate immediatamente e non voglio sentire un fiato uscire dalle vostre bocche”.

Harry guardò i suoi amici, Hemione sapeva già cosa dovevano fare, ma Ron ne era all'oscuro.

“Forza, andiamo: prima iniziamo, prima finiamo” disse Hermione rassegnata.

 Ron guardò in cagnesco l’uomo e poi bisbigliò “Ma che dobbiamo fare amico?”

 “Un giro del campo di corsa per ogni minuto di ritardo” disse sbuffando.

“Cosa? Ma stai scherzando vero?”

 “No… è una delle regole… una delle sue infinite regole che dobbiamo seguire” disse stizzito, mentre Hermione saggiamente aveva già iniziato a correre.

“Potter hai bisogno di un incentivo maggiore per iniziare?”

 “No stavo solo spiegando a Ron… non ho avuto tempo”.

Piton di avvicinò come un predatore ai due ragazzi “Vedo. Dunque Sig. Weasley, finalmente ci hai onorato della tua presenza. Così ci è voluta un intera settimana per scendere a patti con quello che il Sig. Potter ti ha spifferato. Questo ci ha danneggiato.”
Il rosso abbassò la testa ((Dannazione, è peggio di prima! Ma come fa Harry a dire che è cambiato?)).

“Signore per favore… ora è qui. Possiamo solo andare avanti?”

 “Potter inizia a correre. Vorrei scambiare qualche parola in privato con il Sig. Weasley”

 “Mah…”

 “Potter…” sibilò l’uomo.

“Va bene” e si allontanò riluttante, sapendo che era l’ultimo avvertimento.

 Il pozionista lo fissò severamente “Sig. Weasley, perché sei qui?”

Ron si era aspettato di tutto: urla, minacce, ma non una domanda simile. “Come perché? Per i miei amici”.

“E ti ci è voluta un intera settimana per capire qual era il tuo posto?”

Il rosso abbassò la testa era imbarazzato. Piton era un idiota ma aveva ragione. Strinse i pugni dalla rabbia “Io… dovevo pensare… ero confuso”.

“Tu sei una vera testa di legno! A causa del tuo comportamento infantile ho dovuto riadattare alcuni allenamenti e ritardarne altri … non abbiamo tempo per queste idiozie. Ora guardami” ordinò il pozionista.

 Il rosso alzò la testa e fissò i suoi occhi neri “Potter avrà bisogno di tutto l’aiuto possibile, specialmente da parte delle persone a cui tiene di più, ci aspettano dei momenti terribili e per lui in particolare. Per quanto riguarda Granger so che farà di tutto per aiutarlo, quello che voglio sapere è cosa farai tu? E se posso contare sul fatto che qualunque cosa succede sarai disposto ad aiutarlo.”

 “Lui è il mio migliore amico … io sarò al suo fianco qualunque cosa succeda” disse solennemente.

 Piton annuì soddisfatto dalla risposta del rosso “Molto bene e la prossima volta cerca di controllarti e di usare quella tua testa di legno, Potter deve restare concentrato non ha bisogno di ulteriori problemi, mi hai capito?”

 “Si signore”

 “Allora puoi cominciare a correre con loro, puoi restare. E Weasley… ora sono io al comando di tutto, si fa solo quello che dico senza discutere e lamentarsi. Nessuno è autorizzato a prendere iniziative personali di alcun genere senza prima avermi informato né tantomeno siete autorizzati a rivelare le informazioni che condivido con voi. Ah un ultima cosa, Draco fa parte di questo stravagante gruppo. Penso che Potter ti abbia informato, nessun combattimento è ammesso, sono stato chiaro?”

 “Si signore cristallino” rispose irrigidendosi .

“Beh allora inizia a correre Weasley” sbottò l’uomo. Sorrise interiormente quando lo vide saltare sul posto. Aveva fatto un discorsetto simile alla Granger una volta che si era calmato dopo che Potter aveva sbandierato alle due teste di legno informazioni di vitale importanza. ((Ah è ancora uno dei miei passatempi preferiti tormentare i Grifondoro… certe cose con cambiano)).

 Una volta finiti i giri di corsa, erano pronti per iniziare a fare sul serio. Piton si avvicinò ai ragazzi e disse “Molto bene ora che ci siamo tutti, cambieremo la formazione. Weasley, Granger e Malfoy fate un triangolo, Potter, tu starai nel centro. In questo modo uno di voi lancerà uno scudo che coprirà tutti e quattro mentre gli altri tre attaccheranno. Così facendo non ci saranno angoli ciechi, nessun nemico potrà sorprendervi. Durante la battaglia dovete restare sempre in questa formazione qualunque cosa succeda. Ora voi vi difenderete mentre io attaccherò, inizierò con delle cose semplici dato che Weasley si è appena unito a noi”.

I ragazzi annuirono, ognuno prese il suo posto e decisero che Hermione avrebbe lanciato lo scudo quindi Harry si sarebbe girato nelle sua direzione per attaccare su quel lato. Dopo solo pochi secondi sentirono il primo incanto: era una fattura pungente, seguito da molti altri. L’allenamento durò per due ore senza nessuna interruzione, il ritmo con cui Piton lanciava le maledizioni era serratissimo, spesso avevano dovuto mettere due persone a lanciare gli scudi per difendersi, e non erano mai riusciti nemmeno lontanamente a sfiorare il pozionista, mentre loro erano stati colpiti tutti molte volte.

“Basta così per ora” ordinò Severus.

 I ragazzi allora sciolsero la formazione e si avvicinarono. Passò ai ragazzi un unguento per guarire le escoriazioni e poi disse “Non è andata poi così male. Questo pomeriggio farete un ripasso con Lupin e Tonks sulle maledizioni, poi faremo un'altra sessione pratica. Nell’angolo in fondo troverete il pranzo, andate”.

Il trio d’oro si alzò immediatamente mentre Draco rimase lì in piedi. Il pozionsta alzò un sopracciglio “Cosa aspetti, va”.

“Voglio rimanere con te … se posso”.

“Non puoi, va, prima che Weasley ingurgiti anche il tuo pranzo” disse disgustato.

“Ma zio Sev, dammi tregua. Posso avere almeno un pranzo senza Grifondoro?”

 “Se non sbaglio ti ho già ampiamente spiegato che è importante conquistare la loro fiducia. Di tutti loro e non solo per la protezione. Oggi ogni singola volta che siete stai colpiti è perché avete discusso tra di voi, non eravate in sintonia”.
Vedendo il suo figlioccio esitare lo afferrò per un braccio e lo trascinò al tavolo “Siediti” e dopo aver lanciato una delle sua occhiate “se fatte qualche idiozia ve ne pentirete tutti” si allontanò per stabilire l’orario della lezione con Lupin.

 Ron soffocò un sorriso, non aveva mai visto Piton comportarsi così con uno dei suoi Serpeverde.

“Lo trovi divertente pezzente?” sibilò Draco infuriato.

“Sì, a dire il vero … furetto”.

“Ron… “ lo richiamò Harry e poi si voltò verso Draco “Non avevamo stabilito di non chiamarci con nomi offensivi”.

“Siete insopportabili” sibilò il biondo.

“Anche tu” sbottò Harry.

“Perché sei qui Malfoy? Perché non te ne vai? E’ comodo vero unirti a noi, quando le cose si mettono male per quelli come te? Se fossi stato io in Harry … per me rimani comunque un Mangiamorte ” disse freddamente Ron.

“RON! Smettila” urlò Hermione.

 Draco strinse i pugni. Aveva già affrontato scontri simili con Potter i primi giorni, con la Mezzosangue non c’erano stati problemi a parte una sola occasione, ma Weasley era decisamente il più irritante. Come poteva dire che la sua scelta era comoda? Aveva tradito la sua famiglia, forse avrebbe dovuto combattere contro di loro, contro i suoi amici o i loro padri. Così sfoderò la bacchetta e con rabbia ringhiò “Sta zitto idiota, tu non hai idea…”

Ron si alzò in piedi e con la bacchetta “Sta zitto tu!”

Piton rientrò nella stanza e vide la scena ((Merlino, sono uscito solo dieci minuti e già hanno le bacchette in mano. Dannazione a loro!)).

 Così si avvicinò a passo svelto con le vesti che fluttuavano paurosamente dietro di lui.

“Idioti! Che state facendo?, via quelle bacchette!”

I ragazzi le rinfoderarono subito, visto il tono più che intimidatorio usato nei loro confronti.

 Piton si fermò a pochi passi da loro e sibilò “Granger spiega”.

Hermione lo guardò sorpresa per la scelta e raccontò come si erano svolti i fatti in maniera imparziale.

 L’uomo evocò due pergamene, penne e inchiostro “Sig.ri Malfoy e Weasley scrivete: Non dubiterò in alcun modo dei miei alleati. Durante una guerra i miei sentimenti personali non hanno importanza, cercherò quindi di tenerli per me stesso. Eviterò di comportarmi come una testa di legno di cinque anni e cercherò di comportarmi in maniera civile. Per trecento volte. Iniziate, subito!” Poi evocò una scrivania più lunga e due sedie. Infine si rivolse Hermione e Potter “Voi due potete riposarvi fino all’arrivo di Lupin”.

Il pomeriggio passò in fretta, la lezione teorica di Remus e Ninfadora fu molto interessante e istruttiva, l’allenamento pratico con Piton duro e impegnativo. Alla fine i quattro ragazzi erano distrutti e pieni di ammaccature. Il pozionista aveva dato loro delle pozioni e unguenti per guarirsi. Una volta terminato, tutti tornarono ai loro dormitori.

“Piton è matto! Ma è stato così tutti i giorni?” chiese esausto Ron.

“Non proprio, l’allenamento era un po’ più leggero fino ad oggi. Ma ci aveva avvertiti che sarebbero diventati più impegnativi con il passare del tempo” rispose Hermione.

“Impegnativi? Per me vuole ucciderci!” sbottò il rosso.

“Non dire scemenze Ron!” ripose la ragazza.

“Ma perché non possiamo farlo con la Mc Grannit? Posso assicurarvi che anche loro si danno da fare”.

“Ron, non è la stessa cosa. Io dovrò combattere e devo essere preparato. Gli altri hanno una scelta; io non ce l’ho e Piton è l’unico che può prepararmi al meglio delle mie possibilità e io mi fido di lui”.

“Lo so, è solo che è un idiota insieme a Malfoy…”

 “Senti, Malfoy non piace nemmeno a me, ma ho parlato con Piton a lungo… non è facile nemmeno per lui. Si è messo contro la sua famiglia, che per quanto orribile appare ai nostri occhi è comunque la sua famiglia, e forse contro i suoi amici. Cerchiamo di essere civili, so che non è facile e a volte vorrei saltargli alla gola, ma ho premesso che ci avrei provato e così Hermione, puoi cercare di fare altrettanto? Altrimenti sarà un inferno continuo, per favore”.

“Va bene… ma rimane un cretino”.

Harry ed Hermione sorrisero perché la pensavano allo stesso modo.

 Le due settimane successive passarono in fretta. Ovviamente ci furono altre scaramucce tra i tre Grifondoro e il Serpeverde, ma niente di preoccupante. Gli allenamenti erano sempre più intensi e tutti avevano fatto degli enormi progressi. Severus nelle vesti di Alexander aveva dato istruzioni precise per chiunque: in primis per l’Ordine, poi aveva assistito i ragazzi dell’ES che erano risultati ben preparati, e Minerva e Filius avevano fatto un lavoro impeccabile.
 Dopo un lungo discorso con il suo figlioccio aveva scoperto con sua grande sorpresa e con molto orgoglio che la maggior parte dei suoi allievi non voleva affatto unirsi al Signore Oscuro, quindi una notte aveva indetto una riunione segreta durante la quale aveva somministrato a tutti i partecipanti il Veritaserum per verificare la loro lealtà e poi li aveva preparati per un intera settimana insieme al trio e Draco. Infine aveva introdotto i suoi Serpeverde nell’ES chiedendo di non rivelare alcuna informazione appresa e per averne l’assoluta certezza li aveva costretti ad effettuare un giuramento di segretezza.
 Nell’ultima settimana a sua disposizione, aveva perfezionato la pozione con la quale avrebbe distrutto l’Horcrux che risiedeva nel corpo di Potter.
 Aveva infine raggruppato i membri dell’ES, il trio, Draco e i Serpeverde. Vederli lavorare tutti assieme concentrati, competenti e preparati era qualcosa di incredibile, tutto era pronto ormai.

 Mancavano solo poche ore alla chiamata del Signore Oscuro, la notte e forse la mattina erano gli ultimi istanti che avrebbe vissuto sapendo cosa lo aspettava, dopo di che nessuno aveva idea di cosa sarebbe successo. Sentì bussare alla porta.

“Entra”.

“Voleva vedermi signore?”

 “Sì Potter” si alzò e si incamminò verso la stanza degli allenamenti. “Potter, tira fuori la tua bacchetta e disarmami”.

Il moro lo guardò come se fosse impazzito “Eh?”

 “Eloquente come al solito” Poi tirò fuori dalla sua veste la Bacchetta di Sambuco. “Avanti, fa come ti ho detto e non discuterne con me”.

“Ma signore, io…”

 “Potter…”

 “Expelliamus” e la Bacchetta di Sambuco volò nella sue mani. Piton gliela aveva fatta usare alcune volte durante alcuni allenamenti solo quando duellavano loro due, ma poi l’aveva sempre ripresa per tenerla con sé.

“Bene, ora dammela… Da questo preciso momento la bacchetta appartiene a te soltanto, qualsiasi cosa succeda cerca di non farti disarmare da nessuno, è molto importante, mi hai capito?”

 “Si signore…così domani...è il giorno” sussurrò Harry mentre giocava con la manica della sua veste. Non sapere cosa sarebbe successo nei prossimi giorni lo rendeva nervoso e ansioso, e poi aveva paura: paura della Profezia, di affrontare Voldemort, di perdere coloro che amava e di morire.

 Severus guardò il ragazzo che aveva di fronte, era teso, preoccupato, aveva delle grandi borse sotto gli occhi. Nelle ultime settimane lo aveva osservato attentamente: era maturato molto, aveva imparato tutto quello che gli aveva insegnato e aveva conquistato la sua piena fiducia una cosa che non concedeva con facilità. Guardandolo ora non riusciva a quasi a credere quanto si fosse sbagliato sul suo conto in passato: Harry non aveva niente di James Potter, a parte forse il talento per mettersi nei guai e l'uso aspetto.

“Potter vorrei parlare con te, vieni”.

Il ragazzo lo guardò sorpreso, Piton gli stava davvero chiedendo qualcosa invece di ordinargliela? “Ehm, certo signore”, poi entrarono nella stanza, il salottino che Silente aveva creato per lui e i suoi amici.

“Ohhh! È di nuovo come prima”.

“Siediti”.

Harry prese posto e Piton si mise al suo fianco “Voglio che mi prometti delle cose”.

“Cose? Quali cose?”

 “Primo che non commetterai delle idiozie durante la battaglia… Devi fare esattamente come ti ho detto. Non devi fare assolutamente nulla prima di avere la certezza che il serpente sia stato distrutto … Il tuo compito è sconfiggere il Signore Oscuro e questa è la cosa più importante”.

“Io lo so, ma se…”

 “Potter” sibilò.

“D’accordo”.

“Secondo, che non sacrificherai te stesso per qualcun altro… chiunque altro” disse severamente.

“Ma… e se fosse necessario?”

 “Faremo in modo di evitarlo… ma in ogni caso voglio che tu me lo prometta”. Vedendolo esitare aggiunse “I tuoi genitori hanno sacrificato la loro vita per te, non devi sprecarla per nessun motivo Potter”.

“Io… va bene”.

“Terzo e ultimo, vorrei che aiutassi Draco… so che non ti piace, ma avrà bisogno dell’aiuto di qualcuno dopo la guerra. Silente lo ha fatto per me. Vorrei che qualcuno lo facesse per lui”.

Harry guardò negli occhi color ossidiana, erano bui, e oscuri… un brivido profondo scosse il suo corpo: perché Piton gli stava dicendo tutto questo? Era come se… “Perché?”

 “Perché cosa?” disse alzando un sopracciglio.

“Perché mi sta dicendo questo? Sarà lei ad occuparsi di tutte queste cose… Giusto?”

Severus guardò negli occhi verdi... Erano così simili a quelli di Lily, la stessa luce, la stessa speranza “Potter è solo per precauzione che te lo sto dicendo, nessuno di noi è sicuro di sopravvivere… ma faremo tutto il possibile, non è così?” disse seriamente

“Sì… Signore so che lo ha già detto… ma non è necessario che lei… lo sa … la profezia”.

“No infatti” disse freddamente sapendo perfettamente che non era la verità e lui detestava mentire. Inoltre era più che consapevole che era una delle più grandi paure del ragazzo vedere le persone a cui teneva morire davanti ai suoi occhi.
 Severus fissò il ragazzo il figlio dell’uomo che aveva odiato e dell’unica donna che ancora amava “Hai paura Potter?” ((Merlino come siamo arrivati a questo? Potter teme per la mia vita e io per la sua... non doveva essere così)).

“Sì signore di tante cose… so che non dovrei… voglio dire io sono un Grifondoro. E sono il prescelto”.

“Nessuna di queste cose ti rende immune dalla paura, chiunque là fuori che ha la consapevolezza di quello che sta per accadere ha paura. Questo non ti rende debole o meno coraggioso, è del tutto normale Potter”.

“Grazie di tutto signore” sussurrò il ragazzo.

“Allunga il braccio destro Potter”.

Harry lo guardò incuriosito e fece come gli era stato detto, Piton allora gli prese il braccio con delicatezza, tirò fuori la sua bacchetta e disse “Io, Severus Thobias Piton, per mia libera scelta e con la piena volontà, con questo atto rinnovo la mia promessa consolidando il legame che ha intrecciato la mia vita, il mio corpo, la mia anima e il mio spirito, in maniera indissolubile a quella di Harry James Potter. Rinnovo inoltre la mia totale lealtà, la mia totale fiducia e mi impegno a restare fedele a questo patto fino alla fine dei miei giorni”.
Harry vide due fasci di luce, uno verde e uno rosso unirsi, guardò l’uomo che aveva di fronte e per la prima volta da giorni si sentì più sicuro e fiducioso che forse dopotutto le cose sarebbero andate per il meglio.


Andolino dello scribacchino... :)
bene bene bene...allora rieccoci, siamo veramente vicini.. alla fine..
Signori, Signore, maghi e streghe vi annuncio che mancano ormai solo 5 capitoli.
Merlino... ci credete?
Vorrei ringraziarvi con tutto il cuore ho visto che ultimamente molte persone specialmente quelle nuove si sono sforzate di commentare. Un ringraziamento speciale alle mie fedelissime, non avete idea di quanto il vostro sostegno mi è stato d'ispirazione e per ultima ma solo perchè volevo riservargli un momento tutto suo, alla mia fantastica Beta Charlotte, che è velocissima a leggere e sistemare e non ci crederete ha recensito tutti i capitoli dal primo all'ultimo. GRAZIE
Bene vi invito gentilemente a dirmi come sempre cosa ne pensate .... non siate timidi.
A Presto
Lady V

PS Angolo pubblicitario
Ho iniziato una nuova FF si chiama Severus Piton, il principe Mezzosangue, il Mangiamorte, La spia se vi va dateci un occhiatina Kiss

   
 
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