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Autore: eli_s    04/06/2015    6 recensioni
Talvolta dobbiamo camminare sulla propria strada sfiorando inconsapevolmente ciò a cui siamo destinati.
Piccolo tentativo Delena di raccontare come si sono girati attorno per un po' prima di trovarsi davvero.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Giuseppe Salvatore, Stefan Salvatore, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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***

2. Anger



Elena respira provando a scacciare l’ansia che attanaglia lo stomaco, ma la voce di sua madre la obbliga a scendere per partire.

Ha un vestito da principessa lungo, blu cobalto e i capelli appena mossi lasciati sciolti; si sente un po’ impacciata in un vestito del genere tuttavia sa bene quanto le famiglie fondatrici ci tengano che sia rispettata la tradizione di eleganza tipica di questo evento.

 

Sua madre le sorride compiaciuta mentre le porge il cappotto - sa già che dovrà fare attenzione a non scivolare sul vialetto ghiacciato.

 

Intanto a casa Salvatore un altrettanto agitato Stefan si fa sistemare il cravattino da Ric.

 

-Beh sono contento che almeno uno dei miei nipoti presenzi a questo evento...siete voi che portate questo cognome infondo-

-Tu fai parte della famiglia-

-E poi il nostro cognome non fa più tendenza-

 

Damon li guarda divertito, poggiato allo stipite della porta di camera di suo fratello -Lily ha appena cenato e dorme tranquilla per ora, spera.

 

-C’è un abito anche per te, lo sai-

-No grazie, sai che odio questi eventi e in ogni caso non lascio Lily-

 

Damon guarda suo zio facendo spallucce.  

 

-Andiamo, devo passare a prendere Jo-

-Ok-

 

Scendono tutti al piano di sotto dove trovano Giuseppe che legge alcuni documenti sul divano.

 

-Vedo che siete pronti-

-Si noi andiamo...possiamo lasciarvi soli?-

 

Giuseppe e Damon si guardano stranamente complici.

 

-Cercate di non tornare sbronzi…-

 

Quando escono Damon scuote la testa ridacchiando tra se.

 

-Dovresti andare anche tu-

-Come?-

-Intendo...stasera-

 

Gli azzurri trovano quelli freddi e un po’ meno duri del solito di suo padre.

 

Anche lui avrebbe dovuto partecipare, ma da quanto ricorda Damon suo padre non è mai andato ad un solo evento senza sua madre  e non avrebbe iniziato adesso; sa bene che Giuseppe non è mai stato amante di queste feste, solo Lily riusciva a convincerlo.

Può intuirlo, comprenderlo –sorprende che senta una affinità dolorosa con suo padre – il disagio sottile nel dover muoversi nel mondo, nelle cose di sempre, di tutti i giorni portano il velo del lutto, come un corpo mancante di un pezzo. 

La morte di Rose lo ha cambiato ancora, plasmando la sua testardaggine e rabbia verso suo padre in una strana tristezza, portandolo quasi a simpatizzare per l’alone di oscurità che aleggia costantemente su di lui. Eppure Damon non ha amato Rose come suo padre ha amato sua madre.

E non per una questione di tempo o di qualità, il buco è sempre li al centro del suo petto; ma è stato semplicemente tutto troppo veloce – conoscerla, innamorarsi un po’ dei suoi capelli rossi e la lingua pungente, scoprire della gravidanza, diventare padre, i problemi cardiaci di lei- per aver avuto il tempo di lasciarla entrare sotto pelle fino a sentirne la mancanza insopportabile.

 

Ed è come se un po’ Rose fosse stata il link, l’anello che serviva a Damon per ricollegarsi, per sintonizzarsi col cuore di suo padre.

 

Se lo chiede se lo scopo ultimo di averla conosciuta non fosse proprio per schiarire quelle tenebre paterne e irradiare la sua vita con un inaspettato sorriso di una bambina dai colori di lei e di sua madre al punto da poter riconquistare anche Giuseppe.

 

Scuote la testa appena come per scrollarsi di dosso le intuizioni avute e torna con lo sguardo su suo padre.

Non capisce bene il motivo per cui lo stia incoraggiando ad andare a una festa piena di gente che entrambi mal sopportano, quasi preoccupato che il figlio passi l’ultimo dell’anno a casa con lui.

 

-Ho mia figlia-

-Ci sono io...hai il cellulare dietro-

-Perché vuoi che vada?-

-Non c’è bisogno di fare i solitari in due, questa sera-

-E’ la mia natura-

 

Un po’ lo vuole provocare perché non capisce Damon quale tranello si nasconda dietro i modi affabili di suo padre.

 

-Sarai comunque solo Damon, domattina....ma ogni tanto puoi provare a riempire quel vuoto, io non ho saputo farlo…-

 

 

 

 

***

 

 

 

 

Il salone di casa Lockwood è illuminato e adornato a festa, il grande albero di Natale campeggia nell’atrio circolare dove un signore prende i cappotti degli ospiti ed Elena si guarda intorno titubante seguendo i suoi genitori.

Vede sua madre salutare i Fell, poi Carol che si complimenta per l’abito porpora che ha scelto e suo padre conversa allegramente con Richard mentre un cameriere sbuca alle mie spalle e offre ai suoi genitori dei flutè di champagne.

Arrivata in sala vede che c’è una parte adibita per la cena a sedere, con una fila di tavoli rotondi e un tavolo con il bere; gli ospiti già presenti chiacchierano mischiando il brusio delle voci con la musica di sotto fondo - classica naturalmente - accarezzando l’aria intorno e solo quando intravede Bonnie dietro a Mason -zio troppo giovane, ma anche tanto fico- Lockwood si rincuora e la raggiunge.

 

-Ehi-

-Wow Elena, sei bellissima-

-Anche tu!-

-Merito di mia nonna...mi ha portata lei ha comprare questo vestito-

-Decisamente non da noi-

 

Ridono, smorzando i toni formali.

Ed è allora che appare Caroline avvolta in un abito azzurro come i suoi occhi e i capelli raccolti.

È stupenda ed Elena per un istante vorrebbe dirglielo, ma la fitta del tradimento è sempre lì che punge.

La vede avvicinarsi timidamente e non sa bene come comportarsi, forse avrebbe dovuto parlarci prima di questa serata, forse avrebbe potuto rispondere ad almeno uno dei suoi mille messaggi o chiamate.

 

-Ehi ragazze-

-Ehi Care sei un incanto-

-Grazie Bon, anche voi siete perfette-

 

Le iridi celesti tremano contro le profondità ferite di Elena, non riesce a dire nulla eppure le manca terribilmente.

Ma una lotta sottile quella che le serpeggia sotto pelle tra l’orgoglio, la rabbia e le mancanze perché Elena di passi verso Stefan ne ha fatti, ma verso la bionda che la osserva nervosa è ancora ferma allo stadio della rabbia inespressa.

Pericolosa, densa e amara. Una scintilla in attesa di essere innescata.

 

 

***

 

 

Stefan fa il suo ingresso insieme a Ric e Jo salutando i padroni di casa e cercando, tra i presenti, le due persone che vorrebbe evitare - ma per una sorta di ultimo masochismo - anche vedere; le due ragazze che gli agitano il sonno e la mente.

Si liscia la giacca provando a non scomporsi troppo quando Rebekah Mikaelson lo avvicina sorridente.

 

-Oh, il futuro dottore è rientrato tra noi comuni mortali-

-Rebekah-

 

Stefan deglutisce intento a gestire lo sguardo azzurro lascivo; sa bene che la ragazza lo ha puntato per tutto il liceo.

 

-Come stai?-

-Me la cavo-

-Che ne dici di accompagnarmi al bar?-

 

Gli lancia uno sguardo piuttosto ambiguo e sente il colpo di tosse/incoraggiamento di Ric alla sua destra. Inserire una terza variabile non sarebbe proprio l’ideale, ma anche il pensiero di mettere piede nella sala da solo non lo mette a suo agio.

 

-Perché no-

 

Le porge il braccio e la guida tra gli ospiti.

Intravede Klaus ed Elijah e poco più in là Matt e Kol che raggiungerà appena se la sarà scollata di dosso.

 

Quando Elena vede Ric ne approfitta per scappare dalla non-conversazione che stanno avendo lei Bonnie e Caroline e respirare così almeno un istante. Ha intravisto Stefan parlare con Rebekah così può muoversi indisturbata, ha la netta sensazione che sarà un gioco ad evitare l’altro tutta la sera.

 

-Elena!-

-Ciao Ric-

-Mi fa piacere vedere che ci sei anche tu-

-Beh si, non avevo molte alternative-

 

Arrossisce appena e poi Ric posa una mano sulla schiena della donna al suo fianco per introdurla.

È davvero una bella donna, due occhi azzurrissimi e i capelli neri - quanta ironia nel ritrovare sempre quei colori attorno alla famiglia Salvatore -Elena pensa che sia una di quelle persone che ti mettono subito a tuo agio grazie alla propria innata dolcezza.

E’ felice per Ric.

 

-Ti presento Josette...la mia fidanzata-

-Chiamami pure Jo-

 

Le stringe la mano e li osserva guardarsi con amore.

 

-Non avevi ancora detto...fidanzata-

-Beh mi sembrava un ottimo proposito per l’anno nuovo-

 

Parlano dirigendosi nel salone e ringrazia di quella piccola tregua dai rapporti imbarazzanti concentrati nella casa.

 

-Vedo che voi giovani ci siete proprio tutti-

-Direi quasi…Giuseppe non verrà?-

-No è rimasto a casa con Damon e la bambina...lui era solito venire con mia sorella a questo evento-

 

Elena sembra rabbuiarsi appena, un po' perché quel pensiero le mette tristezza -di un uomo che ricorderà sempre uno dei periodi più piacevoli come uno dei più brutti visto che tra una settimana sarà il primo anniversario della morte di Lily - un po' perché inconsciamente sperava di vedere Damon.

 

Eppure lo sapeva che lui non sarebbe venuto, ma il pungolo al centro del petto che le strappa un po’ il respiro le conferma quanto stupidamente ci avesse in qualche modo pensato, anche a casa, mentre si osservava allo specchio con l’abito lungo, mentre si truccava un po’ più audacemente gli occhi o si spruzzava il profumo fantasticando sui balli principeschi. Non si era mai ritenuta una ragazzina romantica e invece eccola qua intenta a ricamare una realtà troppo rosa e scintillante per essere vera.

 

Una finzione che lascia l’amaro in bocca e che Elena preferirebbe tinteggiare di nero e di azzurro, ma il suo destino sembra andare in una direzione diversa.

E questo disagio allenta ancora, a tratti, le catene che imprigionano la sua frustrazione.

 

***

 

 

Nel frattempo la serata si è animata e gli ospiti iniziano a sedersi ai vari tavoli tra cui ovviamente c’è il tavolo "giovani" che comprende tutti loro.

La prima parte della cena procede senza troppe tragedie, anche se Bonnie non è la persona più contenta della terra, anzi tutta l’allegria iniziale sta lasciando il posto ad una forte irritazione che molto presto si trasformerà in rabbia.

 

Sembra il party delle persone arrabbiate.

 

A metà serata - prima del dolce e delle danze -tira un inquietante bilancio della situazione, nella quale sa che esploderà a breve.

Seduta in mezzo a Elena e Caroline con la bionda che ha tentato di parlare alla mora la quale, proverbialmente, la ignorava o cambiava argomento e si sa che Care è una persona poco paziente.

Di fronte ha uno Stefan che rifugge le occhiate, soprattutto dell’amica con la quale sa bene non aver risolto nulla e intanto si lascia annoiare da Reb mentre Klaus si è divertito per tutta la cena a passare dal loro tavolo, stuzzicando Caroline e agitando un non per niente tranquillo Stefan.

 

Insomma la tensione è palpabile, per questo approfitta di un momento di vuoto al proprio tavolo per parlare con le sue amiche.

O meglio, sbottare.

 

-Adesso basta! Sono stufa di mediare tra voi due, siamo persone grandi si presume-

-Abbiamo solo 18 anni non possiamo nemmeno bere-

 

Gli occhi verdi indispettiti si scontrano con quelli azzurri di Caroline che si morde la lingua.

 

-Io me ne vado, vedete di risolvere la situazione perché siete ridicole...entrambe-

 

Così facendo fulmina anche Elena e la sua faccia finta indifferente e dopo aver afferrato il proprio bicchiere si alza per raggiungere Matt che sta parlando con Kol, ottimo modo per distrarsi.

 

Rimaste sole -Stefan sta parlando con Ric mentre Rebekah sta discutendo con suo fratello Klaus, quei due litigano per tutto- entrambe esitano prima di parlare. Elena continua a torturarsi il braccialetto che le ha prestato sua madre mentre Care sorseggia dell’acqua con non curanza, ma sanno che Bonnie ha ragione.

 

-Ok, parlo io-

 

Elena alza gli occhioni scuri sulla ragazza.

 

-Elena mi dispiace, mi dispiace per tutto e sono una persona orribile...mi sono scusata in mille modi, lettere, mail, patetici messaggi in segreteria non c’è bisogno che te lo riassuma...se non vuoi parlarmi più va bene, lo capisco, ma siamo amiche da una vita e almeno la possibilità di spiegarti… beh me la devi-

 

Elena continua a guardarla pensierosa, non ha voglia di litigare, ma la risolutezza di Caroline che la intenerisce e la irrita al tempo stesso, sembra convincerla a mettere le carte in tavola.

 

-Va bene....spiegami quali oscuri motivi hanno portato la mia migliore amica a rotolarsi in un letto col mio fidanzato tanto per cominciare!-

-Te l’ho detto! Avevamo bevuto troppo alla festa della confraternita e lui si lamentava dei suoi problemi io dei miei e non lo so è successo! Elena credimi se potessi tornare indietro-

-Ma non puoi-

 

Caroline si ammutolisce, non sta urlando, sta solo palesando la cruda verità.

 

-E se vuoi che le cose si sistemino...devi darmi tempo, il problema non è Stefan, ma il fatto che tu, tra tutte le persone, ti sei scelta il mio ragazzo e tu eri la mia migliore amica Caroline-

 

Così facendo Elena si alza, lasciandola sola ad osservare desolata il piatto con il dolce portole dal cameriere che rimarrà sicuramente intoccato perché lei non ha decisamente più fame.

 

Stefan torna verso il tavolo, ma si ferma quando nota Elena allontanarsi da Caroline che invece siede da sola al tavolo, sul punto di piangere e anche se vorrebbe evitarla -come lei ha fatto con lui per tutto il tempo- alla fine non ci riesce e la raggiunge, lisciandosi invisibili pieghe della giacca.

Una sottile angoscia mista a rabbia si agita dentro di lui, sia per la testardaggine della bionda a non voler parlare con lui, sia per il suo senso di impotenza nel non poter sistemare le cose tra lei ed Elena.

 

-Capisco il tuo disappunto avresti preferito un sorbetto dopo un menù così impegnativo-

 

La iridi chiare, pronte a sfociare in un pianto, si alzano titubanti sul ragazzo in piedi accanto a lei.

 

-Sarebbe stato meglio un bicchiere di alcool, ma sai com’è meglio evitare-

-Caroline dovremmo-

-Parlare? Lo so sembra il trend della serata-

 

Continua a fissare il piatto scappando dagli occhi verdi che la mettono in difficoltà non solo perché le ricordando i suoi errori, ma anche perché scavano in profondità in quella parte di lei che adesso vorrebbe solo soffocare.

 

-immagino che con Elena non sia andata bene...-

 

La ragazza di alza di scatto con una furia ritrovata negli occhi chiari. E’ furiosa perché ha rovinato tutto e non ha più armi, più mezzi per recuperare Elena e il suo affetto, la sua amicizia e dentro di sé incolpa di questo anche Stefan. Sente il cuore pulsare veloce mentre le gote si colorano per lo sforzo.

 

-Immagini bene-

-Caroline…-

-Beh, evidentemente me lo merito-

 

E con gli occhi carichi di rabbia se ne va anche lei dalla sala; Bonnie, che ha visto tutta la scena, la segue sospirando profondamente nel tentativo di ritrovare una perduta tranquillità perché lo sa che di questo passo si prospetta una serata che non può che peggiorare.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutte!!!

Un grazie anzitutto immenso a tutte voi che mi supportate e non mollate la presa!

 

Eccoci al capitolo dedicato alla prima parte della festa dell’ultimo dell’anno di Casa Lockwood dove le famiglie fondatrici trascorrono una serata un po’…rabbiosa. Troppi gli animi agitati presenti in sala e le questioni che scottano tra le loro mani.  Vediamo finalmente un primo confronto tra Care –Elena e Stefan in questa sorta di non-triangolo.

Le cose per ora sembrano solo andare peggio tra i tentativi della bionda di recuperare il rapporto con Elena e la frustrazione di Stefan che non riesce a comunicare con nessuna delle due e non sa più come fare, tanto che usa per un po’ Rebekah come scudo.

 

Ovviamente la serata non è finita!

Attendo i vostri commenti!

 

Eli

 

   
 
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