***
2. Anger
Elena respira provando a scacciare l’ansia che
attanaglia lo stomaco, ma la voce di sua madre la obbliga a scendere per
partire.
Ha un vestito da principessa lungo, blu cobalto e i
capelli appena mossi lasciati sciolti; si sente un po’ impacciata in un vestito
del genere tuttavia sa bene quanto le famiglie
fondatrici ci tengano che sia rispettata la tradizione di eleganza tipica di
questo evento.
Sua madre le sorride compiaciuta mentre le porge il
cappotto - sa già che dovrà fare attenzione a non scivolare sul vialetto
ghiacciato.
Intanto a casa Salvatore un altrettanto agitato Stefan
si fa sistemare il cravattino da Ric.
-Beh sono contento che almeno uno dei miei nipoti presenzi a questo evento...siete voi che portate questo
cognome infondo-
-Tu fai parte della famiglia-
-E poi il nostro cognome non fa più tendenza-
Damon li guarda divertito, poggiato allo stipite della
porta di camera di suo fratello -Lily ha appena cenato
e dorme tranquilla per ora, spera.
-C’è un abito anche per te, lo sai-
-No grazie, sai che odio questi eventi e in ogni caso
non lascio Lily-
Damon guarda suo zio facendo spallucce.
-Andiamo, devo passare a prendere Jo-
-Ok-
Scendono tutti al piano di sotto
dove trovano Giuseppe che legge alcuni documenti sul divano.
-Vedo che siete pronti-
-Si noi andiamo...possiamo
lasciarvi soli?-
Giuseppe e Damon si guardano stranamente complici.
-Cercate di non tornare sbronzi…-
Quando escono Damon scuote la testa ridacchiando tra
se.
-Dovresti
andare anche tu-
-Come?-
-Intendo...stasera-
Gli azzurri trovano quelli freddi e un po’ meno duri
del solito di suo padre.
Anche lui avrebbe dovuto partecipare, ma da quanto
ricorda Damon suo padre non è mai andato ad un solo
evento senza sua madre e non avrebbe iniziato adesso; sa bene che
Giuseppe non è mai stato amante di queste feste, solo Lily riusciva a
convincerlo.
Può intuirlo, comprenderlo –sorprende che senta una affinità dolorosa con suo padre – il disagio sottile nel
dover muoversi nel mondo, nelle cose di sempre, di tutti i giorni portano il
velo del lutto, come un corpo mancante di un pezzo.
La morte di Rose lo ha
cambiato ancora, plasmando la sua testardaggine e rabbia verso suo padre in una
strana tristezza, portandolo quasi a simpatizzare per l’alone di oscurità che
aleggia costantemente su di lui. Eppure Damon non ha amato Rose come suo padre
ha amato sua madre.
E non per una questione di tempo o di qualità, il buco
è sempre li al centro del suo petto; ma è stato
semplicemente tutto troppo veloce – conoscerla, innamorarsi un po’ dei suoi
capelli rossi e la lingua pungente, scoprire della gravidanza, diventare padre,
i problemi cardiaci di lei- per aver avuto il tempo di lasciarla entrare sotto
pelle fino a sentirne la mancanza insopportabile.
Ed è come se un po’ Rose fosse stata il link, l’anello che serviva a Damon per ricollegarsi, per
sintonizzarsi col cuore di suo padre.
Se lo chiede se lo scopo ultimo di averla conosciuta
non fosse proprio per schiarire quelle tenebre paterne e irradiare la sua vita
con un inaspettato sorriso di una bambina dai colori di lei
e di sua madre al punto da poter riconquistare anche Giuseppe.
Scuote la testa appena come per scrollarsi di dosso le
intuizioni avute e torna con lo sguardo su suo padre.
Non capisce bene il motivo per cui lo
stia incoraggiando ad andare a una festa piena di gente che entrambi mal
sopportano, quasi preoccupato che il figlio passi l’ultimo dell’anno a casa con
lui.
-Ho mia figlia-
-Ci sono io...hai il
cellulare dietro-
-Perché vuoi che vada?-
-Non c’è bisogno di fare i solitari in due, questa
sera-
-E’ la mia natura-
Un po’ lo vuole provocare perché non capisce Damon
quale tranello si nasconda dietro i modi affabili di suo padre.
-Sarai comunque solo Damon, domattina....ma ogni tanto puoi provare a riempire quel vuoto, io non
ho saputo farlo…-
***
Il salone di casa Lockwood è illuminato e adornato a festa,
il grande albero di Natale campeggia nell’atrio circolare
dove un signore prende i cappotti degli ospiti ed Elena si guarda
intorno titubante seguendo i suoi genitori.
Vede sua madre salutare i Fell, poi Carol che si complimenta per l’abito porpora che
ha scelto e suo padre conversa allegramente con Richard mentre un cameriere
sbuca alle mie spalle e offre ai suoi genitori dei flutè
di champagne.
Arrivata in sala vede che c’è
una parte adibita per la cena a sedere, con una fila di tavoli rotondi e un tavolo
con il bere; gli ospiti già presenti chiacchierano mischiando il brusio delle
voci con la musica di sotto fondo - classica naturalmente - accarezzando l’aria
intorno e solo quando intravede Bonnie dietro a Mason -zio troppo giovane, ma
anche tanto fico- Lockwood si rincuora e la raggiunge.
-Ehi-
-Wow Elena, sei bellissima-
-Anche tu!-
-Merito di mia nonna...mi ha
portata lei ha comprare questo vestito-
-Decisamente non da noi-
Ridono,
smorzando i toni formali.
Ed è allora che appare Caroline avvolta in un abito
azzurro come i suoi occhi e i capelli raccolti.
È stupenda ed Elena per un istante vorrebbe dirglielo,
ma la fitta del tradimento è sempre lì che punge.
La vede avvicinarsi timidamente e non sa bene come
comportarsi, forse avrebbe dovuto parlarci prima di questa serata, forse
avrebbe potuto rispondere ad almeno uno dei suoi mille messaggi o chiamate.
-Ehi ragazze-
-Ehi Care sei un incanto-
-Grazie Bon, anche voi siete perfette-
Le iridi celesti tremano contro le profondità ferite
di Elena, non riesce a dire nulla eppure le manca terribilmente.
Ma una lotta sottile quella che le serpeggia sotto
pelle tra l’orgoglio, la rabbia e le mancanze perché Elena di passi verso
Stefan ne ha fatti, ma verso la bionda che la osserva
nervosa è ancora ferma allo stadio della rabbia inespressa.
Pericolosa, densa e amara. Una scintilla in attesa di
essere innescata.
***
Stefan fa il suo ingresso insieme a Ric e Jo salutando i padroni di
casa e cercando, tra i presenti, le due persone che vorrebbe
evitare - ma per una sorta di ultimo masochismo - anche vedere; le due ragazze
che gli agitano il sonno e la mente.
Si liscia la giacca provando a non scomporsi troppo
quando Rebekah Mikaelson lo avvicina sorridente.
-Oh, il futuro dottore è rientrato tra noi comuni
mortali-
-Rebekah-
Stefan deglutisce intento a gestire lo sguardo azzurro
lascivo; sa bene che la ragazza lo ha puntato per tutto il liceo.
-Come stai?-
-Me la cavo-
-Che ne dici di accompagnarmi al bar?-
Gli lancia uno sguardo piuttosto ambiguo e sente il
colpo di tosse/incoraggiamento di Ric alla sua
destra. Inserire una terza variabile non sarebbe proprio l’ideale, ma anche il
pensiero di mettere piede nella sala da solo non lo mette a suo agio.
-Perché no-
Le porge il braccio e la guida tra gli ospiti.
Intravede Klaus ed Elijah e poco più in là Matt e Kol che raggiungerà appena se la
sarà scollata di dosso.
Quando Elena vede Ric ne approfitta per scappare dalla non-conversazione
che stanno avendo lei Bonnie e Caroline e respirare così almeno un istante. Ha intravisto
Stefan parlare con Rebekah così può muoversi indisturbata, ha la netta
sensazione che sarà un gioco ad evitare l’altro tutta
la sera.
-Elena!-
-Ciao Ric-
-Mi fa piacere vedere che ci sei anche tu-
-Beh si, non avevo molte
alternative-
Arrossisce appena e poi Ric
posa una mano sulla schiena della donna al suo fianco per introdurla.
È davvero una bella donna, due occhi azzurrissimi e i
capelli neri - quanta ironia nel ritrovare sempre quei colori attorno alla
famiglia Salvatore -Elena pensa che sia una di quelle persone che ti mettono
subito a tuo agio grazie alla propria innata dolcezza.
E’ felice per Ric.
-Ti presento Josette...la mia
fidanzata-
-Chiamami pure Jo-
Le stringe la mano e li osserva guardarsi con amore.
-Non avevi ancora detto...fidanzata-
-Beh mi sembrava un ottimo proposito per l’anno nuovo-
Parlano dirigendosi nel salone e ringrazia di quella
piccola tregua dai rapporti imbarazzanti concentrati nella casa.
-Vedo che voi giovani ci siete proprio tutti-
-Direi quasi…Giuseppe non verrà?-
-No è rimasto a casa con Damon e la bambina...lui era solito venire con mia sorella a questo evento-
Elena sembra rabbuiarsi appena, un po' perché quel
pensiero le mette tristezza -di un uomo che ricorderà sempre uno dei periodi
più piacevoli come uno dei più brutti visto che tra
una settimana sarà il primo anniversario della morte di Lily - un po' perché inconsciamente
sperava di vedere Damon.
Eppure lo sapeva che lui non sarebbe venuto, ma il
pungolo al centro del petto che le strappa un po’ il respiro le conferma quanto
stupidamente ci avesse in qualche modo pensato, anche a casa, mentre si
osservava allo specchio con l’abito lungo, mentre si truccava
un po’ più audacemente gli occhi o si spruzzava il profumo fantasticando sui
balli principeschi. Non si era mai ritenuta una ragazzina romantica e invece
eccola qua intenta a ricamare una realtà troppo rosa e scintillante per essere
vera.
Una finzione che lascia l’amaro in bocca e che Elena
preferirebbe tinteggiare di nero e di azzurro, ma il suo destino sembra andare
in una direzione diversa.
E questo disagio allenta ancora, a tratti, le catene
che imprigionano la sua frustrazione.
***
Nel frattempo la serata si è animata e gli ospiti iniziano
a sedersi ai vari tavoli tra cui ovviamente c’è il tavolo "giovani" che comprende tutti loro.
La prima parte della cena procede senza troppe
tragedie, anche se Bonnie non è la persona più contenta della terra, anzi tutta
l’allegria iniziale sta lasciando il posto ad una
forte irritazione che molto presto si trasformerà in rabbia.
Sembra il party delle persone arrabbiate.
A metà serata - prima del dolce e delle danze -tira un
inquietante bilancio della situazione, nella quale sa che esploderà a breve.
Seduta in mezzo a Elena e Caroline con la bionda che
ha tentato di parlare alla mora la quale, proverbialmente, la ignorava o
cambiava argomento e si sa che Care è una persona poco paziente.
Di fronte ha uno Stefan che rifugge le occhiate,
soprattutto dell’amica con la quale sa bene non aver risolto nulla e intanto si
lascia annoiare da Reb mentre Klaus si è divertito
per tutta la cena a passare dal loro tavolo, stuzzicando Caroline e agitando un
non per niente tranquillo Stefan.
Insomma la tensione è palpabile, per questo approfitta
di un momento di vuoto al proprio tavolo per parlare con le sue amiche.
O meglio, sbottare.
-Adesso basta! Sono stufa di mediare tra voi due,
siamo persone grandi si presume-
-Abbiamo solo 18 anni non
possiamo nemmeno bere-
Gli occhi verdi indispettiti si scontrano con quelli
azzurri di Caroline che si morde la lingua.
-Io me ne vado, vedete di risolvere la situazione
perché siete ridicole...entrambe-
Così facendo fulmina anche Elena e la sua faccia finta
indifferente e dopo aver afferrato il proprio bicchiere si alza per raggiungere
Matt che sta parlando con Kol, ottimo modo per
distrarsi.
Rimaste sole -Stefan sta
parlando con Ric mentre Rebekah sta discutendo con
suo fratello Klaus, quei due litigano per tutto- entrambe esitano prima di
parlare. Elena continua a torturarsi il braccialetto che le ha prestato sua
madre mentre Care sorseggia dell’acqua con non curanza, ma sanno che Bonnie ha
ragione.
-Ok, parlo io-
Elena alza gli occhioni scuri sulla ragazza.
-Elena mi dispiace, mi dispiace per tutto e sono una
persona orribile...mi sono scusata in mille modi,
lettere, mail, patetici messaggi in segreteria non c’è bisogno che te lo
riassuma...se non vuoi parlarmi più va bene, lo capisco, ma siamo amiche da una
vita e almeno la possibilità di spiegarti… beh me la devi-
Elena continua a guardarla pensierosa, non ha voglia
di litigare, ma la risolutezza di Caroline che la intenerisce e la irrita al
tempo stesso, sembra convincerla a mettere le carte in tavola.
-Va bene....spiegami quali
oscuri motivi hanno portato la mia migliore amica a rotolarsi in un letto col
mio fidanzato tanto per cominciare!-
-Te l’ho detto! Avevamo bevuto troppo alla festa della
confraternita e lui si lamentava dei suoi problemi io dei miei e non lo so è
successo! Elena credimi se potessi tornare indietro-
-Ma non puoi-
Caroline si ammutolisce, non sta urlando, sta solo palesando la cruda verità.
-E se vuoi che le cose si sistemino...devi
darmi tempo, il problema non è Stefan, ma il fatto che tu, tra tutte le
persone, ti sei scelta il mio ragazzo e tu eri la mia migliore amica Caroline-
Così facendo Elena si alza, lasciandola sola ad osservare desolata il piatto con il dolce portole dal
cameriere che rimarrà sicuramente intoccato perché lei non ha decisamente più
fame.
Stefan torna verso il tavolo, ma si ferma quando nota
Elena allontanarsi da Caroline che invece siede da sola al tavolo, sul punto di
piangere e anche se vorrebbe evitarla -come lei ha
fatto con lui per tutto il tempo- alla fine non ci riesce e la raggiunge,
lisciandosi invisibili pieghe della giacca.
Una sottile angoscia mista a rabbia si agita dentro di
lui, sia per la testardaggine della bionda a non voler parlare con lui, sia per
il suo senso di impotenza nel non poter sistemare le
cose tra lei ed Elena.
-Capisco il tuo disappunto avresti preferito un
sorbetto dopo un menù così impegnativo-
La iridi chiare, pronte a sfociare in un pianto, si alzano
titubanti sul ragazzo in piedi accanto a lei.
-Sarebbe stato meglio un bicchiere di alcool, ma sai
com’è meglio evitare-
-Caroline dovremmo-
-Parlare? Lo so sembra il trend della serata-
Continua a fissare il piatto scappando dagli occhi
verdi che la mettono in difficoltà non solo perché le ricordando i suoi errori,
ma anche perché scavano in profondità in quella parte di lei che adesso
vorrebbe solo soffocare.
-immagino che con Elena non sia andata bene...-
La ragazza di alza di scatto
con una furia ritrovata negli occhi chiari. E’ furiosa perché ha rovinato tutto
e non ha più armi, più mezzi per recuperare Elena e il suo affetto, la sua
amicizia e dentro di sé incolpa di questo anche Stefan. Sente il cuore pulsare
veloce mentre le gote si colorano per lo sforzo.
-Immagini bene-
-Caroline…-
-Beh, evidentemente me lo merito-
E con gli occhi carichi di rabbia se ne va anche lei
dalla sala; Bonnie, che ha visto tutta la scena, la segue sospirando
profondamente nel tentativo di ritrovare una perduta tranquillità perché lo sa
che di questo passo si prospetta una serata che non può che peggiorare.
Ciao a tutte!!!
Un grazie anzitutto immenso a tutte voi che
mi supportate e non mollate la presa!
Eccoci al capitolo
dedicato alla prima parte della festa dell’ultimo dell’anno di Casa Lockwood
dove le famiglie fondatrici trascorrono una serata un
po’…rabbiosa. Troppi gli animi agitati presenti in sala e le questioni che
scottano tra le loro mani. Vediamo
finalmente un primo confronto tra Care –Elena e Stefan in questa sorta di non-triangolo.
Le cose per ora sembrano
solo andare peggio tra i tentativi della bionda di recuperare il rapporto con
Elena e la frustrazione di Stefan che non riesce a comunicare con nessuna delle
due e non sa più come fare, tanto che usa per un po’ Rebekah come scudo.
Ovviamente la serata non
è finita!
Attendo i vostri
commenti!
Eli