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Autore: _ Arya _    04/06/2015    7 recensioni
Cosa succederebbe se la principessa Emma Swan - una principessa non comune, ma audace e pronta all'avventura - , rapita dal pirata Barbanera, fosse salvata da Capitan Uncino?
-Spin off del capitolo 3 di One Year of Our Life-
"-Volete un goccio di rum? Allevia il dolore, ve lo assicuro.- mi domandò Hook, porgendomi la sua boccetta.
-Capitano, una principessa che beve il rum? Sarà abituata a baci e abbracci per il dolore, dubito beva!- intervenne Smee, e alcuni risposero con una risata.
In risposta li incenerii con lo sguardo, ed afferrai la boccetta per poi mandare giù ben più di un goccio." [dal primo capitolo]
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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You brought me home



 








EMMA POV

Era piacevole la leggera brezza notturna che alleggeriva il caldo e l'umidità della nostra penultima notte a Neverland.
Ci eravamo fermati nel punto in cui eravamo partiti quasi due settimane prima ormai, e il giorno dopo saremmo scesi alla ricerca di Pan: se avessimo finito prima del tramonto, avremmo navigato subito nei cieli per tornare alla Foresta Incantata, altrimenti avremmo passato lì ancora una notte.
Non avevo idea di cosa preferissi, ma tornare a casa mi agitava in un certo senso; da un lato ero felice del fatto che avrei riabbracciato i miei genitori e i miei amici, ma dall'altra mi chiedevo sempre più cosa ne sarebbe stato della mia vita. Se Hook avesse deciso di rimanere da me, avrei dovuto riabituarmi io, e lui abituarsi alla vita di corte. Non sarebbero mancate le avventure, ma messe in confronto con quella che stava per concludersi e le altre decine se non centinaia che aveva vissuto, sarebbe stato nulla.
In più, volevo davvero tornare alla vita di prima? Questi mesi, ma soprattutto le ultime due settimane, mi avevano cambiata troppo, avevano rivelato il mio spirito d'avventura in maniera molto più esplicita.
Invece, in caso contrario, se fossi partita con lui, cosa avrebbero pensato i miei? Certo, ero piuttosto sicura che mi avrebbero capita e sostenuta, ma gli avrei spezzato il cuore. Dopo mezzo anno di assenza mi avrebbero riavuta per poi perdermi di nuovo, anche se sarebbe stato diverso perché ovviamente sarei andata a trovarli spesso.
E se un giorno fossi tornata per prendere il posto che mi spettava e diventare regina, l'avrei davvero meritato? Non ne ero molto convinta...
-Tesoro, a cosa pensate?- Hook mi portò una mano sulla spalla, distogliendomi dai miei pensieri. In fondo era lui a causarli, perché le nostre vite erano legate e non avrei più potuto farne a meno.
-Niente di che... pensavo solo al fatto che presto sarà finita...- dissi, con un'alzata di spalle, e presi un po' di carne dal fuoco. Il nostro ultimo bottino da Neverland.
-Già, lo spero. Se quel ragazzino diabolico non ci sabota in qualche modo...
-Sempre ottimista, eh Capitano?
Lui si voltò verso di me e sorrise, poi mi diede un bacio; -Sapete che sono solo realista, dolcezza.
Annuii, non aveva tutti i torti: io avevo ogni volta cercato di mantenermi positiva, però c'erano stati parecchi incidenti di percorso.
-Mi mancherete ragazzi- intervenne Trilli -Sono stati divertenti questi giorni, con un po' di buona compagnia! Non ero più abituata...
-Mi mancherai anche tu, piccoletta. Ma ci rivedremo presto, sono certo che non ti ci vorranno altri 50 anni per portare a termine la missione.- il capitano si staccò da me per abbracciare la sua amica: continuavo a trovarli una coppia molto buffa. Una dolce fatina e un temibile pirata... beh non proprio temibile, ma le voci su di lui erano quelle.
-Lo spero davvero. Almeno so da dove partire, e spero che l'incontro con Pan sarà fruttuoso anche per me.
-Già, vedremo. Ora mangia, forza. Vedi Emma quanto mangia, per questo riesce a sopravvivere a tutto!- mi scoccò un'occhiata divertita, e io in risposta gli tirai l'osso di una coscia del fagiano, riuscendo a colpirlo dritto in fronte. Non potevo proprio lamentarmi della mia mira!
-Siete tanto dolci voi due!- fece quella ridendo, mentre Hook si massaggiava il punto colpito con un'espressione divertita e dolorante insieme.
-Sì, soprattutto quando cerca di uccidermi, lei è proprio dolce!
-Ohh andiamo, uccidervi addirittura! Vi siete rammollito, allora!- lo presi in giro scatenando una risata generale, Hook invece mi guardò in cagnesco.
Ormai era routine che scherzassimo e ci prendessimo in giro, non potevamo farne a meno. La nostra relazione non sarebbe mai diventata noiosa se avessimo continuato così, e di certo era già molto più vera di quelle poche che avevo avuto.
Era qualcosa che se entrambi avessimo voluto, sarebbe potuta durare nel tempo, che avessimo vissuto per altri 60 o 70 anni come persone normali, o qualche secolo per cause di forza maggiore.

-Swan, allora, ce lo fate o no vedere questo tatuaggio? Eravate tanto entusiasta di farvi bucare la pelle...- mi incitò Hook, posando a fianco a sé la boccetta di rum.
Eravamo rimasti io, lui, Trilli e una decina di uomini, mentre gli altri si erano già ritirati nei loro alloggi.
-Va bene... ora. Fatemi solo togliere questa benda...
Alzai la manica ed iniziai a sfilare la fasciatura che avevo intorno al polso: ovviamente non poggiava direttamente sulla pelle, ma sosteneva una foglia di qualche pianta non aderente che mi avevano messo per non rovinare l'opera.
Hook propose di darmi una mano ma scossi la testa, sapendo che avrebbe fatto di tutto per sbirciare e vederlo per primo.
Mentre trafficavo, però, con un dito mi percorse il braccio scoperto, facendomi un po' di solletico; dal canto mio cercai di non reagire, così magari si sarebbe stancato da solo.
-Sarebbe bello vedervi più spesso a braccia scoperte, e non solo quando siete in pigiama...- constatò, quando mi lasciò stare -Avete delle belle braccia, tesoro. Lisce, fini, ma forti... e la pelle così bianca, non vi abbronzate mai?
-Non particolarmente. Il colore della pelle l'ho ereditato da mia madre... non per nulla si chiama Snow White- gli feci notare, e finalmente lasciai da parte la benda, mentre la foglia verde scuro scivolò via da sola.
-Giusto giusto... ora forza, voglio vedere!
Non mi lasciò neanche dire “a”, che mi prese il braccio girandolo delicatamente, per posare subito gli occhi sul disegno che mi ero fatta incidere sulla pelle.
Con enorme piacere constatai che era rimasto perfetto come lo era stato da appena fatto, e anche se ormai la pomata si era asciugata, non sembrava esserci alcun problema di infezioni o altro.
Era bello, non molto grande, e di un nero intenso.
-Un timone, Swan. Anzi... il timone della Jolly Roger.- fece quello sorpreso, sgranando gli occhi e guardandomi.
-Già- sorrisi raggiante, contenta di vederlo colpito dalla mia scelta. In un primo momento avevo pensato ad un'ancora, ma avevo trovato questo molto più adatto.
L'ancora era un po' il simbolo di un porto, di una stabilità... ma io non avevo mai cercato la stabilità.
-Posso chiedervi il perché? Il significato che ha per voi?- mi domandò, passandoci leggermente sopra con un dito. Per quanto insistesse di non essere tenero, a volte lo era moltissimo. Se fossimo stati soli lo avrei stretto forte e l'avrei baciato, ma non era il caso di fare certe scenate in pubblico.
-Beh... volevo qualcosa di significativo. In primo luogo rappresenta il viaggio sulla Jolly Roger, letteralmente. Da sei mesi fa ad ora. Poi rappresenta un viaggio... di crescita, o almeno di cambiamento. E poi... tanto altro.- arrossi leggermente; volevo dirglielo ma solo quando fossimo rimasti soli, perché era piuttosto intimo, o almeno una cosa tra me e lui e basta. Non che non volessi condividerlo con tutti, ma Hook doveva essere il primo.
Il capitano sembrò capirlo e annuì, per poi cingermi le spalle e darmi un bacio sulla fronte: sì, era decisamente tenero.
-Siete bellissimi!- fece Trilli con un sorrisone -E bel tatuaggio Emma! Anch'io ho sempre voluto farlo, ma ho un po' paura. Anzi no, molta paura.
-Non fa poi così male- risi, tornando a squadrarlo -All'inizio un po' sì, ma la pelle si abitua piuttosto in fretta...
-Sì Swan, ditelo che vi hanno sedata. Io sono stato fuori e non ho sentito neanche un piccolo grido di dolore!- si intromise Hook, con un ghigno.
-Forse perché non ho urlato, idiota!
-Moderate i termini tesoro, presto tornerete a casa e non potete parlare così.
-Ma non vi preoccupate, io do' dell'idiota solo a chi lo è o lo fa...- gli assicurai con un gran sorriso, facendo ridere Trilli che era diventata la mia più grande alleata nel prenderlo in giro.
Seppi che stava solo fingendo, ma vedendo la sua espressione contrariata non riuscii a non intenerirmi, quindi lo abbracciai e gli stampai un bacio sulla guancia, ignorando i commenti degli altri su quanto fossimo sempre più “dolci e appiccicosi”.

 

***

 

Cercai di tenere il braccio fermo mentre Hook mi applicava la pomata; mi faceva un solletico che sicuramente se avessi fatto tutto da sola non avrei percepito, ma aveva insistito tanto e non ero riuscita a dirgli di no.
Sorrisi per l'estrema delicatezza che ci stava mettendo, era molto più premuroso di quanto sarebbe mai stato in grado di ammettere. La mano con cui impugnava la spada e quella con cui mi toccava apparivano completamente diverse, da stentare a credere che fosse sempre la stessa.
-Ho fatto...- disse infine, richiudendo la crema e rimettendomela a posto nella sacca -Ora mentre aspettiamo che si asciughi, perché non mi spiegate i “tanti altri” significati di questo tatuaggio?- propose.
Io annuii e mi sistemai a sedere nella parte interna del letto, e gli lasciai spazio per sistemarsi accanto a me.
Era mezzanotte ormai, dopo la lunga giornata avevamo deciso tutti di andare a dormire; inizialmente avevo proposto a Trilli di prendere il letto, ma lei mi aveva assicurato che con un pizzico di magia era riuscita a rendere il giaciglio di paglia su cui avevo dormito scomodamente per mesi un comodissimo e morbido letto. Quindi io e Hook avevamo finito per occupare di nuovo insieme la sua cabina, e dovetti ammettere che mi era mancata. Mi regalava un clima di familiarità in qualche modo, nonostante ci avessi passato soltanto due notti, una delle quali stretta a lui senza volerlo.
In dieci giorni erano cambiate così tante cose tra noi, che quasi stentavo a crederci: ricordavo quella mattina in cui avevo constatato imbarazzatissima di aver dormito sul suo petto, mentre adesso era diventata un'abitudine di cui non potevo fare a meno.
Mi sistemai comoda con la schiena contro il cuscino, poi mi voltai verso di lui, accarezzandogli il viso con le dita.
-L'altro significato è... legato a noi due. Sapete, inizialmente avevo pensato ad un'ancora, perché voi... voi per me siete diventato come... come un porto sicuro. Ma poi ho pensato... un porto non fa né per me, né per voi. Amiamo entrambi i viaggi, l'avventura... quindi il timone era molto più adatto. Inoltre, metaforicamente... voi mi avete guidata in un viaggio splendido, Killian. La relazione che abbiamo, è stato il viaggio più bello della mia vita. In questi pochi giorni siamo cresciuti insieme, voi avete messo da parte le vostre paure, ed io le mie. Mi sento davvero, davvero cresciuta sentimentalmente. E poi, per ultimo... il timone è anche un simbolo di speranza... la speranza che questo viaggio non finisca. Mai.- sorrisi, mentre i suoi occhi diventavano sempre più lucidi, e fissavano i miei con un'intensità quasi accecante, tanto che faticai per mantenere lo sguardo fermo.
-Non so che dire, Emma. Voi... voi siete meravigliosa. Nessuno si era mai inciso per me qualcosa sulla pelle, qualcosa che durerà in eterno. Voi siete una principessa, una donna che mai avrei creduto avrebbe potuto provare interesse per me. E ora... avete fatto questo...
-Vi sottovalutate, Hook- sorrisi a mia volta, prendendogli l'uncino -Voi avete molto più onore di decine di principi messi insieme. Voi mi avete vista per quello che sono davvero, e non per il mio titolo. Non vi siete soffermato a farmi inutili complimenti che mi fanno solo noia...
-Però- mi fermò -Su questo vi sbagliate tesoro. Voi siete bellissima, e non posso proprio dire il contrario.
-Grazie- sorrisi ancora -Ma il modo in cui lo dite voi è... diverso. È... non lo so, vero. In qualche modo... riuscite a farmi i complimenti senza cadere nel futile, come molti altri fanno. E a tal proposito... l'avrò anche detto mentre ero ubriaca, ma intendevo sul serio. Voi siete davvero l'uomo più affascinante che abbia mai incontrato. Siete bello dentro e fuori, Hook.
-Anche voi sapete fare i complimenti senza farli sembrare stupidi.
L'uomo portò la mano tra i miei capelli, e mi baciò con dolcezza e trasporto. Le nostre lingue si assaporarono senza fretta, consapevoli di avere tutto il tempo del mondo per continuare ad appartenersi.
Chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare da quel bacio, che mi inebriò la mente e la offuscò, facendomi dimenticare tutto il mondo intorno a noi.
Eravamo solo io e lui, in mezzo al nulla, tra i nostri baci e le nostre carezze, e non avevo bisogno di nient'altro.
Corsi con le mani al suo panciotto rosso e lo sbottonai cercando di non fargli saltare i bottoni per la fretta; subito dopo iniziai a fare lo stesso con la camicia, senza smettere di baciarlo.
Lo volevo, lo volevo troppo e non potevo più aspettare. Volevo ogni singolo centimetro di lui, e volevo appartenergli io in ogni singolo centimetro.
-Woh Swan... cosa state facendo...- mi sussurrò sulle labbra, aggrappandomisi ai fianchi.
-Mi sembra piuttosto ovvio... e diamoci del tu- proposi, a voce molto bassa.
-Direi che si è una bella idea...- disse sorridendo -Ma siete, cioé... sei sicura...?
-Non sai quanto- confermai, e senza dargli il tempo di rispondere mi abbassai per baciarlo nuovamente, stavolta con più foga e passione.
Quando finii di slacciargli la camicia lui iniziò a trafficare coi miei vestiti, partendo dalla cintura. Nonostante avesse una sola mano a disposizione non ebbe bisogno di alcun aiuto, sembrava piuttosto sicuro. E la cosa mi eccitò da impazzire, non vedevo l'ora di avere le sue mani forti ed esperte su di me.
Continuai a baciarlo mentre quello mi sbottonava, partendo prima dal panciotto, e lanciandolo ai piedi del letto quando mi ebbe liberata.
Fu poi il turno della mia camicia, e iniziò dal basso, per scoprirmi lentamente. Sentivo il mio corpo tremare, fremere per la passione da cui era stato catturato, e fui costretta a fermarlo per potergli sfilare gli indumenti che avevo sbottonato.
Chiusi quindi gli occhi, e lasciai continuare lui: quando rimasero gli ultimi due bottoni non me li slacciò subito, ma infilò la mano sotto per accarezzarmi il seno, e poi stringerlo piano, senza fretta, e senza farmi male.
Mi feci sfuggire un primo gemito, e strinsi più saldamente le lenzuola, per permettergli di continuare con quella dolce tortura senza crollargli addosso.
Continuai ad ansimare, mentre giocherellava coi miei capezzoli stringendoli tra due dita e passando da un seno all'altro.
Poi, finalmente si decise, e slacciò completamente la camicia, per sfilarmi anche quella.
Aprii gli occhi per guardarlo un istante: ero mezza nuda sopra di lui, e volevo soltanto che si impossessasse di me, senza più freni.
Dal canto suo, mi guardava con desiderio: lentamente distolse lo sguardo per concentrarsi sul mio seno, e sentii il volto andarmi a fuoco.
Le braccia mi tremarono, ormai incapaci di reggere il mio peso; fortunatamente se ne accorse, e prontamente invertì le posizioni.
Da una parte ringraziai il cielo di essere salda con la schiena sul materasso, ma dall'altra vederlo sopra di me, mentre studiava il mio corpo, mi annebbiò la mente ancora di più.
-Sei bellissima, Emma...- sussurrò, per tornare a imprimere lo sguardo nel mio, con un misto di dolcezza e lussuria negli occhi.
-Anche tu lo sei...- borbottai con la poca voce che ancora avevo, e gli accarezzai il petto con la mano, cercando di imprimere nella mente ogni minimo dettaglio, nonostante non fosse la prima volta che lo vedessi.
Con un dito percorsi quelle cicatrici che ricordavo bene, che lo rendevano uomo vissuto, ed estremamente virile.
Lui fece lo stesso con la mia, sotto l'ombelico, provocandomi un ennesimo e violento brivido.
Quando mi posò le labbra sul collo chiusi gli occhi, per lasciarmi trasportare dalla bramosia, ed affondai le unghie nelle sue spalle nel momento in cui la sua bocca raggiunse il seno. Inizialmente vi posò dei piccoli e leggeri baci, a cui poi unì la sua lingua: era inutile che cercassi di dare un freno agli ansimi ormai, era impossibile. E furono ben presto raggiunti dai gemiti, quando iniziò a succhiarmi un capezzolo. Mi sentii andare fuori controllo, e strinsi fino a graffiarlo, così forte che probabilmente gli avrei lasciato i segni per un po'. Lui però sembrò non curarsene, era completamente concentrato sul mio seno; mentre continuava a succhiarlo, la sua mano scivolò lentamente sulla mia pancia, fino al bordo dei pantaloni, che sbottonò con sicurezza.
Istintivamente allargai le gambe, permettendogli di insinuarsi all'interno.
Ma quando la sua mano mi sfiorò proprio lì, nel centro del mio piacere, nonostante avessi la leggera stoffa delle mutandine a coprirmi, non riuscii a non inarcare la schiena ed emettere un forte gemito, che non riuscii a soffocare in alcun modo.
-Wow, Swan... tutto bene? Se impazzisci ancora prima di farmi iniziare...- fece sorpreso, alzando la testa per potermi guardare.
Io mi morsi il labbro, probabilmente ero nuovamente arrossita: avrei voluto trattenermi, ma era stato impossibile... non avevo previsto quella potente sensazione che aveva scosso il mio corpo.
-Io... è solo che non... non sono abituata, e quindi...- borbottai, cercando di recuperare un minimo di facoltà mentali.
-Non hai un uomo da molto tempo, lo capisco...
-Già, ma... sei il primo. Voglio dire... il primo che... che mi fa questo.
-Cosa...? Che vuol dire il primo, Swan...
-Oh, avanti... mi sembra ovvio... il primo uomo con cui vado a letto.
-Vuoi dire che... che sei vergine?
-Mi sembrava ovvio- ripetei, guardandolo negli occhi.
I suoi occhi fino a poco prima colmi di eccitazione erano adesso smarriti, e mi guardavano incerti senza che dalla sua bocca uscisse alcun suono. Aveva un'aria incredula, quasi sconvolta, e tirò via la mano da dentro i miei pantaloni.
-Tu che sei tanto esperto di etichette... sai, no? Cose da principesse, la prima notte di nozze... è una di quelle regole che finora ho rispettato.- dissi.
-Io non... no. Non sapevo che... esistesse ancora... e poi credevo che voi...
Era tornato al “voi”. Invece di tranquillizzarsi sembrò sempre più confuso, ed io ebbi paura. Paura che mi rifiutasse, paura che non mi volesse più perché priva di esperienza. Solo perché non mi ero mai concessa ad un uomo, prima d'ora.
Da un lato aveva ragione, a me non interessava l'etichetta... ma semplicemente non avevo mai sentito il bisogno di avere una relazione carnale con qualcuno, fino ad ora. Quando ero stata con Graham ero troppo giovane, mentre con Neal a malapena mi baciavo.
Hook era un altro mondo: il mio corpo aveva reagito alla sua presenza sin dal nostro primo incontro, e man mano aveva iniziato a desiderarlo con sempre più forza.
Eppure lui sembrava non capirlo, era completamente immobile, e muto.
-Killian...- parlai di nuovo, cercando di mantenere la voce ferma -Hai problemi ad andare con una donna senza esperienza? È questo? Pensi possa non essere abbastanza?- gli domandai, e attesi risposta. Mi avrebbe fatto male se fosse stata affermativa, ma volevo saperlo. Volevo sapere perché si stesse facendo così tanti problemi.
Quello scosse la testa, e poi prese un gran respiro.
-Per me non è un problema, Emma. Ma voi... tu. Tu... non sai. E io non voglio rischiare di deluderti, di farti male, io non... - scosse la testa, tornando a fissarmi.
-Male... mi stavi facendo tutt'altro che male. Non sarò mica la prima donna vergine con cui vai a letto.
-Invece sì- disse secco, e fu il mio turno di rimanere a bocca aperta.
Lui, il pirata bicentenario che era stato con decine di donne, non ne aveva mai avuta una che si fosse concessa a lui per la sua prima volta.
Non seppi dire perché, ma mi fece tenerezza, e mi sollevai leggermente per dargli un bacio sulle labbra.
-Allora... sarà una specie di prima volta per entrambi.
-E' davvero questo che vuoi, Emma? L'etichetta... e poi, se non fossi sicura, se non fossi pronta...
-Non mi importa dell'etichetta, dovresti saperlo. Era solo per dire. È davvero questo che voglio, Killian. Non sono una bambina, sono una donna. Voglio che tu mi veda come una donna che desidera il suo uomo anche fisicamente, perché è così.- confermai, e lo tirai tanto forte da farlo sdraiare su di me per poterlo baciare con foga, mentre il mio seno premeva contro il suo petto, e io tornai ad essere scossa dai brividi.
-E allora farò in modo che sia indimenticabile, nel senso più piacevole della parola- sussurrò, poi si sollevò nuovamente, e tornò con le labbra sul mio seno, mentre con la mano e l'uncino lentamente iniziò a liberarmi dei pantaloni, che scalciai via quando furono sotto l'altezza del ginocchio.
Non sapevo come sarebbe stato, non ne avevo la minima idea, ma sentivo il bisogno spasmodico di averlo dentro di me... lui non sembrava non avere fretta.
Quando smise di torturarmi il seno, le sue labbra continuarono a scivolare verso il basso, soffermandosi con la lingua nel mio ombelico, poi scese ancora, sulla cicatrice, fermandosi infine al bordo delle mie mutandine.
-E questa diavoleria cos'è...
-Biancheria intima- sorrisi della sua dolce ingenuità -sta iniziando ad andare di moda, sai... se inventassero anche un corsetto più comodo, sarebbe fantastico.
-Sì, per rendere più difficili le cose a me...- sussurrò, e smorzò subito il mio sorriso quando afferrò il bordo delle mutandine, ed iniziò a farle scivolare verso il basso.
Trattenni il fiato: ero ora completamente esposta a lui, anche quell'ultimo indumento aveva smesso di coprirmi. Me lo fece scivolare via dai piedi, e io continuai quasi a non respirare.
E poi, cauto, mi aprì un poco le gambe, e posò la bocca sul mio interno coscia. Iniziò a stampare piccoli baci sulla mia pelle, che pian piano salirono, rendendo il mio respiro ogni volta più pesante.
Poi, finalmente, decise di mettere un freno a questo tormento ed iniziarne uno nuovo, direttamente nel mio centro.
Strinsi forte le mani nel materasso per mantenere fermo il mio corpo, mentre le sue labbra si impossessavano di me, per fare subito spazio alla lingua.
Quando quella però mi penetrò, non potei più fare nulla per controllarmi: emisi un gemito incontrollato, e strinsi gli occhi con forza estrema. Fui invasa da una sensazione di piacere che non avevo mai conosciuto prima, che neanche nei miei sogni più remoti avrei potuto immaginare potesse esistere. Inarcai di nuovo la schiena, involontariamente, ma per fortuna per lui non sembrò essere un problema: mi tenne il bacino con la mano e l'uncino, e continuò a muovere la sua lingua in me.
Il senso di appagamento si faceva in me sempre più intenso ogni secondo che passava, ogni volta che la sua lingua usciva e poi si insinuava di nuovo dentro, per muoversi ancora in piccoli cerchi.
-Basta...- borbottai, con una voce roca che non riconobbi -Sto per... io voglio che... la prima volta... ti voglio dentro di me...- lo pregai, e fortunatamente smise, altrimenti non avrei davvero saputo resistere ancora a lungo.
Mi posò cauto la schiena sul letto, mentre cercavo di riprendere il controllo del mio respiro, ma aprii gli occhi per guardarlo mentre si sfilava i pantaloni. Senza dire niente, mi sollevai e lo aiutai nell'impresa, proprio come lui aveva fatto con me. Sentii la sua eccitazione premere contro la pelle nera, cosa che mi mandò ancora più su di giri. E poi finalmente liberai anche lui dell'ultimo indumento, e rimasi qualche istante a guardarlo, mentre scalciava via il pantalone.
Lo sfiorai, e stavolta fu lui a gemere, e mi spinse nuovamente sdraiata per appropriarsi con voracità delle mie labbra.
Persi di nuovo il controllo e ricambiai con la sua stessa forza, mentre mi contorcevo a causa del suo sesso che premeva contro di me, sull'inguine.
Le mie braccia lo strinsero forte, e piegai le gambe aprendole ancora, ormai desiderosa solo di sentirlo dentro, di sentirmi sua, e di sentirlo mio.
-Emma...- sussurrò sulle mie labbra, e poi mi guardò negli occhi, per una tacita domanda a cui non avrei risposto negativamente.
Annuii, e continuai a guardarlo negli occhi mentre si sistemava tra le mie gambe, e premeva la punta nel centro esatto.
Annuii ancora senza fiatare, e finalmente mi penetrò.
Non riuscii a fare a meno di gridare e trattenere un paio di lacrime, quindi attirai il suo viso per baciarlo e sperai che non se ne accorgesse, ma fu inutile. Lui era troppo attento nei miei confronti, per non rendersene conto... e la cosa mi piaceva e mi eccitava.
-Stai bene tesoro?
Annuii.
-Ti ho fatto male?
Scossi la testa, poi annuii, e poi la scossi nuovamente: -Un po'... è normale.- ammisi -Ma sono felice. Lo sono davvero.
E non era una bugia: nonostante quello strano dolore che mi aveva attraversata come una scossa di elettricità, non potevo fare a meno di pensare a quanto fosse bello. Le mie lacrime di dolore si trasformarono in lacrime di gioia, e lasciai che mi penetrasse fino in fondo, soffocando un altro urlo sulla sua bocca.
Quello mi baciò lentamente, mi assaporò le labbra con calma, mentre lasciava che mi abituassi alla sua presenza, senza muoversi. Il dolore era ancora presente, ma si faceva sempre meno intenso, e lasciava il posto al piacere.
Non passò molto prima che decidessi di prendere l'iniziativa, ed iniziai a muovere il bacino. Fitte completamente sopportabili si alternarono ad attimi di pura estasi, e i nostri gemiti sempre più forti si confondevano nelle nostre bocche, tra un bacio e l'altro.
Lui assecondava i miei movimenti ed io assecondavo i suoi, e lo sentivo scivolare in alto e poi di nuovo in fondo, fino a che non dimenticai cosa fosse il dolore.
Ogni ansimo, ogni gemito, erano di puro piacere, mentre la velocità dei nostri movimenti aumentava proporzionalmente alla soddisfazione dei nostri corpi.
Fu quando gridò contro le mie labbra e mi invase del suo calore che gridai anch'io, e scoprii per la prima volta cosa fosse l'apice del piacere.
Non finì subito, ma durò vari istanti nei quali mi sentii felice, e finalmente completa. Mentre godevo di quegli attimi, mi convinsi di essere nata per essere sua e di nessun altro, convinzione che non si attenuò neanche quando il mio corpo tornò lentamente a rilassarsi.
Sorrisi, col suo respiro pesante ancora sul mio volto, e lo baciai. Lo baciai perché era mio, ora in tutto e per tutto. Era mio, e non l'avrei mai lasciato andare.
Lasciai che lentamente uscisse da me e si sdraiasse al mio fianco, per prendermi il volto e baciarmi ancora, e con un braccio cingermi i fianchi per tenermi stretta a lui.
-Come stai, Emma...- sussurrò aprendo gli occhi in contemporanea con me: stavamo entrambi sorridendo, avevamo entrambi gli occhi lucidi di gioia.
-Mai stata meglio- gli assicurai, e lo baciai ancora una volta.
-Vale lo stesso per me, tesoro...- continuò a sorridere, accarezzandomi i capelli.
Spalancai gli occhi abbastanza incredula, chiedendomi se lo stesse dicendo solo per farmi felice, dato che al contrario di me, io non ero la prima con cui era stato. Ed ero anche la meno esperta, a dirla tutta.
-Dico sul serio- continuò, come se mi avesse letto nel pensiero -Non importa con quante donne io sia stato... importa con chi. E tu, Emma... devo proprio ripetermi? Sei unica. Sei davvero unica. Tu mi rendi felice, sempre.
Gli occhi mi bruciarono insistentemente, ma mi feci forza per ricacciare indietro le lacrime e lo baciai con impeto e dolcezza contemporaneamente; lui ricambiò, fino a che non mi lasciò posare la testa sul suo petto, e mi avvolse nelle sue braccia muscolose e calde.
Mi sentii a casa.
-Buonanotte tesoro...- sussurrò, per poi lasciarmi un bacio sui capelli.
-Buonanotte Killian...- feci di rimando, e mi accoccolai meglio per mettermi comoda. Chiusi gli occhi, lasciandomi trasportare nel mondo dei sogni cullata da quelle braccia che mi facevano sentire al sicuro, e dalla felicità che non avrebbe mai più abbandonato la mia anima.




-E' quasi un peccato dover spegnere il sorriso della principessa, non trovi? Devo ammettere che è piuttosto bella...- disse il ragazzo alla sua ombra -Però non è il mio tipo... un ghigno malvagio o le lacrime, donano di più ad una donna. Danno più carattere.
Ormai niente poteva più andare storto, le sue idee erano chiare, e sapeva che per i due amanti non c'era scappatoia. L'indomani alla stessa ora, uno di loro due sarebbe stato senza un cuore nel petto, mentre quello dell'altro sarebbe stato dilaniato, spezzato, fatto in mille piccoli pezzi probabilmente impossibili da assemblare.































 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Ecco qui, come avevo detto il capitolo era ormai pronto e ho dovuto solo risistemarlo... e come promesso, gli ho dato altri momenti particolarmente felici prima dell'incontro con Pan. Direi che entrambi non vedevano l'ora ormai (LOL), nonostante Hook sia stato titubante sentendosi addosso la responsabilità di essere il primo per lei... effettivamente dati vari comportamenti di Emma non poteva aspettarselo xD Ora sono entrambi molto felici, e ci saranno ancora dei momenti... ma già nel prossimo capitolo si inizierà ad entrare nel vivo del piano di Pan, una volta che l'avranno raggiunto. 
Sabato o domenica posterò l'altra ff, dipende quando finisco, mentre la settimana prossima posterò di nuovo questa.
Grazie ancora a tutti per letture e recensioni! La ff doveva essere piuttosto breve, 10 capitoli circa, ma mi avete dato la spinta per farmi venire nuove idee, ed è stato più facile del previsto!
Concludo con un buonanotte/buongiorno come sempre xD (sì, un giorno lontano forse posterò ad un orario decente!)
Un abbraccio :*
 
   
 
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