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Autore: SSJD    04/06/2015    4 recensioni
Rieccomi! Torno con il nuovo capitolo della saga di 'Come Fratelli'. L'avevo promessa ed eccovela servita. Dire che ho scritto una storia mooolto, ma moooolto originale, è dir poco, dato che praticamente sconvolge di gran lunga la trama originale del manga. I fatti risalgono al periodo post Majin Bu e hanno come base i fatti accaduti in CF1 e, in parte, in CF2. La dicitura OOC è solo perchè, in 'sto sito, pare che chi non descriva Vegeta come un personaggio sadico, cinico e bastardo, venga puntualmente cazziato nelle recensioni. Quindi io ci metto OOC, così posso descriverlo come voglio, anche se per me, di fatto, il Vegeta post Majin Bu è perfettamente IC a come l'ho raccontato io... o quasi...
Fatemi sapere se così è anche per voi e soprattutto, se anche questo racconto vi è piaciuto come gli altri.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Goku, Goten, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Gohan/Videl
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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DÉJÀ-VU




Il principe tornò nella chiesa e, affiancandosi di nuovo a Goku, che si stava nervosamente massacrando il papillon dell’elegantissimo smoking che indossava, gli disse sottovoce:
“Sei nervoso, Kaaroth? Sono io quello che si sta per sposare, non tu”
“Ehm… sì… beh… un po’, veramente.” rispose il giovane sayan imbarazzato.
“Tu hai bisogno di scaricare un po’ in nervi, Kaaroth. Guardati, sei più teso di una corda di violino. C’è qualcosa che ti preoccupa?” lo provocò Vegeta dandogli la possibilità di ‘confessarsi’ prima del suo matrimonio.
“Già… beh… sai… ehm… Vegeta, io ti devo dire una cosa… prima che ti sposi…” disse sottovoce Goku iniziando a sudare freddo.
A quelle parole, Vegeta non fece altro che guardarlo dritto negli occhi e fargli un sorriso bellissimo. Gli mise una mano sulla spalla e, avvicinandosi all’orecchio gli sussurrò:
“Tranquillo Kaaroth, già lo so. Me lo ha detto Bulma, pochi minuti fa. Sai, credevo che tu mi dovessi delle scuse, per avermi mentito, ma ora so perché lo hai fatto e sai cosa ti dico? Ne sono assolutamente felice. Senza quella bugia probabilmente Trunks non sarebbe mai nato… Le conseguenze sappiamo entrambi quale sarebbero state, no? Io sono felice di essere qui oggi e soprattutto sono infinitamente contento che ci sia anche tu, fratello.”
“Ma, Vegeta… io…
“SSSHHH… Va tutto bene. Grazie per avermi voluto informare, prima che mi sposassi. L’ho apprezzato molto. Ora però, per favore, mi puoi dare le fedi?” lo interruppe Vegeta con un tono di voce che non poteva fare altro che tranquillizzare l’imbarazzatissimo sayan.
“C-come? Le-le fedi?” chiese Goku stranito.
“Sì, Kaaroth, le fedi, le hai portate, no?” chiese il principe mantenendo il sorriso.
“Sì… sì, ma certo, tieni.” balbettò timidamente Goku tirando fuori una scatolina rossa dalla tasca interna dello smoking.
“Grazie… queste le diamo a Trunks, le deve portare lui, quando dovremo scambiarci gli anelli. Ora, da bravo, fammi un favore, eh Kaaroth?” continuò Vegeta trasformando il sorriso da dolcissimo a malizioso.
“U-un favore?”
“Mhm, mhm. Penso che un piccolo favore tu me lo debba, o no?”
“S-sì… sì, certo, tutto ciò che vuoi, Vegeta.” rispose Goku con un tono tra l’allibito e il titubante.
“Ok, la vedi quella donna bellissima laggiù?”
“C-C-Chi-CHICHI?”
“Già, Chichi, tua moglie. Io credo che tu e lei, abbiate bisogno di stare un po’ da soli. Lei e Bulma hanno lavorato giorno e notte per organizzare questo matrimonio, scommetto che non avete avuto ancora un attimo di tempo per stare assieme, dopo il tuo ritorno. Perché non la prendi e vai nella stanza da cui fra poco uscirà Bulma e le fai vedere di cosa è capace un vero sayan? Sai, credo che Bulma sarà felice di lasciarvi i venticinque metri di tulle che si era comprata come velo, con questo caldo dubito che se lo metterà. Ti posso assicurare che è un’esperienza che devi assolutamente provare, Kaaroth.”
“Mamamama… Vegeta! E il matrimonio? Io e Chichi siamo i vostri testimoni e…
“Gohan farà il mio e C18 farà da testimone a Bulma. Tu fai schifo vestito in smoking, non ti ci voglio nelle foto, vestito così. E poi, se non l’hai capito, il mio era un ordine. Portami Chichi fuori dalle palle, immediatamente. Non posso sposarmi avendo sotto il naso l’odore di sesso che sta emanando tua moglie. O vuoi che la disintegri per non sentirlo più?” lo interruppe il principe con tono perentorio.
“Eh? Cosa?” balbettò Goku ancora incredulo e basito.
“KAAROTH! Ti vuoi muovere? O devo passare alle maniere forti?” insistette Vegeta.
“Sì… sì, vado… vado… Ehm… una domanda... Pensi che lo debba dire a Chichi… voglio dire… ehm...” chiese sottovoce Goku ancora titubante.
“No. Il passato è passato. Dirglielo ora la ferirebbe per nulla e, conoscendola, la faresti ingelosire per niente. Tu non l’hai mai tradita e non le hai mai mentito. L’unica cosa che ti devi far perdonare, sono i sei anni di astinenza forzata in cui l’hai obbligata a vivere. Quindi ora vai di là e, come minimo, le fai venire i capelli dello stesso colore di Bulma. Non so se mi spiego” concluse Vegeta allargando ancora di più l’intrigante sorriso.
“Sì… ok, ho capito. Farò del mio meglio… Grazie, Vegeta” concluse Goku lasciando la sua postazione per raggiungere la moglie.
Vegeta lo vide avvicinarsi all’orecchio di Chichi e sussurrarle qualcosa, voltandosi un paio di volte verso di lui e indicando con il dito prima Gohan e poi C18. L’espressione di Chichi passò da basita a perplessa ad allucinata, per le parole che Goku le stava rivolgendo, ma poi, come se nulla fosse, lo seguì lungo la navata centrale, per dirigersi con lui verso la stanza che era stata indicata loro, appena fuori dalla chiesa. Quando arrivò davanti a C18, Chichi si fermò per lasciarle il piccolo bouquet di fiori che, da brava testimone, teneva in mano e la informò che avrebbe dovuto prendere immediatamente il suo posto.
Poi, prima che i due si allontanassero troppo, Vegeta disse:
“Hey, sayan!”
“C-cosa, Vegeta?” chiese Goku voltandosi repentinamente.
“Aura al minimo e non fare casino, che qui c’è una cerimonia in corso. Chiaro?”
“C-certo…” rispose il sayan voltandosi di nuovo e, prendendo sua moglie per mano, procedere verso la sua più importante missione.
 
La cerimonia fu stupenda.
L’uscita dalla chiesa con il lancio del riso fu un gran successo, fino alla formazione di una strana barriera energetica creata da Vegeta attorno a sé e alla sua sposa.
Il pranzo di nozze fu un autentico massacro. Due sayan adulti, più un giovane e due piccole pesti ingurgitarono il novantotto percento del cibo lasciando il due percento al resto degli invitati che li guardavano, come sempre, allibiti.
Dopo il taglio della torta nuziale, il neosposo si avvicinò a Goku, che stava ballando con la sua felicissima e soddisfattissima moglie e, picchiettandogli il dito indice sulla spalla, gli disse:
“Hey, tu, sayan, cosa ne dici di andarci a sgranchire un po’ e a digerire il pasto? Abbiamo una questioncina di cui discutere… ancora”
Goku, in tutta risposta, senza nemmeno voltarsi si avvicinò all’orecchio della moglie e le sussurrò:
“Chichi, posso andare? Ѐ questione di poco… devo insegnare una cosa a Vegeta.”
“Mhm… mi prometti che torni presto, Goku?” chiese lei chiudendo gli occhi per godersi la voce calda e sensuale, che le stava parlando nell’orecchio.
Il sayan in tutta risposta le mordicchiò leggermente il lobo e giocò per qualche secondo con la lingua girandola intorno alla piccola perla che aveva come orecchino, facendole venire i brividi.
“Promesso” le disse infine liberandola dalla piacevole tortura e guardandola dritta negli occhi.
“Allora, Kaaroth? Ti vuoi muovere o no? Il resto glielo dai stasera, avanti!” insistette Vegeta a cui stava già iniziando a salire il nervoso.
“Sì, sì… arrivo… arrivo… eee, ma quanta fretta che hai, ti ha punto la tarantola? La torta non era buona?” chiese Goku voltandosi finalmente verso di lui.
“Kaaroth, vedi di piantarla sai? E fai poco lo spiritoso. Guarda che ho una voglia di spaccarti qualche osso, che tu non puoi nemmeno immaginare. Avanti, togliti quello smoking e vieni con me. Andiamo a regolare questo conto in sospeso lontano da qui, prima di distruggere tutto. Anzi, ancora meglio. Andiamo alla camera gravitazionale, così a casa posso cambiarmi” concluse Vegeta con tono perentorio.
“Fiù, menomale, pensavo volessi combattere vestito così… sai che fatica colpirti evitando di sgualcire il tuo elegantissimo vestito!” gli disse Goku con tono strafottente.
“KAAROTH! Ma come ti permetti? Avanti, andiamo, ti faccio vedere io chi ne prende di più, oggi”
I due si alzarono in volo e, un istante dopo, erano due puntini lontani nel cielo terso della sera.
 
Sulla pista da ballo rimasero Gohan e Videl a ballare il tango ben noto ai più. I due ballarono a lungo in un modo decisamente troppo ‘appassionato’ perché Bulma non si avvicinasse a Chichi per commentare la scena. Le porse una fetta di torta nuziale, che ancora non aveva mangiato, accompagnata con un bicchiere di champagne e, facendole gomitino, le disse:
“Sbaglio o si stanno divertendo parecchio? Non serve essere sayan per sentire che c’è parecchio feeling fra i due, o sbaglio, Chichi?”
Chichi alzò un angolo della bocca aprendo un sorriso malizioso che non era da lei. Se lo ricordava ancora quello stesso tango che aveva ballato anni prima con Vegeta e il pensiero la metteva sempre di buon umore. Durante quel ballo, avevano stipulato una sorta di tacito patto che avrebbe dato il via all’amicizia che li legava, da ormai parecchi anni.
Chichi e Vegeta si punzecchiavano, si accapigliavano e, un paio di volte, il principe era stato sul punto di farla sparire per sempre dalla faccia della Terra, soprattutto per questioni ‘televisive’, ma alla fine facevano sempre pace, in un modo tutto loro. Chichi gli preparava il sushi e lui le permetteva di gestire il telecomando, per un’intera serata. A volte le faceva addirittura da fisioterapista, quando lei mostrava evidenti segni di stanchezza e tensione, il tutto sotto gli occhi consenzienti di Bulma, che ci godeva un mondo a vederli così, come fratello e sorella, come lei stessa aveva contribuito a farli diventare.
Ora, mentre Chichi osservava Gohan ballare con quella ragazza, che a lei piaceva moltissimo, si trovò a pensare che suo figlio aveva preso il meglio del carattere del suo vero padre e anche di quello che, per anni, si era preso cura di lui e l’aveva cresciuto, come un vero sayan.
Quando alla fine del tango Gohan fece fare alla sua dama lo stesso casquè, che Vegeta aveva fatto fare a lei la sera di Natale di molti anni prima, a Chichi si illuminò il viso. Come quella volta i due si ritrovarono con i volti a pochi millimetri l’uno dall’altro solo che, questa volta, la donna lesse tre sole parole sulle labbra di Gohan:
“Posso baciarti, Videl?”  
Chichi si trovò a sorridere quando vide la sua futura nuora guardarsi un po’ in giro e dire un po’ intimorita:
“Eheh… qui? Davanti a tutti?”
Gohan non fece altro che farle un sorriso degno del suo padre adottivo, la rimise in piedi di fronte a sé e le disse:
“A tutto c’è rimedio, sai? Chiudi gli occhi.”
 
Nei dieci minuti seguenti, mentre tutti cercavano di riacquistare la vista persa a causa del Taiyoken fatto da Gohan per avere un po’ di privacy, il ragazzo le prese delicatamente il viso tra le mani e, avvicinando le sue labbra a quelle schiuse di lei le ripetè:
“Posso baciarti ora, Videl?”
“A patto che poi mi insegni questo colpo fantastico!” rispose lei facendogli un sorriso.
“Tutto quello che vuoi” rispose il ragazzo prima di appoggiare delicatamente le sue labbra su quelle di lei.
Pochi secondi dopo, nello stesso identico momento, i due decisero che era giunto il momento di assaporarsi l’uno con l’altra e quando le loro lingue stabilirono quello che sarebbe diventato il loro contatto preferito per ancora molto tempo, iniziarono a danzare come i loro due corpi avevano fatto fino a poco prima. Brividi mai provati prima percorsero i corpi di entrambi in quel tenero e lunghissimo bacio che sugellava, di fatto, l’inizio del loro amore.
Dopo molti minuti di assoluto piacere, i due decisero finalmente di staccarsi e di completare quel bellissimo momento scambiandosi uno sguardo complice e pieno di affetto. Poi, guardando leggermente di lato, alzarono entrambi un sopracciglio che esprimeva tutta la loro perplessità. A fianco a loro c’erano Goten e Trunks che li guardavano con due candidi occhi sorridenti e la testina leggermente inclinata di lato.
“Cosa state guardando, bambini?” chiese Videl con un tono dolcissimo.
“Voi” rispose Trunks in tutta tranquillità.
“Noi? Ma non ha funzionato il Taiyoken?” chiese Gohan un po’ sconsolato, temendo che anche gli altri avessero visto tutto.
“Ma sei scemo, Gohan? Noi siamo sayan, secondo te non li chiudiamo gli occhi quando vediamo che lo stai per fare?” chiese Goten prendendolo in giro.
“Eheh… già… beh? Cosa volete? Perché ci guardavate? Non avete mai visto due persone che si baciano?” chiese il ragazzo ridendo imbarazzato.
“No, non così. Siete una coppia adesso?” chiese Trunks a bruciapelo.
“COSA? Mamamama… Trunks!!! Non credo che tu abbia l’età giusta per fare queste domande!” disse Gohan diventando tutto rosso.
“Lo siete o no?” chiese allora il bambino a Videl.
“Beh… ecco… io veramente… lo siamo, Gohan?” chiese lei timidamente.
“No… cioè… sì… ecco… io non lo so… vuoi esserlo? Io ne sarei molto felice e non ti avrei mai chiesto se potevo baciarti, se non per chiederti se… ecco… se volevi essere la mia… Cioè… se qualche volta potevamo uscire assieme… se ti va...” spiegò il sayan con un filo di voce e tenendo lo sguardo basso.
Riuscì a guardare di nuovo Videl quando, del tutto inaspettatamente la sentì dire a Trunks:
“Sì, Trunks, siamo una coppia. Io voglio molto bene a Gohan e spero tanto che andremo sempre d’accordo e che un giorno, forse, tu e Goten possiate venire anche al nostro, di matrimonio”
“Oh, bene. Quindi adesso andate anche voi nella stanzetta fuori dalla chiesa a fare l’amore come hanno fatto i nostri genitori stamattina?” chiese di nuovo il bambino facendo strabuzzare gli occhi ad entrambi.
“Mamamama… TRUNKS! Ma che domande mi fai? Non si chiedono queste cose, sono… sono… sono PRIVATE!” si affrettò a rispondere il ragazzo in evidente stato di panico, nella stessa identica maniera con cui aveva risposto il suo alter ego del mondo Mirai, anche se su tutt’altra questione.
“TSK, private! Ma se vi siete sbaciucchiati qui davanti a me e Goten per più di dieci minuti? Quindi o ci rispondi, oppure diciamo a tutti cosa avete fatto dopo il Colpo del Sole” lo minacciò Trunks assumendo l’atteggiamento irritante che solo suo padre poteva mostrare, in alcune occasioni.
A quel punto Videl si accovacciò davanti ai bambini, per poterli guardare entrambi negli occhi. Gli scompigliò un pochino i capelli e, con un tono di voce calmo e pacato, disse loro:
“Bambini, vedete… Gohan voleva dire…”
Videl si interruppe per un istante e si voltò per un secondo a guardarlo, facendogli un sorriso sincero. Poi continuò:
“No, ora non andiamo a fare l’amore. Io credo che anche Gohan sia d’accordo sul fatto che sia meglio aspettare ancora un po’ di tempo, prima di farlo. O almeno, io la penso così e se lui mi vuole bene come credo, beh… ecco… mi auguro che voglia aspettare… come me… Ѐ così, Gohan?”
“COSA? Ma certo, certo che è così. Siamo ancora giovani per fare… UGH… l’amore” confermò Gohan imbarazzatissimo deglutendo più volte aria.
“Sì, sì… ci dite così solo per non farci andare a spiff…
Trunks si interruppe all’improvviso e insieme a Gohan, a Goten e a tutti gli altri in grado di percepire le auree, si voltò con aria seria e preoccupata in direzione della Città del Nord, poco distante da dove si stava svolgendo la festa nuziale.
“Cosa c’è Trunks? Goten? Gohan? Ma che succede?” chiese Videl rialzandosi e osservando i tre sayan ad uno ad uno.
“Ma è…
“Ѐ… papà?!” chiese Trunks allibito rivolgendosi ad un Gohan dallo sguardo serissimo.
“Cosa succede bambini?” intervenne allora Bulma che, una volta riacquistata la vista, vide i tre sayan in uno stato di forte apprensione.
“Vegeta è… è… è meglio che vada a controllare” disse Gohan guardandola seriamente.
“Ѐ cosa, Gohan?” insistette Bulma prima che il ragazzo si potesse alzare in volo.
“Ѐ un ssj…
“Sai che novità! Si starà sfogando un po’ con tuo padre, no?” disse Bulma con tono indifferente e alzando gli occhi al cielo.
“Sì, ma anche mio papà… sono… sono tutti e due ssj… di… di terzo livello!” spiegò il giovane sayan non credendo lui stesso alle sue stesse parole.
“COSA? Terzo livello? Vuoi… vuoi dire che… gli sono venuti anche a lui i capelloni biondi e lunghi tipo Barbie?” chiese Bulma allibita.
“Doè Babbi?” chiese la piccola Marron che, in braccio alla sua mamma, girava la testolina agghindata da simpatiche treccioline bionde a destra e sinistra, alla ricerca della sua bambola preferita.
“Zitta tu, poppante!” intervenne a quel punto Trunks con fare veramente antipatico, per poi proseguire:
“Ma quale Barbie, mamma? Quando Gotenks diventa ssj3 mica assomiglia a Barbie, no?”
“Si, ma… ecco, veramente… volevo dire…
Bulma non riuscì a finire la frase. Sentì due mani possenti stringerle le spalle e, con una leggera pressione, voltarla. Poi, senza che nemmeno se ne potesse rendere conto, si trovò due labbra sudaticce e appiccicaticce appoggiate con molta poca grazia alle sue, per lasciarle un disgustoso bacio salato stampato sulla bocca.
“OOOH, hai capito adesso, Vegeta? Questo è il massimo di bacio che posso dare a Bulma. Ѐ vero, Bulmina?” disse Goku al principe appena staccate le sue labbra da quelle della sua migliore amica, presa alla sprovvista dal loro immediato arrivo con il teletrasporto.
In tutta risposta Bulma gli tirò un ceffone in pieno volto dicendo:
“Ma come ti permetti? Guarda che io sono una donna sposata, sai? E poi sei disgustoso, così, tutto appiccicoso e… e… sudato! FAI SCHIFO, GOKU!”
“EEE, ma come sei schifiltosa! Tuo marito non te lo baci mai finiti gli allenamenti?” disse allora il sayan massaggiandosi la guancia colpita.
“TSK, io non faccio schifo, come te. Non mi avvicino nemmeno a Bulma, se prima non mi sono fatto la doccia. E comunque avevo ragione io, sei anni fa mi hai mentito. Avevi detto che tutto ciò che avevo fatto io con Chichi all’albergo l’avevi fatto anche tu con Bulma. Solo che io tua moglie non l’ho mai baciata… così…” spiegò il principe con lo sguardo corrucciato.
“Beh, a tutto c’è rimedio, vero Vegeta?” disse allora Chichi avvicinandosi a lui con l’intenzione di prendersi la sua personale vendetta verso Goku e Bulma.
“Già, hai ragione… Allora se lo vuoi proprio sapere, Kaaroth, di notte mi sogno Chichi che prepara il sushi, solo per me. Me lo sogno molto più spesso che fare sesso con Bulma e la cosa mi dà un immenso piacere, sai?” esclamò il principe tutto altezzoso lasciando Chichi, per prima e tutti coloro che erano presenti sulla pista da ballo, allibiti.
“Cosa vuol dire fare sesso?” chiese a quel punto Goten che, insieme a Trunks, di tutto quel putiferio aveva capito poco o niente.
“Vedi Vegeta che fai solo casini? Adesso glielo spieghi tu, cosa vuol dire! Non potevi limitarti a vendicarti dando un bacio anche a me, anziché raccontare i tuoi sogni erotici?” intervenne Chichi con un tono scocciatissimo.
“Cosa vuol dire erotici?” chiese allora Trunks guardando tutti con fare allibito.
“Ah, io faccio casini? Adesso chi glielo spiega questo?”
“Ah-ha… ci risiamo… adesso ricominciano. Bambini, venite, che ne dite di andare a prendere un’altra fetta di torta? Vi va?” disse allora Gohan ai due piccoli marmocchi curiosi, ma non così tanto da non abbandonare il ring per andare gustarsi un’altra fetta del dolce nuziale.
Bulma, Chichi, Goku e Vegeta, misero in piedi un caos terribile discutendo a casaccio di cose completamente senza senso, come se fossero in una sorta di talk show televisivo in cui tutti parlano assieme senza ascoltare minimamente cosa stanno dicendo gli altri. Solo una nuova trasformazione di Vegeta in ssj di terzo livello, riuscì a far tacere tutti e, quand’ebbe finalmente catturato anche la loro attenzione, si schiarì la voce e disse:
“Primo: chi si azzarda a commentare i miei capelli lo disintegro…
“Babbi?” disse una vocina infantile proveniente dal bordo della pista.
C18 prese sua figlia e, sghignazzando, sparì tra la folla di invitati, sotto lo sguardo inferocito di Vegeta che continuò:
“Secondo: io sono il principe dei sayan e quindi tocca a me, spiegare tutto ai bambini. Voi fareste solo danni irrimediabili, mentre invece Gohan, sembra abbia imparato tutto benissimo. Terzo: Kaaroth, se ti azzardi a disgustare ancora mia moglie come hai fatto prima, giuro che ti polverizzo…
“Ma dai, Vegeta! Era un bacio innocentissimo, non ti puoi arrabbiare per quello, eh, scusa!” esclamò Goku fraintendendo completamente il terzo punto elencato dal principe.
“Ho detto che non la puoi più baciare così? Come al solito non hai capito un tubo. Intendevo dire che non la devi più disgustare. Quindi se ti vuoi avvicinare a lei ti fai una doccia, ti rivesti… abbondantemente… poi ti avvicini e, solo se lei lo desidera, potrai di nuovo esprimerle tutto il tuo affetto col tuo modo di fare da scimmione. Chiaro, Kaaroth?” spiegò Vegeta tornando nel contempo normale, per poi continuare:
“Quarto: Chichi, grazie al cielo io non sono disgustoso come Kaaroth, ma anche se lo fossi… beh, non mi permetterei mai di darti un bacio solo per vendetta. Lo potrei fare solo per ringraziarti di avermi preparato il sushi.” concluse facendo un sorriso sincero all’amica.    
“Oh… ma quanto sei dolce, Vegeta! Allora domani a mezzogiorno te lo preparo, se ci inviti a pranzo!” disse la donna corrispondendogli il sorriso.
“Affare fatto, così domattina venite tutti di buon’ora, che io e Kaaroth dobbiamo spiegare ‘delle cose’, ai bambini. Ora però si è fatto tardi. Dobbiamo andare a casa. Non so perché, ma stasera ho voglia di insegnare una cosa anche a Bulma. A domani, Son!” concluse Vegeta facendo un sorriso a tutti e andando a recuperare suo figlio che stava praticamente finendo il terzo piano della torta insieme a Goten.
“A domani, Bulma” disse Chichi andando ad abbracciarla per pochi secondi, per poi correre a recuperare suo figlio minore.
Bulma e Goku rimasero soli e, leggermente imbarazzati, guardarono per qualche secondo i loro rispettivi coniugi iniziare ad inseguire inutilmente le due piccole pesti che, ovviamente, non ne volevano assolutamente sapere di tornare a casa a dormire.
Quando si voltarono e riuscirono finalmente ad incrociare i loro sguardi, Bulma si schiarì la voce e disse: 
“Grazie, Goku. Non so come tu ci sia riuscito per la seconda volta, ma grazie per aver concesso a Vegeta di raggiungere una nuova trasformazione. Penso che ne sia felicissimo.”
“Eheh, era il mio regalo di nozze… non sapevo cos’altro fare… Ehm… Bulma?” rispose il ragazzo cambiando il suo tono di voce da allegro a timido.
“Sì?”
“Scusa se ti ho baciato, prima. Non volevo farti arrabbiare, ma è stato Vegeta a chiedermi di farlo” tentò di scusarsi lui rimettendosi a fissare un punto a caso sulla pista da ballo.
“Come te lo ha chiesto lui? Non  capisco…” chiese l’azzurrina un po’ perplessa.
“Vedi, si è trasformato perché era convinto che quella sera… sì, insomma… che io ti avessi baciato… mentre facevamo sesso. Quando gli ho detto che non è mai successo, né allora né in altre occasioni, mi ha dato del bugiardo e si è arrabbiato così tanto da trasformarsi. Ho tentato di spiegargli che non ti avevo mai baciato come intendeva lui e a quel punto ha voluto vedere com’era… Non potevo di certo baciare lui, per farglielo capire, no?”
“HIHIHI… sareste una bella coppia! Lui biondo col capello lungo e gli occhioni azzurri e tu bello e selvaggio dalla capigliatura scompigliata… divertente! Comunque grazie, davvero, Goku. Sai, Vegeta ha una sorta di fissazione per i baci sulle labbra, credo sia un’altra delle tradizioni sayan. Non ti preoccupare per il resto. A me non dispiace affatto ricevere i tuoi gesti d’affetto. Ti voglio bene, Goku” concluse Bulma voltandosi verso di lui e facendogli un sorriso bellissimo.
“Anch’io, Bulma”




 
   
 
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