Libri > Shadowhunters
Segui la storia  |       
Autore: _Destiel    04/06/2015    2 recensioni
"C'era una volta, nel centro di New York, lontano pochi isolati da Central Park, un Istituto. Una scuola, possiamo dire, dove i giovani Nephilim, ragazzi che dedicavano la vita alla lotta contro il male e a distruggere ogni forma di demone presente in questo mondo, venivano istruiti, allenati, preparati alla vita lá fuori. Ogni istituto era aperto a tutti i cacciatori che chiedevano ospitalità, ma alcuni di essi ci vivevano stabilmente. 10 ragazzi, maschi e femmine, erano stati assegnati ad esso e potevano quasi definirsi quasi indipendenti. Le loro vite, la loro sopravvivenza, il loro mantenimento erano sotto la responsabilità del Conclave, ovviamente, ma rimanevano abbastanza autonomi. Il Conclave aveva deciso di provare a fare questa sorta di "esperimento", per assicurarsi che, al compimento della maggiore età, questi ragazzi fossero in grado di gestirsi da sé, di essere dei bravi cacciatori. E aveva affidato loro la gestione dell'edificio."
Questa storia non riguarda, non direttamente, i personaggi descritti nei libri di Cassandra Clare, perché riguarda la generazione seguente. Infatti alcuni dei protagonisti sono proprio i loro figli. Coinvolge sia i personaggi di TMI che di TDI, che sono contemporanei.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

ONCE UPON A TIME - CAPITOLO QUATTORDICI.

Pov Ella
Quella sera ci sarebbe stato il plenilunio. Il rituale sarebbe stato compiuto. Ella e Damon avevano cercato su Internet, data l'inaffidabilità del ragazzo in quanto a calendari, ed era risultato che la luna, quella sera, sarebbe sorta alle 22.35 e il culmine sarebbe stato verso la mezzanotte. Quindi avevano ancora circa una decina di ore, per cercare di decifrare quel maledetto codice. Ma i problemi non erano finiti lì, poiché ancora non sapevano quale fosse il luogo in cui esso sarebbe stato compiuto. O ancor meno, da chi. Quindi, capire quale cavolo di 'messaggio' si nascondesse in quelle lettere sembrava decisamente la cosa più facile da fare. Eppure, i due ragazzi non erano ancora riusciti nell'impresa. E così, mentre Damon cercava nel libro 'Omnis Inferni Creaturae' qualcosa di altro, riguardante il rituale, Ella aveva preso un foglio, trascrivendo tutte le lettere e ricominciando a ragionarci. Ma era tutto decisamente inutile. Nessuna parola aveva un minimo senso. I due ragazzi avevano pensato che magari potesse essere in un'altra lingua, provando  a cercare, per giorni, qualcosa che lo rendesse comprensibile, ma senza nessun risultato. Quasi avevano iniziato a credere che quello fosse solo un metodo per distrarli, così da trascurare altri particolari, che magari sarebbero stati più utili per la ricerca. E, on effetti, sarebbe stata una mossa davvero intelligente.
Ella accartocciò il foglio con le mani, per poi tirarlo verso il cestino, che mancò. Ma non aveva la minima voglia di andarlo a raccogliere.

"E se provassimo a chiedere aiuto agli altri?" Chiese Damon, alzando lo sguardo verso di lei e posando il grosso libro sulla scrivania. In effetti, avere un paio di menti in più non sarebbe stato male, ma la ragazza, sapendo che tutti i ragazzi fossero usciti a cercare gli abiti per la serata e non sarebbero tornati tanto presto, rispose che quella non fosse decisamente una buona idea.  La giovane Herondale ne era a conoscenza, poiché qualche ora primi l' amica Lily si era presentata alla sua porta, cercando di convincerla ad andare con loro. "Sarà divertente, Ella. Dai" le aveva detto la bionda, sfoggiando un enorme sorriso e cercando di persuaderla. Ma lei non aveva ceduto, ancora fermamente convinta delle sue idee e avendo altro di cui occuparsi. Così la Lewis aveva abbandonato l'impresa, raggiungendo le altre ragazze. Persino Lydia e Robert li avevano abbandonati, e il Conclave era troppo preso dal ballo della sera, da preoccuparsi dell'accaduto. D'altronde, pensavano aver già catturato il colpevole, Nate Howards. Ma Ella era convinta, così come Damon, che non fosse lui l'ideatore. Poiché alla fine, per un piano così grande, ci doveva per forza essere più di una persona che ne avesse preso parte. No, non era ancora finita.

"Saranno tutti usciti, Damon" Rispose Ella, prendendo un altro foglio dal blocco, per poi vedere il ragazzo annuire e riprendere a cercare, mentre lei ritrascriveva, per la miliardesima volta, quel maledetto codice: Y Y G W Q L Q H L K R N H U H H Y R.
Che cosa poteva significare?

"Ella" Interruppe Damon, scattando in piedi improvvisamente. "Il brano che abbiamo letto non era finito, senti qua! " Continuò il ragazzo, dando ad esso una traduzione abbastanza abbozzata, al momento, che risultò abbastanza corretta.

'Il rituale porta con sé un grande prezzo, tuttavia. L'energia incanalata dall'omicidio delle diciotto vittime non sarà sufficiente a completare il rito, ma solamente ad rievocare i Demoni Superiori. Il potere ottenuto, con altri mezzi, contribuirà a legare il demone alla vittima, e a stabilire il proprio controllo su di essi, da parte dello stregone che eseguirà il rituale.'

"Ciò significa che ci saranno altri omicidi... è così?" Esclamò la ragazza, preoccupata ancora di più dalla lettura, guardando Damon che però scosse la testa.
"Non solo omicidi." Iniziò il ragazzo, ricambiando quello sguardo. "Il potere incanalato non sarebbe abbastanza. Ella, penso che si tratti di un omicidio di massa."
E, a quel punto, entrambi compresero ed esclamarono, sospirando: "Il ballo."

Il pomeriggio trascorse, dopo aver capito le intenzioni degli assassini, a preparare un piano per cercare di fermare tutta quella situazione. Ella aveva proposto di avvisare tutti gli altri e magari riuscire ad annullare la serata ma alla fine, come le fece notare Damon, non sarebbe mai successo. Lo si era ben capito dalle ultime azioni del Conclave. L'unica alternativa sembrava rimanere fermare quegli psicopatici dal completare il rituale, ma anche quella sembrava un'impresa ben troppo difficile.

"Damon" Sussurro Ella, cercando di sforzarsi per trovare assolutamente un'idea, portandosi una mano alla fronte "Sono le diciotto. Il ballo inizierà tra appena due ore". Il ragazzo si voltò velocemente verso l'orologio, per accertarsi di quanto detto dalla ragazza, quando un improvviso rumore li distrasse. Qualcuno stava bussando alla porta. Damon si sbrigò ad aprire, trovandosi davanti un Daniel con smoking e cravatta. Quanto gli stavano bene, pensò Ella alzando lo sguardo su di lui.

" Bonjour mes amis. Vous allez faire l'asocial ou vous avez décidé de venir avec nous? (Buongiorno, amici miei. Volete fare gli asociali o avete deciso di venire con noi?) Disse il fratello, sfoggiando il suo francese. Ella ridacchiò, rispondendo, sempre nella stessa lingua, negativamente, mentre Damon passava lo sguardo dall' uno all'altro, esclamando: "Penso mi serva un cifrario per capire quello che avete appena detto."
Quella parola 'cifrario' mosse qualcosa nella mente di Ella, che fu colpita da un'improvvisa idea.

"Damon" Esclamava la ragazza, alzandosi ed andando vicino a Damon, chiudendo poco delicatamente la porta e senza salutare il fratello "Un cifrario! Forse è questa la soluzione di tutto". Il ragazzo non collegò subito, ma dopo qualche secondo comprese. Il messaggio in codice, certo. Era criptato attraverso un cifrario, ed era proprio per quello che non erano stati in grado di comprenderlo. I ragazzi provarono a decriptarlo con vari cifrari, come quello di Vigenerè o di Vernam, ma senza ottenere nessun risultato.
"Mi ricordo che una volta mio padre mi aveva parlato di un particolare cifrario, che consisteva nello slittamento delle lettere... Ma non ricordo il nome" Disse Damon, chiudendo gli occhi e provando ad concentrarsi ancor di più. Ma per fortuna non servì, poiché Ella comprese di cosa stesse parlando. Era chiamato 'Cifrario di Cesare', un tipo di cifrario a sostituzione usato dallo stesso per proteggere i propri messaggi segreti. Grazie allo storico Svetonio, sappiamo che Cesare utilizzava in genere una chiave di 3 per il cifrario; poteva essere definito abbastanza banale, per i giorni d'oggi, ma al tempo era molto sicuro perché gli avversari spesso non erano neanche in grado di leggere un testo in chiaro, men che mai uno cifrato. E fu quello che i due ragazzi decisero di adottare.

In ogni caso, pur essendo sparite la maggior parte delle lettere  troppo strane per comporre una parola, il testo non risultava essere ancora abbastanza chiaro.

Y Y G W Q L    Q H L K R N    H U H H Y R ---> V V D T N I     N E I H O K     E R E E V O

"Ci deve essere qualcosa di sbagliato" Disse Damon, sbuffando, e leggermente stanco di tutta quella situazione "Proviamo a rifarlo." Ma anche il seguente tentativo diede esattamente lo stesso risultato. Tutta quella faccenda era decisamente troppo stressante. Alla fine, erano solo due adolescenti. E sembravano essersi addossati un peso molto più grande di loro, che alla fine nemmeno li spettava. Era quella una responsabilità del Conclave, garantire protezione e ordine. Ma, a quanto pareva, ormai era troppo tardi.

"E' finita, Ella" Esclamò il giovane Morgerstern, alzandosi dalla sedia e lasciandosi cadere sul letto, deluso dall'esito di tutto quello "Probabilmente è come dicevano. Solo un modo per farci perdere tempo" La ragazza, nonostante tutto, aveva ancora un minimo di speranza, soprattutto quando una nuova idea le balzò in mente.

"No, non è detto," Rispose Ella, girandosi verso Damon. "Sarebbe stata una codificazione troppo semplice, ma con le giuste modifiche anche il banale può essere complicato. Non so perché questo qualcuno ci abbia voluto dare questo indizio, ma possiamo sfruttarlo a nostro favore." Continuò quella, iniziano a scarabocchiare sul blocco degli appunti. La ragazza si ritenne soddisfatta di sè, quando alzò il foglio per mostrare al ragazzo quella che ore sembrava essere  una frase sensata. Anche se, in tutto quello, si sentiva leggermente stupida per non averlo capito prima. Era stato sotto ai loro occhi da così tanto tempo, e loro non ne avevano mai dubitato. Eppure, con un po' di ragionamento, erano riusciti a risolverlo. Cesare aveva adottato un metodo nel quale le lettere venivano spostate di tre posizioni, ma la loro sequenza rimaneva la stessa. Ma quello slittamento poteva essere utilizzato anche per sconvolgere la successione delle lettere, in modo da rendere più complicata la decrittazione. La giovane ragazza aveva identificato un modo di leggere il codice, che non era cronologico, ma prendendo la prima lettera di ogni serie, poi la seconda di ognuna, la terza e così via. Il numero delle serie ammontava a tre, quindi esse rimanevano invariate. Ma le lettere in ognuna erano sei, così la prima diventava la quarta, la seconda la quinta, la terza la sesta, finché ognuna non occupava il proprio posto, Il messaggio era ormai chiaro, anche se Damon e Ella rimasero sorpresi da quanto scritto, e scocciati di non averlo scoperto prima. Le cose sarebbero state diverse. Sul foglio utilizzato dalla ragazza infatti, campeggiavano le seguenti parole: "THE NOVIKOV NEVER DIE"

"Penso che ci toccherà andare al ballo, Ella cara" Esclamò Damon, alzandosi in piedi, mentre la ragazza annuiva d'accordo, stringendo i pugni.

Pov Sam
Era finalmente giunto il giorno del ballo, domenica 6 giugno, e quella mattina Sam si sentiva più carica che mai. Le rivelazioni del giorno precedente l'avevano sconvolta, quello era vero, ma forse ora avrebbero potuto dormire sonni tranquilli. Anche se, onestamente, la sua preoccupazione non era tale da non farla dormire. Prima di ciò, considerava Nate un amico, anche se non avevano instaurato ha rapporto così profondo, ma lo aveva giudicato con una persona un po' timida e introversa, ma che si sapeva divertire. E invece si era rivelato essere un criminale. Dimitri, il suo migliore amico, era rimasto sconvolto dalla rivelazione, cocosì come Anya, e anche se ci provò, la ragazza non riuscì a consolarli. D'altronde, quello non era il suo campo. Sam non era mai stata brava a cercare di far sentire le persone meglio, per quanto ci provasse. E men che meno se si parlava di persone a cui teneva.

Sam stava gustando il suo caffè in silenzio, essendo ormai la sala da ballo terminata, quando le altre ragazze interruppero in cucina, vestite come per uscire, ad aspettarla. Ma la giovane Nephilim non aveva ancor collegato, almeno non fin a quando Lily non le rivelò le loro intenzioni: andare per negozi a fare shopping per la serata. La giovane Lightwood - Bane aveva sempre odiato andare per negozi, ma quell'occasione era del tutto particolare e quindi, dopo essersi cambiata in fretta in camera sua, riscese al piano inferiore, per poi uscire con le tre ragazze: Alaska, Lily e Anya. Da quanto la bionda aveva detto, Ella non sarebbe venuta con loro, non volendo partecipare al ballo, e su quello non ci furono molte discussioni. Alla fine, se una persona non vuole, non puoi costringerla contro la sua volontà. Le ragazze giunsero, dopo una ventina di minuti di camminata, presso una boutique poco distante dal centro. E Sam non guardò nemmeno l'insegna, non conoscendo niente riguardo all'argomento e si limitò ad entrare dove Lily indicò. Il negozio era strutturato su due piani ed era completamente dedicato agli abiti da sera. Le pareti di vetro lasciavano entrare la luce, che veniva riflessa, tramite le paillettes presenti su molti dei vestiti, sulle pareti candide. Il rumore dei tacchi della commessa, che presto le raggiunse all'entrata, era particolarmente forte sul parquet di legno, e Sam lo notò terribilmente. Amava i tacchi, ma odiava sentirne il rumore.

"Posso aiutarvi, bellezze? " Chiese educatamente la donna, arrotolandosi una ciocca dei capelli biondi sull'indice alle giovani ragazze, guardandole con curiosità. Sam la squadrò da capo a piedi: mondana, decisamente. Alaska si fece avanti, spiegandole la situazione, ovvero che, in poche parole, servivano loro quattro abiti da sera, e avevano un tempo molto limitato per trovarli.

"Siete proprio venute nel posto giusto" Esclamò emozionata Gloria, il nome della commessa che Sam dedusse avere, dalla targhetta che portava sul vestito "Vi prometto che non uscirete da qua a mani vuote." E iniziò ad osservare la stessa Alaska, girandole attorno. "Capelli mori, occhi dello stesso colore. Carnagione abbronzata, quindi direi un colore chiaro per l'abito. Forse un rosa cipria... oh no, ci sono!" E le porse un abito lilla, con le spalline appena visibili e delle decorazioni di paillettes sui fianchi, sul decolté e sul piccolo bordo, che andava a segnare la vita. "La prossima!" Esclamò Gloria, dopo aver mandato Alaska verso i camerini e iniziando quindi a squadrare Lily. "Mh. Difficile. Capelli biondi, occhi grigi. Anche tu carnagione abbronzata. Direi un bel celeste per te" Continuò piegandole ben due abiti del medesimo colore, ai quali Sam non prestò l'attenzione. Gloria propose degli abiti, quindi, alle due ragazze rimanenti: ad Anya diede un abito verde smeraldo, senza spalline, e con il corpetto completamente coperto di paillettes di vari colori, mentre a Sam ne toccò uno rosa cipria, con la vita segnata da un cinturino e dei ricami in pizzo nella parte superiore, particolarmente adatto alla sua pelle, come disse la donna. Le quattro ragazze provarono i loro abiti, iniziando a guardarsi l'un l'altra e decisamente tutti erano a dir poco perfetti. Lily, nonostante avesse due vestiti da provare, si era innamorata talmente tanto di quello scelto, che non volle provare l'altro. E in effetti, quello le stava davvero bene. Metteva in mostra il suo decolleté e la faceva sembrare una donna di alta società, nonostante fosse molto semplice. Azzurro, senza brillantini o vari, e completamente di velo, pur non essendo trasparente. Le ragazze si affrettarono a pagare, con i soldi avanzati dal budget, e ad uscire con le borse. Tuttavia, Lily si trattenne con Gloria, iniziando ad parlare, ma Sam non ci fece molto caso, nemmeno quando si allontanarono dalla loro vista. Qualche minuto dopo, le due tornarono e la bionda le raggiunse, senza rivelare quanto detto alla commessa. Ben presto giunsero all'Istituto, dopo essersi fermate a pranzare fuori, verso le due, per poi subito ritirarsi in camera e iniziarsi a preparare.

Le sera arrivò  abbastanza presto, secondo Sam. Aveva passato la maggior parte del pomeriggio a prepararsi, tra lavarsi, piastrarsi i capelli, truccarsi, mettersi lo smalto e altre cose da ragazze, e verso le diciannove era "già" pronta. Scese quindi le scale, attenta a non inciampare nei tacchi, e si recò nella sala da ballo, per controllare la gestione. Vi erano un gran numero di camerieri che avevano preso ad apparecchiare la tavola, e vi era l'orchestra, nella zona ovest che su stava provando. Perché sì, alla fine Adam aveva deciso che la musica registrata non fosse abbastanza per quella serata, e quindi avevano deciso di ingaggiare un orchestra, che nonostante i pochi giorni di preavviso, aveva accettato l'incarico. Con tutti i soldi che li avevano offerto, poi. Sam sentì dei passi dietro di sé e si voltò, vedendo Anya che, sorridendo, si dirigeva verso di lei. Aveva raccolto i capelli in una treccia laterale, che le ricadeva sulla spalla, e Sam si lascio sfuggire un sospiro, guardandola. Anya le prese la mano, portandola verso la pista da ballo e concedendosi un lento, con l'orchestra che suonava per loro, senza dire una parola, per alcuni minuti. Ma ben presto quel momento fu interrotto dall'arrivo degli altri ragazzi. Vi erano tutti: Lily e Daniel, che indossava un semplice abito nero e un cravatta azzurra coordinata all'abito della sua accompagnatrice, Alaska e Travis, con un semplice camicia bianca e un cravatta viola, il solitario Adam, il fratello Lorax con una ragazza dai capelli neri che non aveva ma visto in vita sua, Dimitri da solo e Max accompagnato una ragazza mora, di nome Mar. E quando Sam le chiese quale fosse il suo nome completo, lei la osservò alzando un sopracciglio e rispose semplicemente: "Mar." Tutti erano presenti all'appello, eccetto Damon ed Ella, ma quello la ragazza già se lo aspettava. Vi erano amche Lydia e Robert, che subito si congratularono con loro per la buona riuscita del lavoro, ma scomparvero dalla circolazione quasi immediantamente. Le venti giunsero velocemente, quando gli invitati iniziarono ad arrivare, in numero sempre maggiore. Mezz'ora dopo, la sala era completamente piena. Ogni volta che arrivasse qualcuno, un uomo, posto all'inizio della scale, annunciava il loro nome, come in uno di quelli balli regali che tanto si vedevano nei film. E la cosa sembrava piacere a tutti. Sam era seduta al tavolo con i suoi amici, essendo sia tavoli che loro, dieci e, aspettando che la cena fosse servita, avevano iniziato a chiacchierare allegramente. Almeno fino a quando Travis non tirò fuori l'argomento "Nate Howards", facendo irrigidire terribilmente Dimitri. Sam notò Anya sorridere dolcemente al fratello e prendergli la mano, e nuovamente si sentì triste per loro. Ma cercò di pensarci il meno possibile, pensando a divertirsi. E la serata proseguì bene, almeno fino a quando Sam, mentre il cameriere stava per servire,  sentì una cosa che minimamente si sarebbe aspettata. 

"Signori e signore, il signor Damon Morgerstern e la signorina Ella Herondale" Esclamò ad alta voce il cameriere in cima alla scale. E in effetti, i due ragazzi erano proprio lì, a braccetto, che scendevano le scale, vestiti elegantemente, per poi sedersi ad un tavolo, dall'altra parte della stanza.

"Quella era mia sorella, vero?" Diceva Daniel, indicando la ragazza, con un'espressione stupida sul volto, mentre Lily sussurrava soddisfatta "Lo sapevo!". Sam inarcò un sopracciglio confusa, ma poi scosse velomente la testa, pensando ad altro. Così allungò la mano sotto il tavolo e strinse quella di Anya, seduta accanto a lei, mentre osservava il proprio piatto. All'improvviso sentì un leggero tocco sulla sua spalla e un cameriere informarla che ci fosse un uomo alla porta, che richiedeva di lei. La bionda si alzò, scusandosi con i compagni e affermando che sarebbe tornata presto, per poi uscire dalla sala e dirigersi alla porta. Ed era vero. Un uomo biondo attendeva sulla porta, con indosso uno smoking e un sorriso vagamente famigliare sul volto. E quando Sam gli chiese chi fosse, e cosa volesse, la risposta fu inaspettata.

"Sono Sebastian Morgenstern, milady" Disse l'uomo, sorridendo maliziosamente "Potrei parlare con mio figlio?"

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE

Hello babies. Si, penso che ormai questo sia diventato un saluto ufficiale. In ogni caso, in questo capitolo c'è l'IMPORTANTE RIVELAZIONE, oltre all'arrivo di un personaggio che, a quanto ho visto, era molto atteso. Ma non vi preoccupate, il prossimo capitolo sarà ancora completamente dominatio da svolte del genere. E nei prossimi, ci sarà ovviamente molta azione. Intanto, vi lascio con questa domanda: per quale motivo Sebastian è tornato, secondo voi?

 

 

Alla prossima,

_Destiel

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: _Destiel