Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Robstenina97    04/06/2015    4 recensioni
Julia ha 17 anni e va in terza superiore. Ama leggere e ama scrivere. Odia Peter.
Peter ha 19 anni e va in quinta superiore. E' il migliore amico del fratello di Julia.Ama andare con una ragazza diversa ogni sera. Odia Julia.
Julia e Peter si odiano da morire, litigano sempre.
Ogni giorno è sempre la stessa storia.
Ma cosa succederebbe se questi due capirebbero che anche se si odiano da morire si piacciono?
Tratto da un capitolo della storia:
“Sei uno stronzo.” Dissi irritata tirandoli un sonoro schiaffo sulla guancia.
Lui sospirò annuendo e si massaggiò la guancia.
Sorrisi.
“Ti fa male?” chiesi ridendo.
Lui annuì e sussurrò:
“Hai ragione zombie, sono uno stronzo.” Ammise piano.
Sorrisi vittoriosa.
“Menomale che te lo dici anche, è una buona cosa.” Ammisi sbuffando.
“Però si vede che se due stronzi si incontrano finiscono per amarsi.” Disse piano toccandosi la guancia dolorante dove prima avevo tirato lo schiaffo.
“E’ un modo carino per dirmi che sono stronza?” chiesi irritata più di prima preparando un nuovo schiaffo da tirarli sulla sua guancia.
Scosse la testa e sussurrò piano:
“E’ un modo carino per dirti che ti amo zombie.”
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Ti odio, più di ogni altra cosa al mondo.”
“Ah si?” chiese sorridendo.
“Si, ti odio.” Ammisi sbuffando.
“E cosa odi di me zombie? Qualcosa in particolare? O semplicemente odi tutto di me?” chiese mordendosi il labbro.
Deglutii.
Le sue labbra erano bellissime.
Scossi la testa cercando di riprendermi.
“Dimmelo zombie, dimmi cosa odi di me.” Sussurrò piano.
“Odio tutto di te. Ti odio così tanto.”Ammisi deglutendo.
Lui fece un piccolo sorriso.
“L’odio è reciproco zombie.” Disse.
Strinsi i pugni.
Si poteva odiare una persona così tanto?
“Secondo me io ti piaccio.” Disse piano facendomi l’occhiolino.
Scoppiai a ridere.
“Tu a me? Ma fammi il piacere essere senza cervello. Non puoi piacermi, anche perché io voglio persone con il cervello e non uno senza nemmeno le palle.” Dissi ridendo.
“Senza palle?” chiese divertito.
Annuii.
“Tu lì sotto non hai niente.” Dissi sbuffando.
“Vuoi controllare zombie? Rimarresti meravigliata.” Sussurrò maliziosamente.
“Non ci tengo stupido.” Dissi sbuffando.
Sorrise e così mi allontanai.
Aveva un odore buonissimo e delle labbra perfette.
“Ti sei scottata zombie?” chiese ridendo.
Gli feci il dito medio.
“Gli dici qualcosa Max?” sussurrai irritata a mio fratello.
“Io con voi oramai ho perso le speranze.” Disse sbuffando e bevendo il suo latte.
Lo guardai male.
“Che simpatico che sei fratellone.” Dissi sbuffando.
Peter sorrise.
“Con una sorella come te si perdono facilmente le speranze.” Sussurrò facendomi l’occhiolino.
“Prendo un uncino e ti cavo quei maledetti occhi se non la smetti di farmi l’occhiolino testa di gallina pisciata da un anatra che è stata pisciata a sua volta.” Sussurrai prendendo un coltello.
“Eh?” chiese ridendo divertito.
Mio fratello mi guardò confuso.
“Come cavolo ti fanno a venire queste cose in mente?” chiese mio fratello scoppiando a ridere come un coglione.
“Zitto fratello che non difende la propria sorella da un essere del genere.” Dissi sbuffando indicando Peter.
Mio fratello sbuffò.
“Peter falla finita.” Disse al suo migliore amico.
“Ma è lei che rompe.” Disse ridendo.
Lo guardai male.
“Julia, sorellina cara vai a vestirti.” Disse dolcemente.
Guardai male Peter e appoggiai il coltello sul tavolo.
“A dopo zombie.” Disse ridendo.
Corsi in camera mia.
Lo odiavo da morire.
Presi la divisa della scuola che consisteva in una gonna a righe blu e bianche, una camicia bianca, una cravatta e una giacca blu.
Appoggiai gli occhiali sul comodino e vidi la foto dei miei genitori.
Sospirai mettendomi seduta sul letto e accarezzai la foto dei miei genitori prendendola in mano.
Mi mancavano ogni giorno di più.
Loro erano la mia vita e la mia vita da quando loro non c’erano più era diventata una merda.
Erano morti 2 anni fa in un incidente stradale ed era solo colpa mia.
Era solo colpa mia.
Era quello che mi ripetevo da due anni.
Il mio viso si rigò di lacrime.
“Mi mancate così tanto.” Sussurrai piano.
“ZOMBIE MUOVITI!!” urlò quel coglione entrando in camera mia.
Gli tirai un cuscino in viso.
“VATTENE!!” Urlai.
Non volevo che mi vedesse piangere.
“Perché cavolo mi hai tirato un cuscino?” chiese ridendo.
“NON ESISTE LA PRIVACY!?!” urlai piangendo.
“La privacy, ma che dici? Sei impazzita per caso?” Chiese ridendo di nuovo.
Non risposi.
Non volevo che mi vedesse piangere.
Non lo avrei sopportato.
Mi avrebbe ricattato.
“Zombie ti muovi? Sennò ti lascio qui e me ne vado con tuo fratello, anche perché ti devo portare io a scuola.” chiese ridendo.
“Se te ne vai mi vesto.” Sussurrai sbuffando.
“Ah si?” Chiese divertito.
Sbuffai.
“Te ne vai?” chiesi cercando di mantenere un tono calmo.
“Hai paura che ti veda nuda?” chiese sempre ridendo quel depravato mentale.
“Vattene.” Sussurrai mordendomi il labbro per non piangere.
“E dai, non guardo uno zombie come te.”
Lo guardai male.
“Vattene cazzo.”
“Stai …” sussurrò piano.
Non risposi.
Mi avrebbe ricattato.
Mi guardò confuso e poi posò i suoi occhi nella foto che stringevo nelle mie mani.
“Mi dispiace, non sapevo che tu stessi piangendo zombie.” Sussurrò passandosi una mano nei capelli castani.
“Non è vero, a te non frega niente di me.” Sussurrai singhiozzando.
Era una fottuta verità.
A quel ragazzo non importava niente di come mi sentivo.
“Sei la sorella del mio migliore amico e anche se sei brutta e non siamo amici mi dispiace che tu stia male. Mi dispiace davvero tanto.” Sussurrò sospirando e passandosi un'altra volta la  mano nei capelli.
Era agitato.
Si passava una mano nei capelli, solo se era agitato.
Lo odiavo da morire.
“Vattene, non ho voglia di parlare con te.” sussurrai stringendo la foto nelle mani.
Non avevo voglia che mi vedesse piangere, non lo avrei sopportato.
“Aiuta parlarne zombie.” Disse piano.
“Ma a te non frega un cazzo di come mi sento.” Dissi piangendo.
Lui non rispose.
“Sicchè perché dovrei parlare con te di come mi sento?” chiesi sospirando.
“E’ vero, a me non frega un bel niente di te … però sei la sorellina del mio migliore amico e lui ti vuole bene. Parlamene zombie.” Disse sospirando.
“Sinceramente? Non puoi capire quello che sento. Vattene.” Sussurrai sbuffando irritata.
Lui sospirò.
“E’ vero, non posso capirti. Però io volevo bene ai tuoi genitori … non siamo amici e ci odiamo, ma parlarne invece che piangere aiuta moltissimo.” Disse piano.
“Vorresti che avesse una sorella figa eh? Così te la potresti portare a letto per farla smettere di piangere. Mi fai schifo.” Dissi sbuffando.
“Come scusa?” chiese confuso.
Lo guardai di nuovo male e ammisi:
“Tu vuoi solo portarti a letto la gente e se io fossi stata figa, sicuramente per farmi smettere di piangere mi avresti portato a letto. Sai fare solo questo.”
Lui annuì.
“E’ vero, so fare solo questo .. però nessuna si è mai lamentata.” Disse sorridendo.
“Fai schifo.” Sussurrai disgustata.
“Però hai pienamente ragione zombie, se tuo fratello invece di avere te avesse avuto una bella topona come sorella me la sarei fatta, non credi?” chiese divertito.
Non risposi.
Non avevo voglia in quel momento delle sue battutine.
“Vattene e non parlare con mio fratello di questa cosa.” Dissi asciugandomi le lacrime con le maniche della felpa
Si avvicinò a me e mi porse una mano.
“Vattene Peter.” Sussurrai sospirando.
“Dai zombie, non fare la bambina.” Sussurrò teneramente.
Lo guardai male.
“Non sono una bambina.” Dissi cercando di non piangere.
“Ah no? Sei sicura? Ti stai comportando come una bambina in questo momento.” Disse piano.
“Vattene.” Sussurrai singhiozzando.
Mi prese di forza e mi fece alzare, in un secondo mi ritrovai tra le sue braccia.
“Che cazzo stai facendo?” sussurrai dimenandomi.
“Zitta e non piangere zombie, loro non vorrebbero.” Sussurrò piano al mio orecchio.
Cercai di dimenarmi sussurrando:
“Lasciami in pace.”
Non mi stette a sentire e mi abbracciò stretta.
Mi sentivo bene e non andava affatto bene.
“Non piangere, non devi farlo.” Disse dolcemente.
“Lasciami ti prego.” Sussurrai piano.
Lui si staccò da me e mi porse un fazzolettino.
“Okay, me ne vado.” Sussurrò asciugandomi le lacrime.
Ero sconvolta.
Non mi stava offendendo e mi stava aiutando.
“Ti prego esci da camera mia.” Sussurrai mordendomi il labbro inferiore.
“Okay.” Disse sospirando.
“Esci.” Dissi chiudendo gli occhi.
Sentii la porta chiudersi.



ANGOLO AUTRICE:
Eccomi qua!!
Sono tornata con un nuovo capitolo di questo sclero, se così possiamo chiamarlo della mia nuova storia O.o
Beh che dire?
Sono felice che vi sia piaciuto il primo capitolo, mi piace sapere cosa ne pensate *-*
E poi ho anche una ragazza che segue un altro mio sclero che mi ha scritto cosa ne pensa di questo primo capitolo!!
Ahahahah, me ne sto zitta :D
Domanda a bruciapelo, cosa ne pensate di Peter? Vi piace come personaggio?
Ora vado ad aggiornare il capitolo di un'altra storia, sennò mi uccidono :D
Ciaoo!!
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Robstenina97