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Autore: Robstenina97    02/06/2015    9 recensioni
Julia ha 17 anni e va in terza superiore. Ama leggere e ama scrivere. Odia Peter.
Peter ha 19 anni e va in quinta superiore. E' il migliore amico del fratello di Julia.Ama andare con una ragazza diversa ogni sera. Odia Julia.
Julia e Peter si odiano da morire, litigano sempre.
Ogni giorno è sempre la stessa storia.
Ma cosa succederebbe se questi due capirebbero che anche se si odiano da morire si piacciono?
Tratto da un capitolo della storia:
“Sei uno stronzo.” Dissi irritata tirandoli un sonoro schiaffo sulla guancia.
Lui sospirò annuendo e si massaggiò la guancia.
Sorrisi.
“Ti fa male?” chiesi ridendo.
Lui annuì e sussurrò:
“Hai ragione zombie, sono uno stronzo.” Ammise piano.
Sorrisi vittoriosa.
“Menomale che te lo dici anche, è una buona cosa.” Ammisi sbuffando.
“Però si vede che se due stronzi si incontrano finiscono per amarsi.” Disse piano toccandosi la guancia dolorante dove prima avevo tirato lo schiaffo.
“E’ un modo carino per dirmi che sono stronza?” chiesi irritata più di prima preparando un nuovo schiaffo da tirarli sulla sua guancia.
Scosse la testa e sussurrò piano:
“E’ un modo carino per dirti che ti amo zombie.”
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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La mia sveglia suonò facendomi sobbalzare.
Aprii gli occhi sbuffando.
“Zitta sveglia, fammi dormire altri 5 minuti.”
La mia sveglia suonò di nuovo, così la presi e la buttai a terra sbadigliando.
“Stai zitta stupida sveglia del cavolo e non rompere le palle. Voglio fare la nanna.” Sussurrai abbracciando il mio cuscino.
Era così bello il mio cuscino di Frozen.
La sveglia suonò di nuovo.
“Zitta sveglia, non ti rompi mai?.” Sussurrai sbuffando.
‘SVEGLIA DORMIGLIONA!’Urlò la mia sveglia facendomi di nuovo sobbalzare.
Odiavo quella sveglia del cavolo.
Sospirai alzandomi dal letto e cascai sullo skate di mio fratello sbattendo la testa a terra.
Guardai male il mio pavimento.
“Buongiorno pure a te eh.” Dissi sbuffando e chiudendo gli occhi.
Avevo sonno e volevo dormire ancora.
Era comodo il mio bellissimo pavimento di legno.
“Ti odio pavimento, ma sei bello comodo.” Dissi ridendo come una cogliona.
“MUOVITI JULIA!!” urlò mio fratello dalla cucina.
Mi spaventai alzandomi in piedi, ma scivolai di nuovo sul cavolo di skateboard e cascai addosso al mio letto.
“Lo so che non vuoi lasciarmi amore mio, ma devo andare.” Sussurrai abbracciando il mio bellissimo letto.
“JULIA MUOVITI!!” Urlò di nuovo mio fratello.
Mi alzai dal mio letto e guardai l’orologio.
Erano le 6 del mattino e tra un ora c’era il treno per andare a quella merda di scuola che a parer mio era un carcere dove c’erano solo pecore.
Presi una felpa a maniche lunghe che mi stava 3 volte e me la misi.
Ci stavo bene e poi per mangiare e stare calda era perfetta.
Presi gli occhiali e mi feci una coda a merda.
Sbuffai uscendo da camera mia prendendo il cellulare.
Mandai il buongiorno ai miei due migliori amici, Cristina che aveva origini Italiane e Tony, il mio migliore amico da quasi dieci anni.
Li adoravo.
Cristina mi chiamò subito tutta assonnata:
“Buongiorno piccola, come stai?” chiese ridendo.
“Ho sonno e non ho voglia di venire a scuola.” Ammisi facendo un tono deciso.
“A chi lo dici, vado a fare colazione che mia mamma rompe le scatole. Ci vediamo dopo, okay?” sussurrò sbuffando.
Sua mamma non voleva che stava al telefono di mattina.
Non voleva che ci stava mai.
“Okay.” Dissi ridendo e staccando il cellulare.
Tony mi chiamò.
Sorrisi rispondendo:
“Ehi dormiglione come stai?”
“Sto bene scimmia e tu?” domandò ridendo.
“JULIA!!! MUOVITI!!” urlò quel pazzo di mio fratello.
Sbuffai e dissi:
“Ci vediamo dopo dormiglione, mio fratello scassa le palle come ogni mattina.” Risposi staccando il cellulare.
Scesi di sotto e andai a passi giganti in cucina sbadigliando.
Mugugnai qualcosa di incomprensibile.
“Ehi zombie. Mi hai spaventato cogliona.” Disse ridendo il migliore amico di mio fratello squadrandomi e soffermandosi sulle mie gambe, coperte solo dalla felpa.
Avevo anche i pantaloncini,ma non si vedevano.
Erano piccoli dettagli.
Lo guardai male, mettendomi a sedere.
“Ehi imbecille senza cervello. Tu ogni giorno sei più coglione.” Dissi sbuffando.
Odiavo quel ragazzo.
Era il classico figo da paura che tutte le ragazze volevano e con cui tutte volevano andare a letto.
Era davvero figo, ma sapeva di esserlo e così rompeva le palle a tutti.
“Ma stai zitta zombie.” Disse bevendo del succo di frutta all’ananas.
Lo guardai di nuovo male.
“Ma stai zitto tu imbecille.” Dissi ringhiando.
Mi fece il verso provando ad imitare la mia voce:
“Ma stai zitto tu imbecille.”
“Io non parlo così.” Dissi irritata mangiandomi una fetta biscottata con la nutella.
“Ah è vero, tu parli così.” Disse sorridendo e tossendo.
“Sono uno zombie brutto che nessuno vuole. Rimarrò vergine a vita.” Disse cercando di imitare la mia voce.
Sbuffai facendoli il dito medio.
“Vai a quel paese.” Sussurrai sbuffando.
“Sai dove te lo devi mettere quel dito?” chiese ridendo.
Lo guardai male.
“Dove dovrei metterlo?” chiesi stringendo un pugno.
“In culo.” Disse ridendo di nuovo.
Lo odiavo da morire.
“Ah ah, che simpatico.” Sussurrai.
“Smettetela voi due, ogni giorno è sempre la stessa storia. Rompete le palle ragazzi.” Disse mio fratello guardandoci male come ogni mattina.
Odiava i nostri battibecchi.
“Ha cominciato lui.” Dissi irritata.
Quel coglione sorrise e le due fossette si impadronirono del suo volto.
Era troppo bello.
Scossi la testa maledicendomi per aver pensato a quel coglione di merda.
Adoravo quella fossetta.
Stupida fossetta del cavolo.
“Se sei uno zombie, non è colpa mia.” Disse ridendo di nuovo.
“Se sei un imbecille senza cervello non è colpa di nessuno, nemmeno di tua madre. Lei almeno il cervello lo ha e anche tuo padre ha il cervello.” Dissi sbuffando e mettendo un cucchiaio dentro la nutella.
“Ma fottiti zombie.” Disse sbuffando.
“Fa male la verità eh?” chiesi ridendo.
Mi fece il dito medio.
“Fottiti cogliona.” Disse sbuffando.
Gli feci di nuovo il dito medio  mangiandomi un cucchiaio di nutella.
Lo misi in bocca, leccandolo appena.
Mugugnai.
Adoravo la nutella.
Quel coglione mi guardò soffermandosi sulle mie labbra.
Sorrisi.
Poteva dire anche che ero brutta ecc, ma quel movimento gli era piaciuto.
Non che mi interessasse, ma vedere che gli era piaciuto era una cosa soddisfacente.
Lui sbuffò e sussurrò irritato:
“Ma quanto sei simpatica zombie.”
“La fate finita, per favore? Mangiate e non rompete le palle. Mi fa male la testa. Non ho dormito stanotte.” Disse mio fratello sospirando.
“Uuu e cosa hai fatto trombone?” domandò Peter tirandoli una pacca.
Mio fratello lo fulminò con lo sguardo.
Mi morsi il labbro, per non scoppiare a ridere.
“Stai zitto Peter e mangia.”
“E dai, cosa hai fatto con la tua ragazza?” chiese ridendo e tirandoli un pugno sul braccio.
“Peter mangia.” Disse sbuffando.
“Se lo zombie la smette di rompermi le palle.” Disse quel coglione guardandomi male.
“Fatela finita.” Disse di nuovo mio fratello.
Era quel coglione, che rompeva le palle appena mi vedeva.
“E’ lei che comincia a rompere le palle appena mi vede.” Disse Peter guardandomi male di nuovo.
Stava esagerando.
Era lui che mi rompeva le palle ogni mattina.
“Ma che dici? Ma fammi il piacere, se tu non venissi io sarei felice di mattina.” Dissi stringendo i pugni.
“Ma stai zitta e poi io vengo per tuo fratello, testa di gallina.” Disse irritato guardandomi negli occhi e mi mancò il respiro per due secondi.
Mi erano sempre piaciuti i suoi occhi, erano grigi chiaro e alla luce del sole diventavano celesti.
Scossi la testa riprendendomi e sbuffai.
“Ma senti chi parla. La testa di gallina sei tu e non io.” Dissi prendendo un altro cucchiaio di nutella.
Sospirò guardandomi le labbra.
Mio fratello gli tirò una manata sulla nuca, così scoppiai a ridere.
“Ahi, ma che sei coglione?” domandò Peter massaggiandosi la nuca.
“Ti eri incantato.” Disse guardandolo male.
“E su chi? Su tua sorella? Non mi interessa di lei.” Disse ridendo.
“Menomale.” Dissi sbuffando.
Peter fece un piccolo sorriso e disse:
“Non mi piaci, tranquilla Zombie.”
Sbuffai irritata leccando il cucchiaino di nutella e poi  bevvi il latte.
“Zombie, ma lo hai il fidanzato?” chiese Peter ridendo avvicinandosi con la sedia a me.
Lo guardai male e sussurrai:
“Fatti i cazzi tua imbecille senza cervello.”
“Io i cazzi non li prendo, li dovresti prendere tu.” Disse ridendo come un coglione.
Sbuffai.
Era proprio un imbecille senza cervello.
“Sei un coglione.” Ammisi appoggiando la tazza del latte sul tavolo.
Mi faceva passare la voglia anche di mangiare.
Peter sorrise e una sua mano si appoggiò al mio schienale.
“Non lo sono testa di gallina. Sono un figo e basta.” Sussurrò sorridendo.
“Tu figo? Ma fammi il piacere.” Dissi guardandolo male.
“Beh certo, mi hai visto? Sono troppo figo.” Sussurrò soddisfatto.
“Ma perché non ti levi dalle palle?” sussurrai fredda.
“Ti mancherei bimba.” Sussurrò facendomi l’occhiolino.
Gli feci di nuovo il dito medio e sussurrai:
“No, non mi mancheresti.”
“Io dico di si zombie.” Disse divertito.
“No, non mi mancheresti imbecille.” Sussurrai irritata.
“Io dico di si, ti mancherebbe tutto di me.” Sussurrò provocandomi.
“Ma fammi il piacere.” Dissi irritata guardandolo male.
“Ammettilo che non riusciresti a stare senza di me.” Sussurrò facendomi l’occhiolino.
Lo guardai male.
“Io senza di te, starei molto bene.” Dissi sbuffando.
“FATELA FINITA. MI AVETE ROTTO LE SCATOLE!! JULIA FILA SUBITO A CAMBIARTI E TU PETER ESCI FUORI A PRENDERE LA MACCHINA! E ANDIAMO ALLA STAZIONE!” urlò mio fratello incenerendoci con lo sguardo.
Mi alzai dalla sedia guardando di nuovo male quel coglione di Peter.
“Grazie eh.” Dissi sospirando.
Sorrise prendendo la tazza con il mio latte e la finì, come tutte le mattine.
“A dopo zombie.” Disse ridendo e posando la mia tazza sul tavolo.
“Ma hai visto!? È lui che scassa!!!” urlai sbuffando e saltellando come una bambina in crisi isterica.
 Non lo sopportavo quel coglione senza cervello.
Era un depravato mentale figo del cavolo.
“Sei tu che la stuzzichi eh.” Disse mio fratello ridendo a Peter.
“Se è uno zombie.” Disse Peter squadrandomi e soffermandosi di nuovo sulle mie gambe.
Avvicinai il mio viso al suo e sussurrai:
“Ti odio, più di ogni altra cosa al mondo.”

ANGOLO AUTRICE:
Ciao J
Ecco qua il primo capitolo di questa nuova storia hahahah.
Beh, non so che dire O.o
Spero che come primo capitolo vi sia piaciuto e che non vi abbia annoiato :D
Al prossimo capitolo J
Ciao!!
  
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