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Autore: BrokenSmileSmoke    04/06/2015    3 recensioni
Sequel de "L'Amore È Una Lotta".
Dopo l'incidente, Yumi ed Ulrich hanno voglia di tornare ad una vita normale, cercando di dimenticare tutto quello che è successo fino a quel momento.
Ma è solo l'inizio dei loro problemi: il ritorno di una delle maggiori cause delle paure e dei traumi di Yumi mette a dura prova il loro rapporto, assieme ai fantasmi del passato di Ulrich.
"«Cosa significa?»
«Tranquilla, Yumi. Noi staremo sempre insieme, perché il nostro Amore non è destinato a finire.»
"
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Amore è una lotta '
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 L'Amore È Per Sempre
Capitolo 5
Problems.

Erano all'incirca le sette del mattino, solo a quell'ora Ulrich era tornato da casa di Samantha.
Avevano bevuto molto, e lui lo capiva a causa del mal di testa che lo attanagliava.
Si sentiva una merda a non aver detto nulla a Yumi, e sperava solo che la ragazza non ce l'avesse con lui.

«Yumi, sei in casa?» domandò Ulrich richiudendo la porta alle sue spalle.
Silenzio.
Si sentì un fruscio provenire dal bagno, poi vide uscirne il cane con la coda avvolta dalla carta igienica.
Il ragazzo si avvicinò al cane lasciandogli una carezza sulla sua testa.
«Ma che hai combinato?»
Il cane abbassò la testa, facendo quel suo solito sguardo da cucciolo indifeso ma colpevole.
Ulrich entrò nella camera da letto, ma la ragazza non c'era.
Non c'era nemmeno la divisa del Rainbow Coffee.
Dove sei, Yumi? si domandò.
Era strano che la ragazza non fosse in casa a quell'ora, contando anche il fatto che alle otto sarebbero dovuti essere entrambi all'accademia.
Entrò nel bagno e, dopo aver ripulito il disastro fatto da Devil, andò a farsi una doccia.
I ricordi della sera precedente gli riaffioravano nella mente.
Adelaide era partita?
La doccia che avrebbe dovuto aiutare a farlo tornare lucido si dimostrò un inferno, facendolo stare ancora peggio di quanto già fosse.
Aveva lasciato la sua ragazza da sola senza un vero motivo.
Ciò che Adelaide aveva detto non era sicuramente per cattiveria, o perché lui non le piaceva.
Che stupido che sono!
Uscito dalla doccia andò ad indossare la divisa, poi un pensiero lo tormentò.
E se fosse successo qualcosa e Joe ne fosse responsabile?
Cercò immediatamente il cellulare, senza trovarlo.
Merda, l'aveva perso.
Poi ne sentì la suoneria, seguita dall'abbaio di Devil.
Corse in cucina e afferrò il cellulare, prima che ci pensasse il cane a farlo.
1 nuovo messaggio
Da: Yumi

Buongiorno Ulrich, spero che la sbronza di ieri sera ti sia passata.
Voglio che al mio ritorno nell'appartamento non ci sia più nulla di tuo. Spero che nella casa di Sam ci sia posto anche per te e Devil, sai, io lavoro e non posso occuparmi di lui e dei danni che combina.
Avrei voluto tanto buttare io tutta la tua roba fuori da casa mia, ma sono in ospedale. Immagino sia stata una bella sensazione passare la notte a ubriacarti (e non voglio nemmeno immaginare cos'altro tu abbia fatto!) dimenticandoti del fatto che avevi una fidanzata. E' stato un piacere e ti ringrazio per tutti i bei momenti passati con te.
Credo sia molto meglio che tu esca dalla mia vita.
Addio, Yumi. 


Forse Ulrich l'aveva davvero fatta grossa.
Non ricordava nulla della sera precedente, apparte che..
No, non posso averlo fatto veramente, si maledì.
Stavolta la colpa era solamente sua, non poteva scaricarla su nessun altro.
Ne William, ne Odd.. Aveva davvero fatto una cazzata.
E per lo più rischiava di perdere Yumi, in caso non fosse già successo.
Istintivamente compose il numero della ragazza, poi ricordò che lei non voleva più vederlo, era stata chiara.
Finì di prepararsi e andò verso il Kadic.
Varcata la soglia del cancello vide Odd e William poggiati con la schiena al muro dell'entrata.

«Amico, hai una brutta cera, dove hai lasciato la tua ragazza?» domandò il biondo dandogli una pacca sulla spalla.
«Siamo in una situazione complicata, avete per caso visto mia sorella?» chiese Ulrich di rimando.
«Era con Jamie e Lylia l'ultima volta che l'ho vista.» rispose William.
Il moro si allontanò dai due amici, diretto verso Sissi.
Veniva salutato da ogni ragazza a cui passasse accanto, negli anni e nei mesi precedenti ci aveva provato più o meno con tutte.

Arrivato dalla sorella venne salutato da Jamie e Lylia, che lo guardavano entusiaste, mentre Sissi roteò gli occhi, irritata dal comportamento delle amiche.
«Possiamo parlare?» domandò rivolgendosi alla sorella.
Jamie e Lylia lanciarono un'occhiata divertita alla ragazza.
«Non ci avevi detto che tra te ed Ulrich Stern ci fosse qualcosa!» esclamò Lylia.
Sissi si allontanò dalle ragazze senza nemmeno rispondere a Lylia, seguita da Ulrich.
«Che è successo?» domandò.
«Io e Yumi stiamo passando un periodo.. complicato. E non ho dove stare.»
«Avete litigato?»
«Non proprio, ho fatto alcune cose che non dovevo fare.»
La campanella suonò.
«Ne parliamo nell'intervallo.» concluse la bionda entrando nell'istituto.
Ulrich fece lo stesso, e non fu sorpreso quando, entrando in classe, non trovò Yumi.
Le prime ore passarono normalmente, e all'intervallo il ragazzo si recò da Sissi.

«Aelita non c'è?» domandò non appena vide la sorella, la quale scosse la testa.
«Mi ha solamente detto che è in ospedale con la madre di Yumi.»
Ulrich si preoccupò.
«Sai dell'altro?»
«No, ma.. Che hai combinato?» domandò Sissi.
«Credo di aver perso Yumi per sempre, ieri sera.. Sono stato da Sam.»
La ragazza sgranò gli occhi.
«Aspetta, Sam.. Quella Sam? L'ex di Odd?»
Ulrich annuì.
«Ma perché l'hai fatto?»
«Non lo so, ero incazzato. Avevo parlato con la madre di Yumi e mi aveva fatto dubitare di molte cose. Sono stato da Sam, sì, ma non ho fatto niente, almeno credo. Abbiamo solo bevuto e fumato tutta la notte. Di come ricordo. Poi stamattina sono tornato a casa e Yumi non c'era, era già in ospedale. Mi ha mandato un messaggio dicendomi che avrei dovuto andarmene via, non so cosa fare..» raccontò disperato.
Era la prima volta che si innamorava così tanto di una ragazza, e non riusciva ad accettare il fatto che la stava perdendo.

Yumi era sulla sedia ed osservava dolcemente la madre, che stava riposando tranquillamente sul lettino, e si chiese il motivo di quel maledetto sbalzo di pressione.
Adelaide non soffriva di nessuna patologia, che lei sapesse.
Il tossire della donna la risvegliò dai suoi pensieri.
«Mamma, come stai?» domandò poggiando il cellulare sul comodino.
Ulrich non aveva risposto al suo messaggio, ma le andava bene così.
«Oh, tesoro.. Non dovresti essere a scuola?»
«No, voglio assicurarmi che tu stia bene. Ho saputo che hanno rimandato la partenza del treno, quindi non hai ancora perso il biglietto.»
«A che ora è?»
«A mezzogiorno, se i medici affermano che stai bene ti potranno anche dimettere.»
Un lieve bussare alla porta catturò l'attenzione delle due.
«Avanti» invitò Yumi.
«Ciao Adelaide, come va? Yumi, sono arrivata appena ho potuto.» disse Aelita.
«Ciao Eli, da quanto tempo!» esclamò Adelaide abbracciandola.
«Ma Ulrich? Come mai non è qui?» domandò la ragazza dai capelli rosa.
Yumi abbassò lo sguardo.
«No, abbiamo... Litigato.»
La madre si sentì in colpa, in fin dei conti era a causa sua se Ulrich si era allontanato la sera precedente. Ma lei lo faceva solo per il bene della figlia.
«E' per colpa mia.» sentenziò.
«No!» esclamò Yumi «Mamma, è Ulrich. E' un ragazzo, e si sa che i ragazzi a volte sono stupidi.» rispose, non cosciente del fatto che sua madre ed il suo fidanzato avevano parlato.
«Yumi, cara, credo non sia qui a causa di quello che ho detto io.» sussurrò triste Adelaide.
La ragazza la guardò confusa, mentre Aelita si sentiva di troppo in quella conversazione.
«Tranquilla mamma.. Non ti preoccupare.»
«Figlia mia, Ulrich ha intenzioni serie con te, ma ieri sera.. Gli ho detto che per te sarebbe stato troppo presto, sei giovane e.. ne hai passate tante.» raccontò la madre con le lacrime agli occhi.
Yumi la guardò sbigottita, poi scosse la testa.
«Non importa, credo. Ha passato la notte a ubriacarsi in compagnia di altre ragazze. Dubito che lo avrebbe fatto se davvero aveva intenzioni serie con me.»
In quello stesso momento entrò un medico a controllare la situazione di Adelaide, così la loro discussione finì lì.
«Signora Ishiyama, è tutto regolare. Se se la sente può firmare i documenti per la dimissione e potrà tornare a casa. Alla reception hanno controllato, constatando che lei non è di Sceaux, vero?» domandò l'uomo «In ogni caso, abbiamo inviato tutti gli accertamenti al suo medico, il dottor.. Della Robbia?»
«Sì, è lui.» confermò la donna.
«Se gentilmente le ragazze possono uscire, così le posso fare un'ultima visita.»
Yumi guardò la madre, la quale le sorrise.
Poi uscì fuori con Aelita.

Il tempo di essere fuori dalla stanza alla rosa squillò il cellulare.
«Pronto? Oh, ciao Sissi. Sì, è con me» Aelita guardò Yumi «Vuole parlare con te.» disse porgendogli il cellulare.
La mora lo agguantò scettica.
«Sì?» rispose titubante.
«Yumi, ho bisogno di parlarti. Riguarda Ulrich.» disse seria Sissi.
«Ma certo, gli è successo qualcosa?» domandò preoccupata la mora.
«Credo che tu abbia frainteso l'accaduto di ieri.»
Yumi rimase interdetta. Aveva frainteso tutto?
Ulrich era ubriaco, e su questo non c'era dubbio. Non le aveva detto nulla, e perlopiù non l'aveva nemmeno cercata, era stata lei a farlo.
«Sissi, non c'è bisogno che cerchi di risolvere o alleviare i drammi di Ulrich, è piuttosto ovvio quello che ha fatto ieri.» rispose freddamente.
«Voglio solo che voi risolviate tutto, è disperato. Ciò che ha fatto ieri sera.. Era confuso, tutto qua.»
«Anche io sono molto confusa riguardo ieri sera, ma ciò che è fatto è fatto. Non posso far finta di niente.»
«Appena puoi vieni a casa mia, voglio che tu sappia delle cose.» concluse Sissi.
La mora sospirò.
«Va bene, fra un paio d'ore sarò là.» disse chiudendo la chiamata e tornando il cellulare ad Aelita.
«Cos'è successo ieri sera?» domandò la rosa.
Yumi le raccontò l'accaduto, mentre Aelita la ascoltava incredula.
«Che hai intenzione di fare?»
«Non lo so.» rispose sconsolata la mora «Più tardi vado da Sissi, magari riesce a farmi capire per quale motivo Ulrich fosse in quelle condizioni ieri sera. Fra un po' di giorni ho l'udienza di Joe, e devo stare al passo con l'accademia, e il Rainbow Coffee, e.. Non ce la posso fare.» disse prendendosi la testa fra le mani.

«Ciao mamma, ci vediamo presto!» salutò dando un bacio sulla guancia alla donna.
«Ciao Yumi, ciao Eli.» salutò di rimandò Adelaide salendo sul treno.
Yumi la salutò mentre si allontanava, fino a quando il treno non lasciò definitivamente la stazione.
«Vuoi venire a casa mia per pranzo? Ho della pizza da scongelare.» domandò gentilmente Aelita guardando il cellulare.
Era mezzogiorno.
Avevano atteso con Adelaide alla stazione l'arrivo del treno.
La donna si era ripresa e dimostrava di stare anche meglio di prima.
Ma c'era qualcosa che la turbava, e Yumi l'aveva notato.
«Vorrei tanto, ma c'è Devil che mi aspetta. E' da ieri che è da solo in casa, a meno che Ulrich non se lo sia portato via.»
«Non credo, Odd mi ha detto che Ulrich era al Kadic stamattina» disse la rosa togliendo ogni dubbio a Yumi, la quale sorrise.
«Deduco che ormai voi due passate molto tempo insieme»
Aelita sorrise.
«Sì.»
Si salutarono con due baci sulla guancia, poi presero direzioni diverse.
Yumi andò verso l'appartamento, ed era insicura nell'aprire o meno la porta.
Cosa avrebbe trovato? Tutte le cose di Ulrich accanto alla porta, o si era già portato tutto?
In cuor suo sperava che Ulrich non avesse ancora fatto nulla. Che al suo ritorno tutto sarebbe rimasto come prima.
Girò la chiave nella serratura, e dall'interno non provenne alcun rumore.
Era impossibile che Devil fosse diventato così silenzioso.
Aprì lentamente la porta.
Era tutto normale. Nessuna valigia giaceva sul pavimento.
Richiuse la porta e provò a chiamare Devil.
Dopo pochi secondi vide il cane raggiungerla con la testa abbassata, segno che aveva fatto qualcosa che non andava bene.
Si appoggiò con le ginocchia al pavimento, mettendosi alla stessa altezza del cagnolone.
«Cos'hai combinato?» sospirò rassegnata, e gli accarezzò la testa. 
Si alzò e si diresse nel soggiorno, seguita da Devil.
In effetti mancava qualcosa sul tavolo da pranzo.
«Dov'è il cestino della frutta?»
Il cane si affacciò alla finestra.
Yumi guardò sotto e, oltre alla frutta a terra e il cestino di plastica rotto, vide che mancava l'auto di Ulrich.
«Ulrich è tornato a casa, vero?»
Il cane le abbaiò.

Nel primo pomeriggio Yumi si diresse da Sissi, decisa ad ascoltare i motivi del comportamento di Ulrich.
Bussò alla porta e, dopo qualche secondo, arrivò la bionda ad aprirla.
«Prego, entra pure.»

Il moro era appena arrivato nell'appartamento, aveva già deciso cosa fare.
Sarebbe entrato, avrebbe messo tutte le sue cose in una valigia per poi andarsene via, sia da quell'abitazione che dalla vita di Yumi.
Durante le ore di lezione si era ripetuto più volte di essere uno stupido, e lo era per davvero.
Entrò nell'appartamento, e Devil gli corse incontro.
Nel corridoio sentì profumo di vaniglia, capendo che Yumi era già uscita di casa. 
Quello era il suo profumo preferito.
Salutò il cane con una carezza, per poi dirigersi nella camera da letto e togliere dall'armadio tutto ciò che gli apparteneva, buttandolo nella valigia.
Il cane lo osservava guaendo, poi uscì dalla stanza.
Ulrich, finito di fare i bagagli, prese il guinzaglio e chiamò Devil, ma il cane non andò da lui.
Si armò di pazienza e andò a cercarlo ovunque, persino dentro la doccia, ma non c'era nessuna traccia del cagnolone.
«Va bene, Devil, resta pure qui.» disse sperando di farsi sentire dal cane, poi andò in camera a prendere la valigia e andarsene.
Rimase meravigliato quando vide il cagnolone coricato sulla valigia e con il muso adagiato sulle zampe, mentre guaiva incessantemente.
«Dai, alzati» ordinò il moro prendendo il cane del collare.
Ma la bestiola non si mosse, e pesava troppo per essere preso in braccio e allontanato dalla valigia.
Ulrich le provò tutte.
Provò a distrarlo con un giocattolo, fece finta di portarlo a passeggio, cercò di farlo alzare riempiendogli la ciotola del cibo.
Eppure Devil continuava a stare immobile e guaire.
«Non vuoi andartene, vero?» domandò il moro al cane «Ma dobbiamo. Ho fatto delle cose che non dovevo fare, e le mie scuse non basteranno a farmi perdonare. Come vorrei non aver dubitato di tutto..» continuò.
Poi l'abbaiare improvviso di Devil ed il fatto che il cane continuava a guardare qualcosa dietro di lui lo fece voltare.
«Yumi» esclamò sorpreso quando vide la figura appoggiata allo stipite della porta.
La ragazza lo guardò impassibile, ma Ulrich notò ugualmente i suoi occhi lucidi.
«Ho parlato con Sissi.» si limitò a dire con voce tremante, e le lacrime iniziavano a scendere.
Per l'ennesima volta Ulrich si sentì una merda.
Aveva la donna che Amava davanti a lui, ed era riuscito a farla piangere.
Le lacrime gli pungevano gli occhi, stava piangendo anche lui.
Era una situazione assurda.
Yumi piangeva per ciò che lui aveva fatto, ed Ulrich per ciò che aveva fatto lui stesso e per l'aver fatto piangere la ragazza.
«Me ne stavo andando, ma Devil non voleva alzarsi dalla valigia.» si scusò il moro.
Nel frattempo il cane si era alzato ed era seduto a terra, mentre scodinzolava allegro.
«Ne possiamo parlare?» domandò Ulrich, ottenendo il consenso della ragazza.
Si sedettero entrambi sul letto, stando ben distanti l'uno dall'altra.
Devil si mise in mezzo, poggiando il muso sul bordo del letto e guardando i due.
«Perché eri con Samantha?» chiese Yumi asciugandosi le lacrime col dorso della mano.
«Ero confuso, e non vedevo Sam da mesi. Vuoi che sia sincero, Yumi?»
La ragazza annuì.
«Non lo so, non so perché l'ho fatto. So solo che mi sento una merda per..» il moro venne interrotto.
«Per cosa? Per avermi lasciata sola nonostante sai perfettamente che ci sarebbe potuto essere Joe? Per essertene andato ad ubriacare con altre ragazze mentre io ero in ospedale con mia madre? Qual'è il tuo problema, Ulrich?»
Il ragazzo rimase interdetto dalla freddezza di Yumi.
Ma in fin dei conti cosa poteva aspettarsi?
«Mi dispiace tantissimo, vorrei che le cose fossero andate diversamente, io.. Io ti Amo. Non lo farò più, te lo prometto.» finì il ragazzo.
Yumi fece una risatina isterica.
Erano le stesse parole che tempo prima le aveva detto Joseph.
Certo, poteva riaccaderle la stessa cosa. Eppure con Ulrich sarebbe stato diverso.
Sissi le aveva detto quanto più sapeva, e lei sentiva di potersi fidare.
Sospirò, mentre un senso di nausea le attanagliava il corpo.
Cercò di riprendersi, ormai era da un po' che le capitava.
«Non posso far finta di nulla, cerca di capirmi. Ti Amo anche io, ma.. Non so cosa fare.»
Ulrich la guardò negli occhi, poi si rassegnò.
Prese la sua valigia prima di avvicinarsi a Yumi.
«Ci vediamo all'accademia.» le dette un bacio sulla guancia e poi si avvicinò alla porta.
Alla ragazza venne improvvisamente un forte giramento di testa.
Afferrò Ulrich per il braccio, il quale non si era accorto del malore della ragazza.
«Aspetta»
Il ragazzo la guardò con occhi pieni di speranza.
Cosa voleva dire? Voleva che lui restasse? Che lo avrebbe perdonato?

***
 
Aggiornamento record! Mi meraviglio di me stessa. (spero di riuscire ad aggiornare regolarmente d'ora in poi, e che l'ispirazione non mi voglia fare brutti scherzi!)
Io ci sto provando davvero a scrivere con l'editor di Efp, ma che dire.. Anche noi siamo in una situazione complicata!
Quindi, in caso ci siano alterazioni nel formato del testo, sappiate che io c'ho provato!
Mi spiace molto che le recensioni siano calate così tanto rispetto a "L'Amore è per sempre", e spero solo che a qualcuno piaccia davvero questa storia, altrimenti non ne avrei motivo per continuarla.
Spero che l'estate vi faccia tornare a leggere le vicende che man mano capiteranno a Yumi e Ulrich!
Passando alla storia.
Ah, Devil! A volte serve avere un cane in casa.
Secondo voi Yumi perdonerà Ulrich o si rinchiuderà in se stessa aspettando di incontrare qualcun altro interessato a lei?
Adelaide è già andata via, immagino che a Ulrich non dispiaccia più di tanto.

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