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Autore: YukiWhite97    04/06/2015    1 recensioni
William T. Spears, veterano della prima Guerra Mondiale, il quale soffre di dipendenza da alcol, si ritrova in un ospedale psichiatrico per cercare di curare questa sua dipendenza.
Sarà qui che egli si ritroverà a parlare e a raccontare la storia di un uomo, Ciel Phantomhive, colui che "coltivava la speranza", colui che si è guadagnato la sua completa stima.
E' l'estate del 1922 quando William si trasferisce a New York. Qui, il giovane, si ritroverà ad essere vicino di casa di un certo Phantomhive, un uomo conosciuto per la sua fama e per le grandi feste organizzate puntualmente nella sua dimora.
William ha un cugino, Sebastian, il quale vive nella parte opposta della sua abitazione, un ragazzo candido e affascinante.
Tutte persone all'apparenza con delle vite ben distinte l'una dall'altra.
Ma se invece fosse tutto collegato?
FANFICTION BASATA OVVIAMENTE SUL FILM "IL GRANDE GATSBY"
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Ciel Phantomhive, Claude Faustas, Hannah Anafeloz, Sebastian Michaelis, William T. Spears
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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"La osservava?" - domandò lo psichiatra.

William annuì accennando un sorriso.

"Sì  - rispose - Phantomhive mi osservava costantemente"

"E lei come faceva a saperlo?" - chiese togliendosi gli occhiali.

"... Ricevetti un invito alla sua festa - rispose - ma fui l'unico a riceverlo. Ciò che intendo dire è che... nessuno a parte me, ricevette mai un invito per le feste di Phamtomhive.... Tutti gli altri, venivano da New York, senza invito. L'intera città si stipava nelle automobili, e nel fine settimana, ogni fine settimana, piombava da Phantomhive...."


                                                                                          **
William si ritrovò inizialmente stordito dinnanzi quella reggia colorata e sfarzosa, così piena e rumorosa che dentro pareva viverci una città intera.
Tutti, ma proprio tutti, accorrevano da Phantomhive, in un vero e proprio carnevale che si scatenava dentro quella reggia.

Una volta arrivato, fu trascinato da un fiume di gente sino all'interno, e inutili furono i suoi tentativi di mostrare il proprio invito, poiché nessuno pareva ascoltarlo.

La confusione che provava era enorme, ma fu portato a stupirsi molto quando fu dentro la casa di quel fantomatico personaggio.

( https://www.youtube.com/watch?v=Tqjl4nRSorM, vi consiglio di ascoltare ^^ )

I suoi occhi verdi guizzarono immediatamente sulle figure di donne colorate, forse donne di spettacolo che si ostinavano a danzare in maniera esagerata, lasciando gli invitati a bocca aperta.

Uomini che danzavano anch'essi, sulle note della musica fragorosa e sfavillante, gente che sbucava da tutte le parti, un enorme lampadario di cristallo che pareva rispecchiare la luce d'oro dell'intera e immensa sala, fiumi di champagne pregiato ovunque, al centro della stessa stanza una piscina azzurrissima in cui gli invitati si tuffavano volentieri, un mondo nuovo per lui, che però pareva divertirlo molto a giudicare dalla sua espressione compiaciuta.

Ricchi play boy miliardari che camminavano a braccetto con le loro bionde infermiere.
Ereditiere che mostravano le loro eredità sulla spiaggia di Phantomhive.
Perfino il suo capo, Walter Chase, che perdeva ai tavoli della roulette.
Croniste rosa mischiate a gangster e governatori impegnati a scambiarsi numeri di telefono.
Stelle del cinema.
Critici di professione.
Liceali disertati,
E Lous Wichzteen, l'improbabile discendente di Beethoven.

Ogni gente di ogni classe sociale, si trovava lì, nel fermento di quella sera e quella notte, tra la musica, l'alcol e il divertimento più totale.
William si guardò intorno, attento a non cadere, e una volta che si fu avvicinato al tavolo dove servivano il vino, si rivolse ad un cameriere.

"Sa dove posso trovare il signor Phantomhive? - chiese cercando di superare il rumore della musica - io abito nella casa qui accanto"

"Il signor Phantomhive? - domandò il cameriere - io non l'ho mai visto in realtà, ne io ne altri".

Non capì il significato di quella risposta, ma scrollando le spalle si allontanò, cercando di farsi spazio tra la folla.

Solo, e assolutamente a disagio, decise di prendersi una solenne sbornia.

Cominciò a bere, camminando tra la gente senza una meta precisa, ridendo come uno stupido a causa di tutto l'alcol che stava ingerendo.

Rimase a guardare ad occhi aperti la gente che ballava davanti a lui, ignaro che una figura scarlatta si stesse avvicinando.

Grell gli comparve lentamente alle spalle, e dopo che il moro ebbe espresso a bassa voce il suo giudizio dinnanzi quello spettacolo, si voltò, sorridendo nel vedere come l'altro stesse sensualmente battendo le ciglia come una cerbiatta.

"Sapevo di trovarla  visto che abita qui accanto" - disse il rosso.

"Qui è un parco divertimenti - rispose - ha ricevuto anche lei l'invito?"

"Si viene senza invito da Phantomhive - rispose facendogli segno di seguirlo giù per le scale - avanti, venga con me"

"Io l'ho ricevuto! - aggiunse - insomma, chi è questo Phantomhive?"

"Era una spia tedesca durante la guerra!" - disse ad un tratto una voce di un giovane con un lungo ciuffo davanti agli occhi, come a coprirglieli.

"Undertaker - sospirò Grell - lui è William T. Spears". Colui che sembrava un amico abbastanza intimo del rosso, sembrò lanciare un'occhiata maligna al giovane che era con lui, o almeno così parve.

"Una spia tedesca?" - chiese qualcuno.

"Oh, no, no - aggiunse un altro ragazzo - è il cugino del kaiser!"

"Dicono che ha ammazzato un uomo!" - aggiunse ancora una donna.

"Si, uccido per divertimento - confermò il ragazzo di prima - è già più ricco di Dio". 

"Oh - sussurrò William a Grell - lei non crede che abbia ucciso un uomo, vero?"

"Andiamo a cercarlo, così glielo chiediamo di persona" - rispose lanciandogli un'occhiata maliziosa e facendogli segno di seguirlo.

Intanto un'altro spettacolo era cominciato, la gente aveva ripreso a danzare con più foga di prima, trascinata completamente dal ritmo della musica.
( https://www.youtube.com/watch?v=WSueMT8-iAY)

I due furono costretti ad avanzare velocemente tra le persone che, trascinate dall'euforia, parevano non vederli neanche.

Salirono su un'altra scala a chiocciola, e ogni qualvolta che William accennava a fermarsi, Grell gli sussurrava di non perdere tempo, sempre con il suo solito fare malizioso.

Improvvisamente, quest'ultimo, si indirizzò versò una porta marrone, e aspettò che l'altro gli andò dietro, quasi a finirgli addosso, per entrare.

"Oh, ma si sbaglia! - esclamò il rosso con fare teatrale, trascinandolo dentro - perché sono io, il potente e misterioso... Phantomhive!"

"Non lo troverete! - disse ad un tratto la voce di un uomo anziano con i baffi che si trovava sospeso su una scala con dei libri in mano, poiché quella in cui erano finiti non era una stanza, bensì un enorme biblioteca - questa casa e tutto ciò che ne contiene, sono opera di un camuffamento - scese dalla scala andando incontro ai due - ma il signor Phantomhive non esiste"

"Balle - disse Grell - io l'ho conosciuto"

"Ah sì? - chiese l'uomo versando del liquore in due bicchieri e porgendone uno a William - e chi? Il principe? - porse l'altro bicchiere al rosso - o l'omicida? Onestamente non conosco nessuno che mi sappia dire chi in realtà Phantomhive sia"

"Beh, non mi importa - dichiarò Grell - fa delle grandi feste, e io adoro le grandi feste, sono così intime, in quelle piccole non c'è mai privacy"

"Ma se Phantomhive non esiste - chiese William - tutto ciò a che serve?"

"Il dilemma, mio caro amico, è proprio questo" - concluse l'uomo lanciando loro un occhiata.

Dopo quell'incontro, i due tornarono nel pieno della festa, che nel frattempo si era fatta più fragorosa. Dal tetto, una miriade di quelli che parevano coriandoli, discesero sino al pavimento e sino all'acqua della piscina.

William prese a ballare, completamente estasiato, era sempre così serio e diligente che gli pareva addirittura strano concedersi quel genere di divertimenti, ma la sua attenzione fu catturato dall'amico in rosso intento a danzare accanto ad Undertaker, al quale poco dopo porse una mano.

"Mi concede questo ballo?" - chiese. Il rosso, senza rispondergli, ricambiò la presa, sotto le lamentale di Undertaker che invitava il moro ad andarsene, dandogli dello "squattrinato".

I due presero a ballare stretti, fregandosene del pudore o quant'altro, con la musica nelle orecchie e l'adrenalina ormai all'apice, perdendosi in quella sorte di trance che ormai pareva aver trascinato tutti, facendo perdere loro la ragione.

Quando la musica finì, Grell lo abbracciò istintivamente, sorridendogli, pareva che entrambi avessero molta affinità, ma a rovinare il momento ci pensò Undertaker, il quale afferrò per mano il rosso.

"Scusami Spears, te lo porto via" - disse semplicemente. Egli andò dietro ai due, sotto lo sguardo del ragazzo in rosso che lo pregava di seguirlo, ma pareva che quel tipo volesse mettergli a tutti i costi i bastoni tra le ruote.

"Rinunciaci Spears - gli disse ancora rubandogli un aperitivo da sotto il naso - i ragazzi ricchi come lui non stanno con i poveracci come te!"

Avrebbe tanto voluto rispondergli in malo modo, quando la sua attenzione fu attirata dalla voce di una figura che però stava girato di spalle.

"La sua faccia non mi è nuova - disse quest'ultimo - era nel settimo battaglione durante la guerra?"

"Eh? - chiese sorpreso - si... ero lì..."

"Ah, ecco, infatti, io ero nel nono..."

"Oh, è un vero piacere conoscerla - ansimò correndogli dietro a causa della confusione - abito qui accanto, per caso anche lei ha ricevuto un invito? Perché qui pare che lo abbia ricevuto solo io, mi chiedo chi sia questo Phantomhive, molti dicono che sia il terzo cugino del kaiser e il secondo cugino dei diavolo"

"Allora temo di non essere stato un buon padrone di casa - dichiarò voltandosi e mostrando il suo viso - perché sono io... Phantomhive"

William fu portato a sgranare gli occhi dinnanzi quella visione: ciò che aveva davanti era un ragazzo, forse addirittura più giovane di lui. Era affascinante, gli occhi erano blu cobalto, i capelli color antracite, e il suo abbigliamento elegante si limitava ai colori come il blu scuro, mentre in una mano portava un anello dello stesso colore dei suoi occhi.
E nello stesso momento, in cui lui si era voltato, come qualcosa di premunito, alle sue spalle esplosero dei fuochi d'artificio rosati, quasi a voler incorniciare la perfezione di quel viso, e di quel sorriso, un sorriso raro che in genere capita di incontrare tre o quattro volte nella vita.
Pareva comprenderti e credere in te, più di quanto tu vorresti essere capito e ispirare fiducia.

Il moro fu portato a sorridere istintivamente, forse non si rese conto fino all'ultimo di chi avesse davanti finché che quest'ultimo non prese nuovamente a parlare.

"Va tutto bene, vecchio mio?" - chiese ancora poggiandogli affettuosamente una mano sulla spalla.

"Emh... sì! - balbettò ritornando in se - mi deve scusare, è solo che... non mi aspettavo di...". La  conversazione fu interrotta improvvisamente dall'arrivo di un uomo, probabilmente un segretario di Phantomhive, il quale gli si avvicinò, sussurrandogli qualcosa all'orecchio.

"Signore, Chicago al telefono"

"Sì, arrivo subito - rispose congedandolo e voltandosi verso William - senta, domani mattina esco con il mio nuovo idroplano, le andrebbe di venire?"

"Domani mattina? - chiese alquanto sorpreso da quell'invito inaspettato - a che ora?"

"All'ora che le fa più comodo - rispose compiendo due passi e ritrovandosi la figura di Grell davanti - oh, è un piacere per me rivederla - gli sorrise ammiccando, per poi voltarsi nuovamente verso il moro - di qualsiasi cosa abbia bisogno, chieda pure a me. Adesso scusatemi, ma ho delle questioni da sbrigare, con permesso". Dicendo ciò il giovane si allontanò, lasciando i due con una leggera espressione di sorpresa stampata sul viso.

"Non è... come lo immaginavo" - disse ad un tratto.

"Lo immaginavi tipo... vecchio e grasso?" - chiese Grell.

"Beh, sì. Di solito un giovane non spunta così all'improvviso e si compra un castello"

"Mmh, mi ha detto che ha studiato ad Oxford, ma io non ci credo" - fece sorseggiando il suo alcolico.

"Perchè?"

"Non lo so, ma non credo che ci sia stato" - rispose fremendo nell'accorgersi che lo stesso segretario di poco prima, si era avvicinato di molto a lui, sussurrandogli qualcosa.

"Signor Sutcliff, il signor Phamtomhive vorrebbe conferire con voi in privato"

"Con me? - chiese guardando con aria interrogativa prima lui e poi William - oh... d'accordo". Dicendo ciò si allontanò, sotto lo sguardo stralunato del moro, il quale non riuscì a capire cosa ci fosse dietro quell'atteggiamento.

Tutto ciò che poté fare fu aspettare, aspettò diverse ore, così tante che la festa ad un certo punto finì.
Si ritrovò all'interno della reggia, steso malamente su un sofà, mezzo ubriaco, ad osservare le foto appese alla parete che rappresentavano Phantomhive in diverse zone del mondo.
La gente stava lentamente scemando, e fu solo la voce cristallina di Grell a farlo rinvenire.

"Will! - lo chiamò comparendo dal nulla - adesso ho capito tutto! Adesso è tutto chiaro!"

"Finalmente! - fece Undertaker cingendolo dalle spalle - la macchina ci aspetta!"

"Ho scoperto una cosa sconvolgente!" - continuò il rosso.

"Che cosa...?" - chiese curioso.

"Oh, accidenti, ecco, lo sapevo, ti sto stuzzicando e avevo promesso di non dire nulla"

"Dire cosa?" - chiese spazientito.

"Mi dispiace, non posso, ho giurato solennemente" - concluse salendo in macchina e allontanandosi.

William si ritrovò ancora una volta a non capire, ma fu distratto da una voce.

"Scusi se gliel'ho sottratto, vecchio mio" - disse la voce calda di Phantomhive.

"No, non si preoccupi!" - sussultò.

"Si ricordi che domani mattina usciamo con il mio idroplano" - gli disse più che con un tono di invito, con un tono d'ordine.

Fece un leggero cenno con il capo, perdendosi nel suo sguardo rassicurante.

"William! - esclamò ad un tratto la voce di Grell che lo salutava con la mano dalla macchina - vieni a trovarmi per un tè! Mi trovi sull'elenco!"

"Sarà fatto!" - sorrise entusiasta, ricambiando il saluto.

Quando finalmente tornò a casa, nell'ombra di una notte che si preparava a lasciare posto all'alba, William ripensò a tutto ciò che in una sola sera era accaduto.
Arrivando nei pressi di casa sua, si voltò potendo osservare la figura di Phantomhive che ora gli lanciava uno sguardo di complicità e gli sorrideva, facendolo sorridere automaticamente.
Ma quando il moro si voltò, per dirigersi definitivamente verso casa, sentì qualcosa, come la sensazione che la faccenda non sarebbe finita a buon fine.

Uscii con l'idroplano con lui, andai ad un altro paio delle sue feste, frequentai perfino la sua spiaggia. Ma nonostante questo, dottore, continuavo a non sapere nulla di Phantomhive.

Angolo dell'autrice
So cosa state pensando... ma no, NON E' UNA WILLIAMXCIEL, assolutamente xD
Può sembrare che sia così... ma no... tranquilli, ogni cosa a suo tempo.. bene, dunque, il nostro figo Ciel è apparso, ma pare che ci sia anche un altro piccolo mistero da scoprire....
   
 
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