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Autore: gaeshi    05/06/2015    0 recensioni
Tokyo, sera inoltrata; un qualunque vicolo con cassonetti e immondizia sparsa.
“Facciamo una scommessa?”
La bambina comparsa davanti a lui sembrava uscita da un film horror; apparsa dal nulla, capelli lunghi, scarmigliati e decisamente sporchi, vestiti macchiati e dai bordi a tratti lacerati. Qualunque studente avrebbe provato un minimo di timore, inquietudine, o alla peggio fastidio. Yoichi Hiruma, invece, esibì il ghigno che già a quindici anni lo caratterizzava e si fermò.
“Sentiamo”
Il quarterback dei Deimon non la racconta giusta alla sua squadra; ha una sorella, diabolica quasi quanto lui, ma nessuno sa quale sia il legame che li unisce... Forse nemmeno loro. Dal reciproco sfruttamento all'amore il passo non sembra breve... La strada per il Christmas Bowl sarà abbastanza lunga da aiutarli, o porterà solo imprevisti e problemi?
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Deimon Devil Bats, Nuovo personaggio, Youichi Hiruma
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Incest
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Il mattino dopo, mentre si stavano radunando tutti fuori, Agon arrivò di corsa con una macchina rubata a chissà chi e senza troppi complimenti ordinò a Hiruma e Kid di salire, rombando via. Ignorando il panico generale di chi era rimasto, Yoni accese l’auricolare del microfono che suo fratello portava sempre in tasca e si mise ad ascoltare la conversazione.

-Umh... È arrivato a minacciarli di morte? Carino-

Dai rumori di sottofondo, riuscì a capire che stavano andando a velocità assurdamente elevata. Presto sarebbe arrivata la polizia, sperava per loro che l’agendina fosse abbastanza gonfia.

-Agon, pezzo di idiota, non funzionerà. Quei due vogliono diventare il numero uno almeno quanto te, con l’unica differenza che loro sono più allenati a combattere per conquistare quel titolo!- pensò, quando ebbe sentito la controproposta di Yoichi di cedere al rasta di merda i trecento milioni del premio.

Agon non capiva; non essendo il suo mondo, non riusciva proprio a comprendere come ci si potesse divertire combattendo fino alla morte per qualcosa. Anche l’unica cosa che non era ancora riuscito a conquistare, ovvero l’andare a letto con lei, non era sufficiente a fargli capire la volontà dei due quarterback che aveva coinvolto in un inseguimento di polizia.

Yoni sospirò, ma dentro di sé sorrise. Le piaceva sentire Yoichi ribadire i suoi sogni, e la luce che aveva negli occhi quando lo faceva. Era pronta a fare di tutto per continuare ad alimentarla.

 

Il loro pullman arrivò quando l’auto pirata era già ferma da un po’, e le macchine della polizia erano già state scacciate dalla semplice immagine del quadernetto nero che Hiruma sventolava.

La squadra giapponese entrò nello stadio diretta agli spogliatoi, e mentre passavano vicino ai giocatori di Militaria, tutti in assetto di guerra, accadde la scena più esilarante che si potesse prevedere.

Il numero 26, che evidentemente ricopriva un ruolo di rilievo nella sua squadra, dopo aver sbraitato contro un suo sottoposto adocchiò Agon, decretò che i suoi capelli lunghi erano un oltraggio anche per una nazione debole come il Giappone, e con un colpo di rasoio elettrico tagliò via un’intera striscia dei rasta che rendevano tanto fiero il Kongo minore.

Momento di gelo per tutti, che già si immaginavano una carneficina in piena regola. Yoni stava per rompersi due costole per lo sforzo di non ridere, ma anche così era davvero faticoso. Era... Semplicemente troppo assurdo. E spassoso. Soprattutto la faccia di Agon.

Stranamente il ragazzo reagì in maniera molto composta, rubando il rasoio e sbarazzandosi del resto dei suoi rasta. Allora Yoichi cominciò a ridere, e a prenderlo in giro per il fatto che adesso somigliava ad Unsui, quindi la ragazza poté nascondersi dietro Kurita e sghignazzare anche lei a dovere. Dei, come avrebbe voluto avere una macchina fotografica!

I giocatori si diressero verso gli spogliatoi per cambiarsi, ma Yoni, ancora ridendo, si attardò per parlare un attimo con il fanatico numero 26.

Questi la squadrò dall’alto in basso, ma non disse niente. Cercando di calmarsi e di farsi passare la ridarella, Yoni lo fissò, ridacchiò ancora, poi inclinò la testa di lato e con un sorriso disse:

“Sai che siete tutti morti dopo questo, vero?”

Gomery, il numero 26, terminò la partita con sei costole incrinate e due rotte. Poté definirsi molto fortunato, visto che era stato atterrato da Gao e Agon contemporaneamente. Militaria venne sconfitta 77 a 0, in una partita che fece sbadigliare Yoni per metà del tempo.

-Uuuh, spero almeno che la Germania sia un po’ più divertente…-

 

Si qualificarono alle finali battendo di dieci punti la squadra migliore d’Europa. Una partita lievemente più movimentata, ma nemmeno troppo. Yoni aveva passato parte del secondo tempo, quando era già chiaro il risultato finale, a disegnare sulla sua tavoletta grafica. Disegnare non le dispiaceva troppo, era un modo come un altro per memorizzare la realtà, magari modificata a piacimento. E poi avere immagini fighe dei giocatori era ottimo quando dovevano fare pubblicità alla squadra, stampare manifesti eccetera.

La parte più emozionante fu quando, a match finito, Bud Walker si lanciò da un elicottero per un’entrata d’effetto che impressionasse la squadra avversaria. Peccato che si risolse in un fiasco, dato che il suo “geniale” piano fu mandato in fumo da un Clifford poco collaborativo.

-Umh, paese che vai, Yoichi Hiruma che trovi- pensò Yoni sogghignando, ripassando le informazioni che già possedevano sul quarterback americano.

 

“Ok, faccio davvero fatica a crederci”

Yamabushi era arrivato di corsa urlando che Gao, Agon e Mr. Don avevano cominciato una rissa. Tutti i giapponesi erano ovviamente corsi a vedere, ma la scena davanti a loro era davvero assurda.

Gao steso a terra con il setto nasale incrinato, Agon con una mano tumefatta, e un’auto distrutta.

Yoni si avvicinò al colosso che giaceva sul pavimento brontolando che si sarebbe rialzato dopo un quarto d’ora di pausa, e si inginocchiò di fianco alla sua testa.

“Voglio controllarti il naso. Posso farlo senza che tu mi morda?”

“Mh. Ok. Fallo smettere di sanguinare, mi infastidisce”

Il colpo era arrivato dritto sulla cartilagine alare frontale. Non sembrava rotto, ma se non veniva rimesso a posto subito sarebbe rimasto storto per sempre, probabilmente compromettendo la respirazione.

“Devo darti un colpo sul naso in modo da rimetterlo a posto prima che si saldi in questa posizione”

“Ah! Non credo ne saresti capace. Ti romperesti una mano”

Poteva essere una spacconata, ma non era sicuro rischiare. Yoni si guardò attorno, osservò i presenti, poi fece un gesto all’asso degli Ojo.

“Shin, puoi venire un attimo?”

Gli indicò il punto preciso, e gli disse quanta forza utilizzare. Ovviamente senza mutare espressione, il ragazzo annuì e assestò un colpo fulmineo sul naso di Gao, che emise un ruggito preistorico che fece schizzare indietro chi gli era vicino. Per fortuna si calmò subito quando sentì che respirava di nuovo correttamente.

Manco a dirlo, si guardò bene dal ringraziare; Yoni si avvicinò ad Agon, che manteneva ancora una faccia stupita.

“Vuoi che dia un’occhiata alla mano?”

“Nah, non ce n’è bisogno. Non è niente”

“Beh, già solo dal colore posso darti torto. Ci servi intero, Agon”

“Ti ho detto che non è niente! Toh, guarda tu stessa!”

Le tese sgarbatamente la mano, che Yoni percorse attentamente con le dita. Non c’era nulla di rotto o incrinato per fortuna, solo un grosso livido, e per quello poteva fare poco. Frugò nella sua borsa, tirò fuori un tubetto di crema antinfiammatoria e ne spalmò alcune gocce sulla mano di Agon, che la lasciò fare stranamente quieto.

Quando ebbe finito, si accorse che si era tolto gli occhiali e la stava fissando con un sorrisetto.

“Hai le mani molto delicate, Yoni-chan. Ti andrebbe di farmi un massaggio, stasera? Ho le spalle un po’ indolenzite...”

“Ci hai provato, rasta di merda. Forza, muoviamoci, abbiamo perso fin troppo tempo qui” interruppe Yoichi, trascinando per un braccio la sorella mentre Agon lo fissava come se avesse voluto fargli esplodere la testa con lo sguardo.

  
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