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Autore: Em_    05/06/2015    5 recensioni
[TEMPORANEAMENTE SOSPESA, riprenderò il prima possibile]
Sequel di "Cosa mi riserva il futuro?"
Ian e Nina sono diventati genitori di una bellissima bambina: Hayley.
Sono passati circa tre anni e mezzo dalla nascita della piccola e finalmente sono pronti per andare in vacanza con i loro amici.
Anche Paul, Phoebe e Candice hanno avuto dei figli e non vedono l'ora di trascorrere del tempo tutti insieme come non facevano da un sacco di tempo.
Ma la vita da genitori non è sempre rose e fiori, tra pianti, pannolini e litigate ce la faranno i nostri protagonisti a superare tutto?
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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11. Ricominciamo da qui

 

Mi svegliai alle cinque questa mattina, non ero mai stata una ragazza mattiniera anzi ero proprio l’esatto opposto mi piaceva dormire anche fino alle undici il weekend. Ma questo era una giorno davvero speciale e non ero quasi riuscita a chiudere occhio, stavo pensando alle mille cose da organizzare, da comprare, da allestire, insomma c’era un gran da fare. Il sole splendeva già, il che mi tornò decisamente utile visto che avevo intenzione di mettermi all’opera al più presto. Mi alzai piano da letto in modo da non svegliare Ian, ieri aveva fatto tardi in modo da avere la giornata libera quest’oggi e gli avevo promesso che mi sarei occupata io delle cose più importanti. Mi preparai una colazione alquanto veloce sapendo tutto ciò che avremmo mangiato durante il giorno, poi mi rinfrescai il viso in bagno e mi lavai i denti per bene. Tutto in orario, erano le cinque e mezza ed ero prontissima a lavorare. Da un lato mi meravigliavo che fosse già passato un anno dalla nascita di Hayley, sembrava davvero ieri che eravamo in ospedale con lei nata da poche ore. Sospirai pensando “oggi compie già un anno, come vola il tempo quando sono piccoli…” perché effettivamente a me il tempo pareva volato, la mia piccolina compiva un anno, non me ne rendevo davvero conto. Scossi la testa e mi concentrai di nuovo su quello che dovevo fare, afferrai straccio e spray e cominciai a pulire per bene i mobili, non potevo di certo presentare agli ospiti una casa sporca questo era poco ma sicuro. Per completare il quadro mi infilai le cuffie nelle orecchie, spolverare a ritmo di musica era decisamente meglio. Non appena ebbi finito con tutto il salotto e la cucina mi spostai in giardino, la festa si sarebbe svolta lì vista la bellissima giornata che stava arrivando. Sistemai il tavolo, le sedie e gonfiai la piscina per i bambini, sì, era piccolissima ma per Hayley, i gemelli e i cuginetti bastava. Mi guardai un attimo in giro soddisfatta, era tutto perfetto e ci saremmo divertiti un modo oggi pomeriggio. Forse era un po’ da maniaca del controllo alzarsi così presto e pulire ma ormai avevo quasi finito quindi pazienza. Dovevo anche passare l’aspirapolvere ma finché Ian ed Hayley dormivano non era il caso. Fortunatamente erano già le sette e tra mezz’ora sarei potuta andare a prendere la torta di compleanno in pasticceria, mia figlia logicamente l’aveva voluta con gli animali ed era stata un’impresa accontentarla, insomma non è stato facile trovare qualcuno che facesse animaletti di zucchero. Nella restante mezz’ora mi dedicai alla bellissima attività di gonfiare palloncini, grazie al cielo avevamo lo strumento che li gonfiava o avrei dovuto farlo a bocca. Ne avevo preparati già una quindicina quando avvertii qualcuno alle mie spalle.

«Buongiorno.» mi disse Ian schioccandomi un bacio tra i capelli.

«Ehi, già sveglio?» chiesi prendendolo per un braccio in modo che mi abbracciasse da dietro.

«Non sei molto silenziosa quando pulisci, amore.» rispose baciandomi il collo.

«Mi dispiace averti svegliato, ma non ce la facevo più a stare a letto.»

«Non fa niente, non sono poi così stanco.»

«Ma ci credi che ha già un anno?» domandai continuando a gonfiare palloncini.

«No, assolutamente! Mi sembra ancora il momento in cui mi hai detto “Ian! Mi si sono rotte le acque!”.»

«Tecnicamente era notte, ma fa niente.» dissi ridacchiando.

«Me lo ricordo bene, Nina. Ero preso dal panico!»

«Sei pure svenuto in sala parto, ricordi?»

«Meglio dimenticare quell’enorme figura di merda non credi?»

«Penso che ti sfotterò a vita!»

«Ah sì?» mi chiese iniziando a farmi il solletico.

«Okay, okay, mi arrendo! Ti prego.» risposi tra le lacrime «Va’ a prendere la torta per tua figlia piuttosto.»

«Agli ordini capitano!» affermò scherzosamente.

Lo vidi andare velocemente a cambiarsi mentre io radunai tutti gli oggetti colorati per poi andare ad appenderli fuori casa e in giardino. Ian prese un paio di biscotti dalla dispensa e tornò da me per salutarmi.

«Torno tra poco, ti amo.»

«Stai attento con la torta. E ti amo anch’io.»

Lui uscì ridendo mentre io appesi tutti i palloncini come previsto. Ci misi meno di quanto pensassi così tornai in casa per svegliare Hayley e farle gli auguri. Dormiva ancora profondamente quando mi appoggiai sulle sbarre del lettino.

«Amore, è ora di alzarsi. Lo sai che giorno è oggi?» lei si strofinò gli occhi e mi guardò assonnata «E’ il tuo compleanno! Mangeremo la torta, andremo in piscina e riceverai un sacco di regali.»

La presi in braccio e le preparai il latte, quando vide tutti quei palloncini iniziò a battere le manine come se avesse capito che era tutto per lei. Non voleva nemmeno fare colazione da tanto entusiasta che era vedendo tutte quelle decorazioni. Non fece neanche caso al suo papà quando rientrò con la torta così decisi di lasciarla giocare in pace mentre noi finivamo le ultime cose.

«E’ la nostra prima festa per lei, spero si diverta.» dissi abbracciando Ian.

«Credo proprio di sì, sai?»

«Non ho mai desiderato altro che vederla felice…»

«Lo so, e abbiamo fatto un buon lavoro finora non credi?»

«Penso di sì. Voglio che tu mi prometta una cosa, qualunque cosa accada in futuro non dobbiamo permettere a niente e nessuno di separarci né di rovinare il nostro rapporto.»

«Lo prometto. Sarò qui per voi, sempre.»

 

[…]

 

L’unica cosa che mi tiene la mente occupata adesso è sistemare casa, non che mi piaccia particolarmente pulire ma con tutto quello che sta accadendo alla mia famiglia ho bisogno di distrarmi con qualcosa e questa sembra l’unica in grado di darmi un po’ di sollievo. Probabilmente è da stupidi, me ne rendo conto ma oggi ne va del nostro futuro. Perché se quel bambino fosse di Ian la nostra vita verrebbe stravolta e anche volendo tenere le cose come sono sarebbe impossibile. Un figlio ti cambia, richiede mille attenzioni ed essendo anche di un’altra donna di certo non semplifica le cose, anzi. Non negherei mai a quel bambino di conoscere suo padre e nemmeno Ian gli starebbe lontano, ma personalmente, in fondo al mio cuore io spero con tutta me stessa che sia di un altro. Dopo tutto quello che abbiamo passato per costruirci una bella vita ci meritiamo un po’ di normalità. Ricordo quanto eravamo felici durante il primo anno di Hayley, stavamo vivendo un sogno vero e proprio, era tutto nuovo e da scoprire e lo facevamo insieme, ci eravamo promessi che niente e nessuno ci avrebbe separati ma ora come ora fatico davvero a crederci. Me ne sto seduta per l’ennesima volta nella sala d’aspetto dell’ospedale, Ian è col medico che effettuerà il test e c’è anche l’ex marito della Reed. Rido se penso che una volta quella donna era mia amica, ma mettendosi con Ian s’è comportata da vera stronza nei miei confronti. Mai avrei osato mettermi con l’ex di un’amica fossi stata in lei. Fortunatamente è acqua passata anche se potrei ritrovarmi lei e suo figlio nella mia vita d’ora in avanti. Il bimbo non ha colpe, anzi mi spiace per lui che sia cresciuto fino adesso senza un papà, ma per quanto riguarda lei può anche evaporare che mi farebbe solo che piacere. Mi alzo in piedi e faccio su e giù per la stanza in attesa di ricevere delle risposte, qualche minuto dopo intravedo Ian venirmi incontro e il cuore comincia a battermi all’impazzata.

«Com’è… Andata?» chiedo agitata.

«Tra tre giorni sapremo tutto, il tempo di confrontare i campioni…» mi risponde passandosi una mano tra i capelli.

«Oh, okay…» dico solamente non sapendo che altro aggiungere.

«Mi manchi, Nina.» confessa.

«Anche tu mi manchi, Ian.» 

«Finirà tutto presto, te lo prometto. Ehi, guardami.» mi dice sollevandomi il viso «Non ho dimenticato la promessa che ci siamo fatti due anni e mezzo fa circa e non ti ho dato questo anello» continua sollevandomi la mano sinistra «così perché mi andava ma perché voglio davvero vivere la mia vita insieme a te e a nostra figlia.»

Rimango quasi spiazzata dalle sue parole, non credevo capisse realmente come mi sento eppure mi sbagliavo sotto sotto sa cosa sto passando, sa che ho paura di perderlo, all’inizio non l’avevo capito «Ed io non ho detto di sì perché mi piaceva il diamante ma perché ti amo, perché ti ho sempre amato. Ti starò accanto qualunque cosa accadrà nonostante le difficoltà che potrebbero esserci io non me ne vado. Scusami se ho reagito male qualche giorno fa, ma è stato un vero shock per me. Adesso che mi hai parlato sono più tranquilla, quindi» gli porgo la mano «torniamo a casa.»

Ian afferra la mia mano, mi attira tra le sue braccia e mi bacia dolcemente, sono giorni che non ci sfioriamo nemmeno e le sue labbra morbide mi sono mancate da impazzire. Sì, forse si risolverà davvero tutto per il meglio, adesso ci credo anch’io. Assaporo tutto di questo bacio anche se so che comunque vada non sarà mai l’ultimo. Sono pronta a stargli accanto, per sempre.

 

Tre giorni dopo ci rechiamo nuovamente in ospedale, stavolta c’è anche Nikki visto che è lei la diretta interessata e quella incaricata di aprire la busta con i risultati. Il medico le porge le carte sigillate, noi attendiamo che le apra e per fortuna non sembra voler farci aspettare più del dovuto. Ci sono quattro fogli ognuno con le sequenze del DNA analizzate dai medici, Nikki scorre velocemente le pagine cercando ciò che le interessa davvero.

«Allora?» domanda il suo ex marito impazientemente.

«Leggo quello che c’è scritto: “Secondo le analisi da noi effettuate il genitore biologico del paziente David Reed è al 99,98% il signor Paul McDonald.”» conclude.

A me quasi viene da piangere, è davvero tutto finito. Le analisi parlano chiaro, Ian non è suo padre. Da un lato sono felicissima dall’altro spero che l’uomo in parte a noi si prenda le responsabilità che gli toccano per il bene del figlio di Nikki. Stringo forte la mano di Ian e lui fa lo stesso, lei ci ringrazia per la paziente e ci augura ogni bene. Io mi limito a liquidarla con un “non preoccuparti e buona fortuna” e ce ne andiamo finalmente a casa. Appena fuori dall’ospedale Ian mi bacia di nuovo, questa volta con più passione.

«Voglio sposarti, Dobrev. Sono stanco di aspettare.»

«Come siamo impazienti, signor Somerhalder.»

«Non sto scherzando, chiama le tue amiche è ora di organizzare questo benedetto matrimonio.» mi dice serio.

«Lo farò, giuro.» rispondo ridendo.
 

E’ difficile dare seconde occasioni… ed è ancora più difficile chiederle.
Un’occasione per riprovarci, imparando dall’esperienza… dal passato.
Un’occasione per rifare tutto in modo differente.
Un’occasione per riparare ai nostri errori, per cercare di sistemare i nostri sbagli.
Un’occasione per cercare di ricominciare…da zero.
- Grey's Anatomy

 



Angolo autrice
Eccomi qui! Dai, non sono troppo in ritardo no?
Il capitolo parte con un flashback, è il primo compleanno di Hayley e la vita di Nina ed Ian non potrebbe andare meglio. Si fanno una promessa molto importante che poi è ripresa nella seconda parte del capitolo.
Nonostante le tensioni Nina ormai ha accettato la situazione e anche se il figlio fosse stato di Ian lei ci sarebbe stata per lui, se questo non è amore **
Alla fine son stata buona e il bambino non è suo *sospiro di sollievo di tutti* ahahahah
Questo capitolo mi è piaciuto scriverlo quindi spero sia piaciuto pure a voi :)
Ora è tempo di matrimonio Nian finalmente eheh!

Grazie alle ragazze che trovano il tempo di lasciarmi una recensione, siete dei tesori!

Un bacione,
Anna

   
 
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