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Autore: Spleen89    05/06/2015    7 recensioni
Una storia semplice. Emozioni, gesti e piccole avventure di una quotidianità mai banale, ma intensa. Oscar e André dall' infanzia alla maturità. Cercando di rivivere insieme a voi quello che sarebbe potuto accadere tra gli spazi bianchi dell' anime e del manga. Buona lettura!
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Marron Glacé, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti! Premetto che questo capitolo è un po’ lungo spero mi perdoniate, in realtà avrei voluto dedicare un po’ meno spazio all’infanzia di Oscar e André, ma non sono riuscita e già vi anticipo che non riuscendo a sintetizzare tutto in questo capitolo anche il prossimo sarà dedicato a questa “fase”, poi spero di passare ad altro! I dialoghi li troverete inseriti tra le caporali  - “ “ -  visto che le precedenti virgolette basse forse davano qualche problema, se qualcosa non dovesse essere chiaro vi prego di segnalarlo. Per il resto troverete, come nel precedente capitolo, una sorta di titolatura interna che riporta i nomi del personaggio che attenziono di volta in volta. Altra cosa che temo possa non essere chiara: Oscar lui o lei! Allora  tutti, padre compreso, si rivolgono ad Oscar come ad un lui; Nanny come una lei perché sa e non teme nemmeno troppo le ire del generale; André è confuso, pensa sia un lui e che la nonna si rivolga ad Oscar come ad una madamigella per prenderlo in giro e infine Oscar quando “pensa su di sé”, si rivolge a sé al femminile proprio perché la persona fino ad ora a lei più vicina, Nanny appunto,  ha sempre fatto così, ma abituata ad essere chiamata signorino  pensa sia normale che André  le si rivolga al maschile! Del resto a cinque anni poco importa ( lo afferma lei stessa nell’ anime) , lei è convinta di essere proprio come André. A presto!
Ladysibilla
 
 

 
 
André
 
Che strano… nel sogno gli sembrò di vedere due occhioni blu che lo fissavano.
 
Gli sembrava di essersi svegliato, di aver aperto di occhi, ma ancora vedeva quegli occhioni blu. Si stropicciò gli occhi, si diede un piccolo pizzicotto e si rese conto di avere realmente davanti due occhioni blu che lo stavano  fissando con aria truce!
 
“Come ti chiami? “– chiese Oscar continuandolo a fissare
“Cosa ? Ma stai bene? Ci siamo presentati poco fa…” rispose André che a quel punto pensò veramente che quello fosse un sogno.
“Il nome completo stupido! “– si spazientì il biondino
“Ah… Grandier, André Grandier!”
 
A quel punto André vide il biondino riempire i polmoni, prendere fiato e infine urlare
 
“André Grandier è un ladro! André Grandier è un ladro!”
 
Il moretto era davvero sconvolto, non ci stava capendo nulla! Ma d’istinto gli fu addosso e gli tappò la bocca con la manina. Oscar era più basso di lui non riuscì a reggere il peso e cadde a terra trascinandolo sul tappeto.  Quel demonietto continuava a urlare, ma la mano pressata in bocca non gli permetteva di emettere alcun suono comprensibile. Sì, aveva davanti quello che sarebbe dovuto diventare il suo “compagno di studi e di armi”, addirittura “ amico” , come aveva promesso alla nonna e di sicuro quello di scaraventarlo a terra non era un buon inizio! Però André non aveva la minima voglia di essere denigrato e accusato ingiustamente fin dal primo giorno da quel damerino viziato.
 
“Lashhhhhh….mmmmm   Lashhhhhh…..mmmmmmm”
     “Che dici?” – chiese lui
 
Oscar continuò a mugugnare qualcosa. Forse doveva togliere la mano, ma il demonietto avrebbe ricominciato a urlare e tutto il palazzo avrebbe sentito quelle parole poco dignitose e assolutamente false su di lui!
 
“Senti il ti lascio solo se tu la smetti di  urlare e mi spieghi cosa succede come una persona normale e non come un demonio! Allora perché sarei un ladro e soprattutto cosa avrei rubato se sono in questa casa da solo poche ore?”
 
Oscar roteò gli occhi, ma annuì acconsentendo. E André lasciò la presa e le liberò la piccola bocca. Rimasero seduti sul tappetto. André  si guardò la mano tutta sputacchiata ed esclamò un sincero
 
“Che schifo!”
“Idiota!” rispose Oscar ricomponendosi
“Ehi mi chiamo André non idiota! Allora…Cosa avrei rubato ?” – disse André sicuro di sé.
“Lo spadino!” rispose il biondino
“Di quale spadino parli? Io non ho rubato nessuno spad….”
Accidenti! Si voltò e vide nel comodino proprio lo spadino di legno che aveva raccolto da terra qualche ora prima!
“Ecco io non l’ ho rubato! Era a terra, l’ ho raccolto….”
“E volevi tenertelo!”
“Co…cosa? Nooooo! Lo avrei restituito, dopo aver riposato! Avrei cercato il bambino che ne è proprietario e...”
Oscar intanto lo guardava scettica. Non gli credeva era ovvio! Poi lo interruppe
“Idiota lo spadino è mio!”- disse con voce autoritaria
“Tuo? Ne sei sicuro?”- rispose dubbioso André
“Mi dai del bugiardo? Sei tu il ladro e bugiardo!”– ora il biondino era veramente adirato!
“No… no… è solo che questa è l’ ala della servitù, non pensavo che tu… insomma come hai fatto a perdere una cosa tua davanti alla mia stanza  nell’ ala della servitù? E comunque credimi… lo avrei restituito” rispose amareggiato André
“No, non ti credo!”- disse il biondino guardandolo schifato.
 
Era  inutile parlare con quel damerino viziato e prepotente. André stava iniziando a rassegnarsi all’ idea che tutti lo avrebbero creduto  un ladro, soprattutto visto che era il figlio del generale a dirlo!
 
“Giurartelo sarebbe inutile” – disse sconsolato - ” Lo vuoi dire alla nonna? “
“No! Solo in un modo potrò punirti adeguatamente “ ed ecco che riprendeva il cipiglio del padre quel demonietto !
“Vuoi dirlo al signor Generale?”
“No! Idiota! Voglio un duello!” disse deciso.
“Un… che cosa?”- chiese André dubbioso.
“Ti batterai con me. Io Oscar Francois  de Jarjayes erede del Generale François Augustin Reynier, cavaliere e conte de Jarjayes sfido te André Grandier ! Decido io l’arma… visto che non possiedo ancora una pistola… la spada! Combatteremo con la spada. Non avremo padrini! Dimostra dunque il tuo onore, non barare, non scappare, non  fare il fifone Grandier!”
“Eh?” – ribatté André che di tutte quelle cose aveva capito ben poco.
 
Oscar allora sbuffò, si sfilò dalla manina un guanto bianco e con quello lo schiaffeggiò sulla guancia! André pensò veramente di essere capitato in un altro mondo, fatto di parole e gesti tanto diversi da quelli a cui era abituato lui. Poi Oscar aggiunse:
“Però dopo pranzo. Adesso è ora di mangiare e io ho fame !”
 
Dopo aver fatto quello strano discorso afferrò lo spadino e andò via tutto impettito
André sinceramente confuso corse in cucina dalla nonna doveva chiederle una spiegazione
“Nonna nonna!”
“André amore nonna sta cucinando, ha tanto da fare e…”
“E’ importante… “ disse André con gli occhioni verdi che la imploravano.
“Eh va bene, dimmi allora” – disse la nonna rassegnata, ma segretamente contenta di non vedere più apatia in quei due piccoli smeraldi
“Mi spieghi cosa vuol dire duello?”  chiese André tutto interessato
“Beh un duello è quando due uomini, in genere  due nobili combattono con le spade o con le pistole per contendersi qualcosa o qualcuno o per difendere il loro onore offeso. Perché me lo chiedi?”
 
Ma André aveva afferrato al volo un tozzo di pane e un pezzo di formaggio  ed era già sparito al di là del giardino.  Aveva trovato ombra sotto un albero di ciliegie che si trovava dietro il palazzo e si mise lì sotto a riflettere. Dunque Oscar lo sfidava perché lui aveva offeso il suo onore prendendo lo spadino oppure voleva contendersi qualcosa o qualcuno… doveva riflettere… Beh loro avevano solo una cosa o meglio una persona in comune: la nonna! Oscar voleva duellare per la nonna! No, ma lui non l’ avrebbe assecondato nelle sue pazzie! Lo avrebbe ignorato ecco! Lui sarebbe venuto a cercarlo e come risposta avrebbe ottenuto il silenzio e se poi avesse detto dello spadino? Beh quelli sarebbero stati guai grossi… beh avrebbe potuto farlo ragionare…  Impossibile! Lo aveva capito. Pensava e mangiava quel formaggio gustoso, di sicuro non ne aveva mai mangiato di così buono. E viste le intenzioni del biondino sputacchioso forse non ne avrebbe mai più mangiato. I suoi pensieri furono interrotti da una vocina prepotente che lo chiamava a gran voce
“André Grandier esci fuori! E’ giunta la tua ora! Io  Oscar François de Jarjayes  vendicherò l’ affronto fatto al mio casato!”
 
Caspita! Il biondino veniva verso di lui tenendo per mano due spadini di legno con fare minaccioso… Morire a sei anni per uno spadino era veramente triste come destino!
 
“Non urlare sono qui!”
“Oh ti nascondevi?”
“No, ma non voglio  duellare!”
“Hai paura?”
“No, ma non mi interessa, è stupida come cosa. Io non ti ho rubato niente.”
“Non fare il fifone! Forse non hai mai usato uno spadino?”
“Certo li ho sempre usati!” – stava mentendo ma non riusciva proprio a dargliela vinta a quello.
“Non ci credo.”
“Fai come vuoi. Io non duello ho detto!”
“Prendi! Combatti…”
“No! Lasciami in pace! “
“Dirò allora che hai preso lo spadino. Non posso lasciare un ladro impunito…”- disse Oscar con tono solenne!
 
No, non poteva essere così ingiusta la vita! Non aveva più nulla lui, né la sua casa, né i suoi genitori, né i suoi amici e adesso per qualche strano motivo questo bambino biondo lo sfidava e lo odiava, non capiva il perché o meglio pensava di averlo intuito. Ma di sicuro Oscar non lo voleva lì.  E avrebbe vinto. Perché si era sempre detto nelle strade del suo paese “ I nobili vincono sempre”. Avrebbe perso anche la nonna. Il suo destino era questo. Forse doveva solo rassegnarsi.
 
 
Oscar
 
Quel moccioso dagli occhioni verdi da cerbiatto era proprio strano! Prima energicamente gli aveva detto di non voler duellare e aveva pure osato dire che era “una cosa stupida”  e poi si era… si era “spento”… non sapeva come altro definirlo! Ma a cosa stava pensando? Cosa lo rendeva così triste? Beh… forse aveva solo paura che lei rivelasse tutto. Idea!
 
“Comunque possiamo trovare una soluzione! E’ chiaro che io non sopporto te e tu non sopporti me! Bene, tornatene a casa oggi stesso,  torna al tuo paese  dalla tua mamma e dal tuo papà e io non dirò niente così per Nanny resterai sempre il nipotino adorato! D’ accordo? “ così dicendo gli porse la manina convinta di star stipulando il patto più vantaggioso per entrambi. Ma non ricevette risposta, anzi! André sembrò incupirsi ancora di più.
 
“Ti ringrazio per la gentile offerta” -disse ironico –“ Ma io a casa non posso tornarci più, i miei genitori non  ci sono più!”- continuò con voce rotta dal pianto, però dai suoi occhi non usciva una sola lacrima.
Oscar era decisamente frastornata, non ci capiva più niente
“Non ci sono più? Beh, nemmeno i miei ci sono spesso. Saranno fuori per lavorare o per fare qualcosa in un altro paese, ma torneranno. Alla fine tornano sempre a casa.”
“Idiota non ci sono più perché sono morti!” -urlò arrabbiato André.
 
Oscar rimase basita. Erano morti? Lei non sapeva molto della morte, ma aveva percepito fosse una cosa veramente brutta quando aveva visto piangere una volta la sua mamma e  aveva chiesto a Nanny. La nonnina aveva risposto che piangeva perché il Conte  suo zio era morto. Nanny le aveva spiegato che morire equivaleva a non tornare più. Questo procurava tanto dolore alle persone che avevano voluto bene quella persona! Oscar si incupì… forse… aveva esagerato! Dunque André era solo! Come lei, più di lei! E poi non sapeva perché ma era strano vedere gli occhi del mocciosetto così dolorosamente spenti. Stette zitta per un po’ rimuginando su queste cose. Beh, non poteva chiedere scusa non lo sapeva fare, se ne vergognava! Consolarlo? E chi sapeva farlo? Beh un’ unica idea… la speranza di far ritornare a luccicare quegli occhi verdi da cerbiatto impaurito che tanto aveva odiato, ma che ora non sopportava di vedere così. Doveva provarci! Anzi doveva riuscirci! E se lei si metteva in testa qualcosa….
“Avanti combatti!”
“Cosa ma sei scemo? Ti ho detto che non mi va! Non voglio!”
“Sei un fifone Grandier!”
“Tu sei solo un damerino viziato! Lasciami in pace!”
“Non ti importa che io dica tutto alla nonna dunque?”
“No! Non è vero dunque non mi importa!”
“Importa a me! Sei il mio compagno di esercitazioni lo hai promesso a me e a mio padre. Dunque prendi e non fare il fifone!”
Oscar gli lanciò lo spadino e vide André afferrarlo! Contenta iniziò a colpirlo, il moretto sentendosi alle strette non poteva fare a meno di parare i colpi! Era un bugiardo André! Non  aveva mai tenuto la spada in mano si vedeva benissimo, però era forte. Oscar lo capì  soprattutto quando il moretto, con un sorriso che ancora non aveva visto, passò all’ attacco. All’ inizio si dimostrava impacciato è vero, ma man mano che prendeva confidenza con lo spadino dava colpi sempre più energici e poi era più alto! Oscar per la prima volta si sentì in svantaggio, ma non le importò perché stranamente nonostante non stesse primeggiando era soddisfatta, André non aveva più gli occhi spenti. Certo avrebbe venduta cara la pelle, lei era un soldato! Dava colpi sempre più decisi, André parava con sempre più forza e sembrava stancarsi…eppure, eppure successe una cosa che a lei non era mai successa, che non pensava potesse mai succedere, non a lei…già solo per il fatto che fino ad allora aveva sempre “duellato” contro un tronco d’ albero! André sbuffò spazientito, e approfittando del fatto che lei stesse prendendo la rincorsa per colpirlo, alzò lo spadino e le diede un colpo forte  il testa. Uno di quei colpi da bernoccolo assicurato! Lei cadde a terra in ginocchio davanti a lui più per la sorpresa che per il dolore.

“Fine del duello Signorino.” disse André sorridendo soddisfatto tenendo ancora lo spadino in mano.  
 
 
André
 
Beh, incredibile, ma vero! Era riuscito a vincere su quel demonietto biondo pestifero. Nonostante non avesse mai tenuto uno spadino in mano, nonostante le tecniche dell’ altro erano molto più affinate. Non sapeva come spiegarselo, ma ebbe la sensazione di essere fisicamente  più forte dell’ altro e non solo perché  avesse un anno di più, non solo perché fosse più alto. Quello sembrava proprio una femminuccia, nonostante la precisione, nonostante tutta la determinazione che aveva messo nei colpi che assestava! Aveva ragione la nonna a prenderlo in giro rivolgendosi  a lui come se fosse una lei! Non gli sembrava un atteggiamento molto da “nonna”, ma evidentemente aveva le sue buoni ragioni! Forse anche Nanny nonostante tutta la pazienza si innervosiva con quel demonietto! E poi grazie alla sua altezza, lo aveva colpito dritto in testa e non proprio delicatamente. Ben gli stava! Lo aveva voluto lui, lo aveva tormentato senza pietà nonostante gli avesse detto che aveva perso mamma e papà! Nonostante fosse visibilmente triste quel demonietto aveva insistito… E alla fine lui non aveva pensato più a nulla! Voleva solo parare i colpi e colpire. Era stato divertente…questo pensiero lo colpì in pieno! Si era divertito… e non capitava da tanto ormai! Beh, ma ora era certo che il divertimento sarebbe finito. Guardava Oscar inginocchiato a terra, a capo chino, si mordeva il labbro inferiore. Sicuramente gli aveva fatto male! Ora  il viziato sicuramente si sarebbe messo a piangere e urlare, lo avrebbe accusato alla nonna e al signor Generale e fine della sua avventura a palazzo Jarjayes. In un modo o nell’ altro era dunque destino finisse così! Sospirò triste, abbassò il capo e lasciò andare lo spadino.
E poi la sua voce ebbe il potere di uno schiaffo potente  
 
“Sei tutto scemo tu!  Hai vinto e piangi?”
 
Piangi? Piangi? Ma che diamine diceva quello? Si portò una manina al viso ed era bagnata! Lui stava piangendo! Diamine stava piangendo davanti a quello per giunta! Non se ne era nemmeno accorto, erano lacrime silenziose quelle e non volevano smettere di scendere giù.
 
“ Io non sto… non sto….” – Diamine! Chi voleva prendere in giro lui stava piangendo!
“Ma perché Grandier fai il rammollito… almeno spiegami!”
“Perché …perché… “ -Non riuscì più a trattenersi – “Io pensavo che la mia mamma dormisse, volevo dormisse e invece era morta, era morta e nonostante fosse così fredda io mi accoccolavo a lei, le chiedevo una carezza ma lei non rispondeva! Poi tutti i vicini dicevano “ Povero piccolo ora andrà in orfanotrofio” ma io non riuscivo a piangere… Poi è arrivata la nonna, mi ha portato in questa casa enorme dicendo che dovevo essere grato a tuo padre e alla vostra famiglia! E allora l’ ho promesso. Poi voglio solo stare in pace e tu invece mi odi e mi tormenti! Mi accusi di essere un ladro e ora  ti ho fatto male! Tu adesso piangerai e io andrò in orfanotrofio….”- aveva fatto quel discorso sconnesso tutto d’ un fiato senza nemmeno riuscire a guardarla, con gli occhi pieni di lacrime.
 
Poi la sua risposta e fu come ricevere un altro schiaffo…
 
“Io Oscar Francois de Jarjayes ho perso. Un soldato accetta con dignità le proprie sconfitte. Fa male essere sconfitto da uno che non ha mai preso in mano una spada di legno. Non pensare non me ne sia accorto! Ma hai vinto tu e hai il permesso di rimanere qua. Onorerai gli accordi presi con la mia famiglia e…. e …. Potrai dividere con me nonna Nanny e i suoi biscotti al cioccolato. Ti va bene? Se ti va bene stringiamo il patto con una stretta ti mano Grandier!”
 
André  smise di piangere, aveva gli occhi e la bocca spalancati! Aveva sentito bene? Il demonietto non solo gli diceva di restare, ma anche di dividere quello che per lei era veramente più importante! E che tono aveva  avuto! Così serio e deciso! André avvicinò timidamente la mano. Oscar la strinse energicamente e poi ….Poi il piccolo demonietto biondo sorrise.  I lati della bocca del biondino si piegarono all’ insù e  lasciò intravedere i denti e gli spazi vuoti! André sentì qualcosa dentro il petto sciogliersi!
 
“E non fare quella faccia da mollaccione! Non ho detto mica che siamo amici o cose del genere, sei un mollaccione! Però visto che inspiegabilmente hai vinto tu… ti do  il permesso di fare di questo palazzo la tua casa, di stare con Nanny e di tormentarmi con i tuoi piagnistei… Avanti….” fece con tono accomodante Oscar
“Ma se sei tu a tormentarmi e girarmi attorno!” disse André ferito nell’orgoglio.
Oscar fece una linguaccia divertita. E rispose:
 
“Un soldato deve sopportare…”
“Ma io non sono un soldato e neanche tu!”
“Ma certo che lo sono! Mio nonno era Generale, mio padre lo è e io lo sarò perché sono l’ ered….”
“Fermo! Basta ho capito, ho capito” André temeva veramente Oscar ricominciasse con tutti quei titoli!
 
Poi i suoi occhioni verdi si soffermarono in un punto preciso sopra la testa di Oscar. Svettava già  un bel bernoccolo rosso.
“Oscar ti fa male quello?” – e indicò il bernoccolo
“Ma no! Ma che dici! Guarda che io non piango per un bernoccolo, sarebbe un disonore capisci? Ora andiamo dalla nonna , lei mi darà un  bel panno freddo da metterci sopra e poi ci faremo dare i biscotti al cioccolato.”
André non ebbe il tempo di dire niente perché il demonietto lo prese per mano e lo trascinò nelle cucine .
 
 
 
Nanny
 
 
“Nanny Nanny! Ho un bernoccolo! Mi dai un panno freddo da mettere qui! “–  disse Oscar mostrando a Nanny un bel bernoccolo rosso e gonfio.
 
La vocina della sua bambina la fece voltare verso i due mocciosetti che ora si trovava innanzi! Si tenevano per mano! Avevano i vestiti tutti stropicciati e Oscar mostrava con un misto di orgoglio e sofferenza il suo “trofeo” da guerra!
 
“Per amor del cielo! Cosa è successo?” fece Nanny preoccupata.
“Io e André abbiamo duellato! E’ stato divertente nonna! Poi mi sono distratta e mi ha colpito. “– diceva Oscar tutta eccitata toccandosi il bernoccolo.
 
Nanny guardò negli occhi i due bambini! André era leggermente imbarazzato, ma sorrideva birichino tenendo la mano di Oscar ancora stretta alla sua. E Oscar… Beh, non aveva mai visto la sua bambina così raggiante e felice. A dire il vero non le aveva mai visto un bernoccolo, visto che era difficile che un tronco di un albero rispondesse ai suoi attacchi! Sorrise Nanny. Possibile avessero già fatto amicizia?
Prese i biscotti dal barattolo e li mise sul tavolo.  Poi porse il panno bagnato con acqua fresca  ad André
“Forza aiuta Oscar!”
“Ma veramente è colpa sua! Mi ha costretto io non volevo e ora devo pure aiutarlo?”
Lo sguardò della Nonna fu più eloquente di qualsiasi risposta. André prese il panno e lo premette contro il bernoccolo di Oscar che nel mentre mangiucchiava serena un biscotto al ciccolato.
 
 
Nanny guardò verso gli utensili della cucine e le venne un’idea. Una di quelle idee che sarebbe divenuta una delle più “usuali” e “diverti”  scenette delle cucine di palazzo de Jarjayes.
 
“E comunque mettiamo subito in chiaro una cosa ! Tu non puoi picchiare Oscar  così come se nulla fosse! Devi saper stare al tuo posto André Grandier!”
“Ma nonna….” – Disse André
“Nanny, ma è stato divertente!” protestò Oscar
“Oscar non interrompere…” disse Nanny facendo sbucare dal grembiule un mestolo.
“Vedi André… Questo da oggi sarà il tuo nemico più grande se non tratterai Oscar con il dovuto rispetto…prendi questo… e questo!” e iniziò a colpire il nipote.
“Ahi! Nonna ma che fai! Ahi! Ahi! “– fece il moretto cercando di parare un  colpo di mestolo
“Nanny ahhahah! Che ridere! André sei un mollaccione…. Sopporta con dignità!” – Fece Oscar ridendo e sputacchiando il suo biscotto.
“Nonna ahahah allora anche tu sei stramba eh? Ma perché ad Oscar no?” – chiese André coprendosi la testa e ridendo. Stranamente rideva senza accorgersene.
 “Brutto sfrontato che non sei altro! Non picchierei mai Oscar e nemmeno tu dovresti farlo… capito?! Prendi!” – disse Nanny partendo all’ inseguimento di André che nel mentre si era messo a correre e girare attorno al tavolo, mentre Oscar cercava di trattenere la lunga gonna di Nanny per ritardare i suoi movimenti e permettere al moretto di scappare.
 
 
Ridevano complici i bambini di Nanny  e le mura di quella cucina non avevano mai sentito risata più bella e cristallina.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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