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Autore: darkroxas92    06/06/2015    9 recensioni
E se Harry Potter fosse finito per sbaglio nel mondo di Fairy Tail durante la sua infanzia? E se fosse stato accolto proprio nella gilda numero uno di Fiore? E se un giorno Albus Silente riuscisse a ritracciarlo, chiedendogli di tornare nel suo mondo d’origine? Come si svilupperà la storia del mago più famoso della comunità magica con queste premesse?
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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53: Divinazione Capitolo 53: Divinazione
Una volta scesi dalla carrozza, i maghi di Fairy Tail si diressero subito verso il portone del castello, venendo però fermati da una voce strascicata ed euforica.
“Così siete svenuti, eh?” Domandò divertito Malfoy, guardandoli con occhi pieni di malizia. “Il grande Harry Potter e i suoi amici non sono riusciti a resistere di fronte a un Dissennatore… Esilarante!”
“E il piccolo, insignificante e stupido Draco Malfoy tra poco rischia di ritrovarsi con il naso piatto!” Replicò Natsu, girandosi a guardarlo.
“Non mi fai paura, Dragonil. Se solo lo volessi, potrei sistemarvi tutti quanti in pochi minuti.”
“Davvero? Voglio proprio vedere come!” Esclamò Gray.
“Qualcosa non va?” Chiese una voce gentile, anticipando il professor Lupin, che era appena sceso dalla carrozza dietro la loro.
Malfoy scoccò uno sguardo scocciato al docente, soffermandosi sulle toppe dei suoi abiti e sulla valigia consunta. Con una vena di sarcasmo appena percettibile, rispose: “Oh, no... professore.” Fece, per poi superare il gruppo e sparire all’interno del castello.
Lupin sospirò, per poi guardare i ragazzi. “Vi consiglio di evitare di venire alle mani il primo giorno. Anche se, da ciò che ho letto su quel che avete fatto lo scorso anno, credo avreste reso decisamente orgogliosi quattro certi ex studenti.” Disse, per poi entrare, lasciando dietro di sé un incredulo gruppo di maghi.
“Quattro certi ex studenti…” Mormorò Fred, per poi guardare il gemello. “Possibile che stesse parlando…”
“Dei Malandrini?!”
“Ma chi è davvero quel professore?” Si chiese Lucy, per poi guardare Harry. “Da come si comporta, sembra quasi conoscerci.”
“Bah, forse è solo un tipo poco formale.” Rispose lui, per poi entrare nel castello, seguendo i compagni di scuola.
Ma non fecero nemmeno in tempo a raggiungere la Sala Grande che una voce li chiamò.
“Potter! Dragonil! Scarlett! Fullbuster! Granger!” Urlò la professoressa McGranitt. “Voglio vedervi subito!”
I chiamati si girarono a guardarla sorpresi.
“Abbiamo fatto qualcosa?” Domandò Hermione con un filo di voce.
“Spero per voi di no. Voglio solo parlarvi nel mio ufficio.” Rispose loro. “Voi andate pure avanti.”
Gli altri membri di Fairy Tail non poterono fare altro che osservarli allontanarsi, per poi entrare nella Sala Grande. Nel frattempo i cinque maghi seguirono la vicepreside, finché non raggiunsero il suo ufficio, dove li invitò a sedersi dopo aver fatto apparire altre sedie.
“Il professor Lupin ha mandato un gufo per avvertire che siete stati male in treno.”
Majutsu fece per replicare, ma qualcuno bussò piano alla porta e Madama Chips entrò con aria affaccendata.
“Oh, si tratta di voi.” Osservò l’infermiera senza battere ciglio e chinandosi su di loro per osservarli da vicino. “Suppongo che steste facendo di nuovo qualcosa di pericoloso, eh?”
“È stato un Dissennatore, Chips.” Spiegò la professoressa McGranitt.
Le due donne si scambiarono uno sguardo torvo e Madama Chips fece un verso di disapprovazione.
“Mettere tutti quei Dissennatori attorno alla scuola…” Mormorò, spingendo indietro i capelli di Harry per sentirgli la fronte. “Non sono certo i primi a svenire. Sì, è tutto appiccicoso. Sono terrificanti, davvero, e l’effetto che fanno su persone che sono già di per sé cagionevoli…”
“Non siamo cagionevoli!” Esclamò Natsu, imbronciato.
“Ma certo che no.” Replicò Madama Chips distrattamente.
“Di cosa hanno bisogno?” Chiese la McGranitt asciutta. “Riposo? È meglio se stanotte dormono in infermeria?”
“Stiamo bene!” Sbottò Majutsu balzando in piedi.
“Be’, come minimo dovrebbero mangiare un po’ di cioccolato.” Osservò Madama Chips.
“Ci ha già pensato il professor Lupin.” Avvertì Erza. “L’ha offerto a tutti noi.”
“Davvero?” Disse Madama Chips in tono d’approvazione. “Vuol dire che finalmente abbiamo un insegnante di Difesa contro le Arti Oscure che conosce il suo mestiere?”
“Sarebbe un miracolo…” Commentò sottovoce Gray, per poi simulare un colpo di tosse quando vide lo sguardo della vicepreside.
“Siete sicuri di stare bene?” Chiese la McGranitt brusca.
“Sì. Credo di parlare per tutti quando dico che semplicemente non vediamo l’ora di cenare.” Rispose Harry.
“Molto bene. Per favore, aspettate qui fuori mentre scambio due parole con la signorina Granger sui suoi orari, poi andremo insieme al banchetto.”
Harry, Natsu, Gray ed Erza annuirono, per poi uscire dall’ufficio assieme a Madama Chips, che si avviò verso l’infermeria parlottando tra sé e sé. Dovettero aspettare solo qualche minuto, e poi Hermione uscì con l’aria molto soddisfatta, seguita dalla professoressa McGranitt, che li condusse fino alla Sala Grande.
Era un mare di cappelli neri a punta; ognuna delle tavolate era affollata di studenti, i visi illuminati dalle fiammelle di migliaia di candele che galleggiavano a mezz’aria sui tavoli. Il professor Vitious stava portando via un cappello antico e uno sgabello a tre piedi.
“Oh…” Disse Hermione piano. “Ci siamo persi lo Smistamento!”
“È già il secondo anno che mi succede…” Commentò il mago del ghiaccio.
La professoressa McGranitt si avviò verso il suo posto al tavolo degli insegnanti, mentre i ragazzi si dirigevano, cercando di non farsi notare, verso il tavolo dei Grifondoro. Cosa che non riuscirono a ottenere, dato che tutti si voltarono a guardarli mentre strisciavano lungo il muro della sala, e alcuni li indicarono. La storia del loro svenimento davanti al Dissennatore doveva essersi diffusa in fretta.
“Che cosa è successo?” Chiese Lucy a Harry.
Majutsu cominciò a spiegarle tutto in un sussurro, ma in quel momento il Preside si alzò, e così il moro fu costretto a tacere.
“Benvenuti!” Esclamò il Preside, con la luce delle candele che gli risplendeva nella barba. “Benvenuti a un altro anno a Hogwarts! Devo dirvi solo poche cose, e siccome sono tutte molto serie, credo che sia meglio toglierci il pensiero prima che finiate frastornati dal nostro ottimo banchetto…”
Silente si schiarì la voce e riprese: “Come ormai tutti saprete dopo la perquisizione dell’Espresso di Hogwarts, la nostra scuola attualmente ospita alcuni dei Dissennatori di Azkaban, che sono qui in missione per conto del Ministero della Magia.”
“E rieccolo.” Borbottò Erza, non poco scocciata.
Quelle creature erano riuscite a metterli tutti in difficoltà, e apparentemente senza fare nulla. Inutile dire che non rientravano nella lista delle creature che ci teneva a incontrare nuovamente.
“Sono di guardia a tutti gli ingressi…” Proseguì Silente “…e finché rimarranno con noi, voglio che sia chiaro che nessuno deve allontanarsi dalla scuola senza permesso. I Dissennatori non devono essere presi in giro con trucchi o travestimenti, né tantomeno coi Mantelli dell’Invisibilità.” Aggiunse in tono neutro, e i maghi di Fairy Tail si scambiarono un’occhiata. “Non fa parte della natura di un Dissennatore comprendere eventuali scuse o suppliche. Di conseguenza vi metto in guardia tutti quanti: non date loro motivo di farvi del male. Conto sui Prefetti, e sui nuovi Capiscuola, perché facciano in modo che nessuno entri in conflitto con i Dissennatori.” Disse.
Percy, che era seduto poco distante da loro, spinse ancora il petto in fuori lanciando occhiate autoritarie tutt’intorno. Silente tacque di nuovo; facendo scorrere uno sguardo molto serio sulla sala, e tutti rimasero immobili, in silenzio.
“Per passare a un argomento più allegro…” Riprese. “…sono lieto di dare il benvenuto a due nuovi insegnanti. Innanzitutto al professor Lupin, che ha gentilmente accettato la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure.”
Risuonò qualche applauso sparso e poco entusiasta. Solo i ragazzi che si erano trovati nello scompartimento nuovo insegnante batterono forte le mani. Il professor Lupin aveva l’aria particolarmente trasandata accanto agli altri insegnanti, che indossavano i loro abiti migliori.
“Guardate Piton!” Sibilarono i gemelli.
L’insegnante di Pozioni, stava guardando il professor Lupin: tutti sapevano che il Capocasa di Serpeverde desiderava moltissimo il posto d’insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, ma anche Harry, che di certo non provava simpatia verso Piton, rimase stupito nel vedere l’espressione che gli deformava il viso scarno e olivastro. Era molto più che rabbia: era disgusto allo stato puro. Majutsu conosceva fin troppo bene quell’espressione: era lo stesso sguardo che il professore di Pozioni gli rivolgeva ogni volta che lo incontrava.
“Quanto alla nostra seconda nuova nomina…” Continuò Silente, mentre il tiepido applauso per il professor Lupin si spegneva. “…sono spiacente di dovervi dire che il professor Kettleburn, il nostro insegnante di Cura delle Creature Magiche, è andato in pensione alla fine dell’anno scorso per godersi gli anni, nonché le membra, che gli restano. Comunque sono lieto di annunciarvi che il suo posto verrà preso nientemeno che da Rubeus Hagrid, che ha accettato di assumere il ruolo d’insegnante in aggiunta al suo compito di guardiacaccia.”
I maghi di Fiore si scambiarono una serie di occhiate stupefatte, poi si unirono all’applauso, che fu fragoroso soprattutto alla tavola dei Grifondoro. Harry si protese per guardare Hagrid, che era di un rosso paonazzo e si fissava le manone, con un gran sorriso nascosto nel groviglio della barba nera.
“Vai così Hagrid!” Urlò Natsu.
“Dovevamo immaginarlo!” Esclamò Erza, ghignando divertita. “Chi altri poteva dirci di comprare un libro che morde?”
“Bene, credo di avervi detto tutte le cose importanti.” Concluse il Preside. “Che la festa cominci!”
Fu un banchetto delizioso; la sala risuonava di chiacchiere, risate e del tintinnio di coltelli e forchette.
Harry e gli altri non vedevano l’ora che finisse la cena per poter parlare con il guardiacaccia: sapevano che cosa significava per lui diventare insegnante. Hagrid non era un mago diplomato, dato che era stato espulso da Hogwarts al terzo anno per una colpa che non aveva commesso, ed erano stati proprio loro a riabilitarlo pochi mesi prima.
Finalmente, quando gli ultimi bocconi di torta di zucca furono spariti dai piatti d’oro, Silente annunciò che era ora di andare a dormire, e i ragazzi colsero al volo l’opportunità.
“Congratulazioni, Hagrid!” Strillò Hermione, mentre si avvicinavano al tavolo degli insegnanti.
“Eccovi qui, voi!” Disse il guardiacaccia, asciugandosi la faccia umida nel tovagliolo. “Non ci credo ancora… grand’uomo, Silente… è venuto da me dopo che il professor Kettleburn ha detto che non ci stava più… era proprio quello che desideravo…”
“Sono sicuro che sarai un ottimo insegnante! È un peccato che noi non abbiamo più la tua materia.” Esclamarono i due gemelli Weasley.
“Io non vedo l’ora che arrivi il prossimo anno, aye!”
Sopraffatto dall’emozione, nascose il viso nel tovagliolo, e la professoressa McGranitt fece loro cenno di andarsene.
Il gruppo salutò Luna, che si allontanò coi Corvonero, per poi unirsi al resto dei Grifondoro che sciamavano su per la scalinata di marmo e, sempre più stanchi, percorrevano altri corridoi e salivano altre scale fino all’ingresso nascosto alla Torre di Grifondoro. Un grande ritratto di una signora grassa vestita di rosa chiese loro: “Parola d’ordine?”
“Entrate, entrate!” Esclamò Percy dalla folla. “La nuova parola d’ordine è Fortuna Maior!”


La mattina dopo, quando entrarono nella Sala Grande, notarono subito diversi uomini parlare con gli insegnanti. Non fecero in tempo a sedersi che la McGranitt, con un’aria preoccupata, li raggiunse accompagnata dai visitatori.
“Harry Potter? Potresti venire con noi?” Chiese uno di loro.
Majutsu li guardò leggermente sorpreso. “Che succede?”
“Preferiremmo parlarne in privato.” Rispose un altro.
Il moro sospirò, per poi guardare gli amici. “Scusatemi, sembra che dovrete fare colazione senza di me.”
Senza dire altro, li seguì, andando in una stanzetta al fianco della Sala Grande, dove gli uomini lo invitarono a sedersi.
“Harry… per caso hai sentito di recente tuo cugino?” Chiese subito uno di loro.
“Mio cugino? Dudley? No, l’ultima volta che l’ho visto è stato più di un mese fa, e comunque solo per pochi minuti. Perché questa domanda?”
“Ecco, Harry… ci dispiace doverti comunicare che tuo cugino è sparito. La polizia Babbana è stata avvertita qualche settimana fa, ma vista la parentela con te, siamo stati coinvolti nelle indagini.”
“Dudley è sparito?” Ripeté sorpreso Majutsu.
“Esatto. Volevamo sapere se per caso aveva tentato di comunicare con te in qualche modo.”
“No, mi spiace. I rapporti con mio cugino sono ben lungi dall’essere ottimi. Di certo è l’ultima persona a cui chiederei aiuto, e vi posso assicurare che il sentimento è reciproco.”
“Capisco… Grazie, Harry. Ovviamente, se dovessi scoprire qualcosa, ti chiediamo di riferirlo immediatamente alla professoressa McGranitt o al professor Silente.”
“Non mancherò. E allo stesso modo, vi chiedo di farmi sapere eventuali novità. Non mi è simpatico, ma è pur sempre un membro della mia famiglia di sangue.” Detto ciò Majutsu si alzò, per poi uscire dalla stanza, raggiungendo gli amici.
“Che cosa succede?” Domandò Erza.
“Beh… sembra che mio cugino sia scomparso.” Rispose lui, sedendosi al suo fianco. “E volevano sapere se ne sapevo qualcosa.”
“Dudley? Non mi sembra il tipo in grado anche solo di pensare di scappare…”
“Non so cosa dirvi. Mi era parso un po’ strano, però… bah, alla fine non sono affari miei. Sicuramente si è trovato con qualche suo amico che si era stufato come lui di studiare.”
“Se lo dici tu… Proprio non lo sopporti tuo cugino, eh?” Commentò Fred, passandogli i nuovi orari delle lezioni.
“Non posso dargli torto.” Fece Gray. “Per non parlare di sua zia…”
“E non avete visto l’altra.” Aggiunse Harry, cominciando a leggere l’orario. “Oh, quindi cominciamo con Divinazione, eh?”
“Buona fortuna.” Dissero i due gemelli assieme. “Noi l’abbiamo lasciata subito.”
“È così difficile?” Chiese Lucy.
“No, ma non c’era ferro a sufficienza.”
“Ferro? E a che serve?” Fece Neville perplesso.
“Lo vedrete da voi.”
“Ehm… Hermione… Non hanno sbagliato qualcosa con il tuo orario?” Osservò Ginny, vedendo che il foglio dell’amica era più grande degli altri.
“Oh, non preoccuparti, è tutto a posto. Ho solo qualche materia in più.”
“Silente stava scherzando quando ti ha chiesto se eri sicura di voler frequentare tutti i corsi, vero?” Domandò Ron, guardandola. “Insomma… sarebbe impossibile per chiunque, anche con gli occhiali del Vento e-”
“Passami la marmellata, Ron.” Tagliò corto Hermione.
“Ma-” Tentò il rosso, interrompendosi quando Hagrid entrò nella Sala Grande: indossava il suo lungo cappotto di talpa e in una delle manone teneva una moffetta morta che faceva dondolare distrattamente.
“Tutto bene?” Chiese allegramente, fermandosi al tavolo dei Grifondoro. “La mia prima lezione! Subito dopo pranzo! Sono in piedi dalle cinque che preparo tutto… spero che va tutto bene… io, insegnante… davvero…”
Fece loro un gran sorriso e si diresse al tavolo dei professori, senza smettere di far dondolare la moffetta.
“Chissà che cos’ha preparato…” Asserì Ronald, con una nota d’ansia nella voce.
“Meglio andare.” Suggerì George, alzandosi. “Divinazione è in cima alla Torre Nord, ci vogliono dieci minuti per arrivarci… a passo normale, cosa che vi consiglio.”
I maghi di Fairy Tail annuirono, per poi salutare i gemelli, Ginny e Happy, avviandosi subito a lezione.
Il viaggio fino alla Torre Nord fu lungo. In due anni a Hogwarts, nonostante l’aiuto dei gemelli e della Mappa, non avevano ancora imparato tutto sul castello, e non erano mai stati in quella lontana torre prima d’allora.
“Ci-deve-pur-essere-una-scorciatoia!” Esclamò Ron sbuffando, mentre salivano la settima rampa di scale e approdavano su un pianerottolo sconosciuto, dove non c’era altro che un grande dipinto di una striscia d'erba appeso al muro di pietra. “C’è una scorciatoia per tutto tranne che per questo posto?!”
“Credo che sia da questa parte.” Disse Lucy, dando un’occhiata alla mappa.
“Tu dici? Io non ne sono sicura…” Fece Hermione. “Ma perché oltre ai nomi delle persone non indica anche il nome dei luoghi? I Malandrini dovevano avere davvero un’ottima memoria…”
“Se mai dovessimo incontrarne uno, sarà una delle prime domande che gli faremo.” Sbuffò Harry. “Ma com’è possibile? Non ci siamo mai persi in questo castello!”
“Forse è una prova. Visto che in teoria Divinazione serve per vedere il futuro, potrebbe essere un metodo dell’insegnante per vedere chi ne è all’altezza e chi no…”
“Ma io brucio tutto!!!” Gridò Natsu, esasperato.
“Aha!” Esclamò una voce, che fece girare i maghi verso un quadro con all’interno un grasso pony pomellato grigio e un basso, tozzo cavaliere in armatura che, a giudicare dalle macchie d’erba sulle ginocchiere di metallo, era appena caduto. “Che razza di villanzoni sono costoro che osano invadere le mie terre! Siete forse venuti a burlarvi di me? Via di qui, canaglie, cani!”
I membri di Fairy Tail osservarono stupefatti il piccolo cavaliere che sfoderava la spada e prendeva a menare fendenti brutali, saltellando su e giù, furioso. Ma l’arma era troppo lunga per lui; un colpo particolarmente brusco gli fece perdere l’equilibrio, e il cavaliere cadde nell’erba, a faccia in giù.
“Che vergogna per gli spadaccini…” Mormorò Erza, portandosi una mano in faccia.
“Come si permette, madamigella?! Indietro, furfanti!”
“Se lo congelo dite che qualcuno si lamenta?” Domandò Gray.
“Prima vediamo se può aiutarci…” Lo fermò Hermione, per poi avvicinarsi al dipinto. “Ci scusi…
stiamo cercando la Torre Nord. Non sa dirci la strada, per favore?”
“Una missione!” Esclamò il cavaliere, facendo svanire all’istante la sua ira. “Seguitemi, cari amici, e troveremo la nostra meta, o periremo eroicamente nell’impresa!”
Dopo aver detto ciò cercò inutilmente di salire sul grasso pony, per poi rinunciarvi e gridare: “Ora in marcia, buoni signori e gentili damigelle! Avanti! Avanti!”
E prese a correre sferragliando verso il lato sinistro della cornice, finché non scomparve sotto gli sguardi più o meno perplessi dei ragazzi. Lo inseguirono lungo il corridoio, guidati dal clangore dell'armatura. Ogni tanto lo vedevano correre attraverso un quadro davanti a loro.
“Siate coraggiosi e di cuor saldo, il peggio deve ancora venire!” Esortò il cavaliere, ricomparendo davanti a un gruppo di allarmate dame in crinolina, ritratte in un quadro appeso sul muro di una stretta scala a chiocciola.
“Se va avanti così, potrei perdere la mia pazienza…” Ringhiò Erza, facendo apparire un piccolo pugnale, mentre continuavano a salire i ripidi gradini.
Per fortuna del dipinto, pochi minuti dopo udirono un mormorio sopra le loro teste e capirono di aver raggiunto l’aula.
“Addio!” Gridò il cavaliere, infilando la testa in un quadro che raffigurava alcuni monaci dall’aria sinistra. “Addio, miei compagni d’armi! Se mai avrete bisogno di un nobile cuore e nervi d’acciaio, cercate di Sir Cadogan!”
“Solo se volessimo fare una chiacchierata con un quadro pazzo.” Asserì Gray.
“Ed io che pensavo che quell’uomo civetta fosse già folle…” Aggiunse Neville.
Salirono gli ultimi gradini e sbucarono su un piccolo pianerottolo, dov’era già radunata gran parte della classe. Non c’erano porte intorno, ma Erza diede un colpetto a Harry indicando il soffitto, sul quale si apriva una botola rotonda con una targa di ottone al centro.
“Sibilla Cooman, insegnante di Divinazione.” Lesse Majutsu. “Ok, e come facciamo a salire?”
Come in risposta alla sua domanda, la botola si aprì all’improvviso, e una scala argentata calò fino ai piedi di Harry. Tutti tacquero.
“O lo sapeva, o ci stava ascoltando. Non vedo molte possibilità.” Commentò Hermione.
Spuntarono nell’aula più strana che avessero mai visto: non aveva l’aspetto di un’aula, sembrava più un incrocio tra un solaio e una sala da tè vecchio stile. Ospitava almeno venti tavolini rotondi, tutti circondati da poltroncine foderate di chintz e piccoli, grassi sgabelli. Il tutto era illuminato da una bassa luce scarlatta; le tende alle finestre erano tirate, e le numerose lampade erano drappeggiate con sciarpe rosso scuro. C’era un caldo soffocante, e il fuoco che ardeva nel camino lambendo un grosso bollitore di rame emanava un profumo intenso, quasi malsano. Gli scaffali che correvano tutto attorno ai muri circolari erano stipati di piume dall’aria polverosa, mozziconi di candele, scatole di vecchie carte da gioco, innumerevoli sfere di cristallo argentate e una gran varietà di tazze da tè.
“Non c’è nessuno?” Chiese Gray, guardandosi intorno.
Una voce dolce e misteriosa uscì all’improvviso dall’ombra. “Benvenuti.” Disse. “È bello vedervi in carne e ossa, finalmente.”
La professoressa Cooman avanzò nel cerchio di luce del fuoco, e videro che era molto magra: gli spessi occhiali le rendevano gli occhi molto più grandi del normale, ed era avvolta in uno scialle leggero, tutto ricamato di perline. Innumerevoli catene e collane le pendevano dal collo esile, e le mani e le braccia erano cariche di braccialetti e anelli.
“Sedete, ragazzi miei, sedete.” Proseguì, e tutti presero posto cautamente sulle poltrone e sugli sgabelli. I maghi di Fairy Tail si sedettero tutti a dei tavoli vicini tra di loro.
“Benvenuti a Divinazione.” Presentò l’insegnante, che aveva preso posto in un’ampia poltrona davanti al fuoco. “Io sono la professoressa Cooman. Può darsi che non mi abbiate mai visto. Ritengo che scendere troppo spesso nella confusione della scuola offuschi il mio Occhio Interiore.”
“Cana ci ha mai parlato di quest’Occhio Interiore?” Mormorò Natsu a Gray, che scosse la testa.
La professoressa Cooman riaccomodò con grazia lo scialle e riprese. “Allora, avete deciso di studiare Divinazione, la più difficile di tutte le arti magiche. Devo però dirvi subito che se non avete la Vista, potrò insegnarvi assai poco. I libri possono farvi progredire solo fino a un certo punto in questo campo… Molte streghe e molti maghi, per quanto talento possano avere nel campo delle esplosioni, degli odori e delle sparizioni improvvise, non sono tuttavia in grado di penetrare i misteri velati del futuro.” Continuò l’insegnante, con gli enormi occhi scintillanti che si spostavano da un volto all’altro. “È un Dono concesso a pochi. Tu, ragazzo!” Disse improvvisamente rivolta a Neville, che quasi cadde dallo sgabello per la sorpresa. “Sta bene tua nonna?”
“C-Credo di sì…” Rispose il ragazzo. “Mi ha scritto stamattina.”
“Non ne sarei così sicuro se fossi in te, caro.” Continuò la professoressa Cooman mentre il fuoco traeva riflessi dai suoi lunghi orecchini di smeraldo. Neville deglutì.
La professoressa riprese tranquillamente. “Quest’anno ci occuperemo dei metodi base della Divinazione. Il primo trimestre sarà dedicato alla Lettura delle Foglie di Tè. Nel prossimo passeremo alla Lettura della Mano. Comunque, mia cara…” S’interruppe, rivolgendosi d’un tratto a Calì Patil. “Guardati da un uomo coi capelli rossi.”
Calì scoccò uno sguardo stupito a Ron, che era dietro di lei, e allontanò la sedia.
“Ma che le ho fatto adesso?!” Esclamò questi.
“Nell’ultimo trimestre…” Proseguì la professoressa Cooman. “Passeremo alla Sfera di Cristallo, se avremo finito con i Presagi di Fuoco, naturalmente. Purtroppo, a febbraio avremo la classe decimata da una brutta epidemia d’influenza. Io stessa perderò la voce. E prima di Pasqua, uno di noi ci lascerà per sempre.”
“Ora capisco l’avvertimento dei gemelli…” Borbottò Erza. “Fortuna che non sono scaramantica, o mi sarei già messa l’armatura…”
“Tu, cara.” Riprese la Cooman, rivolgendosi a Lavanda Brown, che era la più vicina, la quale si ritrasse sulla sua sedia. “Ti dispiace passarmi la teiera d’argento, quella grande?”
La ragazza, sollevata, si alzò, prese un’enorme teiera dallo scaffale e la pose sul tavolo davanti alla professoressa Cooman.
“Grazie, cara. Ah, fra l’altro, quella cosa che temi… succederà venerdì sedici ottobre.”
Lavanda prese a tremare.
“Perché io comincio a temere per la mia incolumità?” Fece Lucy, lasciandosi cadere sul tavolo, mentre Hermione scuoteva la testa.
“Percepisco un pericolo sopra di te.” Sembrò confermare l’insegnante, girandosi a guardarla. “Presto un uomo ti farà una richiesta che te lo farà odiare.”
“Arriva un po’ tardi…” Rispose lei a bassa voce. “Ho già detto a mio padre cosa pensavo della sua proposta…”
“Ora voglio che formiate delle coppie.” Continuò la professoressa Cooman, che non l’aveva sentita. “Prendete una tazza dallo scaffale, venite da me ed io la riempirò, poi sedetevi e bevete; bevete finché non rimangono solo i fondi. Fateli roteare attorno alla tazza per tre volte con la mano sinistra, poi rovesciate la tazza sul piattino, aspettate che il tè rimasto coli via e passate la vostra tazza al compagno per la lettura. Interpreterete i disegni consultando le pagine 5 e 6 di Svelare il Futuro. Io girerò fra di voi e vi darò una mano. Oh, caro.” Esclamò afferrando per il braccio Neville, che si stava alzando. “Dopo che avrai rotto la prima tazza, vorresti essere così gentile da prenderne una di quelle con il disegno blu? Sono piuttosto affezionata a quelle rosa.”
“Eh? Ma io non volevo prenderla una r-” Ma prima che Neville potesse terminare la frase, dallo scaffale cadde proprio una tazza con sopra un disegno rosa, che s’infranse a terra.
La professoressa Cooman si avvicinò al ragazzo, gli tese paletta e scopino e disse: “Una di quelle blu, caro, se non ti dispiace… grazie…”
Majutsu e Titania restarono in silenzio a guardare la scena.
“Erza… Non avresti con te un ferro di cavallo, vero? Temo che nemmeno noi che non crediamo nella sfortuna resteremo immuni a tanta iella…”
“Mi attrezzerò per la prossima lezione.” Rispose lei.
Dopo che ebbero riempito le loro tazze, tornarono al tavolo e cercarono di bere in fretta il tè bollente. Fecero roteare i fondi come aveva detto la professoressa Cooman, poi voltarono le tazze e se le scambiarono.
“Bene, vediamo se a noi va meglio.” Esordì Scarlett, prendendo la tazza di Harry e aprendo il libro a pagina 5. “Che cosa vedi nella mia?”
“Un mucchietto di roba marrone bagnata.” Rispose il moro, ridacchiando.
“Aprite le vostre menti, cari, e lasciate che i vostri occhi vedano al di là del concreto!” Disse la professoressa Cooman nella penombra.
“Ok, vediamo di fare qualcosa di concreto.” Sbuffò Potter, controllando il libro. “Nella tua c’è una specie di croce tutta storta… e secondo questo libro, vuol dire che dovrai affrontare ‘prove e sofferenze’… Ma vede il futuro o il passato?” Commentò, per poi riprendere. “Poi c’è una cosa che potrebbe essere il sole… aspetta… vuol dire ‘grande gioia’… quindi soffrirai ma poi sarai molto felice…”
“Cana ti direbbe di mandarti giù un paio di botti di sakè e poi di riprovare a leggere.” Replicò sorridendo Erza, per poi cominciare a leggere la tazza dell’amico. “Ora tocca a me. C’è un grumo che assomiglia a una bombetta.” Disse. “Forse andrai a lavorare al Ministero della Magia…”
“Ma per piacere, cerchiamo di essere seri.”
Titania rigirò la tazza dall’altra parte. “Però visto da qui assomiglia più a una ghianda… cosa vuol dire?” Studiò il libro. “‘Una fortuna inaspettata, oro a sorpresa’. Quindi farai una missione con una preziosa ricompensa… e qui c’è un’altra cosa.” Continuò, rigirando di nuovo la tazza “…che sembra un animale… sì, se questa è la testa… Ma non riesco a capire cosa sia…”
La professoressa Cooman si avvicinò mentre Harry scuoteva la testa divertito. “Speravo in qualcosa di più concreto.” Ammise.
“Fammi vedere, cara.” Disse l’insegnante, sorprendendoli e chiedendo a Erza la tazza, che gliela porse. Immediatamente nella sala scese il silenzio.
La professoressa Cooman guardò dentro la tazza, facendola ruotare in senso antiorario.
“Il falco… caro, tu hai un nemico mortale.”
“Solo uno?” Esclamò Natsu. “Harry, stai perdendo colpi!”
La professoressa Cooman lo fissò.
“Beh, hanno provato ad ammazzarlo più volte, direi che non è una sorpresa.” Continuò il rosato.
L’insegnante decise di non ribattere. Abbassò i grandi occhi sulla tazza di Harry e riprese a farla ruotare.
“Il bastone… un agguato! Oh, caro, questa non è una tazza benigna…”
“Significa che Baston quest’anno ti farà sudare più del solito?” Domandò Erza a bassa voce, guadagnandosi un’occhiataccia dalla Cooman.
“Il teschio… pericolo sul tuo cammino, caro…”
“Mi sembra uno stereotipo.” Commentò Gray.
Tutti gli altri però, a parte i maghi di Fairy Tail, fissavano esterrefatti la professoressa Cooman, che fece roteare la tazza un’ultima volta, per poi trattenere il respiro e infine gettare un grido.
La professoressa indietreggiò, per poi sprofondare in una poltrona vuota, con la mano scintillante posata sul cuore e gli occhi chiusi.
“Caro ragazzo… povero caro ragazzo… no… è meglio non dire niente… no… non chiedermi…”
“Non avrà visto anche lei qualcuno inseguirmi per chiedermi di pagare i danni, vero?” Domandò Majutsu ai suoi amici. “Insomma, è l’unico motivo per cui Cana ha avuto una reazione del genere… a parte quella volta che aveva previsto che avrei distrutto per sbaglio la sua scorta di liquore…”
Gli occhi dell’insegnante si spalancarono in maniera teatrale. “Mio caro!” Esclamò. “È il Gramo!”
“Il cosa?” Chiese Harry.
Non era l’unico a non aver capito. Dean Thomas alzò le spalle e Lavanda Brown lo guardò perplessa, ma quasi tutti gli altri maghi di Grifondoro si portarono le mani alla bocca, orripilati.
“Il Gramo, mio caro, il Gramo!” Esclamò la professoressa Cooman, stupita che il suo nuovo studente non avesse capito. “Il cane fantasma gigante che infesta i cimiteri! Caro ragazzo, è un presagio… il peggior presagio di morte!”
“Tutto qui?” Fece lui, esterrefatto. “Un cane? Mi prende in giro?”
La professoressa lo guardò incredula. “Come, caro?”
“Harry ha ragione. Abbiamo visto cose molto più pericolose di un cane. Diamine, abbiamo quasi visto la morte in persona più volte.”
“E solo negli ultimi mesi, aggiungerei.” Intervenne Ron.
“Ma che avete fatto durante le vacanze? Affrontato un demone?” Domandò Dean.
“No, quello lo abbiamo fatto l’estate precedente.” Rispose sincero Natsu, senza però venire preso sul serio.
“Sì, e magari quest’anno avete affrontato Voi-Sapete-Chi, eh?”
“Abbiamo affrontato un altro genere di incubo.” Rispose Erza, guardando male il compagno di Casa.
“Oh, sì, lo vedo.” Disse la Cooman, guardandola. “Lo vedo nei tuoi occhi… nel tuo occhio destro… Tu hai visto la vera paura… Ma il Gramo… Non c’è nulla come il Gramo!”
“Nulla, dice?” Domandò Harry. “Eppure le ripeto che un cane non può farmi paura. Sinceramente, temo di più gli uomini.”
L’insegnante si alzò, avvicinandosi al moro, per poi fermarsi a fissarlo. “Tu… Tu hai già avuto qualche esperienza di Divinazione, vero? Lo scorso anno… e anche prima.”
Majutsu ricambiò lo sguardo, incuriosito da quel cambio. “Può darsi. Quindi?”
“Il tuo Occhio ti fa vedere, ma tu non gli credi… Perché?”
Harry ridacchiò. “Ormai ho imparato a credere solo ai fatti. In un mondo pieno di inganni, dare ascolto solo a delle sensazioni o a dei sogni è stupido e pericoloso. Sarò sincero, professoressa: mi sono iscritto a questo corso solo per dare una spiegazione a qualche mio sogno, ma per pura curiosità. Non credo sia davvero possibile prevedere il futuro.”
“È un peccato, caro. Potresti fare grandi cose con la tua Vista… Ma ad ogni modo, temo non faresti comunque in tempo. Tra qualche mese scoprirai qualcosa che ti sconvolgerà. E subito dopo verrai messo nuovamente alla prova per colpa di un uomo pazzo.” Mentre diceva ciò si alzò, girandosi. “Tutti noi saremo in pericolo verso Natale. Vedo una grande luce sopra di noi… e non è una luce buona.”
Tutti i maghi di Fairy Tail, Lucy in primis, si voltarono a guardare Ron. “Insomma, che vi ho fatto oggi?!” Replicò questi, scocciato.
“Mi sembrano un mucchio di sciocchezze.” Disse Hermione, chiudendo il libro. “Insomma… tutti sappiamo che Harry è la persona che Voldemort vuole uccidere.” Ignorò i vari ragazzi tremare e continuò. “Personalmente, concordo con lui: abbiamo visto cose molto più pericolose di un cane… e le abbiamo superate.”
La professoressa Cooman si voltò a guardarla. “Cara, in te vedo pochissima aura… Tuttavia, vedo anche qualcos’altro… La tua sete di conoscenza è enorme… E hai visto cose che noi possiamo solo immaginare. Cose che ti hanno portato a dubitare della magia stessa, sbaglio?”
Hermione spostò lo sguardo.
“La magia può essere usata in molti modi diversi.” Intervenne Gray. “È normale che quando la si vede usare per fare del male, ci si ponga delle domande.”
Tutti i maghi di Fairy Tail annuirono: Hermione era stata l’unica, grazie alla sua magia, a vedere l’effettiva potenza dell’Eterion usato da Gerard. Solo lei era realmente a conoscenza della sua portata distruttiva.
“Credo che per oggi ci fermeremo qui.” Affermò la professoressa Cooman con la sua voce più velata. “Sì… vi prego di portar via le vostre cose…”
In silenzio, i ragazzi riportarono le tazze all'insegnante, presero i libri e li riposero nelle borse. Perfino Ron evitava lo sguardo di Harry.
“Buona fortuna a tutti.” Disse la professoressa Cooman con un filo di voce. “Fino al prossimo incontro.”



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E finalmente eccomi qui con il nuovo capitolo!
Scusate il ritardo, ma ho avuto mille e più cose da fare.
Dunque! Ecco qui la tanto attesa prima lezione di Divinazione... e le cose sembrano già mettersi male XD.
Gli eventi cominciano a muoversi... e presto giungeremo alla nuova saga, la quale rivoluzionerà le carte in tavola di non poco! Anche se prima ci sarà un piccolo extra... che qualcuno di voi potrebbe aver già letto altrove XD
Nel prossimo capitolo ci sarà la seconda lezione attesa... nientemeno che il moliccio! E vi lascio immaginare che cosa apparirà... XD
Alla prossima!
   
 
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