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Autore: _Lyss_    06/06/2015    4 recensioni
Tutto quello che non è raccontato in "Walt Disney High School", momenti vissuti, da vivere, probabili ed improbabili tutti raccolti in una serie di one-shot con protagonisti I Protagonisti dei nostri film disney preferiti e che serviranno a dare luce e curiosità al filone principale della storia.
Ps: NON è strettamente necessario aver letto "Walt Disney High School", le brevi storie sono godibili singolarmente, ma sarebbe comunque PREFERIBILE :)
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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1. Verso le porte dell’inferno. (Ade-Megara)
 
L'aria natalizia aveva avvolto la Walt Disney High School, tutti erano più allegri e anche i prof più duri si lasciavano andare con sorrisi bonari. Per non parlare delle lucine! Se non si stava attenti si rischiava di trovarsi aggrovigliati in una gioiosa trappola di natale multicolore.
Ma si sa, il Natale piace a tutti e quando scende anche la neve l'incanto è fatto ... Ed era proprio quello che stava succedendo quella mattina del diciassette dicembre.
In realtà, prima non è stato affermato il vero, non tutti amano il dolce sapore delle festività e quell'anno il titolo di Grinch andava dritto dritto alla signorina Megara Creonte, non che fosse mai stata una ragazza particolare dolce, ma il suo cinismo stava sfiorando vette inaspettate.
"Wow, Natale! Esaltante. Regali di merda e chili di troppo"
A sentir parlare però la sua migliore amica, tale Esmeralda, il malumore della signorina poteva essere giustificato da un'infelice rottura con un belloccio senza onore, che le aveva frantumato il cuore. La poverina aveva pianto per giorni, ritrovandosi prosciugata di ogni emozione, tranne del disprezzo che adesso vomitava sopra ogni cosa rimasta luminosa durante il suo crollo nell'oscurità.
Ecco perché quella mattina, la ragazza, stretta in un cappotto grigio, fissava con disgusto i fiocchetti vorticanti mentre aspirava dalla sigaretta. Almeno sono in pace ... pensò, ma il destino fu felice di contraddirla in tempo record.
La porta a pochi passi da lei si spalancò e ne uscì un furente uomo in giacca e cravatta. Non si domandò chi fosse, lo sapeva già. Ade Thèos, fratello minore e irascibile del preside, che spesso si vedeva uscire dall'ufficio in una tempesta di rabbia.
L'uomo voltò casualmente lo sguardo su Megara, la quale, intimorita, sembrò rimpicciolirsi nel cappotto.
"Hai un'altra sigaretta?" le chiese con tono scocciato, ma pacato.
La ragazza gli porse il pacchetto e l'accendino, per poi riposarli in tasca. Evidentemente il fumo aveva un effetto rilassante su Ade, il volto gli si distese e balenò persino un sorriso ironico.
"Non dovresti fumare alla tua età" affermò l'uomo "almeno non sigarette di merda, se devi fare una cosa, falla bene"
"Poteva anche rifiutarla" sottolineò indispettita Meg.
"Giusto" ancora quel sorriso.
Rimasero così per qualche minuto, ognuno concentrato sulle proprie nuvolette di fumo e sui propri pensieri, poi Ade finì la sua e la spense sotto la scarpa costosa.
"Entra, fa freddo"
"Ancora a dirmi cosa devo fare? Con tutto il rispetto, signore, non è una cosa che mi piace molto" quell'uomo la metteva in soggezione, in altre occasioni sarebbe filata dentro senza guardarsi indietro, ma quello era il momento sbagliato e non si preoccupò nemmeno di non risultare acida e petulante.
"Signore. Mi fai sentire vecchio, ragazzina"
"Ragazzina. Mi fa sentire piccola, signore"
"Allora diamoci del tu"
Quella proposta la sorprese, spiazzandola per qualche secondo, proprio come aveva pensato Ade, la ragazza fu la prima ad allungare la mano.
"Megara"
"Ade" le strinse la mano guardandola con approvazione.
"È stato fantastico, Meg, mi piaci ... hai le palle"
La ragazza non poté negarsi un sorrisetto compiaciuto.
"Spero di rincontrarti, magari ti insegnerò a fumare davvero" le strizzò l'occhio e andò via.
 
Nessuno dei due però, si aspettava che quell'occasione si sarebbe presentata davvero.
 
Non senza un certo sadismo, il preside era solito organizzare un gala d'inverno per salutare le festività e accogliere, con la morte nel cuore, la seconda metà dell'anno scolastico. Tutti gli alunni erano invitati, ma non era difficile scorgere uomini di un po' troppe annate prima, anzi, la festa era quasi per loro: i finanziatori. Persone dai conti in banca vergognosamente vertiginosi, che mandavano i loro figliuoli adorati alla WDHS o che semplicemente si erano fatti arruffianare dal preside, e che, in occasione della serata,  donavano qualche "spicciolo" e  … *BUM* ecco un nuovo laboratorio di scienze.
Al terzo bicchiere di scotch, Ade si chiese ancora una volta cosa ci facesse a quella pidocchiosa festa, non avrebbe donato un centesimo per il glorioso regno di suo fratello, mai! Piuttosto avrebbe usato i bigliettoni come coriandoli a carnevale!
Ma no, Zeus non voleva i suoi soldi, voleva fargli vedere quanti begli amici aveva, tutti pronti a prostrarsi ai suoi piedi ... Vorrei farti conoscere io i miei amici, piccolo inutile preside da liceo pensò con tono cupo e sorrise malignamente alla possibile reazione del fratello.
Aveva deciso di levare le tende, quando un bagliore ramato attirò la sua attenzione. Vicino al tavolo delle bevande si aggirava la ragazzina che aveva incontrato qualche giorno prima, Meg, si Meg era il suo nome. La guardò più attentamente e si accorse, con sommo piacere per la sua vista, che con meno strati addosso era decisamente sexy e che il vestito color lilla la fasciava fin troppo bene.
È una ragazzina, Ade! Buon Dio, contieniti! Lo ammonì una voce nella sua testa, ma era suonata troppo simile a quella di Zeus per prenderla in considerazione e lui si stava annoiando.
Afferrò un calice di champagne e un altro scotch e si avvicinò alla ragazza, che osservava il tavolo  ancora indecisa su cosa bere.
"Champagne, le scelta più raffinata e seducente per una donna" le sussurrò quasi all'orecchio. Megara si voltò, ma senza sorpresa nello sguardo, probabilmente l'aveva visto arrivare.
"Veramente stavo cercando qualcosa di più forte, giusto per salvare la serata" fece per prendere lo scotch, ma le fu allontanato da un divertito Ade.
"È buona abitudine, per quelle come te, restare sobrie il più possibile" e le cacciò in mano il flûte, che fu accettato con un sospiro rassegnato.
"Quelle come me?" chiese Meg dopo aver sorseggiato un po' del liquido chiaro e frizzante.
"Le fanciulle troppo belle per passare inosservate" chiarì e Megara poté seguire con imbarazzo lo sguardo di lui che le attraversò tutto il corpo.  
"Sei da sola?" chiese Ade distrattamente e ricevette una risposta affermativa stranamente titubante. Notando l'incertezza, fissò negli occhi la ragazzina, sembrava preoccupata tutto d'un tratto. Hai esagerato, idiota.
"Tranquilla, non ti voglio mangiare - in realtà vorrei, ma non posso. - mi interessa solo sapere dove posso fumare senza scatenare l'ira del mio fratellone, fuori fa troppo freddo"
Megara si rilassò, la situazione s'era fatta un po' troppo strana, ma si lasciò sfuggire tra le labbra un respiro liberatorio, senza neanche avvertire quel briciolo di delusione che le era sussultato nel cuore.
"Seguimi, ma non troppo da vicino, o la gente penserà male" sorrise divertita dalla sua stessa affermazione.
"La gente pensa sempre male" precisò lui.
Si dileguarono senza che nessuno li notasse, attraversarono i corridoi bui della scuola sentendo solo la musica in lontananza e i loro passi rimbombare, poi lei si fermò davanti ad un'aula.
"Qui il rivelatore di fumo non funziona. Prego" chiarì ed entrarono chiudendo la porta alle loro spalle. Aprirono una finestra e si accomodarono su dei banchi, la luce rimase spenta e non si sentiva nemmeno più il ricordo della festa in Aula Magna. L'atmosfera era piuttosto ambigua, effettivamente, ma erano entrambi rilassati.  
"Ti devo una sigaretta, se non sbaglio" Ade gliene porse una e la accese, poi fece lo stesso per se. Era forte, molto più delle solite che Meg fumava, iniziò a tossire, per orgoglio l'avrebbe continuata, ma persino due lacrimucce fecero capolino dagli angoli degli occhi truccati.
"Preferisco le mie merde" chiarì, spegnendo l'arma del delitto sul davanzale, prese due boccate d'aria fresca dalla finestra e, certa che il possibile soffocamento era scampato, accese una delle sue light.
"Quanto siamo delicate" la canzonò Ade, che aveva trovato la scenetta seriamente divertente.
"Sono pur sempre una leggiadra fanciulla, no?".
La luce che filtrava dalle finestre rivelava i ghirigori del fumo, che faceva da tendina impalpabile tra i due improbabili interlocutori e nascondeva, per fortuna, lo sguardo dell'uomo, sempre più attratto dalla giovane.
Era tardi, si annoiava e l'alcol stava facendo effetto. E lei è fantastica aggiunse mentalmente. Aveva bisogno di distrarsi prima di superare il limite della ragione, doveva parlare  prima di fare qualche gesto di cui si sarebbe pentito.
"Non mi hai detto come mai sei sola?" la voce gli uscì un po' arrochita. Perfetto, giusto per non sembrare un maniaco.
"La mia amica è dovuta andar via" rimase vaga.
C'è da dire, infatti, che nemmeno la ragazzina era del tutto lucida. Vuoi l'aria particolare, qualche bicchiere di troppo e il momento che stava vivendo, ma era vergognosamente attratta dall'uomo che aveva di fronte e non aveva certo i rimorsi dovuti alla differenza d'età.
Scambiando qualche parola si erano avvicinati, come due magneti, e più si avvicinavano più la tensione era forte. Superata la massima sopportazione, si udì un "fanculo" liberatorio da parte di Ade e nemmeno un secondo dopo la sua bocca era sopra quella di Megara.
Entrambi ricorderanno quel momento come uno dei più eccitanti della loro vita, il proibito affascina sempre, e, nonostante tutto, non dimenticheranno mai il valzer perfetto delle loro labbra.
Il tutto si stava facendo più cocente, i respiri affannosi e le mani più avide di carne, non c'erano dubbi che si sarebbero spinti oltre se solo il cellulare di Ade non si fosse messo a squillare.
"Cazzo!" reagì infastidito, si staccò dalla ragazza e rispose di malavoglia. La conversazione fu breve, ma bastò a rovinare l'umore dell'uomo. Doveva andare via.
"Mi spiace piccola, sarà per un'altra volta" si scusò mentre tentava di ridarsi un aspetto accettabile.
"Quando vuoi" rispose Megara con ancora il petto affannato e il vestito scomposto.
Si salutarono con un casto bacio sulla guancia, ma arrivato alla porta l'uomo tentennò.
"Senti ... Sei maggiorenne?" doveva saperlo.
"Si" Grazie Signore!
Il giubilio del momento lo fece tornare sui suoi passi e porse un bigliettino alla ragazza.
"Qua c'è il mio numero e il mio indirizzo, non crearti problemi a farti sentire, anzi ... Non farmi aspettare" sottolineò con cura e un sorriso malizioso si dipinse sul volto d'entrambi e dopo un ultimo bacio si salutarono.
La serata era conclusa ed era stata sorprendentemente piacevole.  
 
Passò una settimana, ma alla fine Megara si arrese e compose quel maledetto numero.
"Pronto?" rispose la voce nota dall'altro lato.
Due ore dopo erano molto, molto vicini e molto, molto svestiti.
 
Ecco come Megara cedette al diavolo tentatore.


A.A.
Salve patatini! Benvenuti in questa nuova, disorganizzata, eccitante avventura!
Ebbene si, è iniziata la Raccolta, non avrà scadenze fisse, gli aggiornamenti saranno dettati dall'esigenza e dall'ispirazione, ma so che mi amerete lo stesso :3
Ecco la prima shot, quella che più ha ricevuto consensi nel sondaggio (tranquilli arriverà anche l'altra), che dire? mi sono divertita un mondo a scriverla e spero che abbia divertito anche voi (fatemelo sapere!) Amo questi due personaggi, Ade in particolare, e potermi concentrare tanto su di lui è stato davvero fantastico, spero solo di non aver esagerato.
Bene, attendo con ansia i vostri pareri ... corro a scrivere ancora!
Lyss
  
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