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Autore: Zaker    06/06/2015    2 recensioni
Alex Smith è un semplice ragazzo che vivrà un'avventura emozionante e pericolosa. Arrivato per caso su un'isola perduta, dovrà affrontare mille ostacoli, in cerca del cristallo di Zork. Si ritrova costretto a servire colui che diventerà il suo peggior nemico, per riuscire a tornare a casa. Inizia così un lungo viaggio in compagnia di Peter, Leslie e Oscar, all'interno dell'isola del terrore: Kreep Island.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi svegliai insonnolito nel mio vecchio letto del piano di sopra. “Avanti Alex” mi dissi “il peggio è finito. Ora metti da parte la scuola e le interrogazioni e lascia spazio all'estate e al mare.”
L'idea mi entusiasmava talmente tanto che sbadigliai. Spensi la sveglia che continuava a suonare, e mi diressi verso il piano di sotto in pigiama.
<<Alex, dai!>> mi incitava mia madre <<Questo è il nostro primo giorno di estate! Perciò... tutti al mare!>> gridava con entusiasmo mentre preparava dei pancake per colazione. Anche i miei fratelli non smettevano un attimo di ronzarmi intorno esaltati.
Mio padre invece era già pronto da un bel pezzo e stava seduto sulla sua comoda poltrona leggendo il giornale del mattino.
Quando finimmo tutti di prepararci, uscimmo di casa. Il tragitto da casa al mare era molto breve, perciò ci andammo a piedi.
<<Non vedo l'ora di tuffarmi!>> esclamò mio fratello Jimmy.
<<A chi lo dici! Facciamo a chi arriva primo sulla spiaggia?>> lo sfidò mia sorella Maddie.
I due bambini erano già partiti a correre per le scale, ignorando le raccomandazioni di mamma che strillava di stare attenti per le scale scivolose.
Io avevo ormai tredici anni, e rimasi indietro con i miei genitori.
Continuavo a scendere le scale, quando mi bloccai improvvisamente. Davanti a me c'era un uomo alto, fermo immobile. Restava fermo in quel punto. Arrivai quasi alla conclusione che fosse una statua, quando sbatté le palpebre. O meglio, la palpebra. Uno dei due occhi neri era coperto da una benda.
Sicuramente il colore predominante nella figura di quell'uomo era il nero. Mi spaventò un po', perché era abbastanza inquietante.
I capelli neri e lunghi quasi coprivano con un ciuffo l'altro occhio. Indossava una lunga giacca nera che nascondeva sotto di essa una maglietta bianca, forse l'unico elemento non nero, come i pantaloni e gli stivali.
<<Alex!>> papà distolse la mia attenzione dall'uomo inquietante, che in quel momento aveva cominciato a fissarmi. <<Perché ti sei fermato? Avanti, vieni.>>
Era strano, ma parlava come se l'uomo non esistesse.
Mentre mi dirigevo verso la spiaggia mi rivoltai verso il punto dove avevo visto l'uomo. Era scomparso.
Dopo quell'esperienza terrificante, arrivai sulla spiaggia, e devo dire che alla fine mi divertii molto. Fu una bella esperienza tornare al mare di Londra. Giocai e feci molti bagni in quella giornata, e alla fine, quando si era quasi fatta sera, ero l'unico rimasto nell'acqua, sdraiato sul materassino gonfiabile arancione.
<<Ehy Alex, esci dall'acqua, si è fatto tardi!>> mi urlò mia madre dalla spiaggia.
Sospirai. <<Dai mamma, ancora un po'!>> cercai di convincerla, e ci riuscii.
Quegli ultimi cinque minuti nell'acqua determinarono tutta l'avventura che vissi quell'estate.
Ciò che sto per dirvi potrà sembrarvi da sfigato o semplicemente da dormiglione... infatti fu così: sdraiato sul materassino, mi rilassai come non mai, e cullato dal leggero movimento delle onde, mi addormentai mentre questo continuava ad allontanarsi dalla riva.
E così in poco tempo mi ritrovai sperduto nel mare, addormentato su un materassino.


   
 
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